Goodbye Wallaby!
Per il giorno dopo avevamo prenotato dall’albergo un’escursione a Phillip Island con il tour operator Autopia. Alle 11.00 ci facciamo trovare di fronte al Melbourne Town Hall e dopo una serie di fermate per recuperare altri passeggeri si parte. Breve fermata per il pranzo e poi dopo un’ora ci fermiamo al Maru Wildlife Park dove per la prima volta vediamo canguri, wallaby, vombat, diavoli della Tasmania, dingo e..Koala, che però stanno dormendo, riusciamo a dar da mangiare agli animali e ad accarezzarli; usciti ci mettiamo in auto e poco dopo arriviamo a Phillip Island, passiamo davanti al circuito del motomondiale e dopo una sosta in una cioccolateria andiamo a vedere il Nobbies Centre che ospita la lontra marina australiana, situato su un promontorio spazzato dal vento, Seal Rocks. Dopo un’oretta sosta per la cena e finalmente andiamo alla Penguin Parade, l’uscita dei pinguini minori blu dal mare: c’è un’arena di cemento costruita sulla spiaggia, ti fanno sedere dove dicono loro, nn si possono fare né video né fotografie xchè a quanto pare i pinguini hanno gli occhi sensibili. Bene avvolti nel nostro giubbotto attendiamo quindi che il sole tramonti. Sono circa le 20.30 passate e tira vento freddo quando il primo gruppetto di pinguini arriva (ci mette un po’ ad uscire) ed inizia la risalita verso le tane, poi arrivano tutti gli altri ed è buffissimo stare a guardare questi animaletti alti come una bottiglietta d’acqua che escono dalle onde ma non abbastanza così che il mare li riporta indietro e così via. Alle 21 ce ne dobbiamo andare perché la strada è lunga, dobbiamo fare attenzione prima di partire che non ci siano pinguini sotto la macchina onde schiacciarli !! Arrivo a Melbourne verso le 00.30 e subito a dormire che domani si parte per la Great Ocean Road! Il mattino dopo ci facciamo portare in aeroporto con lo skybus e andiamo a ritirare la macchina da Europcar, una Kia Rio berlina con cambio automatico. Partiamo e subito sbagliamo strada, xchè invece che imboccare la Princes HWY ce ne andiamo i direzione Camberra e me ne accorgo dopo circa 50 km (anche il nostro Tom Tom a cui abbiamo precaricato una mappa dell’Australia soffre ancora il jet lag!),percui torniamo indietro, perdiamo altro tempo e dopo ancora un’altra strada sbagliata ce ne andiamo verso Gellong e da lì verso la GOR. Ci fermiamo a Torquay per un pranzo veloce poi via, ci sono ancora diverse soste e tanta strada prima di arrivare a Warrnambool dove abbiamo l’hotel per passare la notte; questa prima parte di strada è bellissima, grandi spiagge come la stupenda e ventosa Bells Beach, paesini carini come Anglesea, panorami mozzafiato e poi improvvisamente i boschi del Great Otway National Park,tanti paesaggi montani che sembra di stare sui nostri appennini. Qui però apro una parentesi per i limiti di velocità che hanno rischiato di far impazzire il marito. Vabbè che la macchina era quello che era ma dovete immaginarvi la sua frustrazione ad andare a 60/80 km orari su strade dritte in cui nn c’era praticamente nessuno, oppure sui tornanti a 30/35, sempre con me che gli dicevo di nn accelerare per paura di beccarci qualche multa!!! Comunque ad un certo punto la strada passa per dei boschi all’interno e vediamo fermo un gruppetto di giapponesi che punta le fotocamere in alto: ci fermiamo e vediamo così i nostri primi koala in libertà, che emozione! Due dormono mentre uno si muove, mangia e si fa i fatti suoi…Davanti a questa meraviglia perdiamo circa mezz’ora e poi ancora via. Entriamo così nel Port Campbell National park e poco dopo ecco il parcheggio che indica “Twelwe Apostles” e lì ci fermiamo di nuovo. Sono circa le 17 e trenta, il sole è basso e tira molto vento ma è talmente irreale che scattiamo decine di foto e un bel po’ di filmato. Dopodichè via di nuovo, è tardissimo, dopo circa 1 ora arriviamo a Warrnambool e con un po’ di difficoltà troviamo il nostro hotel, Country Confort, usciamo per cena in un ristorantino messicano intanto che si prospetta un bel temporale e con una roboante festa di paese in corso, mangiamo e poi via a dormire.
Sveglia e colazione da MacDonald per ripartire in direzione Adelaide. Il tempo è un po’ bruttino ma migliora via via. Questo tratto che nn è più GOR ma Princes HWY ci è piaciuto meno, abbastanza monotono per poi trasformarsi in una lunga e assolata strada nel deserto con qualche carcassa di animale sul ciglio. Ci fermiamo a Kingston per un pranzo a base di fish and chips e poi ancora via sotto il sole che ci martella, con tanti cartelli stradali che esortano a fermarsi se si è stanchi. Finalmente verso sera dopo oltre 600 km e in un bagno di sudore arriviamo ad Adelaide. Abbiamo scelto di nn rilasciare subito la macchina in aeroporto ma di utilizzarla per andare al nostro hotel, All Season Meridien a North Adelaide e riportarla la mattina dopo quando partiremo per Kangaroo Island. Così facciamo, depositiamo i bagagli, doccia, giro per rifornirci di viveri in un supermercato, lavanderia e poi materasso!!! Il mattino dopo sveglia alle 5.15 (che poi sono le 4.45 xchè ci siamo dimenticati di regolare l’orologio!) per andare in aeroporto a consegnare la macchina e prendere l’aereo per Kangaroo. La traversata dura circa 20 minuti con un piccolo aereo a elica della compagnia Rex e alle 7.30 siamo arrivati. Purtroppo il nostro tour comincia alle 10 quindi per 2 ore e mezzo attendiamo in aeroporto. Alle 10 circa arriva la jeep con l’autista del Kangaroo Island Wilderness Tour e l’interprete, una ragazza di origini italiane ma che ormai vive a Kangaroo da parecchi anni. Con loro (che si scusano per l’attesa, dicono che pensavano che l’escursione coincidesse con l’arrivo sull’isola, errore del tour operator italiano) cominciamo l’escursione. Dall’aereoporto di Kingstone ci dirigiamo verso Seal Bay per visitare la colonia di leoni marini, tira un vento fortissimo; scendiamo sulla spiaggia e da pochi metri, sempre in gruppo e a debita distanza li possiamo osservare: mamma mia che puzza!. Dopo molte foto e tante domande ci spostiamo per andare a vedere i koala all’Hanson Bay Sanctuary e poi fermarci per il pranzo. Nel pomeriggio visita a Cape du Couedic e all’ Admirals Arch con la sua colonia di otarie della Nuova Zelanda, anche qui …Puzza, anche se il paesaggio merita moltissimo!! Poi ci portano a Kirkpatrick Point per ammirare Remarkable Rocks, un insieme di massi di granito scolpiti dal vento a picco sul mare. Torniamo indietro fino al Kelly Hill park dove vediamo ancora un sacco di canguri e poi andiamo a Vivonne Bay. Da lì proseguiremo per visitare in macchina la cittadina di Kingscote e a fare un po’ di foto ai pellicani sul molo. Poi è arrivato il momento dei saluti, il tour è finito e con il senno di poi sarebbe stato bello stare un altro giorno a Kangaroo, ma va bè! Torniamo ad Adelaide e ci facciamo riportare in albergo.
Giorno dopo ancora aeroporto di Adelaide, fila allucinante al check-in (abbiamo anche visto i N.E.R.D. In fila per la business a 2 metri da noi!) ma…No stress!! A differenza dell’Italia ti vengono a cercare, ti fanno passare davanti a tutti (e nessuno fiata!!!!) così poi passi i controlli e parti in perfetto orario (e qui la nostra ammirazione per gli australiani ha raggiunto lo zenith). Alle 10.30 con un’ora di fuso arriviamo ad Alice Springs e lì scopriamo che hanno fatto uno sbaglio sul luogo di restituzione della macchina cioè Ayers Rock dove Europcar nn è presente. Così andiamo all’Avis e noleggiamo un Nissan Patron con restituzione ad Ayers. Ci dirigiamo poi già fiaccati da caldo e mosche verso un supermercato per rifornirci di cibo e acqua per il viaggio e poi partenza in direzione Kings Canyon!!! Nel nostro caso si può veramente parlare di avventura perché ci facciamo quasi 200 km di strada asfaltata fino a Hermannsburgs sulla Larapinta Drive quindi altrettanti di sterrato con la Mereenie Loop Road, noi soli in mezzo al nulla a parte i copertoni sul ciglio della strada e un paesaggio rosso e assolato interrotto da qualche cavallo in giro a zonzo, con Alberto che sembra un partecipante della Parigi-Dakar e io che sgrano il rosario sperando che vada tutto bene! A pomeriggio inoltrato arriviamo finalmente (distrutti) al Kings Canyon Resort, la camera fa parte di un complesso di bungalow ed è spaziosa e pulita; un po’ di relax ed è ora di uscire per fare qualche foto al tramonto sempre insidiati dalle mosche, poi cena e un po’ di relax sul nostro terrazzino con vista sul bush. Da Kings Canyon partiamo il giorno dopo alle 9.30 in direzione Yulara macinandoci ancora 300 km ma su strada asfaltata e verso le 12.30 siamo al Desert Garden hotel che contrariamente a quello che dice la Lonely nn è né vecchio né trascurato, abbiamo una camera al 2 piano con vista Uluru molto bella, spaziosa e pulita. Dopo una spesa nell’unico supermercato e il pranzo ci rilassiamo un po’ per partire dopo le 16 in direzione Kata Tjuta cioè i Monti Olgas che sono a circa 50 km da lì, uno spettacolo impressionante questi “testoni” di colore rosso vivo. Ci fermiamo all’inizio del sentiero e scattiamo un po’ di foto, fa caldissimo e le mosche nn danno tregua, meno male che siamo partiti con una bella scorta di acqua. Ripartiamo poi per andare a vedere Uluru al tramonto, speriamo di scorgere qualche canguro ma niente, nel deserto abbiamo visto pochissimi animali. Arriviamo all’area per ammirare il tramonto e il parcheggio piano piano si riempie di macchine. La roccia si stà infiammando di rosso vivo, dietro poi c’è un temporale e ogni tanto qualche lampo squarcia il cielo, stupendo, c’è pure un accenno di arcobaleno! Il colore cambia tanto rapidamente che scattiamo decine di foto fino a dopo le 19 quando ormai è buio e decidiamo di ritornare indietro. Per la cena seguiamo i consigli della Lonely e ci fermiamo al Pioneer barbecue dove è possibile acquistare carne, dal manzo al canguro al coccodrillo… e poi cucinarsela sui barbecue; peccato per il forte scroscio di pioggia (ma nel deserto non piove mai?) che si accompagna ad un veloce temporale. Quando usciamo noi è tutto finito e ritorniamo al nostro hotel, non prima di un incontro ravvicinato con un dingo che gironzola nel parcheggio e che ci fa tornare con passo svelto in camera a goderci la bottiglia di spumante gentilmente offerta per festeggiare il nostro viaggio di nozze.
Il giorno dopo salutiamo il deserto, il nostro indistruttibile Patrol e partiamo da Ayers Rock per Cairns, e lì appena scesi veniamo investiti da una delle cose che più odio, il caldo umido. Il nostro albergo è a Port Douglas quindi noleggiamo una macchina e ci facciamo una 50na di km di tornanti prima di giungervi; l’escursione a Cairns era concepita per visitare la barriera corallina e Cape Tribulation ma tra la stanchezza (nn ci fermiamo praticamente dal matrimonio) e il poco entusiasmo per l’escursione da parte mia (anche qui poi abbiamo pensato che il giorno a Cairns era meglio farlo a Kangaroo)l’abbiamo sfruttato come giorno di relax; in più da parecchio tempo stò accarezzando l’idea di visitare Brisbane, che nn è nel nostro itinerario, e in particolare il Lone pine koala Sanctuary, già citato in numerosi racconti di viaggio e dalla Lonely come la più grande riserva di koala e visto in un documentario prima di partire. Così ne parlo con Albi e decidiamo di sacrificare uno dei 4 giorni a Sydney per andare lì. Intanto visitiamo la cittadina di Port Douglas che è ormai alla fine della sua stagione turistica e ci rilassiamo nella piscina dell’hotel.
Oggi partenza per Sydney dove arriviamo verso le 16.00 p.M. Prendiamo l’Airport Link fino a Central Station e poi da lì a piedi fino all’hotel che si trova vicino ad Oxford Street; peccato che il tempo già brutto degeneri in un bel temporale cosicché ci vedono arrivare in albergo bagnati fino alle ossa. Il tempo di un veloce check in, doccia, sistemata ai bagagli ed ha già smesso di piovere, quindi fuori subito per iniziare ad esplorare Sydney. Seguendo la cartina ci dirigiamo verso l’ Harbour Bridge passando per Hide Park, the Domain e Royal Botanic Gardens e poi alla fine di Macquarie Street eccolo lì o meglio eccoli lì perché subito dopo riconosciamo l’inconfondibile sagoma dell’Opera House, mamma mia che emozione, forse solo in quel momento ci siamo realmente resi conto di essere in Australia! Qui scattiamo un bel po’ di foto oltretutto è il tramonto e il ponte si stà illuminando, vediamo anche una coppia di sposi che fa le foto davanti all’Opera mentre andando dietro sulla baia c’è il tendone con il rinfresco; passeggiamo fino a Circular Quay e poi torniamo indietro fermandoci a cenare in uno dei ristoranti con vista ponte/opera . Peccato che ricominci a piovere e l’acquazzone faccia scappare tutti dentro il ristorante dove finiamo di cenare. Meno male che però dopo un paio d’ore riusciamo a tornare indietro all’hotel ancora asciutti.
Il giorno dopo passeggiata per le vie di Sydney, Chinatown, Darling Harbour, The Rocks, George e Pitt Street, mentre nel pomeriggio prendiamo il bus che da Circular Quay ci porta a Bondi Beach. Oggi è domenica e c’è un bel sole quindi mangiamo qualcosa e poi ci stendiamo per un meritato riposo sulla sabbia, in giro c’è un sacco di gente tra cui anche una troupe televisiva che stà girando uno degli episodi di “Baywatch in Australia” su Sky. Anche oggi però la nostra sfiga entra in azione perché verso le 17 il cielo già nuvoloso rovescia giù acqua facendo scappare via tutti; così siamo costretti a riprendere il bus e tornare in città. La serata è rinfrescata dal recente acquazzone così dopo esserci cambiati facciamo un giretto per trovarci un posticino dove cenare, dopodichè torniamo in albergo.
IL giorno seguente e cioè Lunedi volevamo farci un giretto per Paddy’s Market ma …Sorpresa! Le bancarelle sono chiuse! Furente apro la Lonely ma purtroppo questa volta sono io che ho sbagliato. Un po’ atapirati ci tuffiamo di nuovo nel centro di Sydney e facciamo lì gli ultimi acquisti di souvenir; poi ci dirigiamo sempre a piedi verso Darlig Harbour e dà lì al Fish Market che è strapieno di gente, banchi del pesce stracolmi e una ressa di gente impazzita che vi si accalca . Noi ci prendiamo un piatto unico con mezza aragosta, 3 gamberoni, 4 ostriche, un po’ di polipi in salsa piccante, calamari fritti e patatine il tutto per 52 dollari in due e poi ce lo andiamo a digerire sotto una delle palme davanti al porticciolo.Verso le 15 riprendiamo il bus che ci porta a Circular Quay e da lì il ferry per Manly dove passiamo il resto del pomeriggio scattando un sacco di foto. Ritorno in albergo verso l9.30, cena e subito a nanna che domani ci dobbiamo alzare alle 4.30 per andare a Brisbane.
Il mattino dopo ci vengono a prendere alle 5.00, ci portano in aeroporto, alle 7.00 abbiamo il volo e alle 7.40 ora locale di Brisbane arriviamo. Andiamo subito a noleggiare una macchina, attacchiamo il Tom Tom e ci dirigiamo verso il Lone Pine Koala Sanctuary che è una quindicina di km dalla città, circondato da tanto verde. Il posto è molto grande e vediamo un sacco di animali, varani, opossum, canguri, wallaby, tantissimi uccelli, emu, dingo e poi loro, tantissimi e buffi koala che staremmo a guardare per ore tanto sono teneri. Per chi vuole (per 16 dollari) c’è anche la possibilità di tenerne uno in braccio e fare la foto ed è così che facciamo noi, con Albi il koala nn fa una grinza con me è un po’ più ribelle e ci vogliono due tentativi; le foto oltretutto vengono messe in internet per 60 gg così poi abbiamo mandato a parenti ed amici l’indirizzo in modo da farli schiumare d’invidia!!! Fatte le foto continuiamo il giro,ci sono anche tantissimi canguri da accarezzare, e poi c’è l’angolo dei piccoli con pecore, asinelli e cani per farli divertire. Insomma per più di due ore ce la spassiamo come bambini ma poi è ora di andare perché la nostra avventura con i koala vuole proseguire al Daisy Hill koala center; purtroppo per noi quando ci arriviamo scopriamo che è chiuso (per almeno 6 mesi dice il cartello) quindi nn ci resta che fare un giretto nel parco che lo circonda per vedere di scorgere qualche animaletto. Alla fine vedremo solo un gruppo di wallaby che pascola infastidito da un bambino che li insegue e questi saranno gli ultimi animali che ci terranno compagnia sul suolo australiano perché domani si parte e si lasciano tutte le belle cose che abbiamo visto e apprezzato. Torniamo indietro e andiamo in aeroporto dove prendiamo il volo che ci riporterà a Sydney. Il mattino dopo di nuovo aeroporto ma questa volta volo internazionale che ci porterà a Bangkok e in seguito a Phuket per una settimana di relax al mare. A parte le difficoltà con la lingua dell’Australia ci rimarrà tutto nel cuore, dai suoi incredibili paesaggi, gli animali, la cortesia e il sorriso della gente, la pulizia e la perfetta organizzazione, tante cose che purtroppo in Italia mancano. Speriamo quindi che questo non sia un addio ma solo un arrivederci. E la speranza è l’ultima a morire.
Veronica e Alberto