Tour della cina

TOUR DELLA CINA PERIODO: 28 FEBBRAIO/11 MARZO 2009 ITINERARIO: Pechino, Hi’an, Guilin, Shanghai PROTAGONISTI: Primo e Renza L’anno successivo al nostro tour fai da te negli U.S.A. Quest’anno, assieme ai nostri amici di viaggio(cinque), optiamo per un viaggio organizzato in Cina. Dopo svariate ricerche optiamo per il C.T.S.,...
Scritto da: primero09
tour della cina
Partenza il: 28/02/2009
Ritorno il: 11/03/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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TOUR DELLA CINA PERIODO: 28 FEBBRAIO/11 MARZO 2009 ITINERARIO: Pechino, Hi’an, Guilin, Shanghai PROTAGONISTI: Primo e Renza L’anno successivo al nostro tour fai da te negli U.S.A. Quest’anno, assieme ai nostri amici di viaggio(cinque), optiamo per un viaggio organizzato in Cina. Dopo svariate ricerche optiamo per il C.T.S., direttamente al call center prenotiamo gli ultimi 5 posti rimasti con uno sconto di €.150,00. Costo complessivo in camera doppia, tax ed assicurazioni tutte comprese, €.2.050,00 a persona.

Il CTS si appoggia in Cina al Tour operator CITS il quale si è dimostrato decisamente eccellente in tutto compreso le guide.

Questi sono i voli che abbiamo effettuato: 28 FEBBRAIO ROMA FCO MONACO 17.30 19.05 28 FEBBRAIO MONACO PECHINO 19.45 12.35 +1 04 MARZO PECHINO XI’AN 10.45 12.40 * 06 MARZO XI’AN GUILIN 12.00 13.45 * 08 MARZO GUILIN SHANGAI 10.30 12.45 * 10 MARZO SHANGAI MONACO 23.50 05.15+1 11 MARZO MONACO ROMA FCO 08.30 10.05

1° marzo 2009 – Pechino Arriviamo in Cina con aereo Lufthansa da Roma via Monaco di Baviera. Insieme a me un gruppo collaudatissimo di 4 compagni di viaggio a cui si sono aggiunte altre 5 persone. Partiti nel primo pomeriggio dall’Italia siamo arrivati a Pechino verso mezzogiorno(ora Pechino). Abbiamo volato sulla Russia europea e la Siberia di notte mentre con le prime luci dell’alba abbiamo osservato dagli oblò la steppa della Mongolia. Al nuovo bellissimo aeroporto di Pechino incontriamo il ragazzo che ci farà da guida per tutto il viaggio e che avendo un nome per noi impronunciabile si è presentato con il nome di Franco. A disposizione per tutto il viaggio un microbus da 25 posti con autista. Microbus ed autista che cambierà ad ogni tappa del tour. Alla nostra guida per ogni città si aggiungerà una guida del luogo. Pranziamo in un locale spartano ma a noi viene riservata una saletta con un grande tavolo rotondo al centro del quale è un piano di vetro girevole su cui vengono posti i numerosi vassoi stracolmi di specialità gastronomiche cinesi. Sarà quasi sempre il nostro modo di mangiare in questo viaggio. Dopo pranzo la prima visita è al Tempio dei Lama. Qui abbiamo il nostro primo contatto con pagode, enormi statue dorate, fumanti incensiere, monaci e possenti leoni dalla criniera riccioluta ma il vero tesoro del tempio è una altissima statua ricavata da un unico fusto di albero di sandalo. Giungiamo all’Hotel Mercury dove le nostre valige ci hanno preceduto in quanto prese in consegna all’aeroporto dal tour operator cinese e prendiamo posto in camera. L’Hotel è stato recentemente ristrutturato, ha una bella hall, camere spaziose e confortevoli. La cena a buffet presenta una grande varietà di cibi locali, dolci e frutta esotica. Prima di raggiungere le nostre camere facciamo una breve passeggiata nei dintorni dell’Hotel. mercoledì 2 marzo 2009 . Grande Muraglia e Hutong Se ieri Pechino ci ha accolto con un tenue sole, stamani scende qualche goccia d’acqua accompagnata da un po’ di vento. Dopo l’abbondante colazione a buffet saliamo sul solito micro bus che ci conduce a Badaling, il punto più vicino alla capitale dove osservare la Grande Muraglia. Vuoi perché siamo a nord di Pechino, vuoi perché siamo in collina in questa località fa freddo, scende qualche fiocco di neve e tira vento. Prima di raggiungere la muraglia facciamo sosta in una azienda dove viene lavorata la giada. Sarà la prima di una lunga serie di visite a questo genere di aziende turistico – commerciali dove le guide ci conducono nella speranza che grazie ai nostri acquisti possano ricevere le dovute commissioni. Essendo queste aziende di proprietà dello Stato hanno personale in eccesso e sono molte di più le commesse che i turisti da servire. Finalmente giungiamo alla Grande Muraglia, questa enorme costruzione misura più di 6000 km ma ci limiteremo a percorrere qualche centinaia di metri che salgono su un colle da cui la vista spazia seguendo il lungo muro che segue il profilo delle colline con un sali e scendi che somiglia a quello delle montagne russe. Si percorre facilmente sul camminamento un tempo riservato ai soldati di guardia fermandoci di tanto in tanto ad osservare il panorama purtroppo offuscato dalla nebbia. Con il sole avremmo goduto di più di questa meraviglia ma anche con le brume la muraglia ha il suo fascino. Sulla strada per Pechino ci fermiamo a pranzare in un ristorante adiacente alla solita fabbrica/negozio per turisti. Ovviamente ci fanno vedere anche la fabbrica, in questo caso di cloisonné, vasi metallici arricchiti di inserti di ceramica poi invetriati e cotti più volte. Nei dintorni di Pechino visitiamo le tombe degli imperatori della dinastia Ming che somigliano a templi. Nelle teche presso le tombe dei Ming si possono vedere prezioso vasellame, corone e gioielli. Le tombe erano collegate dalla Via Sacra che noi percorriamo per un tratto. La via non è particolarmente bella ma presenta alcune grosse statue sui lati che raffigurano animali reali e leggendari poste lì a protezione dei sepolcri imperiali. Torniamo a Pechino che è ancora giorno, ne approfittiamo per noleggiare alcuni dei numerosissimi risciò e visitare un Hutong. Con questo nome di origine mongola si identificano i vecchi quartieri che un tempo costituivano l’intero tessuto urbano della città. Le stradine sono molto trafficate di risciò, biciclette e pedoni proprio come doveva essere in tutta la Cina fino agli anni ’80 del secolo scorso. Immersi in queste vecchie architetture, memori di una Pechino che non esiste più, quasi ci scordiamo che a due passi da qui pulsa la città con il traffico caotico e l’inquinamento galoppante. Siamo nei pressi delle due celebri torri del tamburo e della campana che un tempo con i loro suoni cadenzavano la vita della capitale. Riprendiamo i risciò e torniamo al nostro micro bus, stasera ci aspetta la cena in un lussuoso ristorante per mangiare la specialità d’eccellenza dell’arte culinaria cinese, l’anatra laccata. Anche in questo locale ci viene riservata una sala, il servizio sul solito grande tavolo rotondo è impeccabile. Torniamo in Hotel sazi e soddisfatti per un intensa giornata di visite.

giovedì 3 marzo 2009 . Pechino La giornata presenta un tenue sole e soprattutto non c’è vento. Con il micro bus a nostra diposizione raggiungiamo Piazza Tienanmen, centro di Pechino, fulcro della storia cinese antica e recente. Sulla Piazza, che è la più vasta del mondo, si affacciano numerosi edifici monumentali come il Palazzo del Parlamento e quello che ospita il corpo mummificato di Mao Zedong, il padre della Patria. Al centro c’è il Monumento agli eroi della Rivoluzione Comunista, in fondo alla Piazza l’ingresso alla Città Proibita su cui sono posti il famoso ritratto di Mao e le scritte cubitali che augurano lunga vita al Partito Comunista. E’ in corso il Congresso del Partito ed è notevole la presenza di poliziotti e militari in tutta la piazza. In effetti però la presenza dello Stato è tangibile ovunque a Pechino ed è probabilmente per questo che la città risulta pulita e ordinata sia in centro che in periferia, non un graffito sui muri, non una carta in terra, giardini rasati, piante potate, insomma un grande senso civico della. Sta di fatto che puoi percorrere senza alcun timore un sottopassaggio isolato o una strada buia perché comunque c’è qualcuno a proteggerti. Entriamo nella famosa Città Proibita, si chiama così perché fino alla caduta dell’ultimo imperatore, quello del film di Bertolucci, era consentito l’accesso solo alla corte reale. Ora la Città degli imperatori è invasa dai turisti che scrutano con curiosità i numerosi edifici a pagoda distribuiti in una vastissima area. Gli imperatori avevano preferito costruirsi un agglomerato di bassi edifici anziché un grande palazzo reale come era d’uso nelle monarchie europee. Sicuramente la vita dell’imperatore era resa più semplice da eunuchi e concubine, il suo regale capo era protetto da un ombrello e i trasferimenti da una parte all’altra della città erano effettuati con la portantina. La struttura è quasi completamente in legno e gli incendi furono frequenti come dimostrano i numerosi rifacimenti e i molti recipienti di bronzo che venivano utilizzati per spegnere il fuoco. Gli interni sono piuttosto scarni perché molto è stato trafugato, non dobbiamo dimenticare che questo luogo ha subito incursioni straniere, guerre civili e la rivoluzione culturale ai tempi di Mao quando si tentò di mettere al bando qualsiasi forma culturale pre-comunista. Riusciamo comunque a vedere alcune suppellettili e il trono dell’imperatore. Usciamo dalla parte opposta da dove siamo entrati, ad attenderci c’è il nostro micro bus che ci conduce ad un ristorante presso un azienda di lavorazione delle perle. Manco a dirlo dopo il lauto pasto ci siamo dovuti sorbire anche la relativa visita all’azienda, che comunque ci ha consentito di scoprire come vengono coltivate le perle all’interno delle ostriche. Al termine della visita andiamo al Palazzo d’Estate, il luogo dove gli imperatori risiedevano durante la stagione calda. Sul lago si specchiano numerose pagode imperiali legate al ricordo dell’avida Cixi, l’imperatrice madre che manovrò gli ultimi sovrani come burattini. Il Palazzo d’Estate che in realtà è un grande parco presenta tra le cose più interessanti un lungo corridoio ligneo riccamente affrescato con scene di paesaggi e storiche battaglie mentre dall’alto di un colle domina un grande tempio a pagoda. Sulle acque del lago Cixi fece costruire una nave di marmo che piuttosto trascurata fa ancora mostra di se. Da qui facciamo un ampio giro di Pechino passando per la celebre area sportiva che ospita impianti quali lo Stadio a forma di nido di rondine e la piscina dalle pareti che ricordano il mare. Torniamo in Hotel per la cena gustando le numerose specialità del buffet poi usciamo nuovamente con il micro bus per un tour della capitale by night. Facciamo sosta in una via che ospita una lunga teoria di banchetti che servono specialità gastronomiche regionali. Dalle pentole fumose fuoriescono prodotti a volte indecifrabili, alcuni ambulanti espongono degli invitanti bastoncini di frutta caramellata, grossi ravioli, pane a vapore ma anche frittura di cavallette, millepiedi, lumache e perfino bozzoli del baco da seta!! Lì vicino visitiamo la lunga via pedonale del commercio su cui si affacciano negozi lussuosi di grandi marchi della moda. A questa elegante strada fa da contrasto poco distante un quartiere popolare ricco di botteghe di cianfrusaglie. In questi mercatini è d’obbligo la contrattazione, si parte in genere da una richiesta lontanissima dal valore effettivo dell’oggetto e si finisce per acquistare per pochi yuan, la moneta cinese che porta il nome di una delle tante dinastie che hanno dominato il Paese. Con il micro bus percorriamo le larghe vie di Soho, uno dei quartieri più moderni della città dove fanno bella mostra di sè alti grattaceli su cui spicca quello nuovissimo della televisione. Tornando verso l’Hotel si osserva che in mezzo a questa zona di edifici ultramoderni tra un groviglio di strade c’è ancora l’antico osservatorio astronomico i cui strumenti sono visibili da lontano. Anche oggi è stata una giornata intensa, domani lasceremo Pechino. venerdì 4 marzo 2009 – Pechino-Xi’an Giornata grigia ma almeno non piove. Ci alziamo presto per vedere il Tempio del Cielo che pur non essendo molto conosciuto a livello internazionale è considerato il simbolo di Pechino. L’alta Pagoda dove l’imperatore si recava a pregare per propiziare un buon raccolto è ubicata all’interno di un ampio parco pubblico. Fin di prima mattina numerosi anziani si ritrovano nel parco per fare il Tai Chi, una serie di esercizi lenti derivati dalle arti marziali. La cosa più strana è vedere anziani impegnarsi seriamente in esercizi ginnici, riuscire ad usare con agilità le gambe. Forse per questo non si vede in giro un cinese grasso, sono tutti longilinei. Dopo aver osservato questi arzilli signori di “una certa età” arriviamo all’alta pagoda costruita ad incastro senza uso di chiodi. E’ stata concepita come un calendario, le 12 colonne interne a rappresentare i mesi, le 4 centrali per le stagioni e altre 12 per le ore che all’epoca i cinesi contavano di 2 in 2. La pagoda è preceduta da un ampia scalinata. E’ l’ultimo monumento che vediamo a Pechino e ciò grazie ad Antonio che cambiando l’itinerario di viaggio predisposto dal tour operator ha consentito a tutti noi di vedere questa meraviglia, Alla fine della visita il micro bus ci aspetta per portarci al nuovo aeroporto da dove prenderemo il volo per l’antica capitale di X’Ian nella provincia di Shaanxi. venerdì 4 marzo 2009 . Arrivo a X’Ian

Atterriamo all’aeroporto di XI’an dove giungiamo nel primo pomeriggio. L’ aeroporto è piuttosto lontano dalla città. Pranziamo nel ristorante dell’aeroporto ma sarà il peggior pasto di tutto il tour in Cina, unica giustificazione l’ora un po’ tarda. Non riusciamo a mangiare quasi niente, per fortuna qualcosa da mettere sotto i denti ce l’avevano servita sull’aereo. Attraversando una zona di campagna giungiamo a Xi’an per visitare il locale Museo archeologico. Xi’an è la culla della civiltà cinese, è stata più volte capitale, da qui hanno governato numerosi imperatori tra cui quelli delle dinastie degli antichi Quing, dei Tang e dei primi Ming. Il Museo raccoglie preziosi reperti dei vari periodi storici che caratterizzarono Xi’an e la Provincia dello Shaanxi tra cui numerosi manufatti metallici come vasellame. C’è pure qualche guerriero di terracotta sottratto tra quelli rinvenuti nei famosi scavi. Da Pechino ci ha seguito la nostra guida, il giovane Franco, a cui qui si è aggiunto un ragazzo locale che ci fornisce descrizioni sommarie di quello che vediamo conservato nelle teche. Il Museo è ben tenuto ed organizzato in modo eccellente a dimostrazione dell’efficienza di cui la Cina va orgogliosa. Entriamo dalla porta sud che poi visitiamo salendo sul largo camminamento di ronda. Dall’alto si nota il fossato sottostante che rendeva questo complesso di mura inespugnabile. Lungo il tracciato ci sono dei festoni colorati residuo della recente festa delle lanterne, in pratica sono sagome fantasiose che in quell’occasione vengono illuminate. Dopo la visita di questo tratto di mura il micro bus messoci a disposizione ci porta nell’Hotel dove soggiorneremo. Questa mattina ci siamo alzati presto per cui dopo cena optiamo per ritirarci nelle nostre camere. sabato 5 marzo 2009 . Xi’an – I GUERRIERI DI TERRACOTTA I Guerrieri di Terracotta, la Moschea, gli spettacoli Iniziamo la giornata con un abbondante colazione in Hotel. Come al solito in Cina il personale è superiore alle vere necessità e così osservi che per cuocere un paio di uova strapazzate ci sono ben due cuochi, uno che spacca il guscio e l’altro che le cuoce. Non è una novità da queste parti, ho visto negozi con un paio di persone addette solo a chiudere ed aprire la porta ma in questo Paese c’è più di un miliardo di persone e tutti dovranno pur lavorare!! X’Ian ha dato tanto alla storia cinese ma non sarebbero molti a venire qui se durante lo scavo di un pozzo un contadino non avesse scoperto casualmente i celebri guerrieri di terracotta. Prima di arrivarci sostiamo in una fabbrica di Stato che produce soldati di terracotta in serie e mobili di ceralacca. Attraversiamo poi una zona di campagna dove emerge qualche tumulo piramidale, tomba di imperatori di antiche dinastie. Nei pressi di uno di questi tumuli, quello relativo all’imperatore dei Quin che diede inizio alla costruzione della Grande Muraglia, si trova il suo grande esercito seppellito insieme a lui a difesa della valle che ospitava il suo sepolcro. Le migliaia di statue, una diversa dall’altra, sono custodite in alcuni grandi hangar, gli scavi non sono stati ancora completati e anche durante la nostra visita vediamo un gruppo di esperti intenti ad esaminare i reperti. Ci sono parti dell’esercito non ancora restaurate, altre invece presentano i soldati schierati in assetto di guerra con tanto di cavalli a seguito. Mancano invece le armi che furono trafugate da un Generale alcuni anni dopo la morte dell’imperatore e i carri di legno consumati dal tempo. Dopo la visita agli hangar dell’esercito entriamo nel Museo che conserva all’interno di grosse teche i carri di bronzo dell’imperatore e alcune armature. All’uscita dell’area archeologica incontriamo anche il famoso contadino che scoprì casualmente i guerrieri dando inizio allo sviluppo turistico di X’Ian e dell’area circostante, è qui per firmare autografi e farsi scattare una foto ma il tutto rigorosamente a pagamento. La sua autenticità è accertata dalle immagini esposte che lo ritraggono con il Presidente cinese e con Bill Clinton. Finita la visita rientriamo in città, dopo il pranzo visitiamo la Grande Pagoda dell’Oca Selvatica, un’alta costruzione a più piani edificata per custodire i testi sacri che un monaco buddista portò dall’India. Da qui torniamo nel centro storico dopo aver percorso per un tratto la strada che gira intorno alle mura che lo racchiude. Il fulcro della città passa per le Torri del Tamburo e della Campana, nei pressi delle quali si trova la zona islamica con la Grande Moschea. L’islam giunse fin qui con i mercanti che percorrevano la lunga via della seta che dal Mediterraneo dopo migliaia di chilometri attraverso l’Asia centrale giungeva a Xi’an. La Grande Moschea presenta un architettura strettamente buddista con pagoda al posto del minareto. All’uscita troviamo un mercato fornitissimo di merce taroccata dove le nostre signore acquistano borse, borsoni, ecc.Ecc.

Lasciamo con il micro bus il centro di X’Ian per raggiungere un grande Teatro che al posto della platea ha un elegante ristorante con i tavoli posti su due piani. Ci fanno accomodare al piano superiore, il servizio è raffinato, sul tavolo c’è una rosa e mentre ceniamo siamo allietati dal melodico suono di uno strumento cinese a corda. Alla fine del pasto, uno dei migliori dell’intero tour, si apre il sipario e inizia un meraviglioso spettacolo dedicato alla dinastia dei Tang. Se i primi Quin hanno reso celebre X’Ian con i loro guerrieri di terracotta i Tang rappresentano l’età aurea della città nel corso della sua millenaria storia. Per tutta la durata della rappresentazione apprezziamo le curatissime scenografie, le danze aggraziate delle danzatrici. Dopo queste due intensissime ore torniamo in Hotel completamente appagati. domenica 6 marzo 2009 . Xi’an Ci alziamo di buon ora e dopo la solita abbondante colazione in Hotel saliamo sul micro bus a nostra disposizione per un ultima visita in città. Percorriamo il viale che circonda le possenti mura per poi raggiungere la Piccola Pagoda dell’Oca Selvatica e il parco circostante. Anche in questo parco, come avevamo visto in quello del Tempio del Cielo a Pechino, ci sono gli anziani che danzano e fanno Tai Chi. Nei pressi entriamo in una sala espositiva di pittura e scrittura cinese dove una ragazza scrive su un foglio il nostro nome con i caratteri locali. Sono tutti stratagemmi per indurre all’acquisto. Lasciamo Xi’an e ci dirigiamo all’aeroporto passando per la campagna. A Xi’an non abbiamo notato la presenza della polizia come a Pechino ma la città è comunque ordinata e pulita. Il nostro volo ci porta a sud-ovest, atterreremo a Guilin.

domenica 6 marzo 2009 . Arrivo a Guilin Arrivati a Guilin da X’Ian per questa sosta di circa tre giorni. Atterriamo all’aeroporto di Guilin che è ora di pranzo. La città dista quasi un ora per cui pranziamo nel ristorante dell’aeroporto. Il ristorante è grande e vuoto, come a X’Ian siamo gli unici clienti. Il cibo non è il massimo ma è accettabile. Facciamo conoscenza con la guida che affiancherà il giovane Franco, il nostro responsabile che ci segue fin dal primo giorno a Pechino. La guida di Guilin è un signore di una cinquantina d’anni, risulterà preparato culturalmente e molto cordiale. Attraversiamo per circa un ora una zona di campagna. Dal finestrino dell’aereo abbiamo già visto dall’alto una distesa dei famosi pinnacoli della regione. Prima di raggiungere l’Hotel attraversiamo Guilin e raggiungiamo la Grotta del Flauto di Bambù. Siamo a due passi dalla città ma l’ambiente è quello di aperta campagna, per un sentiero che si arrampica tra rocce calcaree arriviamo all’ingresso della Grotta. Entrati si dischiude davanti a noi uno spettacolo di stalattiti, tutto molto bello ma niente che non si possa vedere in cavità del genere anche in Italia. Anzi qui le formazioni sono quasi tutte morte e quindi monocromatiche, forse per questo non c’è neppure il divieto di toccarle cosa che da noi è severamente vietata. Alla mancanza dei colori qui in Cina hanno sopperito con l’illuminazione artificiale che dona a stalattiti e stalagmiti diverse tonalità. Anche qui come in Italia la fantasia popolare si è sbizzarrita dando alle forme più bizzarre nomi di fantasia. La parte più ampia della grotta ha un piccolo specchio d’acqua e presenta ciclicamente uno spettacolo di luci e suoni con tanto di raggi laser, macchina del fumo e bolle di sapone. Sinceramente sembra più di essere a Disneyland ch in una grotta naturale. Complessivamente però la meta è piacevole, l’itinerario breve è alla portata di tutti perché il percorso è facile da compiere. Da qui raggiungiamo l’Hotel dove le valige ci hanno preceduto. L’Hotel è ubicato in splendida posizione sulla riva di uno dei laghi che bagnano Guilin. Veniamo accolti nella hall con un cocktail di benvenuto. Dopo una breve passeggiata nei dintorni dell’Hotel rientriamo per la cena. E’ previsto per la prima volta da quando siamo in Cina un pasto all’occidentale ma purtroppo non verranno serviti piatti della dieta mediterranea. Ci sono molti ospiti tedeschi e il cibo sarà nordico. Comunque dopo giorni di assenza dalle tavole rivediamo comparire il pane, tra l’altro molto buono da imburrare. Il solito Antonio ha fatto cambiare l’itinerario del viaggio aggiungendo un’escursione che prevede la pesca sul fiume con l’ausilio dei cormorani al costo di cento yuan a testa. Come prima cosa ci imbarchiamo su una chiatta percorrendo per un breve tratto il fiume Li per vedere la famosa pesca con i cormorani. Seppure la battuta di pesca sia solo a pro dei turisti è interessante vedere questo tipo di cattura di cui spesso si è sentito parlare nei documentari. Su rudimentali barchette di bambù i pescatori in piedi si spostano facendo leva sul greto del fiume con una lunga canna. Con loro i cormorani una grossa cesta di vimini. Una volta liberati i cormorani vanno a caccia delle loro prede che vengono attratte in superficie dalla luce delle lampare. Individuato il pesce lo catturano con il loro becco ma non riescono ad ingollarlo perche gli è stata stretta la gola con un nastro, è a quel punto che il pescatore prende il cormorano e gli fa cadere il pesce nella cesta. Scesi dalla chiatta proseguiamo la nostra visita costeggiando i laghetti della città. Guilin è considerata dai cinesi una piccola città, infatti se confrontata alle grandi metropoli potrebbe anche esserlo, ma per i nostri canoni è assurdo definirla una cittadina visto che ha ben 800.000 abitanti!! E’un luogo che non ha avuto un ruolo determinante nella storia del Paese ma grazie ai fantastici paesaggi dei dintorni è uno dei luoghi più visitati dai turisti. Per questo negli ultimi anni il Governo ha investito molto su Guilin rendendola una piacevole città ricca di scorci romantici. A tal fine sono state costruite dal nulla scenografie che richiamano l’antica architettura imperiale, sono state collocate pagode e case da te, collocate isole artificiali nei laghetti e edificato ponti mutuati da altre culture come la copia ridotta del Golden Gate di San Francisco. E’ davvero bella questa Guilin, durante il rientro scendiamo presso un caratteristico mercato di alimenti locali e cianfrusaglie ma ci sorprende un forte acquazzone per cui raggiungiamo frettolosamente l’Hotel per il pernotto. Domani ci aspetta la crociera sul fiume Li e c’è solo da augurarci che sia una bella giornata. lunedì 7 marzo 1983 . Crociera sul fiume Li Ci alziamo di buon ora per la colazione,anche qui abbondante. L’Hotel è forse il più elegante di tutto il viaggio in Cina ed è un via vai di gente, non solo stranieri ma anche locali che qui celebrano i matrimoni. Con il bus messoci a disposizione raggiungiamo Cooping dove si trova l’imbarcadero dei battelli. L’imbarcazione è una grossa chiatta dagli interni piuttosto spartani da cui si può osservare il paesaggio dalle vetrate seduti comodamente. Non manchiamo però di fare qualche puntatina sulle terrazze dove la vista spazia a 360 gradi. Davanti a noi si apre un fiabesco paesaggio di verdi guglie che assumono di volta in volta fisionomie particolari. Per fortuna il tempo si sta rimettendo al bello. Non sappiamo come sia la cucina del nostro battello ma vediamo quelle delle altre imbarcazioni e considerando che tra poco pranzeremo siamo giustamente preoccupati. Su questi mezzi da crociera i piatti vengono preparati sul terrazzino di poppa, l’acqua per cucinare e lavare le stoviglie viene pompata direttamente dal fiume e le grosse marmitte cilindriche dove vengono cucinate le pietanze non sono il massimo dell’igiene. Lo spettacolo della natura che si mostra ai nostri occhi ci distoglie dai cattivi pensieri mentre il battello dolcemente prosegue la navigazione. Prima di raggiungere la meta finale della crociera ci viene servito il pranzo, uno dei peggiori del nostro viaggio in Cina. Arriviamo nel paese di Yangshuo, un antico agglomerato di case che si affaccia sul fiume. Sfruttiamo l’ora libera a disposizione per percorrere gli affollati vicoli del paese, una lunga sequenza di negozi e bancarelle che offrono di tutto, dalla seta agli alimenti, dagli strumenti musicali alle protesi falliche!! Vicino all’imbarcadero c’è il solito mercatino di cianfrusaglie dove è interessante impegnarsi in lunghe trattative per strappare un buon prezzo. Con un trenino su gomma raggiungiamo la periferia di Yangshuo dove ci aspetta il nostro bus. Lasciato il paese insistiamo con la guida per fermarci su di un ponte da cui si gode di una delle migliori prospettive sul fiume Li e sui suoi “faraglioni”. Non siamo gli unici a pensare che il posto sia incantevole, ci sono degli sposi che qui vengono per farsi fotografare. Questo ponte è un inaspettata finestra su un meraviglioso angolo di Cina rurale: campi arati, guglie, un pescatore di cormorani che solca il fiume su di una piccola barchetta di canne di bambù e perfino un contadino con tanto di mucca al pascolo. La vita dei locali scorre sul fiume ma anche sopra, su quel ponte apparentemente insignificante transitano motociclette cariche all’inverosimile, trattori, contadini e spose. Lasciamo entusiasti questo luogo e proseguiamo per Guilin attraversando una zona di risaie contornate dagli immancabili pinnacoli. Questa regione è davvero bella e non a caso i cinesi la considerano la massima espressione naturale del loro immenso Paese. Se i canyon americani sono belli per la loro maestosità, Guilin affascina perché è incantevole. Durante il viaggio Yan, la nostra guida di Guilin, ci sorprende ulteriormente, non è solo disponibile a soddisfare le nostre esigenze e culturalmente preparato ma anche un ottimo cantante. A parte qualche R mancante si esibisce nel suo repertorio di canzoni italiane e cinesi coinvolgendoci tutti. Bravo Yan!!! Prima di giungere a Guilin visitiamo, come di consuetudine in questo viaggio, una fabbrica di monili in perle. Non compriamo niente ma assistiamo con piacere a un defilé di belle ragazze cinesi che espongono i gioielli per incentivarne l’acquisto.

Giunti in città visitiamo la Collina Fubo salendo fino alla prima terrazza panoramica. Guilin vista di giorno non è così affascinante come di notte. Una fessura introduce nel cuore della collina dove è sistemato un tempio rupestre con tanto di statue buddiste scolpite nella roccia. Rientriamo in Hotel per la cena, questa volta c’è qualche piatto italiano, non è proprio cucinato come da noi ma è comunque buono. La sera usciamo per una passeggiata alle bancarelle alimentari dove vengono cucinate pietanze a noi sconosciute. Nel pomeriggio la guida ci ha detto che qui si mangiano cani e topi ma per fortuna non li vediamo. Da qui raggiungiamo il lungolago attraversando ponticelli romantici ed entriamo nella caratteristica pagoda che ospita la casa da te. Ci accomodiamo sulla terrazza che si affaccia sul lago illuminato da luci colorate che lo rendono fiabesco. Ci sono varie qualità di te e il prezzo è più o meno alto in base alla qualità. Per noi profani è difficile distinguere le varie qualità ma quello che ci hanno servito è parso a tutti acqua calda. Ci portano il conto e con nostra grande sorpresa quell’acqua calda costa quanto una bottiglia di Champagne. Dopo una estenuante trattativa il conto viene ridotto della metà. Torniamo in Hotel felici di un intensa giornata in questo splendido angolo di mondo. martedì 8 marzo 1983 . Partenza da Guilin Stamani il tempo è incerto e dopo un abbondante colazione in Hotel il bus ci conduce all’aeroporto che si trova a circa un ora dalla città. Anche quest’oggi, causa le condizioni meteorologiche non proprio ottimali, non si vedono arzilli anziani cimentarsi nel Tai Chi sulle rive del lago. Lasciamo questo incantevole angolo di mondo, piacevole a vedersi anche sotto una coltre di foschia, e ci imbarchiamo sull’aereo diretto a Shanghai. La Provincia Guangxi ci ha davvero soddisfatto.

martedì 8 marzo 1983 . Arrivo a Shanghai A Shanghai ci sono due aeroporti, noi atterriamo a quello vecchio dedicato ai voli interni. Già dall’alto abbiamo osservato l’immensità di questa città che pur avendo più di 29 milioni di abitanti non è neppure la più grande della Cina. Sicuramente però è la più moderna, quella più industrializzata e il fulcro dell’economia cinese. In pratica se Pechino è la capitale burocratica del Paese, Shanghai è quella finanziaria, seconda come giro di affari solo ad Hong Kong a cui tra l’altro somiglia molto. Dall’aeroporto raggiungiamo un elegante ma serioso ristorante dove consumiamo il pranzo. Nel pomeriggio visitiamo uno dei pochi monumenti storici della città, il Tempio del Budda di Giada che conserva alcune grosse statue provenienti dalla Birmania. Il Tempio come è consuetudine nella cultura buddista, è preceduto da un piazzale dove i fedeli pregano alimentando il fuoco dei bracieri. L’odore dell’incenso e il fumo avvolgono l’ambiente rendendolo mistico. Abbiamo anche la fortuna di assistere ad una cerimonia con i monaci che schierati in due gruppi, uno di fronte all’altro, sono intenti a pregare accompagnati dal ritmo di uno strano strumento a percussione. Da qui andiamo al nostro Hotel ospitato in un grattacelo, esternamente non sembra un granché ma gli interni sono molto eleganti. La sera con il micro bus messoci a disposizione e l’ausilio della ragazza che ci fa da guida a Shanghai, facciamo un giro del centro per ammirare le colossali e avveniristiche costruzioni del quartiere Pudong. Una volta questa era un’area agricola ma da trent’anni a questa parte vi è sorta la Manhattan cinese. Lo ski line è impreziosito dalla Torre Perla d’Oriente circondata da numerosi altissimi grattaceli. La vista più spettacolare è dalla parte opposta del fiume che bagna la città, nel quartiere in stile coloniale del Bund, ma noi andiamo sull’altra sponda attraverso un moderno sottopassaggio. A ridosso dei grattaceli è difficile inquadrarli completamente e si è quasi oppressi dall’immensità, una sudditanza psicologica nei loro confronti. Di sera poi il tutto è esaltato da una sapiente illuminazione. I cinesi inventori dei fuochi pirotecnici fin dall’antichità sono diventati maestri di illuminotecnica e trasformano i centri urbani in spettacolari scenari di luci e colori. Qualcuno potrebbe pensare ad uno spreco energetico e che forse poteva essere evitata la costruzione della diga più grande del mondo sul fiume Yangtze ma la Cina è la terra del Feng Shui, disciplina in cui anche il posizionamento di una finestra ha uno scopo e che prescinde dalle nostre logiche occidentali. E poi comunque i cinesi sono previdenti, si illumina molto per qualche ora poi tutto al buio per il resto della notte per risparmiare. Saliamo all’ottantottesimo piano di un grattacelo con un velocissimo ascensore che impiega un paio di minuti. Da lassù c’è una panoramica veduta della città e del fiume ma anche di un grattacelo molto più alto del nostro con tanto di ristorante panoramico con pavimento di vetro sospeso tra due torri. Da dove siamo ci si può affacciare sulla Hall del palazzo situata ottantotto piani sotto ed è una visione da capogiro.

Con la stessa velocità con cui è salito l’ascensore ci riporta all’ingresso da dove con il bus andiamo a visitare il quartiere francese. Shanghai dalla Guerra dell’Oppio e fino al secondo dopoguerra era una colonia suddivisa tra varie potenze occidentali, I francesi diedero alla loro concessione un aspetto tipicamente transalpino con case basse, piazzette e bistrot. Andiamo poi nella via Nanchino, la via principale di Shanghai, in buona parte pedonale. Se spesso durante questo viaggio ci siamo chiesti dove sono il miliardo e 300 milioni di cinesi ora ci rendiamo conto che un bel po’ sono qui a fare lo “struscio” su questo largo viale. La strada è contornata da edifici pesantemente illuminati e bancarelle che vendono di tutto. Con difficoltà ci facciamo breccia tra la folla. Da qui rientriamo in Hotel per il pernotto. mercoledì 9 marzo 1983 . Shanghai Dopo un abbondante colazione in Hotel il micro bus ci porta nel centro storico della città. Ci immergiamo negli stretti vicoli contornati da case di antico stile cinese ma non datate perché ricostruite nel dopoguerra. C’è la folla a passeggiare curiosando tra mercanti di cianfrusaglie, banchetti gastronomici e negozietti caratteristici. Attraversiamo quest’area per andare al Giardino del Mandarino Yu, una scenografica villa aristocratica con pagode, bonsai, rocce finte e laghetti il tutto in perfetto stile cinese. La Villa e il suo giardino sono proprio nel cuore della vecchia Shanghai. Dopo la visita continuiamo a passeggiare in questo quartiere fortemente turisticizzato alla ricerca di qualche souvenir da acquistare dopo lunga trattativa. E’ interessante vedere il contrasto tra diversi stili architettonici, gli edifici a pagoda che ci circondano e, alzando lo sguardo, i grattacieli del Pudong sullo sfondo. Pranziamo poi visitiamo il Museo cittadino, uno dei più importanti della Cina, ubicato in un grande palazzo del centro. Il Museo è ben tenuto, ci vengono fornite delle audio guide in italiano ed è diviso in varie sezioni. Usciti dal Museo andiamo al Bund, il quartiere britannico al tempo delle concessioni, in pratica una passeggiata lungo il fiume su cui si affacciano grandi palazzi di stile europeo che ricorda un po’ le rive del Tamigi presso la City di Londra. Davanti a noi, sull’altra sponda, il nuovo quartiere di grattacieli di Pudong che ieri sera abbiamo visto al buio e ora vediamo in pieno giorno ma che comunque lo si veda è affascinante. Tra il Bund e il Pudong c’è solo il fiume ma in realtà sembrano distanti anni luce l’uno dall’altro per storia e stile architettonico, il passato coloniale e il futuro su cui la Cina è proiettata, un Paese in piena evoluzione economica come dimostrano le numerose navi cargo che solcano le acque tra i due quartieri. Dopo le foto di rito il micro bus ci ha portato su nostra richiesta in un negozio di merce taroccata,in pratica un appartamento adibito ad esercizio commerciale abusivo. L’interno del palazzo che lo ospita è piuttosto squallido, l’appartamento composto da tre stanze è zeppo di abbigliamento e accessori, orologi, penne stilografiche decisamente uguali a quelli che le grandi firme propongono sul mercato. Qui in Cina si può trovare merce taroccata ovunque, agli angoli delle strade i Rolex sono offerti a 5 euro ma in realtà sono cose scadenti, qui invece è garantita anche la qualità ma il prezzo comunque interessante non è così basso. Andiamo poi sulla Via Nanchino ma non nella zona pedonale dove siamo stati ieri sera. Passeggiamo su questa strada piena di negozi di alta moda e grandi firme internazionali, questa volta quelle vere. Il traffico è intenso e bisogna fare attenzione ad attraversare gli incroci perché qui il codice della strada non dà mai la precedenza ai pedoni e le strisce pedonali indicano solo l’unico posto dove è possibile attraversare. Stasera assisteremo al Circo acrobatico all’interno del Teatro di un grande Hotel di lusso. Il teatro è moderno ed elegante, i numeri proposti di prim’ordine. Si alternano sul palcoscenico equilibristi, contorsionisti, giocolieri e acrobati. Passiamo un paio d’ore davvero entusiasmanti. Finito lo spettacolo torniamo in microbus in Hotel per la cena ed il pernotto.

giovedì 10 marzo 1983 . Shanghai Oggi è il nostro ultimo giorno e dopo l’abbondante colazione in Hotel lasciamo Shanghai e la sua Provincia per dirigerci nella vicina Provincia di Jiangsu. Arriviamo in mattinata a Suzhou con il microbus a nostra disposizione dopo circa un ora di viaggio da Shanghai. Siamo nella Provincia di Jiangsu ma distanti dal capoluogo Nanchino molto più a ovest. Lungo il viaggio notiamo numerose grandi e nuovissime fabbriche. Suzhou è famosa per le sue dimore i cui giardini sono il prototipo per tutte le aree verdi della Cina classica. Scendiamo nei pressi dello stretto canale che costeggia il centro storico solcato da piccole imbarcazioni per turisti. Sul canale si affacciano case decadenti che rendono l’ambiente gradevole. Un preludio per il primo giardino che visitiamo, quello dell’Umile Amministratore. Non capisco sinceramente perché questo antico funzionario fosse umile visto che la sua dimora era piuttosto bella. Subito dopo visitiamo un’altro dei numerosi giardini della città, quello del Maestro delle Reti che offre scorci su un laghetto davvero romantico. Entrambi i giardini sono molto interessanti nonostante non sia il periodo delle fioriture nè quello dei colori autunnali. E’evidente che in Inverno questi luoghi perdono gran parte del loro fascino ma rimane comunque la grazia delle architetture, le piccole pagode, le finte rocce, i bonsai e i ponticelli a zig zag. In Cina i ponti più belli hanno un andamento irregolare perché sono costruiti con la tecnica del Feng Shui secondo la quale in questo modo scaccerebbero gli spiriti maligni. L’elemento principale di questi giardini è l’acqua sotto forma di laghetti e torrenti artificiali che rendono l’insieme molto romantico. Facciamo una breve passeggiata negli stretti vicoli della vecchia Suzhou tra bancarelle e negozietti di cianfrusaglie poi saliamo sul microbus che ci porta alla fabbrica di seta. Pranziamo nella spartana mensa della fabbrica, il pasto non è un granché ma Franco, il nostro responsabile cinese, ci regala una bottiglia di vino e la torta per festeggiare il compleanno di Odette, nostra compagna di viaggio. Visitiamo poi la fabbrica in cui possiamo assistere a tutto il ciclo produttivo della seta, dall’estrazione del filo dal baco alla creazione del “tessuto”. La visita è molto interessante, non assistiamo solo passivamente ma veniamo resi partecipi della lavorazione. Ci portano poi nelle grandi sale espositive dove si può trovare tutto ciò che è possibile produrre in seta: vestiti, coperte, lenzuola, borse, cravatte ecc. I prezzi sono ovviamente inferiori a quelli italiani, la qualità è garantita e mia moglie si sbizzarrisce in costosi acquisti. Da qui andiamo alla collina della Tigre per vedere la Pagoda Inclinata, una specie di Torre di Pisa cinese che pende da una parte. Ci si arriva salendo questo colle su cui si trovano pure antichi resti archeologici a testimonianza della millenaria storia di Suzhou. La sera torneremo nella Provincia di Shanghai per raggiungere il nuovo spaziale aeroporto internazionale dove ci aspetta il volo per il rientro a casa. L’aeroporto è molto grande, ha architetture ampie e moderne e non potrebbe essere altrimenti come biglietto da visita e primo contatto per molti viaggiatori con una ambiziosa città proiettata verso il futuro. A mezzanotte ora cinese il nostro aereo si stacca dal suolo per riportarci in Europa. Alle ore 5,30, ora locale, siamo a Monaco di Baviera e alle 10,30 siamo a Roma Fiumicino. Prendiamo alle 12,30 il Pullman che ci riporterà a Perugia dove il solito Lino ci aspetta per accompagnarci a casa.

E’ stato un bel viaggio ed ora alcuni consigli: 1) Prima di partire studiate bene quello che c’è da vedere ed aggiungete all’itinerario, con modica spesa, quello non previsto, in particolar modo le escursioni notturne.

2) Non comprate nulla, ne nelle fabbriche di stato né nelle bancarelle. Il taroccato buono è solo un pretesto, lo trovate in Italia ad un prezzo di gran lunga inferiore.

3) Se volete comprare qualcosa e vi chiedono cento offrite 5 ed al massimo arrivate a 10.

Ciao, al prossimo racconto.

Primo



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