Costa Azzurra in moto
Per l’estate 2008 io e Fabrizio decidiamo di affrontare la nostra prima vera vacanza in moto; dopo aver dato un’occhiata veloce alle varie possibili destinazioni, optiamo per la Costa Azzurra: non è molto distante dall’Italia e la sua fama di località balneare ci convince definitivamente; inoltre, dopo aver cercato su internet delle possibili sistemazioni in hotel, con nostra meraviglia, troviamo diverse possibilità di alloggio a prezzi molto vantaggiosi rispetto alle località balneari italiane in alta stagione. Partiamo quindi il 25 agosto, prima dell’alba, per poter arrivare a destinazione in mattinata: dobbiamo percorrere circa 300 Km di autostrada e lo facciamo in tutta calma, senza trovare traffico. Da La Spezia ad Antibes spendiamo circa 25 Euro di autostrada; il breve tratto di competenza francese, però, non si paga all’uscita del casello autostradale, come accade in Italia, ma ogni tot di chilometri bisogna fermarsi e pagare il pedaggio; è necessario quindi munirsi di monetine in quanto il sistema è automatizzato, ma per chi viaggiasse in moto, come noi, consiglio di andare direttamente agli sportelli dedicati alle moto (con regolare casellante) perché si paga di meno rispetto alle macchine.
Come base per la nostra vacanza abbiamo scelto Antibes, una località sulla costa, a metà strada tra Nizza e Cannes, molto amata dagli artisti tra cui Picasso, che proprio ad Antibes visse uno dei periodi più felici e prolifici della sua vita d’artista.
Su internet troviamo un piccolo hotel a Juan les Pins, una località di mare a circa due chilometri dal centro di Antibes (in realtà i due paesi sono uno la continuazione dell’altro), che sembra fare al caso nostro: l’hotel è a gestione familiare ed ha una posizione davvero invidiabile a circa 300 metri dalla spiaggia di Juan les Pins; le camere sono dotate di tv e bagno, sono molto piccole e semplici, ma pulite e il rapporto qualità prezzo direi ottimo (abbiamo speso 55 Euro a notte per la camera doppia, in alta stagione); l’unica cosa, forse, è che sono un po’ rumorose, trovandosi in centro e proprio sopra un pub molto frequentato; in realtà le finestre sono dotate di doppi vetri, ma non essendoci l’aria condizionata la notte per non morire di caldo tenevamo la finestra aperta. La colazione non era compresa nel prezzo della camera, quindi abbiamo preferito farla nella boulangerie proprio di fronte l’albergo, dove il proprietario, gentilissimo, ci faceva accomodare nell’unico tavolino disponibile e ogni giorno ci offriva un dolcetto in più di quello che ordinavamo.
Juan les Pins è una tipica località rivierasca, piena di locali alla moda e ristoranti molto frequentati soprattutto da gente giovane; sul lungomare si alternano, uno più elegante dell’altro, ristoranti piuttosto costosi, ma girando per il centro si può mangiare con poco; ogni ristorante ha, infatti, un menù turistico esposto in bella vista e si può scegliere tra diverse opzioni. Noi, in realtà abbiamo preferito trascorrere la maggior parte delle nostre serate ad Antibes, molto più tranquilla e romantica rispetto alla rumorosa Juan les Pins. Antibes è una cittadina deliziosa, estremamente turistica ed affollata, ma con un tocco più romantico e curato che la rende meta ideale per chi non ama troppo la confusione. Niente discoteche o locali notturni, piuttosto ristorantini e pub, dove bere qualcosa a fine serata. Noi abbiamo trovato un ristorante molto grazioso che abbiamo eletto a nostro preferito, in cui il menù turistico a 16 Euro, ci ha pienamente soddisfatti; anche i padroni erano molto gentili e la sera prima di partire hanno voluto offrirci l’aperitivo. Ad Antibes abbiamo anche visitato il museo Picasso, una tappa obbligatoria per chi si trovasse da queste parti: il museo si trova all’interno della Fortezza Grimaldi, che domina la cittadina e conserva le opere che il pittore spagnolo realizzò durante il suo soggiorno ad Antibes e che donò alla città.
Per il resto, tra Antibes e Juan les Pins, per chi, come noi, non ama gli stabilimenti balneari con gli ombrelloni uno di fianco all’altro, si possono trovare numerose spiagge libere, alcune davvero belle. I tratti di spiaggia libera vicino ai centri abitati sono molto curati e puliti, la spiaggia è bianchissima e fine, ci sono i chioschi per comprare una bibita o mangiare qualcosa, e tutti sono dotati di docce per darsi una rinfrescata; naturalmente, quelle più vicine al centro sono più affollate, quindi è consigliabile andare al mattino presto per godersi un po’ di pace: a Juan les Pins, nel pomeriggio, ci è capitato di non avere nemmeno il posto per stendere il telo, ma basta cercare un po’ e allontanarsi dalle zone più affollate per trovare luoghi un po’ più selvaggi e meno battuti. Facendo la strada costiera che arriva a Cap d’Antibes, tra ville lussuose nascoste dalla vegetazione, ci si imbatte nella spiaggia de la Garoupe dove il litorale è più frastagliato e si possono trovare delle calette quasi deserte, dove è possibile nuotare tra gli scogli, magari con maschera e pinne per dare un’occhiata alla flora e alla fauna marina del luogo. Durante la settimana abbiamo cercato di spostarci il più possibile, per visitare le più famose località costiere, inoltre, la moto ci dava la libertà di muoverci senza troppi problemi, evitando il traffico e trovando parcheggio con estrema facilità dappertutto. Abbiamo visitato Nizza, passeggiando lungo la famosa Promenade des Anglaises e la città vecchia, un dedalo di viuzze molto caratteristiche, dove abbiamo trovato un ristorante molto carino per fermarci la sera a cena; abbiamo trascorso una mattinata a Cannes, rilassandoci nella Plage du Midi, spiaggia di sabbia bianchissima e attraversando la Croisette, viva di suggestioni cinematografiche; consigliamo, inoltre, una passeggiata lungo Le Suquet, la parte vecchia della città, che si inerpica su di una collina fino ad arrivare al castello da cui si gode un ottimo panorama.
Alternando il relax in spiaggia alla scoperta del territorio circostante, abbiamo avuto modo di visitare il paesino di Biot, dove i colori e i profumi della Provenza si mescolano all’aria del mare poco distante, rendendo l’atmosfera davvero unica: Biot è un tipico village perché, appollaiato su una collina, immerso nel verde di una vegetazione rigogliosa e, nonostante il turismo di massa sia arrivato anche qua portando con se’ negozietti di souvenir e visitatori a tutte le ore del giorno, conserva ancora quel fascino paesano tipico dei villaggi provenzali. Qui visse il pittore francese Fernand Léger, e, tutt’oggi, è un centro di produzione di ceramiche e di vetri artistici. Quello che ci ha colpiti della Costa Azzurra è stata la varietà di paesaggi: in una manciata di chilometri, infatti, si può passare dalla località alla moda rivierasca, piena di locali eleganti e trendy e yacht lussuosi ormeggiati nei porti, al piccolo paese in collina, che sembra perso in un tempo lontano.
Anche il mare, devo dire, ci ha piacevolmente colpito, di un colore azzurro intenso e, nonostante l’enorme afflusso turistico, a prima vista pulito e trasparente, tanto che un giorno abbiamo trovato anche qualche medusa che, a quanto si dice, viva solo nelle acque non inquinate.
Le spiagge sono molto varie e vanno da quelle di Nizza, fatte di ciottoli bianchi e levigati, alle spiagge di sabbia finissima e chiara di Antibes e Cannes, senza dimenticare la bellissima costa frastagliata de La Garoupe, lungo Cap D’Antibes.
Con il cibo, inoltre, ci siamo trovati benissimo e, senza spendere un capitale abbiamo potuto permetterci sostanziose cene di pesce (tra i nostri piatti preferiti la soupe de poisson servita con crostini di pane e aïoli e le immancabili moules et frites), senza dimenticare i prodotti tipici della zona come la fougasse e la pissaladière, una gustosa focaccia di cipolle e acciughe.
Insomma, la Costa Azzurra ci ha letteralmente conquistati, tanto che il tempo è volato in un attimo e dopo cinque giorni trascorsi tra mare, sole e relax, è arrivato il momento di caricare i bagagli sulla moto e rimettersi in marcia: si torna a casa. Per il viaggio di ritorno abbiamo deciso di prendercela comoda e di fare, prima di intraprendere il cammino di ritorno verso l’Italia, una breve visita alla città di Grasse, capitale del profumo, situata nell’entroterra a circa 30 Km dalla costa. In effetti la città ci ha un po’ deluso, forse perché siamo arrivati di mattina molto presto e, probabilmente, doveva ancora entrare nel vivo delle sue attività, e poi, con il nostro abbigliamento da motociclisti e i gli zaini sulle spalle eravamo abbastanza limitati nei movimenti e non siamo riusciti a godere a pieno delle bellezze della città. Le uniche cose degne di nota, un mercatino alimentare pieno di profumi e spezie e la cattedrale. A dire la verità abbiamo volutamente tralasciato il museo del profumo, a quanto pare vera punta di diamante della città, ma eravamo davvero troppo carichi di bagagli per poterlo visitare. Da Grasse, siamo dunque ripartiti, questa volta dirigendoci verso casa, ma evitando accuratamente l’autostrada e trovando un percorso alternativo che ci ha regalato un ultimo, indimenticabile scorcio delle bellezze naturali della Costa Azzurra. Da Grasse fino a Nizza ci siamo tenuti lontani dalla costa, percorrendo strade statali semi deserte, attraversando boschi che ci regalavano un po’ di frescura con la loro ombra ed incrociando minuscoli paesini di campagna; arrivati a Nizza, abbiamo di nuovo percorso la Promenade des Anglaises fino a raggiungere il porto e poi proseguire, imboccando la Corniche Inférieure, la strada costiera panoramica che arriva fino al Principato di Monaco e a Mentone.
In realtà, in questo tratto, esistono tre Corniches, la Corniche Inférieure, che attraversa la costa, La Moyenne Corniche, molto panoramica e che è stata immortalata da molti registi cinematografici per la bellezza degli scorci che si possono ammirare ed, infine una ancora più in alto, la Grande Corniche da cui si può dominare tutta la costa. Noi abbiamo scelto di percorrere il tratto più costiero, perché avevamo ancora voglia di fare una piccola sosta al mare; così, subito dopo aver lasciato la città di Nizza alle nostre spalle abbiamo fatto tappa a Villefranche sur Mer, luogo di mare incantevole e molto d’elite. Villefranche è un porticciolo che si affaccia su un piccolo golfo, con una splendida vista su Cap Ferrat; è molto tranquilla, curata, ed elegante e si specchia su un’acqua cristallina.
Qui, lasciato tutto il nostro equipaggiamento sulla spiaggia, ci siamo concessi un ultimo bagno al mare, anche perché era davvero difficile resistere ad un’acqua così trasparente e fresca. Dopo la pausa rigenerante ed una breve visita per le viuzze e le terrazze panoramiche del centro abitato, dove abbiamo consumato l’ultima vera baguette francese, siamo rimontati in sella per continuare il nostro viaggio di ritorno. Lungo la strada incontriamo Beaulieu, Eze-sur-Mer, Cap d’Ail, tutte esclusive località costiere fino a giungere in una scintillante Montecarlo, riconoscibile immediatamente dagli enormi yacht e dai grattacieli che si specchiano sul mare.
Ovviamente non ci fermiamo, ormai è ora di tornare verso casa e poi, dato che avevamo optato per una vacanza all’insegna del risparmio, il Principato di Monaco non ci sembra il posto giusto per concludere il nostro soggiorno in Costa Azzurra. Sarà per la prossima volta.
Naturalmente Fabrizio non può fare a meno di divertirsi attraversando un tratto del circuito cittadino di Formula1 e sentendosi un asso dei motori.
Ormai la vacanza è davvero giunta al termine: da Montecarlo prendiamo di nuovo l’autostrada e, dopo pochi chilometri, attraversiamo il confine Italiano, certi che torneremo presto in terra di Francia. Au revoir!