Austria 2008 Tirolo & Carinzia
La moglie organizza il giro passando dalla Svizzera e così il primo giorno dal basso Piemonte ci ritroviamo, passando da Chiavenna (bellissimi scorci sul gruppo del Monte Disgrazia) in terra elvetica, arrivando a St. Moritz che visitiamo velocemente guardando le vetrine delle più conosciute marche di orologi, gioielli, vestiti ecc… . Visto che di tempo ne rimane ancora decidiamo di proseguire e verso sera arriviamo in Austria, fermandoci, alquanto esausti, in un albergo poco oltre il confine. Il giorno dopo visitiamo Innsbruck e poi ripartiamo con l’idea di entrare percorrendo l’autostrada A12 in direzione est e passando da Wiesing, nella valle dello Zillertal, definita da alcuni una delle più caratteristiche della zona, ma essa risulta troppo lunga e vasta per girarla in un giorno e così optiamo per pernottare presso l’Achensee, bellissimo specchio d’acqua posto sempre in direzione est, sulla sinistra del nostro senso di marcia. Arrivati nel paese di Maurach cerchiamo un campeggio (pochi chilometri più avanti c’è ne un altro proprio sul lago in una posizione ideale): io e Laura montiamo la tenda osservati da una Flavia molto critica (che però sarà la prima ad addormentarsi la sera) e ci godiamo un paesaggio alquanto rilassante di un verde intensissimo che ci accompagnerà per tutti i dodici giorni successivi. Molto consigliabile l’opzione di affittare una bicicletta e percorrere buona parte del perimetro del lago su una pista ciclabile (l’Austria ne è piena) a pochi metri dalla riva; sono, da Achenkirch a Pertisau e ritorno, circa 25 Km in piano con scorci molto belli.
La prossima meta è il massiccio calcareo del Wilder Kaiser (camoscio imperatore), posto nelle vicinanze di Kitzbühel. Abbiamo pernottato in un campeggio nel paesino di Söll, ma tutta la zona è molto bella ed accogliente; Scheffau ed Ellmau sono ordinatissimi e molto carini, le abitazioni hanno davanzali fioriti che farebbero invidia a chiunque e per chi ama i giardini come noi è un vero piacere per gli occhi poter vedere tutti questi colori. Altrettanto piacevoli sono le passeggiate; noi ci siamo prefissati come meta un piccolo rifugio, la Ackerlhutte, il primo giorno partendo dal rifugio Wochenbrunner Alt e raggiungendolo lungo pascoli abitati da marmotte, camosci e una viperotta (!) ed il secondo partendo da Nesere Regalm attraverso bellissime faggete e passando sotto la falesia di arrampicata Schleierwasserfall, tagliata nel mezzo da una spettacolare cascata nel vuoto alta circa sessanta metri; questo è ciò che noi abbiamo fatto, ma basta andare all’ufficio turistico di Ellmau (molto gentili e parlano italiano) e si potranno avere tutte le informazioni necessarie per altre innumerevoli escursioni. Ho sentito molto forte il rispetto delle tradizioni e della natura ed il legame con i cicli della terra, il tutto confermato parlandone con alcune persone del posto e credo che tutto ciò, in un’era di materialismo e di trionfo dell’ego come quella che stiamo vivendo, possa fare solo bene. La sera nei ristoranti si mangia bene e sono tutti molto cordiali; non tralasciate assolutamente una visita al lago Hintersteiner, ha qualcosa di magico e alla sera, seduti al piccolo ristorantino posto in una posizione panoramica, non ci saremmo stupiti se a servirci l’immancabile birra fosse stato uno gnomo! Dopo un piacevole giro a Kitzbühel ci dirigiamo verso Salisburgo sia per le mete classiche della città (che io e Flavia avevamo già visitato nel lontano 1984), ma soprattutto per vedere la zona dei laghi posta a 40’/50’ di macchina dalla città. Pernottiamo in una camera a St. Gilgen nei pressi del Wolfgangsee ed il giorno dopo iniziamo il giro che si rivelerà veramente bello. Consigliamo di evitare i laghi maggiori e concentrarsi su quelli più piccoli; visitate assolutamente l’Hallstattsee ed il paese omonimo, devono essere molto interessanti anche le miniere di sale appena sopra l’abitato raggiungibili con un trenino a cremagliera, andate a dare un’occhiata, noi non ci siamo riusciti. Dopo due giorni torniamo a Salisburgo per vedere il castello di Hellbrunn, edificato all’inizio del XVII secolo su incarico dell’arcivescovo-principe Markus Sittikus poco fuori dalla città (bello anche lo zoo). Il tempo passa e ci dirigiamo verso la Carinzia; sulla strada ci fermiamo nei pressi di Werfen per visitare l’Eiseriesenwelt, la grotta di ghiaccio più grande del mondo che si raggiunge a piedi (1,30 h) o in funivia e presenta delle sale interne completamente gelate con tanto di stalattiti e stalagmiti enormi che sembrano di vetro; la visita guidata dura circa settanta minuti, godetevi gli ambienti, i giochi di luce e copritevi bene! Altra cosa carina in zona, nei pressi della città di St. Johann è il Liechtensteinklamm, una stretta, profonda e lunga forra, una volta dicono abitata da streghe, facilmente accessibile grazie ad un percorso attrezzato a metà altezza sulla parete. Oramai non ci ferma più nessuno, la nostra meta è il Grossglokner, la cima più alta dell’Austria! A Bad Gastein veniamo caricati, noi e la macchina, su un trenino che ci porta dal Tirolo in Carinzia e da lì raggiungiamo il paese di Heligenblut alle pendici del massiccio dove ci riposiamo in una camera e passiamo una bella serata al Ristorante della Posta (stufato di cervo con mirtilli da sogno). Il giorno dopo cominciamo il giro e parcheggiamo alla Kaiser Franz Josefs Hole, enorme (forse anche troppo!!) belvedere/parcheggio nel cuore del parco e scegliamo, tra le numerose opzioni, quella di incamminarci verso l’Oberwaldenhütte con un sentiero che, prima attraverso gallerie di antiche miniere con giochi d’acqua, suoni e racconti fiabesco-popolari e poi su pascoli con cartelli esplicativi sulla storia del parco, della sua flora e fauna, permette di godere della vista sul ghiacciaio e dei monti che lo cingono; purtroppo nostra figlia, di solito ottima camminatrice, si demotiva anche a causa del freddo e perciò torniamo indietro, pronti per risalire in macchina ad affrontare (a pagamento) la famosissima Grossglokner HochAlpenstrasse, una strada in quota che offre a chi la percorre superbi panorami, nebbia permettendo… Ed infatti ci cucchiamo la nebbia nel punto più alto del giro e questo ci nega la vista su buona parte del percorso, ma pazienza, l’ambiente e l’aria che si respira ci ripagano in parte di ciò che abbiamo perso.
Con i freni della macchina che fumano (quasi 2000 metri di dislivello di curve in discesa!) arriviamo in un paesino, troviamo una camera con un bellissimo giardino ed andiamo a cena in una osteria di paese dove ci servono piatti semplicissimi ma come dire, sinceri, in una atmosfera rilassata e con un tepore che ci fa sentire quasi del posto (l’importante è non tentare di parlare l’austriaco…).
Il giorno dopo rientriamo in Italia attraverso il Passo Stalle, visitiamo il lago di Interselva e facciamo una scappata nelle Dolomiti, più che altro per farle vedere a Laura. Io monto la tenda sotto una pioggia insistente nel campeggio di Canazei e, causa furioso mal di testa, crollo sui materassini poco dopo; mi verrà narrato poi che moglie e figlia, alla faccia mia, sono andate a cena in un ottimo ristorante rimanendo molto soddisfatte del servizio, beate loro. Dell’ultimo giorno di vacanze c’è poco da dire, la cefalea non c’era più e torniamo al nostro paese molto soddisfatti ma con le uniche controindicazioni di non essere più circondati da una natura di un verde spettacolare e di doverci confrontare con i nostri rachitici vasi di gerani, neanche lontanamente paragonabili a quelli meravigliosi presenti su tutti i terrazzi austriaci (i cactus però li abbiamo più belli noi, tiè!).