Lisbona e Portogallo del nord

02/09/2008 Martedi’ Partiamo da Roma per Lisbona facendo scalo a Malpensa. Rotta un po’ lunga ma dettata dall’esigenza di utilizzare i biglietti millemiglia che avevamo a disposizione. Cio’ mi da’ l’occasione di vedere per la prima volta l’aeroporto di Malpensa, tra l’altro dopo l’abbandono dello scalo da parte dell’Alitalia....
Scritto da: Fabio&Luciana
lisbona e portogallo del nord
Partenza il: 02/09/2008
Ritorno il: 12/09/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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02/09/2008 Martedi’ Partiamo da Roma per Lisbona facendo scalo a Malpensa. Rotta un po’ lunga ma dettata dall’esigenza di utilizzare i biglietti millemiglia che avevamo a disposizione. Cio’ mi da’ l’occasione di vedere per la prima volta l’aeroporto di Malpensa, tra l’altro dopo l’abbandono dello scalo da parte dell’Alitalia. Sembra un aeroporto in disarmo, un aspetto anni ’60 sia come stile architettonico che come quantità di persone presenti. Arriviamo da Roma al Terminal 1 e partiamo per Lisbona dal Terminal 2. Per fare il tragitto si perde circa mezz’ora fra attesa e percorso. E questo dovrebbe essere l’aeroporto Hub italiano !!!??? Arriviamo a Lisbona in orario e con un taxi andiamo alla casa che avevamo prenotato sul sito Homelidays. Come al solito il sito non ci ha tradito. L’appartamento e’ migliore di come appare nelle foto e il proprietario di casa e’ gentilissimo. Siamo in 4 in 90 mq in pieno centro di Lisbona per soli 100 Euro al giorno ! La via Augusta dove abitiamo e’ isola pedonale e congiunge il Rossio alla Piazza del commercio, per cui è allo stesso tempo tranquillissima e centralissima. Che si vuole di piu’ ? Per capirci e’ un po’ come abitare a Via Condotti a Roma o Via Orefici a Milano. La sera abbiamo appuntamento con una coppia di nostri amici che sono li’ in vacanza da qualche giorno e che ripartiranno due giorni dopo. Andiamo a cena in un ristorante ex refettorio di convento nella zona tra lo Chado e il Bairro Alto che si chiama Cervejeria Nova Trinidad. Bisogna fare la fila per entrare ma questa e’ una garanzia di buona cucina. E infatti non restiamo delusi nel nostro primo approccio verso il “bagalao” e il riso con mariscos, praticamente due piatti nazionali portoghesi.

I prezzi sono un po’ piu’ alti della media portoghesi ma sempre bassi paragonati ai nostri… Circa 25 Euro a testa ! Dopo cena siamo troppo stanchi per andare in giro, ritorno a casa e di corsa a letto.

03/09/2008 Mercoledi’ Stefania si sacrifica per la comunita’ e scende a comprare la colazione. Ritorna con una specie di cornetti giganti, come si usavano una volta nel Sud Italia. Arrivano poi Agnese e Sandro (i nostri amici che ci hanno preceduto nel viaggio) e cominciamo la nostra esplorazione di Lisbona. Prima tappa all’Elevador Santa Justa, una torre di metallo ad imitazione della Tour Eiffel, ma molto piu’ piccola e bassa, in cui sale e scende un ascensore che porta ad una piattaforma da cui si vede tutta la citta’. Diciamo che e’ un’attrazione turistica che e’ quasi d’obbligo visitare ma i panorami di Lisbona possono godersi anche da un sacco di altri punti, come avremmo presto imparato. Sempre a piedi proseguiamo per l’Alfama, un quartiere molto caratteristico vicino al Tago e che e’ uno dei posti piu’ belli da vedere a Lisbona. Viuzze strette in salita e discesa, palazzi ricoperti di azulejos (le caratteristiche mattonelle azzurre portoghesi), ristoranti, localini, bar e panni stesi alle finestre a ricordarci che si tratta pur sempre di un quartiere popolare. Qui infatti non sono ancora arrivati i ricchi (stranieri e non), come e’ successo ad esempio in altri quartieri popolari delle citta’ italiane, che ne hanno trasformato la faccia e la sostanza. Riusciamo perfino a ritrovare un vecchio ristorantino dove si suona il Fado e dove Fausto e Stefania erano stati 10 anni fa ! Prenotiamo senz’altro per la sera seguente. Continuiamo quindi salendo a piedi verso il Castello S. Giorgio e il vicino Miradouro S. Lucia. Due posti da cui si possono ammirare splendidi panorami sul Tago e su tutta la citta’. In realta’ il Castello e’ piu’ che altro una fortezza di cui sono rimaste le mura perimetrali ma il panorama che si vede vale la spesa del biglietto. Scendiamo poi a piedi per i vicoli e andiamo al mercato Ribeira che pero’ e’ ormai chiuso. In compenso in una sala al primo piano c’e’ una balera stile Italia anni 50 frequentata da tipi stile Italia anni 50 con un’orchestrina stile Italia anni 50. Sembra proprio di tornare indietro nel tempo ! Restiamo un po’ a guardare e poi torniamo indietro sul Lungotago per prendere la Bica, ossia la funicolare più famosa di Lisbona, che sale su fino alla zona del Chado. A questa funicolare gialla (come i tram) si e’ sicuramente ispirata la funicolare di Rio de Janeiro che sale fino al Corcovado. Qui lo spettacolo è meno esotico ma sicuramente pittoresco. Nella piazza del Chado c’è il famoso Caffè Brasileiro, un delizioso locale in stile liberty dove Pessoa andava a prendere il caffè. E infatti davanti al locale c’è un tavolino con la statua di Pessoa seduto e dove tutti i turisti (noi compresi) si fanno la foto di rito seduti accanto al grande scrittore portoghese. Dal Chado torniamo poi a piedi a casa per un po’ di relax e per andare infine a cena in una specie di latteria molto caratteristica vicino alla piazza del Rossio (che si chiama Al Tronco) e dove spendiamo, mangiando dignitosamente, solo 13 Euro a testa ! Il padrone del locale attacca un bottone spiegandoci tutta la storia del Marchese di Pombal (rifondatore di Lisbona dopo il terremoto che la distrusse nel 1755) e portandoci a far vedere le antiche prigioni, ora magazzini, che stanno a due passi dalla sua trattoria. Il tutto rigorosamente in portoghese, lingua compresa a mala pena da Sandro. Abbiamo capito si’ e no il 20% ma e’ stato divertente lo stesso ! Nel frattempo si e’ fatta mezzanotte, salutiamo Agnese e Sandro che la mattina dopo devono tornare in Italia e andiamo finalmente a dormire.

04/09/2008 Giovedi’ Oggi decidiamo di ritornare a vedere il mercato Ribeira ma quando arriviamo e’ ormai mezzo vuoto. Tra l’altro non e’ nemmeno un granche’ come struttura. Pensavamo a qualcosa di simile al mercato Boqueria di Barcellona ma questo non e’ nemmeno un lontano parente. E’ stato piu’ divertente ieri quando c’era la balera. Prendiamo il tram e puntiamo decisamente verso il Monastero S. Geronimo che e’ un po’in periferia lungo il Tago e vicino alla Torre di Belem. Sono i due monumenti piu’ famosi di Lisbona e non ci si puo’ esimere dal vederli. Il primo e’ il migliore esempio di stile “manuelino” mentre il secondo segna il punto da cui nel ‘500 partivano le navi dei grandi esploratori portoghesi. Tra l’altro si puo’ anche salire per vedere da una parte la foce del Tago che sbocca nell’oceano e dall’altra il ponte 25 Aprile che collega le due sponde del fiume e che ricorda un po’ il ponte di Brooklin. Insomma vale la pena spenderci una mattinata. Proprio accanto al monastero c’e’ la famosa Pasteleria di Belem, una pasticceria nota in tutto il Portogallo, che deve la sua fama alle “pastais”, ossia una specie di piccole sfogliatelle rotonde riempite di crema. Decidiamo quindi di fare il pranzo li’ perche’ ormai e’ diventato un locale enorme dove si cucina di tutto. Per fortuna pero’ ha conservato il suo stile originario con piastrelle di azulejos alle pareti e mobili inizio secolo. Devo dire che le paste sono davvero buone e sicuramente molto fresche… Infatti ne sfornano migliaia ogni giorno ! In una sala e’ anche possibile vedere dietro un vetro il laboratorio e i forni della pasticceria. Ritorniamo alla Piazza del commercio e li’ vicino prendiamo il mitico tram 28, che e’ quello giallo che si vede in quasi tutte le foto turistiche di Lisbona e che si arrampica per i vicoli dell’Alfama e del Bairro alto. Ci sediamo e ci facciamo un giro completo (anche per riposarci un po’), un’esperienza assolutamente da non perdere. Ci sono anche i ragazzini che si attaccano fuori e scendono poi al volo quando arrivano a destinazione. Arrivati al Barrio alto scendiamo a piedi fino all’Avenida dos libertadores, un vialone alberato che divide in due la citta’ e che e’ pieno di alberghi, negozi e ristoranti. Questa e’ la parte del centro piu’ “europea” e piu’ moderna di Lisbona. Per fortuna pero’ lo stile generale e’ abbastanza sobrio e non fa a pugni con il resto della citta’. Finiamo la giornata prendendo la funicolare che dall’Avenida dos libertadores ci porta ad un belvedere da cui su vede il centro della città e di fronte il Castello S. Giorgio. Siccome andiamo di fretta e la prossima funicolare passa dopo 15 minuti, decidiamo di scendere a piedi lungo i marciapiedi laterali alle rotaie, proprio come fanno molti abitanti del luogo. La sera ci attende il ristorantino con il Fado prenotato il giorno prima. Si chiama il Dragon dell’Alfama , e’ molto piccolo ma si mangia bene per soli 16 euro. Inoltre e’ un locale per portoghesi e non per turisti e quindi molto piu’ vero e ruspante. La cantante fisicamente e’ tipo Amalia Rodrigues ma ovviamente la voce, anche se dignitosa, e’ ben al di sotto di quella della grande cantante. E’ accompagnata da un chitarrista e da un suonatore di chitarra portoghese (una specie di grande liuto) che ogni tanto cantano anche loro. Il pubblico e’ molto giovane e mi stupisce il fatto che conoscano tutte le canzoni e spesso cantino anche loro in coro. Si vede che il Fado e’ una tradizione ancora viva in Portogallo e non solo un’attrazione per turisti. Penso che una serata di Fado debba per forza rientrare in un giro turistico se si vuole conoscere il Portogallo.

05/09/2008 Venerdi’ E’ il nostro ultimo giorno a Lisbona. Andiamo a prendere una macchina in affitto e partiamo alla volta di Cascais via autostrada. Naturalmente a Cascais passiamo davanti alla residenza in cui il re Umberto II soggiornò in esilio e ci facciamo la foto di rito, anche se adesso quella villa e’ semplicemente un albergo di lusso. Non lo abbiamo fatto certo per nostalgia della monarchia ma solo perchè quello bene o male è stato un luogo storico. La costa e’ molto bella, con scogli intervallati da enormi spiagge battute dal vento. Poco oltre c’è Cabo de Roca, il punto più occidentale di tutta l’Europa. Anche qui foto di rito, la veduta a strapiombo sull’oceano è davvero notevole. Peccato per il vento freddo che ci fa sentire come fossimo a novembre ! Ma il tempo che poi ci avrebbe accompagnato per il resto del viaggio non sarebbe stato molto migliore di questo. Ripartiamo quindi alla volta di Sintra. E’ un paesino molto turistico immerso nel verde e con un palazzo reale caratterizzato da due altissimi comignoli a forma di cono. A dire la verita’ sembra un paesaggio austriaco ! L’interno del palazzo e’ pero’ molto bello, pieno di stanze decorate con azulejos e un cortile interno in stile moresco. Insomma una commistione tra cultura araba-mediterranea e cultura nord-europea, che direi e’ il mix unico e straordinario che caratterizza il Portogallo.

Da Sintra passiamo velocemente per Mafra, famosa per un enorme palazzo in sile settecentesco che comprende a metà della facciata anche una grande cattedrale e ritorniamo verso la costa in direzione di Obidos. Lungo la strada ci coglie una pioggia tipo le cascate del Niagara che ci costringe a rallentare molto l’andatura. Quando arriviamo ad Obidos piove ancora anche se meno di prima e quindi siamo costretti a fare una visita rapidissima (e bagnata) del paese. E’ un peccato perché il paesino è molto carino, adagiato su una collina e tutto circondato da mura (il nome infatti deriva dal latino oppidum), costruito in stile medievale e con una veduta sulla pianura circostante, che abbiamo solo immaginato poiche’ la pioggia e le nuvole ci avevano ormai completamente circondato. Scendiamo verso il mare sperando in un tempo migliore che pero’ non accenna a farsi vedere. Ci fermiamo cosi’ a S. Martinho do Porto, un paese di mare all’interno di un golfo pochi kilometri prima di Nazarè, paese ormai turisticamente molto noto. Albergo decente (Sao Pedro) e a buon prezzo (50 euro la doppia) e cena a base di pesce in un ristorante con cuoco svizzero (sic !!!) che poi abbiamo scoperto essere marito della cameriera portoghese, nonchè comproprietario con lei del locale.

Comunque cibo buono e prezzo intorno ai 20 euro. Per la stessa cena in Italia non basta il doppio.

Per fortuna ha smesso di piovere e così facciamo una passeggiata sul lungomare prima di tornare in albergo. La cosa strana di questo paese è che ogni 60 secondi si sente un breve fischio come fosse di un treno (ma lì non ci sono mè binari né stazione). Decidiamo di informarci il giorno seguente prima di partire ma purtroppo la mattina dopo ce ne dimentichiamo ! Rimarremo per sempre con questo mistero insoluto … O forse qualche viaggiatore che passi per caso da quelle parti potrà informarsi e poi scrivermi ? Chissà !!! 06/09/2008 Sabato Ci svegliamo e il cielo è finalmente azzurro !! dal ristorante dell’albergo in cui facciamo colazione si vede il panorama del golfo che ha un’imboccatura strettissima da cui a cadenza regolare entra l’onda dell’oceano che immediatamente dopo si infrange dentro il golfo. Uno spettacolo davvero insolito e originale. Ci spostiamo quindi a Nazarè, un paese famoso per il fatto che sulla grande spiaggia le donne dei pescatori, tutte vestite di nero, aspettano i mariti di ritorno dalla pesca e li aiutano a tirare a secco le barche. Io c’ero già stato 25 anni fa e mi ricordo di averne vista qualcuna, ma ormai l’unica barca che sta sulla spiaggia è una tutta colorata che sta lì a simboleggiare una delle tante tradizioni perdute. In compenso le donne si sono riciclate in conserviere delle sardine. Riempiono la spiaggia di tralicci su cui mettono a seccare il pesce che poi rivendono in barattoli sotto sale. La temperatura e’ abbastanza fresca, sulla spiaggia si infrange l’onda dell’oceano facendo grandi spruzzi ma la spiaggia e’ comunque affollata dagli ultimi turisti di una stagione che qui volge ormai verso l’autunno. Decidiamo di saltare la parte alta del paese e puntiamo dritti verso Coimbra dove arriviamo verso l’ora di pranzo. Coimbra è famosa per la sua Università che si trova nella parte alta della citta’ ed è formata da uno strano connubio di palazzi del seicento e settecento affiancati da palazzi degli anni ’30-40 costruiti in uno stile che in Italia definiremmo littorio.

La cosa piu’ interessante è la biblioteca Joanina, tutta di legno in stile barocco, piena di libri rari e con una singolare caratteristica. E’ abitata da una colonia di pipistrelli che la notte escono e si nutrono degli insetti che trovano in giro. In questo modo uccidono anche tutti gli insetti che potrebbero danneggiare i libri e il legno. Un mirabile esempio di ciclo ecologico !! La parte bassa della città è abbastanza simile alle zone più vecchie di Lisbona ma qui per la prima volta vedo una serie di negozi che per come sono fatti e per quello che contengono mi ricordano un pò l’Italia degli anni passati. E’ quasi un salto indietro nel tempo. Lasciamo Coimbra e ci dirigiamo verso Aveiro, una cittadina che la guida indica come un posto da vedere in quanto simile a Venezia. In realtà ha solo tre canali che l’attraversano e di Venezia non e’ nemmeno lontana parente. Rapido giro e partenza immediata alla volta della zona di Porto, dove contiamo di trovare un agriturismo dove fermarci per i prossimi 2-3 giorni, per poter visitare sia Porto che tutta la regione circostante. Arrivati a circa 20 Km da Porto vediamo un cartello che indica un agriturismo. Imbocchiamo la stradina e dopo un po’ arriviamo in un posto molto bello, nel verde e con una magnifica veduta sulla valle sottostante. La casa e’ un po’ lugubre, un vecchio casale signorile dell’Ottocento con una dependance che forse una volta era una stalla o la casa del contadino. Sembra disabitato. Suoniamo il clakson, io scendo alla ricerca di qualche essere umano e dopo un po’ si presenta un tizio che non parla altro che il portoghese e che dalla faccia non sembra molto sveglio, anzi sembra quasi avere problemi mentali. Riusciamo, non so come, a fargli capire che vogliamo passare li’ la notte e ci porta cosi’ a fa vedere le stanze. Una si trova nel casale… ci si arriva dopo aver attraversato una serie di stanze e corridoi pieni di cimeli e foto d’epoca e mobili che avranno avuto senz’altro più di un secolo. Tende pesanti alle finestre, atmosfera cupa e quasi cimiteriale. Devo dire che aveva un suo fascino, ma era un fascino che su Luciana non faceva affatto presa, anzi faceva aumentare la sensazione lugubre dell’impatto iniziale. La seconda stanza era nella dependance ed era caratterizzata da un intenso odore di fogna. L’uomo che ci accompagna ci fa capire che il tutto e’ gestito da suo fratello e quindi prende il telefonino e lo chiama. Per fortuna il fratello parla inglese e cosi’ ci dice il prezzo (60 euro a stanza con colazione). Io dico li’ per li’ che va bene ma poi ci consultiamo e decidiamo che fra l’aspetto lugubre e la puzza di fogna sarebbe stato meglio cercarci un altro posto. Nel frattempo pero’ l’uomo era sparito, forse alla ricerca di asciugamani o lenzuoli, chissà ! Suoniamo il clakson, chiamiamo a gran voce ma niente, non si vede anima viva. Rapida consultazione, accendiamo il motore e via come dei ladri. Un pò ci dispiace di aver fatto una pessima figura e per di piu’ di aver quasi approfittato della buona fede di una persona con problemi di comprensione, ma in fondo noi la buona volontà ce l’abbiamo messa ! A questo punto sono quasi le 8 di sera e decidiamo di andare a trovare un albergo a Porto che e’ una grande città e dove quindi sarebbe stato facile trovare un paio di stanze. Non sapevamo che quella sarebbe stata invece per noi un’indimenticabile serata da incubo.

Arriviamo a Porto che e’ quasi buio e siamo privi di cartina della città ma per fortuna abbiamo una serie di indirizzi di alberghi presi a Roma prima di partire. Proviamo al primo che si chiama Castelo Santa Caterina. E’ bellissimo ma purtroppo ha solo una stanza libera. Poco male, ce ne sono tanti altri. Proviamo al secondo ma è pieno anche esso, poi un altro ancora ma anche questo niente. Al successivo ci dicono che il giorno dopo c’e’ una gara di aerei acrobatici e che quindi tutti gli alberghi sono pieni ! Ci consigliano di andare verso il quartiere Boavista che si trova in periferia vicino al mare. Sempre senza cartina e chiedendo informazioni al volo giriamo come matti ma non riusciamo a trovare nemmeno un buco. Nel frattempo si sono fatte le 23, siamo in preda al nervosismo e decidiamo per lo meno di mangiare qualcosa. Ci fermiamo in un ristorante elegante ma in fondo economico (sui 25 Euro) e disperati chiediamo al cameriere se conosce qualche albergo nei dintorni. Lui prende il telefonino e ci passa un suo amico che lavora in un albergo li’ vicino e che ci dice che ha due stanze prenotate ma disdette poche ore prima. Un colpo di fortuna incredibile !! Avremmo baciato il cameriere ! Le stanze costano 120 Euro l’una ma è un prezzo speciale perché normalmente la tariffa è 350 ! Ma a quel punto avremmo pagato qualunque cifra pur di trovare un letto. In effetti quando arriviamo all’albergo (il Tiara) ci accorgiamo che e’ un 5 stelle sullo stile si quelli internazionale di lusso. Ma è l’una di notte e non abbiamo nemmeno il tempo di guardarlo bene perché ci precipitiamo nella stanza e ci buttiamo a letto a dormire. 07/09/2008 Domenica Quando ci svegliamo ci rendiamo conto di dove siamo capitati. Siamo al decimo piano e la vista spazia sul quartiere di Boavista fino al mare. Siamo circondati di grattacieli ed edifici moderni per cui non sembra quasi di essere in Portogallo. Lo standard dell’albergo e’ davvero di lusso. Scendiamo per colazione e vediamo un sacco di gente per lo piu’ americana che capiamo subito essere li’ per la gara degli aerei. Donne e uomini da copertina di rivista di moda. Insomma quel mondo un po’ fatuo e scemo del tipo di quello che circola intorno alla Formula 1. Questa gara di aerei ci sta sempre piu’ sulle palle. Paghiamo e ci precipitiamo verso il centro per cercare di anticipare la fiumana di gente che verso l’ora di pranzo sarebbe andata a vedere la gara. Infatti quando arriviamo tutto il centro storico è praticamente blindato e chiuso al traffico con vigili e polizia dovunque.

Per fortuna troviamo un garage libero dove parcheggiare la macchina e iniziamo il nostro giro a piedi. La parte vecchia degrada verso il fiume Douro in un dedalo di stradine. Sull’altra riva del fiume si vedono le distillerie piu’ famose del vino Porto, tipo Sandeman e Ofley. Tutto il centro storico mi dà la sensazione di essere nei quartieri Spagnoli di Napoli. E’ tutto molto suggestivo, con le chiese barocche, i panni colorati appesi alle finestre, le piccole botteghe dei vicoli e tutto l’insieme ha un’aria decisamente familiare. Visitiamo un paio di chiese (quella di S. Francesco e’ un tale trionfo del barocco e dell’oro che fa quasi girare la testa). Poi nel cielo cominciamo a volteggiare gli aerei acrobatici che fanno un rumore infernale. Ci affacciamo su una specie di belvedere sotto la Cattedrale da cui si vede il fiume, nel quale hanno piantato una serie di enormi birilli colorati. Gli aerei (tipo Piper) fanno lo slalom in mezzo ai birilli e poi alcune figure acrobatiche nel minor tempo possibile. Avevo visto qualcosa del genere su qualche canale satellitare straniero ma non credo che in Italia si siano mai svolte simili gare.

Ci infiliamo in un bar per mangiare e poi torniamo a prendere la macchina per andare via prima che cominci il flusso di ritorno della gente dalle gare. Puntiamo verso l’interno per cercare un agriturismo in cui fare base per le gite dei giorni successivi. Arriviamo così ad Amarante e cerchiamo l’agriturismo Casa de Pedra che era uno di quelli indicati nella nostra guida. Ci apre una signora molto gentile che sembra piu’ inglese che portoghese e che prima ci dice che per quella sera ha solo una stanza e poi di fronte alle nostre insistenze dice di averne anche un’altra. Meno male ! Non ci piaceva per niente l’idea di ripetere l’esperienza del giorno prima. In effetti la seconda stanza e’ un po’ bruttina e fredda ma tanto e’ solo per una sera e poi il posto e’ splendido, il panorama è mozzafiato, la costruzione in pietra è curata nei minimi dettagli e ha un favoloso giardino tutto intorno con persino una piscina ! Piscina che visitiamo immediatamente per un po’ di sano relax prima di cena. Insomma un posto decisamente da consigliare.

Andiamo a cenare ad Amarante, che e’ un paese molto carino piazzato a cavallo di un fiume e che ha degli scorci molto suggestivi. Un posto davvero molto bello e rilassante. Ci addentriamo nella parte alta del paese e ceniamo in una specie di osteria piena di paesani (in fondo e’ domenica sera) e cosi’ abbiamo l’occasione di mangiare discretamente e a poco prezzo, proprio come fossimo gente del posto. Tra l’altro li’ troviamo anche il benzinaio che nel pomeriggio ci aveva indicato la via per andare all’agriturismo., un ragazzo sveglio e simpatico.

08/09/2008 Lunedi’ Facciamo colazione in una sala da pranzo che è proprio in perfetto stile inglese: caminetto, vetrinette, pendolo da terra, ceramiche e antiquariato vario. La signora Maria (la proprietaria) e’ gentilissima e in quell’ambiente sembra davvero una gentildonna inglese di campagna. Dopo colazione ci dirigiamo a Guimaraes, una deliziosa cittadina medievale dove pare che sia nato il Portogallo. O almeno e’ qui che Alfonso I ha fondato la nazione portoghese. C’e’ infatti il suo castello che domina la citta’. Il centro antico e’ pieno di strade molto carine e molto ben tenute. Ma in fondo bisogna dire che tutti i centri storici portoghesi sono conservati molto bene. Da Guimaraes proseguiamo poi per Viana do Castelo, cittadina costiera a pochi chilometri dal confine spagnolo. Anche questa cittadina ha un centro storico di sapore medievale, molto vivace e ben tenuto. Ma la caratteristica di questo posto e’ la chiesa di Santa Lucia che si trova sulla collina sovrastante la citta’ e che e’ praticamente una copia della chiesa del Sacro Cuore che sta sulla collina di Montmartre a Parigi. Da questa chiesa si gode una spettacolare vista sulla città, sull’oceano e sulla retrostante pianura solcata dal fiume Lima. Insomma un posto senz’altro da non perdere. Torniamo a cena ad Amarante e poi nel nostro agriturismo dove gli altri turisti sono partiti e finalmente noi abbiamo ormai un intero appartamento a disposizione.

09/09/2008 Martedi’ La mattina facciamo i bagagli e salutiamo la signora Maria che si commuove e ci spiega come per lei i turisti che vanno li’ sono piu’ amici che clienti. Ci parla anche della sua visione religiosa, di tutta la gente che ha conosciuto, della sua filosofia di vita. Una donna davvero particolare con una sua profonda e personale spiritualita’ dal vago sapore New Age. Avrei avuto piacere approfondire con lei tanti aspetti ma il tempo stringe e purtroppo dobbiamo partire. La giornata di oggi e’ dedicata alla valle del Douro, il fiume di Porto. In macchina ci arriviamo dall’alto e ci fermiamo in una specie di belvedere da cui si vede un lungo tratto del fiume che scorre sinuosamente e lentamente tra due pareti collinari piene di vigneti. E’ questa la zona di produzione del Porto, il vino che e’ la specialità del Portogallo nota in tutto il mondo. Scendiamo lungo la strada tortuosa fino al fiume con l’intenzione di percorrerlo in battello o in treno, ma entrambe le ipotesi sono impraticabili per via degli orari piuttosto scomodi. Poco male perche’ scopriamo che la strada costeggia tutto il fiume esattamente come la ferrovia. Di fianco alla carreggiata ci sono le tenute piene di vigneti che portano nomi famosi come Sandeman e Ofley. Il paesaggio e’ calmo e idilliaco e il fiume scorre talmente lento che, là dove si allarga, sembra un lago. Mangiamo un panino al bar della piazza di un piccolo paese di nome Peinao e ritorniamo indietro in quanto la parte piu’ bella da vedere finisce praticamente li’. Puntiamo verso sud attraversando la Serra Estrela (che e’ in pratica una zona collinare tipo l’Umbria o la Toscana), ci fermiamo a vedere Linhares, un paese molto piccolo e carino da cui si ammira il panorama su tutta la pianura e che ha la caratteristica di sembrare completamente disabitato. E’ vero che era l’ora di pranzo ma avremo incontrato sì e no un paio di persone in tutto ! Riprendiamo la strada a sud verso Evora e ci fermiamo per dormire a Castelo Branco, un posto assolutamente anonimo dove stentiamo perfino a trovare un ristorante (La Muraglia, cena con 15 Euro). Insomma un posto da evitare a meno che, come nel nostro caso, non si sia fatto troppo tardi per proseguire oltre.

10/09/2008 Mercoledi’ Lasciamo Castelo Branco senza rimpianti e puntiamo decisi su Evora, di cui tanto abbiamo sentito parlare. La strada scende verso sud e verso l’interno e il paesaggio comincia a somigliare a quello spagnolo. Grande pianura, poca vegetazione e temperatura perfino calda. Anche le case qui sembrano piu’ spagnole che portoghesi, tutte a calce bianca con arcate dipinte giallo ocra. Prima di Evora lungo la strada incontriamo il paesino di Evora Monte, una collina con sopra un bel castello quadrangolare che ricorda un po’ Castel del Monte in Puglia, sia come posizione che come architettura. Il borghetto intorno al castello e’ deserto o quasi ma in compenso sui merli e sulle finestre del castello stazionano centinaia e centinaia di rondini che al minimo rumore volano via tutte insieme per poi posarsi di nuovo sulle mura. Ci divertiamo per un po’ a battere le mani e a goderci quello strano spettacolo (penso che le rondini si siano divertite molto meno) per poi riprendere la macchina ed arrivare finalmente ad Evora. Evora e’ un paese di stile spagnolo, molto turistico e molto affollato anche grazie alla presenza di una delle maggiori universita’ portoghesi. E’ comunque molto piacevole girare per le strade, visitare le chiese, la Cattedrale e godersi lo spettacolo della folla di ragazzi che riempie di vita la citta’. Una caratteristica di Evora e’ la presenza di un tempio romano (il tempio di Diana), che penso sia il meglio conservato di tutta la penisola iberica. E’ piccolino ma ben proporzionato e situato come al solito in una posizione molto panoramica. A pranzo ci sediamo ad un bar nella piazza principale e stiamo per ordinare un piatto quando vediamo che sul tavolo accanto al nostro, dove ci sono degli avanzi lasciati dai precedenti avventori, si precipita una schiera di piccioni che comincia a saltellare e beccare dentro i piatti. Ci guardiamo, ci alziamo e decidiamo che per oggi va piu’ che bene un panino avvolto nella carta in qualche bar meno centrale e meno frequentato da piccioni.

Nel pomeriggio ripartiamo alla volta di Lisbona dove decidiamo di fermarci in qualche posto sul mare per riposarci un giorno e per essere più vicini all’aeroporto, visto che abbiamo il volo la mattina presto. Dopo una serie di ipotesi e di telefonate al nostro padrone di casa di Lisbona per chiedere consigli, la scelta cade su Estoril. Quando arriviamo e’ tardo pomeriggio, il paese e’ molto affollato e quindi andiamo diretti all’ufficio del turismo che si trova sul lungomare. L’impiegata, dopo aver capito al volo le nostre possibilità economiche, telefona ad un albergo a 3 stelle di nome Smart che fortunatamente ha due camere disponibili a 60 Euro l’una. Quando ci arriviamo abbiamo la piacevole sorpresa di scoprire che e’ un albergo molto carino e persino dotato di piscina e parcheggio gratuito ! Inoltre e’ posizionato benissimo, in una stradina alle spalle del lungomare, ma molto tranquilla e molto vicina al centro (che poi sarebbe la lunga piazza con il Casino’ perpendicolare al lungomare). Il lungomare e’ molto panoramico e ha una passeggiata pedonale che in un paio di chilometri porta fino a Cascais. Ceniamo all’unico ristorante situato sulla spiaggia che però non mi sentirei di consigliare. Fine serata ovviamente al Casino’ dove Fausto si mette alle slot machines e alla fine riesce a perdere solo 5 Euro. Torniamo in albergo anche perche’ c’e’ una forte tramontana e comincia a fare decisamente freddo. 11/09/2008 Giovedi’ Oggi è la nostra ultima giornata in Portogallo e decidiamo di dedicarla alla spiaggia. Peccato che il tempo nel frattempo si e’ annuvolato e così prendiamo la macchina e andiamo a visitare Cascais, dove eravamo passati frettolosamente all’inizio del nostro giro. La cittadina e’ molto carina e conserva ancora, nelle parti piu’ vecchie, l’aspetto di un paese di pescatori. Devo dire che l’insieme di Estoril a Cascais mi ricorda molto la Costa Azzurra, sia come architettura che come tipo di vita, che come atmosfera generale. Direi che Estoril somiglia ad una Nizza in piccolo mentre Cascais mi ricorda piu’ paesi tipo Antibes. Comunque l’impressione generale e’ proprio quella di trovarsi in Costa Azzurra. Mentre camminiamo per Cascais ci prendiamo anche un po’ di pioggia ma poi improvvisamente si alza un gran vento che spazza le nubi e fa uscire un bel sole. A quel punto riprendiamo il nostro precedente programma e torniamo ad Estoril dove finalmente riusciamo a sdraiarci sulla spiaggia per prendere un po’ di sole, anche se il gran vento tenta continuamente di ricoprirci di sabbia. Per fortuna il sole e’ ancora caldo e c’e’ persino qualcuno che si fa il bagno ! Dopo un paio di orette di relax e di lettura ci alziamo e ci incamminiamo lungo la passeggiata che porta a Cascais, una camminata molto piacevole e panoramica, a meta’ tra la spiaggia e la strada costiera che corre piu’ in alto. Praticamente Estoril e Cascais sono talmente vicine che e’ impossibile distinguere dove finisce l’una e comincia l’altra, per cui piano piano torniamo quasi al centro di Cascais e da li’ di nuovo indietro verso il nostro albergo di Estoril. La sera ceniamo a Cascais che e’ decisamente piu’ pittoresca e anche piu’ piena di ristoranti rispetto a Estoril. Li’ ci concediamo una cosa che nei nostri viaggi non facciamo mai … Una cena in un ristorante italiano ! Evitiamo pero’ di prendere piatti nostrani e ci orientiamo invece sul pesce spendendo alla fine solo 22 Euro a persona. Sicuramente quel ristorante di italiano non ha i prezzi ! Usciamo poi per fare una piccola passeggiata digestiva ma fa freddo e il giorno dopo ci dobbiamo svegliare alle 6, per cui dopo un po’ riprendiamo la macchina e torniamo in albergo.

12/09/2008 Venerdi’ La sveglia alle 6 non e’ strettamente necessaria visto che il volo parte alle 10 ma tutti ci hanno talmente terrorizzato riguardo al traffico che si trova sull’autostrada che si deve prendere da Estoril per andare a Lisbona, e da lì all’aeroporto, che decidiamo di battere tutti sul tempo e anticipare la partenza da Estoril, rinunciando anche alla colazione. In effetti a quell’ora e’ ancora buio e non c’e’ proprio nessuno per strada per cui arriviamo all’aeroporto con ben 3 ore di anticipo. Mica male considerando che poi ci aspettano altre 12 ore di viaggio tra cambi di aerei e attese intermedie ! Come se non bastasse il volo parte pure con mezz’ora di ritardo. Ma poi per fortuna tutto fila via liscio, tranne una piccola suspence finale quando poco prima di arrivare a Roma il comandante ci informa che c’è un terribile temporale sull’aeroporto e che c’è il rischio di atterrare a Napoli ! Dopo quasi 12 ore di viaggio ci mancherebbe pure questo… Alla fine avremmo impiegato un tempo di viaggio totale quasi pari a quello necessario per andare in Sud America ! Ma per fortuna il temporale si calma e riusciamo finalmente ad atterrare a Roma sani e salvi.



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