Guatemala e Belize fly and drive
Io ed Elisa Iniziamo a studiare l’itinerario su Lonley Planet e Routhard e consultiamo, come sempre, il sito di “turisti per caso” dove troviamo moltissime informazioni utili di altri viaggiatori fai-da-te, prenotiamo quindi il volo con Iberia (Bologna – Madrid – Città del Guatemala ad un costo di 950 euro) poi, tramite internet, prenotiamo la maggior parte dei pernottamenti.
Anche se la maggior parte degli itinerari che consultiamo utilizza il minibus navetta per gli spostamenti noi preferiamo optare per il noleggio di un’automobile che ci permetta la più assoluta libertà di movimento; in Guatemala, in realtà, il fly and drive non è molto utilizzato dai turisti probabilmente per la paura legata ai vari problemi di sicurezza. Per quanto la nostra sia soltanto una piccola esperienza noi non abbiamo avuto alcun tipo di contrattempo, la gente è cordiale e disponibilissima, le strade in condizioni discrete (tranne alcune) e di delinquenza, avendo gli accorgimenti adeguati, nemmeno l’ombra. Prenotiamo una Mitsubischi Lancer con l’autonoleggio Tabarini ad un costo di 350 USD (www.Tabarini.Com): questo è l’unico noleggiatore che ci permette di ritirare l’auto ad Antigua per poi lasciarla a Flores (un consiglio: se intendete percorrere 1 itinerario come il nostro molto meglio il noleggio di un fuoristrada!).
• 7 febbraio 2008 Bologna – Città del Guatemala – Antigua Partiamo alle 6.15 dall’aeroporto di Bologna alla volta di Madrid con Iberia, alle 11.25 ci imbarchiamo per Città del Guatemala e dopo circa 10 ore volo arriviamo nella capitale.
Usciti dall’aeroporto prendiamo un taxi per Antigua (circa 10 USD a persona); dato il clima poco sicuro della città decidiamo di non rimanere e di dirigerci subito verso l’antica capitale (tutti i veicoli hanno i vetri oscurati per evitare che si possa vedere chi si trova all’interno dell’auto, a primo impatto, purtroppo, questo non infonde un gran senso di sicurezza..). In 45 minuti circa siamo ad Antigua dove ci facciamo portare all’hotel San Pedro 2 (www.Posadasanpedro.Net), l’albergo è molto bello e pulito ricavato in una tipica casa coloniale spagnola (circa 50 USD a camera). Ceniamo al San Josè (6 Av. Norte), ristorante modesto dove non mangiamo proprio benissimo (non lo consiglierei..) poi ci godiamo il dovuto riposo .
• 8 febbraio Antigua La giornata parte con una magnifica colazione al Cafe Viejo (Panederia Francesa) dove in un bel patio interno mangiamo croissant giganti e buonissimi pan-cake. Rinvigoriti, partiamo alla scoperta di Antigua, una città che già a prima vista ci appare in tutta la sua bellezza, con i suoi scorci e i suoi angoli davvero indimenticabili. Per prima cosa ci dirigiamo al Parque Central e iniziamo con la visita alla cattedrale di Santiago, chiesa di fondazione cinquecentesca con bei decori barocchi settecenteschi; questa chiesa, come la maggior parte degli edifici religiosi di Antigua, è stata gravemente danneggiata dai terremoti del 1700 e soltanto una parte è stata ricostruita, la parte diroccata della cattedrale mantiene però un fascino decadente del tutto particolare. In seguito visitiamo Las Capuchinas, un convento con un bel giardino interno che è oggi un museo dedicato alla vita religiosa coloniale dove si possono vedere le celle delle monache di clausura; proseguiamo poi la nostra esplorazione di Antigua con la chiesa di San Francisco el Grande, un altro bel edificio religioso in parte distrutto dal terremoto e infine la Mercede (la più anonima).
Per il pranzo ci fermiamo a La Escodilla (4 Av. Norte) il locale è molto carino ma per quanto riguarda il cibo dipende dall’ordinazione (le fajitas sono buone, il churrasco no); nel pomeriggio passiamo per il mercato artigianale, visitiamo la chiesa di San Pedro (carina) ma purtroppo arriviamo a San Jeronimo troppo tardi per entrare (chiude alle 5).
Alla sera ceniamo alla Steack house Escobar: uno dei ristoranti migliori che incontreremo (anche se non proprio il più economico!): in 4 spendiamo circa 90 USD.
• 9 febbraio Antigua – Panajachel Dopo il ritiro dell’auto a noleggio prenotata via internet alle 9 partiamo per il lago Atitlan; alle 12 passate arriviamo a Panajachel (la CA 1 è una strada asfaltata in condizioni abbastanza buone ma troviamo dei lavori in corso che creano lunghe file e numerosi rallentamenti quindi, per percorrere i 146 km che dividono Antigua dal lago, impieghiamo più di 3 ore). Pernottiamo all’hotel Playa Linda (40 USD a camera e non propriamente pulito, non lo consiglierei). Subito dopo aver appoggiato le valigie andiamo verso il molo dove troviamo una gran quantità di personaggi che si offrono di farci fare il giro del lago; decidiamo di andare con Diego che per 400 QTZ ci porterà a San Marcos La Laguna e San Pedro La Laguna .
Il lago, con le sue acque di un blu intenso incastonato tra 3 vulcani, è molto suggestivo ma, per quanto riguarda i paesini adagiati sulle sue sponde, rimaniamo un po’ delusi.
A San Marco, dopo essere scesi dalla barca, camminiamo attraverso una stradina in salita che si addentra nella vegetazione; in realtà non esiste un vero e proprio paese, ci sono una serie di alberghetti e ristorantini dove si ritrovano un gran numero di hippies che forse sperano di isolarsi dal mondo in questo angolo tranquillo del Guatemala (mangiamo dei buonissimi toast in un localino vicino al lago!).
Procediamo poi per San Pedro La Laguna, altro paesino sulle sponde del lago con stradine in salita su cui si affacciano piattaforme piene di chicchi di caffè stesi ad essiccare; San Pedro ci sembra un po’ trasandato e non di grande fascino.
In tutta onestà mi aspettavo di più dal lago Atitlan, l’autenticità di questi paesini mi sembra un po’ troppo inquinata dai gringos ma forse abbiamo solo sbagliato a scegliere le mete da visitare, magari gli altri sono diversi …
La sera ceniamo al Guajimbo’s dove mangiamo molto bene (con 394 QTZ in 4) • 10 febbraio Panajachel – Chichicastenango Partenza alle 5 del mattino per Chichi e arrivo alle 7 (dopo quell’ora tutto il centro del paese chiude al traffico e non è più possibile entrare in automobile); lasciamo l’auto nel parcheggio interno dell’hospedaje Giron (molto economico, circa 10 USD a testa, essenziale ma comunque abbastanza pulito) e iniziamo a perderci tra le stradine del paese dove gli indios, arrivati da poco dalle montagne circostanti, sono intenti a montare le loro bancarelle (è il momento più bello, dove non si vede ancora l’ombra di un turista e le stradine sono quasi vuote).
Dopo la colazione a Los Cofrades, situato su una bella terrazza che domina dall’alto il mercato (ritorneremo qui anche per il pranzo ), ci immergiamo in un mercato che è un turbinio di sensazioni che si confondono tra gli odori di cibo e incenso e tra le voci e i visi meravigliosi dei bambini, un mercato che è un vero e proprio arcobaleno di colori! Giriamo per ore lasciandoci trascinare in questo vortice dal sapore tipico del centroamerica, contrattiamo e osserviamo e, a fine giornata, ci rallegriamo per i nostri ottimi acquisti (è sicuramente il posto più conveniente del Guatemala per comprare tessuti e oggetti in legno).
Dopo una giornata di full-immersion al mercato (i prezzi migliori si spuntano verso sera) ceniamo al Tuminit, dove abbiamo variato con una pizza (buona) per 384 QTZ. • 11 febbraio Chichicastenango – Flores.
Questo è sicuramente lo spostamento più lungo e impegnativo che affrontiamo nel nostro viaggio. Partenza alle 7: la strada asfaltata inizia insinuandosi tra le montagne con una miriade di curve che però vengono dimenticate all’istante grazie ai panorami meravigliosi che si vedono dal finestrino, passiamo per Santa Cruz del Quiché, S. Pedro Jacopilas, Sacapulas, Cunen e Uspantàn. Poco dopo Chicamàn però ci attende una sorpresa, dobbiamo fermarci a causa dei lavori in corso per il ripristino della strada (aspettiamo fino a mezzogiorno passato, ovviamente siamo gli unici turisti presenti ed ancora inconsapevoli di quel che ci attenderà da lì in poi). Finalmente verso le 12.30 possiamo ripartire e da quel punto la strada diventa uno sterrato pieno di buche poi (a causa delle piogge del giorno prima) si trasforma in viscida, fangosa, ai limiti dell’impraticabile con un burrone da vertigini sul lato destro; davanti e dietro abbiamo soltanto camion e gente del posto alla guida di pick-up ma, incrociando le dita e ad una media di 10 km orari, siamo riusciti a passare indenni questi 20 km d’inferno con la nostra Mitsubishi (vi ribadisco caldamente, se intendete ripercorrere questo itinerario, di noleggiare un fuoristrada!!). Finalmente la strada torna asfaltata e proseguiamo senza più problemi fino a Sayaxché dove arriviamo intorno alle 19; lì non esistono ponti sul Rio de la Pasión e per attraversarlo occorre servirsi di una chiatta che trasporta le automobili sulla sponda opposta (aspettiamo almeno 1 ora e mezza prima di essere imbracati e ormai è calato il buio; fortunatamente il servizio funziona anche di sera …).
Finalmente, dopo 13 ore e mezzo di auto, arriviamo a Flores alle 20.30; dormiamo all’hotel Peten, (www.Hotelesdepeten.Com) (circa 50 USD a camera), non abbiamo la forza di uscire quindi ceniamo al ristorante dell’albergo (non un gran ché, 357 QTZ) poi voliamo a dormire, domani sarà finalmente la giornata dedicata a Tikal, non sto più nella pelle.. • 12 febbraio Tikal Sveglia alle 7 e partenza per Tikal, non mi sembra vero, finalmente alle 11 circa paghiamo i 150 QTZ a testa dell’ingresso ed entriamo. È tutto come lo immaginavo (simile a Palenque, che già avevo visto qualche anno fa, ma molto più selvaggia e misteriosa). Iniziamo immediatamente a esplorare i vari templi, sono quasi tutti in un buono stato di conservazione e, così nascosti in mezzo alla giungla, hanno ancora tutto il fascino dell’inesplorato (ed in effetti ci sono ancora molti i templi avvolti dalle radici ed in attesa di essere scavati..). La Gran Plaza è a dir poco grandiosa e il tempio del Gran Giaguaro è magnifico; sono assolutamente da vedere l’acropoli nord e quella centrale, il tempio III e IV e il complesso del Mundo Perdido.. In questa stagione i turisti sono pochissimi e, passeggiando in mezzo alla giungla tra un tempio e l’altro tra accompagnati solo dalle scimmie urlatrici, si può godere appieno della meraviglia del sito. Ci immergiamo nella scoperta di Tikal e visitiamo quasi tutti i templi (tranne il VI poiché è un po’ lontano e ho letto recensioni poco affidabili) poi verso le 17 arriviamo al museo ma purtroppo quella è l’ora di chiusura e non riusciamo a visitarlo (costerebbe 10 QTZ). Torniamo a Flores dopo un’oretta di viaggio e alla sera ceniamo alla Luna, locale davvero carino dove mangiamo molto bene per 511 QTZ.
• 13 febbraio Flores-S. Ignazio (Belize) Al mattino riconsegniamo l’auto a Tabarini che ha la sede vicino al piccolo aeroporto di Flores, lì ci viene a prendere il ragazzo dell’agenzia Equinoxio che per 800 QTZ ci porta a S. Ignazio in Belize (la sede di Equinoxio è in centro a Flores e il mattino prima avevamo prenotato il trasferimento). Il viaggio passa veloce tra le chiacchiere del nostro simpatico accompagnatore, la strada fino a 20 km dal confine con il Belize è buona poi diventa sterrata e con parecchie buche, alla dogana paghiamo 10 QTZ a testa (non proprio legali…) e dopo 18 km siamo a S. Ignazio.
Alloggiamo al Midas Resort (circa 65 USD a camera), piccole cabañas immerse in un giardino tropicale (qualche problemino con l’acqua troppo calda oppure gelata ma nel complesso discreto). Andiamo a piedi verso il centro del paesino (il Midas dista circa 500 mt dal centro) e pranziamo al Marta’s Guesthouse con 66 BZ$ (posto molto carino dove mangiamo bene e dove torneremo anche per la cena). Nel pomeriggio prenotiamo alla Pacs Tour per 75 USD l’escursione che ci ha portati in questo paesino del Belize (conosciuto soprattutto grazie delle numerose grotte dislocate nelle vicinanze).
• 14 febbraio 2008 Actun Tunichil Muknal La Lonley Planet la definisce “una delle visite più avventurose e incredibili che si possano fare in Belize” e, dopo aver letto la descrizione, non ho saputo resistere, dovevo assolutamente farla! Alle 8.30 partenza per Actun Tunichil Muknal: il viaggio inizia con un oretta e mezza di tragitto in macchina (gli ultimi 50/60 km su uno serrato) poi si prosegue a piedi per circa 45 minuti nel mezzo alla boscaglia con un caschetto di sicurezza ed un sacchettino contenente il pranzo. Durante il tratto che facciamo nella foresta si attraversano per 3 volte dei fiumiciattoli quindi, dal primo guado in poi, si hanno i piedi bagnati (vi consiglio vivamente un robusto paio di scarpe da trekking); dopo circa un’ora si arriva alla grotta e lì inizia la vera avventura: per prima cosa indossiamo il caschetto con lampada frontale poi seguiamo la giuda dentro la grotta tuffandoci nell’acqua ghiacciata, da lì in poi ci attendono circa 2 ore di cammino in cui ci si immerge completamente nell’acqua gelida facendo dei piccoli attraversamenti a nuoto per circa 4/5 volte mentre per il resto del percorso si ha l’acqua fino alle ginocchia (farlo con abiti normali come noi non è consigliabile perché si rimane per tutto il tempo al freddo con i vestiti inzuppati d’acqua, molto meglio, anzi quasi indispensabile, una muta da sub!!). Il percorso è molto impegnativo con passaggi stretti e difficoltosi e il serio rischio di scivolare tra le rocce (in Italia non aprirebbero mai ai turisti una grotta del genere); dopo circa 2 ore e ormai gelati arriviamo, dopo esserci arrampicati come piccoli scalatori, su una spianata dove la meraviglia di quello che ci circonda ci ripaga di tutta la fatica: siamo circondati di stalattiti e stalagmiti e in terra è un susseguirsi di migliaia di vasi in ceramica maya e resti di scheletri umani!! La cosa più incredibile che appare ai nostri occhi, dopo esserci arrampicati su una scaletta molto poco stabile, consiste nei resti di Actun Tunichil Muknal, una presunta principessa maya il cui scheletro si è conservato perfettamente grazie alla calcificazioni della grotta, è uno spettacolo che lascia senza fiato! Dopo questa meraviglia il pensiero di ripercorrere a ritroso la strada infernale dell’andata ci avvilisce un po’ però non c’è altro modo … dopo circa un’ora usciamo e finalmente riusciamo ad asciugarci un po’ al sole mentre mangiamo un panino, alle 3 partiamo per il ritorno a S. Ignazio dove arriviamo alle 4.30 circa.
La sera cena al caffè Sol, ristorantino collocato in un bel giardino dove mangiamo molto bene per 94,5 BZ$ • 15 febbraio 2008 S. Ignazio – Placencia Alle 9 partenza con la Mayan Cultural Tour che per 350 BZ$ ci porta a Placencia; la strada (esclusi gli ultimi 40 km di sterrato) è buona e alle 12 circa arriviamo al Manatee Inn, alberghetto molto grazioso e pulito dove trascorreremo una settimana di relax (50 USD al giorno per camera).
Placencia è un tranquillissimo paesino adagiato sul Mar dei Caraibi la cui vita si svolge su una sorta di piccolo sentiero che divide in mare ed i locali sulla spiaggia dagli alberghi che stanno più all’interno; il resto del paese è composto da 2 strade in cui ci sono alcuni negozi, qualche ristorante e 2 piccoli supermercati. Turisti italiani ce ne sono pochissimi, per lo più è una meta amata dagli americani, ci sono però alcuni italiani che hanno deciso di cambiar vita e si sono trasferiti un questo angolino caraibico: Tiziana, la gelataia di Tutti Frutti (il gelato è ottimo), una ragazza che vende pizza sulla spiaggia e Cristina, la proprietaria della Trattoria Placencia.
• 16 – 17 febbraio Placencia Giorni di relax totale tra sole e mare ( il mare purtroppo è molto mosso in questi giorni quindi non è proprio trasparente come dovrebbe, per di più ci sono anche un po’ di alghe) comunque, per ritemprarci dalle fatiche della settimana trascorsa, è perfetto!! Per i pranzi e le cene: -De Tach è davvero ottimo (i gamberi sono da provare perché sono sensazionali, sicuramente il ristorante migliore di Placencia!).
-Marlene per l’aragosta (molto buona anche se è l’unica che riusciamo a mangiare perché il 15 febbraio chiude in periodo di pesca e fino a giungo non si pescano più aragoste..).
– Sunrise: da evitare, sono lentissimi e il cibo non è per niente buono.
-Trattoria Placencia: è molto da “italiano medio” però, dopo 10 giorni di cibi locali, un piatto di fettuccine con i gamberoni vi assicuro che sono un toccasana (per di più Cristina è un’ottima cuoca e sia lei che il marito Greg sono davvero simpatici).
-Beasfoot: localino sulla spiaggia molto carino per aperitivo dopo cena.
Ricordate che la vita in Belize è anticipata rispetto alla nostra quindi la mattina sono tutti svegli molto presto e di conseguenza la sera la vita notturna non oltrepassa le 22.30!! • 18 Febbraio Ranguana Caye Escursione con Nite Wind (di fronte al molo) a Ranguana (65 USD a persona compresa attrezzatura da snorkeling e pranzo), una cayo bellissimo circondato da una barriera corallina spettacolare immersa in un mare trasparente. • 19 febbraio Placencia Giornata di relax sulla spiaggia di Placencia. • 20 febbraio Laughing Bird Caye Escursione, sempre con Nine Wind, a Laughing Bird Caye (55 USD a persona), isoletta splendida, forse ancora più bella di Ranguana, dove passiamo di nuovo una giornata a fare snorkeling tra la meravigliosa barriera corallina beliziana.
• 22 febbraio Placencia – Rio Dulce É venuto il momento di partire per ritornare in Guatemala poiché il rientro in Italia da Belize City è praticamente inaffrontabile a livello di costi (Belize City è invece collegata molto bene con Cancun, raggiungibile in circa 6 ore di autobus, potrebbe essere molto conveniente e, probabilmente meno stancante, valutare il rientro dal Messico visto che Iberia vola anche da lì).
Alle 6.45 l’Hokey Pochey Taxy Water ci porta al di là della laguna che separa Placencia da Indipendence (5 USD), alle 8 prendiamo un pullman che in 2 ore circa ci porta da Indipendence a Punta Gorda (4,5 USD); la tratta Placencia-Punta Gorda può essere effettuata anche da piccoli aerei bimotori.
Da Punta Gorda, dopo aver timbrato il passaporto ad un sonnolento ufficio di frontiera saliamo (dopo 2 ore di attesa..) su una piccola (e ribadisco piccola!!) imbarcazione che in 1 ora ci porta a Livingstone in Guatemala (25 USD). Arrivati a Livingstone prendiamo una barca privata che ci porta in 1 ora a Rio Dulce (per 15 USD); il paesaggio sul Rio Dulce è molto bello ma noi siamo onestamente un po’ troppo stanchi per godercelo. Giunti in paese decidiamo di dormire all’Hacienda Tijax (www.Tijax.Com, bungalow a 299 QTZ), immersa in un bel giardino tropicale al di là del fiume rispetto al paese di Rio Dulce, è molto carina e con un buon ristorante.
• 23 Febbraio Rio Dulce- Città del Guatemala Sveglia alle 6.30 e, dopo una meravigliosa colazione, torniamo a Rio Dulce con la lancia dell’albergo dove ci aspetta il ragazzo della Otitours che per 35 USD a testa ci porta direttamente all’aeroporto di Città del Guatemala (il viaggio dura circa 4 ore e mezza). Alle 17 purtroppo ci aspetta il volo di rientro in Italia e la fine della nostra avventura in questo angolo meraviglioso del mondo che resterà per sempre nei nostri ricordi come un’esperienza indimenticabile ed unica!!