Yokoso japan2 Osaka, Nishinomiya, Kyoto

09/04/08 Mercoledì OSAKA (大阪) L’atterraggio è abbastanza liscio… Il KIX di Osaka è l’aeroporto internazionale del Kansai (関西国際空港, Kansai Kokusai Kūkō, Kankū). È situato a Izumisano. Costruito su progetto di Renzo...
Scritto da: momo85
yokoso japan2 osaka, nishinomiya, kyoto
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
09/04/08 Mercoledì OSAKA (大阪) L’atterraggio è abbastanza liscio… Il KIX di Osaka è l’aeroporto internazionale del Kansai (関西国際空港, Kansai Kokusai Kūkō, Kankū). È situato a Izumisano. Costruito su progetto di Renzo Piano del 1987 e terminato nel 1994, è ubicato su un’isola artificiale distante 3 km dalla terraferma! Scesi a terra siamo trattati alla stregua di criminali … (Tanto per avere subito un saggio dell’affabilità che ci avrebbe accolto in seguito) … Questionario d’entrata (dichiarazione dei redditi, gruppo sanguigno, partita I.V.A… scherzo…) con foto segnaletiche comprensive delle nostre impronte digitali! Siamo prelevati da un pulmino (fratello o almeno parente dei pulmini che da Napoli ci hanno condotto a Roma) ci dirigiamo verso la Japan Foundation e facciamo un piccolo tour dello stabile. Senza sosta seguiamo una conferenza sui vari dialetti del Giappone… Come cambia la pronuncia dialettale delle parole: chotto ad Osaka (Osaka-ben 大阪弁) e schoscho a Tokyo, etc… La nostra insegnante è gentilissima ma il jet lag non ci dà tregua visto che non dormiamo da più di quarantotto ore… Siamo sopraffatti da attacchi di sonno tremendi… La classe si dimezza e i superstiti fanno il Karaoke con gli ultimi successi del Jpop! Trascorriamo il pomeriggio restante visitando i paraggi e la sera restiamo in albergo a causa della pioggia! Primo impatto con la cucina giapponese: Ramen… Oishii…! (nella nostra scodella troviamo spaghetti in brodo con rotellina di grasso, carne di maiale, cipolla, spinaci, uovo e germogli di soia!) Il ramen (ラーメン)è un tipico piatto giapponese (ma di origini cinesi) a base di pasta, simile alle tagliatelle o agli spaghetti, serviti in brodo di carne e/o pesce. Le signore della mensa sono molto gentili, si vede che sono avvezze a trattare con persone straniere, poiché la Japan Foundation ospita solo studenti stranieri che studiano Giapponese! 10/04/08 Giovedì OSAKA (大阪) Una delle prime giornate di corsa del nostro Jtour. Non ricordo nulla di preciso, posti si confondono con altri… Comunque, in ordine… Prendiamo un pullman e due metro e arriviamo Osaka per visitare l’Osaka Business Park… (da fuori e correndo, ovvio no?) poi ci dirigiamo verso il Osaka Castle, bello da fuori, ma il museo dentro non mi soddisfa granché, una cosa è degna di nota: le simulazioni delle scene della vita di Hideoshi fatte con proiezioni cinematografiche su uno sfondo reale. La torre centrale è circondata da uno stupendo giardino ornato da incantevoli alberi di Sakura… Visitiamo il parco (con la sua tendopoli di barboni), tutto pulito e quasi impeccabile, ci tengono all’estetica… (in modo quasi maniacale). Pranzo in un ristorante cinese a base di ravioli al vapore e coca cola… Dopo la pausa pranzo via di corsa verso il porto, la zona ricostruita, uguale al centro direzionale di Napoli. Sempre correndo ci perdiamo nel dedalo di viuzze, alla fine arriviamo in un neutro ed inutile Museo delle Minoranze. A me non è piaciuta l’idea di base del museo. Non è per i diritti delle minoranze, ma per delineare meglio le differenze, aumentando le distanze. Vi sono varie aree, una dedicata agli Ainu, una per i Gay, una per la Donne (inconcepibile l’idea di mettere le donne nel museo delle minoranze!) e così via, sottolineando un razzismo di fondo. Segue una veloce visita a Dotombori… la strada dei negozietti… Lì scopriamo che le commesse sono diffidenti nei confronti degli stranieri (portatori sani di delinquenza) … In seguito abbiamo capito che tutte le strade per lo shopping si chiamano Ebisu-Bashi o Dotombori! L’equivalente Giapponese delle nostre Via Roma e Corso Umberto…! Riprendiamo le metro per tornar al campus. Io e altre ragazze decidiamo di restare al terminal della metro “Circle” per cenare lì… Troviamo un ristorante dove si mangia inginocchiati e ceniamo a base di Saikoro steak … Spezzatino di maiale con contorno di patate e cipolle! La carne era mezza cruda e cerchiamo invano di spiegare alla cameriera che la vogliamo più cotta… Capiamo che, in qualsiasi ristorante, la carne è servita cruda su una piastra rovente e che tocca al cliente cucinarla a proprio piacimento! Diamo un’occhiata al locale, siamo circondate da giapponesi ubriachi che rumoreggiano senza ritegno e fanno un notevole casino… Il tipico gruppetto di amici giapponesi, tranquilli e ligi al dovere fino alle sei del pomeriggio, dalle otto alle dieci di sera subiscono una profonda metamorfosi caratteriale per poi tornare retti e diligenti alle sei del mattino successivo… eh beh… Torniamo alla base e utilizziamo un po’ l’internet point del campus per non spezzare i legami con la Madrepatria Italia.

11/04/08 Venerdì NISHINOMIYA (西宮市) Lasciamo a malincuore la Japan Foundation e ci dirigiamo verso il METEC per seguire una conferenza su come si riciclano televisori, frigo e condizionatori… Che fortuna averlo saputo, non guarderò più nello stesso modo il mio frigo. Entriamo nella fabbrica, ci fanno vedere la catena di montaggio, color Rosa per i televisori, Arancione per i frigo e Blu per i condizionatori… Il bello è che noi passeggiamo allegramente su un corridoio posto sopra la fabbrica e respiriamo a pieni polmoni tutte le polveri sottili che ci sono nell’aria…Va beh. Poi per completar la giornata andiamo al “Garbage Museum” (allora Napoli è un museo a cielo aperto?) e sembriamo una comunità di recupero quando iniziamo a realizzare farfalle in origami con le carte delle caramelle… Ma va bene così… Nel pomeriggio arriviamo al Kwansei Gakuin University Campus di Nishinomiya, mettiamo in ordine i nostri bagagli e visitiamo l’università. Il K.G. È un’università privata ed è una delle quattro università più rinomate della regione del Kansai! La sera ci portano in una tipica taverna e bivacchiamo allegramente coi ragazzi conosciuti al campus. Verso la fine della cena si sentono solo persone ubriache che urlano: “Biru o kudasai”… La cosa più sfiziosa è l’accento del Kansai (関西弁 Kansai-ben): le persone tendono ad allungare le vocali finali di una parola, veramente simpatico da sentire! Al ritorno facciamo un altro saggio della cultura giapponese utilizzando l’onsen (温泉) sotto il campus… Mai rilassata tanto! L’inserviente ci fa notare che è tardi per il bagno e che abbiamo solo venti minuti, ma poi la inteneriamo e ci concede più tempo (o è stato solo perché i giapponesi preferirebbero la morte piuttosto di dire “NO”?… Questa è una delle caratteristiche più strane! Per strada o da qualsiasi altra parte, preferiscono ignorarti pur di non rispondere “no” a una tua domanda…). Onsen (温泉) è il nome che indica i bagni termali; possono essere all’aperto (rotenburo 露天風呂 o notenburo 野天風呂) oppure al coperto, ed essere pubblici (gestiti dalla municipalità) o privati (uchiyu 内湯) gestiti da un albergo locale (ryokan 旅館). Alcuni onsen hanno apposto cartelli che vietano l’accesso a non-giapponesi. (stereotipo giapponese che vede gli stranieri come sporchi e maleducati) Gli onsen sono spesso indicati su mappe e cartelli con il simbolo ♨, o con il kanji per “acqua calda” (湯 yu); talvolta si usa invece l’hiragana ゆ (yu), poiché comprensibile anche ai bambini. Ai clienti è richiesto di lavarsi e risciacquarsi prima dell’ingresso nelle vasche di acqua calda; fare l’ingresso in acqua ancora sporchi o ricoperti di sapone è ritenuto una grave maleducazione. Non è permesso indossare costumi da bagno in base alla radicata convinzione che tutto ciò che non sia il corpo nudo sporchi l’acqua…

12/04/08 Sabato KYOTO (京都) Partenza per Kyoto,con sosta all’antica capitale. Arrivati, facciamo un giro per la città, Nara è veramente graziosa! Mi è piaciuta più di Osaka, qui ed a Nishinomiya le case sono piccole, col tetto spiovente e col curatissimo giardinetto pieno di piante potate a forma circolare, niente a che vedere con i palazzoni grigi e neutri della città precedente! Nara (奈良市), antica capitale dal 710 al 794, ora è un luogo di alto interesse artistico e turistico. È stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Facciamo una rapida visita al parco dei Daini. Siamo accolti da una mandria di daini che scorrazza in piena libertà… Sono abituati alla presenza dell’uomo e non ne sono impauriti, anzi alcuni sono così audaci da rubare le borse col cibo agli ignari passanti! Quest’animale è un po’ il simbolo della città tanto da essere riprodotto anche sui tombini delle strade. Visitiamo il tempio Todai-ji (東大寺) (letteralmente Grande tempio orientale), uno dei monumenti più importanti della città. Al suo interno la Great Buddha Hall, con un frontale alto cinquantasette metri e profondo cinquanta; il Vairocana Buddha, una statua del Buddha alta quattordici metri e la Octagonal Lantern alta quasi cinque metri. La Great Buddha Hall fu incendiata durante la guerra nel 1180 e nel 1567, l’attuale struttura è del periodo Edo. Anche se è leggermente più piccola dell’originale, è pur sempre la costruzione in legno più grande del mondo! All’ingresso del tempio siamo accolti dalle due statue raffiguranti l’inizio e la fine. Dentro il tempio c’è una colonna forata, chi riesce a passarci dentro è fortunato…Noi non ci abbiamo neanche provato perché sembra davvero stretto! Uscendo abbiamo distanziato il gruppo e siamo riuscite a comprare addirittura tre souvenir prima che ci raggiungessero! Arrivati di corsa al pullman, ci danno venti minuti circa di libertà e torniamo indietro verso i negozi di souvenir (limpide come il cielo di novembre) … Ormai lo stress è tangibile e vi sono frequenti scatti d’isteria nel gruppo… Con queste felici premesse il nostro tour continua ad intensificarsi… Abbandoniamo la stupenda Nara e partiamo per il Campus dell’University di Kyoto (京都大学 Kyōto daigaku) o Kyodai, la seconda università più antica del Giappone! Mangiamo alla mensa ma, visto che l’inserviente non mi capisce, faccio delle foto per mostrarle cosa voglio mangiare… Prendiamo un piatto di pancetta fritta, germogli di soia con contorno di tre patate al forno… Lo stesso ne usciamo a stomaco semivuoto…! Meno male che c’è un supermarket lì vicino! Durante il viaggio una presenza è stata costante e rassicurante…: il mitico “Seven Eleven”! Il nostro supermarket di fiducia! La sera bivacchiamo in camera a suon di Yebisu e di patatine… poi andiamo nella saletta comune, dove ci raggiungono dei tipi stranissimi… Indossano dei cappellini a forma di rana ed entrano nella sala urlando “Kame Hame Aaah”… Facciamo conoscenza e si mettono a giocare ad “Uno” mentre il Confetto Group (Io, MGio, Silvana, Valentina, Fede e Bruni) si defila per andare a trovare riposo trai nostri durissimi simil-futon… 13/04/08 Domenica KYOTO (京都) Lasciamo il Campus alle 8.30 alla volta di Kyoto. Visita alla Pagoda d’oro “Kinkaku-ji” (金閣寺 Golden Pavilion Temple), chiamata anche Rokuon-ji (鹿苑寺, Deer Garden Temple). La pagoda è composta da tre piani, i due piani superiori sono interamente rivestiti da foglie d’oro! La struttura è circondata da uno stagno, chiamato Kyōko-chi (Mirror Pond). Girovaghiamo nello stupendo parco (kaiyū-shiki) che cinge l’aurea pagoda e ripartiamo verso nuove avventure… Visita al Castello Nijo-jo (二条城 Nijō-jō) con annesso parco, stupendo e ben curato… Il castello è uno dei mirabili esempi dell’architettura Momoyama in Giappone. Nel 1939 il castello venne donato alla città di Kyoto e prese il nome di Nijo-jo. Ohiroma ichi-no-ma (la sala principale) è la più ricca stanza del castello, qui lo Shogun incontrava i signori feudali. Tramite una struttura in lattice gli angoli sono stati tutti arrotondati. La particolarità del castello che più mi è piaciuta è Il corridoio (uguisubari 鴬張り, pavimento Usignolo), che è costruito in modo da produrre degli scricchiolii se sottoposto a pressione, serviva per avvisare gli abitanti del castello dell’avvicinarsi furtivo di malintenzionati o di belve. Il palazzo è circondato dal Ninomaro Garden, collegato al Seiryu-en garden (diviso in due parti, una in stile giapponese e una costruita in stile occidentale). Abbiamo visto le 1001 statue del Buddha, il Sanjusangendo, molto suggestivo! Ci sono 1001 statue della dea Kannon in piedi e al centro un’enorme statua seduta. La statua raffigurante il Dio del Vento e quella del Dio del Fulmine sono poste ai due lati della sala e poggiano entrambe su una base a forma di nuvola. Il nome ufficiale del tempio è Rengeo-in , ma poichè vi sono trentatré spazi tra le colonne s’iniziò a chiamarlo Sanjusangen-do. Abbandoniamo l’imperscrutabile tempio e riprendiamo il nostro girovagare… Giunge la tanto agognata “pausa pranzo”… Prendiamo una versione dell’Okonomiyaki: il Teppayaki pork… La cameriera ci porta un megapentolone con dentro di tutto! Spaghetti saltati alla piastra, fette di carne di maiale, frittata, cipolle, rotella di grasso, germogli di soia e salsa di soia… L’Okonomiyaki è quasi una via di mezzo tra un’omelette ed un pancake. Solitamente viene cucinato su un Teppan e viene spesso servito con maionese, con una salsa tipica oppure con zenzero. Dopo la grande abbuffata visitiamo la parte centrale di Kyoto e il Kiyomizu Temple. Uno stupendo complesso di tempietti arroccati sulla montagna, il tutto reso romantico dal tempo grigiastro e dal cadere dei petali rosei ormai al tramonto della loro fioritura. Il tempio ha dei colori sgargianti che ben contrastano con i colori pastello della natura. Siamo soli e riusciamo a godere delle bellezze del posto in santa pace! Con Kiyomizu-dera (清水寺) ci si riferisce ad una serie di templi buddisti, ma in particolare al tempio di Otowasan Kiyomizudera (音羽山清水寺) nella città di Kyoto. È uno degli antichi monumenti della città, considerati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO; ed è anche uno dei finalisti per le sette meraviglie del mondo moderno. Veramente indescrivibile la sua bellezza! In due ore visitiamo i templi dislocati sul monte e la strada dei negozietti di souvenir! Ottimizzazione… Fra i vari templi c’è a terra una pietra con intrappolato un demone… è chiamata Pietra Dell’Amore perché se riesci ad arrivare a occhi chiusi alla sua gemella, posta a diciotto metri in linea retta da lei, si avvera un tuo desiderio amoroso! L’assaggio che abbiamo avuto di Kyoto non lo dimenticherò, credo che sarà una delle città che tornerò a visitare!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche