India del Nord: Rajasthan, Agra, Varanasi e Delhi

La nostra attrazione per l’India è nata dal cibo, provato diversi anni fa e del quale ci siamo letteralmente innamorati; è poi aumentata nel corso degli anni attraverso varie letture, da Tiziano Terzani a Federico Rampini, passando per Kaushik Basu, fino ad arrivare a vari autori indiani contemporanei che danno un ritratto dell’India meno...
Scritto da: dieyoung
india del nord: rajasthan, agra, varanasi e delhi
Partenza il: 28/01/2009
Ritorno il: 14/02/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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La nostra attrazione per l’India è nata dal cibo, provato diversi anni fa e del quale ci siamo letteralmente innamorati; è poi aumentata nel corso degli anni attraverso varie letture, da Tiziano Terzani a Federico Rampini, passando per Kaushik Basu, fino ad arrivare a vari autori indiani contemporanei che danno un ritratto dell’India meno ancorato a romantici e vetusti cliché ma fedele a ciò che abbiamo visto e vissuto in questa esperienza indiana, con tutte le contraddizioni, la bellezza e la durezza di ciò che abbiamo osservato, la gente buona e quella meno buona, le belle persone conosciute e la positività che il subcontinente ci ha lasciato. Si dice sempre che l’India non lascia indifferenti, la si odia o la si ama, nel nostro caso è amore assoluto, nonostante le difficoltà avute ed è forte il desiderio di ritornarci. Con un po’ di spirito di adattamento e tanta pazienza è un viaggio alla portata di tutti coloro che non siano turisti da villaggio, purché ci si lasci dietro, com’è ovvio, le pretese che tutto funzioni come siamo abituati. L’India ti travolge, nel bene e nel male, ti snerva, ti stressa, ma ti da tanto se gli apri il cuore. Te lo riempie. E posso dire che i suoi effetti sono duraturi, ad esempio la sensazione di serenità interiore che mi sono ritrovato per oltre un mese dopo il rientro, io che sereno non mi sento quasi mai, men che meno al rientro da un viaggio, con la ripresa della routine quotidiana. Gli indiani sono tanti, troppi, la discrezione non è certo la loro migliore qualità e non mancano di dimostrarlo. Ti cercano, ti studiano, ti guardano come fossi un alieno e si avvicinano per conoscerti, salutarti, toccarti, sapere da dove vieni, magari venderti qualcosa o chiederti semplicemente soldi. Il rutto durante il pranzo è una costante, così come a volte non mancano altri rumori provenienti da zone più basse, in tutta naturalezza.

L’estrema povertà è una delle cose che ti colpiscono di più, in una nazione che sta progredendo velocemente e dove ci sono sempre più ricchi e benestanti non puoi non chiederti come sia possibile che convivano un’anima moderna ed una arcaica, legata al mondo dei villaggi, un insieme di modernità e di arretratezza, attraente fino al momento in cui sei costretto ad evitare una moto che incurante del corretto senso di marcia quasi ti investe senza fermarsi e poco dopo ti si avvicina uno storpio o un lebbroso per chiederti l’elemosina e istintivamente ti ritrai mentre quello allunga la mano verso di te quasi a sfiorarti. Il caos è ovunque, nelle strade invase da una densità di mezzi di trasporto per noi impensabile che, con un perenne sottofondo di clacson, vede auto, camion, moto, biciclette, risciò sfiorarsi in un traffico senza regole dove non riesci a capacitarti di come succedano così pochi incidenti. Ma, nelle tante contraddizioni, oltre al caos regna il silenzio e la quiete, quella degli ampi spazi Rajasthani e dei parchi che circondano vari monumenti.

L’odore delle spezie si alterna a quello dei rifiuti, a quello degli escrementi e a quello dei gas di scarico, al profumo di fiori e incensi. Tutto attorno è pieno di spazzatura, non ci sono cassonetti per i rifiuti e una volta che ne ho cercato uno a Jaisalmer per tutta risposta la persona a cui l’ho chiesto mi ha gentilmente preso il fazzoletto che dovevo buttare e l’ha gettato nei canali di scolo delle acque.

Gli animali sono dappertutto, tranne che a Delhi ormai ripulita dalla loro presenza, ma contrariamente a quanto pensavo, pur essendo sacri vengono anche presi a botte se non si spostano. Ma in realtà sei tu a doverti spostare per evitare che qualche mucca ti venga addosso o di ritrovarti qualche maiale tra i piedi. Per non parlare dello slalom tra gli escrementi, anche se poi quando vedi alcune persone che fanno i loro bisogni tranquillamente all’aperto dubiti che quelli siano davvero escrementi animali.

Pur vivendo nella miseria e in mezzo a tale sporcizia gli indiani però sono puliti, a modo loro ma lo sono. Si lavano tutti i giorni, nell’acqua sporca magari ma si lavano e non puoi che rimanere impressionato dai loro denti bianchissimi che, a rigor di logica, dovrebbero invece essere neri.

Gli indiani sono accoglienti, si privano anche del poco che hanno per offrirtelo, anche se spesso hai il sospetto che facciano tutto in cambio di qualcosa, materiale o spirituale che sia. Molti cercano di truffarti, altri ti truffano senza volerlo, come ad esempio quando chiedi un’indicazione stradale e pur di risponderti ti mandano da tutt’altra parte, per cui è bene sempre chiedere la stessa informazione a 3-4 persone diverse.

I sorrisi dei bambini che ti circondano dovunque vai, quelli delle donne che lavorano nei campi con i loro elegantissimi sari colorati e che ti salutano quando passi in macchina ti colpiscono anche perché, dalle nostre parti, gente che lavora pesantemente ed è in condizioni di estrema povertà difficilmente saluta e sorride ai passanti o si fa fotografare allegramente. È forse questa serenità, di un popolo povero ma dignitoso, l’aspetto che ti resta maggiormente impresso.

Il viaggio è durato 18 giorni in tutto, alcune tappe tipo Varanasi meriterebbero qualche giorno in più dei due che ci abbiamo trascorso, altre tipo Pushkar sono un po’ sopravvalutate e forse se ne potrebbe fare anche a meno, vedere qualche finto santone che cerca di estorcere soldi e vari hippies alla ricerca di droga facile non è proprio da ritenersi imperdibile, soprattutto in un luogo sacro in cui tutto ciò sarebbe vietato. Chiacchierando con qualche indiano in varie città la risposta a proposito di Pushkar è sempre la stessa: brutto posto, per via della droga e della gente che lo frequenta. Onestamente l’alone di sacralità che viene citato nelle guide non l’abbiamo avvertito, probabilmente lo avrà avuto in passato ma ora pare proprio un artificio turistico che al di là del tranquillo lago non offre granché. Di seguito qualche dettaglio organizzativo e qualche parere/consiglio utili magari per chi ha intenzione di intraprendere lo stesso viaggio. Il periodo di viaggio è ottimale, fine gennaio metà febbraio corrisponde alla nostra primavera inoltrata, quindi né freddo, né troppo caldo, né pioggia.

Queste le città dove abbiamo pernottato e gli hotel: Delhi – hotel Singh Sons Mandawa – hotel Castle Mandawa Bikaner – hotel Laxmi Niwas Palace Jaisalmer – hotel Rang Mahal Jodhpur – hotel Park Plaza Pushkar – hotel Jagat Palace Jaipur – hotel Shapura House Agra – hotel Clarks Shiraz Varanasi – hotel Ganges View Il mio preferito è il Ganges View, pulito quanto basta, con un’atmosfera particolare e ospiti interessanti con cui scambiare qualche chiacchiera. Comunque tutti promossi, un po’ sporco il Jagat Palace. Li trovate tranquillamente su internet e potete verificarne i prezzi se interessati. Volendo, si può spendere molto meno scegliendo alberghi più modesti o molto di più scegliendone di più lussuosi.

Abbiamo dormito due notti in treno, sul Mahrudhar Express da Agra a Varanasi in AC2 (condizioni igieniche pietose, topi e blatte) e sul Shiv Ganga Express in AC1 da Varanasi a Delhi (comodo e pulito). Entrambi sono partiti in orario ma arrivati con ben 6 ore di ritardo. Tuttavia mi sento di consigliarli, si può conoscere gente del luogo o altri turisti e poi secondo me un viaggio lo si gode di più spostandosi in auto, bus, treno piuttosto che da un aeroporto all’altro. Inoltre, particolare da non sottovalutare, si spende meno che con l’aereo e per chi vuole fare un viaggio low cost non è un aspetto da sottovalutare (anche se oggi con le compagnie low cost indiane si spende poco anche in aereo). Per avere un’idea dei treni, delle classi, dei costi e della durata degli spostamenti basta consultare il sito delle ferrovie indiane www.Indianrail.Gov.In, oppure l’ottimo www.Seat61.Com. Soprattutto se viaggiate in AC2 e classi inferiori assicuratevi di legare il bagaglio agli appositi anelli poiché rischiate che di notte, in una delle tante fermate, ve lo rubino. A una coppia di stranieri che viaggiava nella nostra carrozza è successo, noi fortunatamente avevamo provveduto con catena e lucchetto. Altre località visitate in corso di viaggio che mi vengono in mente, Fatehpur, Jhunjhunu, Deshnoke, Kolayat, Khuri, Kheechan, Galta, Amber, Osiyan, Ajmer, Mertha, Phalodi, Balaji (dove non è stato possibile assistere agli esorcismi hindu), Fatehpur Sikri, Sarnath.

Importantissimo per chi, come noi, sceglie di viaggiare in auto con autista è la figura del driver in quanto dal rapporto che si instaura con lui dipende molto della buona riuscita del viaggio. Il nostro driver, Shankar, è stato fantastico, premuroso, gentile, disponibile, simpatico, sempre pronto a darci delle dritte o a proporci eventuali deviazioni dal percorso stabilito per vedere qualcosa di interessante. Ma, soprattutto, è stato un amico e lo è tuttora, ogni tanto ci sentiamo via SMS e chissà che non ci si riveda un giorno.

Per quanto riguarda i voli intercontinentali abbiamo utilizzato dei biglietti premio, però mediamente si spende dall’Italia intorno ai 700-800€, ma prenotando con un po’ di anticipo si trova qualcosa anche a 400-500€. Abbiamo comunque viaggiato con Alitalia (meglio del solito) ed Air France (buon cibo ma posti strettissimi in classe economica).

Abbiamo fatto l’assicurazione di viaggio con Viaggi Sicuri e devo dire che sono stati efficienti, infatti ci hanno rimborsato le spese di prima necessità sostenute a causa dello smarrimento dei bagagli.

Per il visto ci siamo rivolti a un agenzia su internet, 50€ il visto più 30€ il servizio, più le spese di spedizione. Non certo economico ma più di quanto ci sarebbe costato andare a Roma in ambasciata.

Pur non essendo obbligatorie abbiamo fatto le vaccinazioni Epatite A, Difterite e Tetano, Tifo e Colera (quest’ultima utile anche contro la diarrea del viaggiatore), in tutto 85€ circa. Abbiamo scelto di farle sia per non correre inutili rischi, sia perché comunque hanno valenza poliennale per cui ci saranno utili anche per altri viaggi. A posteriori è stata una scelta giusta anche perché assieme ai bagagli ci hanno smarrito anche le medicine: enterogermina ed antibiotici intestinali.

Non abbiamo invece fatto la profilassi antimalarica dal momento che il periodo e le zone desertiche sembravano renderla non necessaria ed inoltre dai vari racconti pareva che zanzare non ce ne fossero. Invece zanzare ne abbiamo trovate abbastanza, anche in zona desertica e ci hanno punto nonostante l’autan. Un’alta febbre improvvisa, associata a forti tremori, pochi giorni dopo il rientro mi ha fatto temere di essermi preso la malaria ma fortunatamente è stato un falso allarme.

Per telefonare, anche verso l’Italia, conviene comprare una SIM indiana, occorrono due foto e il passaporto a meno che non troviate qualcuno (ad esempio il driver) che la fa a nome suo per voi. Noi abbiamo comprato una scheda Airtel, prendeva dappertutto e per chiamare in Italia spendevamo circa 1€ ogni 5-6 minuti.

Per pranzare e cenare dipende molto dal luogo. Negli alberghi si arriva a spendere 20-25€ in due, ma mediamente si mangia abbondantemente con 8-10€ in due, mancia compresa. In alcuni posti si mangia divinamente anche con 4-5€ in due e comunque si mangia bene quasi ovunque. Ovviamente il prezzo dipende da quanto mangiate, se mangiate poco potreste spendere anche 3€ in due. Anche qui è importante che il driver non faccia il furbo per portarvi a mangiare in posti cari e non buoni dove lui prende una commissione o, al contrario, per farvi risparmiare vi porti in posti dove il cibo è di qualità scadente e non sano per cui rischiereste di star male. Il cibo è mediamente molto piccante e speziato, noi lo adoriamo ma può non essere adatto a tutti. Chi vuole può chiedere cibo no spicy e gli arriverà poco piccante. Tenete presente che speziano pure i toast e le patate fritte per cui, se esausti, trovate un menu che offre french fries non cantate vittoria.

Assicuratevi che l’acqua sia servita in bottiglie sigillate, anche se, al rientro, dopo aver visto il film The Millionaire, qualche dubbio su cosa ho bevuto mi è venuto. I camerieri sono quasi sempre molto gentili, per cui lascerete volentieri una mancia che in genere si attesta sul 10% del conto, ma anche meno anche perché tutti vorranno una mancia da voi, facchini degli alberghi, quelli che vi aprono la porta, quelli che vi tengono le scarpe fuori dai tempi, anche quelli che non fanno niente per voi vi chiederanno qualcosa e si inventeranno un motivo per avere soldi da voi. In genere, per chi si rende utile, 10 rupie possono bastare. Per noi sono poca cosa ma per loro valgono e comunque ritengo un errore dargliene di più, altrimenti si abituano all’accattonaggio, che rende più del lavoro, e passa loro la già poca voglia di lavorare. A questo proposito, mai dare soldi ai bambini che chiedono l’elemosina, quasi sempre sono sfruttati dagli adulti o dalla mafia locale che arriva anche a storpiarli per intenerire i turisti. Vi abituerete e riconoscerete chi davvero ha bisogno e chi invece ci marcia.

Sarete assaliti da guide vere e false che vi diranno sicuramente che non vogliono soldi ma poi inesorabilmente vorranno un compenso, il più delle volte per avervi detto fesserie. Soprattutto nella zona di Agra sarete asfissiati e vi verrà difficile passeggiare tranquillamente per vedere monumenti o altro. Questa è sicuramente la cosa che ci ha infastidito di più. Il segreto è ignorarli, poiché una volta che gli date corda siete fregati e non ve li scrollate più di dosso senza dirglielo a muso duro.

Guide a parte, è vero che sarete visti come bancomat con gambe e braccia, per cui molti vi chiederanno dei soldi per qualsiasi cosa. Molti bambini vi diranno che fanno collezione di Euro e, casualmente, gli mancherà sempre la moneta da 2€. Comunque in genere la situazione è meno stressante di quanto ho letto in alcuni racconti. Spesso basta un no per mandarli via, ma spesso riuscite pure a scambiarci due parole, il che non guasta mai. Sconsiglio di utilizzare uffici di cambio, è preferibile prelevare soldi negli sportelli bancomat nelle grandi città, dove troverete sempre degli pseudo guardiani che il più delle volte dormono.

Salvo una volta a Mandawa, non abbiamo mai dato soldi per fare delle foto e mai ce ne hanno chiesto. Anzi tante persone, specialmente bambini, ci chiedevano di essere fotografate per poi rivedersi sul display. Molti vi chiederanno di farvi una foto con loro, è strano, ci si sente un po’ una rock star, ma in posti dove non vedono molti stranieri capita spesso. Vi sentirete spesso osservati, vi capiterà pure che in qualche paesino rajasthano circondino la vostra machina e si avvicinino al vetro solo per guardarvi incuriositi. Non spaventatevi, basta un sorriso e un saluto e vi sorrideranno anche loro e vorranno conoscervi.

Per quanto riguarda gli acquisti, ogni luogo ha le sue specialità, argento e patchwork a Jaisalmer, spezie a Jodhpur, pietre preziose e semiprezione a Jaipur, sete a Varanasi e così via. La contrattazione è la regola, tenendo presente che spesso c’è un doppio prezzo per locali e turisti. La fregatura è dietro l’angolo, quindi fatevi consigliare se non siete esperti. Se volete consigli dal driver chiedeteli sempre prima poiché lui ci deve tornare in quei posti e rischia guai se interviene per evitarvi fregature, quindi non lo farà. In ogni caso si fanno ottimi acquisti a prezzi decisamente buoni per noi.

Ora alcune cose da fare/vedere assolutamente: 1. in barca sul Gange e passeggiata lungo i ghat 2. fermatevi nei piccoli paesini e villaggi del Rajasthan, soprattutto se vedete qualche festa 3. il Taj Mahal 4. Junagarh Fort a Jodhpur 5. Jaisalmer 6. un massaggio ayurvedico al Kerala Ayurveda Kendra di Jaipur, fantastica la sensazione dell’olio caldo che cola sulla fronte 7. al cinema a vedere un film di Bollywood 8. assistere a un rito hindu, magari al Rani Sati Temple di Jhunjhunu e a una preghiera buddista a Sarnath 9. le cremazioni 10. bere il chai Infine qualche lettura utile per capire meglio l’India di ieri e di oggi, oltre ai classici tipo Shantaram, La città della gioia e i vari libri di Terzani: • L’impero di Cindia, di Federico Rampini • La speranza indiana, di Federico Rampini • India, AA.VV., racconti e reportage di giovani scrittori indiani • India per signorine, di Rosa Matteucci • Capire l’induismo, di Vasudha Narayanan • L’India, l’elefante e me, di Giancarlo De Cataldo • Elé belé. L’India e le illusioni della democrazia globale, di Kaushik Basu • India spezzata, di Vandana Shiva Ovviamente ho scritto pure un diario che non pubblico per non annoiare nessuno, poiché troppo lungo. Sarà utile a noi per ricordarci le esperienze vissute.

Chiunque volesse avere qualche informazione in più o qualche consiglio può scrivermi una mail, risponderò con piacere. Nel frattempo, buona India a chi sta per andarci, con tanta invidia.



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