Turchia: resoconto di un viaggio meraviglioso
Per cena andiamo in un ristorante che si trova in una traversa della Divan Yolu. Si chiama Rumeli Cafè, è un locale delizioso sia per i tavolini all’aperto lungo la via che per quelli posti in terrazza; noi preferiamo appunto salire all’ultimo piano per goderci un’altra strepitosa vista della Moschea Blu. Ci gustiamo specialità ottomane mentre dai minareti si diffonde il canto dei muezzin… 13/08/2008 Nuovamente a piedi decidiamo di andare alla Moschea di Solimano passando ancora per il quartiere popolare che il giorno prima ci aveva tanto colpiti. Nei pressi della moschea troviamo altre vie con botteghe “monotematiche”: ci colpisce una via di venditori di rame e peltro. Arrivati alla moschea restiamo delusi nello scoprire che l’interno è in ristrutturazione, così ci tocca passare subito alla visita del mausoleo di Solimano il Magnifico e della moglie russa Rossellana, immersi in un bel giardino. Proseguiamo poi alla volta della Yeni Camii (Moschea Nuova), posta proprio a fianco del mio adorato Bazaar delle spezie, e per arrivarci attraversiamo altre trafficatissime e popolari stradine. Da qui prendiamo poi il tram che ci porta nella parte moderna della Istanbul europea ed arriviamo nel quartiere di Besiktas dove visitiamo lo sfrazosissimo Palazzo di Dolmabahce. Se volete sentirvi dei pezzenti non perdete questo tripudio di marmi, broccati, cristalli, stucchi! Esagerato direi…E’ stata l’ultima residenza dei sultani nonché quella di Ataturk, ha una vista bellissima ma per quanto mi riguarda perde la battaglia rispetto alla raffinatezza del Topkapi. Dopo 2 ore buone di visita prendiamo la funicolare sotterranea che ci porta in piazza Taksim e da lì cominciamo la discesa lungo la Istikal Caddesi, una bella e larga via piena di negozi e percorsa da dei simpatici tram che mi ricordano un po’ quelli di Milano (i modelli vecchi). Giungiamo così alla Torre di Galata e paghiamo per salire fino in cima; la vista dall’altro è unica, a 360° su tutta la città!Si ammira il Corno d’oro, la parte asiatica, il Bosforo. Sembra di avere Istanbul ai tuoi piedi!peccato solo che io soffra un po’ di vertigini, così in 5 minuti percorro circolarmente tutta la torre e poi me ne scendo velocemente…Peccato! Prendiamo il tram che ci conduce verso il termine della nostra ultima giornata nella magica Istanbul. La sera ceniamo nella turistica e vivace akbiyik caddesi, al buon “7 Ocean”. In generale a Istanbul abbiam sempre mangiato dignitosamente e riempindoci ben bene lo stomaco spendendo da un minimo di 7 euro ad un massimo di 17 euro. Torniamo in camera camminando per le tranquille viettine di Sultanhamet ed ammirando ancora una volta la bellezza della Moschea Blu di sera.
Mi mancherà quest’atmosfera, mi mancherà Istanbul… è di sicuro una città dove vorrò tornare con calma e tranquillità senza dover correre da un monumento all’altro. E’ una città che vorrei assaporare lentamente, e prima o poi lo farò! 14/08/2008 Il nostro aereo parte alle 14, così bbiamo ancora qualche ora per gironzolare per Sultanhamet; dal nostro albergo arriviamo sul lungo mare e da lì giungiamo in una zona di cassette di legno basse e colorate nei pressi della Moschea Blu; la gente chiacchiera per strada seduta sui tappeti, sembra di essere in un paesino e non certo in una metropolis da 12 milioni di abitanti!Tornati all’hotel comincia l’odissea per l’avvicinamento all’aeroporto Ataturk; generalmente ci vuole una mezzora in macchina dall’albergo, ma oggi è un giorno speciale, diverso dagli altri!! Infatti Ahmadinejad, il presidente dell’Iran, ha pensato bene di arrivare a Istanbul proprio oggi, così imponenti misure di sicurezza hanno totalmente paralizzato il traffico nei dintorni dell’aeroporto. Tra mille peripezie abbandoniamo il pullmino dell’hotel ad una rotonda piena di taxi che suonano incessantemente il clacson mentre I poveri viaggiatori imbracciano le loro valigie incamminandosi verso l’aeroporto. Manca circa 1 ora e mezza al decollo, decidiamo anche noi di andare a piedi quando la provvidenza ci manda un Pullman sul quale saliamo a fatica; il suddetto Pullman è il solo che I poliziotti lasciano passare, e scortati dalle volanti percorriamo la strada mancante (circa 2 km!); a piedi con le valigie e al sole non ce l’avremmo mai fatta!Ci scaricano fuori dall’aeroporto, ci perquisiscono in totale almeno 3 volte e finalmente ce la facciamo ad arrivare al terminal dei voli domestici. Puntuali partiamo col volo Turkish Airlines per Kayseri: ha inizio la seconda parte del viaggio, quella in Cappadocia! Dopo circa 1 ora e un quarto atterriamo nel piccolo aeroporto e ritiriamo alla Hertz la fida Focus che ci scarrozzerà in lungo ed in largo attraverso la Turchia. La macchina ci è costata parecchio, 840 euro per 13 giorni, ed è stato uno dei prezzi migliori che abbiam trovato!Dopo circa un’ora di viaggio attraverso paesaggi che si fanno man mano più brulli giungiamo finalmente ad Uchisar, il piccolo paesino dove alloggeremo per le prossime 3 notti. Scrutando la Routard e navigando su internet avevo trovato particolarmente invitante la piccola Kilim Pansyion, gestita dal cordiale e furbetto Sisik. L’alberghetto è effettivamente un posto unico; all’ingresso c’è un piccolo e delizioso cortile dove ci si può sedere a giocare a “taula” (il backgammon), mentre salendo le scale si va alle stanze da letto e al terrazzo che domina dall’alto la Valle dei Piccioni. Facciamo 4 passi per il paesino ed andiamo ai piedi del castello, un grosso picco di roccia scavato e traforato che domina il tutto; è il tramonto e la roccia è arancione-rossa con bagliori dorati. Come primo impatto con la Cappadocia non potevamo sperare in nulla di meglio! La sera ceniamo con 8 euro in albergo, ideale per risparmiare ma il cibo non è un granchè.Fa un bel freschetto, andiamo a nanna al caldo delle coperte.
15/08/2008 Eccoci pronti per il primo giorno di tour in Cappadocia! Partiamo da Uchisar ed arriviamo, dopo pochi km, a Zelve, una località caratterizzata dalla presenza di 3 valli parallele ricche sulle pendici di camini delle fate, le curiose ed uniche conformazioni geologiche che han reso la Cappadocia un luogo unico al mondo. La roccia è scavata ovunque, camminando (serve un buon paio di scarpe con una suola adatta!) ci inoltriamo in antiche chiese e case trogloditiche. Il sole picchia ma l’aria non è ancora molto calda, noi vaghiamo di valle in valle affascinati dal susseguirsi di colori e guglie rocciose. Non ci sono molti turisti per fortuna, così riusciamo davvero a godere in pino della magia del posto. Mi sento di consigliare prorpio Zelve come prima tappa per la scoperta della Cappadocia, è un posto che non deluderà assolutamente! Partiamo poi alla volta della vicina Cavusin, un altro grazioso paesino da scoprire camminando.Senza troppa fatica si può arrivare sulla cima della parete che domina la città e nella quale si può ammirare quello che rimane della bella chiesa. Prima di giungere in cima seguiamo un sentiero che ci porta in una zona di piccoli campi coltivati dove non c’è un’anima in giro. Pace, silenzio e meraviglie della Natura…No posso non innmorarmi anche di questi posti! Nel pomeriggio ci rechiamo a visitare Avanos che però ci delude un pò (francamente non c’è nulla da vedere…) e poi al tramonto arriviamo a Goreme, la località più nota della zona. Visitiamo il Museo all’aperto e le innumerevoli chiese trogloditiche, alcune tuttora dipinte! Sono splendide ma il posto è fin troppo curato e turistico, non ha il fascino decadente di Zelve! D’altronde si sa che la Cappadocia è una regione che vive di turismo, non si può pretendere sempre la solitudine.
La sera ceniamo a Uchisar nel grazioso ristorante con bel giardino che si affaccia sulla piazza principale, il Center Restaurant; mangiamo bene spendendo poco! Sisik credo ci odi un pò perchè non ceniamo da lui… 16/08/2008 Non potremo mai dimenticarci questa giornata, personalmente è stata la migliore della vacanza in quanto a bellezze naturalistiche ammirate! Volete tornare indietro nel tempo e perdervi in un luogo magico, un eden biblico? Allora dovete andare nella Valle di Ihlara. Arrivarci non è stato semplice, ci siam persi parecchie volte perdendo tempo, ma non importa! Eravam cmq circondati da paesaggi bellissimi!Leggendo la Routard decidiamo di non attraversare I primi 7 km del canyon, quelli più turistici ed affollati data la presenza di numerose chiese trogloditiche, ma di partire da Belisirma affrontando così I 3 km che ci separano da Selime. Francamente faccio fatica a trovare le parole giuste per descrivere quei luoghi, nemmeno le foto che ho scattato numerosissime rendono una minima idea della bellezza commovente dei paesaggi che abbiamo avuto la fortuna di vedere!Mi permetto però di darvi alcuni consigli. Camminate lungo al riva DESTRA del fiume; noi abbiam camminato lungo quella sinistra dovendo ad un certo punto guadare con l’acqua alle ginocchia , inoltre il sentiero era segnato male ed alcuni punti non erano di facile attraversamento. Inoltre portatevi dietro sempre dell’acqua, ma questo vale in qualunque momento!Acqua acqua ed ancora acqua sempre a portata di mano! Giunti a Selime ci facciamo riaccompagnare a Belisirma da un ometto del posto che si fa pagare profumatamente.Da lì ritorniamo indietro fermandoci al lago vulcanico di Nar Golu. Il posto è bellissimoe si può fare il bagno, non c’è quasi nessuno ma è terribilmnte sporco! A quanto pare I Turchi gettan di tutto a terra senza farsi troppi problemi: taniche, bottiglie, sacchetti del pattume…È un vero peccato che un posto così bello non sia tenuto pulito. Visitiamo anche la città ipogea di Derinkuyu, luogo estremamente fresco e poco adatto per chi soffre di claustrophobia! Ci verrà detto poi che sarebbe stato meglio se avessimo visitato la città ipogea di Kaymakli, a quanto pare più bella…Va beh! La sera ad Uchisar ceniamo ottimamente sempre in piazza al ristorante “Uchisar 96”, gestito dall’elegante e raffinato Mehmet, un signore turco che per buona parte dell’anno vive a Parigi. Non perdete gli squisiti sigara boregi, sembrano effettivamente dei sigari di pastella fritta con un ripieno di formaggio.Anche qui spendiamo poco…Sisik ci odia sempre di più perchè snobbiamo le sue misere cenette!Prima di andare a dormire mi siedo sul terrazzo, la luna splende ed illumina la quiete della Valle dei Piccioni…Altro momento che mai dimenticherò… 17/08/2008 Di buon ora ci lanciamo nella visita del castello di Uchisar e giunti in cima abbiamo una splendida vista sulla Cappadocia. Prima di tornare alla macchina ci imbattiamo in un ragazzo italiano, Enrico, di cui avevam sentito parlare già ad Istanbul. E’ gentilissimo e ci da un sacco di dritte sui luoghi che visiteremo, francamente senza I suoi consigli non avremmo visto certi luoghi incantevoli! Assistiamo poi ad una lezione sui Kilim molto interessante..Vorrei comprarne uno ma I miei compagni me lo impediscono!Intanto, da brava gattofila, mi innamoro di Pamuk, il simpaticissimo e morbidissimo gatto bianco mezzo Van mezzo Cappadocino (si dirà così poi??boh..) di Enrico e vero padrone del negozio. Lasciata Uchisar visitiamo velocemente la piccola e bella Mustafapasa e partiamo per quella che sarà la tappa di macchina più lunga di tutte! Decidiamo infatti di attraversare Konya senza fermarci e di arrivare direttamente al lago di Egirdir. Lungo la strada ci fermiamo al caravanserraglio di Sultanhani, il più grande e meglio conservato di tutta l’Anatolia. Merita la vostra fermata, anche se potrebbe colpirvi l’odore un pò malsano dovuto ai piccioni. Esternamente un pò di bimbi ci chiedono l’elemosina: è la prima ed ultima volta che ci capita in tutto il viaggio. Ripartiti passiamo attraverso Konya, che mi sembra gigantesca, ed intraprendiamo la salita verso le montagne. Il paesaggio è bellissimo, siamo circonti da montagne e conifere. Lungo il tragitto ci fermiamo a visitare a Beysehir la splendida moschea in legno. Appena entrati ci accoglie l’imam: noi pronunciamo la parolina magica “Enrico” ed ecco inscenare per noi un bellissimo canto/preghiera. L’imam ci regala anche delle pere; a me e Federica le lascia cadere In mano dall’alto, ed io credo che non voglia toccarci in quanto donne. Ci teniamo quindi a rispettosa distanza, ma poco dopo comincia allegramente a prenderci per mano e nella posa per la foto ricordo ci abbraccia dando delle belle manate ai nostri fianchi…Mica scemo l’imam!! La strada ci chiama, rimontiamo quindi in macchina e finalmente arriviamo in vista del lago di Eigirdir che il sole sta tramontando. L’acqua del lago sembra oro fuso, mentre le montagne circostanti sono nere come la pece. Arrivati in paese ci dirigiamo nella piccola penisola alla ricerca della pensione Big Apple, consigliataci da Enrico e dalla Routard. E’ una pensione semplice con un bel ristorantino che si affaccia direttamente sul lago. La nostra stanza è spaziosa e dall’arredamento modesto, non sarà fascinoso come la pensione di Uchisar ma ci accontentiamo. Al ristorante dell’albergo poi I camerieri sono gentilissimi, si mangia benone e si spendono cifre ridicole! Se vi capitasse di mangiare in quel ristorante provate il Levrek, un gustoso pesce di lago (forse il Persico?) avvolto in una pastella fritta. Tira un vento forte, teso e freschino: si sta benissimo! 18/08/2008 La colazione (alla turca) si svolge sulla bella terrazzina affacciata sul lago.La giornata è limpida e fresca, l’ideale per un bel giro sulle montagne circostanti! Guidiamo alla volta di Aksu dove pare si possa visitare una grotta; la grotta in questione è chiusa, così decidiamo di incamminarci lungo la strada sterrata che si spinge tra le montagne. F a caldo e rimpiango di avere con me solo mezzo litro d’acqua… La strada fortunatamente è pressochè pianeggiante ed attraverse ripide gole che costeggiano un torrente. Dopo una mezzora di cammino giungiamo ad un allevamento di trote (alabalik) e ne troviamo un altro poco più avanti . La Routard ci consiglia di risalire il fiume fino alle sue sorgenti, descritte come un luogo paradisiaco. Noi purtroppo non lo facciamo (mi resterà sempre il rimpianto di non aver proseguito). Riscesi sul lago percorriamo la strada che lo costeggia. Per strada non c’è praticamente nessuno! La vista sulle limpide acque turchesi è mozzafiato. D’improvviso ci affianca in volo un falco: riusciamo a vederlo benissimo, è proprio alla nostra altezza e sarà distante un paio di metri! Sembra di guardare un documentario, tanto è vicino a noi! Ci fermiamo a mangiare ed a fare un bagno in una spiaggia a pagamento (cifra irisoria, eppure si capisce che è un luogo d’elite). L’atmosfera è particolare: il pratino all’inglese e gli hamburger che mangiamo fanno molto “USA”, ma sulla montagna dinnanzi a noi, su un ripido ghiaione, I militari della zona hanno dipinto un’enorme bandiera turca… Tornata in albergo, quando arriva l’ora del tramonto, prendo la mia macchina fotografica e scendo in riva al lago a scattare qualche foto alle acque violette con bagliori dorati, mentre vicino a me passa una barca di pescatori. E’ forse il momento più struggente e malinconico di questa vacanza, uno di quei momenti che, mentre li vivi, sai che li rimpiangerai. Il lago di Eigirdir mi è proprio rimasto nel cuore, con la sua atmosfera d’altri tempi. La pensione Big Apple, le cenette col vento, la vista sul lago dalla stanza…Ho tanta malinconia di quei momenti! Per non parlare dell’adorabile gattina bianca e tigrata, una cucciolina di un paio di mesi, che a cena e a colazione ho sfamato con tanto amore e fatto giocare. Avrei voluto portarla via con me tanto mi ci ero affezionata, e quando penso a lei e al lago ammetto che talora mi scende una lacrimuccia di nostalgia. Non so se ad altri questo posto potrà fare lo stesso effetto che ha fatto a me.Io posso solo consigliare di andarci senza pretese, con animo semplice, e non potrete non adorarlo… 19/08/2008 Con un’enorme tristezza nel cuore dico addio al mio adorato lago ed alla mia adorata gattina. Il viaggio è ancora lungo e ci attende il mare! Lungo il tragitto ci fermiamo nel sito archeologico di Sagalassos. E’ un posto fuori dal mondo, dove lavora un gruppo di archeologi volontari provenienti da tutta Europa. Fa un gran caldo e purtroppo dopo un pò sventolo bandiera Bianca e mi rifugio all’ombra a bere acqua. Di noi 4 l’unico eroico a completare il giro del sito è Jacopo. Colpisce il fatto che, sparsi qua e là, ci siano pezzi di vasi, decori in marmo, tutto a portata di mano di furbacchione. Si spera ovviamente che non ci siano perone cui passi di mente di portarsi a casa un souvenir… Dopo qualche ora di macchina arriviamo in vista del mare, a Finike. La strada che ci conduce a Ucagiz è splendida, proprio lungo la costa e serpeggiante tra rocce che, al tramonto, sono arancioni e rosa. L’umidità è pazzescamente alta! Nei giorni precedeni, per quanto avesse fatto caldo in certi momenti, non abbiamo mai pesantemente sofferte dato che il clima era molto secco. Qui invece c’è da morire! La stradina che scende dalla strada principale alla volta di Ucagiz è supenda e qua e là, attorno a noi, otiamo delle isolate tombe licie. Arriviamo nel piccolo paesino e ci buttiamo alla ricerca di una pensione; alla fine capitiamo alla Ekin Pansion, dove ci danno 2 piccole ma graziose stanze con aria condizionata e ci offrono la mezza pensione ad una buona cifra. La cena si svolge in terrazzo, dove ci serve il simpaticissimo 21enne Mustafa, mentre il padrone cucina per noi orate. Di fronte a noi c’è un ristorante che pare sia tra I migliori della costa turca, il “Marina”. Enrico a Uchisar ci aveva consigliato di chiedere, al ristorante, del Capitano invisibile per affittare una barchina che ci portasse in visita all’isola di Kkekova, proprio lì di fronte. Così facciamo e ci mettiamo d’accordo con Alì, cugino del Capitano invisibile, per la mattina seguente.
20/08/2008 Di buon ora ci troviamo al porticciolo con Alì e salpiamo sulla sua bella barchina; siamo solo noi 4 ed il prezzo per tutta la giornata è più che dignitoso. Alì all’inizio è abbastanza silenzioso, rimane al posto di guida mentre noi ci godiamo la vista. I posti sono splendidi, l’acqua pure, così ci lanciamo in una serie di continui bagni e tuffi. Ad un certo punto noto vicino ad Alì una lenza e gli chiedo se sia possibile pescare, ma lui gentilmente mi dice che per pescare si prendono delle apposite barche, così un pò a malincuore mi metto l’anima in pace. Passano 5 minuti e d’improvviso Alì prende la lenza e la butta in acqua e me la da in mano. Divertendoci come matti ci lanciamo all’inseguimento di un branco di tonnetti che cominciano ad abboccare!La soddisfazione di tutti noi, ed anche di Alì, è grandissima! Riusciamo così ad entrare in piena sintonia col nostro capitano-pescatore, una persona davvero adorabile e disponibile. A fine giornata il bottino sarà di 4 tonnetti e 2 lamprughe! Tutti contenti salutiamo Alì e trionfanti ci dirigiamo alla nostra pensione con la speranza che il padrone ci cucini I nostri pescetti, ma un’amara sorpresa ci attende! Inaspettato ed improvviso arriva il rifiuto del titolare di cucinare I pesci: le scuse sono poco credibili, ma non abbiamo voglia di discutere e a malincuore regaliamo il bottino al proprietario del ristorante Marina, che ci invita a mangiarlo da lui a tarda serata. Tutti contenti per la proposta commettiamo però un errore imperdonabile: un pò per avarizia ed un pò per ingordigia, decidiamo di cenare lo stesso alla nostra pensione, col risultato che ci passa la fame! Ci resterà sempre il rimpianto di non aver assaggiato quei bei 6 pesci…Ma l’amarezza ci passa giocando a back Gammon con Alì, venutoci a salutare prima della nostra partenza del giorno successivo… 21/08/2008 Salutiamo Mustafa e partiamo alla volta di Kalkan, che 13 anni prima avevo visitato con I miei genitori, ricordandomela come un paesino molto carino. In effetti Kalkan è proprio bella, piena di vita ed anche molto turistica, molto diversa dai luoghi che abbiamo frequentato finora! Alla fine un pò di vita ci vuole ogni tanto! Prendiamo alloggio alla pensione White House, con belle stanze spaziose ed una vista su Kalkan dalla terrazzo delle colazioni davvero incredibile. Ci dirigiamo poi sulla lunghissima spiaggia di Patara, nota per le sue dune e per il fatto di essere frequentata per la deposizione delle uova dalle tartarughe marine. Enrico ci aveva consigliato di spingerci verso le dune, dove la spiaggia non è attrezzata, ma noi per una volta abbiamo voglia di un pò di comodità, così ci “areniamo” sui lettini della spiaggia a pagamento e ci godiamo una bella giornata di sole e relax. Alla sera ceniamo a Kalkan in un ristorante sul porto, chiamato “Capitano”, dove mangiamo dei piatti molto buoni. Rispetto a 13 anni prima il numero dei locali è cresciuto esponenzialmente, e mi sembrano tutti molto belli e “chic”, insomma, Kalkan mi sembra votata ad un turismo relativamente di standard alto.
Fortunatamente la camera d’albergo è molto silenziosa e la musica ed il trambusto non giungono alle nostre orecchie.
22/08/2008 Dopo la bella colazione sulla terrazzo del White House partiamo alla volta della celeberrima spiaggia di Olu Deniz, la più famosa di tutta la Turchia, immortalata con le sue 2 lagune in tuttti I depliant. Nei miei ricordi di 13 anni prima Olu Deniz era un carnaio di gente…E naturamente così si rivela essere anche nel 2008! I lettini sono ammassati uno sull’altro ma non ce ne facciamo un problema, l’acqua è bella e limpida e la vista anche, pazienza se non siamo soli!La sera alloggiamo in un posticino assolutamente imperdibile! Tanto per cambiare il consiglio ci era stato dato da Enrico, il quale aveva detto di cercare alloggio a Farhalia, un nucleo di case sparse qua e là lungo una scoscesa strada dalla vista incredibile a qualche chilometro di distanza da Olu Deniz.L’albergo che ci era stato consigliato non ha posto, così finiamo al Montenegro Motel.Il padrone è un ragazzo dai meravigliosi occhi azzurro-grigi e dallo sguardo buono buono. Le nostre stanze sono in 2 piccoli bungalow in legno che danno su di un bel praticello con una piccola piscine. La sera ceniamo nel terrazzo a strapiombo sulle rocce. E’ meraviglioso, un altro posto impagabile. Mangiamo anche bene (menu a sorpresa della casa). Finito di cenare giochiamo a back gammon…Ormai siamo dei veri turchi! Di tanto in tanto salta la corrente e restiamo al buio, immersi in un silenzio irreale rotto solo dal verso dei grilli. In cielo la stellata lascia senza parole, sembra di osservare un cielo di epoche ormai passate.
23/08/2008 Parto a malincuore anche dal Montenegro Motel, un altro posto che aggiungo alla mia personale collezione di ricordi meravigliosi. La strada ci conduce a Dalyan, famosa per le tombe licie scavate nella roccia lungo il fiume. Arriviamo nel paesino ricco di vita e turisti inglesi e, dopo aver preso alloggio in un residence dove per una cifra ridicola ci viene consegnato un appartamento bello ampio e pulitissimo, ci imbarchiamo alla volta della spiaggia di Iztuzu, anch’essa, come Patara, famosa per le tartarughe. La spiaggia è slendida, la più bella di quelle viste durante questo viaggio. E’enorme e l’acqua del mare è verde cupo, in più I lettini e l’ombrellone ci costano 2 euro circa a coppia! Giornata di sole e relax…La sera ceniamo ottimamente con pesce freschissimo in un ristorante consigliatoci da Enrico.
24/08/2008 Al mattino partiamo con la dovuta calma alla volta di Pamukkale.
Sulle guide leggo che ha perso molto della magia e del fascino di un tempo, così cerco di non aspettarmi troppo da questo posto. La strada è lunga ma bella e dopo qualche ora arriviamo finalmente alla meta. Posto altamente turistico, si intuisce dalla sfilza di pullman e dai ristoranti ed alberghi moooolto molto poco caratteristici. Noi prendiamo alloggio in un hotel moderno con piscina praticamente innanzi all’ingresso 2 del sito di Pamukkale. Il proprietario ci conduce alla guida della nostra macchina sgommando come un pazzo all’ingresso più a monte di tutti. Il sole picchia fortissimo, fortuna che spesso ci sono fontanelle con cui bagnarsi la testa. Per I miei gusti è davvero troppo caldo, non riesco a godermi per bene la visita del sito che comunque è decisamente bello. E le famose vasche? Come sono? Beh…Meno peggio di quel che mi ero immaginata leggendo le guide. E’ vero, molte sono vuote e si vede il grigiume e lo sporco di centinaia di migliaia di scarpe straniere che negli anni hanno selvaggiamente calpestato il delicato e candido travertino. Ma al tramonto sembra davvero che l’acqua diventi oro colato e la magia ritorna; certo, anni ed anni fa lo spettacolo doveva essere ancora migliore. Ad ogni modo questo viaggio mi sta regalando talmente tante emozioni che non me la sento di massacrare Pamukkale. Scendiamo a piedi all’ingresso 2 camminando anche noi rigorosamente a piedi scalzi ed immergendoci di tanto in tanto nelle calde acque termali. Certo è che se davvero volessero tutelare degnamente questo posto non dovrebbero proprio più lasciarci camminare nessuno sopra!!! Va beh, anche Pamukkale è archiviata. Ad ogni modo nella mia personale classifica dei luoghi visitati la metto, a malincuore, all’ultimo posto. Troppo, troppo turistica e snaturata nonostante di angoli belli ce ne siano ancora. Peccato davvero… 25/08/2008 Da Pamukkale partiamo alla volta di Aphrodisia. Lungo la strada ci fermiamo a comprare qualcosa in un piccolo negozietto di un paesino nei pressi del sito archeologico. Ed ecco la sorpresa che non ti aspetti! Il proprietario del negozietto ci spedisce a mangiare nel suo terrazzino, proprio sopra il negozio. Ci accomodiamo tra pomodori, melanzane e collane di peperoni messi a seccare al sole. La gentilissima moglie ci porta cuscini e anguria; poi tutta la famiglia al gran completo sorseggia con noi dell’ottimo te. Ricambio regalando al ragazzino, tifosissimo del Fenerbache e patito di calcio, un pò di adesivi e calendari dell’Inter e del mio gruppo ultras della Curva Nord. Dopo le immancabili foto e scambi di e-mail eccoci arrivare ad Aphrodisia. Anche qui fa un gran caldo, ma la bellezza di ciò che si porge alla nostra vista annulla il senso di arsura e stordimento. Questo posto è una meraviglia!!! Mi siedo all’ombra su di un verde praticello a rimirare le marmoree vestigia e mi perdo in pensieri di tempi lontanti. Tutto è assolutamente bellissimo, dallo stadio, all’odeon, al teatro, al tempio di Afrodite, alla porta d’ingresso. Splendide anche le staue del museo. Tra I siti archeologici visitati è sicuramente, a mio avviso, il più incredibile di tutti. In più non ci sono praticamente turisti…Ottima cosa dato quello che ci attenderà l’indomani a Efeso!! Partiamo alla volta di Selcuk mentre in un prato spiccano il volo decine di cicogne, prossime alla partenza per l’Africa. Arrivati alla meta finiamo in centro paese alla Pensione Barim, assolutamente un gioiellino. E’ una vecchia casa greca ottocentesca, con un fresco ed ombreggiato cortile interno e con piccole ma molto curate camere da letto. E se alzi gli occhi e rimiri il comignolo eccole pararsi, bellissime e delicate, ai tuoi occhi…Sono loro le star della Pension Barim, la coppia di cicogne che da anni ed anni trascorre I mesi estivi nidificando proprio sultetto della casa. La sera mangiamo vicino all’hotel in un ottimo ristorantino con tavolini lungo la strada. Tornati in albergo osservo il cielo e le due splendide cicogne che dormono in piedi una accanto all’altra, circondate da milioni di stelle lucenti… 26/08/2008 Eccoci ad Efeso, meraviglia dei tempi andati. E’ un posto bellissimo, non c’è che dire. Già ci ero stata anni prima, appena dopo un tremendo acquazzone. Questa volta ci torno col sole splendente. Cambiano le condizioni meteo ma non le torme di turisti. Sono ovunque intorno a te, ammassati e stipati in ogni dove; non c’è un attimo di pace!! E come se non bastasse di colpo all’orizzonte ecco arrivare un fiume umano di forzati delle crociere. Sono centinaia, tutti con un numerino appicicato alla maglietta…Ripenso alla pace e beatiudine della vacanza in barca a vela dell’anno prima in Croazia e proprio non riesco a capire che possa esserci di bello in queste vacanze di gruppo stile gregge di pecore…Va beh contenti loro! Peccato però che davvero ad Efeso non si riesca a godere un attimo di pace per contemplare le bellezze rimaste per secoli in piedi.
Dopo tre ore circa fuggiamo da Efeso e ci dirigiamo in spiaggia per un ultimo bagnetto prima della partenza dell’indomani. Appena arrivati in spiaggia veniamo subito assillati dal bagnino/padrone del baracchino dove ci mangiamo un hamburger. E’ premuroso e gentile ma un pò cozza appiccicosa. Tra l’altro io manco riesco a fare il bagno perchè il suddetto mi sequestra sotto l’ombrellone per giocare a taùla. A dire il vero mi insegna un sacco di trucchetti e di questo gli sono proprio grata! Si parte poi alla volta di Izmir, dove ci interessa solo trovare un hotel comodo per l’aeroporto. Io e Angelo ne troviamo uno abbastanza tremendino, Jacopo e la Fede fanno I sciuri e finiscono in un posto di quasi lusso.
27/08/2008 Beh, c’è poco da dire ancora, la pacchia è finita! Passiamo un pò di ore in aeroporto a Istanbul aspettando la partenza. Io e Jacopo ci gettiamo in un torneo inter nos di taùla in cui coinvolgiamo una dolcissima famigliola turCa che prima ci osserva interessata, poi gioca attivamente!Anche questi sono bei ricordi di una vacanza davvero bellissima sotto tutti gli aspetti. La Turchia mi era già entrata nel cuore 13 anni fa, ora lo è ancora di più… Spero di tornarci presto: Lago di Van, Ararat, Nemrut, Bursa, Mar Nero, so che prima o poi visiterò anche questi luoghi, so che prima o poi tornerò in questa terra meravigliosa. Si dice sempre che l’ultimo viaggio fatto sia sempre il più bello…Beh, per me questa cosa vale, nel senso che di tutti I viaggi che ho avuto la fortuna di fare questo è stato quello che ho saputo gustarmi meglio di tutti, mi sono emozionata tante volte ed in modo davvero intenso. Istanbul, la valle di Ihlara, il lago di Egirdir, Faralya, Aphrodisia…Son posti che si sono insediati nel mio cuore e e nei miei ricordi. Non posso che augurae a chi leggerà questo resoconto di effettuare questo meraviglioso viaggio, sperando che la Turchia vi faccia innamorare come ha fatto con me.