Le farfalle del Mekong
A Huè, città imperiale nel centro del paese, siamo incappati nello straripamento del fiume che attraversa il centro antico, uscendo dal ristorante solo dalla porta posteriore, perchè nel frattempo l’acqua aveva sommerso la strada principale. Abbiamo assaggiato le piogge monsoniche, bagnandoci fino ai calzini, ma fortunatamente dopo poco il sole tornava ad asciugarci. Cosi’ abbiamo potuto ammirare le montagne di marmo di Hoi An, un complesso di templi buddisti, grotte e picchi montani con vista sul mare della Cina. Visita importante per ritemprare lo spirito grazie all’atmosfera di pace e per la bellezza del posto. La risalita del Fiume dei Profumi invece è diventata ardua per la forte pioggia che ci ha ostacolato ad ogni discesa dalla imbarcazione. Sono uscito dal più importante tempio posto sull’estuario fradicio e infagottato in un inutile ed ingombrante telo impermeabile.
Mentre Hanoi è una città ancora di impronta campagnola, Saigon è una metropoli con aspirazioni occidentali, dove solo le baraccopoli ti ricordano le contraddizioni dello sviluppo economico liberista in uno stato “comunista”. Presenza quasi invisibile quella della nomenclatura, ma certo nulla si muove senza l’assenso del partito. Fatto confermato anche dagli amici italiani che vivono ad Hanoi e che si trovano a fare i conti con la censura ad ogni iniziativa culturale. La scoperta dei cunicoli sotterranei che dal sentiero di Ho Chi Min portano fin dentro la città, unitamente alla visita al Museo della Guerra riportano la memoria di noi occidentali agli orrori e alle sofferenze del conflitto che ha segnato il paese prima della riunificazione. La propaganda è ovviamente a senso unico, ma le foto crudeli e devastanti impongono un rispettoso silenzio ed una atmosfera di raccoglimento. Nella Città di Ho Chi Min le strade della moda convivono con i ricordi coloniali e le abitudini locali. Ma la vera scoperta è stata la visita in barca sul delta del Mekong: poche ore ma bastevoli per apprezzare la natura rigogliosa e l’ingegno dei locali nell’arte della sopravvivenza . Il ricordo che mi porto nella mente è sicuramente quello delle donne vietnamite: un concentrato affascinante di grazia e bellezza difficile da dimenticare. Lungo i paesi del delta lo spettacolo è costituito non solo dalla natura rigogliosa ma anche dalle numerosissime ragazze in bicicletta tutte vestite con l’abito tradizionale, pantalone e giacca lunga con spacchi laterali. Viste sia di fronte che da dietro, lo svolazzare al vento dei lembi del vestito ricorda le ali di una farfalla.