Magical Mystery Tour
All’aeroporto di Brisbane, il giorno del compleanno di mia figlia Sara grazie alla disorganizzazione della madre snaturata che si e’ confusa con le date al momento di prenotare i voli, aspettavamo l’apertura del check-in per Christchurch, citta’ piu’ grande della South Island. La durata del volo imprecisata a causa della confusione tra ora legale e ora solare: il Queensland si rifiuta di spostare l’orologio adducendo le scuse più assurde (il sole scolorisce le tende, le mucche non dormono bene etc.), così che dopo averci passato l’ultimo mese ho perso il conto di cosa fanno gli altri. Mentre Brendan e le bambine andavano a cercare qualcosa da mangiare, mi guardavo intorno osservando i nostri compagni di viaggio, cercando di indovinare chi sarebbe stato il primo a saltare. La Nuova Zelanda è famosa come la patria degli sports estremi e del Signore degli Anelli, un paradiso per drogati di adrenalina che arrivano da tutto il mondo per buttarsi da un ponte o da un aereo. Grande è stata la mia perplessità nel constatare che l’età media della sala d’imbarco fosse di ottant’anni. Provavo a immaginarmi quegli improbabili thrill seekers appesi a un elastico a testa in giù ma l’immagine non quadrava con le zaffate di naftalina che emanavano dai loro vestiti.
Sull’aereo, Jetstar e senza servizio a bordo con enorme disgusto di Sara, finalmente ho aperto la guida e cominciato a leggere qualcosa sulla nuova destinazione. Di una cosa ero sicura: non più animali pericolosi. Sopravvissuta l’Australia senza morsi di ragno o serpente sapevamo che arrivati in Nuova Zelanda ci saremmo potuti rilassare. È così che nella mia grande ignoranza ho scoperto che prima dell’arrivo dei missionari i Maori neozelandesi praticavano il cannibalismo. E se qualcuno rimanesse ancorato alle vecchie tradizioni?! Il volo è partito in ritardo e nel buio non sono riuscita a vedere niente, nè mare nè stelle. Gli annunci del personale di bordo erano rumore di sottofondo, anche concentrandomi non riuscivo a capire niente. Brendan aveva la stessa aria confusa così mi sono detta che sul crap flight probabilmente non funzionava neanche il citofono. Solo alla fine il rumore ha cominciato a prendere ordine e improvvisamente gli annunci hanno cominciato ad avere un senso, come aver trovato una chiave per decifrare un codice: Eleven becomes ilivin, left becomes lift, fish becomes fesh, chilly becomes chully, six becomes sex! Siamo arrivati a Christchurch intorno a mezzanotte, a causa del ritardo e del cambio di fuso non sono ancora sicura se il volo sia durato due ore mezzo o tre ore e mezzo. Passati i controlli di sicurezza e ritirati i bagagli abbiamo dato al tassista l’indirizzo della nuova casa. Secondo gli ultimi contatti con Ray e Louise avremmo trovato le chiavi nella buchetta delle lettere. In una città completamente sconosciuta, andando nel cuore della notte a casa di perfetti estranei che probabilmente in quel momento stavano entrando a casa nostra dall’altra parte del mondo, è una sensazione abbastanza da brivido, bungy jumping nella vita di un altro: scambio di casa, di macchina, vicini e gatti, scambio di vita. Arrivati a destinazione in un quartiere tranquillo di periferia dove Sabato a mezzanotte tutti dormono, abbiamo aperto la buchetta delle lettere e trovato una busta: “For Brendan and Letizia”, dentro le chiavi di casa. Appena entrati due gatti ci sono schizzati davanti terrorizzati, ma dopo i primi cinque minuti abbiamo fatto amicizia. La casa è su tre livelli, con le camere da letto nel mezzo e cucina e soggiorno al piano superiore con una vista incredibile sulle Alpi, a tre quarti della larghezza dell’isola. Ray e Louise sono arrivati in Irlanda. Abbiamo fatto il numero di casa nostra dal loro telefono, (hanno un contratto che gli permette di chiamare gratis ogni telefono fisso in tutto il mondo!) e Ray ha risposto dalla nostra cucina; molto, molto surreale. Portato a termine con successo l’innesto nelle vite reciproche, da questa base ci prepariamo a scoprire la Nuova Zelanda.