LANGKAWI: SOLO Datay Bay
Quest’anno avevamo un’ eredità effettivamente molto pesante. Non era facile scegliere. Le Maldive in precedenza e il viaggio scorso di 8 giorni alle Phi Phi Islands in Thailandia, rappresentavano ahinoi, un elemento di paragone troppo forte e marcato nella memoria. L’incubo di non ripetere certe emozioni e di non poter più godere di certi luoghi sperduti e meravigliosi ci accompagnavano nella scelta. Le scelte erano ricadute tra Seychelles, Antigua e Barbuda, infine Anguia. Poi un colpo d’occhio, alcune fotografie, la sensazione di poter riprovare precedenti emozioni, ci hanno spinto in MALESIA, destinazione opposta tra quelle premeditate. A noi piace scegliere porzioni di territorio capaci di emozionarci, di farci vivere un autentico Trans da viaggio. Non importa che tipo di HOTEL ci aspetti in quella zona prescelta (A PHI PHI ISLANDS scegliemmo un 3 stelle), ci interessa il territorio. E la zona che noi vogliamo a tutti i costi è la DATAY BAY dell’isola di LANGKAWI, l’isola delle leggende e delle aquile. Sulla DATAY BAY ci sono 2 Hotel e sono entrambi 5 stelle. Decidiamo per l’ANDAMAN HOTEL, prenotiamo e partiamo con volo diretto ROMA-LANGKAWI via KUALA LUMPUR (malaysia arline).
L’arrivo sull’isola è deludente! Nessuna sensazione di essere atterrati su di un isola. Un vasto territorio a tratti montagnoso circonda l’aereoporto. Piante di BANANO e PALME selvatiche disegnano la pianura aeroportuale, piuttosto brulla, dal colore prevalentemente giallo sporco, secco. Siamo al confine tra MALAYSIA e THAILANDIA, sul mar delle andamane. Un tassista ci porta verso la nostra destinazione di pernottamento e scorgiamo lungo il tragitto le isole TURATAO Thailandesi e la vicina KO LIPE. Siamo in direzione NORD-OVEST dell’isola. In maniera violenta veniamo catapultati in mezzo ad una vera e propria FORESTA PLUVIALE TROPICALE. Le dimensioni della FLORA giganteggiano, montagne di FORESTA, di verde lussureggiante, ci accompagnano lungo il tragitto. Nessuna traccia di cementificazione che, invece, avevamo trovato nei paraggi della zona aeroportuale. Dopo circa 20 Km arriviamo a destinazione. L’ANDAMAN HOTEL, di dimensioni maestose, è completamente immerso nella foresta. Fa parte della FORESTA, è costruito con la FORESTA, disegnato per divincolarsi in mezzo a GIGANTESCHI alberi, tra LIANE lunghissime e robuste, tra PALME, BANANI. Il rumore assordante e piacevole di un esercito infinito di UCCELLI e INSETTI fa da eco tra i viottoli scuri e freschi dell’HOTEL. Nessun panorama, nessuno scorcio….VERDE dappertutto…VERDE al posto del cielo. CHECK IN e piena libertà. In una specie di labirinto della natura, troviamo dei passaggi che ci indicano la DATAY BAY. Sono 30, 50 metri, ma la FORESTA ne aumenta le percezioni dimensionali di percorrenza. Eccola qui, la DATAY BAY, quasi un perfetto semicerchio di sabbia, stretto tra l’acqua turchese del mar delle andamane e la forza spregiudicata della FORESTA che si esaurisce a PICCO su di essa.
L’impatto è emozionante, l’HOTEL scompare tra i grandi alberi di 20, 30 metri, la sensazione è quella di essere in un luogo dove sei succube degli eventi sonori e visivi della NATURA.
Il giorno seguente decidiamo immediatamente di programmare le escursioni pianificate in ITALIA intorno all’ISOLA di LANGKAWI, ma per far questo dobbiamo lasciare la DATAY BAY e quindi la foresta che si concentra quasi solo esclusivamente in questa zona dell’isola. Leggendo alcuni resoconti di viaggio, le più significative mete dovevano essere la visita alla TANJUNG RHU BEACH con il suo canale di MONGROVIE, l’escursione alle isole a SUD (Pulau Dayang Bunting, Pulau Singa Besar e Beras Basah), la perlustrazione di alcune spiaggie famose come CENANG BEACH e PANTAI TENGAH (dove sono concentrati quasi tutti gli HOTEL dell’isola, dunque, turismo di massa evitabile per noi) e l’esplorazione della cima più alta dell’isola, la GUNUNG RAYA (900 metri) visto che il giro in FUNIVIA (nella parte opposta dell’isola) non ci interessava . Abbiamo affittato uno scooter (al prezzo di 8/10 euro al giorno) e in 3 giorni abbiamo esaurito le nostre escursioni. L’isola è tutto sommato molto molto sporca. Il turismo MALESE è senza ritegno. Avanzi di lattine, copertoni, taniche di benzina, corde, praticamente dappertutto. Ci spiegano che purtroppo la loro cultura ha questo punto debole. Fortunatamente, questa volta, noi occidentali siamo risparmiati dal nomignolo di incivili anche perchè non credo che nessun turista non malese abbia necessità di portare in vacanza copertoni, taniche di benzine…Corde. Forse con qualche lattina possiamo contribuire…Ma roba di poco conto, si percepisce. La TANJUNG RHU BEACH non è niente di eccezionale. Un bel tratto di spiaggia (molto sporco) che si trova in malaysia, ma che potrebbe trovarsi in altre centinaia di zone terrestri europee. Nessuna percezione di FAUNA e FLORA equatoriale. Da questa unghia di spiaggia si procede in barca, al costo di circa 40/50 euro (2 persone), verso il canale di mongrovie che è molto interessante dal punto di vista paesaggistico. Si possono incontrare SCIMMIE e AQUILE in una atmosfera che ricorda molto l’ultimo KING KONG.
La GUNUNG RAYA la raggiungiamo in circa 40 minuti di scooter. Ci piace salire di quota in maniera repentina, ma soprattutto ci piace perderci tra le tortuose strade che avanzano, appena si superano i 400 metri di altezza, in uno scenario che ci ricorda la nostra DATAY BAY. L’aria diventa fresca e pulita, l’odore della natura penetra i nostri percorsi, BANANI selvaggi disegnano di VERDE CHIARO uno sfondo VERDE SCURO. Troviamo un RESORT in cima ai 900 metri, da cui si riesce ad avere una vista MOZZAFIATO verso il SUD dell’isola. La discesa è piacevole, l’esperienza GUNUNG RAYA ci ha ripagato.
Il giorno successivo è la volta delle isole a SUD. Paghiamo circa 50/60 euro per 5 ore (in 2 tutto compreso) per affittare una imbarcazione che ci guidi verso spiagge isolate. Non ci interessano i circuiti turistici, decidiamo noi dove andare! Sostiamo in 5 piccole spiaggie deserte immergendoci in ACQUE trasparenti e dalle sfumature SMERALDO. Le isole, soprattutto la Pulau Dayang Bunting, ci ricordano molto la THAILANDIA e le PHI PHI ISLANDS (che si trovano circa 250 Km. Più a Nord, in effetti) e siamo molto emozionati di questo. Abbiamo sostato per 45 minuti in una fantastica BAIA sperduta, nelle vicinanze di un lago famoso detto “lago della fanciulla”, dall’acqua SMERALDO. Non c’era modo di allontanarsi: MERAVIGLIOSA! Siamo stati in compagnia di una simpaticissima SCIMMIETTA che non ci ha perso di vista neanche per un secondo. Monitorava, FURBA, le nostre BORSE in cerca di qualche cosa da rubare. Noi, soli con una scimmia in una BAIA MOZZAFIATO. Da evitare percorsi turistici……PERDERSI, invece, nelle innumerevoli minuscole BAIE di sabbia, roccia, scimmie e VERDE! Durante il tragitto in scooter, di ritorno verso la DATAY BAY, di passaggio approfittiamo per visitare le altre spiaggie famose: CENANG BEACH e PANTAI TENGAH. Qui sono concentrati quasi tutti gli HOTEL dell’isola e il turismo di massa internazionale. Siamo nella zona turistica in cui, dalla strada, non si scorge il mare e la costa, ma un numero interminabile di RESORTS, HOTEL, RISTORANTI, BAR, BAZAR. Il luogo non ci piace assolutamente. In un attimo si è persa tutta la percezione di essere effettivamente in MALESIA. Cantieri, Gru, manutenzione di strade. Resistiamo! Parcheggiamo lo scooter ed entriamo nella CENAG BEACH prima e nella PANTAI TENGAH poi. Essere a RIMINI ci è parsa la stessa cosa. Il luogo è molto sporco e NON CURATO. La spiaggia è una classica BEACH turistica molto molto lunga. Ci chiediamo come sia possibile farsi 14 ore di VOLO e spendere un bel pò di soldi per passare 8 giorni in quel posto. SCAPPIAMO letteralmente! Il posto NON CI PIACE, anzi, rischia di rovinarci le emozioni provate in precedenza.
Sfrecciamo con lo SCOOTER verso il nostro PARADISO. Dopo 40 minuti di tragitto, ancora in maniera violenta, come la prima volta, veniamo ancora catapultati in mezzo alla nostra FORESTA PLUVIALE TROPICALE. Le dimensioni della FLORA giganteggiano ancora, le nostre montagne di FORESTA, di verde lussureggiante ci accompagnano nuovamente lungo il tragitto dove scimmie escono allo scoperto, forse, in cerca di qualche regalo. ANCORA nessuna traccia di cementificazione, nessuna abitazione, poi le LANGKAWI FALLS che oltrepassiamo (il periodo non è quello giusto per le cascate) e di nuovo al nostro ANDAMAN HOTEL.
Il servizio è lodevole, un meraviglioso 5 stelle. Grandissima cordialità, disponibilità, pulizia. Il cibo è OTTIMO: cucina locale, asiatica in genere e giapponese. TIGER PRAWN (Gamberi Tigre) grigliati con salsa locale. NOODLES cucinati alla maniera THAI e serviti con un fondo di foglia di BANANO. SEABASS cucinato con una curiosissima salsa di ARACHIDI locale…Il suono costante, vario, dolce e acuto degli uccelli della foresta. Molti esemplari si trovano solo in quel luogo della terra.
Non ci rimane che goderci, per il resto della nostra vacanza, la DATAY BAY. Abbiamo da perlustrare la zona, abbiamo a disposizione una CANOA e in alternativa un piccolo catamarano che però non sappiamo pilotare. Dobbiamo USARE i REMI! La DATAY BAY, vista dal punto di vista della CANOA dal largo delle acque, ci ricorda gli scenari selvaggi del film lezioni di piano. Montagne di VERDE, che custodiscono la BAIA, incutono timori e passioni selvaggie, rispetto per la potenza della natura. Certe sensazioni sono indescrivibili, quel senso di grossa inferiorità di fronte a dei GIGANTI VERDI, di fronte a sporadici ammassi di nuvole NERE che ombreggiano tratti di foresta e di cui non si vede la fine. Potrebbe essere il preludio ad un temporale tropicale, potrebbe essere la prima parte di un enorme masso di nuvola. E’ tutto provvisorio! Siamo di fronte alle isole TURATAO, nella punta NORD-OVEST. Le correnti aumentano, si fermano e poi aumentano di nuovo nel giro di qualche minuto.
Con la forza delle nostre braccia, nei giorni rimasti, approdiamo in alcune spiaggie nascoste. BAIE molto più piccole della DATAY BAY ma adiacenti. Non troviamo mai segni di civiltà né di inciviltà, tutto è natura. Siamo in TRANS! Siamo soli, lontani dagli altri ospiti dell’ANDAMAN HOTEL (pochi italiani, gente molto riservata e con una età media di 50 anni. Noi abbassavamo parecchio la media). Potevamo trascorrere indisturbati il resto della nostra giornata, immergerci in delle acque di ogni tipo di tonalità ma di una purezza e limpidezza unica che nessun obbiettivo è in grado di riproporre in maniera digitale. Guardare il sole allo ZENIT, accettarlo con delicatezza e con rispetto, fare compagnie a centinaia e centinai di piccoli granchi che ad ogni nostro passo sembrano aprirci traiettorie tra i loro capolavori disegnati sulla sabbia (questi piccoli granchi mangiano sabbia e la rigurgitano, formando piccolissime palline di sabbia che una dopo l’altra disegnano figure astratte affascinantissime). Un atteggiamento di rispetto verso la NATURA che ci circonda e che è capace di richiedertelo in ogni istante! Questa è la DATAY BAY. Avremmo voluto dire che tutto questo è l’ISOLA DI LANGKAWI, ma non possiamo dirlo. Possiamo solo dire che l’isola di LANGKAWI è solo la DATAY BAY.