Scorrazzando in francia
4° giorno lasciamo Rennes e ci dirigiamo verso Mont-St-Michel.
Fantastica è la vista sulla strada che vi porterà ai parcheggi ai piedi dell’abbazia, credo di aver letto e dai cantieri che ho visto nei prossimi anni i parcheggi verranno spostati da dove sono adesso e con molta probabilità non ci sarà più la possibilità di arrivare con l’auto così vicini ma solo con un servizio bus si potrà accedere al monte. Cosa dire della visita solamente che Mont. Saint Michel esercita un fascino particolare la bellezza architettonica, il mistero che si cela dietro, il ritmo delle maree, la bellezza selvaggia del paesaggio fa sì che questo luogo incantato sia patrimonio mondiale dell’umanità. Un consiglio non andatici d’agosto ho visto alcune foto di un amico e praticamente era impossibile camminare tra le viuzze. Nel tardo pomeriggio con grande soddisfazione riprendiamo il cammino in auto direzione St-Malo.Qui resteremo tre notti in un hotel che non ricordo il nome ma francamente è meglio così, pulizia e camera lasciano un po’ a desiderare ma il prezzo che abbiamo pagato intorno ai 30 euro era di presagio. Cosa si dice in questi casi, la camera ci deve servire solamente per dormire!!!!!! Per pareggiare il prezzo in compenso scegliamo per la cena un ristorante da veri buongustai non verrei sbagliare ma credo di ricordare il nome come Chalut, tutta la cena si baserà sugli homard scelti all’inizio. Prezzo superiore alla media.
Mattina, tempo da paura vento molto forte e mare che s’infrange sulla passeggiata con estrema violenza, stranamente mi ricorda il libeccio a Livorno sul viale Italia.Intrepidi e incuranti dell’intemperie facciamo ugualmente le nostre foto intra-muros.Eh che vor dì intra muros??? St-Malo è molto estesa e si divide in due parti distinte, la città vecchia intra muros e la parte più nuova extra muros.Inutile sottolineare che noi ci dedicheremo esclusivamente alla parte intra muros. Una nota sull’abbigliamento, noi siamo partiti quasi in costume da bagno ebbene in Bretagna il piumino come avevamo noi non lo sputate specialmente la sera.Peccato per il tempo avevamo programmato marea permettendo il raggiungimento a piedi de Ile du Grand Be il Fort National, infatti, durante la bassa marea è possibile con 45 minuti a piedi raggiungere l’isola dove un meraviglioso panorama si estende sull’intera costa Smeraldo e il Fort con una passeggiata di circa 20 minuti. Nonostante il vento imperterriti proseguiamo fra le mura che rievocano l’epoca dei corsari e durante la giornata visiteremo il Castello la cattedrale di St-Vincent e le antiche dimore della città vecchia. I giorni a seguire visiteremo Dinan, Dinard e Cancale. Andiamo in ordine Dinan circa 30 km a sud di St-Malo segna l’inizio dell’estuario del fiume Rance e il suo centro storico con l’imperdibile Place des Merciers con le numerose case a graticcio erette nel medioevo e meravigliosamente restaurate ci faranno passare delle ore indimenticabili, da non perdere la torre dell’orologio e la discesa pazzesca verso il porticciolo turistico, dove incontreremo un simpatico suonatore di musica tipicamente breiz.
Dinard elegante stazione balneare spicca subito l’arte nouveau di molti edifici e delle ville che costeggiano la spiaggia da non perdere la Promenade du Clair de Lune che nonostante il nome deve essere fatta di giorno dove appunto in questa area riservata ai pedoni potete vedere le bellezze delle ville oltre a magnifiche aiuole e ricca vegetazione. Durante questa passeggiata il mare si era ritirato lasciando scoperto una grande quantità di spiaggia e molte persone con secchielli e palette e rastrellino si dedicavano alla raccolta d’arselle e noi ricordandoci di essere livornesi abbiamo fatto altrettanto, alla fine il nostro pescato lo regaleremo ad alcuni passanti ben contenti di quello che avevano ricevuto. In questo caso mi sono ricordato quando era ragazzotto che durante l’estate per racimolare un po’ di grana in più andavo a fare raccolta d’arselle nere, tartufi, datteri (mitili), e le cosi dette telline. Cancale.Arrivateci dalla strada turistica a senso unico che si imbocca a destra sulla D 76 dopo l’incrocio delle Portes –Rouges, durante la discesa potrete ammirare panorami sul porticciolo e sulla baia di Mont St Michel.
Da vedere non c’è molto ma una cosa se farete come noi vi rimarrà sempre impressa.
1° cercate una panetteria e comprate la famosa baguette.
2° enoteca e comprate una buona bottiglia di Muscadet. 3° andate nelle bancarelle di vendita delle ostriche e sbizzarritevi con la scelta.
La nostra scelta e stata varia comprese le più costose ostriche di Belon, per incominciare tanto per sentirne il gusto ne abbiamo prese 12 a testa, gustate su un muricciolo fronte mare e agli allevamenti d’ostriche. Non vi dico le persone che ci guardavano con gli occhi sgranati, sembravamo degli sfollati ma è stato un inno alla gioia, un’esaltazione di gusti veramente in crescendo consigliati dalla venditrice di come dovevamo procedere alla degustazione. Sfortunatamente il pane ed il vino erano avanzati e con nostro malincuore ci siamo fatti altre 6 ostriche a testa, ah ah ah, enorme risata. Dopo circa un anno e mezzo rimpiango ancora quella meravigliosa scorpacciata d’ostriche.
E’ giunto il giorno di lasciare la costa smeraldo e proseguiamo il nostro itinerario per raggiungere Fort la Latte e Cap Frehel.
Siamo a Matignon facciamo un’abbondante colazione e chiediamo delle indicazioni per raggiungere Fort la Latte, di fatto, la strada che dovevamo percorrere era chiusa per lavori, e noi non riuscivamo a capire da dove dovevamo passare perché dopo due tentativi siamo sempre tornati al solito punto di partenza. Incredibilmente siparietto con due persone anziane marito e moglie parlante naturalmente solo francese, bene io lo capisco solo a senso e dopo circa una mezzora cercando di fargli capire che il francese non lo mastico con cartina alla mano ci davano la dritta.
Prima dovevamo raggiungere Cap Frehel e poi tornare indietro per Fort la Latte. Finalmente arriviamo al promontorio dove il panorama dominato dalle falesie di colore rosso grigio nere si stagliano sul mare da un’altezza di 80 metri, purtroppo ho scoperto al ritorno in Italia che un servizio di motovedette partenti da St Malo con scalo a Dinard permettono di ammirare Cap Frehel dal mare e di apprezzarne ancora di più l’aspetto maestoso della costa.
Fort la Latte e un castello che la pubblicità del San Marzano gli fa un baffo, Vi ricordate la terrazza dove l’attore beve il suo amaro, bene, sul cammino di ronda il panorama vi lascerà a bocca aperta e solo questo vale il biglietto. Siamo giunti a Roscoff dove dormiremo tre notti al Bellevue in un buon livello di comfort e una gradevole vista mare.
Trascorrere questi tre giorni in questa piccola cittadina è stato veramente piacevole ma aldilà dello scoprire le sue bellezze, la sua storia e punto di partenza dei complessi parrocchiali una cosa ricorderemo sempre con grande simpatia e cioè quando la sera, in un piccolo pub, ci ritroveremo mescolati a francesi, scozzesi, inglesi, a guardare le partite dei campionati del mondo di rugby e l’atmosfera che si creava era veramente quello che lo sport dovrebbe fare e cioè fraternizzare, riuscire a tifare passionalmente la propria squadra senza rischiare di essere malmenato ed appunto questo è stato quello che a noi è capitato delle bellissime serate divertenti in compagnia di persone mai viste e conosciute.
Passiamo ai complessi parrocchiali e la nostra prima tappa è stata St-Thegonnec per seguire a Guimiliau e terminare a Lampaul-Guimiliau, non mi soffermo sui particolari di ogni complesso ma se avete intenzione di un viaggio in Bretagna non tralasciate questo percorso, ed inoltre vi consiglio di visitare la cappella di St-Anne, circa tre km a sud di Lampaul, dov’è custodito un insolito cristo vestito di rosso sulla croce.
Ci trasferiamo e la nostra prossima metà sarà un piccolo passaggio a Brest.
Oggi è il primo giorno che non mettiamo il piumino, stranamente la temperatura è a livelli primaverili e anche i maglioni di lana che indossavamo dovremo levarli e rimanere solamente in maglietta. Al nostro arrivo salta subito all’occhio il Pont de Recouvrance inaugurato nel 1954 è il ponte levatoio più grande d’Europa e varca il fiume Penfeld al di sopra della parte più antica dell’arsenale, e come non notare la rada di Brest, sarà stata la bella giornata ma le barche a vela che si destreggiavano sul mare erano una moltitudine, e naturalmente il castello a dominio del porto. Decidiamo di visitare Oceanopolis Situato nei pressi del porto turistico è un enorme edificio fatto a granchio dove si racconta la vita degli oceani all’interno si trova oltre al settore temperato anche una zona tropicale e un settore polare. La nostra breve permanenza a Brest si concluderà il giorno dopo con una simpatica camminata in un mercato di bancarelle che vendevano qualsiasi tipo d’oggetti.
La mattina successiva siamo al Pointe de Raz, naturalmente pioviscola, e dal parcheggio pagato 5 euro ci vuole circa mezzora per raggiungere a piedi lungo i percorsi segnalati la Pointe de Raz dove un susseguirsi di rocce è uno dei luoghi più spettacolari di tutta la Bretagna e il sentiero che fa il giro della punta è il più spettacolare l’Enfer de Plegoff è stretto e ai bordi ci sono vertiginosi baratri e la fune di sicurezza che ci permette di attraversarlo ne è una testimonianza. Spettacolare deve essere con il mare in tempesta e la statua di Notre Dame des Naufrages è sicuramente un monito. Soddisfatti di questa fermata proseguiamo verso la penisola di Quiberon.
Finalmente la temperatura si fa più accettabile. La penisola presenta due paesaggi uno con dune di sabbia e l’altro più roccioso, la costa selvaggia. Con mia moglie decidiamo di trascorrere la giornata a Quiberon situata sulla punta dell’’omonima penisola. Curioso da vedere il castello Turpalet (non si può visitare).
I giorni passano inesorabilmente i luoghi da vedere sarebbero ancora molti ma bisogna incominciare a tornare indietro e essendo un amante del buon vino la prossima tappa ci porterà a Saint Emilion la collina dei mille cru in Aquitania. Riva Gauche oppure riva Droite, la riva sinistra della Garonna dove si dice che i signori del vino si concentrano su quel lato del fiume Medoc, Margaux, Lafite Rothschild o riva destra dove la gente del luogo dichiara la priorità della storia del vino e dove vivono in simbiosi con la vigna e si riconoscono in Saint Emilion. Qui trascorreremo una notte all’Auberge de Commanderie un’antica casa templare nel cuore del borgo medioevale. Sul paese spicca la chiesa nella roccia il campanile dell’Eglise Monoliothe che l’Unesco annovera tra i più grandi monumenti del’umanità, il panorama e una spettacolare perdita d’occhio di vigne e il paese con le sue viuzze strette e le moltitudini di enoteche ci farà trascorrere una giornata veramente piacevole. L’intenzione era di passare anche da Perigueux ma la strada che abbiamo imboccato ci allontanava dalla località e ci avvicinava a Sarlat meta da noi prefissata.
Siamo sulla riva della Dordogna e l’incontro del castello di Beynac ci costringerà ad una sosta. Immortalato anche nel film Giovanna d’Arco di Luc Besson questo castello è stato eretto né XIII secolo e come ci hanno spiegato nel breve tragitto sul battello che abbiamo fatto si è contrapposto all’eterno rivale dell’altra sponda del fiume il castello di Castelnaude.
Siamo a Sarlat nostra ultima tappa gli animalisti potrebbero anche non condividere la nostra scelta culinaria ma il foie gras è nato qui e dopo il piacere del vino anche questa prelibatezza andava scoperta all’origine. La regina della tavola è senza ombra di dubbio l’oca del Perigord e le oche in bronzo in Place du Marchè aux Oies fanno capire il detto “qui piace il foie gras si vive e si muore di foie gras”. Il nostro viaggio termina qua rientreremo a Livorno senza più soste prendendo questa volta l’autostrada rammaricandoci di non aver programmato minuziosamente il viaggio e cosci di aver tralasciato località magiche. Un saluto a tutti i lettori Massimo e Patrizia