Sal, un viaggio meraviglioso
Scegliamo di soggiornare al villaggio CRIOULA, nonostante sia il più “datato”.. La spesa si aggira intorno ai 1.300, 00 Euro a testa per una settimana. 3 Agosto 2008 Arriva il momento di partire. Il volo NEOS parte alle 17.00 puntuale, durerà circa 6 ore (qualcosina meno). A bordo ci servono una cena a base di ravioli al sugo, Philadelphia, una fetta di arrosto, pane e una tortina ai frutti di bosco deliziosa! L’aereo non è molto spazioso, le file di sedili sono due, con tre poltrone ciascuna. A bordo vengono date coperte ed auricolari da collegare al sedile per ascoltare individualmente il film trasmesso durante il viaggio oppure la radio. Ci viene anche data una crema doposole in omaggio, il servizio di hostess è abbastanza buono. Arriviamo all’aeroporto di Sal alle ore 20.00 locali (In Italia sono le 23.00) appena scendo le scale dell’aereo il vento mi saluta, è buio. Si respira nell’aria un odore particolare che tutt’oggi non so descrivere, è l’odore d’Africa. Entriamo nel minuscolo aeroporto e la fila per il timbro del visto e del controllo passaporto è lunghissima, fortunatamente noi non abbiamo il visto, sapevamo che c’era la possibilità di farlo direttamente all’arrivo, ed infatti la fila per farlo è brevissima, costa 25 Euro a testa e in 10 minuti sbrighiamo tutto e siamo al nastro dei bagagli. Il servizio è quello che è, la struttura è piccolissima, ma cercano di fare del loro meglio per velocizzare le operazioni. Non avendo prenotato in agenzia non avevamo nessun assistente o tour operator che ci aspettava per condurci all’hotel, quindi usciamo per strada e cerchiamo un taxi. Li i lavori sono pochi: o sei tassista o lavori in hotel, quindi la concorrenza è davvero spietata, la strada è intasata di taxi! Il primo che ci viene incontro è un ragazzo un po’ burbero e con una faccia seria, ci carica le valigie in macchina e partiamo per l’hotel. Devo ammettere che ho un po’ di paura, le strade sono deserte e buie, l’autista sta zitto per tutto il tempo ed ogni tanto ci spia dallo specchietto retrovisore, io un po’ intimorita osservo il nulla fuori dal finestrino. Di tanto in tanto alza il volume alla musica capoverdiana di sottofondo. Dopo 20 minuti e qualche attimo di ansia, giungiamo a destinazione. L’hotel Crioula dista circa 20 Km dall’aeoroporto. Il costo del viaggio in taxi è di circa 12 Euro, non ricordo di preciso quanti Escudi Capoverdiani sono, ma loro accettano volentieri il denaro in Euro. Arriviamo in hotel prima di tutte le persone che hanno volato con noi, quindi siamo i primi di tutta la massa a fare il check in. La hall è molto carina, stile etnico, e il personale capoverdiano molto gentile. Ci accolgono gli animatori che subito si presentano e ci mettono il bracciale azzurro all inclusive. Sono all’incirca le 22.00 e ci fanno finalmente entrare nella nostra camera, non è centrale, è molto accogliente, dotata di aria condizionata (c’è un interruttore sulla parete per l’accensione, ma a richiesta alla reception viene consegnato il telecomando), il letto è matrimoniale, abbiamo un terrazzino che si affaccia verso l’interno del villaggio, televisione, armadio un po’ piccolo per due con cassaforte all’interno, un bagno con bidet e doccia, tutto in marmo. Dietro invito degli animatori ci dirigiamo verso il ristorante, che eccezionalmente rimane aperto fino a tardi per i nuovi arrivati. Ovviamente il buffet è quello che è, sono le 10 di sera ed è davvero misero. La sala è molto grande, dotata di decine di condizionatori per mantenerla fresca, ci si serve da soli ma sono comunque presenti molti camerieri disponibili, per l’acqua ci sono delle piccole brocche da riempire ai distributori automatici, l’acqua è trattata e lo si nota dal sapore un po’ strano, però è bevibile! Mangiamo un pezzettino di pizza e ce ne andiamo a letto stanchi morti. La mattina il fuso si fa un po’ sentire in quanto ci svegliamo alle 6 automaticamente, apro le tende della camera ed il cielo è un po’ coperto, scopriremo poi che tutte le mattine funziona così, fino alle 9.30/10.00 il sole non esce.. Ma quando esce.. Scotta! Nonostante il cielo coperto il caldo e l’umidità si fanno sentire. Il villaggio Crioula è posizionato alla periferia del paese di Santa Maria, è sempre più un cantiere a cielo aperto, stanno costruendo palazzine e complessi turistici a non finire.. Che dire, appena svegli, la prima cosa che voglio fare è uscire dal villaggio. Ci accorgiamo di ciò che ci circonda: il nulla più assoluto. Le settimane precedenti al nostro arrivo erano state piovose, addirittura dagli anni ‘80 non si era vista così tanta pioggia! Le conseguenze sono mosche, umidità assoluta e fango, fango, fango. Oltretutto li le strade asfaltate sono rare, quindi c’è davvero palta ovunque. Decidiamo che il primo giorno è meglio esplorare un po’ ciò che il villaggio offre. La piscina nelle prime ore della mattina è sempre poco frequentata, quindi ci si può rilassare in pace, è di acqua salata e non è per niente fredda! I lettini sono tutti posti sotto dei gazebo che riparano dal sole davvero tremendo, il vento inganna perché non ti fa sentire soffocare ma senza renderti conto stai abbrustolendo, ma comunque si possono spostare al sole a bordo piscina, dove c’è la sabbia. Consiglio vivamente una protezione molto alta anche a chi è scuro di carnagione, diventa davvero pericoloso non proteggere la pelle e si rischia di rovinarsi le vacanze. Personalmente ho usato gradualmente dalla n. 30 alla 10 (in una settimana). La spiaggia è larghissima e per raggiungere il mare bisogna attraversarla tutta, la sabbia è bollentissima anche se è mattina presto. L’oceano.. Che dire, la prima volta che tocco con mano l’atlantico.. Tanta forza e tanta bellezza racchiusi in un azzurro intenso. La sabbia è bianca e così fine da sembrare cipria. Uno scenario davvero incantevole. Il vento scatena molto l’oceano quindi consiglio di non voltare MAI le spalle al mare, ha una forza spaventosa da non sottovalutare e può davvero essere un rischio (un sacco di persone nel nostro villaggio sono rimaste travolte dalle onde perché distratte). Se lo si prende con la dovuta serietà, però, è davvero divertente! Capo Verde è la patria del Kite e del Wind Surf, proprio perché il vento è sempre presente. Devo dire che però non è mai fastidioso, spesso mi è stata sconsigliata questa destinazione per via del vento, ma quei pochi giorni in cui il vento non c’è stato (capita) stavamo soffocando tutti quanti sotto il sole africano e 28° di media! Decidiamo di fare un salto al famosissimo pontile di S. Maria dove la mattina ci sono i pescatori che rientrano carichi di pesce e vendono il loro pescato alla gente del posto. Il pontile è il punto di ritrovo degli abitanti di Santa Maria, loro si concedono spesso un po’ di relax sulla spiagga adiacente al pontile. Li si trova sempre tanto movimento, ma attenzione; i capoverdiani appena vedono il braccialetto dei resort non capiscono più niente. Come anticipato prima, gli impieghi li sono pochi, tra tassisti e inservienti negli hotel si trovano quasi tutti ad avere una “bottega” di souvenir. Sono tutti oggetti in legno prodotti da senegalesi, una miriade di “negozi” (chiamarli così è un po’ esagerato, ma il senso è quello). Camminando tra la gente del posto si è assaliti da chiunque, tutti cercano di scambiare quattro chiacchiere, parlano italiano fluentemente, il finale è condurti nella loro bottega e farti comprare qualcosa. Non cedete a tutti quanti o tornerete a casa senza un soldo!! Il primo ragazzo che abbiamo conosciuto si chiama Nino, è un senegalese che si è finto capoverdiano (ebbene si, fanno anche questo) e ci ha accompagnato per tutto il paese mostrandoci la sua casa e le sue abitudini, alla fine del giro ci ha condotto nel locale dove vende i suoi souvenir e ci ha chiesto di comprarne uno. E’ stato molto simpatico quindi non mi sono tirata indietro, ho scelto una piccola tartarughina, simbolo dell’isola, pensando di farlo felice. Quando mi ha chiesto 20 Euro per una tartarughina di legno minuscola sono scoppiata a ridere, glieli ho dati, ma ho capito il vero senso della sua cordialità. Alla fine serve sempre una lezione per non ripetere i propri errori! Il secondo ragazzo conosciuto è Angelo, un capoverdiano vero, ci ha accompagnato al pozzo dove ogni mattina vanno a prendere l’acqua, dato che in casa non esiste, tutti si lavano nel mare. Ci ha fatto molte domande sull’Italia ed è stato davvero gentile, ci ha portati in un phone center al centro di s. Maria dove abbiamo telefonato in Italia e ci ha riaccompagnati al villaggio senza chiedere nulla in cambio, mi ha regalato un Escudo con impressa una tartarughina, lo conservo ancora oggi. Il fisico dei capoverdiani è davvero scolpito perchè mangiano cibi poveri di grassi ma ricchi di proteine, quali i legumi e la Cachupa, piatto tipico a base di mais, legumi, ortaggi e carne o pesce e fanno molta attività fisica. Il motto del posto è CABO VERDE NO STRESS, diciamo che loro sono simpaticissimi ma la vita un pochino te la stressano! Il primo pranzo nel villaggio è stato ottimo, i cibi sono gustosi e sempre caldi, il punto forte sono i dolci!! Un omone di colore col cappello da chef prepara delle torte al cioccolato strepitose, biscotti, pasticcini, semifreddi.. Qualsiasi cosa è buona. Il pomeriggio i ragazzi dell’animazione (simpatcissimi, mai insistenti) ti fanno divertire coi vari corsi e sport, la sera c’è sempre uno spettacolo organizzato da loro nel teatro.
La clientela è soprattutto italiana ad eccezione di qualche portoghese, quindi ci si sente a casa. A poche centinaia di metri dal villaggio Crioula abita una ragazza italiana conoscente del mio ragazzo e quindi il secondo giorno l’abbiamo raggiunta e ci ha portato a pranzo in un posto davvero delizioso che si chiama BEACH CLUB, proprio sulla spiaggia di Santa Maria (è lunghissima) abbiamo mangiato una grigliata di carne buonissima. Durante il nostro soggiorno ci ha portati anche in un posto a S. Maria che ha una terrazza a picco sull’oceano, è un residence ma è accessibile anche dal bar dalla strada, si chiama PORTO ANTIGO, ho scattato un milione di foto, è un posto incantevole e ve lo consiglio. Nel centro di S. Maria esiste anche un ristorante italiano, gestito da un signore sardo, si chiama LEONARDO, si mangia divinamente il pesce fresco!! Durante la nostra settimana abbiamo partecipato ad una escursione di una giornata in pick up, (se non ricordo male 50 euro a testa) con una guida capoverdiana adorabile, Pasquale, ci ha tenuto compagnia per tutto il giorno ed è stato bravissimo. Abbiamo visitato il deserto dell’isola dove abbiamo potuto vedere un miraggio, la spiaggia di Ponta Preta dove si svolgono i campionati mondiali di wind surf, il Monte Leone (l’unico dell’isola), il capoluogo Espargos, (che è un po’ più civilizzata di s. Maria) e dove c’è una raffineria ed il porto. Ad Espargos siamo stati assaliti da bambini che chiedevano EURO!! Ho dato loro dei biscotti che avevo conservato dalla colazione la mattina ma non li hanno voluti. Mi raccomando niente soldi (!!!) o caramelle ai bambini perchè se i denti si cariano nessuno li cura. Ci siamo fermati alle piscine naturali di Burracona dove ci siamo tuffati in un acqua blu, che più blu non si può. Abbiamo poi raggiunto le saline, dove abbiamo fatto il bagno in un acqua rosa, calda, talmente tanto salata da galleggiare. Ci siamo fermati li per pranzo, ci hanno servito del pollo arrosto con patatine fritte (il pranzo era incluso nell’escursione). Purtroppo quella mattina mi sono svegliata con un po’ di dissenteria quindi ho preferito non mangiare nulla per pranzo. A tal proposito consiglio ENTEROGERMINA A FIUMI! Non tanto per i virus, ma è proprio un insieme di cose che potrebbe causarvi un po’ di malessere, a partire dall’aria condizionata nelle stanze e dal caldo fuori. Due settimane prima di partire io ed il mio moroso abbiamo cominciato a prendere enterogermina, ma, fortunatamente solo per un giorno, non sono stata bene lo stesso. Le pastiglie Imodium possono aiutare molto nel caso si presentasse diarrea. Il nostro giro è terminato nel pomeriggio quando ci siamo rilassati mezzoretta su una spiaggia deserta, gli unici ad esserci erano i cani randagi, ovunque presenti sull’isola.. Ma non vi preoccupate perché sono assolutamente abituati alla gente e non vi daranno alcun fastidio, come ci ha spiegato la nostra guida Pasquale, sono quasi tutti controllati da una signora del posto. Verso la fine della settimana abbiamo conosciuto metà villaggio, un sacco di ragazzi che ancora oggi sentiamo e vediamo, gli animatori in questo sono stati bravissimi a unire tutti quanti. La cucina impeccabile, pulizia buona, clima OTTIMO per tutta la nostra settimana, la sera tira un venticello fresco ma non fa freddo, conviene portare qualche capo più pesante ma non esagerato! Mi raccomando la protezione solare alta, soprattutto noi con la pelle chiara. Una sera a settimana nel villaggio c’è la serata a tema, vengono dei ballerini di Capoeira da fuori ad esibirsi e si danza a ritmo di bonghi, ci si diverte un mondo! Per chi vuole animare le sue serate, poco distante dal villaggio c’è la discoteca PIRATA, ma personalmente l’ho trovata piccola e troppo affollata. All’interno del villaggio, dopo le 23.00 c’è la “discoteca” con gli animatori e ci sono le serate dance anni 70-80-90. Per i più piccoli c’è il mini club gestito da alcune animatrici. Per chi vuole, poi, c’è il corso di sub e tante escursioni da fare, di sicuro al Crioula non ci si annoia.. Villaggio meraviglioso.
Purtroppo il giorno 10 Agosto 08, alle 17.00 ci hanno riaccompagnato all’aeroporto di Sal ed un aereo di ha riportati a Milano. Non dimenticherò mai tutte quelle facce, quei profumi, quella terra rossa, quei bambini di colore che ti guardavano incantata perché avevi i capelli biondi, quei pomeriggi spensierati e tutte quelle persone che hanno reso la nostra vacanza indimenticabile. Un viaggio interiore, se no non avrebbe avuto senso piangere per tre settimane di fila al mio rientro. Buon viaggio!!!