Albania…perché no?

Albania…perché no? E Albania è stata! Chi siamo: Gigi e Alessia, marito e moglie Periodo del viaggio: ultima settimana di agosto prima di settembre…il caldo si è fatto sentire ma ragionevolmente con la stagione e con la latitudine. Il nostro viaggio è iniziato il 23 agosto. Ci siamo imbarcati a Bari per Durazzo e devo dire che l’Albania...
Scritto da: AleGio
albania...perché no?
Partenza il: 23/08/2008
Ritorno il: 05/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Albania…Perché no? E Albania è stata! Chi siamo: Gigi e Alessia, marito e moglie Periodo del viaggio: ultima settimana di agosto prima di settembre…Il caldo si è fatto sentire ma ragionevolmente con la stagione e con la latitudine.

Il nostro viaggio è iniziato il 23 agosto. Ci siamo imbarcati a Bari per Durazzo e devo dire che l’Albania abbiamo iniziato a viverla già dall’attraversata. Sul traghetto eravamo gli unici turisti tra tanti cittadini albanesi di ritorno in patria per le ferie. Il ritardo di tre ore previsto per l’arrivo (11.00 anziché 8.00 del mattino) ci ha permesso di condividere non solo gli spazi ma anche l’attesa e le emozioni con chi faceva ritorno a casa. Ci siamo sentiti spettatori privilegiati del viaggio di altri più che protagonisti del nostro. Esplicate le formalità alla dogana del porto abbiamo visitato Durazzo. Durazzo come anche Tirana, Valona e Scutari non hanno molto da offrire al visitatore dal punto di vista storico e architettonico, si possono visitare in un paio d’ore e vale la pena farlo per calarsi nella vita cittadina locale.Noi abbiamo preferito soluzioni più defilate per le soste. La prima notte l’abbiamo trascorsa a Golem a circa 8 km da Durazzo ritenuta la spiaggia d’elite dagli albanesi ma ancora lontana, in termini di servizi e pulizia, dai canoni che la farebbero scegliere ad un turista italiano per una vacanza balneare. Siamo rimasti colpiti dalla quantità di gente che, al calar del sole, affolla la spiaggia vissuta come una sorta di piazza. Gente di qualsiasi età passeggia, cena, chiacchiera, acquista dagli ambulanti che offrono la loro mercanzia sul dorso di muli. Il giorno seguente abbiamo proseguito per Valona. Dopo Lushnje deviando per Kolonje si arriva ad Ardenices sito in genere non riportato dalle guide. Qui si trova un grazioso monastero ortodosso del 1200 in cui vivono ancora cinque monaci. Con un’offerta libera è possibile visitarne l’interno. A Fier si trova la deviazione per Apollonia, sito archeologico del III sec. A.C. (700 lek l’ingresso) immerso nella campagna albanese disseminata dei bunker voluti da Hoxha. La chiesa di S. Maria, che sorge all’interno del sito, è un piccolo gioiello dell’arte bizantina.

La strada che da Valona porta verso sud si lascia alle spalle il mare per inerpicarsi ad oltre 1000m d’altitudine del passo Llogoraja in un paesaggio tipicamente montuoso. Qui si gode uno dei panorami più affascinanti sulla costa ionica che da questo punto in avanti offrirà scenari spettacolari lungo tutto il tragitto fino a Saranda. Noi ci siamo fermati a Dhermiu dove si trova una lunghissima e desolata spiaggia di sassi che si affaccia su un mare turchese. Abbiamo pernottato presso un affittacamere, villa Milton, per 35 euro la doppia. Nel viaggio verso sud abbiamo fatto tappa a Porto Palermo una baia dalle acque cristalline alla cui estremità meridionale si trova una penisola su cui sorge il castello di Ali Pasha (200 lek l’ingresso); il gestore della trattoria sulla strada vi farà da guida, meglio avere una pila per la visita perché non è illuminato. Abbiamo quindi proseguito per Saranda, la località balneare di punta della costa meridionale. Qui abbiamo trovato da dormire presso l’hotel Agimi (40 euro stanza doppia con bagno spettacolare, colazione e parcheggio custodito) ma comunque l’offerta è buona, gli hotel sono numerosi e nuovissimi. Dal castello di Lekuresit è possibile godere della vista su Corfù, sulla baia di Saranda, sulla laguna di Butrinto e purtroppo anche sulle nuove costruzioni che come funghi stanno spuntando un po’ ovunque sulla costa. Saranda per noi è stata punto d’appoggio per escursioni a Butrinto, spettacolare sito archeologico e naturalistico, per la zona di Ksamili e le quattro isole antistanti, le cui spiagge sono da preferirsi a quelle di Saranda, per la Syri i Kalter una sorgente d’acqua blu sulla strada per Girocastro. Partendo da Saranda in poco più di un’ora si arriva a Girocastro. La città vecchia è un piccolo centro arroccato su uno sperone di roccia dominato da un castello (200 lek l’ingresso) purtroppo, a nostro avviso, poco curato e valorizzato. Bellissime sono le case tipiche dei primi dell’800 che si stagliano imponenti sopra i tetti di ardesia di quelle più recenti. Peccato che molte stiano andando in rovina. Merita una visita la Zekata House, proprietà di una coppia di anziani che con un’offerta libera vi consegnerà le chiavi per la visita degli interni davvero notevoli. Berat l’abbiamo raggiunta da Girocastro dapprima arrivando a Tepelene e poi percorrendo la strada che porta a Fier dato che la via più interna riportata sulla cartina stradale non era indicata dalla segnaletica. Uno sguardo su Berat e una passeggiata tra le viuzze dei suoi quartieri vale il viaggio, non aggiungo altro. Abbiamo trovato un’ottima sistemazione presso la residenza Desirat (30 euro la doppia con prima colazione, parcheggio e vista spettacolare sulle mille finestre della cittadina). Infine Kruja di cui vale la pena visitare il museo etnografico mentre ci è apparso senz’altro imponente ma di discutibile bellezza e interesse il museo di Skanderbeg. Kruja è ricca di negozi che espongono prodotti tipici dell’artigianato albanese, offre quindi l’occasione di acquistare souvenir, anche se a noi va di ricordare che all’interno del sito di Butrinto vengono venduti oggetti creati dalle famiglie della zona pagate con i proventi delle vendite.

Informazioni: dal primo giugno 2007 i cittadini italiani possono entrare con la carta d’identità; se la carta verde della vostra auto prevede la copertura per l’Albania non è necessario stipulare nessuna assicurazione del veicolo; alla dogana si paga 1 euro a persona per l’ingresso e 1 all’uscita dal paese; qualora si entri con un veicolo proprio, vi sarà consegnato alla dogana un foglio in cui sono riportate le caratteristiche del mezzo, conservatelo perché vi verrà ritirato all’uscita dal paese. La moneta locale è il LEK 1 euro= 120 lek ma l’euro viene accettato un po’ ovunque. Si può trovare da dormire per 25/30/40 euro in camera doppia con bagno e prima colazione. Noi abbiamo sempre trovato sistemazioni pulite e tutt’altro che spartane sia presso gli alberghi che gli affittacamere.

Le strade sono un po’ il tasto dolente specie nel tratto tra Valona e Saranda dove sono in parte asfaltate, in parte sterrate, in parte ad una corsia, tortuose, a picco sul mare e senza protezioni, spesso attraversate da animali, spesso con animali che vi bivaccano. Data però l’operosità con la quale si sta procedendo ai lavori di asfaltatura sicuramente nei prossimi mesi la situazione sarà migliore di come l’abbiamo trovata noi che comunque siamo riusciti a superare qualsiasi terreno nonostante una modesta C3.

La polizia è effettivamente una presenza costante, si trovano pattuglie di agenti a pochi Km di distanza l’una dall’altra. E’ il caso di rispettare i limiti di velocità, tenere i fanali accesi e le cinture di sicurezza per non incorrere in contravvenzioni. Noi siamo stati fermati due volte per controlli.

Fare benzina almeno nell’area tra Durazzo, Tirana, Valona non è un problema perché i distributori sono numerosi, meno presenti sono nella parte meridionale. Il costo della benzina è simile al nostro.

Se per il pranzo vi accontentate di uno spuntino assaggiate i burek, triangoli di pastasfoglia ripieni di carne speziata, di formaggio o di spinaci.

Mete irrinunciabili: Butrinto-Girocastro-Berat-vista sulla costa dal passo Llogaraja Impressioni: mi sono resa conto nel comunicare la meta delle nostre vacanze ad amici e parenti che l’Albania, nonostante la sua vicinanza, è un paese ignorato, un paese che sembra non aver niente da dire e niente da offrire. Ancora oggi sconta il prezzo dell’isolamento in cui è rimasta per anni a causa di una dittatura di cui porta i segni e di cui paga le conseguenze; un isolamento che l’ha fatta sparire dall’immaginario comune, l’ha privata d’identità, l’ha tenuta nel silenzio e spogliata di interesse. Se non fosse disegnata sulla cartina geografica e se la cronaca non ci ricordasse che esistono gli albanesi, l’Albania non esisterebbe. Che dire…È stato un piacere scoprirla!E’ stato un piacere scoprire la costa lunga e desolata che da Dhermiu si spinge fino a Saranda, l’incanto di Butrinto e della sua laguna, il fascino di Berat e delle sue mille finestre, l’eleganza di Girocastro e delle sue case ottocentesche, è stato un piacere scoprire la semplicità e la disponibilità della sua gente orgogliosa di quello che la loro terra può offrire; meno piacevole è stato vedere che a deturparne il paesaggio a fianco ai bunker cicatrici del passato comunista, stanno comparendo innumerevoli scheletri di cemento, nuovi bubboni dell’era democratica. L’Albania dà l’impressione di essersi svegliata da un lungo sonno, tutto attorno a lei è andato avanti e sente di dover recuperare il tempo perduto. Ha le energie del risveglio ma anche il legittimo stordimento di chi ha davanti una giornata che impone da subito ritmi serrati e non sa da dove iniziare. E il visitatore è disorientato da questo mix di voglia di fare e confusione nell’agire. Percorrendola in lungo e in largo, dalla costa all’interno, da nord a sud, ci si accorge che un po’ ovunque si sta facendo lo sforzo per lasciarsi alle spalle povertà e arretratezza. La parola d’ordine sembra essere costruire: si costruiscono strade, case, condomini, alberghi, pompe di benzina, centri commerciali il tutto in maniera caotica e nevrotica. Costruire vuole esser il segno tangibile del processo di civilizzazione a cui il paese aspira e nello stesso tempo un biglietto da visita per chi cerca a casa di altri quello che ha anche a casa sua. Il volto dell’Albania è destinato a cambiare in breve tempo speriamo per non assomigliare a nessuno ma per far risaltare la sua anima.



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