Australia tragicomica sfisando la cabala

2001… new millennium…. Si vola in Australia! Racconto tragi-comico sfidando la cabala AGOSTO Venerdì 17 sfidando la sorte raggiungiamo l’aeroporto di Venezia ma già le prime avvisaglie di come sarà la vacanza si fanno sentire. Passiamo il controllo bagagli e la sottoscritta, abituata solo a voli charter, detiene, come dicono i...
Scritto da: fiji.pd
australia tragicomica sfisando la cabala
Partenza il: 17/08/2001
Ritorno il: 09/09/2001
Viaggiatori: in coppia
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2001… new millennium… Si vola in Australia! Racconto tragi-comico sfidando la cabala AGOSTO Venerdì 17 sfidando la sorte raggiungiamo l’aeroporto di Venezia ma già le prime avvisaglie di come sarà la vacanza si fanno sentire. Passiamo il controllo bagagli e la sottoscritta, abituata solo a voli charter, detiene, come dicono i poliziotti, un coltellino svizzero nello zaino -ALT… APRA LO ZAINO…OK LA MISURA E’ REGOLAMENTARE, PASSI PURE Finalmente al gate aspettiamo il volo della British A. Per Londra e da lì partirà la vera avventura. Chiamano il volo -MA DOV’E’ IL MARSUPIO CON I DOCUMENTI ED I SOLDI? Smarrito, nella confusione forse è rimasto al posto di polizia. Corro, lo trovo, ritorno, mi imbarco e sono le 17,00 non per essere superstiziosa ma … Già due intoppi.

17,40 decolliamo e alle 18,20 locali atterriamo a Gatwich.

Il terzo intoppo della giornata, ma questo lo sapevamo, è il dover prendere il bus per l’aeroporto di Heatrow e credetemi, come primo fai da te e senza parlare inglese (solo quello maccheronico) non è impresa facile.

Finalmente fila tutto liscio 22,50 ci stacchiamo da terra.

THAILANDIA Sabato 18 BANGKOK 15,50 (in Italia sono le 9,50 del mattino) atterriamo e piove. Un assistente ci consegna la mappa della città e ci indica dove si trova il nostro hotel, il Meridien. Sbaglia clamorosamente ma io a casa, con precisione maniacale, avevo già controllato nella piantina dove dovevamo andare. Ricordo sempre che parlo solo due parole di inglese quindi meglio essere già consapevoli di dove sono ubicati i luoghi che si vogliono visitare. Che traffico lungo la strada il nostro taxi si muove a fatica. Domenica 19 usciamo già alle 9,00 decisi a trovare un taxi che non sia quello dell’hotel forse sarà più semplice contrattare la corsa. Infatti ecco uno disposto a stare con noi tutto il giorno in giro per templi ad un costo irrisorio. Quello invece che si dimostra problematico è spiegare dove vogliamo andare, oltre a non parlare inglese, non sa neppure leggere i caratteri conosce solo quelli thaj Fortunatamente oltre al mio taccuino e penna sono munita anche di guida fotografica.

Ci rechiamo al Gran Palazzo ed il complesso del WAT PHRA KAEO dove si trova il buddha di smeraldo. Con una cinta muraria lunga quasi 2 Km. Tale costruzione costituiva una città nella città.

Il suono delle preghiere dei monaci buddisti rende tutto come ovattato ed una leggera brezza fa muovere i campanellini che circondano i tetti dei santuari; devo assolutamente riprendere questo suono-silenzio con il video e…Faccio cadere la telecamera. Si ammacca un po’, pare funzioni anche se con uno strano ronzio – MA POI A CASA SI VEDRA’ QUALCOSA? Usciamo e la prossima meta è WAT PHO il tempio più antico e più grande importante anche perché vi risiede il centro di medicina tradizionale e scuola di massaggi più rinomata.

Ma la principale attrazione è la cappella fatta erigere apposta per contenere la statua del Buddha sdraiato, una statua in gesso e mattoni dorati lunga 42 mt Attraversiamo il CHAO PHRAYA il turbolento fiume di colore marrone che riversa in mare le acque provenienti dal nord, dove i monsoni stanno portando piogge torrenziali e raggiungiamo una delle pietre miliari della storia della città, il WAT ARUN. Simboleggia la cosmologia indù-buddista il prang (torre) centrale è il mitico monte MERU. Una particolarità molto carina è che una gran parte della ceramica usata per decorare i vari prang fu donata dalla popolazione infatti si tratta di frammenti di piatti, tazze e bicchieri rotti. La salita è semplice ed una volta in cima la vista sulla città ed il fiume è fantastica. La discesa è più impegnativa gli scalini ricordano i gradoni delle piramidi Maya.

Dopo tanta cultura un salto al mercato tra frutta verdura e pesci secchi, le bancarelle cucinano lasciando nell’aria un profumo… -NO UNA PUZZA… Lasciamo il nostro simpatico autista per prendere un TUC TUC una sorta di motocarro che a velocità pazzesca fa lo slalom tra le auto incolonnate lungo le arterie cittadine.

Chiudo gli occhi e spero di arrivare integra.

La sera a cena raggiungiamo un centro commerciale dove c’è un’ampia scelta di locali ed è proprio la notte che la città si anima. ERAWAN è un piccolo tempio vicino al nostro hotel, invaso da persone che, con un piccolo obolo, fanno danzare di fronte alla statua di BRAHMA il dio elefante, delle bellissime ragazze con costumi tradizionali, come ringraziamento per la fortuna ottenuta.

Lunedì 20 alla mattina ci alziamo di buon ora cosi, una volta saldato il conto, abbiamo ancora a disposizione 6 ore prima della partenza verso l’aeroporto. Lasciamo le valige e ci rechiamo a piedi verso il WAT PATHUM WANARAM ricostruzione del crematorio della principessa madre. Dopo la cremazione nel 1996 i suoi resti vennero trasferiti qui con una solenne processione.

Il cielo è di un blu intenso ed i tetti colorati danno un contrasto ottimo per le foto. Naso all’insù per l’inquadratura, un passo di lato, un passo indietro, ancora uno…Splash…Dentro ad un canale di scolo fino alle ginocchia. Pianto per la maledizione che mi circonda, corsa in hotel dove a fatica (per la lingua) riesco a farmi dare una stanza. Doccia e spruzzata di germospray … -NON AVRO’ MICA CONTRATTO QUALCHE BATTERIO? cambio d’abiti ..

-LI BUTTO O NO? …Taxi …Aeroporto. Sono esausta e la vera vacanza deve ancora iniziare! Ore 17,20 – ANCORA 17? OH NO! Decolliamo per Melbourne.

Che casino, l’aereo arriva da Roma carico di Italiani che tra una partita a carte, risate e bevute non ci lasciano riposare.

-IL PEGGIORE DI LORO? Quello che per tutto il tempo, in prima fila, tiene i piedi appoggiati sullo schermo rendendo quasi impossibile la vista del film Martedì 21 AUSTRALIA STATO DEL VICTORIA 04,45 -MELBOURNE SIAMO DA TE! -ALLORA DOV’E’ IL CORRISPONDENTE CHE CI DEVE CONSEGNARE TUTTI I VOUCHER SIA AEREI CHE ALBERGHIERI? 05.00 iniziamo a preoccuparci 05,30 non si vede e mi reco al banco informazioni per farlo chiamare al microfono (dovesse essere in giro a cercarci) 06,00 arrivano i parenti australiani, (lo zio di Robi) con un giro di telefonate, improponibili per me, contattiamo l’agenzia.

-COME HA AVUTO UN CONTRATTEMPO? E SE INVECE DI DUE BALDI GIOVANI CI FOSSERO STATI DUE ANZIANI? ne abbiamo aiutati molti che venivano caricati sul volo dall’Italia dai figli e poi abbandonati a se stessi fino al prelievo dal fratello emigrato.

07,30 Eccolo arrivare, parla Veneto -DI DOVE SEI? -MONSELICE -ALLORA QUESTO LO CAPISCI…VA IN… Risolta la questione ed entrati in possesso dei nostri biglietti ce ne andiamo a casa. Le prime 5 notti le passeremo con i cugini.

-CHE FREDDO. E’ pieno inverno ed il termometro segna 6 gradi.

Strano ma dopo tante ore d’aereo non ci sentiamo ancora stanchi e dedichiamo la mattina ad un piccolo assaggio di città.

Una delle attrazioni è Rialto Tower una meraviglia architettonica degli anni ’80. Al 55° piano c’è l’osservatorio con una vista mozzafiato, scorgiamo anche il circuito di Formula 1. Poi la St.Paul Cathedral in stile neo-gotico del 1875 e sede della chiesa anglicana. I nostri parenti ci guardano stupiti nel vedere che apprezziamo queste cose, -MA COME, CON LE VOSTRE CHIESE SUPERBE MI FOTOGRAFATE QUESTA? Altro punto focale è la Flinders Street Railway Station posta sulle rive del fiume Yarra in stile Edoardiano, eretta nel 1907 in arenaria color miele. Il sonno inizia a farsi sentire e, nel pomeriggio, rientriamo a casa per un piccolo sonnellino.

Oggi è anche il compleanno di Robi e per farci una sorpresa ci portano a cena in un ristorante…GRECO? Scopriremo in seguito che è usanza mangiare nei locali multietnici e li ringraziamo di non averci portato in quello italiano. Altra sorpresa è la possibilità di portarsi le bevande da casa, qui il vino costa molto, anche la tassa per poterlo vendere. Vi immaginate se noi ci recassimo in un qualsiasi nostro locale con il sacchetto delle bottiglie? Mercoledì 22 Iniziamo la giornata con una bella colazione di frutta e poi via alla scoperta della MORNINGTON peninsula a due ore di strada a sud di Melbourne. Un lungo lembo di terra, 96 Km, spiagge e piccole cittadine di riviera rivolte verso la baia interna, costa rocciosa e buona per il surf verso l’oceano, piccole ma superbe vigne all’interno. Dall’alto dell’ Arthur’s Seat Park godiamo di ampi panorami sulla baia. Una seggiovia porta sulla vetta di questo monte di appena 300 mt. Ma è inverno ed è chiusa. Prima tappa è Sorrento, piccolo centro elegante dove anche i fast food sembrano di classe. Poi attraversiamo Portsea e scopriamo che verso la punta estrema della penisola esiste anche San Remo. Sguardo all’interno sui vigneti ed è ora di rientrare. Il tempo è variabile ma il giaccone non lo togliamo mai; si passa dai 4/5° della mattina ai 13/14° del giorno.

Giovedì 23 Oggi YARRA VALLEY, un’ora di strada a nord-ovest, una delle più antiche regioni vinicole del VICTORIA ed una di queste aziende ha un nome italiano la De Bortoli. Ci avventuriamo in un bosco ed andiamo a vedere la diga che crea il serbatoio d’acqua per la città. Nel parco ci sono piazzole per il pic-nic ovunque, gli australiani sono amanti del barbecue, il sole porta la temperatura a 19° e con un semplice maglione si sta divinamente. Non ci sono vacanzieri che schiamazzano, il silenzio del bosco è rotto solo dal fischio strano di alcuni uccelli . Ed ora,sulla strada del ritorno, una sosta ad Healesville, sulla Maroondah Highway. Ospita il Wildlife Sanctuary istituito negli anni ’40 per curare animali orfani o feriti. Abbiamo una fortuna pazzesca, era ora, ed ascoltiamo estasiati l’uccello LIRA che innalza la sua coda nel corteggiare una femmina. Alla sera gironzoliamo per la città, è fantastica l’illuminazione notturna dei grattacieli, forse perché è la prima volta che vedo svettare questi moderni alberi, sembra una foresta tecnologica.

Venerdì 24 Uno dei mie desideri si realizza, via lungo la GREAT OCEAN ROAD, la miscela paesaggistica più spettacolare d’Australia, tanto qui 300 Km. Sono briciole insignificanti. Tappa a Lorne, una delle località costiere più eleganti nota agli amanti del surf. Percorriamo un tratto di strada sinuoso e talmente bello, difficilmente teniamo gli occhi sulla strada ma non importa tanto guida il cugino Robert, che ci porta ad Apollo bay una delle parti più scenografiche di questa strada costiera. Un piccolo break per il pranzo (sconvolti nel vederli divorare un panino col pollo annaffiato da un bicchiere di latte) e riprendiamo la strada che piega nell’entroterra arrampicandosi nelle OTWAY RANGER una delle zone pluviali più umide del Victoria. In un susseguirsi di colline e pascoli, (mai viste così tanta mucche libere) appaiono piccole insenature dove il mare sembra volersi appropriare degli spazi liberi -NON E’ CHE SIAMO IN IRLANDA? Mi chiedo Con una deviazione a sinistra, una strada sterrata porta al faro di CAPE OTWAY costruito dai prigionieri nel 1848 in seguito ad una serie di naufragi.

E finalmente ecco, i Twelve Apostles “dodici apostoli”, enormi pilastri rocciosi alti più 6o mt. Per le foto questo è il momento migliore, nel tardo pomeriggio, quando il colore del tramonto illumina ancora più di ocra queste fantastiche torri anche se è un’impresa ardua tenere la macchina fotografica ferma, con questo vento gelido.

Il ritorno è più veloce, percorriamo l’interno ed alla sera, in città, in un ristorante con i muri riproducenti il Canal Grande mangiamo il solito filetto (e ci sembra di essere in Toscana). -SORRENTO, SAN REMO, VENEZIA, ED ORA LA FIORENTINA CHE LA VERA ITALIA SIA QUI TRA GLI IMMIGRATI? Sabato 25 Ultimo giorno a Melbourne, amanti dei mercati popolari non potevamo farci mancare il Queen Victoria Market, aperto intorno al 1870.

-AVETE PRESENTE I NEGOZI SOTTO IL SALONE MA ANCORA PIU’ NUMEROSI DEI BANCHI IN PRATO? I Padovani sanno di cosa parlo. Un schiera di commercianti urlano per reclamizzare i loro prodotti. Si va dalla bancarella di artigianato ai chioschi in ferro degli alimentari.

-COSA? NON DITEMI CHE I PROSCIUTTI E SALAMI SONO IN VETRINA GIA’ TAGLIATI A FETTE! ED IL PROFUMO CHE ESCE DALL’AFFETTATRICE AL TAGLIO DEL CRUDO DOVE LO METTIAMO? E LA FRESCHEZZA NEL MANTENERE IL PEZZO INTERO DOV’E’? Alla sera dell’ultimo giorno non mancava che la festa organizzata per noi, sembra di stare a Little Italy, veneti, abruzzesi, liguri in un miscuglio di antichi dialetti regionali, mescolati all’inglese dell’immigrato, a stento riesco a capire qualcosa. Ma una cosa ora capisco, cosa vuol dire essere lontani dalla propria patria, ne farò esperienza e guarderò con occhi diversi i nostri extracomunitari.

Domenica 26 Ed ora via, alla scoperta della natura, con qualche lacrima ci accomiatiamo, la distanza è enorme e lo zio non è proprio giovane, chissà quando ci rivedremo. La promessa dei cugini è di non scordarsi mai delle loro radici anche se nati in questo luogo.

NORTHERN TERRITORY 8.45 decolliamo 9,50 atterriamo ad Adelaide 10,10 si riparte -ABBIAMO RISPARMIATO? ALLORA NON ROMPERE, TACI E QUESTI SONO I VOLI! 12.10 Alice Springs 12,35 Alto decollo -FORSE HO ESAGERATO COL RISPARMIO, SIAMO PIU’ STANCHI DEL VOLO LONDRA-BANGKOK.

Questo nuovo volo dà una strana sensazione a Robi, mentre io eccitata guardo il Red Centre dall’oblò e mi chiedo come gli aborigeni abbiano fatto a rappresentare dall’alto i colori del territorio nei loro dipinti, lui…Cerca di vomitare senza successo 13,30 AYERS ROCK -RIPOSARSI? COSA VUOL DIRE? Ci aspetta già da subito una camminata attraverso una spettacolare gola di KATA TJURA (le Olgas) un gruppo di monoliti in arenaria, che danno origine ad un labirinto mozzafiato. Il primo europeo a vedere tale meraviglia fu un certo Giles nel 1873 battezzandoli in onore della regina Olga. Per gli aborigeni invece sono sempre stati Kata Tjuta “molte teste” . La più grande di queste 36 teste è il Monte Olga (550 mt.) Arriva il tramonto e come a teatro si alza il sipario sul più grande monolite del mondo ULURU. Da una piattaforma in cemento attrezzata per i turisti attendiamo con champagne e tartine lo spettacolo cromatico che il sole proietta con le sue ombre: rosso fuoco, arancio, marrone e nero. Niente da dire, bellissimo ma rimpiango un po’ il silenzio della gola delle Olgas ed il rosso delle rocce che si stagliava alto nel cielo blu cobalto.

-SE VOGLIO ASSAPORARE IL MISTERO DEL DIO SERPENTE CHE FASTIDIO TI DA? NON ODIO LA GENTE MA QUI BISOGNA ESSERE SOLI, IN SILENZIO, IMMAGINARE E SENTIRE IL RESPIRO DELLA TERRA.

-VA’ BENE, NON SONO NORMALE…E NE SONO ORGOGLIOSA! Roberto è proprio giù, soffre e tutto gli dà fastidio, l’ultimo volo lo ha messo proprio KO non beve neppure il vinello freddo e frizzante. Conosciamo una coppia napoletana che è in viaggio di nozze ed in 4 settimane stà compiendo il giro del mondo -MA SI PUO’ ESSERE PIU’ ASSURDI? COSA CAPIRANNO? CHE LA TERRA E’ TONDA E L’AEREO AVVICINA TUTTI I CONTINENTI? Rientriamo in camera, non pensiamo a mangiare -ANZI, NON PENSI A MANGIARE PERCHE’ HAI LO STOMACO SOTTOSOPRA, ED IO? Sono le 21,00 lui dorme già, io esco ,notte magnifica, in lontananza i dingo abbaiano, sola all’aperto respiro a pieni polmoni e guardo il cielo stellato che più luminoso non può essere. Strana sensazione: -MI SENTO A CASA Lunedì 27 04,15 mattino -CHE ORE SONO? NO NON E’ POSSIBILE, MA NON SIAMO IN FERIE? 05,50 andiamo ad ammirare l’alba su Uluru, fa freddo (-2°) e scoppio dal ridere nel vedere i turisti (non i viaggiatori) vestiti con pantaloncini corti, maglietta e qualcuno con ai piedi anche gli infradito, battere i denti.

-HAI VISTO, TU CHE MI CRITICAVI PERCHE’ SONO PARTITA CON SCIARPA E GUANTI? I colori del mattino sono gli stessi della sera ma al contrario, si và dallo scuro al rosso. Intensissimi anche questi ma credetemi, l’unica esclamazione che esce dalle mie labbra è: -SIAMO COME I GIAPPONESI A VENEZIA Si può godere di tutto ciò tra flash, applausi, commenti risate insomma… RUMORE? Dopo un caffè orripilante: -LO SPUTO O LO BEVO? veniamo dirottati verso una passeggiata. Qui la situazione migliora, siamo solo io, Robi ed una guida che parla italiano tutta per noi. Ammirare questo gigante lo si può fare in tre modi: osservandolo da terra, salendoci sopra o sorvolandolo. Altra possibilità, per i pigri, è percorrere l’intero giro in auto, un circuito di 11 Km. Mentre la maggior parte decide di passare il tempo tra foto e salita al monolite, senza porsi la domanda se questo fa piacere o no agli Aborigeni, noi iniziamo un percorso fantastico Base Walk, un giro che ci porterà ad ammirare la flora e la fauna e l’arte rupestre presente nel sito di MUTITJULU e la pozza d’acqua sacra che disseta il Serpente Arcobaleno.

-FINALMENTE FACCIO QUALCOSA DI SERIO, LO SO’ E’ INUTILE CHE CONTINUI A RIPETERMELO, SONO UNA LAGNA, IO ED IL MIO SILENZIO Al termine ci dedichiamo ad un giretto all’interno del centro culturale il classico souvenir shopping ma almeno i soldi usati qui sò che vanno alla difesa della cultura del luogo.

13,45 si riparte, questa volta in pullman per raggiungere WATARRKA NATIONAL PARK (Kings Canyon) Il tragitto è molto lungo ed a metà percorso c’è un cambio di pullman. Arriviamo di sera ed il resort, con questo buio, ha un che di inquietante, isolato nel RED CENTRE . Le costruzioni sono dei piccoli container in lamiera verde e ci viene raccomandato di non spaventarci se troviamo degli innocui topini nella stanza, in fin dei conti gli estranei siamo noi.

E Robi da bravo ed impavido difensore di donzelle mi calma con: -AVANTI CON QUESTA MANIA DELLA NATURA, CI MANCAVANO I TOPI E POI…COS’ALTRO HAI IN SERBO? MANCANO ANCORA 10 GIORNI ALLA FINE, DOVE MI PORTERAI? Faccio finta di non sentire mentre lui tappa ogni fessura possibile con gli asciugamani.

Domani altra levataccia così, per non scordarmi niente, preparo già lo zaino -HAI VISTO IL CONTENITORE DEI RULLINI FOROGRAFICI? Sparito, non è possibile; prima la cinepresa rotta ora i rullini con tutto il servizio in Thailandia, le foto sono per me come diamanti, riflettono la luce che vi è penetrata all’interno.

-TOGLIETEMI TUTTO MA NON…LE MIE FOTO! Dopo un giro di telefonate (hotel precedente ed autisti di bus presi), vengono ritrovati e qui ha ragione Robi: -TU E LA MANIA DI NON CHIUDERE LO ZAINO Infatti erano caduti sul carretto, attaccato al gancio del bus, che conteneva le nostre sacche.

-DOMANI ARRIVANO COL PULMAN DELLE 13? MA NOI SIAMO ANCORA QUI? SICURI CHE CE LA FANNO? -TACI E CHE TI SERVA DA ESPERIENZA! Ceniamo in un capannone tipo sagra paesana, l’unico della zona,ricordo che siamo in mezzo al niente, solo una pompa di benzina. Non tutti passano di qui, fortunatamente, solo pochi impavidi che amano i sentieri come noi.

Bellissimo c’è un gruppo che suona musica country e mangiamo bistecche ai ferri e patate seduti su grandi tavole di legno -SIAMO IN ARIZONA? Martedì 28 04,15 mattina -NO, LA SVEGLIA… ANCORA! 06,00 dopo un caffé nel solito capannone e credetemi, sono felice di vedere l’alba, partiamo con il nostro zaino per questa nuova esperienza. Il 70% di chi ha raggiunto questo posto opta per una semplice passeggiata la KINGS CREEK WALK all’interno della gola del canyon ( 1 ora ) noi no, quella più impegnativa la Canyon Walk che ci porterà al di sopra, lungo l’orlo del canyon tra speroni rocciosi e… -ASPETTATE ORA VI RACCONTO TUTTO Il ragazzo che ci accompagna, siamo solo noi due, parla italiano ed ha girato l’Europa in autostop. La salita inizia subito con una bella pendenza, non fatelo nella loro estate, tutto il percorso durerà 3 ore ed al mattino si registrano 8°. A gennaio si possono raggiungere anche i 50° Tra scalette di legno a precipizio sulla cascata ed il lago attorniato da felci risalenti ancora all’epoca dei dinosauri, siamo in vetta. Una parete di colore ocra, nero, rosso..

-VI FARO’ VEDERE LE FOTO PERCHE’ E’ INSPIEGABILE Liscia come il marmo ci dà le vertigini e poi, ecco l’ultima arrampicata ed il panorama che si apre davanti è… magico. Avevo già visto il film PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO, ma ora conosco la sua emozione. E’ stato girato tra i grandi spazi ed i colori spettacolari dell’ outback nel 1994. Apro le braccia ed immagino di volare. Intanto la temperatura è salita a 20 gradi, la giacca non serve più. Ed è arrivata l’ora di scendere -CI SARANNO I MIEI RULLINI? 13,30 ecco il bus ed ecco i miei tesori. Saliamo su quello diretto ad Alice Spring ed attendiamo la partenza 14,30 siamo ancora qui con l’autista sotto il pullman che tenta di ripararlo per un guasto alla pompa. Una pulitina alle mani sul camicione da meccanico unto d’ olio, cambio d’abito e tenuta d’autista e via 14,40 si parte ma impossibile seguire la strada sterrata prevista, è troppo tardi e qui di notte non si scherza. Percorriamo a ritroso i 40 Km. Che, con una deviazione, ci avevano portato al Parco e ci immettiamo nuovamente sulla STUART HIGHWAY la famosissima via, non meno nota della sorella 666 americana, che taglia in due il continente per 2.735 Km, da PORT AUGUSTA al sud a DARWIN al nord. Il nome è un omaggio all’esploratore John McDouall Stuart che per primo seguì questa pista nel 1861.

-ALLORA RIUSCIREMO A VEDERE I ROAD TRAIN! Sono camion merci che come dice il nome fungono da treno in quanto muniti di 3 se non 4 vagoni per il trasporto.

-ED ORA PERCHE’ CI FERMIAMO NUOVAMENTE? L’autista si cambia ancora, infila la tuta unta d’olio e scompare sotto il bus. La dannata pompa non ha retto e noi siamo in mezzo al niente. In 10 minuti la sistema alla meglio e via -UN CORNO, altro stop dopo mezz’ora. Qui i guidatori devono essere anche meccanici, medici e quant’altro per affrontare ogni emergenza perché non sempre si incontra qualcuno all’emergenza.

20,30 ALICE SPRINGS una città oasi nel cuore delle magnifiche… -MA QUANTE VOLTE ST0’ USANDO SUPERLATIVI? McDonnell Rangers. ALICE nacque nel 1871 come stazione ripetitrice per il telegrafo,oggi monumento storico, collocato accanto a delle sorgenti d’acqua, le springs;, il sovrintendente Charles Todd diede a queste il nome di sua moglie Alice. Ne furono costruite 12 collegate, attraverso un cavo sottomarino, da Darwin all’isola di Giava per mettere in contatto l’Australia con il resto del mondo.

Bene, all’arrivo rischiamo di non scendere alla fermata giusta perché l’hotel ha cambiato nome da un mese -ACCIDENTI A ME ED AL MIO INGLESE Mercoledì 29 finalmente riusciamo riposare un po’ di più. Una colazione decente e non il solito caffé e via, due passi per ammirare i monti che ci circondano, poi taxi, aeroporto e 12,05 decolliamo 13,45 DARWIN Sullo shuttle bus per il centro conosciamo una coppia toscana che avevamo già visto al canyon. Scendono con noi, il loro ostello è vicino al nostro albergo, si fa amicizia e ci si mette d’accordo per la sera, si và a cenare insieme.

Due passi dopo aver riposto le nostre borse lungo il Bicentennial Park pieno di verde e percorsi per si aprono su punti panoramici. Vediamo un piccolo sentiero che porta ad una spiaggia, il sole scalda le nostre ossa e siamo tentati di fare un bagno ma desistiamo anche perché non manca molto all’incontro con i nostri nuovi amici. Il localino scelto è fantastico, devo ringraziare il mio libro guida, si trova alla fine del molo di Stokes, affacciato sul porto. Mangiamo un piatto composto da una varietà incredibile di crostacei e molluschi accompagnati da salsine squisite. – HO APPENA COMPIUTO GLI ANNI (Roberta) -ANCH IO (Roberto) -QUANDO? (Roberta) -IL 21 (Roberto) -ANCH’ IO (Roberta) -E TU, NON SARAI MICA NATO IN LUGLIO CON LA TUA PRECISIONE, MUNITO DI MAPPE, FOTO E QUANT’ALTRO (Francesca) -SI, L’ 1 (Gianni) -ECCO LO SAPEVO, IO IL 5 (Francesca) E l’amicizia si consolida ancora di più.

Non si può fare tardi, domani altra levataccia. Intanto concludiamo la serata con una notizia che ci gela il sangue. Sulla spiaggetta dove poche ore prima volevamo fare il bagno, è stato catturato un coccodrillo, quale sarà stato il santo che ci ha trattenuto dal tuffarci? Una sorta di alone negativo continua a seguirci ma uno positivo sembra contrastarlo.

Salutiamo Gianni e Roberta scambiamo gli indirizzi ed ora a nanna.

Giovedì 30 KAKADU NATIONAL PARK 05,00 e vai con la sveglia! 06,40 aspettiamo il bus della Art Kings che ci porterà per 2 giorni all’interno del parco nazionale 07,10 iniziamo bene, mezz’ora di ritardo, avremmo potuto dormire un po’ di più Prima tappa la crociera sul Yellow Water una laguna orlata di vegetazione. Nella stagione secca (questa) ospita molte specie di uccelli acquatici e coccodrilli e non mancano le ninfee che creano un variopinto tappeto sul Billabong.

-AVETE PRESENTE I DOCUMENTARI? Sono elettrizzata da tanta natura, sembra tutto irreale.

Piccola pausa per il pranzo dove assaggiamo io il pesce Burramundi e Robi, una costata di bufalo e siamo pronti per un piccolo treaking fino a Nourlangie Rock -NON SI POTEVA FARLO A STOMACO VUOTO? Uno dei siti più spettacolari con una formazione di arenaria di colore rosso intenso e dipinti rupestri che risalgono a 20.000 anni che a mi lasciano a bocca aperta. Qui l’equazione è presto fatta: MICHELANGELO : ARTE ITALIANA = LE PITTURE RUPESTRI : AUSTRALIA E se la guida è ottima si riescono ad apprezzare ancora di più.

-CHI E’ LA GUIDA? Un veneziano laureato in biologia, figlio del giudice Salvarani, e mi permetto di fare il suo nome proprio per la competenza in materia di animali e natura. Ha vinto una borsa di studio come etimologo; mentre i vari turisti camminavano per raggiungere il luogo, lui voleva scovare uno dei ragni della zona, quelli giganti, e farci assaggiare una formica molto apprezzata dagli aborigeni; sono riuscita a farlo desistere dalla sua impresa ma ugualmente ci ha fatto scoprire il profumo della formaldeide prodotta da queste formiche.

Ed ora, alla fine della giornata, si torna all’ovile in uno degli hotel più ketch mai visti il GAGADJU CROCODILE. Come dice il nome è a forma di coccodrillo, si entra dalle fauci e le camere sono nei fianchi del corpo: la pancia è provvista di piscina.

I turisti lo apprezzano io no. Vedendo il campo tendato accanto dove alloggiano quelli che hanno scelto i tour in fuoristrada mi rammarico di non dormirci anch’io ma d’altronde, per la prima volta lontani dall’ Europa, non sapevo come regolarmi.

Tutti comperano la cartolina dell’albergo con la veduta dall’alto, non l’apprezzo ma la compero anch’io -SONO O NON SONO COERENTE CON LE MIE IDEE? Venerdì 31 Si parte per un nuovo giorno nel Parco, territorio aborigeno venduto al governo con diritto d’affitto, 20.000 Km. Quadrati di isolata natura, grande quanto la Val D’Aosta. Altra crociera di GULUYAMBI, con guide aborigene che descrivono le tradizioni locali e ci porteranno lungo il corso del fiume East Alligator River con i suoi coccodrilli, ci raccontano dell’ultimo pescatore che con la barchetta è stato assalito e sbranato -ALTRE COSE NON POTEVATE DIRCELE? e di come dovevamo stare attenti a non sporgerci troppo perché qui i coccodrilli saltano -AVANTI CON LE SFIGHE…

Alla fine, su di un’insenatura, scendiamo ed ascoltiamo il concerto con i DIDGERIDOO che ci propongono i nostri due ranger aborigeni, gli unici autorizzati a condurci, in quanto loro territorio. E’ uno strumento a fiato ricavato da un ramo cavo (scavato dalle formiche) di eucalipto che emette un suono bellissimo, ancestrale -O UN A PERNACCHIA… a seconda di chi lo suona, tipo me.

Un piccolo spuntino e nuova destinazione Ubirr. Ci raccomandano di ricoprirci di repellente per le zanzare in quanto è possibile contrarre una malattia ossea che crea dolori alle articolazioni per un anno; questa è una cosa che non avevo letto in nessuna guida e nessuno ce ne aveva mai accennato. Ringrazio la mia pignoleria nel non voler mai affrontare le cose alla leggera, anzi mi ringraziano tutti, perché l’unica provvista di insetticida sono io.

-PORTO ANCHE QUESTO, NON SI SA MAI..

Qui le pitture si fanno sempre più simboliche ed è bello ascoltare le storie che raccontano, sono la trasposizione grafica delle nostre favole per bambini. Le pareti sono le loro lavagne e le immagini le istruzioni di come comportarsi nella vita.

Vi sono anche le immagini del Serpente Arcobaleno, un potente personaggio femminile della genesi aborigena, e dei cattivi spiriti Mimi che abitano le rocce. Gli artisti variano da più di 20.000 anni fa fino alla metà del XX secolo.

-SPERIAMO NON CI ABBIANO PUNTO LE ZANZARE… L’ultima camminata ci porta in cima ad un altopiano dove la vista spazia per 360°, verso l’immensità del territorio completamente piatto. Una distesa alluvionale si staglia ai nostri piedi, in lontananza un gruppo di piccoli canguri saltella tra il bush. Ora la stagione è buona ma fra due o tre mesi le piene non avranno pietà per nessuno, allagheranno anche le vie d’accesso al parco e la natura, ora arida, riprenderà a vivere…Ed il ciclo continua! Peccato sia stata impossibile invece la visita alla Ranger Uranium Mine, in attività dal 1979 e tra le più consistenti del globo, perché in corso le esplosioni per estrarre il minerale. Il territorio era già conosciuto dagli aborigeni come “zona della malattia” per le strane morti che si avveravano tra coloro che passavano su quei territori. Il giro è finito, si torna a Darwin non senza aver fatto una sosta per ammirare e fotografare i termitai giganti alti anche due metri.

Tutta questa frenetica corsa inizia a farsi sentire ed il fisico ci chiede riposo. Alle 22,00 siamo già al cospetto di Morfeo.

-A CHE ORA PENSATE CHE CI ALZEREMO DOMANI? SETTEMBRE QUEENSLAND Sabato 1 04,40 -AIUTO QUESTA VACANZA E’ UN INCUBO! 06,50 Si ri…Vola e questa è l’ottava volta che ci alziamo in cielo -SI, SEMPRE AL RISPARMIO… MA HAI VISTO CHE POSTI? Il nostro aereo prevede uno scalo a Gove/Nhulunbuy… un palo telegrafico, una stazione e 3 case in lamiera sembra il paese di A.Sordi nel film “Immigrato Australia sposerebbe…” -MA HA PURE UN NOME QUESTO…NIENTE? Si entra da una porta in quello che sembra un piccolo hangar in lamiera, una stanza 4×4 con una scrivania ed un unico funzionario e fuori manco la strada, solo sterrato.

A casa scoprirò poi che si tratta di un piccolo insediamento minerario di bauxite, sicuramente al di fuori da qualsiasi rotta turistica. Eppure ci vivono 5.000 dipendenti -MA DOVE SONO? 11,30 CAIRNS Con un taxi raggiungiamo l’hotel OASIS, aria di turismo e soldi, lusso bellissimo ma dopo tanti spazi aperti…Forse rimpiango un po’ il… -SI …ANCORA IL SILENZIO… -SEI UNA LAGNA… -LO SO! Domenica 2 Finalmente dormiamo di più, forse troppo perché perdiamo l’ultima partenza (non sapevo che ci fossero solo due andate e due ritorni) del KURANDA SCENIC RAILWAY un trenino che si arrampica sui pendii boscosi verso le fresche ed umide alture delle Atherton Tablelands. Nel punto più elevato l’altopiano tocca i 900 mt.

-ED ORA DOVE ANDIAMO? -FACILE… Il giro che mi ero programmata lo faremo all’incontrario, salita con la SKYRAIL RAINFOREST CABLEWAY e ritorno in treno.

-MA PROPRIO NEL VILLAGGIO DEGLI SCOPPIATI DOBBIAMO ANDARE? -FIDATI E POI QUESTO POSTO HA UN NOME… KURANDA Gli scoppiati sono coloro che raggiunsero questo posto isolato negli anni 60, le comunità hippy lo trasformarono in un centro d’arti e mestieri dove si tengono vari mercati.

Tutto il giro è affascinante, le righe per descriverlo non basterebbero mai.

Saliamo sulla cabinovia che percorre 8 km. Partendo dalla periferia nord della città. Ad ogni sosta, sono 3 tronconi, sentieri percorrono una delle foreste pluviali più grandi ed antiche del mondo, dalle cabine sfioriamo le cime degli alberi e tutto questo, nel rispetto dell’ambiente, è stato costruito utilizzando elicotteri per la posa dei piloni evitando così di creare piste per i mezzi attraverso la giungla. Ed ora torniamo a noi. Stiamo visitando il villaggio e chi troviamo? I nostri amici toscani.

-MA ALLORA L’AUSTRALIA E’ GRANDE O PICCOLA? Anche loro poi sono saliti con la cabinovia quindi il ritorno si fa in treno.

Dalla stazione in stile coloniale e trainati da un motore a vapore che ha più di 120 anni, percorriamo a ritroso i 32 km. Della linea ferroviaria mozzafiato costruita nel 1891 per collegare le miniere di stagno di Herberton con la costa. Attraversiamo ben 15 gallerie scavate nella roccia ed ogni tanto il convoglio si ferma per consentirci di scendere ed ammirare il paesaggio dalla lussureggiante vegetazione a cascate imponenti. Passiamo accanto al ripido orrido di 183 mt sulla BARRON RIVER GORGE e scendiamo dalle montagne in una serie di rampe. Raggiunta la pianura l’ultimo stop viene fatto per ammirare le coltivazioni di canna da zucchero, ci siamo letteralmente dentro.

Logicamente rientrati in città si cena insieme. Questa volta la scelta del luogo la fa Gianni con la sua guida tascabile. Ci facciamo coraggio a vicenda ed ordiniamo un piatto con varie specialità…Particolari, dal canguro al coccodrillo, dall’emù al barramundi.

-ANIMALISTI O NO, QUI SI MANGIA COSI’ E BASTA…

Domani noi ci rilasseremo con un po’ di mare loro, con l’auto a noleggio, ridiscenderanno lungo la costa est fino a Sydney, hanno davanti ancora 12 giorni. Lungo il viale di Cairns noto immensi alberi dove dormono dai pappagalli ai pipistrelli; ogni specie il suo albero ben distinto ed ora capisco perché i parcheggi lungo le strade sono vuoti, tutte al centro della carreggiata per evitare sgradevoli ricordini sulla carrozzeria. Lunedì 3 Non c’è molto da raccontare, altra giornata all’insegna del trasferimento. Qualche intoppo, ormai siamo abituati, perché le valige sono troppo grandi… -COSA TI AVEVO DETTO DALL’ITALIA? SONO SICURA CHE NON LE ACCETTANO Sapevo già che volevano un’ unico bagaglio e possibilmente non rigido perché il nostro volo della compagnia MACAIR prevede un aereo di soli 10 posti. Destinazione un’isola piccolissima in mezzo al mare corallino.

In mezzo all’ilarità dei turisti di transito all’aeroporto, apriamo davanti al banco i nostri bagagli per raccogliere le poche cose occorrenti all’interno di una sacca. Il resto lo lasceremo al deposito fino al nostro rientro. -FARLO PRIMA E LASCIARE IN ALBERGO NO, VERO? 15,30 partenza, mi sento in scatola, 40 minuti di volo…Ed eccoci… 16,10 DUNK ISLAND con tanto di collana di fiori all’arrivo, drink di benvenuto e piccola passeggiata intorno al resort per illustrarci la disposizione delle camere, ristorante e vari servizi.

Ora mi sento la classica turista grossa e danarosa in cerca di lusso ed esclusività per vantarsi poi con le amiche.

-EVVIVA, MANCAVA UN ALTRO IMPREVVISTO! Ci assegnano una camera all’interno della foresta ma, dall’Italia, ci avevano detto che non essendocene altre a disposizione, dovevamo pagare un supplemento per vista mare. Dopo un po’ di scuse, ormai il mio inglese è più fluido e riesco a far fronte anche a queste cose, ci danno le chiavi del chalet più bello, non solo vista mare ma quello lusso, distante da tutti in fondo alla spiaggia.

Martedì 4 Ora relax più assoluto, colazione abbondante e …Con molta calma, ritorno alla nostra casetta; vestizione in tenuta da spiaggia e siamo di fronte al mare. Non c’è nessuno, ricordo che la nostra suite è l’ultima della spiaggia al limitare della foresta, cremi, occhiali da sole, libro. Guai a chi ci fa alzare, staremo spaparanzati tutto il giorno 10,50 -ROBI, SONO STANCA DI NON FARE NIENTE.

Lo sapevo, non sono una lucertola. Scarpe, pantaloncini, zaino e via. L’isola presenta una foresta pluviale magnifica con esemplari che risalgono all’epoca dei dinosauri, logicamente non esistono strade ma dei sentieri lungo il bosco che portano a baie isolate od alla cima del monte.

Con la piantina in mano scegliamo il sentiero più breve, per ambientarci un po’. In meno di mezz’ora siamo in vista di Muggy Muggy beach. Solo due persone prendono il sole ed io mi scateno con le foto.

Gli abitanti dell’isola sono una strana forma di tacchino che li ritrovi ovunque, nella foresta, nel resort ed in spiaggia. Non sono gli unici animali, esistono le più temute VESPE DI MARE delle piccolissime meduse mortali presenti nei mesi estivi (ottobre-marzo) in questo periodo la balneazione in certi punti è proibita. Mercoledì 5 Oggi è deciso, solo mare, dobbiamo riposarci perché il viaggio di ritorno sarà lungo e pesante 13,00 -CHE NE DICI DI PROVARE UN ALTRO SENTIERO? NON E’ FATICOSO, C’E’ OMBRA NELLA FORESTA!!! Il ringhio di risposta non so come si scriva ma…Si parte.

Questa volta in un’ ora raggiungiamo Coconut beach abbastanza grande e con massi granitici che la rendono ancora più suggestiva. La baia è interrotta da una fitta boscaglia di mangrovie con le radici esposte dato che c’è la bassa marea. Roby tenta con l’impresa ROTTURA COCCO ma tutti i tentativi risultano vani.

Stà per calare il tramonto ed è meglio incamminarci siamo senza pila, dobbiamo riattraversare la foresta e non si sa che animali si possono incontrare…Anzi lo sappiamo ed è per questo che è meglio allontanarci in tempo. Lungo il percorso ci lasciamo alle spalle un ponte tibetano che porta alla sommità dell’isola, peccato sia quasi buio.

Giovedì 6 Ultimo giorno di mare, dopo la colazione prenotiamo un giro in barca per visitare le Isole della famiglia con partenza dal molo alle 14,30 tutto il tempo per un piccolo bagno di sole 10,30 siamo sulla sdraio… -IL PONTE TIBETANO? …Vengo guardata male…

11,30 ci siamo già cambiati gli abiti e le scarpe, non possiamo andarcene senza salire sul monte Kootaloo alto 271 mt.

In effetti è un pò tardi perché la salita richiede 1ora e mezza e forse non ci resta il tempo per scendere e raggiungere il battello per il tour delle isole.

Iniziamo comunque il percorso almeno fino ad attraversare il ponte visto il giorno prima…Povero amore, quanta pazienza! Ci imbattiamo nella tomba del poeta e scrittore E.J. Banfield e di sua moglie Berta trasferitisi qui per vivere nel 1897 e morirvi il 12 giugno del 1923 dopo aver scritto diversi romanzi ambientati a Dunk a casa dovrò documentarmi perché non l’ho mai sentito nominare. Ecco il ponte, al passaggio tutto trema è divertente. A dispetto delle tabelle senza soste e con una leggera corsa (in salita) scopriamo che i nostri polmoni e le coronarie sono ancora in buono stato. La vista dalla cima spazia sull’arcipelago ma dopo solo due minuti dobbiamo scendere e sempre di corsa, i pochi turisti che salgono ci guardano perplessi.

Costeggiamo varie isole ma la più famosa è Bedarra rifugio esclusivo per i VIP da Elton John a Sara Fergusson o qualche pilota di F1 alla fine del G.P. Di Melbourne. Al ritorno ci godiamo l’ultimo tramonto chissà che foto stupende.

Venerdì 7 L’aereo della Macair ci aspetta e decolliamo alle 9,30 ed in 45 minuti raggiungiamo Cairns. Recuperiamo le valige, trasferiamo gli abiti che avevamo prelevato alla partenza tutto in fretta e furia e con gli sguardi divertiti dei passanti 14,40 lasciamo definitivamente questa magica terra riproponendoci di tornare al più presto (complici i parenti) 20,30 Ciao SINGAPORE, ci si rivede dopo un anno; infatti l’avevamo utilizzata come tappa per un viaggio in Indonesia e anche stavolta ci facciamo portare con un taxi all’hotel Meridien lungo l’arteria principale della città e vicino a molti luoghi di visita.

In camera, stanchi morti, decidiamo (decido?) che l’anno prima ci mancava il giro in barca lungo il fiume, cosa vuol dire questo?…

Ma che alzeremo presto…Semplice! Sabato 8 Con un taxi raggiungiamo il lungofiume il giro è anche bello ma la pioggia non perdona, sono in difficoltà sia con le foto che con la cinepresa. Alla fine il sole riappare e la passeggiata lungo il Boat Quey con i suoi localini è piacevole. Con gli occhi al cielo camminiamo alla base di enormi grattacieli, risposta moderna agli alberi secolari visti sino a pochi giorni fa Ci dirigiamo al Raffles Hotel il primo sorto qui nel 1887 per i ricchi inglesi e poi torniamo al nostro punto di partenza, Orchad Road si ripigliano le valige e via verso l’aeroporto 23,00 il nostro QUINDICESIMO decollo…Cara vecchia Europa stiamo tornando! Domenica 9 05,00 LONDRA con un anticipo di 15 minuti ci sentiamo sollevati perché abbiamo il transfer di un ora da Heatrow a Gatwich giusto il tempo per correre e salire sul volo per Venezia.

Neanche al ritorno invece fila tutto liscio, siamo si in anticipo ma restiamo letteralmente sigillati in aereo per mezz’ora, il portellone per un guasto non si apre.

Alla fine, sempre col fiato in gola, decolliamo alle 8.30 per raggiungere casa.

Lunedì 10 inizia il tran tran, lavoro- casa, casa-lavoro. Mi consola il fatto che per un po’ di tempo continuerò ad assaporare l’aria di ferie catalogando le foto, mentre sul filmato ho seri dubbi visto la caduta della cinepresa. Non resisto alla frenesia di vedere le immagini meticolosamente scattate, è la prima volta che corro subito dal fotografo, domani avrò impresso su carta ciò che i miei occhi hanno registrato

Martedì 11 08,50 NEW YORK viene colpita nel cuore di Manahtan, le torri gemelle cadono abbattute da due aerei di linea dirottati sulla città un terzo pare caduto sul Pentagono.

Per soli due giorni siamo riusciti a rientrare ora i voli che transitano sopra il Medio Oriente sono tutti cancellati -FORSE ERA MEGLIO RESTARE?…SI Avrei evitato l’ennesima maledizione che il venerdì 17 ci ha incollato come una seconda pelle.

Il fotografo è stato derubato di 100 rullini tra i quali ci sono anche i miei, se ne và quindi anche l’ultima boccata d’aria fresca che avevo riportato a casa per sopravvivere all’inverno.

L’Australia vuole essere lasciata in pace, non deturpata da immagini che non rendono giustizia a quello che si assapora vivendo sul luogo. Chiudo gli occhi, le palpebre fanno da schermo, attivo la mente e proietto i luoghi che mi hanno reso serena e rilassata.

SOLO IO POSSO VEDERE E CAPIRE.



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