Fra geisha e ciliegi
Col super rapido Shinkansen, arrivare a Kyoto da Tokyo in tutto relax richiede circa 3ore e 70€(www.hyperdia.com sezione English) ma per coprire le distanze, l'alta velocità è indispensabile. La stazione di Kyoto è costruita su più livelli rispetto a molte altre ma ha un labirinto di facile passaggio che conduce alle ordinate e silenziose...
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Col super rapido Shinkansen, arrivare a Kyoto da Tokyo in tutto relax richiede circa 3ore e 70€(www.Hyperdia.Com sezione English) ma per coprire le distanze, l’alta velocità è indispensabile. La stazione di Kyoto è costruita su più livelli rispetto a molte altre ma ha un labirinto di facile passaggio che conduce alle ordinate e silenziose file di passeggeri in attesa degli autobus antistanti. L’ufficio informazioni è sia all’ottavo che al primo piano, si parla inglese. La nostra prima meta è il quartiere di Gion dove ancora esercitano le geisha: l’ora migliore per incrociarle è al crepuscolo quando escono per recarsi al lavoro nei piccoli ristoranti tradizionali, frettolose. Per non affidarci al caso abbiamo comprato i biglietti per le Danze della Capitale, uno spettacolo che ogni anno, dall’1872, coinvolge circa 50 geisha ed attira amatori da ogni dove. Gion è fatta di templi scintoisti, lanterne di stoffa rossa e negozi tradizionali: il souvenir di classe in carta o tessuto tipico giapponese regna sovrano in ogni forma e concetto: specchi, portafazzoletti, borse, pupazzini pendenti, pulisci orecchi con bambolina all’estremità. Si cammina bene e ancor meglio si fanno le foto: i Giapponesi adorano offrirsi di scattare le foto ai turisti! Il tempio Kiyomizudera è sempre affollatissimo: devoto alla prosperità e all’amore, è l’indiscusso padrone della collina da cui si gode la vista migliore della città. Forse parte della sua fama deriva anche dalla via di accesso che si snoda lungo una discesa costellata di botteghine e profumata di bignè al te verde e bomboloni alla soia- così economici da indurre in-digestione! Il soggiorno notturno è previsto in un tempio buddista in una frazione vicina: l’attendente già al momento della prenotazione parlava solo giapponese e quando ci ritroviamo nella poco illuminata stazione di Hase le informazioni per arrivare ci sono fornite solo in lingua-ecco che tornano utili gli anni di studio! Il tempio è una struttura antica in più padiglioni: ci accoglie una signora in kimono che ci spiega come fare il bagno nella vasca comune e come riscaldare i futon; dalla finestra della stanza un piccolo giardino zen addormentato. La colazione delle 7, molto dopo quella servita ai monaci, è fatta di riso al vapore, zuppa di soia fermentata, verdure in salamoia e una banana: sarà mia priorità fermarmi alla pasticceria incontrata per strada la sera prima. Grazie alla mappa degli autobus presa all’ufficio informazioni, dopo essere rientrati a Kyoto, saliamo su un piccolo pulman diretto ad Arashiyama, un villaggio alla foce del fiume Oi largo e roccioso. La foresta di bamboo è l’attrazione prima secondo la guida ma a noi piace molto di più quel senso di piccolo Giappone non invaso dalle luci al neon tipiche di Tokyo-poi la vista dal ponte principale è mozzafiato; ci incamminiano lungo l’argine più assolato per una passeggiata a pieni polmoni.Nella pausa pranzo, ramen (un buon brodo con tagliatelle fini e verdure) e il dolcetto di fagiolini dolci avvolto in foglia di ciliegio-si mangia anche la foglia! Al Gion Kobu Kaburenjo, le Danze della Capitale iniziano alle 5 del pomeriggio, precede una cerimonia del tè servito da due apprendista geisha; in omaggio un piattino in ceramica. Lo spettacolo è difficile da capire se non si conosce la letteratura giapponese e non ci sono sottotitoli ma la bellezza dei kimono e la sincronia delle artiste rende l’evento impareggiabile. Ceniamo in una trattoria specializzata in anguilla alla piastra spalmata di salsa di soia:deliziosa ed economica (circa 8€ con una ciotola di riso inclusa). Si dorme in uno dei tanti ostelli puliti della città reperibili online: per 13€ il nostro offriva anche la colazione in un bar vicino e la doccia privata. A fine diario di viaggio ammettiamo che conoscere la lingua è un vantaggio quando ci si sposta e si mangia nei posti meno turistici ma tutto sommato il Giappone è così ben organizzato da rendere la cosa un ostacolo secondario.
(VEDI ANCHE WWW.JNTO.CO.JP)