Vacanza con renna pasquale
L’hotel è carino e soprattutto situato in posizione centrale, non ha coperte ma solamente il piumone che ci fa trascorrere una “notte bollente”.
Prima di addormentarci ci rivolgiamo all’intero Pantheon di divinità locali da Odino a Thor affinché ci garantiscano il bel tempo.
Il mattino seguente, sotto una pioggerellina insistente, decidiamo di iniziare la visita della città partendo dall’acqua prendendo un GIRO IN BATTELLO chiamato “Under the bridge of Stockholm” (voto 9).
Il tour è molto bello e il commento, registrato anche in italiano, completo, coinvolgente e vario.
Ci rendiamo conto che Stoccolma è una città situata su più isole unite da ponti; il fatto di essere affacciata sul mar Baltico e alcuni laghi ha garantito alla città il nome di “Beauty on the water”.
Ci sono anche alcune spiagge sulle quali d’estate gli svedesi, e credo solo loro, fanno il bagno, vediamo anche alcune persone impegnate nella pesca dalla riva.
Evidentemente le acque cittadine non sono inquinate, per gli svedesi l’impegno per preservare l’ambiente è una cosa seria; la Svezia è uno dei paesi con minori emissioni nell’atmosfera, molte abitazioni sono riscaldate dai pannelli solari, i fornelli casalinghi sono alimentati da bio-gas e molti taxi sono ibridi.
Terminato il tour acquatico, poiché ha smesso di piovere, ci avviamo a GAMLA STAN la Città vecchia(voto 9). Questo quartiere, situato su un’isola, è un’area medievale con stradine in ciottolato ed edifici storici leggermente inclinati l’uno verso l’altro.
In quest’area ci sono tantissimi piccoli negozi (e di conseguenza troppi turisti) ristoranti e bar ricavati da antichi edifici e molto caratteristici.
L’atmosfera è veramente piacevole e i turisti si godono i negozi di arte e antiquariato oltre che di souvenirs.
A Gamla Stan inoltre ci godiamo il grandissimo palazzo reale, la cattedrale e l’incantevole piazzetta di Stortorget.
Poiché ci siamo un po’ infreddoliti decidiamo di prendere un’aperitivo all’ ICE BAR (voto 6). All’interno, ad una temperatura di -4 gradi, tutto è di ghiaccio dalle sedie ai bicchieri, compresi nel prezzo ci vengono consegnati un poncho e dei guanti. In sostanza l’Ice Bar è un posto dove il ghiaccio si trova dalla parte sbagliata del bicchiere.
Il giorno successivo, vista la bellissima giornata decidiamo di giocarci la Stockholm card che consente di visitare tutti i musei e utilizzare tutti i mezzi pubblici che si desidera.
Cerchiamo quindi di sfruttarla il più possibile e con la determinazione di Pippi Calzelunghe visitiamo il museo VASA (voto 9) nel quale è esposta una nave che nel 1.628 affondò ancora prima del varo e che negli anni 50 è stata riportata in superficie e restaurata; fortunatamente le acque poco salate del porto di Stoccolma non l’hanno corrosa.
Vicino al Vasa si trova il museo all’aperto SKANSEN (voto 7) prima però non ci facciamo mancare una visita all’acquario (voto 6).
Il parco Skansen contieni villaggi e fattorie ricostruiti com’erano nel passato e anche uno zoo con animali scandinavi (renne, orsi, lupi, linci…).
Essendo una giornata festiva del periodo pasquale moltissimi abitanti di Stoccolma si sono riversati nel parco costringendoci ad una lunga, anche se ordinata, coda per il pranzo.
Sempre nei pressi di questi due musei c’è anche il museo NORDISKA (voto 7) un castello che ricorda il collegio di Hanry Potter nel quale sono raccolti oggetti della vita di tutti i giorni degli svedesi dagli utensili dei contadini a quelli del design moderno.
Durante la visita suona l’allarme e gli inservienti ci spingono fuori, l’impressione è che, vista la giornata festiva, anche gli addetti al museo vogliano andare a godersi il sole.
Purtroppo non riusciamo a vedere il pezzo pregiato: un disegno del 1.767 che raffigura un lappone che castra una renna con i denti (comunque voto 6 in condotta).
Ormai siamo ben avviati e visitiamo anche il NATIONAL MUSEUM (voto 9) che è veramente molto bello e accoglie quadri di bravi autori svedesi ma anche Rembrandt, Rubens, Renoir e Goya. Ci sembra più che sufficiente e ci spalmiamo in albergo.
Il giorno successivo ci svegliamo con un’altra splendida giornata di sole e ci avviamo alla STADSHUSET (voto 9). All’interno del palazzo ( che è il municipio ed è stato costruito negli anni 20 in pietre rosse) si svolgono le celebrazioni annuali per il premio Nobel. La guida, in inglese, ci racconta tutti i retroscena della cena di gala fatta per festeggiare i vincitori e ci fa ammirare la bellissima vista sulla baia e sul resto della città.
Con nostra sorpresa, non solo non ci invitano a ritirare un premio, ma pretendono pure che paghiamo il biglietto, ciò dipende probabilmente dal fatto che non è stato ancora inventato il Nobel per la letteratura relativa ai racconti di viaggio.
Poiché la Svezia, che è la patria del welfare state, è stata la prima ad introdurre un limite al numero di ore lavorative decidiamo anche noi di porre fine al tour de force turistico e di rilassarci in un bar con i tavolini all’aperto facendoci servire dalla cameriera (voto 10) un caffè e un dolce.
Proseguiamo la giornata girovagando tra i negozi di design che propongono creazioni semplici ed eleganti comprando alcuni oggettini di stilisti che speriamo un giorno diventino molto famosi.
Gli svedesi sono tranquilli e sempre gentili; tutti i locali, bar e ristoranti, sono curati e hanno qualche cosa di particolare che non li rende mai banali; ad esempio notiamo una certa attenzione per le sedie: un ristorante ne ha molte appese alle pareti e al soffitto, un’altro le ha di dimensioni maxi e un altro ancora ha solo divani e sgabelli.
La Svezia, almeno in questa stagione, e con queste giornate di sole, sembra un paese dove si vivrebbe volentieri, l’atmosfera è sempre allegra e rilassata, alle 11 di sera le ragazze girano sole in metropolitana, nessuno ti importuna per strada e il dentista è pagato dallo stato, credo che in Italia avremmo molto da imparare dagli svedesi.
Uno dei ristoranti che abbiamo provato ha uno chef giovane che propone menù veramente creativi.
Proviamo anche un locale con cucina tradizionale che propone, oltre alle solite polpette con marmellata artica, (già testate in Italia dove sono vendute all’Ikea) anche salmone e soprattutto aringhe servite in tutte le maniere: in salamoia, fritte, alla griglia e con salsine vari, a fine cena temiamo di vederci servire per dessert…Un’aringa caramellata.
Anche l’alcool scorre abbondantemente tra gli svedesi soprattutto birra e snaps (cioè vodka).
Probabilmente questa è la conseguenza di una credenza religiosa secondo la quale l’aringa anche dopo la morte deve poter nuotare nella… snaps.
Purtroppo è il momento di tornare (voto 4) a casa; questo assaggino di Svezia ci ha lasciato un grande desiderio di visitare il nord e la terra dei Sami per approfondire la loro cultura, ma questa sarà un’altra storia.