Azzorre – agosto 2008
Vogliamo adesso mettere la ns esperienza a disposizione di quanti altri vogliano visitare queste splendide isole.
Iniziamo con un sintetico riepilogo: in 7 persone (2 coppie + 3 figlie > 15aa) siamo partiti da Malpensa il 1/8 via Lisbona per Faial (5 notti) ns prima tappa, successivamente con aereo, a Terceira (4 notti) poi a Sao Miguel (7 notti), ritorno a Malpensa Domenica 17/8. Su ogni isola abbiamo girato con un pulmino per 9 persone a noleggio. Tutti i ns voli, soggiorni erano già stati prenotati via internet e pagati prima della partenza le auto già prenotate sono state pagate in loco.
VOLO (a persona) Malpensa – Lisbona con Easy Jet a/r € 227,86 Lisbona – Faial – Terceira – Sao Miguel – Lisbona volo SATA € 369,80 Soggiorno: pernottamento + prima colazione Faial : Quinta do Vale – a notte camera doppia 88,65, camera tripla 127,8 Terceira: Rural Salga – a notte camera tripla 89, quadrupla 114 Sao Miguel: Convento Sao Francisco- a notte camera tripla 146,25, quadrupla 191,25 Noleggio Auto, con due conducenti e assicurazione con franchigia solo 50 € (assicurazione SuperCDW: elimina la franchigia dovuta in caso di incidente, che per i mezzi da noi noleggiati andava da 1800 a 2200 euro) Faial – 670€ compreso 0,56 €/km + 23€ gasolio. Percorsi 250 km (noleggio: Europcar – qui abbiamo dovuto discutere per avere l’assicurazione SuperCDW, che sembrava non prevista per il tipo di mezzo) Terceira – 480€ – km illimitati + 33€ gasolio. Percorsi 345 km (noleggio: Rent a Car Ilha 3) Sao Miguel – 717€ – km illimitati + 80€ gasolio. Percorsi 890 km (noleggio: AutoCunha) La ns avventura è iniziata venerdì 1 agosto, partenza alle ore 7,50 con Easy Jet da Malpensa e arrivo a Lisbona ore 9,30, (tenere presente che Lisbona è un’ora indietro rispetto a noi, volo durata 2h 40’). Avendo del tempo a disposizione abbiamo lasciato i ns bagagli al deposito (€ 3,75 a valigia) con l’ aereo-bus ci siamo diretti verso il centro di Lisbona, sosta all’Hard Rock cafè per il rituale acquisto magliette delle ragazze. Un panino ed una bibita, quattro passi lungo le vie di Lisbona, il tempo è troppo poco per visitare qualcosa, si ritorna alla fermata aero-bus e ci avviamo al check-in del volo che in 2h 45’ ci pota a Faial. Ricordo che le Azzorre sono 2 ore indietro rispetto a noi. Ritiriamo la ns auto 9 posti (Toyota Hiace) e ci dirigiamo verso Flamengos da Quinta do Vale dove avevamo prenotato 2 camere per due ed una da tre. Bella struttura con piscina, ben tenuta pulita e curata. Dopo esserci sistemati, per la cena, su consiglio della proprietaria andiamo a piedi da Avozinha dove con 6€ a persona possiamo mangiare quello che si vuole (abbiamo preso baccalà al forno – ottimo), poi stanchi, tutti a letto.
Sabato 2 – Colazione abbondante e buona – Si parte per Horta che dista da Flamengos circa 5km con meta i murales del porto, alcuni sono veramente caratteristici. Con il ns mezzo ci rechiamo in cima al Monte da Guia da cui si gode una splendida vista su Porto Pim e sulla Caldeira do Inferno, osserviamo la chiesetta di Nossa Senhora da Guia (chiusa) e scendiamo verso la spiaggia di Porto Pim, attrezzata con docce e servizi. Ci immergiamo per un rinfrescante bagno in un’acqua su un fondale sabbioso che scende molto lentamente. Abbiamo però l’impressione che l’acqua abbia un odore (non avvertito negli altri bagni alle Azzorre) che ci ricordi come la baia fosse meta di baleniere che tornavano dopo la caccia per scaricare le balene nella vicina fabbrica per la lavorazione della carne . Dopo la doccia ci aggiriamo per la fabbrica e vediamo lo scivolo e gli argani con cui venivano trascinate le balene.
Dopo un po’ di coda (d’altronde siamo in sette, le signore hanno sfruttato l’attesa per l’acquisto delle caratteristiche magliette nel negozio vicino) ci sediamo al tavolo del famoso Peter’s Cafè Sport per un frugale pasto, devo dire a prezzi contenuti. Ci aggiriamo poi sulla marina per informazioni sull’avvistamento balene, dopo averne girati alcuni (tutti chiedono 50€ a persona) troviamo il Diving Horta dove, facendo forza sul numero, spuntiamo 45€ , prenotiamo per domenica dato che per lunedì è previsto cattivo tempo. Torniamo verso casa, è presto, così decidiamo di visitare la Caldeira di Faial. Ci si arriva da Flamengos percorrendo un’agevole strada asfaltata costeggiata da splendide ortensie che sovrastano in altezza il ns mezzo. La vista della Caldeira cj lascia a bocca aperta, spettacolare, sempre tra ortensie percorriamo a piedi un pezzo di sentiero poi, visto il tempo in peggioramento si decide di tornare alla ns base.
Sfruttiamo la festa che si tiene ad Horta “Semana do Mar” per mangiare carne ad uno dei tanti stand gastronomici presenti. Un problema che incontreremo spesso è che alle Azzorre molti locali non accettano carte di credito, abbiamo dovuto così prelevare e girare con contanti per tutto il viaggio.
Domenica 3: andiamo a vedere l’arco lavico di Ponta Furada, merita, e addentrandoci abusivamente su alcuni terreni arriviamo su altri scogli con scorci spettacolari. In attesa del Whale Watching ritorniamo ad Horta dove osserviamo la fortezza di Porto Pim, giriamo per la città ma tutto è chiuso e dopo un frugale pasto ci rechiamo trepidanti alla partenza per l’avvistamento balene.
Tira vento e l’oceano è increspato, Il ns skipper ci chiede se siamo disposti ad uscire ugualmente, garantendoci comunque la sicurezza e che ,se usciti dal porto lui avesse trovato condizioni pericolose, l’ultima parola sarebbe stata la sua. Con il ns gommone (due motori da 175 kv) dirigendoci verso Pico, si vola sulle onde affiancati da due pesci volanti e in 50’ avvistiamo il primo sbuffo di balena, la vediamo vorteggiare in mare e poi con un colpo di coda inabissarsi. La stessa scena si ripete altre due volte, restiamo in zona, ma dopo 50’ dal primo avvistamento non succede più nulla (il ns skipper ci spiega che i cetacei se ne sono andati). Ritorniamo verso terra con alcuni di noi in condizioni non perfette (un consiglio: sul gommone state davanti, ci si bagna meno e si soffre meno il mal di mare) tutta l’esperienza è durata circa 3 ore, ci fermiamo per qualcosa di strong da Peter’s.
Si ritorna a casa, bagno in piscina e cena alla festa do Mar a Horta, dove allo stand dell’Alentejo mangiamo ottima carne con meno di 17 euro a testa.
Lunedì 4: come previsto nuvole e pioggia. Giro isola circa 60km: Castelo Branco, Morro non visitato per pioggia,Varadouro belle piscine naturali, ma purtroppo le condizioni atmosferiche ci sconsigliano bagno. Via a Capelinhos dove il vulcano con l’eruzione del 1958 ha aggiunto un pezzo d’isola, paesaggio spettacolare, arriviamo al faro (non visitabile) osserviamo il cratere ma decidiamo di non salire in cima. Si continua il giro dell’isola, nulla di particolare ma un po’ di noia fino alla spiaggia nera di Almoxarife dove ci fermiamo per uno spuntino e poi via verso Horta. Sulla strada troviamo un belvedere sovrastato da una gigantesca croce: bella veduta della città, un salto ai tre mulini a vento, scendiamo ad Horta dove prenotiamo per l’isola Pico (Monoscafo 3,4€ – Catamarano 4,1€ a viaggio, noi per comodità di orario decidiamo di partire col catamarano e tornare con il monoscafo, che impiega 15’ in più). Cena ad Horta al Marineiro (20 euro a testa, cena di pesce).
Martedì 5: tempo nuvoloso, ore 8,15 ci imbarchiamo per Pico dove arriviamo in 15’, scendiamo e ci aggiriamo per porto di Madalena programmando cosa fare. Sentendoci confabulare ci si avvicina una signora che ci propone di accompagnarci lei, con un’amica, in giro per l’isola in taxi. Contrattiamo 70€ a macchina e si parte. Sono fortunato, salgo con le ragazze e la ns autista parla inglese per cui riusciamo a farci spiegare tutto quello che vediamo (l’altra autista è poco loquace e parla solo portoghese).
Prima tappa i famosi vigneti di Pico con i classici muretti in pietra lavica e le caratteristiche adegas (case in pietra, un tempo adibite a cantina ora parecchie ristrutturate come seconda casa) sosta a Candelaria per vedere la fabbrica del formaggio: altro non è che un piccolo negozietto dove vendono loro produzione ai turisti (inutile passarci). Visitiamo successivamente la chiesa a Sao Mateus con i resti della vecchia chiesa distrutti dall’eruzione del 1817, poi attraversando il parco forestale Misterios arriviamo a Lajes dove ci fermiamo al museo dei balenieri 2€, devo dire che tutti noi ci aspettavamo di più.
Prendiamo la strada che attraversa l’isola portandoci sul lato opposto e purtroppo la fitta nebbia non ci permette di ammirare la Lagoa do Capitao, arriviamo a Sao Roque e visitiamo il museo della fabbrica delle balene 2€. Molto più interessante del primo. Al ritorno costeggiamo scogliere di pietra lavica frutto dell’eruzione del 1817, sosta a Cachorro per degustare del vino, molto liquoroso, ma con un più interessante arco lavico che merita di essere visto. Prima di lasciarci la ns autista ci porta a vedere i Maroicos (caratteristici cumuli di pietra lavica creati dai contadini mentre dissodavano il terreno per renderlo coltivabile).
Arriviamo al porto, il tempo sembra migliorare, decido di tentare la sorte e arrivare in cima al vulcano. Prima cosa passo al porto e gentilmente mi sostituiscono il biglietto per il ritorno con un altro ad un orario più tardi Chiedo passaggio all’autista 20€ fino alla partenza, a Cabeco das Cabras 1.231m, firmo il registro presso i Bombeiros annotando l’ora prevista del mio ritorno. Ci sono anche escursioni con guida ma ho preferito fare da solo per aver maggior libertà d’orari.
Non concordo con quanto scritto da altri: la salita mi è sembrata abbastanza impegnativa dal punto fisico e il sentiero non sempre distinguibile a prima vista o contrassegnato. Come riferimenti ci sono alcuni “ometti” in pietra come sui ns sentieri e alcuni paracarri in plastica bianca , ho avuto un attimo di esitazione quando le nuvole hanno cominciato a salire e ho capito perché fanno firmare alla partenza. Se le nuvole fossero aumentate mi sarei senz’altro perso, come succede spesso e poi i Bombeiros vengono a recuperarti.
Sono partito con scarpe da running (è importante avere scarpe con buona aderenza al suolo), calzoncini e maglietta maniche corte, uno zainetto con un panino, felpa, kiway, cellulare e una bottiglietta d’acqua che si è rivelata di vitale importanza, sul percorso non c’è una goccia.
Le nuvole sono rimaste ferme, il sole batteva, sono arrivato alla sommità del vulcano ammirando l’ampio cratere e con un ultimo sforzo ho raggiunto la vicina cimetta 2.351m. Non ho potuto ammirare tutte le isole per la presenza di nuvole sparse, dopo la foto di rito (scattatami da due turisti svizzeri) ho ripreso la via del ritorno con una certezza, il punto di arrivo lo intravvedevo. Ho chiamato la mia tassista e arrivato alla partenza mi sono dissetato con acqua fresca nei bagni dei Bombeiros. Devo dire che sulla via del ritorno la mia autista gli ulteriorii 20€ se li è guadagnati sfrecciando a 100 km/h su strade non sempre scorrevoli permettendomi di raggiungere il resto della compagnia (che mi aveva acquistato un nuovo biglietto)e di prendere letteralmente al volo il traghetto per Faial. Il gruppo aveva passato il pomeriggio visitando Madalena e in giro per shopping. Da Peter’s abbiamo sorseggiato l’ultima birra fresca e poi a casa a preparare le valigie. La sera cena alla Taberna do Pim, ma non sulla terrazza perché tirava vento freddo, (17 euro a testa).
Mercoledì 6: Riconsegniamo la ns auto e ci imbarchiamo sull’aereo SATA ad elica, in 30’atterriamo a Terceira ore 10,40. Ritiriamo l’auto gentilmente prenotataci dal Rural Salga, una Renault Traffic e ci rechiamo alla ns seconda base a circa 30’ dall’aeroporto. Veniamo accolti cordialmente Jean Claude che ci porta nei ns appartamentini.
A dispetto di quanto segnalato da altri , questo posto non ci è sembrato così favoloso: è vero eravamo in un ambiente suggestivo, con una veduta sull’oceano, ma i locali non erano troppo puliti, in giro c’erano troppi suppellettili che ci hanno creato qualche difficoltà, la doccia a volte era fredda…Forse giustificati dal costo.
Nel pomeriggio facciamo un giro ad Angra do Heroismo, ci informiamo su date Turada, ammiriamo dall’esterno la Cattedrale del Sè, la Chiesa della Misericordia, il Convento di Sao Gonsalo chiuso per restauri e saliamo in auto sul Monte do Brasil con una splendida vista sulla città. Ci aggiriamo per una postazione antiarea e scendiamo ammirando la Fortezza di Sao Joao Baptista.
Sulla via del ritorno ci fermiamo al ristorante consigliatoci da Jean Claude, il Bocanegra (aria condizionata al massimo) dove ceniamo a base di pesce (proviamo uno dei piatti tipici locali, l’alcatra di pesce -15 € a testa). Tutti a nanna accompagnati dal canto delle berte.
Giovedì 7: colazione con marmellate fatte da Jean Claude: pomodoro, banana e tropicale, forse un po’troppo dolci.
E’ una bella giornata e decidiamo per la vita da spiaggia, prima meta i mulini ad acqua di Agualva. Arrivati in questo piccolo paese ammiriamo una spettacolare chiesa tutta in alabastro ma rinunciamo ai mulini perché la strada era un po’ impervia e le informazioni, in portoghese, non erano molto chiare. Arriviamo a Quatro Ribeiras dove sono in corso i preparativi per la Tourada scendiamo alla piscina naturale che però non ci soddisfa, decidiamo così di partire per Boscoitos.
Qui è tutta un’altra cosa, anche se condivisa con molte altre persone, ci siamo ricavati il ns spazio occupandolo con dei teli mare. Emozionante il bagno in queste piscine naturali tra le onde e i risucchi dell’oceano. Solito snack veloce, sbizzarrendoci con l’acquisto di cibo presso un chiosco locale.
Si riparte con meta la Gruta do Natal (5,5€ compreso la successiva grotta) ci forniscono un caschetto per protezione del capo e ci addentriamo in queste grotte splendide, usciamo e prossima meta le Furnas di Enxofre dove la terra sbuffa con aria calda e con un odore di zolfo, giro attorno alle Furnas e successiva sosta all’ Algar do Carvao dove si scende in profondità, fa un po’ freddo. Si torna a casa, bagno in piscina, cena da Rocha (sempre su consiglio di Jean Claude) dove si mangia un piatto tipico la tegola, di carne o pesce, non ci ha entusiasmato. (15 € a testa).
Venerdì 8: non molto bello, prevista mattinata balneare. Arriviamo a Porto Negrito, non ci soddisfa, via a Cinco Ribeiras bella, mare pulito, spiaggia attrezzata e bagnino. Anche il tempo ci aiuta, è uscito il sole. Tenendo conto che le cucine chiudono alle ore 15 prendiamo la strada per Altares al ristorante Caneta dove, con 18 € a testa, abbiamo mangiato dell’ottima carne: alcatra di carne (secondo noi più buono di quello di pesce) ed espetadas (spiedoni) di filetto. Merita un salto.
Prossima meta, attraverso uno strada stretta e ripida il faro di Ponta do Queimada, bella anche la baia a strapiombo sul mare. Sulla via del ritorno ci fermiamo in parecchi punti a fotografare i fiori attraversando la foresta di Serreta, prendiamo la deviazione in direzione Serra de Santa Barbara e iniziamo a salire per la Estrada das doze Ribeiras. La salita sembra non finire mai, non ci sono indicazioni, le nuvole sono basse e la visibilità è nulla, decidiamo per l’inversione di marcia.
Programmiamo la giornata di domani in funzione della Tourada di Praia da Vitoria ore 18.
Sabato 9 : colazione, prepariamo le valige e si parte per Praia fotografando i caratteristici Imperios che incontriamo lungo la strada, passiamo dal forte S.Ta Caterina (non ne vale la pena) osserviamo due chiese (chiuse) ed il municipio. Anche a Praia è in corso una festa, pranziamo agli stand gastronomici tipici poi a piedi ci rechiamo nei pressi del cimitero dove, alle ore 18, dovrebbe svolgersi la Tourada a corda. Arriviamo sul posto due ore prima, ma non è stato facile trovare una postazione bella e sicura, tutte erano già assegnate a parenti o ad amici. E’ comunque uno spettacolo che merita di esser visto, consiglio di portarvi qualcosa da bere, il tutto dura circa 2h 30’. Ci sono quattro tori che, uno alla volta per mezz’ora, corrono per la strada principale trattenuti con una corda da dieci matti ( cinque + cinque) mentre altre persone (altrettanto matte) cercano di girare intorno al toro, stuzzicandolo e accarezzandone le corna.
Ritorno agli stand dove ci prendiamo un dolce e poi a letto.
Domenica 10 : riconsegniamo l’auto, partenza con il solito aereo ad elica che in 35’ ci porta all’ultima isola. Ritiriamo l’auto e percorrendo circa 30km arriviamo a Vila Franca do Campo.
Il ns campo base è fissato al Convento di Sao Francisco (scelto su internet e dato come Hotel 4 stelle). Qui iniziano i primi disguidi: la famiglia di tre persone viene alloggiata in una camera con finestra non apribile (immaginate per 7 giorni), ma dotata di un piccolo ventilatore! Dopo rimostranze viene spostata in un’altra camera. La famiglia di 4 viene alloggiata in una grande camera ma con un letto tipo branda da campeggio con una rete rumorosissima e l’altro letto era una cassapanca del 1700 con un materassino sopra. L’armadio era solo per 2 persone. Anche qui rimostranze e ci viene risposto: non sapete che state dormendo su un mobile del 700, secondo voi ad un turista che si reca alle Azzorre questo importa molto? Ci viene poi portato un trabiccolo dove poter appendere i ns vestiti usando gli appendini, “rubati” nella camera lasciata libera dall’altra famiglia. Altro piccolo dettaglio, la camera e il bagno erano invase da formiche che ci hanno tenuto compagnia in questa settimana. Il disagio più grosso però penso sia legato alla sala dove si faceva colazione: c’erano solo 10 posti!!! per tutti gli ospiti, tenere presente che solo noi eravamo in sette .
Giro per Ponta Delgada, tutte le chiese erano chiuse, ottima cena da O Roberto, buono lo squalo, (meno di 13 € a testa).
Lunedì 11: a colazione siamo i primi, si parte per la Caldeira das Sete Citades, la strada è lunga e con parecchie curve, ci sono nuvole, vediamo solo i due laghi che sono dello stesso colore, pieni di alghe (Jean Claude ci aveva avvertiti dicendo che tutto ciò era dovuto al fatto che erano stati inseriti i pesci). Scendiamo verso Ferraria alle piscine naturali: è strano fare il bagno nell’acqua dell’oceano, a 18°ma avvicinandosi alle rocce si sente una corrente di acqua calda 61° che si mescola con l’acqua fredda dando una piacevole sensazione. Ci dirigiamo verso Mosteiros per mangiare da “Barboso”(nome del proprietario) l’ottimo polipo segnalato da molti altri turisti. Confermiamo, il polipo al forno è ottimo e ci costa a testa 10€. Vorremmo ritornare per vedere la Lagoa Azul e quella Verde, ma la strada dissestata per lavori in corso e il tempo ancora nuvoloso ci inducono a proseguire nel giro verso nord. Un giro rapido per Ribeira Grande, la Chiesa Madre è chiusa passiamo a vedere O Fontenario. La fabbrica del the di Porto Formoso, come pure la Gorreana sono chiuse (ora visite 10 – 18), si torna a casa.
Martedì 12: la pioggia ci rovina la giornata. Si parte al mattino verso la Gorreana e la fabbrica del the di Porto Formoso, vediamo le piantagioni di the e di come questa bevanda viene qui prodotta usando macchine da archeologia industriale con grande utilizzo di personale (sarà solo una facciata uso turisti? è un dubbio che ci assale). Visto che siamo su questo lato dell’isola si decide di andare a vedere la Valle delle Lambadas il cui unico accesso è da Ribeira Grande. Continua a piovere, dopo 3km, sosta alla Caldeira dove dal terreno esce acqua solforosa bollente, veloce spuntino e si prosegue lungo una strada lastricata e stretta, dopo 6km si arriva alle Lambadas. Il paesaggio è spettacolare, purtroppo la pioggia ci rovina la visuale, pazienza. Chiediamo informazioni ad una guida turistica, guadiamo facilmente il fiume alla ricerca della sorgente di acqua naturalmente frizzante, è vero osserviamo le bollicine nel palmo della ns mano e ci dissetiamo ma il brutto tempo ci costringe a ritornare a Ribeira e imboccare la strada verso casa. Sosta a Caldeira Velha , bagno sotto la cascata con acqua solforosa calda, che lascia un certo odore alla pelle. Passiamo dalla Lagoa do Fogo, ma non vediamo assolutamente nulla. Speriamo in domani. Sera a Lagoa, ristorante Borda d’Agua, ottimo pesce (13 € a testa). Mercoledì 13: finalmente una bella giornata ritorniamo a vedere la Lagoa do Fogo, dalla strada si vedono i due lati dell’isola. La vista del lago è emozionante, viene voglia di scendere per una bagno, ma abbiamo poco tempo, ripercorriamo la strada a ritroso verso Furnas con i suoi soffioni di aria calda e con una “puzza” di zolfo.
Come ci era stato consigliato siamo sul posto a mezzogiorno, possiamo così vedere l’estrazione dal terreno di pentole precedentemente sotterrate (6 ore prima) e la posa di altre nuove pentole per i pasti successivi, è un rituale che merita di essere visto. Notiamo i pulmini di alcuni ristoranti che stanno estraendo le loro pentole, ci viene l’ispirazione di rivolgersi ad uno di loro per prenotare, meno male, il ristorante si è poi rivelato al completo e molti avventori sono stati allontanati. Mangiamo a Furnas da Tony’s, con 19€ per due persone, gustiamo un ottimo cocido (carne di mucca, pollo e maiale, salsiccia, sanguinaccio e riso cotti con verdure), è un gusto veramente particolare, vale la pena di assaggiarlo. Visita al Parco di terra Nostra 4€ a persona, bagno in piscina con acqua calda 38° ferrosa, attenti ai colori dei costumi.
Facciamo una sosta alla Lagoa des Furnas per vedere il santuario Hermida de Nossa Senhora das vittorias. Rientro al campo base, bagno in piscina e cena al ristorante Atlantico, a Praia, nulla di speciale. (18 € a testa). Giovedì 14: il tempo è coperto con sprazzi di sereno, facciamo colazione con il solito cane che si aggira tra le gambe.
Si parte per Nordeste, inizia a piovere, nuvole basse . Prima di arrivare a Furnas decidiamo di cambiare programma, visto le condizioni meteo optiamo per le fabbriche di ceramiche. Scendendo da Furnas ci fermiamo per delle foto alle coltivazioni di banane e notiamo alcune serre con le piantagioni di ananas. Un ragazzo ci vede, e gentilmente, (dobbiamo dire che tutti i portoghesi da noi incontrati si sono mostrati estremamente gentili e cordiali) ci fa entrare nelle serre spiegandoci, in portoghese, come viene coltivata questa pianta. Nessuno di noi aveva mai visto come fosse la pianta d’ananas con il suo frutto, anche il frutto che noi mangiamo ha degli splendidi fiorellini blu.
Ci fermiamo a Praia e ci rechiamo all’Olarias dove l’ultimo artigiano rimasto vi fa vedere “dal vivo” come vengono creati graziosi oggetti in terracotta che poi vanno per 12 ore nel forno elettrico oppure per 48 ore nel forno a legna.
Prossima tappa Lagoa, dalle caratteristiche porcellane bianche e azzurre, visitiamo la fabbrica Vieira dove alcune ragazze stanno dipingendo a mano queste ceramiche, prodotte però in modo industriale. Mezzogiorno solito problema, non esiste come da noi l’abitudine del piatto veloce o un panino, solo ristoranti. Prendiamo il piatto del giorno (Sardine alla griglia+contorno, pane, birra e caffè 5€) .Ci fermiamo alcune ore a Ponta Delgada dove possiamo visitare la Chiesa Madre, finalmente aperta, poi un giro per la città per shopping.
Ritorno a casa, sosta al miraduro Pisao con vista sulla famosa spiaggia di Caloura, cena a Praia, ristorante O Jayme, nulla di speciale. (meno di 14 € a testa). Venerdì 15: bel tempo, si parte per Nordeste, dall’osservatorio Lombo do Cavaleiro bella vista su Provocao che poi si attraversa, non c’è in giro nessuno stessa situazione al paesino successivo Agua Retorta, sosta al miraduro di Ponta Madrugada dove troviamo molta gente accampata per un picnic. Arriviamo ad Arnel per la visita del faro, è consigliabile scendere a piedi anche se un po’ ripido, ma sono solo 500m. Bussiamo, ci viene incontro il custode che gentilmente, ricordiamo che è mezzogiorno di ferragosto, ci spiega (purtroppo in portoghese) il funzionamento del faro che ha una visibilità ad oltre 42km, ci accompagna fino in cima al faro facendolo anche funzionare solo per noi, usciamo sulla balconata e ammiriamo l’oceano circostante. Firmiamo il registro con i ns commenti e sotto un sole cocente ripercorriamo la strada, questa volta in salita. Arriviamo a Nordeste, piccola cittadina, in un piccolo bar/panetteria mangiamo dell’insalata di tonno (4 € a testa) e chiediamo informazioni sulla cascata che viene riprodotta su parecchie foto di questa zona, ci viene indicata Achada.
Si riparte e troviamo il villaggio dei mulini con la splendida cascata, foto di rito, ci inerpichiamo poi su un sentiero che in 5 minuti ci porta in cima alla cascata: delusione è artificiale, c’è una condotta che alimenta la pozza da cui cade l’acqua. Ritorno a Nordeste, ci eravamo dimenticati il ponte de sete arcos, poi seguendo il consiglio di alcuni turisti per caso abbiamo deciso di ritornare attraverso la Serra da Tronqueira. E’ bella perchè tutta immersa nel verde, ma panorama scarso, strada sterrata, molto stretta e senza indicazioni, complimenti al ns autista di turno. Tutto il percorso si snoda per circa 20km e abbiamo impiegato un’ora per arrivare, con un gran sospiro alla fine.
Si torna, bagno in piscina e si programma visita ad Agua de Pau dove da giorni è in corso una festa, bellissima la chiesa illuminata, non troviamo posteggio ci deviano su una strada infame, puntiamo sulla vicina Lagoa. Cena al Borda d’agua (15 € testa). Sulla via del ritorno ci fermiamo ad Agua de Pau che ha strade sommerse da petali di ortensie, giro per il paese, entriamo in chiesa dove possiamo ammirare tutte le statue della Madonna e dei Santi portati a spalle durante la processione del pomeriggio.
Sabato 16: tempo incerto, le signore vanno a Lagoa per l’acquisto di ceramiche con l’autista “volontario” , le ragazze ne approfittano per dormire un po’ di più, l’altro autista va a prendere informazioni sugli orari della barca per l’isolotto e della vicina fabbrica che produce il tipico dolce la Queijada, poi acquistata.
Il primo viaggio per l’Ilheu è alle 9,30 e poi ad oltranza, costo a persona 3€ a/r. Le signore sono state di parola, alle 11,30 siamo sulla barca (50 posti) che ci porta sull’isolotto: una meravigliosa piscina all’interno di uno spaccato di un cratere vulcanico in mezzo all’oceano. C’è tantissima gente in poco spazio, consigliamo di andarci sul presto per scegliere le postazioni migliori, portare da bere. Anche qui abbiamo trovato qualche scempio edilizio, una tettoia, una costruzione e un bar che rovinano il paesaggio. Qualche rifiuto in giro. Comunque l’acqua è splendida, ci immergiamo per l’ultimo bagno nell’oceano.
Mentre le ragazze prendono il sole i due papà si avventurano per l’isola, spettacolare la vista a strapiombo dell’oceano e un ponte di sasso rotto a metà. Tantissimo pesci Bocanegra che nuotavano .
Ore 14, ritorniamo su una barca quasi vuota, ma alla partenza troviamo ancora una coda di persone pronte all’imbarco, come faranno a starci tutti sull’isolotto? Piccola sosta per un fugace snack all’Atlantico (10 € a testa), decidiamo per una visita al santuario che dall’alto domina la città Madonna de la Paz, ci si arriva comodamente in auto. Si scende, non troviamo posteggio lungo la strada e si opta per un bagno in piscina. Cena ad Agua de Pau da O Milenio, carne e pesce (14 € a testa).
Domenica 17: Colazione ore 6,30, si parte per l’aeroporto e riconsegniamo l’auto. Ci imbarchiamo su un aereo che aveva file da 7 posti (in arrivo da Boston) che in 2h 50’ ci porta a Lisbona, a bordo fa un po’ freddo.
Lunga attesa di un’ora per ritirare i bagagli, li lasciamo al solito deposito e dopo un’altra lunga attesa prendiamo l’aero-bus per il centro di Lisbona, scendiamo a Plaça do Comercio il tram n° 15 ci porta a vedere la torre di Belèm, la statua di Colombo al porto, il ponte XXV aprile e il Monastero dos Jeronimos.
Ritorniamo di corsa all’aeroporto dove ci attende una sorpresa, il ns aereo non è ancora partito da Milano, ha un ritardo di circa tre ore e non viene ancora annunciato se e quando partirà, Easy Jet ci offre un sacchetto con un toast freddo, un plumcake e una bibita e restiamo in trepida attesa. Ci imbarchiamo e finalmente alle ore 1,30 atterriamo a Malpensa.
Chiara – Giulia – Laura – Letizia – Paola – Gigi – Roberto