Lo Zimbabwe di Daniele Somenzi

Parto da Johannesburg con la mia moto che ho acquistato in Sud africa, per poter essere autonomo ed andare dove voglio quando voglio. Cosi decido di guidare verso lo Zimbabwe, Guido tutto il giorno e arrivo al confine di Beitbridge nel tardo pomeriggio, e dopo aver tranquillamente passato la dogana Sud africana, eccomi a quella dello Zimbabwe per...
Scritto da: storyvil
lo zimbabwe di daniele somenzi
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
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Parto da Johannesburg con la mia moto che ho acquistato in Sud africa, per poter essere autonomo ed andare dove voglio quando voglio. Cosi decido di guidare verso lo Zimbabwe, Guido tutto il giorno e arrivo al confine di Beitbridge nel tardo pomeriggio, e dopo aver tranquillamente passato la dogana Sud africana, eccomi a quella dello Zimbabwe per entrare. E qui mi tengono fermo ben 2 ore per formalita idiote e senza senso, bigliettini da compilare e poi ricompilare perche non era stato barrata una crocietta, e rifare la fila lunga mezzora. Mah! Risultato è che son ripartito in territorio Zimbabwano che la luce terminava, non riesco di sicuro ad arrivare 200 km piu in la fino a Bulawayo, per di piu nel mezzo della vegetazione inizia a piovere e fa buio. Allora cerco il primo paese o qual cosa di simile,per fermarmi per la notte. Anche se avevo la tenda non me la sentivo di dormire da solo con i babbuini e i leopardi a spasso.

Al che mi fermo dopo mezzoretta in un villaggio di minatori dove io ero l’unico bianco, Vicino alle rotaie c’è una specie di stazione, essendo io distrutto, chiedo se posso dormire sulla panchina in sala d’aspetto, il tipo mi dice di no e mi invita ad andare al centro di polizia , visto che di alloggi qui non se ne parla.

Il poliziotto, era indaffarato ad arrestare un’ubriacone, che ha rinchiuso in una delle celle, poi è venuto da me e gentilmente ha ascoltato il mio problema, al che in assenza di alberghi o guest house l’unico posto da dormire che mi poteva offrire era una cella, io accetto subito, sono cosi stanco che dormo anche perterra. Se vuoi mi puoi anche chiudere dentro gli dissi scherzando.

Lui, si intrattiene un po con me in cella e facciamo 4 chiacchiere e mi porta un caffè. Troppo gentile, il giorno dopo chiedo quanto è il disturbo ma non vuole niente, chi faccio ascoltare con le cuffiette un po di musica dal mio wolkman, è stupefatto, mai aveva ascoltato la musica cosi bene.

Scatto una foto e riparto bello riposato per Bulawayo.

Visto che è la seconda volta che vengo in Zimbabwe e la volta precedente ho conosciuto un ristoratore italiano di lucca, lo vado a trovare per un saluto, lui è molto contento e mi indica una persona che sarebbe interessato all’acquisto della mia moto, visto che inportarle è quasi impossibile,la gente che ha i soldi le compera dai turisti o altre vie traverse.

Lui ha una autocarrozzeria e vorrebbe la mia suzuki 185 cc per regalarla a sua figlia,il prezzo,è ok ma gli chiedo di poterla usare ancora una settimana per visitare altri posti in Zimbabwe e lui accetta. Cosi parto per il lago Kyle vicino a Masvingo e visito le great zimbabwe ruins, da dove deriva il nome di questo stato gia Rodhesia.

Qui con un nero passo dall’altra parte del lago con una canoa e salto su un cavallo per un safari, il rinoceronte si fa avvicinare molto se tu sei a cavallo.

Torno alla volta di Bulawayo, che è la seconda citta per grandezza dopo Harare la capitale dove ci sono tutte le ambasciate.

Consegno la moto e prendo i dollari dello zimbabwe, poi in treno con la locomotiva a vapore fino alle cascate Vittoria che vedo per la seconda volta, ma qui è sempre bello tornarci, rimango qualche giorno e sempre col treno fino a Bulawayo e prosieguo ad Harare, qui purtroppo il viaggio notturno non ha le cuccette e tutti stipati sulle panche di legno per 8 ore, non si puo nemmeno dormire, un viggio allucinante, sono l’unico bianco del vagone strapieno.

Arrivato la mattina seguente ad Harare, mi metto in un angolo della stazione su una panca di cemento e dormo per un paio d’ore. Col bus dopo aver trascorso una notte nella capitale vado fino a Kariba dove c’è la diga costruita dagli italiani, il tragitto è da ricordare. Anche qui tutto pieno e anche qui l’unico bianco a bordo,l’autista và come un matto e nelle curve in montagna rischia di andar giu dal burrone un paio di volte, questo è fatto, mi dico, cosi lo raggiungo e lo intimo a rallentare, mai si sarebbe aspettato che qual’cuno gli dicesse qual cosa, ma essendo io un bianco, si è un po preso paura, vista la scena, ma sopratutto che poi lui ha rallentato, tutti i passeggieri terrorizzati mi hanno applaudito.

Il lago di kariba è sorto dopo la costruzione della diga, e molti animali africani sono stati portati in salvo quando erano intrappolati sugli isolotti.

Per evitare i bus con autisti pazzi preferisco fare l’autostop, essendo io bianco, non appena passa un bianco mi prende su, e arrivo ad harare in un batter d’occhio.

Poi proseguo verso il sud e torno al confine col Sud africa ciao ciao



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