Cuba fai da te 2
I partecipanti,innanzi tutto:io,Carlo,48 anni,ingegnere,la mia compagna Cinzia,ingegnere,eta’ non comunicabile,Luca,figlio dei suddetti,16 anni,coinvolto nell’avventura nella speranza di fargli vivere una esperienza indimenticabile,ben contento di saltare una settimana e piu’ di scuola.
Da un lato la curiosita’ di scoprire un mondo,una societa’ probabilmente unici,da un’altro la speranza di trovare una societa’ il piu’ possibile “giusta”,da un altro ancora il timore di non essere propriamente graditi ;e si’,perche’ la molla che ci ha spinti a varcare l’oceano(per me la prima volta fuori Europa…)e’ stata,principalmente,andare a trovare una persona un po’ speciale che lavora da due anni in mezzo ai cosiddetti campesinos,don Marino, per anni a Genova seguito ,rispettato e di esempio per centinaia di persone e chiamato nella lontana isola dalla propria volonta’ di essere ancora una volta a disposizione di chi ne’ ha bisogno.
Be’,almeno un amico laggiu’ …Non si sa mai.
Il viaggio non e’ stato organizzato nei dettagli,lasciando in parte al caso quello che sarebbe successo.
Avevamo a disposizione,purtroppo,una sola settimana(troppo poco,col senno di poi !),in una stagione che era annunciata ideale come clima ;l’inverno caraibico …Per alcuni di noi europei sarebbe un sogno..,l’eterna primavera ,o per meglio dire,un fine settembre caldo e tutto sommato asciutto,situazione ideale per percorrere i tanti chilometri(alla fine oltre 1200) nel centro del paese.
Il programma prevedeva i primi due giorni a l’Havana, il successivo viaggio,con auto noleggiata, (250 km) verso Santa Clara per raggiungere il piccolo centro contadino di Santo Domingo,dove lavora Don Marino,base per successivi spostamenti verso il sud(Trinidad) ,il nord (isola di S. ) e la tirata finale ancora verso il sud (ovest) alla baia dei Porci e il viaggio finale verso l’Havana per l’appuntamento con l’aereo che ci avrebbe riportati in Europa.
E’ in gran parte inutile la descrizione dei luoghi;tutto quanto e’ ampiamente descritto nei resoconti trovabili in internet e nelle numerose guide acquistabili nelle librerie (assolutamente necessario arrivare informati di quello che ci aspetta,soprattutto se non si dispone di molto tempo,in modo da non perderlo inutilmente );quello che mi interessa e’ farvi partecipi di quanto ci e’ capitato di bello in cosi’ poco tempo.
Primo incontro,l’Havana,primo giro a piedi nel centro a l’Havana vieja:l’area ristrutturata e’ veramente molto limitata,se la confrontiamo con quanto si puo’ trovare nelle citta’ storiche italiane.
Tutte le guide mettono in guardia sul continuo “assalto” dei locali ai turisti ,fonte di necessario guadagno… e difatti,nel giro di pochi minuti io e cinzia siamo avvicinati da una signora anziana che vuole venderci alcune monete ,nemmeno cubane,con l’effige del Che.
Siamo tanto prevenuti che nel giro di cinque minuti ci ritroviamo …Ad accettare un invito a cena per la sera successiva ,pollo riso e fagioli come da tradizione.
Nonostante i sani timori da buoni italiani,abituati a tutto e di piu’ in fatto di insicurezza ,alla diffidenza che ormai ci accompagna in tutti i rapporti personali,la sera successiva siamo ai margini del centro turistico,poche decine di metri,nel buio dei vicoli ,in una strana atmosfera vociante,musiche confuse da ogni finestra,uomini,donne,bambini,ragazzi che si muovono attorno a noi quasi indistinti;incredibile sensazione e strani ricordi di una infanzia ormai un po’ lontana,fine anni 60, nel paesino in periferia di Genova.
Ruderi,cornicioni cadenti,ringhiere arrugginite,porte aperte su locali poveramente arredati ma molto dignitosi.
Lux,chiamiamola cosi’ per non crearle problemi,ci riceve nel suo appartamento dove vive con figli,nipoti,pronipoti ,e chi piu’ ne ha piu’ ne metta;lei e’ una insegnante in pensione e la prima cosa che fa e’ regalare un libro di poesie a Luca…Guai se non si istruisce e non si impegna a scuola!incredibile trovare in tanta semplicita’ di vita cosi’ tanta saggezza.
In fondo,ci racconta dopo che ci mostriamo interessati alla realta’ di Cuba dopo 50 anni di regime,tutti hanno avuto la possibilita’ di studiare e lei,che ha vissuto la realta’ pre-Castro,e’ convinta che i conti alla fine tornino.
Certo,non possono lasciare l’isola se non in casi particolari,certo,il futuro non sara’ facile e il livello di vita(non diciamo di benessere,sarebbe troppo) non e’ propriamente elevato ,certo sono costretti ad arrangiarsi per arrotondare le entrate(lo stipendio mensile non basta al meno esigente dei nostri figli per una serata in discoteca..),certo gli ingegneri a volte preferiscono fare le guide ai turisti ,per ovvi motivi,certo non possono criticare apertamente il regime(ci sono orecchie e occhi ad ogni angolo di strada),certo hanno limitato se non nullo accesso alle informazioni dall’esterno dell’isola,sono,insomma,prigionieri dell’ideale rivoluzionario,ma…
Secondo incontro,Santo domingo,Don Marino.
La sua chiesa,in eterna ristrutturazione,si trova nel centro del paesone,un insieme di case non propriamente esempi di architettura moderna,con colori piu’ o meno assortiti,colonne (anche corinzie!) un po’ dappertutto,legno e muratura,pochi negozi ,tanta gente per strada ,poche automobili (quelle dei turisti non passano inosservate,intanto hanno una targa che li identifica e poi sono quelle piu’ sciatte di tutte..).
La chiesa,circondata o quasi da impalcature,e’ stata la prima a Cuba che ha fatto risuonare le sue campane dopo cinquanta anni!(notate che fine hanno fatto le campane a l’Havana ,le incontrerete prima o poi per strada).
Di fronte all’ingresso della canonica che viene utilizzata per le celebrazioni la sede del Partito .
Avete presente Peppone e Don Camillo ?stessa situazione potenziale.In realta’ ognuno fa la sua vita e l’eco delle preghiere che fuoriesce dalla canonica si scontra e mischia in strada con l’audio della televisione che trasmette il match di turno di baseball o l’ultima puntata della telenovela.
Don marino e’ aiutato da un altro giovane missionario italiano,don ,un ragazzo entusiasta che sembra mettere tutto se stesso in ogni cosa che fa.
Tutto sembra piu’ difficile in mezzo alla campagna cubana;marino ci aveva chiesto,dietro nostra insistenza,di portargli dall’Italia viti ad espansione e pomelli per ante e cassetti…Noi,per portare qualcosa che ritenevamo piu’ utile,abbiamo aggiunto punte per il trapano…Peccato che il loro trapano non funzionava piu’ ,chissa’ come pensavano di fare i buchi!ecco un buon regalo da affidare ai prossimi che andranno a trovarli.
Due scene che non dimentichero’:la messa organizzata nella serata in mezzo ai campi,in una piccola comunita’ di fedeli,tanti bambini e donne,sotto un cielo stellato fatto apposta per convertire il comunista piu’ convinto o anche solo l’ateo piu’ disperato e l’accoglienza affettuosa di persone semplicissime che sembrano arrivare da un altro mondo.
La felicita’ degli amici missionari nel ricevere dall’Italia un piccolo apparecchio acustico “ricondizionato” che permettera’ ad un ragazzo di udire dopo molto tempo.
Terzo incontro,casuale, vicino a Baia dei Porci,persi alla ricerca di mercati di frutta e verdura evidentemente nascosti apposta ai turisti per farli girare il piu’ possibile tra strade tutte uguali.
Giuseppe,chiamiamolo cosi’,ci sente chiedere informazioni (sempre il mercato introvabile…) e si fa avanti.
10 minuti e il mercato e’ trovato,la macchina riempita di ananas e altro e Giuseppe inglobato nella famiglia alla ricerca del tempo perduto e degli ultimi luoghi da visitare ad ogni costo durante l’ultimo giorno a Cuba… Allevamento coccodrilli,baia dei porci a fare l’ultimo bagno(un luogo tragico per i tanti morti ma oggi meta dei vacanzieri locali) e pranzo seduti sulla spiaggia.
E’ diventato a quel punto naturale chiedere all’amico Giuseppe(e si’,il guadagno facile era la molla che lo aveva spinto a conoscerci,ma in breve tempo si era guadagnato anche la nostra amicizia con la sua semplicita’ e correttezza…Chissa’ se lo rivedremo mai) di accompagnarci fino all’imbarco dell’aereo a l’Havana,possibilmente passando dalla villa di Hemingway nei sobborghi della capitale.
Ha voluto farci conoscere la sua famiglia,prima di dedicare il resto della domenica a noi.
La casa veramente molto semplice,poveramente arredata,in affitto,i bambini,la moglie ,la voglia di sapere tutto quello che succede al di fuori della sua isola,la foto tutti insieme probabilmente da aggiungere al suo “carnet” per i prossimi turisti,e poi il viaggio di ritorno a l’Havana,ritorno per noi…Per Giovanni la necessita’ di dover trovare entro la notte un passaggio piu’ o meno veloce verso casa.
Ancora da non credere,con lui siamo riusciti a trovare la villa di Hemingway(ovviamente chiusa per noi… se non avessimo avuto dalla nostra parte la sua parlantina capace di convincere il poliziotto piu’ severo),splendida e tutta solo per noi…,a trovare l’aeroporto in tempo da record e a consegnare l’auto noleggiata senza problemi(attenzione alla riconsegna…).
E sempre lui impegnato,allo stesso momento ,a cercare di aiutare un turista spagnolo che era rimasto coinvolto in un incidente(con la polizia assolutamente indifferente all’accaduto) e che rischiava di dover sborsare una bella tassa… di addio alla vacanza,a mostrarci le foto dei battesimi delle sue figlie ,ad aiutarci per le ultime incombenze per lasciare Cuba,un grande! Vivesse in qualunque altra parte del mondo potrebbe fare qualunque cosa con ottimi risultati! Per finire,una settimana intensa ,in un mondo cosi’ lontano dal nostro in tutti i sensi,una bella esperienza che ci piacerebbe ripetere,sperando di poter ritrovare tante care persone,magari un poco piu’ libere di decidere della propria vita.