A SPASSO PER LO YUCATAN “fai da te”

A SPASSO PER LO YUCATAN AVVENTURA DI DUE VIAGGIATORI “FAI DA TE”Il Messico è sempre stato un obiettivo dei nostri viaggi, ma ,vuoi perché visitarlo d’estate (quando solitamente si hanno le ferie), non è climaticamente consigliato e vuoi perché non c’entusiasmava l’idea di andare nel “paradiso degli all-inclusive”, lo abbiamo...
Scritto da: goku
a spasso per lo yucatan  fai da te
Partenza il: 15/01/2009
Ritorno il: 25/01/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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A SPASSO PER LO YUCATAN AVVENTURA DI DUE VIAGGIATORI “FAI DA TE”

Il Messico è sempre stato un obiettivo dei nostri viaggi, ma ,vuoi perché visitarlo d’estate (quando solitamente si hanno le ferie), non è climaticamente consigliato e vuoi perché non c’entusiasmava l’idea di andare nel “paradiso degli all-inclusive”, lo abbiamo sempre evitato. Quest’anno essendo riusciti ad ottenere dieci giorni di ferie a gennaio, dopo aver “sfogliato la margherita” (Malesia, Vietnam o Messico), abbiamo deciso di scegliere quest’ultimo.

Il viaggio dei “sogni” prevedeva anche il Chiapas e il Guatemala, ma con così pochi giorni a disposizione alla fine abbiamo deciso di “scindere” i due viaggi e per questa volta fare solo lo Yucatan, rimandando ad un prossimo viaggio la visita di Chiapas e Guatemala.

Dopo aver comprato il volo sul web (purtroppo ad un prezzo non ottimale), abbiamo “steso” un programma di massima. Il viaggio come al solito si è svolto in totale autonomia, utilizzando mezzi locali per gli spostamenti, alloggiando in ostelli o piccoli alberghetti trovati sul posto, mangiando prevalentemente in ristorantini locali e decidendo di giorno in giorno il da farsi, così da garantirci la più totale autonomia in termini di tempo e orari.

Il cambio euro/pesos era di 1€=18.20P, molto conveniente per le nostre tasche…Ma ora veniamo alla descrizione del viaggio: Giovedì 15 gennaio GenovaCittà del MessicoMerida Partiamo alle 7.30 da Genova e dopo un breve scalo a Parigi raggiungiamo Città del Messico alle 23.05 (le 16.05 locali) dopo un volo di circa dodici ore (compagnia aerea AeroMexico:senza infamie e senza lode…). Dopo aver cambiato un po’ di soldi (lo stretto necessario visto, lo sconveniente cambio aeroportuale…), molliamo i bagagli in un deposito e ci dirigiamo in metropolitana verso il centro. Dall’aeroporto ci sono da fare tre cambi ed il tragitto dura circa 30/40 minuti a seconda della coincidenza (il biglietto costa due pesos). Intorno alle diciassette sbuchiamo sullo “zocalo” della capitale messicana. Visitiamo la cattedrale e ammiriamo il Palácio National ed altri edifici dell’immensa piazza, quindi percorriamo Calle 5 de Mayo ed arriviamo sino alla Torre Latino-americana, un grattacielo che svetta nel centro della città. Lasciamo anche questa zona e ci fermiamo a mangiare alla Taqueria Tiaquepaque in Calle Isabel la Catolica, 16. Gustiamo i nostri primi tacos (del pastor y de res) e alcune quesadillas, accompagnandoli con due Corona…Tutto delizioso…E per soli 54 Pesos a testa (nemmeno 3 euro!!!). Usciamo dal locale e ci fermiamo nel vicino Cafe La Blanca per “darci una svegliata” con un “cafecito” (per il nostro corpo sono le due del mattino…). Corroborati da questa “botta” di caffeina, ci dirigiamo nuovamente verso lo zocalo e dopo un’ultima panoramica della bellissima piazza, scendiamo le scale della metropolitana e raggiungiamo nuovamente l’aeroporto per l’ultima fatica…

Il volo per Merida parte puntuale alle 21.25 e dopo circa un’ora e mezza atterriamo finalmente in Yucatan!! Recuperiamo i bagagli e con un taxi prepagato (a quest’ora non ci sono più colectivos per il centro) raggiungiamo l’ostello che ci ospiterà per le prossime tre notti.

E’ il Nomadas, un classico ostello, pieno di ragazzi giovani e con un’atmosfera conviviale. Noi abbiamo riservato una doppia, ma esistono anche camerate e addirittura per i più intrepidi una zona amache. La camera è piuttosto spartana, ma comunque accettabile, in ogni caso a mezzanotte dopo ventiquattro ore di viaggio ci sarebbe andata bene anche un’amaca…Quindi via i vestiti e a letto: stanotte si dorme in boxer…

NOTTE: Nomadas Hostel, calle 62 n°433, 270 pesos a notte la doppia (cc.14.85€) PASTI: CENA: CITTA’ DEL MESSICO: Taqueria Tiaquepaque, Calle Isabel la Catolica 16, 54 pesos a testa (2.96€) Venerdì 16 gennaio MeridaUxmal Ci alziamo intorno alle sette con i primi raggi del sole che illumina la camera e con il canto degli uccellini a farci compagnia. Sfruttiamo la cucina messaci a disposizione dall’ostello per preparare la colazione, quindi ci dirigiamo verso il centro (cinque minuti a piedi). Visitiamo il bellissimo zocalo di Merida con l’onnipresente Cattedrale, più altri edifici in stile coloniale e al centro della piazza un bel parchetto che completa il bel “quadretto”. Girovagando senza meta arriviamo al caratteristico Mercato alimentare, posto a sud dello zocalo: uno spaccato di vita locale, con decine e decine di bancarelle che vendono le più svariate mercanzie, dalla frutta alla carne, dagli ortaggi al pesce, con gli avventori indaffarati alla ricerca del migliore affare. Noi ci limitiamo ad acquistare un po’ di peperoncino habanero e a bere un liquado (una specie di frappé) da un banchetto interno al mercato stesso (“sfidando” fin dal primo giorno Montezuma e le sue maledizioni…). Andiamo ancora un po’ a zonzo per il centro, fermandoci anche in banca a cambiare dei soldi (ottimo cambio 1€=18.20pesos) quindi ci dirigiamo verso la stazione dei pullman e facciamo due biglietti per Uxmal (linea Oriente di seconda classe 40P a pp.). Aspettando la partenza ci dirigiamo in un locale posto di fronte al Terminal (Rist. San Fer Villas) dove pranziamo. Mangiamo e beviamo bene, spendiamo poco (43P a testa cc.2.36€), quindi a mezzogiorno in punto partiamo. Dopo circa un’ora e un quarto arriviamo davanti al sito, ma l’autista (un po’ sbadato a dire il vero) “tira diritto” senza fermarsi. Sono l’unico ad accorgermene, mi alzo e vado a parlare al “cocchiere” facendogli presente che aveva superato il sito e che doveva tornare indietro. Discutiamo un paio di minuti con il pullman fermo in mezzo alla selva e l’autista che insiste nel proseguire e farci scendere al successivo paese. A questo punto in mio aiuto sopraggiungono altri due messicani e una ragazza resisi tardivamente conto dell’errore (anche loro andavano ad Uxmal), che con le “cattive” gli intimano di tornare indietro. L’autista scocciato e con cinque “arpie” che lo insultano, fa finalmente manovra e ci riporta indietro…Possibile che proprio io mi sia accorto dell’errore e i messicani no?…Boh…!!! dopo questa prima “comica”avventura, ci dirigiamo a passo spedito verso l’ingresso del sito. Abbiamo scelto di venire a quest’ora proprio per evitare le comitive che sono a pranzo, quindi ogni minuto guadagnato per noi è importante. Facciamo il biglietto (caro!!! 111P a testa) e ci appiccicano un braccialetto al polso…Io che odio questi “maledetti” braccialetti colorati da “all-inclusive” chiedo di poter essere esentato, ma non c’è verso, per entrare devo metterlo…E allora mettiamolo…!!!!!fatti cento metri dall’ingresso, però lo strappo, non mi va…Troppo fastidioso…

Uxmal ci accoglie con la vista della bellissima Piramide dell’Indovino che ci godiamo in completa solitudine…Ci fermiamo dieci minuti a leggere le guide, ammirando le varie caratteristiche architettoniche e sorridendo alle tante leggende che la riguardano (sembra che la piramide sia stata edificata in una sola notte da un nano con poteri magici, da questo il suo nome…). Ci trasferiamo quindi verso il Quadrilatero delle Monache, un complesso di grande armonia architettonica, con bellissimi fregi e con le maschere del “Dio della pioggia” Chac onnipresenti.

La giornata è splendida con un bel sole caldo (ci sono circa 25°), intervallato da bellissime nuvole bianche che fanno “pendant” con il verde della selva che circonda il sito. Il clima secco è la ciliegina sulla torta, stiamo veramente bene…Attraversiamo il campo del gioco della pelota e raggiungiamo la Grande piramide, dall’alto della quale godiamo di una bella veduta d’insieme dell’intero sito. Scendiamo i ripidi scalini e andiamo a vedere ciò che rimane della cosiddetta “Piccionaia”, un semplice muro merlato ma carico d’effetto. Torniamo sui nostri passi e visitiamo il Palazzo del Governatore, considerato uno dei massimi capolavori dell’arte Maya, quindi dopo una veloce occhiata ad altre rovine “minori” prendiamo la strada del ritorno.

Usciamo dal sito intorno alle 15.30 e ci sediamo fiduciosi ai margini della strada aspettando un pullman per Merida certi che prima o poi ne passerà uno…Siamo fortunati, la nostra attesa dura solo quindici minuti. Facciamo il biglietto (40P) e alle diciassette giungiamo a destinazione.

Prima di uscire dal Terminal prenotiamo due biglietti per domattina, destinazione Chichen Itza, con partenza alle 6.20!!!!! Appena fuori dalla stazione ci fermiamo all’ “Expendio de leche y neveria”, una specie di latteria/gelateria dove ci gustiamo un freschissimo yogurt naturale “de pura vaca” e una fetta di torta “de queso de cabra”…Buonissimi, anche se stiamo contravvenendo alle più elementari regole di “sopravvivenza in viaggio”… Ma ormai abbiamo deciso che di Montezuma e delle sue maledizioni ce ne infischieremo…

Passeggiamo lungo le vie del centro, quindi intorno alle 18.30 facciamo ritorno in ostello. Riposiamo due orette sfruttando anche le amache del giardino messe a disposizione dall’ostello e facendo due chiacchiere nel patio in compagnia di alcuni ragazzi provenienti dai quattro angoli del Mondo, quindi intorno alle 20.30 usciamo. Ci fermiamo a cenare in centro da “El Trapiche”, un bel ristorantino, turistico, ma allo stesso tempo senza eccessive pretese, dove mangiamo abbastanza bene (enchiladas, quesadillas y empanadas più una birra e un liquado), spendendo il giusto (70P a testa).

Il dopocena lo passiamo in zona, al Cafè l’Habana, dove ci lanciamo in un giro di tequila, accompagnandolo con del “pandulce” (un dolce, simile ad una brioche, molto in voga qua in Messico). Intorno alle ventitré lasciamo il locale e torniamo all’ostello, domani sveglia alle 5.30… NOTTE: Nomadas Hostel, calle 62 n°433, 270 pesos a notte la doppia (cc.14.85€) PASTI: PRANZO: Rist. San Fer Villas, 43 pesos (2.36€) CENA: Rist. El Trapiche, Calle 62 N°491, 70 pesos a testa (3.84€)

Sabato 17 gennaio MeridaChichen Itza L’ossessiva voglia di visitare Chichen Itza in “solitaria”, ci “costringe” ad una sveglia anticipata. Ancora assonnati percorriamo i circa due chilometri che separano l’ostello dal Terminal dei bus attraversando le strade deserte di Merida, in mezzo ad un concerto di uccellini che anticipano il sorgere del sole.

Alle 6.20 ci imbarchiamo sul pullman (linea Oriente 62P). Essendo un bus di seconda classe, si ferma praticamente ovunque…Quest’imprevisto ci fa perdere parecchio tempo, ma allo stesso tempo ci da, la possibilità di passare in minuscoli paesini dove assistiamo a scene di vita reale messicana non ancora inquinata dal “Dio Turismo”. In alcuni punti la strada, sempre interrotta da dei dossi artificiali collocati per far rallentare i mezzi (i famigerati “topes”), è letteralmente invasa da galline, cani, oche, ecc…Insomma un vero “safari” in salsa messicana…Finalmente alle 8.30 siamo all’ingresso del sito. Per fortuna il parcheggio è ancora deserto, ottimo segno…Paghiamo l’ingresso (111P), ci appiccicano il solito braccialetto che fa subito la fine di quello di Uxmal e siamo dentro…Duecento metri e ci appare il famosissimo “Castillo”…Stupendo…Anche la sesta meraviglia del Mondo è stata conquistata, adesso ce ne manca solo una…(Petra).

Il sito è praticamente deserto, qualche altro viaggiatore sparso qua e là, ma per capirci, riusciamo a fotografare la Piramide in campo largo, più e più volte senza nessuna persona di sfondo…La pace che ci avvolge, unita alla magia del posto ci rilassa a tal punto che ci stendiamo sul prato in contemplazione…Lasciamo quindi momentaneamente la piazza centrale e ci avviamo verso il Tempio delle Mille Colonne (o dei Guerrieri) con il “Chac-mool” che svetta sulla sommità dell’edificio, quindi ci spostiamo nella zona centrale del sito (puramente maya) dove oltre ad alcuni monumenti “minori”, visitiamo “El Caracol” un antichissimo osservatorio e il bellissimo Tempio delle Monache. Torniamo, quindi, nuovamente nella zona nord (in stile maya-tolteco), dove ci godiamo l’immenso e bellissimo Gioco della Pelota (senza dubbio il più bello di tutto il viaggio), il Muro dei crani (inquietante!), il Tempio dei Giaguari e delle Aquile e dopo una passeggiata di cinque minuti anche il cenote dei Sacrifici, un profondo pozzo, dove si gettavano offerte e si compivano sacrifici umani.

Lasciamo il Cenote e torniamo verso la Piramide, ma ci accoglie una brutta sorpresa: sono arrivati i “Lanzichenecchi” da Playa del Carmen e Cancun: una massa agghiacciante di “all-inclusive” in infradito e costume, incolonnati come “pecore”, tutti con il loro bel braccialettino giallo invadono completamente la piazza prospiciente la piramide.

La magia del posto tutto d’un tratto è svanita, caos, confusione, gente che urla, insomma una schifezza…Scappiamo a gambe levate (CONSIGLIO IMPORTANTISSIMO: le comitive arrivano solo dopo le 10.30/11, quindi cercate di arrivare presto al sito, prima arriverete e più ve lo godrete…Fate voi…).

Mi fermo a rifiatare all’uscita del sito, ma anche qua una colonna di quattro pullman riversa centinaia di altri turisti invadendo il mio spazio vitale…Basta non ce la faccio più…Veramente stufo di questo caos, decido con Cristina di raggiungere il vicino villaggio di Pistè a piedi per prendere un po’d’aria (circa 1.5 km).

Facciamo una bella passeggiata, ci fermiamo ad acquistare i biglietti del pullman per tornare a Merida, quindi su consiglio di una ragazza del posto andiamo a pranzare da “Las Mestizas” un bel ristorantino dove mangiamo bene (io provo, un tipico piatto dello Yucatan: il pollo alla Pibil) e dove passiamo una gradevole oretta in pace fuori dal caos turistico tradizionale.

Ci riavviamo alla fermata del pullman che passa intorno alle 14.20 e in circa un’ora e mezza arriviamo a destinazione.

E’ sabato pomeriggio e le strade del centro di Merida sono affollate di persone in giro per acquisti. Noi ci dirigiamo subito al Mercato per acquistare una papaya e alcune banane per la colazione di domattina, quindi ci dedichiamo ad un po’ di shopping nei bei negozietti del centro. Pausa ristoro sullo zocalo, dove sorseggiamo un buonissimo e freschissimo “liquado de papaya”, quindi ritorniamo in ostello a farci una doccia e per prepararci alla “fiesta mexicana” di stasera.

Giacché è sabato sera, per una volta trasgrediamo alle nostre ferree leggi anti-locali turistici e andiamo a cenare al Ristorante Amaro, un bel locale sito in una casa coloniale, dove nacque Andres Quintana Roo, con un bel patio interno con portici, piante verdi e con musica dal vivo e camerieri in livrea. Mangiamo bene (ottimi i tamales, delle specie di tortillas, farciti con carne in salsa piccante, avvolta in una foglia di banano, cotta a vapore), passiamo due piacevoli orette in compagnia e tutto sommato per il livello del locale non spendiamo tantissimo (123P a testa 6.75€)…Anche se questo record rimarrà imbattuto per tutto il resto della vacanza…

Usciti dal ristorante, raggiungiamo il Pasejo de Montejo, dove tutti i sabati sera dell’anno si tiene la “Noche mexicana” una serie di eventi che ravvivano le notti di Merida.

E’ pieno di bancarelle, dove assaggiamo per la prima volta la “Marquesita”, una specie di “crepe” croccante, che facciamo guarnire di “mitica” nutella…Assistiamo a varie esibizioni, fra le quali, indimenticabile quella dei “Mariachis” con il mitico Ricardo Platas che fa impazzire il pubblico femminile, sculettando per il palco…Insomma una bella serata, dove la gente (quasi tutti messicani) si diverte un sacco e passa alcune ore in allegria. Intorno a mezzanotte lasciamo la “fiesta” e torniamo in ostello.

NOTTE: Nomadas Hostel, calle 62 n°433, 270 pesos a notte la doppia (cc.14.85€) PASTI: PRANZO: PISTE’: Rist. La Mestizas, 110 pesos a pp. (cc.6€) CENA: Rist. Amaro, 123 pesos a pp. (cc.6.75€)

Domenica 18 gennaio MeridaValladolid Ci godiamo la domenica mattina in un’insolita Merida chiusa al traffico. Passeggiamo per le vie del centro godendoci la bellissima giornata quindi intorno alle dieci e mezza torniamo in ostello e da lì in taxi, raggiungiamo il Terminal degli autobus. Acquistiamo due biglietti per Valladolid, questa volta optiamo per la linea Ado di prima classe. Il viaggio, questa volta senza mille soste, è comodissimo e durante il tragitto ci gustiamo anche un film. Arriviamo intorno all’una alla stazione dei pullman di Valladolid. Cristina si ferma al Terminal con gli zaini mentre io inizio a girare in cerca di un posto dove passare la notte. Dopo aver visitato alcuni possibili sistemazioni, opto per l’Hotel Zaci, vicinissimo alla stazione, recupero Cristina e i bagagli ed insieme raggiungiamo la sistemazione che ci ospiterà per questa notte. Questo hotel offre un buon rapporto qualità prezzo: molto pulito, in un’ottima posizione per chi arriva in pullman e con una piscina dove passare le ore più calde…

Dopo aver posato i bagagli in stanza ed esserci cambiati, vista anche l’ora, usciamo alla ricerca di un posto, dove pranzare. Dopo alcuni giri per le vie del centro, alla fine ci fermiamo al ristorante dell’hotel Maria de la Luz proprio sullo zocalo. Bell’ambiente, cibo discreto (prima del vero e proprio pranzo a base di carne e burritos, ci ingozziamo di “totopos”, triangolini di mais, tipo le nostre patatine “Rodeo”intingendole nelle più svariate salse piccanti…)e conto finale tutto sommato accettabile (85P cc.4.67€).

Torniamo in hotel a metterci il costume, quindi con un colectivo (15P) raggiungiamo la zona dei cenotes. Visitiamo subito il Cenote Sammula (25P): scendiamo le scalette e dall’alto ci si apre una vista superba: un buco nel terreno fa filtrare la luce del sole che illumina il fondo del cenote invaso dalle radici di alcuni alberi. Scendiamo sino in fondo, mi svesto in tutta fretta e mi butto in acqua. Ci sono solo altre due persone, che ci lasciano, dopo soli cinque minuti in una solitudine quasi irreale. Il silenzio è rotto solo dal rumore della mia nuotata, mi godo un quarto d’ora di gloria, in compagnia solo di Cristina e di alcuni pipistrelli che svolazzano sopra le nostre teste…Quindi all’arrivo della solita, irrispettosa e rumorosissima comitiva, esco dall’acqua (non particolarmente fredda…Pensavo molto peggio..) e con Cristina raggiungo il vicinissimo Cenote Dzitnup (ingresso 25P). In questo caso siamo sfortunatissimi, il cenote è pieno di messicani che probabilmente sono venuti qua a passare la domenica…Tuffi, schiamazzi, confusione, insomma l’impressione che ci lascia questo cenote non è positivissima, anche se a livello visivo bisogna ammettere che non è per niente male (bellissime stalattiti e stalagmiti). Dopo un bagno rituale (non potevo farmi sfuggire l’occasione…), risaliamo in superficie e passiamo una buona mezz’oretta sdraiati sull’erba ai margini di un campo da calcio dove si stanno sfidando due squadre di messicani. Insomma: gli uomini giocano a calcio e le donne sono a fare il bagno al cenote…Tutto il Mondo è paese!!!! Col sole che sta tramontando, lasciamo il sito e in taxi raggiungiamo nuovamente il centro.

Valladolid, è una bella città tranquilla e poco turistica, il suo zocalo, ombroso e dominato dalle due torri della cattedrale, è molto piacevole e pieno di vita a qualunque ora del giorno. Passeggiamo ancora un po’ per le vie del centro, passiamo al terminal dei pullman per prenotare i biglietti del bus per domattina, quindi torniamo in hotel a fare una doccia e a cambiarci.

Usciamo intorno alle 20.30 e andiamo a cenare al ristorante Las Campanas, sempre sullo Zocalo. Proviamo un “queso fundido”, molto buono ma di una pesantezza incredibile, delle tostadas (tortillas di mais fritte utilizzate come supporto per strati di carne sfillacciata, insalata tagliata a listarelle più salse di vario tipo) e ci godiamo la bella serata, accompagnati dalla chitarra di un cantante locale, ancora una “cerveza”, quindi intorno alle 22.30 facciamo ritorno al vicino hotel per dormire.

NOTTE: Hotel Zaci, Calle 44 n°191, 386 pesos la doppia, (cc.21.2€) PASTI: PRANZO: Rist. Dell’hotel Maria de la Luz, 85 pesos a pp. (cc.4.67€) CENA: Rist. Las Campanas, 83 pesos a pp. (cc.4.56€)

Lunedì 19 Gennaio ValladolidCobàTulum Ci svegliamo intorno alle otto, prepariamo gli zaini e usciamo per andare a fare le ultime visite. Sulla strada ci fermiamo in un panificio, dove acquistiamo del pandulce con il quale facciamo colazione su di una panchina dei giardini dello zocalo, riscaldati dal sole mattutino e accompagnati dal cinguettio dei molti uccelli presenti. Lasciamo la piazza e ci dirigiamo a piedi al vicino cenote Zaci (15P). Il pregio di questo cenote, dalle acque di un verde cupo, è che se ne può fare il giro, quasi a pelo d’acqua, grazie ad un sentiero che lo circonda. Vista l’ora, siamo i soli visitatori (a parte centinaia di pipistrelli, ma loro sono i padroni di casa…) e sfruttiamo l’occasione per goderci appieno il sito. Questa volta rinuncio al bagno e mi limito a saggiare l’acqua…Lasciamo il cenote e torniamo in hotel a prendere gli zaini. Raggiungiamo il Terminal degli autobus e alle 9.40 partiamo con un bus della Linea Mayab (per noi la peggiore) di seconda classe alla volta di Cobà. Dopo il solito tour di paesini, giungiamo a destinazione alle 10.50. Il pullman ci lascia a circa un chilometro dal sito, noi ci carichiamo gli zaini in spalla e sotto il sole ci facciamo una bella camminata “tonificante”. Il giorno prima a Valladolid, avevamo chiesto all’impiegata che ci faceva i biglietti del bus, se a Cobà esisteva un deposito bagagli. Alla sua risposta affermativa, c’eravamo fidati. In realtà a Cobà non esiste un deposito bagagli!!!!! La prospettiva di dover girare con due zaini da 15 kg sulle spalle in un sito immenso come questo, non ci allettava molto. Per fortuna alla fine riusciamo a lasciare gli zaini alla biglietteria del sito, alla mercé di chiunque, ma con le rassicuranti parole del bigliettaio: “…Tranquillo…”. Risolto il problema zaini, facciamo il biglietto dal nostro “custode-salvatore” (51P) e ci lanciamo nella visita. L’entusiasmo di poter visitare un sito così bello e interessante, svanisce immediatamente. Arrivando alla prima piramide a poche centinaia di metri dall’ingresso, ci ritroviamo di fronte l’intera Playa del Carmen in “trasferta”…Decine, centinaia di persone che come piccole formichine si cimentano nell’esplorazione della piramide, urlando, lanciandosi in improbabili pose fotografiche, parandosi come un muro invalicabile di fronte alla stele alla base della piramide, insomma lasciamo inorriditi il luogo ripromettendoci di visitarlo alla fine.

Affittiamo due biciclette (30P) e iniziamo a vagare in tutta libertà per il sito. Completamento sepolto nella foresta (sono state riportate alla luce solo il 5% delle rovine) e immenso, il sito di Cobà è un luogo stupefacente e piacevolissimo da visitare (soprattutto in bicicletta…). Il sito si trova al centro di una rete di strade cerimoniali (sachbeob) che unisce Cobà a Xatunà e ad altri centri minori. L’area archeologica, di notevole espansione, comprende numerosi gruppi di edifici in cui i lavori di scavo sono iniziati negli anni venti e sono tuttora in corso. Percorriamo alcuni chilometri di stradine sterrate e dopo alcuni minuti arriviamo alla base del Nohoch mul, la più alta piramide dello Yucatan, dalla cui vetta si ha un’impareggiabile vista sulla foresta e su alcuni laghi nei dintorni. Peccato per il sovraffollamento, ma ce ne facciamo una ragione e cerchiamo di goderci lo stesso questa bellezza. Salutiamo la piramide, lasciamo il sentiero principale (l’unico visitato dalle comitive) e iniziamo ad addentrarci nella vera e propria selva, lungo sentieri secondari . Rimaniamo estasiati dal cosiddetto “gruppo delle pitture”, una piramide tempio con alcuni frammenti di pittura nella parte superiore. C’è una pace indescrivibile, siamo solo noi e la natura, una sensazione unica. Inforchiamo nuovamente le biciclette e ci spingiamo ancora più lontani, visitiamo altre rovine abbandonate, percorrendo sentieri completamente avvolti dalla selva, incontrando sul percorso solo qualche iguana alla ricerca frenetica di un raggio di sole…Ci spingeremmo ancora più avanti, ma il rischio di perdersi a questo punto si fa troppo elevato, quindi decidiamo, ahimè, di tornare alla “civiltà”. In circa venti minuti torniamo al sentiero principale, quello percorso dai tricicli spinti da poveri messicani costretti a scarrozzare decine di “pigri e obesi” americani…Per fortuna le comitive stanno lasciando il sito, noi ne approfittiamo per visitare in santa pace la zona vicino all’ingresso che avevamo tralasciato. Diamo un’occhiata al campo del gioco della pelota: bello, ma dopo quello di Chichen-Itza, ci lascia abbastanza indifferenti, quindi ci dirigiamo alla piramide soprannominata “la chiesa”. Restaurata parzialmente (un solo lato), è un edificio molto affascinante e visitato in solitudine (al contrario di questa mattina) fa tutto un altro effetto. Alla base della piramide una stele protetta da una piccola capanna riporta un disegno che secondo alcuni raffigura una specie di madonna (misteri dell’archeologia, noi non ci abbiamo visto un bel niente…). Usciamo dal sito, recuperiamo dal nostro “amico” gli zaini e ci informiamo sull’orario dei pullman. Nell’attesa ci fermiamo a fare un pasto veloce a base di tacos, tortillas e panuchos (tortillas imbottite a mo’ di panino) in un ristorante subito all’esterno del sito (cibo dozzinale e prezzi alti). All’una all’orizzonte appare un bus, facciamo due biglietti e dopo circa quaranta minuti arriviamo a Tulum, prendiamo un taxi (tariffa fissa di 40P) e ci facciamo portare alla Papaya Playa, dove prendiamo un capanno per tre notti (420P a notte).

Il posto è un vero e proprio paradiso: spiaggia bianca e sterminata, mare cristallino e vegetazione lussureggiante con bellissime palme che costeggiano la spiaggia. Le capanne sono molto “spartane”: costruzione in legno, tetto in paglia e all’interno solo un letto con zanzariera. E’ un posto del tipo “peace, love and hierba…” per capirci…

La corrente elettrica c’è solo dalle 18 alle 23 e a volte nemmeno in questi orari, docce e bagni sono comuni, ma tutto è compensato dalla gioia di dormire la notte a cinque metri dal mare con il sottofondo delle onde che s’infrangono sulla spiaggia o dall’esperienza di fare una doccia a cielo aperto illuminati solo dalle stelle e dalla luna, insomma un vero paradiso terrestre lontano anni luce dalle illuminatissime e gettonatissime Cancun e Playa del Carmen.

Prendiamo possesso del capanno, indossiamo i costumi e ci dedichiamo all’ozio più totale, fra un bagno nelle turchesi acque del Mar dei Caraibi, un po’ di sole (caldo ma sopportabilissimo grazie al clima secco e alla brezza marina sempre presente a ogni ora del giorno) e due chiacchiere.

Ci godiamo il tramonto su di una comodissima amaca sorseggiando una “Dos equis”, quindi dopo la doccia, raggiungiamo in taxi il pueblo di Tulum.

Facciamo un “salto” su internet, un giro per il paese (niente di che…), quindi cerchiamo un posto dove cenare. Ci fermiamo da Don Cafeto (sulla strada principale), prendiamo un mole poblano (una salsa di cioccolato, semi di zucca, pomodori, semi di sesamo, ecc, che guarnisce o del pollo come nel mio caso o altre carni…Molto buona!!!), una torta “jamon y queso” (fondamentalmente un trancio di pane lungo e stretto tipo “baguette”straimbottito) e la solita birra. Il cibo ci soddisfa, ma i prezzi iniziano ad essere più “gonfiati”, evidentemente l’essere arrivati sulla famosa “Riviera Maya”, li fa lievitare.

Intorno alle ventidue lasciamo il paese e torniamo al nostro angolo di paradiso. Pur essendo ancora orario di “corrente elettrica”, troviamo il posto illuminato solo dalle stelle e da alcune romanticissime candele. Passiamo un’ora in spiaggia a chiacchierare e ad ammirare le stelle e la luna che si specchia sul mare, sorseggiando una “cerveza”, quindi intorno alle 23.30 torniamo al capanno per passare la notte.

NOTTE: NOTTE: Cabanas Papaya Playa, 420 pesos a capanna, (cc.23€) PASTI: PRANZO: COBA’ Rist. Caracol, 40P (cc.2.19€) CENA: TULUM Rist. Don Cafeto, 115P (cc.6.30€)

Martedì 20 gennaio Tulum Il rumore delle onde ci accompagna per tutta la notte e al mattino, l’alba, con i primi raggi del sole che filtrano dall’instabile tetto di paglia della capanna e dalle traballanti travi di legno, ci da la sveglia intorno alle sei.

Cerchiamo in tutti i modi di resistere a letto, ma intorno alle sette e trenta ci arrendiamo e ci alziamo. Dopo una veloce colazione con “cafè de olla” (ha un piacevole retrogusto di cannella) e del cibo acquistato la sera precedente in paese, scendiamo in spiaggia e lì passiamo tutta la mattina, fra sole, mare e la lettura di qualche libro. Nel primo pomeriggio affittiamo uno scooter da un ragazzo del posto (30$ per 24 h). Andiamo in paese, facciamo un pranzo veloce acquistando del cibo in una “panaderia”, quindi partiamo alla volta di Akumal. Facciamo il pieno allo scooter (benzina economicissima…) e iniziamo il trasferimento. Dopo circa trenta chilometri e quarantacinque minuti di tragitto arriviamo a destinazione. Chiediamo indicazioni per raggiungere Yal-Ku e dopo un’altra decina di minuti siamo di fronte all’ingresso. Questa piccola laguna all’interno della quale sguazzano migliaia di pesci dai più svariati colori, è un vero e proprio acquario a cielo aperto. Ci mettiamo le maschere e ci tuffiamo: è un’esperienza incredibile, la quantità di pesci è impressionante, ci avviciniamo nuotando sia in superficie sia sott’acqua ai pesci che non hanno assolutamente paura lasciandosi quasi toccare. Pesci piccoli e colorati, si alternano ad altri più grossi sempre bellissimi con tonalità ancora più differenziate, giriamo lo sguardo a destra e a sinistra e ovunque vediamo decine e decine di pesci dalle più svariate forme e colori. Nuotiamo per circa due ore in solitudine, accompagnati solo dai pesci, con il sole che abassandosi sempre di più, conferisce alla laguna una tonalità arancio che ne risalta la bellezza (ottimo momento per fare snorkeling). A malincuore intorno alle 17.20 usciamo dall’acqua e lasciamo questo vero e proprio gioiello della natura per fortuna non ancora invaso dal turismo di massa (vanno tutti a Xel-ha…) e ci riavviamo verso Tulum. Il ritorno è sicuramente più lungo…Il sole tramonta definitivamente e la strada diventa buia (non esistono luci!!!).Il “macinino scassato” che ci scarrozza, vacilla paurosamente quando viene superato dai camion o dai pullman; per strada dobbiamo fare le gimcane per evitare pezzi di copertoni persi da qualche camion o altri oggetti “non ben identificati”, insomma una vera e propria “odissea” di quasi un’ora…Per fortuna intorno alle 18.30 arriviamo incolumi a Tulum.

Ci fermiamo nel pueblo, facciamo un breve giro per le strade principali, quindi dopo aver rifiutato le varie offerte dei moltissimi ristoranti turistici, ci fermiamo a mangiare in una Taqueria (La Picadita Jarocha) posta in un vicoletto laterale vicino al terminal dei bus. Ci ingozziamo di tacos, empanadas e quesadillas, con il solito contorno di crema di “frijoles”(fagioli), “tomates, cebolla y cilantro”(pomodori, cipolla e coriandolo, un piattino sempre presente nei locali e secondo me, nella sua semplicità, di una bontà incredibile) e accompagniamo il tutto con una freschissima “cerveza” e un liquado de “pina” (fondamentalmente un frappé), il tutto per ben 40P a testa (2.2€).

Lasciamo soddisfatti il locale e prima di rientrare alle capanne, facciamo un passo al supermercato ad acquistare il cibo per la colazione di domattina e alcune birre da berci questa sera in spiaggia sotto le stelle.

Saliamo sul “catorcio” e in cinque minuti facciamo i 5 km che ci separano dal mare, posiamo il cibo in capanna e raggiungiamo le amache poste sulla spiaggia.

Passiamo la serata a chiacchierare e a bere, godendoci quest’atmosfera indescrivibile e che sicuramente rimpiangeremo al nostro ritorno in Italia, quindi intorno a mezzanotte torniamo nel nostro romanticissimo“tugurio”, ci aspetta un’altra rumorosissima notte di onde…

NOTTE: Cabanas Papaya Playa, 420 pesos a capanna, (cc.23€) PASTI: PRANZO: Panaderia sulla via principale di Tulum, 45P (cc.2.47€) CENA: Taqueria La Picadita Jarocha, 40P (cc. 2.19€)

Mercoledì 21 gennaio Tulum Ci alziamo intorno alle sette, facciamo una veloce colazione, quindi prendiamo lo scooter e ci dirigiamo alle vicine rovine di Tulum.

Alle otto in punto , per primi, varchiamo l’ingresso (51P). Ci dirigiamo subito verso il Tempio del Vento, per poter fare la foto al Castillo con lo stupendo sfondo della spiaggia e del mare senza nessuna persona a rovinare il “quadretto”. Ci godiamo le rovine in completa solitudine, in una pace indescrivibile, solo noi, le rovine e qualche iguana. Solamente intorno alle otto e mezza arriva qualche altro turista, ma senza pregiudicare l’atmosfera…

Visitiamo tutto quello che c’è da vedere per circa un’ora (il sito è piccolo), poi intorno alle nove con l’arrivo delle prime comitive (Playa del Carmen è vicina…) scappiamo…

Tulum, è dal punto di vista paesaggistico un “bijou”, con le rovine Maya che vengono esaltate dal contorno di una bellissima spiaggia (che poi è il proseguimento della nostra…) e di un mare dai colori bellissimi. Insomma è molto “fotogenico”, in compenso a livello storico, non è assolutamente paragonabile a Cobà, Chichen Itza e Uxmal.

Come per gli altri luoghi da noi visitati, e in questo caso ancora di più essendo il sito piuttosto raccolto, è fondamentale arrivare prestissimo. Alle nove il sito pullulava già di “bracialettati” e vi garantisco che l’atmosfera peggiora e di tanto!!!! Alle 9.30 lasciamo il sito, e incrociamo sulla strada un trattore rumorosissimo e inquinante all’inverosimile, che trasporta nel rimorchio decine di turisti, troppo pigri per fare a piedi i 400 Mt che separano il parcheggio dei bus dall’ingresso. Insomma, ma utilizzare un mezzo elettrico o far fare un po’ di moto a questi bradipi no???? Dopo quest’ennesima riprova di quanto il turismo “irresponsabile” possa nuocere alle bellezze del nostro pianeta, saliamo sullo scooter e raggiungiamo il centro del paese, dove andiamo a fare colazione da Don Cafeto. Più che una colazione facciamo un pranzo: una decina di pancakes con sciroppo d’acero, un piatto strabordante di frutta tropicale, un caffè e un caffelatte…Tutto buonissimo, ma forse abbiamo un po’ esagerato…Lasciamo il locale e ci dirigiamo al vicinissimo Grand Cenote. Errore gravissimo…Paghiamo il “carissimo” ingresso (100P, contro i 25P degli altri visitati in precedenza) e il pozzo non è niente di che…Lo sconsiglio vivamente, è interessante solo per i sub, che possono addentrarsi nelle grotte più interne, mentre per chi vuole fare il bagno, non è assolutamente imperdibile…

Dopo mezz’oretta lasciamo abbastanza delusi il cenote e torniamo a Tulum, ci fermiamo in “panaderia” per comprarci qualcosa per il pranzo odierno, quindi torniamo al nostro angolo di paradiso…

Passiamo il resto della mattinata e il pomeriggio in spiaggia, nel solito dolce far niente, quindi riconsegniamo lo scooter e torniamo in paese per cenare.

Ci fermiamo alla Taqueria Diaz, sulla strada principale, dove in un ambiente informale e molto rustico, facciamo la solita scorpacciata di tacos, tortillas e queso fundido (questa volta un po’ meno pesante…). Al tavolo conosciamo due ragazzi italiani che stanno girando tutto il centro-america zaino in spalla, facciamo due chiacchiere (invidiandoli…), quindi li salutiamo e facciamo un ultimo giro per il paese, con la solita sosta al supermercato. Da qui in taxi ritorniamo alle capanne. Essendo l’ultima serata in quest’incantevole location, prolunghiamo la nostra permanenza in spiaggia, restando ad ammirare le stelle sino a tardi, quindi con l’aria che è ormai diventata “frizzantina”, ritorniamo al capanno per l’ultima notte.

NOTTE: Cabanas Papaya Playa, 420 pesos a capanna, (cc.23€) PASTI: PRANZO: Panaderia sulla via principale di Tulum, 25P (cc.1.24€) CENA: Taqueria Diaz, 59P (cc. 3.24€)

Giovedì 22 gennaio TulumCancun Solita colazione vista mare con il cibo acquistato la sera precedente, quindi scendiamo in spiaggia a goderci l’ultima giornata di mare per chissà quanto tempo…Alle undici prepariamo gli zaini e facciamo il checkout, torniamo in spiaggia, quindi intorno alle 13.30, andiamo a pranzare al ristorantino del complesso. La location è bellissima (a picco sul mare), il cibo accettabile e i prezzi tutto sommato ragionevoli (comunque non eccezionali…). Pranziamo a base di quesadillas e empanadas, accompagnandole con una buonissima “Sol” e con il solito liquado, questa volta di papaya. Finito il pasto, torniamo sulle amache a goderci le ultime ore di pacchia, quindi intorno alle diciassette lasciamo definitivamente il nostro paradiso e raggiungiamo la stazione dei pullman di Tulum.

Facciamo due biglietti e alle diciotto partiamo alla volta di Cancun che raggiungiamo alle venti. Ci carichiamo gli zaini in spalla e a piedi raggiungiamo l’hotel che ci ospiterà per le ultime due notti in Messico.

E’ l’Haina hostel sito in Calle Orquidias, di fronte al Parco de las Palapas, a circa dieci minuti a piedi dal terminal dei bus.

Abituati alla capanna di Tulum, questa sistemazione ci sembra una reggia: camera medio-grande, bel bagno, televisione, aria condizionata, ecc.

Tempo di disfare lo zaino e usciamo subito per andare a cenare. Ci fermiamo in zona Parco de las Palapas, e precisamente da “Quesadillas Javier”, un tipico ristorantino, dove si deve ordinare alla cassa, quindi passare l’ordinazione alle cuoche che preparano sul momento il cibo. Mangiamo due empanadas e due quesadillas e proviamo anche un agua de orchata, una bevanda rinfrescante e dissetante preparata con farina di riso, cannella e zucchero, molto artigiananle e per questo potenzialmente “molto pericolosa”, me ne tracanno un litro, godendomela fino all’ultima goccia… Speriamo bene!!!! non vorrei essere maledetto da Montezuma proprio negli ultimi giorni…

Facciamo un giro per il parco, frequentato quasi unicamente da messicani (i turisti sono tutti rinchiusi nei loro luccicanti hotel-grattacielo della zona hotelera…), dando un’occhiata alle varie bancarelle che vendono sia artigianato locale, che cibarie, quindi intorno alle ventitrè facciamo ritorno all’hotel.

NOTTE: Haina Hostel, Calle Orquidias , 390P a notte con colaz. (cc.21.4€) PASTI: PRANZO: Ristorante del Papaya Playa, 100P (cc.5.49€) CENA: Quesadillas Javier, 33P (cc.1.80€)

Venerdì 23 gennaio Isla Mujeres Ci alziamo intorno alle otto e dopo colazione, raggiungiamo Avenida Tulum, dove prendiamo un combi (10P) che in circa venti minuti ci porta sino a Puerto Juarez.

Facciamo due biglietti (35P) per l’aliscafo delle dieci, che in circa mezz’ora ci conduce a Isla Mujeres.

Dal porticciolo, raggiungiamo a piedi la Playa Norte, dove affittiamo un ombrellone e due sdraio e ci godiamo l’intera mattinata, fra un bagno, un po’ di sole e due chiacchiere. Il mare dell’isola è molto bello, la spiaggia di sabbia anche, ma l’atmosfera è molto diversa rispetto a Tulum, si vede che siamo vicini ai luoghi di villeggiatura del turismo di massa. Tutto è finalizzato a servire e accontentare il turista, di messicano non c’è veramente niente…Comunque rimane un bel posto, soprattutto rispetto a Cancun e a Playa del Carmen…Intorno alle 13.30 lasciamo momentaneamente la spiaggia e cerchiamo un locale dove pranzare che sia il meno turistico possibile e troviamo per fortuna quello che fa per noi. Entriamo da Velasquez, un ristorantino vicino all’embarcadero, dove in un’atmosfera molto informale (tavoli e seggiole di plastica, “pavimento in sabbia” e vista mare), pranziamo a base di pesce. Tutto molto buono e bell’atmosfera, peccato solo che a un certo punto del pasto, sentiamo arrivare dal mare un baccano incredibile: sono un gruppo di “all-inclusive” di Cancun, che come il settimo cavalleggeri, si avvicina dal mare annunciando il suo arrivo con i “bassi” della musica che fanno tremare le palme…Dopo aver attraccato, scendono dalla nave ad uno ad uno, tutti, donne e uomini, con un bel bicchiere di birra in mano. Colmo della maleducazione, passano in mezzo ai tavoli, dove noi e altri clienti stiamo cercando di mangiare. Insomma un bel branco di deficienti: arrivano sull’isola con la musica a tutto volume e già mezzi ubriachi, non hanno alcun rispetto per il prossimo passando in mezzo a gente che mangia, per passare un’ora (questo il tempo limite indicato dalla guida al gruppo) sull’isola probabilmente a bere…Che pietà!!!!!! So di essere ripetitivo e stopposo ma questo tipo di turismo proprio non lo sopporto…È giusto farsi gli affari propri, ma sempre nel rispetto degli altri e soprattutto della nazione che ci ospita.

Questa zona del Messico si è completamente “venduta” a questo turismo stupido e irrispettoso, fatto soprattutto di “gringos”, ma ahimè, purtroppo anche di tanti italiani…

Terminiamo il pranzo ancora “sconvolti” dall’arrivo dei “nuovi pirati di Cancun”, e abbandoniamo il locale, che ci lascia molto soddisfatti (pesce freschissimo, prezzi ragionevoli e bell’atmosfera). Ci fermiamo ad ammirare alcuni pescatori intenti a tagliare del pesce appena pescato, quindi torniamo alla spiaggia, dove passiamo il resto del pomeriggio.

Partiamo da Isla Mujeres intorno alle diciassette e alle diciotto siamo già in giro per le vie principali di Cancun, dove ci dedichiamo ad alcuni acquisti da portare con noi in Italia.

Torniamo, quindi in hotel a farci una doccia e da lì ci dirigiamo nuovamente da “Quesadillas Javier”.

Facciamo la solita scorpacciata di tacos, quesadillas, empanadas, accompagnandoli con una buonissima Agua de papaya. Prezzi bassi e ottima qualità, complimenti a “Javier”…

Usciti dal locale, facciamo un giro per il parco, dove ci gustiamo l’ennesima “Marquesita de nutella”, quindi torniamo in hotel per l’ultima notte messicana…

NOTTE: Haina Hostel, Calle Orquidias , 390P a notte con colaz. (cc.21.4€) PASTI: PRANZO: Ristorante Velasquez, 90P (cc.4.94€) CENA: Quesadillas Javier, 28P (cc.1.53€)

Sabato 24 gennaio CancunCittà del MessicoItalia Ci alziamo ed iniziamo a preparare gli zaini, quindi dopo colazione usciamo per gli ultimi acquisti. Raggiungiamo il vicino “Mercado 28”, un’accozzaglia di negozietti che vendono tutta una serie di souvenir di bassa qualità, quindi facciamo la “solita” sosta al supermercato (in ogni viaggio è una tappa fissa) dove acquistiamo una quantità “mostruosa” di peperoncini (ne vado matto…), delle tortillas, alcune salse piccanti, del mezcal e delle bustine per preparare la buonissima agua de horchata. Finita la spesa, torniamo in hotel a fare il checkout, lasciamo gli zaini alla reception e andiamo a mangiare. Ci fermiamo al Parco de Las Palapas, dove acquistiamo da un baracchino (Tacos de Guisados), alcuni tacos e delle empanadas, che mangiamo in un tavolino lì di fronte (spendiamo 36P a testa circa 1.97€). Passiamo in hotel a prendere gli zaini, scendiamo in strada e in taxi raggiungiamo il Terminal degli autobus (20P). Facciamo due biglietti per il bus che porta all’aeroporto (40P) e in mezz’ora raggiungiamo lo scalo.

Il volo per Città del Messico parte regolarmente alle 14.50 per atterrare nella capitale messicana due ore dopo. Durante lo scalo, facciamo una cena anticipata in un locale dell’aeroporto, quindi alle ventuno partiamo con un volo Air France (ottimo) per atterrare alle 6.25 del giorno dopo a Parigi (13.25 ora locale). Facciamo ancora due ore di scalo quindi finalmente alle diciotto arriviamo a Genova.

CONCLUSIONI E’ stato un viaggio stupendo, di una semplicità disarmante e per giunta, a parte per il volo, molto economico. Lo Yucatan è senza dubbio da visitare in autonomia, vuoi per la semplicità degli spostamenti, ma sopratutto per cogliere la vera essenza del Messico, che non si trova sulle spiagge dorate di Playa del Carmen o nelle trafficatissime vie di Cancun, ma nei piccoli paesi dell’entroterra, nei mercati ortofrutticoli e sulle scassatissime corriere locali.

Il lato storico del viaggio è stato altrettanto stupendo con la visita di luoghi “mitici” come Chichen Itza e paradisi immersi nella selva come Cobà o a picco sul mare come Tulum.

Anche in questo caso il viaggio fai da te è preferibile, permettendo di poter godere appieno di queste meraviglie. Potendo scegliere l’orario, si possono, anzi si devono, visitare quando non ci sono ancora le comitive. Un posto come Chichen Itza con i gruppi in visita, perde completamente la sua magia…

Per quanto riguarda il mare, noi abbiamo passato quattro giorni stupendi alle capanne di Tulum. Niente pastasciutta, braccialetti da villaggio, moto d’acqua, sdraio, ma solo mare, spiaggia e qualche amaca…Un vero e proprio paradiso, dove è necessario adattarsi un pochino ad alcune scomodità (assenza di corrente elettrica, docce e bagni comuni), ma in compenso si vive la natura riscoprendo la bellezza delle cose più semplici che ormai abbiamo dimenticato, come passare la serata illuminati solo dalle stelle ad osservare il cielo o dormire tutta la notte con la colonna sonora delle onde del mare che s’infrangono sulla spiaggia. Insomma un bellissimo viaggio: interessante, rilassante e soprattutto completo (in Messico c’è tutto: clima, cultura, cibo, spiagge, ecc).

Un viaggio che consiglio a tutti, andate in Messico, non vi pentirete…

Ed ora alcuni dati “tecnici”:

SPESE in totale il “pacchetto” di dieci giorni in Messico (volo+hotel+pasti) totalmente organizzato in autonomia c’è costato 999€, ai quali vanno aggiunti i costi per gli spostamenti in pullman, gli ingressi ai siti, i souvenir e gli altri extra. Le spese sono state così ripartite: VOLO A/R GENOVA-PARIGI-CITTA’ DEL MESSICO-YUCATAN 857€ MEDIA SPESA X HOTEL A PERSONA 9.85€ MEDIA PASTI A PERSONA 3.57€ Come si può dedurre la spesa grossa è stata il volo, per vivere in Messico dieci giorni abbiamo speso veramente pochissimo…

CLIMA Prevalentemente soleggiato con temperature medie intorno ai 25/27° di giorno e di 18/20° di notte. Clima secco (non ho mai versato una goccia di sudore, nemmeno dopo tre ore di sole in spiaggia), con presenza di una piacevolissima brezza, soprattutto a Tulum.

TRASPORTI INTERNI Pullman, pullman e ancora pullman…Non si scappa, anche perché il treno non esiste…Noi abbiamo preso sia quelli di prima classe (ADO), puntuali, comodi e piacevoli, sia quelli di seconda (MAYAB e ORIENTE), meno cari, ma molto più scomodi e lenti, comunque interessanti in quanto toccano alcuni paesini che mai e poi mai avremmo immaginato potessero esistere. La differenza di tempo su di un percorso di 2.5 h è di circa mezz’ora, mentre il prezzo è di circa il 30% più alto con la prima classe.

I taxi li abbiamo usati pochissimo, usando comunque sempre la stessa “tattica”: prima di fermarne uno chiedevamo ad un messicano quanto costava il tragitto e una volta fermato il taxi non salivamo mai oltre il prezzo riferitoci. A Tulum, purtroppo le tariffe sono fisse, quindi il prezzo non si contratta, si subisce…

Abbiamo affittato anche uno scooter a Tulum, viaggiando da “banditi”. Abbiamo pagato il ragazzo che ci ha affittato lo scooter senza lasciare documenti e lui a sua volta non ci ha dato nessun libretto di circolazione, insomma se ci fermava un poliziotto, sarebbero stati guai…Comunque ci è andata bene e lo scooter è un ottimo mezzo per spostarsi sulle brevi distanze, mi raccomando di notte, non fate come noi, lasciate perdere…È pericolosissimo!!!! PASTI Dopo la cucina italiana, quella messicana, secondo noi, è indubbiamente la migliore (anche se personalmente ho apprezzato molto anche quella della Cina e dell’India). Innanzitutto bisogna specificare il posto dove si va a mangiare, in Messico esistono molti locali, semplificando si possono dividere in: FONDAS: piccoli ristorantini con cucina molto semplice a prezzi eccezionali PUESTOS: baracchini ambulanti che vendono poche cose, ma gustose TAQUERIAS: simili alle FONDAS, ma specializzate in tacos, quesadillas, empanadas, ecc RISTORANTI PER TURISTI: cari, ovviamente frequentati principalmente da turisti, a volte validi altre meno, va un po’ a fortuna…

FAST FOOD: americani o messicani, sono frequentissimi soprattutto nella famigerata “Riviera Maya”, meno nell’interno dello Yucatan, anzi a dire il vero a Merida e Valladolid non li ho proprio visti…

IL CIBO: La cucina messicana è molto varia, quindi citerò solo i piatti personalmente provati.

ANTIPASTI (“antojitos”) TOTOPOS: piccoli pezzetti triangolari di tortillas di mais da “pucciare” nelle varie salsine di contorno o da guarnire con una deliziosa insalata di pomodori a cubetti, cipolla e coriandolo (buonissima!!!) LE SALSE: più o meno piccanti, sono una presenza costante su ogni tavolo di ristorante. Rilevante la Guacamole una salsa a base di avocado e cipolla (ottima) e una cremina di fagioli (ignoro il nome) che viene quasi sempre servita per accompagnare i tacos e le tortillas.

PRIMI E SECONDI TORTILLAS: più che un piatto, vengono usate per accompagnare le portate, hanno la funzione che noi assegniamo al pane. E’ la base per altre pietanze come i: -TACOS: tortillas sottili e morbide che ci si sbizzarrisce a farcire con fagioli, carne, salse, verdure, funghi, ecc -BURRITOS: grossi Tacos preparati con tortillas di farina bianca, farciti con carne di manzo, arrotolati, rosolati nell’olio e accompagnati solitamente con una crema di fagioli e salse piccanti -QUESADILLAS: tortillas di mais fritte e ripiene solitamente di patate, formaggio (da cui il nome), carne, ecc -TOSTADAS: Tortillas di mais fritte ripiene di carne sfilacciata, insalata tagliata a listarelle, salse di vario tipo ecc -PANUCHOS: Tortillas imbottite a mo’ di panino -ENCHILADAS: Tortillas arrotolata e fritta ripiena di carne, formaggio, verdura, ecc -EMPANADAS: frittelle ripiene TORTAS: tranci di pane lungo e stretto superimbottiti con formaggio, insalata, pomodoro, cipolle, uova, tacchino, pollo, ecc QUESO FUNDIDO: formaggio fuso, guarnito con pezzettini di carne, verdure, funghi,ecc POLLO PIBIL: pollo cotto alla “pibil”, cioè marinato in un succo di frutta e quindi cotto all’interno di una foglia di banano.

MOLE POBLANO: il Mole alla maniera di Puebla. Su di una base di carne (pollo, maiale o manzo) si versa questa salsa (mole) che è una miscela di spezie (cioccolato, semi di zucca, pomodori, semi di sesamo, ecc), caratterizzata dalla presenza di peperoncino. Più è scuro, più cacao è presente nella salsa…Ottima…

CHILE RELLENO: grosso peperoncino, svuotato e riempito di carne, formaggio, patate, ecc (spesso fritto)

DOLCI PANDULCE: è fondamentalmente una brioche, che può assumere le forme più diverse e avere i ripieni più stravaganti. I messicani ne vanno matti e anch’io…

MARQUESITAS: “crepe”arrotolate, ma della consistenza di un cono gelato, quindi friabili e croccanti.

BEVANDE I LIQUADOS: frappé a base di frutta fresca latte e zucchero. Squisiti e nutrienti.

LE “AGUAS FRESCAS”: bevande rinfrescanti e dissetanti a base di frutta fresca (limone, tamarindo, jamaica, mango, melone,ecc) con acqua e zucchero. Più particolare l’agua de horchata, preparata con farina di riso, cannella e zucchero LE BIRRE: La birra messicana non ha niente da invidiare a quelle più note di altri paesi. E’ la bevanda più adatta ad accompagnare i cibi speziati e piccanti della cucina messicana, inoltre è anche a buon mercato (dai 7 ai 20 pesos). Le mie preferite sono state la Corona, la Dos Equis (XX) e la Sol.

SUPERALCOLICI: Buona la Tequila, ottimo il Mezcal…

CAFE’ DE OLLA: caffè aromatizzato con cannella e chiodi di garofano.

FRUTTA: mango, papaya, melone, banane, cocco e guaiava fra i più noti, nota di merito per il Mamey, il Chicozapote, e la Chirimoya

GIUDIZI FINALI Ed infine alcuni giudizi strettamente personali sulle cose viste in questo viaggio: CHICHEN ITZA: 9 : è una delle “7 Meraviglie del Mondo” e merita indubbiamente questo riconoscimento. Tassativo visitarla fuori dagli orari delle comitive, quindi o di prima mattina o prima della chiusura serale. Da non perdere: “El Castillo” COBA’ 8.5: sito stupendo e ancora poco “conosciuto”, completamente immerso nella selva, da visitare in bicicletta per potersi addentrare nella vera e propria foresta in solitudine. Da non perdere ovviamente l’esplorazione in bici dei siti “minori” UXMAL 8: pittoresco, misterioso, affascinante. Da non perdere il Quadrilatero delle Monache.

TULUM 8: voto medio fra il nove per la posizione e il sette per le rovine, in una parola: fotogenico. Da non perdere: la vista del Castillo dal tempio del Dio del vento MERIDA 7: città piacevole con uno zocalo molto interessante. Da non perdere: i colori e gli odori del Mercato alimentare.

VALLADOLID 7: una Merida in miniatura, poco turistica e per questo ancora più interessante. Da non perdere i Cenotes nei dintorni CITTA’ DEL MESSICO 7: per quel poco che l’abbiamo vista ci è piaciuta, comunque giudizio sospeso…

ISLA MUJERES 6: potenzialmente molto carina, ma per i nostri gusti troppo turistica…

CANCUN E PLAYA DEL CARMEN SV: Miami e Rimini trasposte in Messico…Lasciamo perdere…Adatte solo agli “all-inclusive”…

I CENOTES: SAMULA 9: stupendo!!!! DZITNUP 7: carino GRAND CENOTE 6: trascurabile a meno di non essere un sub.

LAGUNA DI YAL-KU 8.5 piena di vita e non acncora invasa dal turismo…Andateci al tramonto ci sono meno persone e più pesci…

NB per info e suggerimenti il ns contatto è: alberto_it2001@yahoo.It



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