Istantanee da Lisbona
Ci metti poco, da qui, ad incontrare il famosissimo tram 28, una scatola di legno e vetri che si inerpica su su fino alla magìa araba chiamata Alfama. Questa è la Lisbona più vera, qui si respira un aria diversa, qui l’Europa lascia spazio al vivere antico. Comanda il pavè (un po’ scivoloso, tra l’altro), mica l’asfalto. La cattedrale Sé svetta con le sue due torri, se le giri a fianco inizia un dedalo di viuzze che portano a un paio di “Miradouros”, che sono dei terrazzi dove rimanere incantati e persi da un tramonto che più tramonto non si può.
Non ti perdi d’animo, trattieni un po’ il fiato e vai su ancora, all’Igreja de Graça e alla Mouraria, altro quartiere che merita di essere esplorato, se non altro perché qui il turismo ci è arrivato solo di striscio. Alla fine la stanchezza si fa sentire, allora cosa fai, prendi ancora il tuo bel 28 e torni giù, fai una fermata alla Conservatoria in Rua de Bacalheiros a prendere un po’ di scatolette di tonno e sardine d’antan (già, quelle con la chiavetta per aprire), giusto per portarti a casa un particolare di questa magnifica città irregolare.
Se non hai voglia di farti ogni volta le salite spacca-gambe-e-fiato, eccoti serviti gli “elevadores”, che sono dei veri e propri ascensori, per passare da un quartiere all’altro. Molto carino quello “da Bica”, cinquanta centesimi ben spesi, per fare ottime foto agli azulejos circostanti. Oppure l’elevador “Santa Justa”, 35 metri che portano alle rovine del veccio monastero “Carmo”, uno dei luoghi più belli e particolari. Qui si vedono ancora gli effetti devastanti del terremoto del 1755. Giri l’angolo e arrivi in Rua Garrett, dove le statue di Chiado e Pessoa restano lì immutate, con il sole e con la pioggerellina che dà un po’ fastidio, ma dura così poco che poi torna di nuovo il sole.
Se invece vuoi spostarti dal centro, non puoi non andare a Belèm, dove torreggiano maestosi il Mosteiro dos Jeronimos (di un bianco accecante) e quello che è il vero simbolo della capitale lusitana, la torre di Belèm, con le sue scale a chiocciola strettissime, ma che vale la pena fare, per gustarsi il panorama appagante del ponte 25 de Abril e del Tago, che scorre placido fino a buttarsi nell’Atlantico. Una sosta doverosa per i “pasteis de Belèm” (dolcetti deliziosi a base di sfoglia e crema, con una spolverata di immancabile cannella) e anche questa è fatta. Non resta che prendere la metropolitana (sempre pulita ed efficiente), linea rossa, quella nuova, fermarsi alla stazione “Oriente”, ottimo esempio di architettura moderna, e andare a vedere l’acquario, all’interno del Parque dos Naçoes, con il ponte “Vasco da Gama” sullo sfondo. Di giorno la cosa migliore è lasciarsi trascinare, un po’ a caso, fra le viuzze tortuose di questi quartieri, non serve neanche andare a cercare i monumenti, ti arrivano addosso da soli, tanto sono facili da trovare.
Di sera un bel drink al Parque dos Naçoes e poi immergetevi nell’incantevole Bairro Alto. “Rua de Atalaia” e “Rua do Diario de Noticias” sono vie piene di locali carini, per cenare a prezzi modici e ascoltare un po’ di fado. Bastano 4 giorni per gustarsi tutte (o quasi) le meraviglie di Lisbona, dove l’irregolarità è di rigore. Andateci, perché merita, davvero.