Ritorno in Sud Africa: il Kalahari
Questa volta tutta questa parte l’ho quasi saltata, un po perché per il precedente viaggio mi ero preparata moltissimo, un po per il poco tempo a disposizione. In ogni modo, a distanza di ben 8 mesi dal ritorno dal Sud Africa ecco che la malattia riappare più forte che mai. Quel mal d’Africa che ormai da anni mi spinge a convincere in ogni modo mio marito a prendere l’aereo e tornare in questi posti cosi vivi, cosi pieni di colori e di emozioni, che ormai non ne possiamo più fare a meno.
Siamo tornati a febbraio ed ecco che gia a settembre inizia a sfiorarmi l’idea di questo nuovo viaggio. Purtroppo il tempo a disposizione è decisamente poco in confronto ai 20 giorni delle vacanze precedenti, ma soprattutto non vogliamo questa volta fare nuovamente la profilassi antimalarica. Cosi la nostra decisione cade su di una parte del Sud Africa che non avevamo toccato nel viaggio precedente, e che non è affetta dal problema della malaria: il nord.
Decidiamo di fare scalo a Cape Town per qualche giorno , per approfittare del periodo ancora buono per vedere le balene, per poi spingersi verso nord a vedere il kalahari, percorrere più di mille chilometri fino ai confini con il Botswana, a pochi chilometri da gaborone , alla madikwe Game riserve , per tornare infine a Johannesburg.
Questa volta i tempi di preparazione sono brevi, e i rest camp al kalahari più difficili da prenotare, cosi chiedo aiuto alla mia amica dell’agenzia viaggi, che avuto il mio preciso itinerario di viaggio, inizia a cercarmi voli e hotel.
La cosa più difficile da trovare è stato il volo. I voli su cape Town da Francoforte sono sempre pienissimi, per fortuna giusto all’ultimo riusciamo a trovare 2 posti, e cosi dopo la metà di ottobre siamo pronti per partire.
1° giorno Il nostro viaggio inizia da Bologna. Purtroppo l’autostrada è completamente bloccata dall’inizio della tangenziale , e noi siamo costretti a uscire appena possibile e cercare una via di fortuna per giungere all’aeroporto. Siamo in anticipo, e anche se allunghiamo il tragitto enormemente, alla fine arriviamo ugualmente puntuali al check in.
Il volo su Francoforte è tranquillo. Arrivati in aeroporto ci concediamo una tranquilla cena da mc donald prima di prendere il volo che ci porterà diretti a cape town .
Volare con la South Africa è sempre un piacere, e ovviamente questo volo non fa eccezione . Aereo pulito, seggiolini comodi, video personale, scelta di cena e colazione.
Guardiamo un film e poi un riposino! 2° giorno l’arrivo a Cape Town è alle prime luci dell’alba(5.30 a.M.). Lo spettacolo della Table Mountain all’alba è sempre un emozione indescrivibile, sinonimo di inizio vacanza e di essere finalmente tornati nel nostro sud Africa.
Sbrighiamo le formalità e raggiungiamo l’esterno, dove ci aspettano per portarci all’autonoleggio. Saliamo su di un pulmino assieme ad altri italiani. Ad attenderci c’è un ragazzo italiano che abita a cape Town gia da diversi anni, che rimane molto incuriosito del nostro itinerario cosi particolare.
Gia dall’aeroporto notiamo grandi differenze rispetto all’inizio dell’anno. In questi 8 mesi è successo un evento molto importante per il Sud Africa: hanno assegnato a loro l’organizzazione dei campionati mondiali di calcio del 2010 e tutto il paese è in fermento ed in preparazione. Aeroporto compreso. Stanno costruendo infatti degli enormi parcheggi per accogliere i turisti dei mondiali.
Arriviamo al Europecar e prendiamo la nostra nissan che ci accompagnerà per questi 3 giorni al capo. E ci dirigiamo verso il centro città per trovare il nostro hotel.
Ci sembra di essere tornati in un luogo conosciuto, le strade, i paesaggi, le case, tutto è come ci ricordavamo…Ovvio sono passati solo pochi mesi…
A differenza della prima volta non abbiamo bisogno di rodare la guida a sinistra , e quasi nemmeno bisogno della cartina per orientarci. Arriviamo verso le 9 al Portswood hotel, a 2 passi dal Waterfront.
Lasciamo la macchina alle cure degli autisti dell’hotel, scarichiamo i bagagli e sbrighiamo le formalità. Purtroppo la nostra camera non è ancora pronta, ma noi siamo molto stanchi, quindi decidiamo di accettare quella che è gia libera, anche se la nostra era effettivamente in una posizione molto migliore, ma al momento la cosa più importante è andare a fare una doccia e stendersi sul letto. Il Portswood è un bellissimo hotel, di categoria decisamente superiore al Victoria Junction dove eravamo a gennaio. Tutto è incentrato sull’arte marinara, pieno di nodi, funi, ottoni vari. Molto elegante, ma soprattutto diretto sul Waterfront.
E in questo periodo è davvero perfetto. Anche qui infatti stanno preparando tutti i parcheggi nuovi per i mondiali, quindi trovare un parcheggio sarebbe stato difficile, con l’hotel in questa posizione non c’è nessun problema di parcheggio ( ne ha uno molto grande sotterraneo) , ma soprattutto si ci può permettere in tutta tranquillità anche un giretto alla sera…
Il viaggio ci ha lasciato davvero stanchi questa volta, quindi decidiamo di riposarci per il resto della mattinata . Per il pranzo scendiamo al waterfront, ne approfittiamo per fare un bancomat e mangiare qualcosa allo spur con una stupenda vista sul porto.
Il waterfront è sempre molto animato . E’ pieno di turisti e di gente comune. Oggi è sabato e ci sono tanti cittadini di Cape town a passeggio.
Ci dirigiamo al traghetto per Robben Island passiamo dalla vecchia torre dell’orologio e ci fermiamo a vedere le foche del capo che se ne stanno qui a godersi il porto. Sono animali immensi. Ce ne sono alcune sui ponteggi, mentre altre, tra cui un grosso maschio, se ne stanno al di la della balaustra di plexiglass, dove hanno creato una terrazza tutta per loro, dove i turisti possono guardarli al di la del vetro, senza dargli fastidio.
Gironzoliamo per il resto del pomeriggio tra i negozi , e gli spettacolini all’aperto, godendoci questa bella giornata di sole primaverile .
Torniamo in hotel per darci una rinfrescata, per poi scendere nuovamente per la cena sul porto.
La gente si è ulteriormente moltiplicata. Ci sono ora concerti all’aperto, nel piccolo anfiteatro, e ragazzi che fanno spettacoli col fuoco. La serata è splendida, e tutto attorno a noi molto tranquillo. Essere qui, senza guide, ne altri turisti, ci fa sentire quasi del posto.
Ci godiamo il tramonto sul mare e le belle luci di cape Town sulla baia, sembra quasi un immagine da cartolina, e io mi sento cosi bene ad essere qui.
3° giorno La giornata di oggi è dedicata alle balene. Nel viaggio di gennaio eravamo fuori stagione, quindi non ne abbiamo visto nemmeno una. La guida che ci ha preso in aeroporto ci ha detto che qualche settimana fa era al massimo della stagione, potevi vedere anche 40 balene tutte assieme, ormai siamo avanti, ma dovremmo poterne vedere ancora qualcuna.
Ci alziamo per le 8 e facciamo colazione in hotel.
Il piccolo ristorante dove servono le colazioni è delizioso.
Si tratta di un piccolo giardino interno con un porticato che da sulla piccola piscina. E’ tutto pieno di fiori e piante tropicali, con un atmosfera molto british. Mangiamo abbondantemente con uova becon , paste e frutta.
Prendiamo la macchina e ci dirigiamo a nord della città. Se l’altra volta eravamo arrivati a Hermanus dal capo, facendo tutta la strada costiera, questa volta prendiamo la tangenziale, che circumnavigando la tavola , passa attraverso i vigneti del capo, campi da golf e ci riporta sulla costa. L’ultimo tratto di strada è lo stesso fatto a gennaio. Ci fermiamo a qualche belvedere. Ci sono diverse navi in mare, probabilmente portano i turisti al largo, ma per ora non si vedono balene. Speriamo di riuscire a vederne stavolta!.
La cittadina di Hermanus è esattamente come l’avevamo lasciata. E’ una bella cittadina balneare, con belle case, tanti fiori e una bella passeggiata sulle scogliere per poter ammirare le balene durante la stagione. Parcheggiamo la macchina e ci incamminiamo verso il molo. La prima cosa che vediamo è il Whale cryer . Ne avevo letto sulla guida, ma trovarselo davanti è molto pittoresco. Si tratta di una persona che attira l’attenzione dei turisti suonando un corno. Addosso ha un cartellone con scritte le località della costa nella quale sono state avvistate le balene. Molto pittoresco!!! Arriviamo sulla punta del molo e ci sediamo ad osservare il mare. Ci sono altri turisti che attendono. Al largo si iniziano a vedere degli sbuffi, e poi delle balene che saltano e giocano. Che bello spettacolo, peccato siano cosi lontane. Ne contiamo 12 nello spicchio di mare davanti a noi.
Vediamo da lontano delle balene che si stanno avvicinando alla costa, quindi decidiamo di seguire il percorso attorno alla scogliera.
Arrivati in fondo al molo vediamo un gran movimento di gente, e ci accorgiamo che una balena sta passando a pochissimi metri dal molto. Corriamo a vedere da vicino questo bellissimo animale. Sarà lungo 5 metri! Bellissimo.
Gira tranquillo attorno ai turisti che lo osservano, per poi riportarsi verso il largo! Che esperienza!!! Galvanizzati dopo questo incontro riprendiamo il percorso pedonale. Il tutto è contornato dalle protee che sono in piena fioritura. Troviamo una panchina su di un promontorio e ci sediamo ad osservare. Alcune balene sembra che stiano girando in tondo nella baia, e il loro percorso le porta proprio sotto di noi. Si avvicinano sempre di più, ora possiamo distinguere i grandi corpi delle madri con i più piccini degli ultimi nati. La baia di hermanus è più calda dell’oceano circostante, qui migliaia di balene vengono a dare la luce i piccoli ogni anno, li tengono nelle calde acque fino al momento in cui saranno pronti per andare verso l’oceano.
Rimaniamo qui a rimirare lo spettacolo fino al primo pomeriggio . Passano in successione una decina di balene coi cuccioli . E’ davvero fantastico. Le balene, il paesaggio, il sole primaverile.
Verso le 2 iniziamo ad avere un po di fame. Scendiamo di nuovo ad hermanus e ci dirigiamo al the Bungsbury , il ristorante sul molo dove abbiamo mangiato anche la volta scorsa. Pranzo in riva al mare a base di pesce fresco! Finito il pranzo facciamo un giretto per il mercatino, giusto poco prima della chiusura. Facciamo qualche acquisto di legno, poi riprendiamo la strada verso il capo.
E’ domenica sera, e sembra che tutti gli abitanti di cape Town che hanno fatto la gita fuori porta stiano rientrando tutti assieme. C’è un po di fila per le strade! giungiamo giusto poco prima del tramonto, che decidiamo di vedere da signal hill.
Arriviamo sulla collinetta con la macchina e parcheggiamo. Qui ci sono tantissimi ragazzi che si stanno godendo il tramonto sul mare.
Ci fermiamo con loro ad ammirare lo spettacolo. Il mare si tinge di rosa, lo stesso la tavola, e la tua bianca tovaglia sulla cima.
Ci finiamo di godere lo spettacolo arrivando ai piedi della funicolare. Da qui la vista sulla città è completa. Davvero bellissimo. Guardiamo la funicolare, sarebbe bello andare a cenare sulla cima, ma si sta alzando il vento, e fra poco la funicolare chiudera a causa sua…Peccato.
Scendiamo al Waterfront per la cena e a goderci qualche nuovo spettacolino all’aperto.
Prima di andare a dormire prepariamo la valigia, domattina abbiamo l’aereo per il Kalahari.
4° giorno Facciamo colazione in hotel, deliziosa anche stamattina. Carichiamo le valigie e ci dirigiamo in aeroporto. Fatti tutti i controlli sulla macchina alla europecar, ci avviamo all’ aeroporto. Facciamo il check in ai banchi della saa. Il volo è in orario. Passiamo la dogana e attendiamo il volo. Anche qui ci sono un sacco di negozietti, e per perdere le 2 ore che ci separano dal volo diamo una sbirciatina e perché no? Qualche acquisto.
Chiamano il nostro volo, e ci incamminiamo sulla pista per raggiungerlo…Ma che vedo???? Che è quel cosino dove ci stiamo dirigendo????? Un piccolo aereo ad elica ci attende sulla pista.
Entriamo e sembra uscito da un vecchio film di guerra. Gli interni sono nuovi, ma è cosi piccino!!!! Ci sono al massimo 25 posti . Per fortuna in viaggio durerà solo un oretta e mezzo!!!! Decolliamo ballonzolati dalle correnti dell’oceano e viriamo subito il muso verso nord. Percorriamo in parte la strada che abbiamo fatto all’inizio dell’anno per vedere le sule a lambert’s bay, per poi procedere oltre.
Da quassù il paesaggio è bellissimo. Ci stiamo avvicinando alla zona del Kalahari, e la terra si fa sempre più rossa, e la vegetazione scompare. Si possono vedere dall’alto fiumi ormai secchi e vecchi canyon . L’aereo ballonzola fino alla fine del tragitto, atterriamo in modo non molto elegante, ma alla fine tiriamo un sospiro di sollievo…Io soprattutto…E scendiamo a terra.
Ci assale un caldo incredibile! Siamo lontani dal caldo temperato del capo, siamo in pieno deserto e il sole si fa sentire per bene. L’aeroporto di Uprington è piccolissimo. Giusto una piccola casupola dove attendiamo i bagagli che ci arrivano manualmente su di un carretto. Attendiamo le valigie assieme alle persone che devono prendere l’aereo di ritorno al capo. Prendiamo le valigie e usciamo a cercare il nostro noleggio.
Ci sono una decina di casette prefabbricate che appartengono ai vari noleggi. Ci avviciniamo a quella della europecar, ma sembra vuota…Panico…Siamo arrivati leggermente in ritardo…Non vorrei che non ci abbiano aspettato… E invece in 5 minuti ecco che arriva un tipetto simpatico che ci fa entrare a preparare i documenti . Ci porta fuori a vedere la nostra macchina. E’ un 4×4 doubble cab grigio, molto bello! Ci fa vedere come usarlo, poi alla fine ci dice: mi raccomando non andate troppo vicino ai leoni che mordono la macchina! Noi ci mettiamo a ridere credendo che fosse una battuta…Lui ci guarda e dice: sul serio , guardate qui..Mi hanno portato la macchina 2 turisti giusto ieri, si erano avvicinati troppo ad un leone che si è arrabbiato e ha morso il parafanghi davanti! Guardiamo increduli e vediamo le orme dei denti sulla carrozzeria!!!! Il signore della europecar ci saluta, e saluta anche la sua bella macchina. Noi la riporteremo a Johannesburg, e lui è sicuro di non vederla più tornare indietro!!! Purtroppo tra il ritardo dell’aereo e le chiacchiere col signore della europecar si è fatto tardi, quindi decidiamo di non andare a uprington a cercare il pick and pay per fare un po di spesa per i prossimi giorni ( ci pentiremo un po della scelta) .Prendiamo la strada che punta diritta a nord verso il Kalahari.
Lasciamo Uprington alle spalle. La cosa che si fa subito evidente è la mancanza di vegetazione…E di radio!!! Non si sente nessun segnale radio! Che peccato, speravamo di sentire radio jacaranda anche qui come per tutto il viaggio al Kruger …O almeno un po di musica, ma tutto tace nell’etere, a saperlo portavamo qualche cd.
Proseguendo verso nord le case finiscono e lasciano il posto al nulla per 200 km. Attorno a noi solo recinzioni e qualche cancello intervallato da chilometri di nulla. Gli unici abitanti che abbiamo trovato ? 2 pecore! Passato questo paesaggio collinare senza nulla arriviamo alla biforcazione che porta a nord verso la Namibia, e a est verso il parco del Kalahari.
Anceh qui fervono i preparativi in vista dei mondiali. Stanno rifacendo la strada che porta al parco. Prima era una strada sterrata, ora ne stanno facendo una asfaltata a 2 corsie. Hanno finito i primi chilometri. I rimanenti 50 sono intervallati da deviazioni per i lavori in corso e tanta sabbia rossa ovunque.
La strada segue il confine con il Botswana, sarà una costante nei prossimi giorni.
Arriviamo verso le 5 ai cancelli del parco. Abbiamo prenotato la prima notte al rest camp Twee rivieren, all’inizio del parco. E’ il rest camp più grosso , ha un ristorante, un bel negozio di generi vari , il telefono gsm che funziona.
Facciamo la conoscenza dei nostri pass per il parco. Si tratta di un libretto nel quale segnaliamo dove stiamo andando e dove siamo stati. Il Kalahari è molto diverso dal Kruger. Nel kruger i turisti sono molti. Le strade asfaltate in maggior parte, o comunque facilmente percorribili anche dalle macchine normali. Qui al Kalahari le cose sono molto diverse. Le strade sono tutte sterrate ( tranne le 2 interne di congiunzione) e percorribili solo con 4×4. I turisti sono rari, quindi se dovesse succedere qualcosa alla macchina le probabilità di essere soccorsi sono molto poche. Per questo motivo all’uscita dai rest camp ti prendono i dati e la targa e ti chiedono esattamente dove sei diretto e qual è il rest camp dove passerai la notte, perché se non arrivi loro ricercano che percorso dovevi fare e vengono a controllare che non sia successo qualcosa. Le piste all’interno per i soli 4×4 sono percorribili solo su prenotazione, per lo stesso motivo. Devono monitorare che non succeda qualche incidente.
Andiamo alla reception e facciamo i documenti per la camera. Poi passiamo al market per fare scorta per domani. Fortunatamente ci viene la bella idea di prendere un bel pane in cassetta che si rivelerà molto utile per i giorni seguenti. Prendiamo marmellata, burro di arachidi, qualche porcheria da mangiare per strada. Il market è abbastanza ben fornito, c’è legna per il brai, e anche carne per la griglia. Trovi un po di tutto! Ci indirizziamo verso la nostra villetta. Le camere sono davvero tutta un’altra cosa rispetto ai campi del kruger. Queste a twee rivieren in particolare sono molto grandi, ce ne sono anche a 2 piani. La nostra era composta di bagno, una camera principale con 2 letti ed un’altra cameretta con altri 2 letti e la cucina. Molto carina. Lenzuola ben pulite e stirate. Mi è piaciuta subito.
Davanti avevamo il tavolino, e tutto intorno scorazzavano gli xeri e gli uccelli.
Ormai è tardi per fare un giro nel parco, quindi ci godiamo il tramonto dal nostro terrazzino.
Twee rivieren possiede anche l’unico ristorante del parco. Alla sera andiamo li a mangiare. Per fortuna ci siamo portati la nostra torcia elettrica, perchè il rest camp è veramente poco illuminato, e la strada da fare a piedi fino al ristorante ha bisogno di illuminazione. Il ristorante è carino e molto pittoresco. Ovviamente illuminato a lume di candela. Ordiniamo selvaggina e ci gustiamo la cena. Probabilmente sentendo che siamo italiani hanno voluto renderci omaggio, e nel bel mezzo della cena l’altoparlante al posto delle musiche africane ci fa sentire eros ramazzotti!!!! Alle prime note rimango un po stupita..Certo non è il posto in cui ti immagini di sentire musica italiana!!!! Ripercorriamo la strada fino alla nostra casetta sotto la luce delle stelle. Domattina sveglia all’alba.
5° giorno I cancelli del parco aprono alle 6.30, quindi sveglia alle 6. Prepariamo la macchina e mangiamo qualcosa di leggero prima di partire.
Ci dirigiamo verso nord verso Nossob che sarà il rest camp per stanotte. La strada che percorriamo termina a union end che è il punto di congiunzione tra sud africa, namibia e botswana.
Il confine è chiuso, e la strada non viene utilizzata molto, tranne per qualche coraggioso che vuole soggiornare nei campi tendati del nord, che sono senza elettricità e acqua.
Noi ci accontenteremo di Nossob.
La strada che percorriamo è per metà in sud africa e metà in botswana. Ogni tanto ci capita di vedere i blocchetti del confine dei 2 paesi e noi zigzaghiamo tra i 2 paesi.
Il paesaggio è quasi deserto, con poche piante qua e la. Incontriamo qualche gnu e tanti gembsbok, che sono anche il simbolo del parco. Il Kalahari ci stupisce anche con la grossa quantità di uccelli, specie di rapaci. Incontriamo tantissimi falchi, aquile ma soprattutto dei magnifici gufi.
Percorriamo diverse stradine secondarie per vedere le pozze nascoste. Non troviamo tantissimi animali. Ad un certo punto vedo qualcosa muoversi. Dico a Massimiliano di fermarsi. Ci sono 2 giovani ghepardi sotto ad un albero. I ghepardi si godono la mattinata. Iniziano a giocare, e ad arrampicarsi sull’albero. Peccato siano lontani. Rimaniamo con loro per diverso tempo ad osservarli, poi decidono che per loro è ora di partire, e si inoltrano sulle colline che sconfinano in botswana.
Continuiamo la strada per Nossob. Piano piano che ci avviciniamo aumentano gli alberi. Fermandoci ad una pozza ci accorgiamo che nei paraggi ci sono 2 leoni che stanno oziando al sole ormai di mezzogiorno. Sono belli satolli, e dormicchiano all’ombra. Gli altri animaletti arrivano alla pozza, ma sentendo il loro odore rinunciano all’abbeverata rinfrescante e cercano una nuova pozza dove poter bere più tranquillamente. Restiamo con i leoni una mezz’oretta. Oziamo anche noi con loro . I leoni non hanno proprio intenzione di far nulla oggi. Si muovono solo per cambiare posizione, ma la loro pancia davvero enorme puo significare solo un pasto abbondante appena fatto, quindi per qualche giorno se ne staranno qui a far nulla.
Riprendiamo la strada per Nossob che si trova a pochi chilometri dalla pozza dei leoni.
Il rest camp è molto più piccolo del precedente. Le camere sono in muratura, con la parte davanti tendata dove c’è la cucinetta e la verandina. Sono più spartane di ieri, ma sempre pulite.
Dopo esserci registrati e aver visto le camere facciamo un salto al market, che è piccolino davvero. Prendiamo giusto qualcosa da gustare per pranzo, e un po di patatine.
Andiamo alla nostra casetta e ci facciamo il pranzo.Io provo il pane in cassetta con il burro di arachidi. Mamma mia , non so come gli americani facciano a mangiarne quintali…Io sono gia piena dopo la prima fetta. Per fortuna arriva in mio soccorso uno xero, che si avvicina a me curioso. Io inizio a dargli qualche pezzetto di pane, e lui apprezza molto. Si fa molto fiducioso e prende tranquillamente il pane dalle mie dita. Anzi, quando ho finito e faccio per rientrare lui vorrebbe seguirmi in camera!!! Facciamo una piccola sosta per riposarci un po prima di ricominciare il giro del pomeriggio.
Prima di partire diamo un occhiata alla pozza del campo. La pozza è piccola, ma l’osservatorio molto carino. Si tratta di una casetta da avvistamento posto su pali, con panche e tavolini all’interno. C’è solo qualche sciacallo a bere a quest’ora.
Riprendiamo la macchina per il pomeriggio e ci dirigiamo a nord. L’idea sarebbe arrivare fino a union end’s, però è meglio verificare la strada in che condizioni è, perché a nord di nossob essendo poco trafficata, non è sempre molto agibile.
Su questa strada per tutto il pomeriggio avremo incontrato 3 macchine.
La parte a nord è decisamente più verde. Ci sono molti più alberi, quindi anche gli erbivori aumentano. Abbiamo incontrato qualche gruppo di Topi(antilopi) . Dicono che questa sia la zona migliore per i predatori…Ma noi non ne abbiamo visto l’ombra. Siamo arrivati fino all’ultima piazzola per pic nic prima di union end’s . Sinceramente non mi fiderei molto ad uscire dalla macchina per un pic nic. Non ci sono barriere , e tutto è aperto…Come fai a sapere se arriva un bell’animale??? Ci sono anche i bagni…Ma aspetterò di tornare a casa!!! Decidiamo che ormai si sta facendo tardi, e la strada non è bellissima, ormai è tutta sabbia, è ora di tornare a sud. Ripassiamo dalle tante pozze. Si stanno radunando gnu e gemsbok , il caldo si sta affievolendo e c’è più traffico in giro. Andiamo a sud alla pozza dei leoni. Ci sono tante macchine in fila per vederli. Uno è sul bordo della strada. Purtroppo oltre al traffico si è anche bloccati, quindi non si riesce ad andare ne avanti ne indietro.
Torniamo al tramonto a Nossob.
Ci fermiamo un po alla pozza, ma a parte qualche uccello non c’è nessuno.
Ci prepariamo una cenetta veloce, e poi di nuovo alla pozza. Rimaniamo un oretta, ma nessun animale in vista. Meglio andare a dormire.
6° giorno Ci alziamo di nuovo alle 6, e alle 6.30 siamo pronti per partire. Stabiliamo di andare a sud, alla pozza dei leoni, magari stamattina c’è meno gente. A metà strada vediamo una macchina ferma che ci fa dei segnali. Sono dei francesi, e ci spiegano che hanno visto un ghepardo sulla collinetta. Noi ci fermiamo e ci mettiamo in osservazione. Dalla colletta iniziano ad apparire i ghepardi. Prima uno, poi 2 , poi3 , poi 4 e infine 5!Iniziano a scendere verso le nostre macchine, tutti in fila guardinghi. Sono una mamma con 4 cuccioli ormai adulti. Voltiamo la macchina, pare si dirigano verso la pozza del nostro rest camp. Ci dirigiamo li velocemente e corriamo nella postazione di osservazione. I ghepardi arrivano alla pozza. La mamma si mette a controllare la situazione, mentre i cuccioli bevono e si mettono a giocare tra loro.
Sono davvero uno spettacolo! 5 ghepardi alla luce dell’alba. Questa visione è valsa la vacanza!!! Rimaniamo con loro una ventina di minuti, gustandoci la scena e ammirando il sole che sorge all’orizzonte . Ci sono solo pochi turisti che , fortunati come noi, sono nella casetta di osservazione.
La mamma decide poi che è giunto il momento di finire i giochi, richiama i cuccioli e si incammina verso nord.
Noi usciamo dalla casetta, incontriamo sui camminatoi dei turisti che si sono appena alzati e vengono a vedere se c’è qualcosa alla pozza: questa è la differenza tra alzarsi presto oppure no quando vai a fare un safari, in 10 minuti puoi perdere uno spettacolo meraviglioso come quello appena visto, senza rendertene neanche conto.
Noi riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso nord, per vedere se riusciamo a rivedere i ghepardi. Purtroppo sembra che se ne siano andati dalla strada. Incontriamo qualche impronta, ma nulla più… Proseguiamo ancora verso nord , fino alla zona dove si trovano i topi . Sono ancora qui tranquilli a brucare l’erba. Ci fermiamo ad una pozza solitaria, con una grande cisterna e un mulino a vento. Ne approfittiamo per fare una piccola colazione a base di muffin comprati in negozio.
Una caratteristica delle pozze al Kalahari è che sono quasi tutte naturali, sono pozzi, ma per tirare su l’acqua hanno bisogno di una forza motrice. La gran parte è azionata dai mulini a vento, mentre le altre sono state adottate da privati e dotate di pannelli solari che hanno bisogno solo del sole e di poca manutenzione. Vicino ad ogni pannello c’è la targa del benefattore .
Riprendiamo la nostra strada. E’ ora di dirigersi verso sud per attraversare le dune che ci separano dall’altro fiume del Kalahari:l’Aoub. Stanotte dormiremo al rest camp Mata Mata- Si trova ai confini con la Namibia ( questo confine era chiuso al momento del nostro viaggio, ma ho scoperto essere stato riaperto nel 2007).
Scendiamo a sud, passando per il rest camp Nossob, la pozza dei leoni ( dove ancora i 2 maschi sonnecchiano all’ombra). Per dirigersi all’altra parte del Kalahari le possibilità sono : o prendere una delle 2 strade interne che come delle montagne russe seguono le colline interne oppure tornare al twee rivieren e prendere li la strada.
Noi decidiamo di tagliare in una delle strade interne.
La strada è piuttosto divertente, tra su e giu. Ci sono un paio di belle pozze, dove incontriamo gemsbok , struzzi e piccoli dik dik.
All’ultima collina arriviamo allo spettacolo della vista sul fiume Aoub.
Il panorama è completamente differente che sul Nossob. In questo posto è tutto più pianeggiante , e con una sfumatura più verde . Tagliamo ancora verso sud incrociando il fiume e scendiamo lungo le sue rive secche. Si dice che guardando bene puoi ancora scorgere i segni lasciati dalle prime carovane ceh arrivarono a insediarsi in queste zone… La fauna cambia completamente qui. Questo è il regno degli sprinbok. Ce ne sono molti, e tutti a branchi. Ci avviciniamo a uno di questi per osservarli un pochino, poi saliamo sull’osservatorio sulla collina. C’è una bella zona pic nic, in cui ci fidiamo di più a scendere, tutto qui è aperto, puoi vedere per chilometri un possibile predatore! Vi si trova anche un piccolo museo che narra la vita dei primi abitanti della zona. Il tutto è piccolo, ma interessante.
La vista continua a essere spettacolare. In questa parte del kalahari si possono vedere maggiormente le classiche formazioni di colore rosso. Qui si segue il confine con la Namibia, dove il Kalahari diventa più sabbioso e le colline lasciano il posto alle dune. I colori passano dal bianco del fiume secco, al rosso acceso delle cime , intervallato da qualche verde cespuglio. Consumiamo il mostro pasto leggero seduti ai tavoli da pic nic, con un leggero venticello che mitiga il caldo del deserto .
Sotto di noi gli sprinbok brucano tranquillamente, spostandosi verso il nord.
Scendiamo ancora un pochino a sud per vedere se cambia ancora il paesaggio, avvistiamo un gruppetto di suricati, ma scappano via al rumore della macchina, che peccato. Riprendiamo la strada verso nord per raggiungere il nostro rest camp.
Si percorre la strada praticamente tutta sul letto del fiume , infatti in stagioni di grandi piogge è difficilmente percorribile .
Si passa dalla parte più desertica a sud, alle dune che ti rimangono sempre sulla tua sinistra verso la namibia, mentre l’interno del fiume è sempre più verde.
Grandi piante di sicomori ci accompagnano , il paesaggio è molto bello e sereno. Continuano i gruppi di sprinbok sulla strada, e tantissimi rapaci sugli alberi per la gioia di mio marito.Vediamo persino un gatto selvatico.
Arriviamo ad una pozza con un grande mulino a vento . Ci sono un paio di macchine ferme, e noi ci accostiamo . Sembra che qui ci sia qualcosa di interessante A poche decine di metri di distanza si trova un leone maschio . Lo si può vedere solo in parte, ma la criniera folta fa da spia. Altri 2 leoni si trovano più sulla collina, sembrano un maschio ed una femmina. Rimaniamo ad osservare per vedere cosa decidono di fare. Qualche minuto dopo il maschio si alza, sembra abbastanza giovane, si dirige verso i compagni, e come con un segnale convenuto, tutti si alzano e si dirigono verso la collina. Scendiamo con la macchina e li seguiamo a distanza, fanno la nostra stessa strada. Li vediamo salire e scendere dai massi della collina, sempre ad una certa distanza da noi, finche non trovano una postazione elevata di loro gradimento, lontano dalle macchine curiose. Trovano un bel sasso comodo si stendono, e noi non li vediamo più.Riprendiamo il percorso, mi sa che i leoni per oggi non daranno più spettacolo.
All’estremo nord si trova il Mata Mata.
E’ dei 3 il rest camp più selvaggio. Il campo è piccolino , ma la reception sempre accogliente. Facciamo vedere i documenti e ci dicono che la nostra camera è la 6, ma non ci danno le chiavi…
Le chiavi infatti non esistono in questo campo! Ci avviamo alla nostra camera e vediamo che i nostri vicini sono gia arrivati e hanno gia preparato tutto per il brai di stasera. Appena arriviamo ci chiedono scusa se hanno preso la nostra griglia, ma la loro è esposta troppo al vento e non riescono ad accenderla. Nessun problema per noi. Facciamo la loro conoscenza. Sono una famiglia di cape town con 2 bimbi. Staranno qui 2 settimane in giro per il kalahari. Sono attrezzatissimi con un pick up come il nostro con un bel frigo dentro pieno di carne per il brai e l’occorrente per il campeggio. Da domani inizieranno infatti il campeggio nei rest senza elettricità e acqua.Il nostro vicino e mio marito iniziano a discutere sulle qualità dei 4×4 che abbiamo in dotazione, alla fine ci chiedono se vogliamo assaggiare qualcosa dal loro brai. Al momento stanno cuocendo le patate sotto le braci…Viene un profumino!!!Dai, non vogliamo pesare sulle scorte alimentari della famigliola, che da domani sarà al di fuori della civiltà, quindi abbiamo deciso di andare ugualmente al market per vedere cosa poter prendere per cena, magari prendere anche noi qualche bistecca. Arrivati al market abbiamo un amara sorpresa. Il market è molto piccolo, non c’è nemmeno la legna per il fuoco, e la carne non ha l’aspetto dei migliori. Ci dobbiamo accontentare del poco che offre di pronto.. Scegliamo un paio di buste di noodles gia pronti e un po di patatine. Di altro non c’era… Torniamo alla nostra camera , il profumo del brai è ottimo…Sono 2 giorni che non mangiamo decentemente…Prepariamo nella nostra piccola ma funzionale cucina ( anche qui equipaggiatissima e tutta pulita) la nostra cena. I noodles sono pessimi…Vabbe, domani sicuramente la cena sarà migliore a Kuruman , quindi possiamo accontentarci di quello che c’è .
Dopo cena decidiamo di fare un salto alla pozza. Anche qui non c’è nessuna luce elettrica ad accompagnare la strada. Per fortuna abbiamo la torcia elettrica. Il capanno di avvistamento è una capanna in legno abbastanza grande. Si sale una scala, e all’interno ci sono le panche sistemate verso l’apertura sulla pozza. Ci sono solo un paio di persone. La pozza in se non sarebbe male, è molto illuminata, e in un bel posto pianeggiante . Si vedono arrivare solo qualche sprinbok , noi speriamo che i leoni che abbiamo incontrato oggi pomeriggio abbiano sete e si avvicinino, non erano molto distanti da qui,ma per il resto della serata molta attesa, ma pochi animali.Ormai stanchi dalla lunga giornata ritorniamo verso la stanza, facendo attenzione alle buche nella sabbia scavate dagli animaletti che abitano il parco.
7° giorno Ci alziamo ancora prima del solito. Oggi i cancelli sono aperti mezz’ora prima ( la primavera sta arrivando veloce, e cosi anche l’alba), quindi sveglia alle 5.30 e partenza alle 6.
Il campo è ancora calmo, andiamo a riportare le chiavi, firmiamo i documenti , purtroppo non abbiamo nessun lodge da segnalare come meta della sera, oggi a mezzogiorno lasciamo il parco.
Ci dirigiamo verso sud speranzosi di vedere i leoni . E infatti alla pozza della sera precedente ecco che quasi sulla strada si trova uno dei maschii. Possiamo avvicinarci tranquillamente, lui se ne sta seduto a guardare il movimento di macchine attorno. E’ un bel maschio con la criniera scura , con striature quasi nere . Notiamo che anche gli altri 2 leoni si sono avvicinati alla pozza, quindi decidiamo di dare spazio alle altre macchine e di vedere se possiamo avvicinarsi agli altri. I leoni sono sdraiati uno di fianco all’altro, non sembrano molto interessati alle macchine . Non riusciamo a vederli bene, quindi, invece di metterci sempre più vicini come fanno altri turisti!!!…Ritorniamo dal maschio più a valle, che sembra più propenso alla compagnia. Infatti continua a guardarsi attorno, non tanto scocciato, ma con una certa aria di superiorità.
Decidiamo di rimanere a fare colazione con lui . Appostiamo la macchina e tiriamo fuori gli ultimi muffin che ci erano rimasti ( per fortuna ne avevamo comprati un po al pick and pay a cape town!!).
Dopo la colazione salutiamo il leone e ci incamminiamo, anche perché ormai i turisti si sono svegliati e le macchine aumentano .
Scendiamo verso i cancelli. Ritroviamo tutti gli sprinbok che degustano la loro colazione mattutina , sempre in grosse masse brune.Incontriamo anche delle giraffe. Le giraffe sono state reintrodotte in questo ambiente da pochi anni. Si erano estinte nel secolo scorso. Ne hanno introdotto un branco di 20 esemplari, e si è trovato molto bene, tanto che hanno gia un sacco di cuccioli appresso . Il parco ne va molto fiero.Le incrociamo sul letto del fiume. Ce n’è una simpatica famigliola , papa mamma e tre cuccioli dispettosi che stanno facendo a botte. Il papa tenta di intervenire, ma invano, i cuccioli continuano a darsi botte con i loro lunghi colli. Ad un certo punto la mamma, stanca della confusione si mette in mezzo e pone fine alle dispute. I 5 si mettono a brucare tranquilli dalla stessa acacia. Uno splendido quadretto famigliare! Sorpassano la nostra strada e si dirigono verso le dune namibiane.
La strada per twee rivieren è un susseguirsi di paesaggi diversi. Il nord è più verde, man mano che si scende iniziano delle colline sabbiose rosse , quei colori che rappresentano tanto il kalahari, specie verso la Namibia e il Botswana . L’ultima parte tra le colline non ci fa trovare molti animali, ma il paesaggio è molto suggestivo. Raccolgo un po di terra rossa per la mia collezione e ripartiamo.
A mezzogiorno siamo a twee rivieren. Sbrighiamo le ultime formalità , pranziamo con un gelato e finalmente ritorniamo alla civiltà…Il cellulare funziona di nuovo e possiamo chiamare casa!!! Usciamo dal parco per l’ultima volta . Ora ci apprestiamo allo spostamento più lungo. Volevamo fare questi 900 km tutti in un giorno, ma l’agenzia ha voluto spezzarceli, stanotte saremo a kuruman.
Percorriamo la lunga strada verso sud. Decidiamo che di strade sterrate ne abbiamo gia fatte abbastanza in questi giorni, quindi preferiamo percorrere qualche kilometro in più , ma prendere la strada asfaltata. La strada è lunga e diritta , la puoi vedere come un serpentone unico che segue il susseguirsi delle colline. Come all’andata non incontriamo nessuno, se non le pecore. Arriviamo questa volta a Uprington e ci dirigiamo in città a fare benzina( nei 200km fino al kalahari non ci sono distributori!!). La cittadina è molto carina, piena di casette graziose e di fiori ovunque, una bella differenza con il deserto attorno! Il percorso da Uprington a Kurunam è lungo, ma ovviamente non noioso.
E’ una strada molto poco turistica. Si passano lunghissimi tratti senza incontrare anima viva, ne tanto meno un distributore . Oggi faremo circa 500 km dall’uscita del parco a Kuruman .
Passiamo qualche piccola cittadina , la cosa che ci sorprende maggiormente è che non incontriamo bianchi per tantissimi chilometri, gli abitanti dei villaggi ci guardano come se di qui i turisti non passassero molto frequentemente, comunque sono sempre gentili quando ci fermiamo .
La primavera sta arrivando anche qui, e nelle zone più vicine a Kuruman, dove ci sono molte fattorie e campi, la terra si sta ricoprendo di piccoli fiori viola, che danno un effetto molto pittoresco al paesaggio attorno.
Arriviamo a Kuruman al tramonto . La pensioncina che abbiamo prenotato è sulla strada principale, e la troviamo con facilità.
Si tratta di una pensioncina famigliare. Ha qualche stanza al piano di sopra e alcune nella dependance, ci chiede se preferiamo stare nel corpo centrale o nella dependance, noi chiediamo quella meno rumorosa,visto che siamo sulla strada, lei ci accompagna nella dependance . Sembra molto stupita di vedere degli italiani da queste zone , dice di non averne mai visti . Kuruman non sembra proprio il posto dove gruppi di tour organizzati possano fermarsi. Le chiediamo se è possibile anticipare un po la colazione domani mattina, visto che dobbiamo fare molta strada, lei dice che non c’è problema.
Facciamo un salto in camera per rinfrescarci. La camera è pulita, e con tanti cuscini . La scelta di questa pensione è stata gradita soprattutto quando abbiamo saputo che proprio davanti a lei c’era uno spur! Cosi stasera finalmente si mangerà decentemente!!! Alle 7.30 passiamo la strada e ci portiamo allo spur. Noi ci siamo trovati sempre molto bene a mangiare in questa catena Sudafricana . Fanno carne in tutte le salse, e i prezzi sono ottimi. Entriamo e ci accorgiamo subito dell’aria di festa del locale, addobbato in stile messicano ( perché è il mese dedicato al Messico) e ci sono anche dei compleanni di bambini.
Un giovane cameriere ci scorta al tavolo , e ci da il menu. Deciso cosa mangiare richiamiamo il cameriere.Lui inizia a prendere le ordinazioni e a parlarci…Ma…Che succede? Non capisco che poche parole … Gli rispondo come meglio posso, e lui porta le ordinazioni in cucina. Quando se ne va guardo Massimiliano con aria interrogativa…Forse sono molto stanca, e il mio inglese mi ha abbandonato. Il ragazzo torna indietro e ci guarda e timido ci chiede : ma voi non siete sudafricani?! E io: no siamo italiani. Il ragazzo da perplesso diventa ad un tratto di un sorriso incredibile. Lui credendoci africani ci aveva parlato in afrikaans (lingua che al nord è principalmente parlata), poi sentendoci discutere in una lingua diversa aveva chiesto chiarimenti. Siamo rimasti a parlare a lungo con lui. Ci ha raccontato che voleva andare a visitare l’europa e magari anche l’Italia. Voleva andarsene un po da questo posto fuori dal mondo . Ci ha fatto un sacco di domande, compreso qualcuna sulle banconote che lui colleziona. Io ricordandomi che avevo ancora qualche euro nel portafogli glieli ho fatti vedere, lui contentissimo continuava a farmi domande dicendo che erano i primi euro che vedeva!Ci ha fatto compagnia finche non è stata pronta la cena, poi allo sguardo del caposala ci ha salutato. Ci siamo gustati la cena. Finalmente qualcosa di ottimo da mettere sotto i denti dopo i 2 giorni passati!!! Al momento di pagare il conto ( lo portano sempre in un piccolo libricino chiuso, dove devi mettere il contante e aggiungere la mancia ) , decidiamo di fare un regalino al nostro cameriere, e oltre alla mancia gli lasciamo anche la banconota da 5 euro.
Lo salutiamo e paghiamo il conto alla cassa.
Non facciamo in tempo ad arrivare in strada che il ragazzo, avendo trovato i 5 euro , ci corre incontro per ringraziarci tantissimo. Era davvero molto felice, scommetto che si ricorderà a lungo di noi.
Attraversiamo la strada e ce ne andiamo a dormire ormai stanchi.
8° giorno Ci siamo svegliati per le 6, abbiamo ripreparato la macchina e fatto un abbondante colazione. La signora ci aveva gia preparato le uova, il bacon e i toast. Dopo 3 giorni di quasi digiuno è stato davvero un piacere.
Riprendiamo la strada verso est. Si passano diversi paesaggi, ma in maggior parte è campagna, con grandi fattorie , delle quali si vedono solo qualche casa e gli immancabili mulini a vento.
La cittadina più importante che attraversiamo è Mafeking. Mafeking è conosciuta soprattutto per essere stata il campo di battaglia nella guerra anglo-boera ( chi ha la mia eta o qualcosa in più magari si ricorda “La piccola principessa” con Shirley temple dove il papa andava a combattere a Mafeking) .
Mafeking oggi è una grossa cittadina industriale . Noi l’abbiamo solo attraversata, purtroppo non avevamo tempo di fermarci sui campi di battaglia. Abbiamo visto da fuori un parco , e sorpresona c’era un rinoceronte col suo piccolo, era bellissimo!!!! La strada di questa mattina erano circa 400 km . La strada è tutta ottimamente asfaltata, quindi quasi a mezzogiorno siamo arrivati nei pressi dell’entrata alla Madikwe game riserve. La Madikwe si trova ai confini con il Botswana, tanto che Gaborone, la sua capitale dista da qui solo 20 km .
La Madikwe è una riserva privata, l’abbiamo scelta perché questa è zona malaria-free , quindi niente profilassi antimalarica .
La strada all’interno della riserva non è asfaltata , ma i segnali per i vari lodge sono molto chiari.
Noi saremo al Madikwe safari lodge.
Arriviamo facilmente al lodge dopo 20 minuti di strada, nella quale abbiamo approfittate per vedere qualche antilope e giraffa.
Parcheggiamo la macchina ed entriamo nel lodge. Da subito notiamo il buon gusto della costruzione. Il lodge è posto sulla sponda di una collina, quindi le stanze e i locali comuni hanno le verande che si affacciano sulla pianura sottostante. Tutto attorno a noi è tek e artigianato locale, senza troppi fronzoli, ma con bellissimi oggetti di arredamento.
Veniamo accolti da uno dei direttori, che ci informa che il lodge è diviso in 3 parti, ognuna con un proprio ristorante, ma che possiamo tranquillamente passare da una parte all’altra. La divisione in questo modo permette al lodge di rimanere più intimo e di servire al meglio i propri clienti.
Noi non saremo in questa parte del lodge , e la direttrice della nostra parte ci raggiunge per condurci alla nostra destinazione. Attraversiamo il lodge sulla stradina di collina. Tutto è molto ben tenuto, ci sono molte piante grasse e in fiore attorno . La villette degli ospiti sono tutte ai nostri piedi, nascondono la privaci con muretti a secco e la stessa costruzione.
Ci fanno accomodare nella parte centrale dove saranno serviti i pranzi. C’è una splendida terrazza che da sulla pianura, il panorama è davvero incantevole . La struttura è su 2 piani , dalla terrazza di sopra la vista è eccezionale . Ci sono divanetti, un telescopio e tanti libri sulla natura da consultare .
Ci accompagnano alla nostra camera.
La stanza è splendida, un open space che comprende la parte con il letto , un soggiorno col caminetto e il bagno, diviso dalla camera solo da un muretto. Solo la parte del wc è chiusa da una porta mentre la doccia è una rientranza circolare della parete arieggiata da una finestra interna. Il tutto davvero molto bello. Ma la parte ancora più bella è la grandissima terrazza esterna con tavolo sedie, sdraio e una piscinetta privata. La visuale è divina! Possiamo gia vedere le antilope che passano sotto di noi e brucano tranquille.
La scelta del lodge è stata pienamente soddisfacente! Siamo arrivati che il pranzo era gia stato fatto, ma ci dicono di tornare in mezz’oretta che ci avrebbero preparato qualcosa solo per noi.
Torniamo al ristorante e abbiamo un tavolo preparato con vista sulla pianura.
Il pranzo si presenta benissimo, il cuoco si viene a presentare e ci presenta la sua cucina. Lo sguardo è pienamente appagato. Il sapore..Be cosi cosi… La sua cucina è un mix di francese e africano, devo prima prepararmi ai sapori!!! Abbiamo il tempo di risistemare le nostre cose e di riposarci un pochino prima del safari del pomeriggio .
Verso le 16 torniamo nel corpo centrale a conoscere il nostro ranger e gli altri abitanti del nostro lodge.
C’è una famiglia indiana al completa, un paio di signori australiani, un paio di fotografi professionisti.
Il nostro ranger ci intrattiene spiegandoci come avviene la vita al campo , un po di storia della Madikwe, che animali ci sono , e gli scopi della CCAfrica.
La CCAfrica ha in gestione il lodge, assieme ad altri 10 lodge di lusso dell’africa del sud, e hanno stabilito una politica di aiuto alle popolazioni locali.
Nelle zone limitrofe ai parchi dei loro lodge, la CCAfrica sponsorizza le scuole per i bambini, e nelle materie di insegnamento aggiunge anche quelle riguardanti la tutela del territorio. Queste scuole formeranno i nuovi ranger e tracker, che saranno persone nate nel luogo, quindi più attaccate alla loro terra, e anche nuove generazioni con un senso più accentuato per i problemi ecologici , ma soprattutto avendo avuto la possibilità di conoscere realmente la loro terra. Molti pensano che questa sia una cosa scontata, ma la gran parte della popolazione africana non ha mai visto un animale( giraffa, leone, rinoceronte, elefante ecc..) allo stato selvaggio. La CCAfrica aiuta i bimbi dei villaggi a conoscere gli animali e la natura circostante. I progetti sono molto validi, e i giovani sembrano molto motivati.
Partiamo per il nostro primo safari assieme ai signori australiani e a parte della famiglia indiana .
Per questo safari del pomeriggio siamo diretti verso le pianure del fiume Mariko . Qui incontriamo un sacco di erbivori, dalle giraffe, alle zebre agli gnu, antilopi ecc. Queste pianure sono il terreno di caccia dei ghepardi, ma stasera non siamo fortunati . In compenso incontriamo un gruppo di wild dogs . I wild dogs sono una delle risorse della Madikwe . Sono una risorsa perché qui ci sono gruppi molto numerosi ( i wild dogs sono animali non presenti in tutto il territorio del sud africa, e sono piuttosto schivi) , qui si riproducono con una certa facilità, che fa si che da questo parco possano essere catturati e portati a nuovi parchi dove non sono presenti.Questa cosa cosi favorevole per il resto dei parchi è un grave onere per la Madikwe. I wild dogs fanno cucciolate di 10/12 cuccioli alla volta. Quindi quando in un branco qualche femmina rimane incinta il branco diventa grande a dismisura, quindi , per non causare danni all’ecosistema è necessario eliminare buona parte dei nuovi venuti ( per non fare collassate gli equilibri di prede/cacciatori) , e inserirli in nuovi parchi è la soluzione ideale.
Il gruppo di wild dogs che incontriamo è un gruppo di maschi. Ce ne saranno una decina. Si è fermato ad una pozza ad abbeverarsi. Sono molto belli, e sembrano molto sani e giovani.
Proseguiamo il nostro giro sulla pianura, il tramonto sta iniziando a delinearsi.
Sulla strada incontriamo un paio di leoni che stanno banchettando con una carogna, sembra di zebra. Sono un maschio e una femmina, molto intenti alla cena. C’è anche un terzo leone che è seduto sulla strada, probabilmente sazio, che dopo un po si incammina alle nostre spalle.
Mentre guardiamo i leoni , un altro spettacolo si apre di fronte a noi. Il tramonto! Credo di non aver mai visto una tale tavolozza di colori . Il cielo è striato di nuvole, che si colorano di rosso, giallo, blu e viola. E’ un’immagine meravigliosa, sembra essere dipinta da un pittore.
Saziati dallo spettacolo del tramonto e dei leoni torniamo indietro per prendere il nostro aperitivo.
Il terzo leone si è fermato poco più avanti . Noi facciamo altri 100 metri e ci fermiamo nel mezzo della piana. Il nostro ranger scende e prepara un tavolino con gli stuzzichini e aperitivi per tutti! Noi festeggiamo il tramonto e facciamo quattro chiacchiere tra noi. Durante l’aperitivo scopriamo che uno degli australiani è figlio di immigrati italiani , lui e il suo compagno sono in viaggio da ormai un mesetto, dall’australia sono arrivati a dubai, per poi arrivare in sud africa. Tra una settimana a cape town prenderanno una nave che li porterà in una crociera di 30 gg nell’atlantico seguendo l’america dalla terra del fuoco fino a new york. Qui decideranno se fare un coast to coast. Hanno preso un biglietto aperto, ma sono decisi a non tornare in australia se non fra 4 mesi… Be, che dire, una bella vacanza!!!! Risaliamo sulla macchina, ormai si è fatto buio. Accendiamo le spot light e iniziamo il safari notturno.
Poco distante da noi ci imbattiamo nel leone che abbiamo visto assieme agli altri 2. Praticamente , durante il nostro aperitivo è passato vicino a noi, senza che ce ne accorgessimo…Per fortuna aveva la pancia piena!!! Il leone è infastidito dalle luci, quindi si dilegua. Lo cerchiamo ancora per un po, ma ormai non lo vediamo più. Continuiamo con la spot light ,è ci imbattiamo in diversi animali, per lo più antilopi, i cui occhi scintillano rossi alla nostra luce.
Ritorniamo al nostro lodge e la cena è gia apparecchiata. Tutto splendente a lume di candela . Molto suggestivo.
Dopo cena rimaniamo a chiacchierare con il direttore generale del lodge e gli altri ospiti . Gli australiani ci suggeriscono per domani di richiedere il pranzo in camera , loro lo hanno provato ed è molto romantico. Seguiamo il loro consiglio e chiediamo alla direttrice se è possibile avere il pranzo in camera per il giorno successivo , lei dice che non c’è problema. Salutiamo i nostri compagni e andiamo a dormire . 9° giorno Sveglia alle 6. Una ragazza ci viene a svegliare e ci lascia sulla porta succo di mele e pasticcini per cominciare la giornata. Ci vestiamo e andiamo a fare la prima piccola colazione nel corpo centrale , ci sono gia pronti torte, the , pasticcini, e succhi di frutta. I nostri compagni di viaggio arrivano alla spicciolata, saliamo sui 4×4 e partiamo. Facciamo una strada diversa da ieri. Stamattina proviamo a dirigerci verso il fiume Mariko . Facciamo la strada verso le colline . Questa è zona dei leopardi. Abitano su queste brulle colline, ma oggi sembra che non ci siano. Arriviamo sulle rive del Mariko river ci siamo fermati a fare un ulteriore colazione. Pasticcini e cioccolata corretta con l’amarula mentre guardavamo gli ippopotami sul fiume! Il mariko è un piccolo fiume, che nasce in Botswana e scende verso il centro del sud africa, nulla in confronto all’Olifant o al sabie, ma in questa riserva è molto importante .
Facciamo un giretto a piedi sulla riva, stando molto attenti agli animali attorno. Ci avviciniamo un po di più gli ippopotami che sonnecchiano sull’altra sponda .
Riprendiamo la marcia e scendiamo nuovamente verso le praterie, ma i leoni se ne sono andati, rimane solo qualche traccia delle ossa del giorno precedente.
Ritorniamo al lodge e ci accolgono con un’altra piccola colazione a base di uova becon frutta e pasticcini.
Siamo alla 4 a colazione della giornata!!!! Finito di mangiare andiamo a rilassarci un pochino . Fuori c’è un bellissimo sole, cosi , mentre mio marito si rilassa, ne approfitto per fare un bagno nella nostra piscinetta privata. Come si sta bene, c’è una tranquillità incredibile, e da qui posso vedere gli animali che passeggiano tranquilli. Bussano alla porta, sono le cameriere che ci preparano il tavolo per il nostro pranzo in camera.
Io esco dalla piscina sotto gli occhi di mio marito, che appena mi sono allontanata mi fa notare che non ero proprio sola in piscina. Alzo gli occhi, e un serpentello vede mi guarda dal muretto della piscina! Per fortuna non l’ho visto prima!!!! Ci preparano il pranzo in terrazza, una visione incredibile. Portano i vassoi in grandi ceste di vimini.
Il pranzo è davvero rilassante. Ci siamo solo noi. Le cameriere arrivano solo ogni tanto a portare nuovi piatti. E’ uno dei pranzi più romantici che abbia mai fatto!!!! Finiamo tranquillamente il pranzo e decidiamo di fare una passeggiata nel lodge . Gironzoliamo anche nel negozietto.
Alle 16 riprendiamo il nostro safari, ovviamente dopo aver fatto uno spuntino.
Oggi ci dirigiamo verso le colline a ovest . Li ci sono gli elefanti, vediamo se riusciamo a vederli. La strada passa dalla collina dei leopardi, ma anche oggi non ci sono. Ci dirigiamo nella parte del parco più vicina al Borswana , ad una prima occhiata non riusciamo a vedere gli elefanti. Il nostro ranger ci propone allora di fermarci in un bel posto per vedere il tramonto. Io azzardo che dato che la luce c’è ancora e il tramonto è lontano possiamo proseguire, gli australiano sono d’accordo con me, le indiane un po meno, ma siamo a maggioranza e continuiamo la strada.
E siamo fortunati, poco dopo la zona dove ci eravamo fermati incontriamo un branco di bufali, e poco dopo il branco degli elefanti.Ormai siamo davvero quasi al tramonto, gli elefanti iniziano ad andarsene, quindi proseguiamo ancora un pochino e , trovato un posto tranquillo prepariamo il nostro aperitivo. Il cielo anche stasera ci regala dei colori fenomenali. Penso che il maggiore ricordo di questa riserva sarà assolutamente ai tramonti indimenticabili che abbiamo visto.
Tornando a casa approfittiamo della spot light.
La strada che facciamo stasera è piena di incontri, da una iena bruna, alle piccole lepri, perfino ad un solitario elefante. Allunghiamo un po la strada visto che la serata è fortunata. Ad un certo punto vediamo un bagliore lontano che si fa sempre più grande mentre ci avviciniamo. Un grosso incendio si profila diritto davanti a noi. Sembra quasi provenire dal nostro lodge, ma arrivati in prossimità di quest’ultimo ci accorgiamo che l’incendio è più lontano, ma molto grosso.
Ceniamo tutti insieme a lume di candela . Torniamo in camera e prepariamo le valigie. Questa è la nostra ultima notte in africa, domani si torna in Europa.
10 ° giorno Sveglia nuovamente all’alba , allietati di succo di mele e pasticcini. Ovviamente seconda colazione al lodge con tutta l’abbondanza. Stamattina saremo sulla 4×4 solamente noi 2 e i 2 australiani, benissimo!!!! La nostra direzione è quella della collina dei leopardi, il nostro ranger vuole accontentarmi e vederli, ma i leopardi non collaborano proprio, allora decide che oggi sarà un giorno…Da leoni!!! Inizia a sentire per radio se c’è qualche traccia in giro . Hanno visto delle impronte, e si decide di andare a vedere. Facciamo qualche chilometro , qualche traccia c’è , bisogna provare a seguirla. Il nostro ranger scende dalla macchina per vedere se riesce a trovare qualcosa, sta via parecchio…Però senza trovare nulla di buono. C’è una vecchia strada, che è in disuso da mesi, ma sembra che abbiano visto dei leoni da quella parte. Decidiamo quindi di seguirla. La strada , non c’è quasi, la vegetazione l’ha mangiata in molte parti, non so come faccia a seguirla e sapere dove siamo!!!Giriamo nel nulla per mezz’ora buona, cercando qualche traccia, ma nulla di fresco . Sentiamo alla radio che hanno avvistato il gruppo coi piccoli, ma molto lontano da noi…Il ranger ci dice che lui è disposto a portarci, ma noi dobbiamo rinunciare a fare la colazione durante il safari. Ovviamente decidiamo che i leoni sono più importanti, quindi voltiamo la macchina e tentiamo di uscire da questo nulla. Il ranger per fortuna sa esattamente dove andare e in pochi minuti siamo ancora sulla strada . Al che ci guarda e ci dice di non dire a nessuno quello che sta per fare…E che ora la sua 4×4 si trasforma in ferrari…Detto e fatto parte a razzo…Staremo facendo i 100 in una strada sterrata…Pero ci consentono di arrivare in 10 minuti al luogo di avvistamento. Avvertiamo che stiamo arrivando, cosi un’altra 4×4 viene via e ci da il cambio.
Qui alla Madikwe c’è una tradizione, il primo ranger che vede una nuova cucciolata gli da il suo nome. Questa che abbiamo trovato è proprio la cucciolata del nostro ranger, e lui ne è molto orgoglioso!!!Riusciamo ad avvicinarci moto con la macchina , e ci mettiamo ad osservare la scena. Ci sono 5 leoni e leonesse adulti, e 3 cuccioletti. Gli adulti se ne stanno a riposare, mentre i cuccioli giocano e osservano incuriositi le macchine. E’ davvero una bellissima scena, il modo ideale per concludere l’ultimo safari alla Madikwe . Rimaniamo una ventina di minuti con loro, ma ormai il tempo a nostra disposizione è terminato, dobbiamo tornare al lodge.
Qui facciamo colazione, e salutiamo per l’ultima volta i nostri compagni australiani , augurandogli buon proseguimento. Sbrighiamo le ultime formalità del lodge sulla terrazza, guardando i gialli uccelli tessitori che stanno costruendo il nido vicino a noi, sono davvero graziosi.
Ringraziamo la direttrice per l’ospitalità, e lei ci consegna i cestini di arrivederci, con biscotti, dolcetti, biltong( carne essiccata) frutta secca e acqua che ci terranno compagnia nella lunga strada verso l’aeroporto.
Compiamo un po tristi gli ultimi chilometri all’interno della riserva. Incontriamo qualche giraffa e gnu , gli ultimi animali che vedremo per questo viaggio.
La strada verso Johannesburg è abbastanza comoda, basta strade non asfaltate per questo viaggio. Saranno 4 ore di macchina. In questo lasso di tempo passiamo dalla campagna con le grandi piantagioni alle zone più industrializzate di Johannesburg. Visto che è ancora presto ne approfittiamo per fare un giretto più lungo e vedere la città dall’alto. Si estende per diversi chilometri ,un susseguirsi di case e campi da golf ( una cosa comune a tutto il sud africa) . Attraversiamo i sobborghi, con le case recintate col filo spinato, e attraverso la tangenziale arriviamo all’aeroporto. Sbrighiamo in fretta le formalità…Tanto in fretta che dimentico di prendere la sabbia del Kalahari che avevo preparato in una tasca della macchina!!! L’aeroporto è gia in fermento. Procediamo al check in ,e superiamo la dogana. Ultimi acquisti per finire i rand e partiamo per l’Europa .Conosciamo sull’aereo due ragazzi di ritorno da una missione in Congo, e ne approfittiamo per fare due chiacchiere e farci raccontare la loro esperienza.
11° giorno Arriviamo a Francoforte di prima mattina. Oggi è il primo giorno di cambiamento regole sui liquidi da portare con se in aereo, e i controlli procedono oltremodo lenti e puntigliosi…Che fortuna. Mi chiedono se ho con me liquidi… Be non proprio…Forse solo una bottiglietta mignon di amarula che l’hostess mi ha dato prima di scendere.Cosi passo il check in con la borsina di plastica e la mia mignon …Sarò sembrata un ubriacona di prima mattina!!! Abbiamo ancora qualche ora da passare qui, e ci facciamo compagnia coi 2 ragazzi conosciuti in aereo, che incuriositi dall’amarula ci chiedono che cos’è…Be come spiegarglielo meglio che non facendola sentire, dopotutto ce l’ho a portata di mano!!! E cosi appena sentita…Be…Corrono con mio marito a comprarsene una bottiglietta…Per fortuna a Francoforte la vendono! Il volo di ritorno su Bologna è molto tranquillo. Atterriamo alle 11, e in poco meno di un oretta siamo a casa.
Durante quest’anno siamo riusciti ad andare un paio di volte in questo splendido paese. Abbiamo visitato mete turistiche e altre meno, ma devo dire che le persone, i paesaggi, gli animali ci sono letteralmente rimasti nel cuore.
Il Sud Africa è un paese meraviglioso che sta lottando con il suo passato per progredire e dare una possibilità a chi è stata tolta con le leggi razziali.
Non nego che i grossi problemi ci siano, le town ship, la criminalità. Sono cose che saranno lunghe e dure da debellare, ma c’è tanta voglia di andare avanti. Abbiamo visitato zone dove i turisti si vedono davvero raramente, e l’accoglienza è stata sempre ottima, non ci siamo mai sentiti in pericolo anche se eravamo soli.
Se consiglierei un viaggio in questo paese? Be ..Io ripartirei domani stesso…