Assaggio di Turchia in Faidate
Noi abbiamo viaggiato in bassa stagione, a Giugno 2007, quindi senza trovare troppo “traffico” ed è stato un classico viaggio da “Turisti per caso”: infatti avevo una riunione di lavoro ad Istanbul il 1 giugno ed abbiamo sfruttato l’occasione per visitare il paese.
Il volo lo abbiamo acquistato con la Turkish Airlines 2 mesi prima della partenza, sfruttando le offerte a €99 che, comprese tasse etc., diventano € 170 a/r da Malpensa a Istambul.. Abbiamo tra l’altro scoperto che, se si ha la possibilità di recarsi presso l’ufficio di Milano, non è necessario comprare subito il biglietto ma si può semplicemente prenotare senza caparra e la prenotazione, che blocca posto e tariffa, vale fino a circa 20 giorni prima della partenza. Il saldo è dovuto solo in quel momento.
Vi riassumo a seguire il nostro itinerario: può essere un utile suggerimento per chi vuole sfruttare al massimo 10 giorni di viaggio. Anche se può sembrare molto intenso è stato l’unico modo per soddisfare la voglia di vedere il più possibile, e con buoni suggerimenti il tempo si può ottimizzare…Anche se qualche giorno in più sarebbe comunque stato l’ideale: Giovedì 31 Maggio: Arrivo Istanbul Venerdì 01 Giugno: Istanbul Sabato 02 Giugno: Istanbul + bus notturno per Cappadocia Domenica 03 Giugno: Arrivo Goreme Lunedì 04 Giugno: Goreme Martedì 05 Giugno: Goreme + bus notturno per Pammukale Mercoledì 06 Giugno: Pammukale Giovedì 07 Giugno: partenza per efeso + bus notturno per Istanbul Venerdì 08 Giugno: Istanbul Sabato 09 Giugno: Istanbul Domenica 10 Giugno: partenza da Istanbul
GIOVEDI 31 MAGGIO 2007 – Istanbul Alle 21.30 puntuali atterriamo all’Ataturk Airport di ISTANBUL e subito ci mettiamo in fila al desk dei visti dove c’è una gran ressa. Vedendo che la dicitura “ITALIA” è cancellata dall’elenco dei paesi che necessitano del visto chiediamo qualche spiegazione a 2 gendarmi e scopriamo che, per qualche strana ragione, non lo dobbiamo pagare Bene! J Passiamo dal Controllo Passaporti e, ottenuto un timbro in più, andiamo di filato a prendere i bagagli. A questo punto ci serve un taxi e Francesco si cala subito nel mondo arabo iniziando la contrattazione: ci accordiamo per € 25 (in realtà non è stato proprio un affarone…). La guida dell’autista è, come previsto, superspericolata e in 40 minuti di “terrore” siamo in hotel nella zona moderna di Beyoglu: è il Yenisehir Palace, proprio a fianco del famoso Marmara Pera dove, domani, ho la riunione.
Quando scendiamo il portiere ci viene incontro domandandoci quanto abbiamo pagato per la corsa: ci dice che €25 sono troppi e che ci potremmo ufficialmente lamentare ma…Visto che è a carico dell’ufficio…Facciamo i signori e sorvoliamo.
In hotel, dopo aver espletato le formalità del check in ci mostrano la camera: è extra lusso con schermo piatto, minibar, accappatoi, cassetta di sicurezza e, nel bagno, 1 vanity kit, il kit per la barba, gli spazzolini etc. Etc.
Ci accordiamo con la mia collega per vederci domani mattina alle 8.30 per la colazione e…Buonanotte!! VENERDI 1 GIUGNO 2007 – Istanbul Giornata di lavoro per Vale…E Frà per Istanbul con il compagno della mia collega per fare un giro di ricognizione, cambiare i soldi su Istiklal Caddesi (€ 1 = Lyt 1,76) e poi col bus 910 da Eminonu all’Otogar (la stazione dei bus) per comprare i biglietti dell’autobus notturno (METRO) per Goreme (40 Lyt = € 22).
Alle 19.15 la nostra giornata di lavoro è finita e ci reincointriamo. Doccia ed alle 20 siamo già pronti per la nostra prima serata a Istambul.
Scendiamo a piedi fino alla Torre di Galata per scoprire, però, che chiude alle 20. Ci dirigiamo allora fino al Ponte di Galata, che percorriamo da sotto, nella parte piena di ristorantini e ci godiamo una splendida vista sul Bosforo con tutti i pescatori sul ponte attorniati dai gabbiani. I ristorantini offrono principalmente pesce e poiché Luca non lo mangia torniamo verso Beyoglu.
Arrivati al tunnel di Karakoi scopriamo che la “funicolare” per Istiklal Caddesi chiude alle 21 e così ci arrampichiamo a piedi per le stradine.
Per cenare scegliamo di andare verso la rinnomata NEVHIZAZ SOKAK, zona piene di taverne, dietro il Cicek PASAi su Istiklal Caddesi. La zona è stracolma di persone e locali, la nostra scelta di cercare un locale consigliato dalla LP o dai racconti letti su Internet ben presto si va a far benedire perché si fa fatica a camminare e comunque i ristoranti sono tutti simili e strapieni. Entriamo nel primo ristorante che ci offre un tavolo sulla terrazza al terzo piano e, dopo un’attesa di un quarto d’ora per avere il tavolo all’aperto iniziamo la cena di “lusso” con 5 mezek scelti a vista dal vassoio che mostra tutti gli antipasti proposti, pesce e vino bianco turco (confermato il fatto che il vino turco è un po’ caro).
Il conto per 4 è di circa 147 Lyt ( € 83) ma come dire…Anche qui paga l’ufficio!!! Dopo cena io e Frà non resistiamo e proviamo un dolce di arachidi, pasta fillo e miele preso in una invitante pasticceria…Squisito…Dovrebbe essere la famosa BAKLAVA (Lyt 2,25=€1,2)! Passeggiamo su Istiklal Caddesi fino a PIAZZA TAKSIM (niente di speciale) e poi rientriamo in hotel.
SABATO 02/06/07 – Istanbul Sveglia con calma alle 8.30 e, fatti tutti i preparativi per la partenza serale in bus, lasciamo i bagagli in camera alla mia collega e facciamo una lauta colazione.
La trasferta di lavoro è finita, ed oggi iniziamo la visita della città: da Beyoglu scendiamo a piedi verso Karakoi e passiamo attraverso il quartiere dei musicisti.
Istanbul, infatti è organizzata in aree specializzate nella vendita settoriale: c’è la via degli elettricisti, la via dei musicisti, delle pasticcerie, delle gioiellerie etc. Dalla fermata di Karakoi prendiamo il tram per SULTHANAMET (fermata omonima); per i biglietti ci siamo organizzati con un “akbil” (una specie di chiave dove si carica un “credito” spendibile sui diversi mezzi pubblici) su cui abbiamo caricato i soldi per tutti e 4 (Lyt 5=€2,85).
Iniziamo la nostra visita di Istanbul con Aya Sofia che, non essendo più luogo di culto è stata museizzata e si paga il biglietto di ingresso (10 Lyt = € 5,7 x pers.).
AYA SOFIA è molto bella e ciò che sorprende è che è molto vecchia. Peccato per le impalcature al momento presenti all’interno che ne limitano il fascino. Col senno di poi possiamo dire che è meglio iniziare la visita da qui perché ha un’architettura più familiare per un europeo diversamente dalle moschee che abbiamo visitato dopo che sono più sorprendenti.
Finita la visita attraversiamo il parco, meraviglioso, e ci dirigiamo verso la MOSCHEA BLU. Qui non si paga l’ingresso ma si lascia un’offerta all’uscita con tanto di ricevuta anche per sola mezza lira.
All’ingresso ti danno un sacchetto per mettere le scarpe, che devono essere tolte, e scialli per coprirsi le spalle. Qui l’ingresso lascia senza fiato: tappeti ovunque, vetrate magnifiche e abbondanza di decorazioni. L’unica pecca è l’odore. Benché i mussulmani debbano fare le abluzioni rituali prima di pregare tutti i piedi nudi producono un odore…Caciottoso! Ci fermiamo a riposare al fresco della moschea seduti sui suoi tappeti prima di riprendere il nostro giro. È molto affascinante l’atmosfera che si respira e il velo sul capo ci rende anche a noi un po’ orientaleggianti. Ci sono anche 2 “sultanini” che corrono allegramente…Con i loro costumi…Porelli! domani li attende la circoncisioneL Usciamo giusto in tempo per sentire il richiamo del muezzin (che per me era il mujaidin…!?) diffondersi per la piazza richiamando i fedeli alla preghiera e, dopo aver acquistato 2 pannocchie arrostite ci dirigiamo verso la vicina CISTERNA BASILICA (10 LYT = € 5,7 x pers.).
E’ molto suggestiva e meritevole di visita. Ci lasciamo affascinare dal gioco di luci, dalla musica in sottofondo e dalle 2 teste di medusa che si trovano in fondo al percorso e, dopo circa mezzora siamo di nuovo sotto il sole della porta d’oriente. Sono le 13.30 e l’appetito si fa sentire; saliamo così su Divanyolu e pranziamo in una traversa in un simpatico baretto con i tavoli nel dehore – “Karadeniz” dove assaggiamo la prima pida, una specie di pizza che, come tutto il pane in Turchia, è veramente ottima (Lyt 17= € 9,7 per pida, insalata, coke e caffè).
Ci indirizziamo verso il Gran Bazar e salendo da Divanyolu ci fermiamo dalla celebre “Cicdem Pastenesi” dove prendiamo un delizioso budino al cioccolato con pistacchio, banane e scaglie di cioccolato (3 Lyt=€ 1,7).
Nel GRAN BAZAR, non avendo nulla di particolare da acquistare, giriamo un po’ a vuoto e decidiamo di fermarci in un baretto a sorseggiare un tè alla mela e lo paghiamo ben 4 Lyt=€ 2,3 cadauno (sia perché è in porzione veramente grande – forse uno bastava per 4- , sia perché siamo turisti). Finito il giro del Gran Bazar ci dirigiamo verso la MOSCHEA DI SOLIMANO: è molto scenografica e l’ingresso è a offerta libera. Appena entrati ha inizio la preghiera, così prima di poter iniziare la visita ci viene chiesto di attendere nel tradizionale chiostro antistante la moschea il termine della funzione religiosa. Qui il controllo dell’abbigliamento è più rigido e viene chiesto di coprirsi anche agli uomini in bermuda. Gli interni sono meravigliosi e opulenti. Usciamo e facciamo una passeggiata nei giardini della moschea dove c’è un luogo da cui si gode un panorama privilegiato sul Corno d’Oro. Andiamo poi verso il BAZAR DELLE SPEZIE, più bello e autentico del Gran Bazar. Ci intratteniamo con diversi commercianti che ci fanno assaggiare i dolci e i salumi tipici. E’ già tempo di tornare in hotel per cambiarci e prendere i bagagli; sono già le 20.15 così fuori dal hotel prendiamo un taxi per l’Otogar (Lyt 16,5=€ 9,7). All’Otogar depositiamo i bagagli al check-in della compagnia Metro e ceniamo in un baretto molto spartano della stazione scegliendo comunque il meno squallido (Lyt 23=€ 13). Alle 22 il pullman parte e, dopo un paio di fermate nelle periferie di Istanbul per caricare tutto il gruppo, ci avviamo spediti. Ho qualche problema per farmi aprire il bagno perché l’assistente continua a ripetere che non possiamo usufruirne ma dopo qualche insistenza cede, e così alle 23.30…Mascherina, cuscino, tappi per le orecchie e…Buona notte! DOMENICA 03/06/2007 – Cappadocia-Goreme Il viaggio trascorre tranquillo anche se non troppo confortevole a causa dello spazio angusto e del fatto che non arrivando a terra con i piedi le gambe mi sono rimaste penzoloni per tutta la notte. Il pullman effettua due soste notturne durante le quali scendono quasi tutti tranne noi che, attrezzati come eravamo, quasi non ce ne siamo accorti. Arriviamo a Nehvsehir alle 9.15circa e scopriamo di non dover neppure cambiare bus come invece temevamo e anzi carichiamo diversi turisti backpackers che come noi sono diretti a Goreme. Arrivati a GOREME andiamo all’ufficio informazioni nella piazza dell’Otogar (in verità due sparuti ufficietti) per avere suggerimenti per l’hotel e visionando le pubblicità artigianali tutte affisse sui muri attorno a noi, con foto e tariffe, decidiamo di andare nella zona collinare del paese per poi scegliere sul posto. Chiediamo prima al Traveller’s, che però non ha la matrimoniale col bagno, e infine scegliamo il vicino Panoramic Cave Pension (Lyt 40 per notte la camera= € 22,8 ). La stanza è spartana ma caratteristica, non è proprio scavata nel tufo ma realizzata con blocchi di tufo; in realtà le camere ricavate all’interno nei due “camini” di tufo dell’hotel che sovrastano la terrazza non hanno il bagno privato. La vista è veramente meritevole e se ne può godere soprattutto la mattina a colazione o la sera sorseggiando un birra al tramonto. Il proprietario parla un buon inglese ed è molto disponibile: così ci offre un drink di benvenuto dandoci qualche informazione preliminare sulla Cappadocia. Dopo un paio d’ore di sonno assolutamente necessarie per riprenderci dal viaggio e prepararci per la giornata ci avviamo verso il celeberrimo OPEN AIR MUSEUM di Goreme. Per pranzo, dopo aver discusso con Frà, perché considera il cibo un’assoluta velleità, ci fermiamo al SOS Restaurant (che diversamente dalle informazioni riportate nella LP, si è trasferito in una posizione più centrale) e io prendo una Pida più coca light e Frà, tutto stizzito, solo una birra. (Lyt 15=€8,5). Appena usciti però, Frà per ripicca prende un Chicken Tika Kebab alla più vicino chiosco: abbiamo infatti scoperto che qui fanno deliziosi kebab di pollo (Lyt 2,5=€1,4). Andiamo a piedi fino al Museo all’aperto (Lyt 10=€ 5,7). L’area non è molto estesa rispetto a quanto ci aspettavamo e fortunatamente non c’è molta gente per cui riusciamo a entrare comodamente in tutte le case e chiese. In alcune ci sono dipinti, precedenti l’epoca iconoclastica, durante la quale fu vietata la rappresentazione reale delle divinità e i dipinti esistenti furono ‘censurati’, restaurati e sono veramente suggestivi. Nonostante il divieto riusciamo anche a scattare qualche foto proibita. In un’ora e mezza terminiamo la visita e usciamo dopo aver usufruito dei bagni per Lyt 0,75 (€0,5), anche qui con il rilascio di ricevuta! All’uscita ci avventuriamo sulla collinetta sopra il parcheggio da cui si gode di panorami molto suggestivi ed è una sorpresa continuare a scoprire case e chiese, anche affrescate, sempre nuove e, di fatto, a libero servizio. Evidentemente si tratta di una zona archeologica ancora non portata pienamente alla luce. La sensazione di libertà e avventura che si ha arrampicandosi per queste collinette di tufo è unica, così come lo stupore di scoprire ad ogni angolo qualcosa che non si è mai neppure immaginato. Tra l’altro siamo stati molto fortunati perché il tempo è soleggiato ma leggermente ventoso, perfetto per girare. Terminata la passeggiata rupestre visitiamo la chiesa delle “Fibie”. Veramente meritevole: tra le più belle della visita. Qui conosciamo anche il simpatico custode che parla un italiano perfetto. Terminata la gita torniamo a malincuore verso Goreme e a metà strada siamo attratti da un ‘ruspante’ baretto che incontriamo sulla strada, dove ci rilassiamo un pochino sorseggiamo un kay (un the) e una spremuta d’arancia (Lyt 4=€ 2,2). Il programma prevedeva la visita di Uchisar per godere del famoso tramonto dal castello ma siamo troppo stanchi. Arrivati in paese Frà vede dei ragazzi sul costone della collina che circonda il villaggio e decidiamo di raggiungerli per vedere da lì il tramonto. Chiediamo a un ragazzino di indicarci la strada e salendo acquistiamo una birra dal Legend Hotel (Lyt5=€2,8 ), che è una bella struttura ma in posizione un po’ fuori mano. Arrivati sul costone decidiamo di fare due passi per godere del panorama a 360° e vediamo dei camini delle fate in lontananza oltre a dominare con la vista tutta Goreme. Sorseggiamo la ns birra attendendo il tramonto e nel frattempo il luogo (evidentemente rinomato) si popola di persone del posto che arrivano a cavallo, con gli scooter, con i quad e con ogni altro mezzo. Il tramonto avviene verso le 20 ma purtroppo non è così spettacolare come speravamo e così un po’ delusi e storditi dal vento andiamo in albergo. Doccia e…Si esce per cena. Dal pomeriggio Frà aveva ‘deciso’ che saremmo andati al Goreme Restaurant e così è stato anche perché una volta davanti riscontriamo la piacevolezza del posto e i prezzi onesti. Ceniamo all’interno e dopo esserci tolti le scarpe ci stravacchiamo tra i comodi cuscinoni sparpagliati per terra. Ceniamo con una zuppa di lenticchie rosse, funghi grigliati con formaggio, un testi kebab (piatto tipico in cui la carne viene cotta in un coccio chiuso d’argilla e spaccato al tavolo dal cameriere con un colpo secco…Se è bravo si apre in 2 pezzi altrimenti si sbriciola miseramente sulla vs carne); il tutto innaffiato di raki (tipica bevanda locale che ricorda l’uzo greco) e l’immancabile birra turca Efes (Lyt 43=€24,5 ). Dopo cena siamo totalmente distrutti e vogliamo solo andare a riposarci ma non prima di essermi presa un dolcetto in una pasticceria sul lungo fiumiciattolo (Lyt 1= €0,5 ) LUNEDÌ 4 GIUGNO 2007 – Goreme Sveglia con molta calma alle 9.30. Colazione, per la verità non eccezionale anche se in perfetto stile turco (cetriolo, pomodoro, olive, feta, frittella e marmellata con burro e miele) sulla bella terrazza panoramica con una vista fantastica. Dopo la colazione acquistiamo il tour per Derinkuyu per il giorno dopo direttamente dall’albergo e quando scendiamo in paese compriamo i biglietti per il transfer del giorno successivo per Pammukkale con la compagnia Suha (30 Lyt x pers.=€ 17) con l’addetto che, non appena ci vede un po’ titubanti, ci ha fatto lo sconto senza che lo chiedessimo di 5 Lyt cad (€2,8). Chiediamo al Tourist Office come raggiungere la Valle dei Camini delle Fate e ci dicono che, nell’arco di 10 minuti, passerà il bus diretto da quelle parti proprio sulla strada dietro l’ufficio. Ci sediamo sul marciapiede e attendiamo. Quasi puntuale arriva il bus…Già con la porta aperta. Saliamo, ci sediamo e poco dopo arriva il ragazzo per farci il ticket (Lyt 1,5 x pers= € 0,9) e dopo neppure 10 min ci viene ad avvertire per farci scendere all’incrocio per Zelve. Ci aspetta circa 1 km a piedi. Arrivati alla Valle dei Camini delle fate ci inerpichiamo subito sulle colline alla ns destra. La vista e la sensazione è spettacolosa. Sembrano soffici colline di farina bianchissima e sembra di stare sulla neve, in realtà è roccia bianchissima dolcemente erosa nel tempo dal vento. Scattiamo foto e gironzoliamo rapiti dallo stupore prima di scendere ed iniziare la visita vera e propria. La valle dei camini delle fate è del tutto paragonabile, in dimensione al Museo all’aperto di Goreme ma a ns avviso è molto più bella e scenografica sia per l’imponenza della natura sia per il fatto che ci si può arrampicare liberamente ovunque, fino alle finestrelle più alte dei camini, senza nessun controllo o limitazione e senza alcuna protezione, con un rapporto diretto con la magnificenza della natura che nella vita di oggi è raro sperimentare. Chiaramente non ci facciamo sfuggire l’occasione e ci arrampichiamo fin dove possibile. In ogni caso i turchi sono abbastanza incoscienti, niente è messo in sicurezza, e molti passaggi sono decisamente pericolosi. Comunque la fatica ed il rischio sono niente rispetto alla sensazione d’essere nel punto più alto e centrale di un camino. Perlustriamo la valle in lungo e in largo e, inoltre, percorriamo un sentiero di circa 1 ora sulle montagne che circondano la valle. Alcuni passaggi sono faticosi ma fattibili tranquillamente da persone mediamente allenate e avventurose. Da questo sentiero si domina tutta l’area circostante e si vede Avanos, rocce di diverse forme e colori e si comprende come la Cappadocia sia una maestosa ed enorme depressione. L’ultimo passaggio è un po’ pericoloso e decidiamo di evitarlo a favore di un sentiero tra gli orti e le campagne che ci porta direttamente a 500 mt dall’incrocio dove ci ha lasciato il bus. L’incrocio sembra proprio in mezzo al deserto, passano pochi mezzi e non c’è anima viva ma in lontananza, vediamo avvicinarsi un bus con la porta aperta e lo fermiamo al volo! È diretto a Uchisar…Che fortuna! Non abbiamo atteso neppure 1 minuto! Paghiamo il ticket sul bus Lyt 1,5 x pers (€ 0,9). E dopo circa 5 minuti di tragitto eccoci a destinazione! Ci dirigiamo verso il castello per cercare un posto dove mangiare e riposarci dopo l’intensa mattinata. Sono le 14 e vorremmo evitare di rimanere a lungo sotto il sole cocente. Quasi arrivati all’ingresso del castello c’è un locale, il penultimo sulla sn, con un angolino con tavolini bassi, tappeti e cuscinoni a terra. È esattamente quello che cercavamo e decidiamo di fermarci. Ordiniamo, con qualche difficoltà linguistica: una coca, 1 gozleme (tipo piadina) al formaggio, 1 yogurt e 1 piatto di frutta mista (ma in realtà arriva un “secchio” di frutta!). Poi con caffè e the rimaniamo lì un paio d’ore a rilassarci all’ombra ammirando il castello. Da qui la vista del castello è privilegiata e la signora, che parla unicamente turco, è molto folkloristca. Dopo esserci ristorati paghiamo il conto (Lyt20=€ 11,3) e scambiamo quattro chiacchiere con la proprietaria che, mezza esaurita, ci racconta che prima lei e il marito facevano i giornalisti ad Ankara e ora vivono in Cappadocia, che è molto bello… ma non c’è nulla da fare; così se ci sono i turisti è contenta altrimenti è deserto civile! Il marito, per altro, è una delle guide più famose della cappadocia e ha scritto un libro in vendita nel negozio. Finito questo simpatico intermezzo iniziamo la visita del castello. Più che altro si tratta di una ripida salita per il momento anche se bella e suggestiva. Il castello è un po’ trasandato, lasciato andare e poco valorizzato cmq dalla vetta, il punto più alto della regione, si domina tutta l’area e se ne comprende la complessità geologica. Scattiamo qualche foto e scambiamo due parole con un ragazzino appena adolescente che ci chiede “sigarette”… È già ora di scendere e compriamo dei semi di zucca (Lyt 1=€ 0,5) dalle bancarelle ai lati dell’ingresso. Ci avviamo verso la Pigeon Valley perché vogliamo tornare a Goreme a piedi percorrendo il sentiero di cui abbiamo letto in qualche racconto, ma prima acquistiamo acqua e due dolcetti per me (Lyt 1= € 0,5). In effetti non troviamo alcuna indicazione e così andiamo ad intuito; un venditore di tappeti inoltre ci indica una via e noi, intrepidi, la imbocchiamo. L’accesso è alquanto dubbio perché si passa attraverso una specie di cantiere o cava ma appena raggiungiamo il fondo della valle realizziamo che sarà un esperienza unica ed indimenticabile… Il cammino è bello e ricco di formazioni rocciose suggestive e varie, all’improvviso si aprono panorami insospettati e spettacolari. Scattiamo diverse foto e proseguiamo sbagliando per un paio di volte la via per cui siamo costretti a tornare sui ns passi e imboccare la retta via, ma ad un certo punto ci troviamo alla fine del sentiero…!! Davanti a noi c’è solo una scoscesa parete rocciosa!! Siamo preoccupati: l’unica possibilità sembra essere quella di tornare indietro e…Così facciamo, ma dopo pochi metri rivediamo un anziano arzillo contadino incrociato poco tempo prima a cui chiediamo indicazioni per raggiungere Goreme e lui, con discreto inglese, ci dice che il sentiero è ‘dangerous’. Gli chiediamo di indicarci la strada e ci dice di seguirlo…
Inizia ad arrampicarsi su per la montagna a ritmo serrato tanto che abbiamo difficoltà a stargli dietro. Inizialmente su un terreno sterrato, con rush finale a sorpresa durante il quale ci fa letteralmente scalare una cima di tufo; arrivati sul cucuzzolo c’è un momento di panico… Lui ci mostra tranquillamente il paesaggio, ma noi siamo senza parole perché siamo su un costone stretto, tanto da poterci stare solo a ’cavalcioni’, con uno strapiombo di pareti lisce di tufo di circa 4 metri su entrambi i lati…!!! A questo punto “enzo”, così si fa chiamare l’attempato contadino, si alza in piedi e ci indica la strada che consiste nel fare 2/3 metri di costone per poi scendere la parete di tufo e trovarsi su un comodo sentiero anch’esso su ripide pendici di circa 20 cm di larghezza… Io impanicata mi rifiuto di alzarmi e percorro il costone con il fondoschiena seguita da Frà; riusciamo a scendere indenni e ancora non mi spiego come abbiamo fatto! Appena rimesso piedi per terra bacio letteralmente le mani al signore che si è prodigato per indicarci gli appigli migliori. Ora, finalmente, siamo nella Pigeon Valley e scopriamo di aver percorso la Rock Valley. Per tutto il tempo io continuava a dire a Frà che avrebbe dovuto lasciar la mancia a Enzo ed eravamo dubbiosi di offenderlo. Il problema non si è posto perché prima di salutarci Enzo ci ha fatto la spiegazione dei suoi 20 cani e 20 gatti (molti cani ci hanno seguiti nel tragitto, aumentando le difficoltà) chiedendoci una ricompensa: io gli ho dato subito Lyt 20 (€11,3)e lui ha detto: 20 Lyt per 20 cani e 20 gatti? Così gli abbiamo dato altri spiccioli e, anche se avrebbe voluto di più, alla fine si è accontentato. Col senno di poi ci siamo sentiti spennati ma in quel momento eravamo talmente sotto shock che qualsiasi cifra ci sarebbe parsa normale. Percorriamo in pochi minuti l’ultimo tratto della Pigeon Valley senza quasi accorgersi del percorso perché ancora elettrizzati dall’avventura. Rientrati in albergo decidiamo di goderci il tramonto con una birretta dalla bella terrazza del Panoramic Cave. Il tramonto è inoltre allietato dallo scenografico passaggio di una mongolfiera. Per cena andiamo al Kepab Center, il posto dove Frà ieri aveva preso il chicken kebab, e ceniamo con un mix grilled, un kebab al piatto e Efes (Lyt 25= € 14,2). Sono le 22.30 circa e non volendo dormire subito ci coccoliamo con 2 te ed un dolce nella vicina Pasticceria (Lyt 16,5= € 9,3) MARTEDÌ 5 GIUGNO 2007 – Goreme Oggi è il nostro ultimo giorno in Cappadocia e abbiamo deciso di fare il tour delle città sotterranee (Lyt 50 x pers= € 28,4) perché appoggiandoci ad un tour organizzato possiamo vedere molte cose, anche distanti tra loro, senza stancarci troppo in vista della partenza serale e della notte in viaggio per Pammukkale. Dopo aver fatto colazione lasciamo la camera e chiediamo se ci possono tenere i bagagli fino a questa sera. Alle 9.20 arriva il pulmino, facciamo il giro del paese per raccogliere tutti i compagni della giornata: alla fine siamo in 13+autista e Faruk, la guida. Oltre a noi 2 ci sono 2 anziane crucche che faranno trekking per tutta la valle di Ihlara, una famiglia di 4 americani, una famiglia di 4 persone di Singapore e un viaggiatore francese. La prima sosta è dal Goreme Panoramic Point dove Faruk ci spiega come si è formata la zona mostrandoci un vulcano proprio di fronte a noi e disegnando le spiegazioni sul terreno polveroso. Si parte per Derinkuyu e per 45 minuti Faruk ci racconta la storia della Cappadocia, dagli Ittiti sino all’impero romano passando per gli egizi e Alessandro Magno. A Derinkuyu l’ingresso di Lyt 10 (€5,6), è incluso nel prezzo del tour e non dobbiamo pagare. La visita dura circa 1 ora. Qui la guida è quasi indispensabile perché ti permette di cogliere particolari che altrimenti non si capirebbero affatto, ti orienta nel labirinto sotterraneo facendoti fare un giro sensato. La visita è molto suggestiva e in alcuni punti si scende quasi carponi. Fa piuttosto fresco ed è consigliabile avere un maglioncino. È possibile visitare fino al 7° piano sotterraneo perché da lì in giù ci sono stati molti collassi. È incredibile come 10.000 persone potessero vivere qua sotto anche per 1 anno e si fossero organizzati per qualsiasi necessità: scuola, cucina, cimitero, stalle, vineria, mulino per il grano e, naturalmente, chiese e fonti battesimali. Terminata la visita si parte per l’Ihlara Valley: dopo circa 50 min siamo nel paese all’inizio del canyon. Lì lasciamo la famiglia americana e le 2 signore tedesche che desiderano camminare e noi, col pulmino, raggiungiamo l’inizio più turistico della valle che permette di fare una passeggiata più breve (circa 3 km) nella parte centrale della valle sino a raggiungere Belisirma dove pranzeremo. Anche qui l’ingresso di 5 (€ 2,8) è compreso nel costo del tour. Per raggiungere il fondo del canyon si scendono 360 gradini, non contati ma così dice la LP, e poi si inizia il cammino. Visitiamo solo una chiesa con le interessanti spiegazioni di Faruk e percorriamo la valle seguendoli corso del fiume. È bella e particolare ma noi non ne siamo particolarmente colpiti perché abbiamo ancora negli occhi gli spettacolari scenari di ieri.
Verso le 14.30 arriviamo a Belisirma, pranziamo su un tipico ristorantino sulla riva del fiume con zuppa, insalata, un piatto a scelta e frutta bevande escluse (Lyt 6 per 2 coke=€3,4). Dopo pranzo riprendiamo il pulmino e raggiungiamo il vicino monastero di Se lime (il ticket è incluso in quello della valle di Ihlara). La visita è interessante e ci si può arrampicare in tutti gli ambienti e ora, dopo le spiegazioni della città sotterranea, riusciamo anche a riconoscere le cucine, gli spazi per la conservazione dei cibi etc. La cattedrale, scavata con le colonne e l’architrave decorata all’ingresso, è piuttosto sofisticata per essere un abitazione troglodita. Io e Frà, come sempre, esploriamo quanto più possibile, in cerca delle viste migliori per scattare le ns foto. L’unico “difetto” sono i bambini un po’ invadenti che ti seguono ovunque tentando di farti da guida e racimolare qualche spicciolo e il fatto che, essendo in gruppo, non ci siamo presi i ns tempi perché avevamo paura di rallentare tutto il gruppo. Questa è una visita che consigliamo certamente sia per la spettacolarità dei luoghi sia per la bella veduta di cui si gode mano a mano che si sale.
Tornando indietro, quasi un’ora di tragitto, ci fermiamo all’ultima tappa del tour: una veduta dall’alto della Pigeon Valley, a circa 200 mt da Uchisar. Verso le 18 siamo a Goreme così come ci eravamo raccomandati alla partenza con l’autista per rispettare l’orario di partenza del ns bus. Abbiamo il tempo di cambiarci e rinfrescarci nei bagni comuni dell’albergo e, dirigendoci verso l’Otogar prendiamo 1 birra e 2 chicken kebab nell’ormai solito posto. Consumiamo la frugale cena su una panchina, ritiriamo al vicino Bancomat, perché abbiamo letto che a Pammukkale ce n’è uno solo ed alle 19 arriva il ns bus SUHA. È leggermente in anticipo e noi siamo un po’ disorientati nel vedere che è meno confortevole e lussuoso di quello Metro usato tra istambul e goreme: non c’è il bagno, i bagagli vengono caricati a casaccio, e i passeggeri sono esclusivamente turchi, fatta eccezione per noi e una coppia di “giappani”. Tuttavia, alla fine però si rivelerà più comodo in quanto più spazioso e con sedili + reclinabili. Restiamo svegli sino alla sosta di Aksaray, alle 22.30 circa, dove in un autogrill fornitissimo compriamo 2 cornetti algida mai visti in Italia. E ora, mascherina, tappi, cuscino e…Buona notte! MERCOLEDÌ 6 GIUGNO 2007 – Pammukale Abbiamo dormito tranquillamente tutta la notte anche perché cullati dal continuo dondolio del bus che ha percorso strade veramente tortuose e, secondo noi, pericolose: di notte infatti abbiamo provato a guardare la strada e, per ns fortuna non si vedeva nulla ma la sensazione era di una tortuosa strada di montagna proprio vicino allo strapiombo…
Frà si sveglia casualmente proprio mentre stiamo entrando all’Otogar di Denizli. Anche questa volta in anticipo. È ancora buoi e noi siamo assonnati; 3-4 ragazzi che ci girano intorno ci fanno capire che il ns transfer per Pammukkale rimane fuori dall’Otogar. Li seguiamo in una zona poco illuminata, su un pulmino di dimensione ‘familiare’ non senza qualche perplessità…Di turisti, ci siamo solo noi e la coppia di giappani e la situazione è lievemente sospetta e inquitante… Sul pulmino aspettiamo per circa 30 minuti altri turisti in arrivo e quando il pulmino è strapieno partiamo!! Arrivati a Pammukkale il pulmino si ferma nel cortile di una pensione dove un gruppo di ragazzi hanno prenotato. Scendiamo anche noi perché ci siamo accorti di essere nella zona in cui avevamo deciso di alloggiare (in realtà il paese è piccolo) ma, appena scesi, la ‘mami’ della pension insiste per farci vedere la camera: accettiamo, la camera non è male, trattiamo il prezzo e, a Lyt 30 (€17) chiudiamo la trattativa e decidiamo di fermarci all’ Ozturk Otel Pension, che peraltro scopriamo anche essere indicata dalla LP.
Facciamo il solito riposino post viaggio notturno e alle 9.30 ci dirigiamo verso il ‘centro’. Pammukkale è un piccolo e accogliente paese sviluppato ai piedi delle terrazze di travertino dove certo non mancano né le pensioni né i servizi per turisti. Facciamo il giro delle 3 agenzie di viaggio (veramente 2 sono gestiti dallo stesso proprietario) in cerca del transfer di domani: abbiamo deciso di andare a Selcuk per visitare Efeso e proseguire, la sera stessa, con bus notturno per Istanbul. Alla fine compriamo il transfer della compagnia Pammukale che ha gli orari ed i prezzi migliori : Lyt 13 (€7,4) x Efeso e 35 (€20) per Istambul – si rivelerà un’ottima scelta.
Il tizio dell’agenzia, a cui abbiamo chiesto di indicarci dove fare colazione, ci accompagna alla Pension gestita dalla moglie giapponese e dalla sorella: per Lyt 5 (€2,8) non ci sottraiamo alla solita colazione turca.
Sono circa le 11.30 e ci dirigiamo verso le vasche di travertino… Entriamo dall’ingresso pedonale che si trova in cima al paese pagando Lyt 5 (€2,8) che includono anche la visita dell’antica cittadina romana di Hierapolis.
Ci arrampichiamo lungo il fianco della collina sorprendendoci ad ogni angolo delle meravigliose vasche, purtroppo non più naturali. La prima forma di travertino che si incontra salendo è una palla gigante da cui scende tiepida acqua termale e, stupefatti, ci “attacchiamo” letteralmente scattando foto a ripetizione. Continuando a salire si incontrano le prime vasche e quasi ipnotizzati dalla bellezza e suggestione del posto, in pochi attimi ci ritroviamo in costume a gongolarci sotto le cascate che si formano lungo le candide pareti di travertino. Camminiamo nelle vasche basse, sopra una soffice fanghiglia di sali minerali e immergiamo i piedi nel ruscello che scroscia verso valle. Superate le prime 2/3 vasche realizziamo come lo scenario cambi: infatti la scarsità d’acqua impedisce lo “strabordamento” da vasca a vasca e non si trovano più le cascate e spettacolari giochi d’acqua, ma è semplicemente ferma nelle vasche come in grosse pozze.
Guardando a monte ci accorgiamo inoltre che il sito si sta affollando di orde di visite guidate e più saliamo più incontriamo gente che scende verso le vasche più a valle e più belle. Sono principalmente i nuovi ricchi – i russi – e dopo esserci goduti la magia delle prime vasche, quasi in solitudine, siamo molto infastiditi dalla folla presente.
Arrivati in cima percorriamo il sentiero che costeggia la collina scoprendo l’immensità del ‘castello di cotone’ che si estende fino quasi all’ingresso più alto che è in secca. Lo scenario da qui è un pò deprimente se paragonato alla gioia ed allo stupore provato bagnandosi nelle prime vasche. Riflettiamo tristemente su cosa avrebbe potuto essere questo sito se l’intervento umano non lo avesse sfigurato per incanalare le acque nella “rinomata” piscina, il cui ingresso è a pagamento (caro!). In effetti le prime vasche offrono uno spettacolo inimmaginabile per la mente umana che non è possibile capire senza esserci stati: le abbacinanti pareti di travertino dai profili morbidi e sinuosi che mantengono la promessa del loro nome, ‘castello di Cotone’ (significato di Pammukkale), l’acqua turchese che zampilla tra una vasca e la successiva, il soffice ‘humus’ su cui si cammina nelle vasche fatto di calcare e minerali, soffice come borotalco, la sensazione di leggerezza nel guardare il paese e la pianura circostante ai propri piedi; quando si realizza che un tempo questo non era confinato ad alcune vasche ma si estendeva a tutta la collina si rimane attoniti. Arrivati quasi all’ingresso superiore iniziamo la visita di Hierapolis. Le rovine ricoprono una zona piuttosto estesa e sono in buono stato. Scopriamo inoltre che l’Italia ha contribuito al restauro e quindi le spiegazioni sono anche in italiano. Veramente meritevole è il teatro, conservato in ottime condizioni. In circa un’ora e mezza abbiamo terminato la visita e andiamo alla ”antik-pool” e scopriamo che si può entrare a vedere la piscina senza pagare il biglietto, a patto di non fare il bagno – cosa che peraltro noi sconsigliamo, infatti: oltre alla folla, le vasche non sono nulla di eccezionale e l’acqua non ha il caratteristico colore turchese che ha nelle vasche esterne e che ne denota la mineralicità. Anche se, onestamente, la possibilità di nuotare tra antichi resti romani immersi, come colonne, capitelli etc… è di sicuro affascinante. Si tratta di un sicuro business; infatti, oltre al ticket d’ingresso più caro di tutta la vacanza, i chioschi a bordo piscina sono carissimi e peraltro sono gli unici luoghi dove si può comprare cibo e bevande nella zona! Sfruttiamo comunque l’ombra ed i tavolini dell’area self service pranzando con 3 Ayran (buonissimo e tipico yogurt da bere) e 2 Simit (pane tipo brezel) e riposiamo un paio d’ore.
A questo punto vogliamo rifare il bagno nelle prime vasche ed iniziamo la discesa purtroppo però si è alzato un forte vento e fa un po’ freschino per fare il bagno. Si sta avvicinando l’ora del tramonto e decidiamo di acquistare 2 birre e patatine al market del paese vicino all’uscita bassa (il custode non ha fatto nessuna storia per farci rientrare con lo stesso biglietto). Torniamo quindi in cima passando stavolta dalla strada più esterna sulla destra e ci godiamo un tramonto spettacolare insieme ad una comitiva di simpatici francesi che ci offrono anche da bere… (sono gli unici fortunati delle comitive organizzate che hanno avuto la fortuna e la “grazia” di rimanere fino al tramonto, gli altri, come d’incanto… E per ns fortuna…Sono spariti!!). I colori del tramonto e la collina imbiancata rendono la montagna un fumetto fantasy. Ad onor di cronaca però bisogna dire che la Pammukkale di oggi non ha nulla a che vedere con le foto che troverete nelle agenzia di viaggi; infatti oggi, a differenza del passato, le vasche piede d’acqua turchese si contano sulle dita delle mani.
Rientrando in hotel passiamo davanti al ristorante Mustafà il cui adescatore già nella mattina ci aveva promesso un bicchiere di vino a testa se fossimo andati lì a cena…Ora ce ne promette 2 a testa! La scelta diventa quasi obbligata… così, dopo una rapida tappa in hotel, torniamo e ceniamo con “Pammukkale Kebab”, Doner Kebab e chips il tutto naturalmente innaffiato dal vino promesso (Lyt 22= € 12,5).
GIOVEDÌ 7 GIUGNO 2007 – Efeso Questa mattina ci dobbiamo svegliare con il suono della sveglia perché per le 9.15 ci attende il transfer per Efeso ed in serata il bus per Istambul.
Dopo aver fatto colazione paghiamo l’albergo e salutiamo la “mami” e suo figlio Ismael. Il nostro transfer parte come sempre in orario e scopriamo con piacere di non dover neppure cambiare a Denizli. Poco dopo le 13 arriviamo puntuali a SELCUK dove, molto efficientemente ci accoglie l’impiegata della Pammukkale che era stata informata del doverci custodire i bagagli. Appena scesi inizia a diluviare così rimandiamo la visita a Efeso e decidiamo di cercare un posto per mangiare. Frà sta disperatamente cercando il kebab orizzontale che abbiamo visto in giro per Istanbul, ma nella zona non c’è neppure l’ombra di un kebab normale…
Andiamo sul sicuro con una pida in un locale ‘ruspante’ vicino all’otogar ‘Okumuslar Pide Salonu’ dove per Lyt 15 = € 8,5 gustiamo 2 ottime pide (fantastica quella con carne e uovo!!) insalata e 2 coke. Questo locale è la dimostrazione che se si va oltre l’apparenza si può mangiare bene e spendere poco. Nel frattempo, come speravamo, ha smesso di piovere e così prendiamo un Dolmus (un piccolo pulmino) per EFESO (Lyt 1,5 x persona €0,9 – bisogna prenotare la fermata! Infatti si sale su un Dolmus per Pammukkale o Kusadasi e bisogna farsi lasciare ad Efeso).
Essendo entrati dall’ingresso in basso abbiamo iniziato la visita dal teatro (forse è meglio entrare dall’ingresso superiore e poi scendere uscendo dall’ingresso in basso) ed, inizialmente, forse anche perché a ripreso a piovere, siamo un po’ delusi, ma arrivando alla biblioteca di Celso, una delle meraviglie del mondo romano arrivate sino a noi, con la via dei cureti che risale il pendio, rimaniamo veramente stupiti. Mentre stiamo ultimando la vista inizia a balenarci l’idea di andare all’hammam…Così appena terminiamo la visita raggiungiamo la statale e prendiamo il primo dolmus diretto a Selcuk dirigendoci verso il ‘Selkuk hammam’. L’ingresso non è dei più invitanti (molto spartano rispetto a quelli turistici di Istambul) ma entriamo comunque a chiedere informazioni e lì, anche grazie al consiglio di una coppia inglese che ha appena terminato il trattamento, scopriamo che è un hammam misto uomo/donna e con Lyt 25 (€14,2) è possibile avere un trattamento completo (prezzo molto più economico rispetto a Istambul!). All’ingresso ti custodiscono i valori presso la cassa, ti forniscono il tipico velo chiamato ‘pestamal’ che si indossa dentro gli spogliatoi dove si trovano anche le ciabatte. A questo punto si entra nella stanza del vapore chiamata ‘calidarium’ dove si viene subito bagnati con acqua tiepida e ci si rilassa per circa mezz’ora. Ai lati del piano caldo rialzato sul quale ci si sdraia ci sono lavandini e docce dove ci si può rinfrescare quando se ne sente l’esigenza; a questo punto entra il tipico massaggiatore con “baffazzo” che ti fa sdraiare su un piano di marmo e inizia il trattamento…: questo consiste in un massaggio energico, con un guanto esfoliante che, sorprendentemente, rimuove una mostruosa quantità di celle morte e, a dire del tipo, di ‘sporco’. Poi si passa al massaggio con sapone che è molto scenografico perché il tipo ha una specie di sacco con dentro delle saponette che riempie ripetutamente d’aria e te lo sgonfia addosso creando una gran quantità di schiuma. Quando si è praticamente ricoperti di schiuma inizia a massaggiarti davanti e dietro e quando meno te lo aspetti ti scrocchia tutte le ossicina emettendo un verso da troglodita. Il tutto finisce con una bella insaponata. Ci si sciacqua in autonomia sotto la doccia e quando si esce ti offrono una bevanda calda, noi scegliamo il the alla mela, e ti avvolgono in un asciugamanone asciutto.
La cosa stupefacente è la levigatezza della pelle all’uscita. A questo punto prendiamo una birra in un bar in una via parallela e ne approfittiamo per fare una partita a dama visto che è a disposizione di tutti gli avventori. L’aria tranquilla del paese di provincia turco ci è molto piaciuta…Ma purtroppo è quasi ora di riprendere il bus, così prendiamo due panini al volo – uno è il più zozzo di tutta la vacanza con uovo, salame, wurstel, formaggio, insalata e pomodoro!!!! – per Lyt 2 (€1,1) e attendiamo il nostro bus.
Per il poco che abbiamo visto Selcuk ci è parsa una caratteristica cittadina turca, turistica ma non troppo, con l’unico difetto di avere come unica ‘attrattiva’ le rovine di Efeso, visitabili in un paio d’ore. Il nostro bus arriva ed è esattamente lo stesso di quello della Metro ma il servizio a bordo è più accurato con uno steward che passa spesso con acqua, teh, caffè, snack e la tipica acqua di colonia per le mani!!! Poco dopo la partenza ci sistemiamo per la notte…
VENERDÌ 8 GIUGNO 2007 – Istanbul Arriviamo alle porte di ISTAMBUL alle 5.30 e, con le diverse fermate, alle 6.30 siamo all’Otogar dove, diversamente da quanto promesso, non c’è lo shuttle per Sulthanament ma…Never mind, ormai tram e metro non sono più un problema! Prendiamo la metro fino ad Aksarai e da lì il tram per Sulthanament. Alle 7 ¾ siamo già nella zona degli alberghi di Sulthanament in cerca della ns sistemazione; chiediamo in diversi posti: molti sono pieni, alcuni non hanno i bagni privati, altri sono troppo cari per le camere proposte così alla fine torniamo da una guest house, gestita da una signora tedesca, che inizialmente avevamo scartato perché Lyt 70 (€40) ci sembravano troppe (Star Guest House www.Starhotelistanbul.Com ); vedendo la camera realizziamo però che ha un ottimo rapporto qualità prezzo perché è nuova, pulita e dotata di tutti i confort: TV, AC, phon etc…Ed in ottima posizione, noi la consigliamo caldamente. Dopo il consueto sonnellino ristoratore post viaggio notturno alle 11 riprendiamo la visita di Istambul interrotta la settimana scorsa. Per prima cosa visitiamo il TopKapi: il biglietto costa Lyt 10 (€5,6) e comprende anche la visita del tesoro (meno del previsto, probabilmente perché molte sale sono chiuse per restauri). La visita è piuttosto lunga anche se non ci entusiasma particolarmente: probabilmente è la delusione di chi si è fatto troppe aspettative anche perché il confronto con i palazzi europei dello stesso periodo non regge…
La cosa che ci ha ‘impressionato’ di più è stato lo svenimento di diretta di una povera bimba turca in gita con la scuola.
Dopo la visita scendiamo verso il porto di Eminonu facendo una breve visita alla mitica stazione ferroviaria di Sirkeci da dove partiva l’Orient Express: all’interno, inoltre, c’è una piccola esposizione di cimeli del treno.
A Eminonu non possiamo farci scappare l’occasione di provare il tipico panino col pesce (a me non ha fatto impazzire) e poi ci dedichiamo alla scoperta di moschee minori: Yeni Camii e Rustem Pasa Camii. La Rustem Pasa Camii è ‘schiacciata’ tra le viuzze del Bazar delle spezie ed è un piccolo gioiellino di ceramiche mentre la Yeni Camii è la nuova Aya Sophia. Ora siamo un po’ stanchi e non resistiamo alla tentazione di gustarci tea e dolci tipici turchi, nella pasticceria indicata dalla LP: Afiz Moustafà Sekerlemeleri dove prendiamo 2 tea alla menta, un caffè turco, 2 tipo di Baklava (ottime quelle con le noci) e un pezzetto di una zozzata con panna e un tortino affogato nello zucchero e miele…Boh! Qualcosa di veramente molto dolce (Lyt 11= € 6,25 ); inoltre ci portano un piattino, molto apprezzato, con un assaggio di diversi Lokum. È quasi l’ora del tramonto e decidiamo di vederlo dalla Torre di Galata o dei Genovesi. Prendiamo la funicolare sotterranea, compriamo una birra da un alimentare (che entriamo di nascosto), paghiamo le Lyt 10(€6 ) di ingresso e saliamo al VII piano. Come ovunque in Turchia anche qui uno dei luoghi più suggestivi è dedicato al business…Infatti c’è un ristorante; noi possiamo stare sulla stretta terrazza che corre tutto intorno alla torre. La vista della città da qui è totale e possiamo già riconoscere il TopKapi, Aya Sofia, la moschea Blu, la parte asiatica, il Marmara Pera Hotel etc… In realtà il tramonto non è così spettacolare come ci aspettavamo, anche perché il sole tramonta alle spalle delle zona più moderna e meno suggestiva, poi c’è un vento piuttosto fresco e, soprattutto, c’è un sacco di gente.
Rientriamo in hotel e verso le 22 ci dirigiamo verso Divanyolu Caddesi alla ricerca di un ristorante non troppo turistico: lo troviamo e ceniamo con 2 zuppe, un’insalata e uno spiedino di polpette per Lyt 16 (€9) anche perché, essendo quasi in chiusura, non ci sono più né pide né kebab…Quando arriva il conto ci accorgiamo di alcune anomalie…Fate attenzione! a noi, ad esempio, che avevamo ordinato un’insalata normale ce ne volevano far pagare una doppia e ci hanno addebitato il servizio non menzionato nel menù. Anche questa sera alle 23 siamo cotti e andiamo a dormire…Buonanotte.
SABATO 9 GIUGNO 2007 – Istanbul Sveglia alle 9 e colazione! Ah…Un altro aspetto positivo del hotel è che la colazione si fa al vicino ristorante “Kosk” dove è buona ed abbondante! Oggi avevamo deciso di fare la gita sul Bosforo col traghetto che parte alle 10.30 ma mi coglie una piccola vendetta di Montezuma e facciamo tardi in camera. Sono le 10.15 e, dopo aver saldato l’hotel che accetta anche il mio postamat, andiamo verso il porto di Eminonu giusto in tempo per vederci partire davanti il traghetto. Veniamo comunque informati che alle 13.35 ci sarà una seconda corsa e, per ingannare il tempo, decidiamo di visitare la chiesa del Cristo Pantocratore, la Zeyrec Camii; prendiamo il pullman 92C in partenza dalle fermate del bus di Eminonu e in pochi minuti siamo a Zeyrec. Percorriamo le strade per arrivare alla chiesa e vediamo delle tradizionali case di legno fatiscenti che, incredibilmente, sono abitate. Arrivati alla chiesa scopriamo che purtroppo non aprirà per un paio d’ore, anche perché stanno girando una fiction proprio davanti all’ingresso. Per tornare a Eminonu percorriamo le caratteristiche stradine e ci rendiamo conto di come le botteguccie e i prezzi diventino mano a mano più turistici via via che ci si avvicina alla zona del Bazar delle spezie. Dopo aver desiderato per più di 2 ore le ciliegie che vedevo turgide e rosse su tante bancarelle… Frà decide di graziarmi e “concedermi” di acquistarne ½ kg che mi sbaffo in men che non si dica; lui per pareggiare subito si compra un sacchetto di semini di zucca ed un chicken kebab al porto x Lyt 1,5 (€0,9) ma si rivelerà il meno buono della vacanza. Sono quasi le 13 e ci dirigiamo verso l’imbarco n.3 dove c’è già la ressa di gente che aspetta ed acquistiamo il biglietto (Lyt 12,5 = € 7,7 – PS: le info della LP citava 3,75!!!). Inizia la gita sul Bosforo e ci sistemiamo sul ponte esterno inferiore però, tempo di arrivare sotto il Bosphorus Bridge, IV ponte più lungo al mondo, e dobbiamo spostarci sotto coperta perché fuori fa decisamente freschino a causa del vento. Il viaggio è comodo ed i camerieri passano in continuazione se si vogliono acquistare succhi o tea; inoltre quando si attracca a Kanlika (paesino celebre per la produzione del suo ricco e delizioso yogurt) salgono dei venditori che propongono yogurt fresco servito con una generosa cucchiaiata di zucchero a velo; non possiamo farci sfuggire questa delizia e lo acquistiamo – Lyt 2(€1,1). Durante la traversata si vedono suggestivi paesini e ville storiche a ridosso del mare anche se durante l’ora e 20 di tragitto, spesso cala la palpebra…
Arrivati alle 15.15 ad Anadolucavagi, piccolo paese sviluppato sulla costa e pieno di bar, ristoranti, chioschi che cercano di accalappiarsi i turisti in tutti i modi, non abbiamo né il tempo ne la voglia di salire fino alle rovine del castello anche perché alle 17 c’è il battello del rientro. Allontanandoci dal porto troviamo un delizioso e appartato ristorantino sul mare dove finalmente riusciamo a mangiare i calamari fritti con insalata (che anche questa volta ci viene servita doppia in autonomia…!!).
Verso le 16.30 vediamo che è già possibile imbarcarci e ci dirigiamo verso il battello. Alle 18.30 siamo di ritorno ad Eminonu pronti a dedicarci agli ultimi acquisti in zona Bazar delle spezie. Per prima cosa compriamo 3 occhi di Allah (la pietra-souvenir per Lyt 2= €1,1), poi come dolce compriamo dei Locum da un tipo già conosciuto la settimana scorsa che ce li vende a Lyt 7,5 (€4,2) al Kg e ce li confeziona in 4 comode scatole regalo da ½ kg ciascuna. Infine abbiamo deciso di regalarci un narghilè ma dobbiamo fare i conti con il limitato budget residuo: infatti i narghilè più belli (ovvero con la parte superiore in bronzo lavorato) costano cmq troppo cari anche nell’ipotesi di un’ottima contrattazione, mentre quelli più economici sono di qualità troppo scadente. Quando siamo ormai sconfortati perché non riusciamo a trovare l’acquisto giusto ci infiliamo in un chiosco che sta per chiudere, dove un ragazzo mussulmano che parla un perfetto italiano ci mostra la sua offerta: quando capisce che ha a che fare con due “squattrinati” tira fuori due narghilè, sicuramente non di ultima generazione ma di discreta qualità che ci lascerebbe per Lyt 30 (€17); elemosiniamo anche una confezione di tabacco alla mela e una di carbonella. Soddisfatti degli acquisti rientriamo in albergo a preparaci per la ns ultima notte turca: ci sono rimaste Lyt 35 e € 10…!!?? Decidiamo di mangiare due panini al volo per poi concederci nel dopocena birra e waterpipe… Girelliamo un po’ a Sulthamamet ed a Eminonu; alla fine ci fermiamo per un Kebab panino che ‘dovrebbe’ costare 3 Lyt (€1,7): dico dovrebbe perché la ragazza del bar ci invita ad entrare e a sederci, dicendoci che è la stessa cosa, e poi ci chiede una gran quantità di info sul nostro kebab ‘normale’…Insomma, alla fine ci troviamo a mangiare ciascuno 1 kebab da 1 etto e paghiamo Lyt 12 (€6,8). Istambul è una vera trappola per turisti, appena abbassi la guardai ti cucinano a pennello!! Ora torniamo verso l’hotel, lasciando un ultimo sguardo incantevole alla visione notturna di Aya Sofia e della Moschea Blu. La strada dell’hotel è piena di localini giovani e si respira un atmosfera internazionale. Decidiamo di fermarci ai tavolini del locale di fronte al market a fianco della nostra guest house, dove la water pipe costa Lyt 5 (€2,8) contro le Lyt 8/10 degli altri posti (bisogna però dire che non è eccezionale, qui il detto chi più spende meglio spende ci starebbe a pennello!).
Anche qui ne approfittiamo per fare una partita a dama e vinco io grandiosamente! Un po’ infreddoliti rientriamo in hotel. DOMENICA 10 GIUGNO 2007 Sveglia alle 9 circa, colazione, bagagli, check out, risalita fino ad Aya Sophia, acquisto dei francobolli e tragitto fino all’aereoporto con mezzi pubblici come all’andata. Spendiamo le nostre ultime 3 Lyt e ciao ciao Turchia! Ps: in aereo il cibo della “Turkish” è delizioso come quello dell’andata.