La giraffa
Daniel era lì ogni mattina sudato dai cinque kilometri che si faceva per raggiungere la spiaggia,tutta a piedi la bicicletta costa troppo,meglio la farina che almeno mangiano per un pò ,io gli rifilavo di nascosto i biscotti chiusu in un tovagliolo di carta. Quando con un taxi decidiamo di andare a malindi me lo vedo fuori dal cancello che ci aspettava sorridendo agitando le mani senza scarpe…Mi è piaciuta malindi le sue bancarelle di frutta il suo mercato i suoi colori.Mi ha portato dove abita ho visto le donne tirare acqua da un pozzo profondo venticinque metri,e tantissimi bimbi messi in fila per una caramella.
Puoi prendere anche il tuc tuc anzi è meglio del taxi più conveniente e molto più divertente,a watamu Daniel mi ha fatto vedere tutte le bellissime case degli italiani,si sono propio delle belle case peccato che stonano con tutta la realtà che c’è intorno..
Il cancello del mio villaggio “italiano” era sempre chiuso,la guardia me lo apriva quando uscivamo e poi lo richiudeva ,ricordo la mattina del safari alle cinque emezza di mattina su una strada polverosa un buio che solo i fanali del pulmino illuminavano una strada tutta buche e dietro seduto un uomo con in braccio un fucile.
Dalla finestra del ristorante di sera potevi vedere il buio infinito non una luce niente e allora mi domandavo ma come si riesce a stare senza luce? io non riesco nemmeno a lavarmi i denti senza luce.
All’aereoporto al ritorno avrei potuto vendere la mia valigia tanto non avevo molto da portarmi a casa…Non serve molto per vivere in questi posti,devi solo lasciarti andare e adattarti.
Vorrei solo regalare a tutti quei ragazzi sulla spiaggia una vita un pò più facile un pò di dignità, anche a tutte le persone che ho incontrato vorrei dire tante cose ma non è sempre facile spiegare cosa provi..
Penso che non tornerò in kenya ..La giraffa è lei l’animale che mi è piaciuto di più…