Viaggio alla scoperta della Normandia

VIAGGIO IN NORMANDIA (Francia) agosto 2008 Sono sempre stato attratto dall'acqua e dal mare in burrasca, un elemento fotograficamente irresistibile. Un viaggio in Normandia mi sembrava la giusta conseguenza. Dopo aver acquistato una guida e scaricato l'impossibile da internet, pianifichiamo a grandi lineee il nostro tour. La nostra prima meta...
Scritto da: dario bonetto
viaggio alla scoperta della normandia
Partenza il: 09/08/2008
Ritorno il: 22/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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VIAGGIO IN NORMANDIA (Francia) agosto 2008 Sono sempre stato attratto dall’acqua e dal mare in burrasca, un elemento fotograficamente irresistibile.

Un viaggio in Normandia mi sembrava la giusta conseguenza.

Dopo aver acquistato una guida e scaricato l’impossibile da internet, pianifichiamo a grandi lineee il nostro tour.

La nostra prima meta sarà la cittadina di Honfleur che ci permetterà di visitare la parte a nord est della Normandia con le alte scogliere e le spiagge a ciottoli.

La partenza è fissata per il 9 agosto e percorriamo, partendo da Airasca (TO), i 980 Km. In 2 giorni.

Honfleur è una bellissima cittadina situata sull’estuario della Senna attraversato dall’imponente Ponte di Normandia, alle porte del Pays d’Auge e della Cộte de Grậce. Antichi palazzi si riflettono nelle acque del Vieux Bassin e nelle viuzze si possono ammirare i caratteristici edifici a graticcio che ospitano botteghe di artisti, pittori e scultori. Molto affollata dai turisti durante il giorno e la sera, magica con le primi luci dell’alba, quando i primi raggi solari iniziano a lambire le antiche facciate formando riflessi dorati nel Vieux Bassin.

Il mattino dopo partiamo alla volta di Dieppe, il punto più a nord est della Normandia che visiteremo. Per arrivarci, percorriamo il Ponte di Normandia, che fino al 1998 è stato il più lungo ponte a tiranti d’Europa.

Passarci sopra (pagamento pedaggio) è veramente impressionante e, dopo averlo oltrepassato, è possibile fermarsi in un’area di sosta predisposta con passerella sospesa, per poterlo ammirare con calma.

Arriviamo a Dieppe e parcheggiamo nei pressi della spiaggia.

Il vento è forte e nel cielo cupi nuvoloni neri danzano veloci.

A sud, si intravedono le alte falesie della Cộte d’Albậtre e una luce irreale illumina il mare spumeggiante.

“A Dieppe, la luce brilla come un gioiello” recitava Matisse.

Incorniciata da alte scogliere, Dieppe è la spiaggia più vicina a Parigi; ne visitiamo il complesso portuale adiacente alla città vecchia con i suoi alti palazzi dai tetti neri in ardesia.

Il tour con il trenino ci permette di esplorare i luoghi più caratteristici della cittadina e alla sera torniamo alla spiaggia per goderci il tramonto.

Il giorno successivo, ci spostiamo nella zona di Fécamp, cittadina a lungo capitale della pesca al merluzzo.

Il vento è sempre molto fastidioso e, dopo un lauto pasto a base di cozze e una breve passeggiata sulla spiaggia, ci dirigiamo verso Cap Fagnet, in cima alla falesia a nord di Fécamp.

Il paesaggio è maestoso: bianche scogliere a picco si affacciano su un mare in burrrasca, il sole buca le nuvole e i suoi raggi colpiscono i verdi pascoli.

Dal 2006 sul Capo sorgono 5 aeromotori per la produzione di energia eolica, rendendo così il paesaggio circostante quasi irreale.

Seguendo la costa verso sud, nel tardo pomeriggio ci spostiamo ad Étretat che, con la Falesia d’Aval e la Falesia d’Amont, è, credo, il luogo più caratteristico della Costa d’Alabastro.

Appena arrivati, un forte temporale fa fuggire i turisti, ma, dopo pochi minuti, il cielo si squarcia e annuncia una magnifica serata.

Il vento non manca, ma la quasi assenza di persone sulla spiaggia invoglia a percorrerla per ammirare le imponenti falesie che, con la luce dorata del tramonto, assumono anch’esse il colore dell’oro.

Il mare è molto agitato e alcuni surfisti ne cavalcano le onde.

Da qui si può ammirare la famosa “proboscide d’elefante”della Falesia d’Aval che si immerge nel mare e, dalla spiaggia di Étretat, si possono raggiungere le sommità delle falesie, che assumono colorazioni diverse a seconda delle ore del giorno e la luminosità del luogo è un vero e proprio spettacolo della natura.

Alle 21 il sole è ancora alto nel cielo; Alice (nostra figlia) getta i ciottoli della spiaggia in mare, convinta che più le pietre sono grosse, più il mare si arrabbia.

Viste le bellezze naturali della Normandia, decidiamo di saltare la Cộte Fleurie, sede delle più eleganti cittadine balneari del nord della Francia, e ci catapultiamo verso ovest di Honfleur a Courseulles sur Mer, sulla cui spiaggia (settore di Juno Beach) sbarcarono, il 12 giugno 1944, Winston Churchill e, il 14, il generale De Gaulle.

Qui visitiamo il “Centre Juno Beach”, che racconta il ruolo del Canada nella seconda guerra mondiale.

Spostandoci lungo la strada che costeggia il mare, è possibile vedere dall’alto tutte le spiagge utilizzate dagli Alleati per lo Sbarco in Normandia e i resti delle batterie di difesa tedesche.

Ad Arromanches les Bains sono ancora visibili i resti del porto artificiale costruito con cassoni in cemento armato. In loco, moltissimi tabelloni e cartine che illustrano le operazioni dello sbarco.

Poco più a ovest, Omaha Beach, il settore americano delle operazioni con il più alto numero di soldati uccisi tra gli alleati.

L’aspetto austero e desolato che caratterizza la parte orientale della spiaggia, stretta e addossata ad una brulla scarpata, sembra rievocare gli avvenimenti tragici e gloriosi che vi si svolsero.

Molto interessante ed educativa la visita al cimitero americano di Colleville sur mer, che accoglie nei suoi curatissimi prati all’inglese 9387 croci in marmo bianco di Carrara, allineate in un silenzio commovente.

Il viaggio procede e il 14 agosto ci dirigiamo ancora verso ovest, a Cherbourg-Octeville, situata sulla costa settentrionale della penisola del Cotentin.

La penisola del Cotentin è un territorio selvaggio e autentico, modellato dal vento e dal mare.

Dai suoi punti panoramici si diventa partecipi di uno straordinario spettacolo naturale, dai colori cangianti delle baie all’imponenza dei promontori che vi si affacciano.

Qui fisseremo il nostro “campo base” per i prossimi giorni.

Cherbourg è una cittadina di mare, dotata della più grande rada artificiale del mondo che ospita più porti: turistico, militare, mercantile e peschereccio. Per la gioia di Alice visitiamo La Cité de la mer, dove è possibile ammirare l’acquario dedicato all’esplorazione dei fondali marini e salire a bordo del Redoutable (“Il Temibile”) il primo sommergibile nucleare francese.

Il giorno di ferragosto, torniamo verso le spiagge dello sbarco per recarci a St Vaast la Hougle, all’ estremità del quale spicca Fort de la Hougle, con le sue distese di sabbia ricoperte di conchiglie durante la bassa marea.

Da St Vaast è possibile raggiungere a piedi (in determinati momenti) la piccola isola di Tatihou.

Il tempo è stabile e Alice, infilata la muta, approfitta della calda giornata senza vento per fare il bagno nelle limpide e calme acque.

Nel pomeriggio, decidiamo di visitare la zona di Barfleur dove, dalla sommità del faro Raz de Barfleur, è possibile ammirare la costa est del Cotentin.

Il faro è alto 75 metri e, dopo aver salito i 349 scalini della scala a chiocciola racchiusa all’interno, il panorama toglie davvero il fiato.

Un altro posto assolutamente da non perdere nella penisola è la punta estrema a nord, denominata Cap de la Hague.

Ci arriviamo una sera al calar del sole.

Il posto è davvero selvaggio: brughiera a vista d’occhio, scogli e… Qualche turista.

Proprio qui, godiamo del più bel tramonto di tutto il viaggio, con contorno di luna piena nel cielo.

Possibilità di pernottare in camper nel parcheggio a pochi metri dal mare.

Un’altra meta di grande fascino a sud di Cap de la Hague è senza dubbio Carteret, con le sue dune di sabbia.

Abbiamo la fortuna di arrivarci dopo un temporale e la spiaggia di sabbia finissima è deserta.

Le dune sferzate dal vento forte sono molto suggestive e l’assenza di elementi umani ne accresce il fascino.

Ci spostiamo a Cap de Carteret, dove sarà possibile effettuare il giro del capo a piedi e godersi con un solo colpo d’occhio tutta la zona.

Mancano ormai pochi giorni alla fine della vacanza, quindi decidiamo di spostarci verso Le Mont – St – Michel per visitare la famosa abbazia e le zone limitrofe.

Fissiamo così l’ultimo campo base ad Avranches, piccola cittadina che occupa una posizione unica su di uno sperone granitico.

Dalla collina di Avranches si stende la baia del celebre monte.

Per tutto il viaggio ho sentito parlare di ostriche e, leggendo la nostra guida, scopro che la località che si proclama “capitale dell’ostrica di Normandia” è Gouville-sur-Mer, sita sulla costa a nord di Avranches.

La sua visita si rivela una vera sorpresa.

Dune di sabbia sulle quali sono poste piccole casette in legno verniciate di bianco con i tetti colorati, ma delle ostriche neanche l’ombra e in zona neppure una persona a cui chiedere informazioni.

Dopo aver pranzato al riparo dal vento vicino ad una di queste casette, ci apprestiamo a ripartire.

Getto un ultimo sguardo al mare e mi accorgo che sta arrivando la bassa marea.

All’improvviso spuntano dalle acque dei tavolati metallici con sopra le ostriche raccolte in sacchi di plastica traforati ricoperti di alghe verdi.

La spiaggia fino a quel momento deserta viene invasa da decine di persone armate di secchiello e rastrello che setacciano la sabbia a caccia di molluschi.

Assolutamente da non perdere.

Un giorno viene completamente dedicato alla visita di Mont st Michel e qui bisogna riabituarsi alla folla e alla confusione.

Per evitarla, consigliamo assolutamente una visita notturna.

Un suggerimento: leggete bene i cartelli che segnalano gli orari delle maree collocati nei parcheggi predisposti, eviterete così brutte sorprese al ritorno.

Per godere appieno del misticismo del luogo non perdetevi infine il tramonto sulla baia visto dai piccoli villaggi o dai numerosi punti panoramici, come Caban Vauban, distribuiti sulla costa che da Avranches porta a nord verso Granville.

In questo viaggio alla scoperta delle bellezze naturali della Normandia abbiamo volutamente tralasciato le grandi città come Caen e Rouen preferendo il girovagare, a volte senza una meta precisa, lungo le coste e nella campagna disseminata di cascinali in pietra con i tetti in nera ardesia e animali allevati allo stato semibrado.

Sembra impossibile, ma la maggior parte dei turisti si concentra a Mont-st-Michel.

In questo tour abbiamo camminato su spiagge lunghissime senza incontrare anima viva e passeggiato su scogliere dove il solo compagno era il vento.

Con un po’ di intraprendenza, chiunque può trovare in Normandia dei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato.

Dario Bonetto Note: In Normandia il tempo è stato decisamente variabile.

Al mattino presto pioveva sempre e solo verso metà mattinata il sole iniziava a fendere le nuvole.

I temporali sono improvvisi e a volte molto violenti, ma per fortuna quasi sempre duravano pochi minuti.

Le nuvole in quota viaggiano a velocità sostenuta e si può passare dal cielo quasi sereno a molto nuvoloso in pochissimo tempo.

Tenevo sempre a portata di mano un paio di buste di plastica per proteggere velocemente le fotocamere.

La luce è splendida specialmente dopo i temporali e le nuvole? Un vero spettacolo…!!! A dimenticavo…Fa buio verso le 22 – 22,30.

Lungo la costa il vento può essere fastidioso e molto freddo.

Giacca antivento sempre nello zaino.

Più di una volta ho avuto difficoltà a rimanere fermo per fotografare.

Alcune immagini del reportage sono visibili a questo link: Attrezzatura fotografica utilizzata Canon 40D + Canon 24-105L + polarizzatore Canon 400D + Sigma 10-20 Cavalletto Giotto’s 9350 Ho scattato tutto in RAW (come sempre) Post produzione: livelli curve luci e ombre all’occorrenza tonalità saturazione all’occorrenza bilanciamento colore all’occorrenza maschere di livello per estendere la gamma dinamica.

Sharpen e smart sharpen prima di salva per web.

Mi chiamo Dario Bonetto e sono un giovane appassionato fotografo quarantaduenne.

Dopo aver fotografato su pellicola per molti anni, nel 2007 sono approdato al digitale che mi consente non solo di rappresentare la realtà, ma anche di interpretarla secondo uno stile personale.

Prediligo il Reportage e la fotografia paesaggistica ricercando la luce che io amo definire “Evocativa”.

Essere al posto giusto nel momento giusto per dare il massimo risalto al soggetto.

Dario Bonetto dario.Bonetto@libero.It



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