Tra minareti e mare

Ho sempre voluto visitare Mostar dopo la sera del 9 novembre 1993 quando il TG trasmise le tragiche immagini dello Stari Most già danneggiato ma definitivamente abbattuto dall’artiglieria croata. Che tristezza: il crollo sanciva in maniera definitiva la fine dell’unione delle 3 etnie che pacificamente convivevano in Bosnia (mussulmani,...
Scritto da: pri_est
tra minareti e mare
Partenza il: 14/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Ho sempre voluto visitare Mostar dopo la sera del 9 novembre 1993 quando il TG trasmise le tragiche immagini dello Stari Most già danneggiato ma definitivamente abbattuto dall’artiglieria croata. Che tristezza: il crollo sanciva in maniera definitiva la fine dell’unione delle 3 etnie che pacificamente convivevano in Bosnia (mussulmani, croati, serbi); ancor oggi tanta gente dice: “non sarà più come prima…”.

E così nei primi giorni di agosto decido, consultando un po’ i racconti di TPC, di pianificare un giretto interessante… siamo in 2 coppie e siccome devo tener conto dei gusti di tutti ho pensato di unire un po’ di turismo “cultural-spirituale” (MEÐUGORJE – MOSTAR – DUBROVNIK) con turismo”balneare” (KORCULA).

Giovedì 14 agosto: Conscio-Meðugorje Partenza di mattina presto in un giorno prefestivo da Conscio in provincia di Treviso (…Casa mia…). Non abbiamo prenotato quindi intanto decidiamo di percorrere la Croazia verso sud più che possiamo. L’autostrada termina a Sestanovac, prima della riviera di Makarska e da lì in poi viaggiamo sulla statale costiera verso Dubrovnik. Poco prima delle 5 non ne possiamo più di stare in macchina e decidiamo di puntare verso Meðugorje per passare lì la notte passando per la frontiera di Metkovic. Premetto che noi 4 siamo tutti cristiani cattolici credenti (e praticanti), però la prima impressione di Meðugorje è terribile… Si vedono case multipiano, alberghi, ristoranti, ecc. In un posto che fino a qualche km prima era di una desolazione deprimente… C’è tanto caos anche perché si è alla vigilia di Ferragosto-Assunzione della Madonna. Vorrei andar via, ma decidiamo di fermarci e troviamo da dormire in due camere molto semplici all’interno di una casa vicino alla chiesa (10€/pers.). Dopo il primo shock iniziale, ho l’impressione che, a parte tutto il caos consumistico, a parte qualche fenomeno “metafisico” (tipo una statua di Cristo che perde acqua), a parte un certo alone di miracolismo, è bello vedere come tante persone giungano qui in cerca di risposte, in cerca di un aiuto e che tornino a casa con un “sorriso” di Maria dentro di sé. Nonostante la breve permanenza, mi sono portato via anche io un piccolo sorriso.

Venerdì 15 agosto: Meðugorje -Pocitelj-Mostar-Blagaj Dopo la Messa, partiamo in direzione Mostar, sostando a Pocitelj, piccolo borgo turco sulla strada che va da Metkovic a Mostar. Fa caldo (40°C fino alle 8 di sera…), ma questo posto merita! Visitiamo la moschea (curioso vedere le nostre ragazze avvolte nel velo prestatoci dalla moglie dell’imam; si entra a piedi nudi) e io ne rimango affascinato (era la prima volte che ne visitavo una). Mi colpiscono i colori e la raffinatezza delle incisioni in arabo. Poi, una volta usciti, attraverso i vicoli tra le case in stile turco arriviamo fin sulla torre diroccata che domina la valle percorsa dalla Neretva. Saliamo fin sulla cima della torre ma con molta cautela perché è facile farsi male scivolando e non ci sono troppe “protezioni”.

Poi proseguiamo verso Mostar. In città, cerchiamo subito una sistemazione per la notte e troviamo due camere con aria condizionata (fondamentale!!!) a 10 minuti a piedi dal centro e in riva al fiume. Sono le 3 quando il nostro stomaco richiede un po’ di considerazione. Lo accontentiamo pranzando al Grill Brajlovic (zona est dello Stari Most, a primo bivio svoltare a sx, dopo 50-80m sulla sx), riparandoci un po’ dalla calura opprimente (l’aria sembrava un phon…). Il bello di questo posto è che servono cibi secondo la tradizione mussulmana (tra l’altro non ci sono bevande alcoliche nel menù), cucinando “a vista”. Il locale si presenta molto confortevole e pulito. Mangiamo carne di montone (o qualcosa simile) avvolta in un delizioso panino arabo fatto in casa: una specie di kebab ma molto più gustoso (e meno pesante!). Il conto è una sorpresa ma è così in tutta la città: 28€ in 4! Ci dedichiamo quindi alla visita di Mostar: il ponte (Stari Most), il fiume (Neretva) e le stradine del centro sono bellissime. Entriamo in un cortile di una moschea e mentre gli altri curiosano tra i banchetti che vendono stoffe, cianfrusaglie e souvenir, un ragazzo di un banchetto mi chiede da dove vengo… E così cominciamo a parlare come se fossimo due amici; mi racconta di lui: era un ingegnere informatico che durante la guerra è andato via a studiare in Germania… ora si ritrova a vendere souvenir per i turisti… mi ripete di continuo che non capisce perché è successo tutto questo, che prima vivevano in pace croati, mussulmani e serbi senza conflitti e tutto ad un tratto hanno cominciato a scannarsi… mi dice che è tutta colpa della politica, di gente che ha istigato all’odio etnico, di gente che ama la guerra… e ora non è più come prima. Rimango ad ascoltarlo e sono felice di sentire la sua esperienza, di un ragazzo che ha qualche anno più di me ma che ha vissuto e visto cose terribili. Mi chiede se ho paura di viaggiare in Bosnia (e sta domanda mi suscita un certo turbamento…), gli rispondo che la situazione mi pare tranquilla, anche se qualcuno del mio paese pensa che andare in Bosnia sia come andare in guerra… Poi alla fine mi consiglia di andare a mangiare a Blagaj (vedi dopo), ma di tornare a Mostar per vedere questa città magnifica alla notte e di andare a un locale che si chiama Ali Babà per bere qualcosa. Ci salutiamo e poi proseguiamo la visita.

Andiamo a vedere la moschea più importante della Bosnia (Karaðozbegova Dzamija), appena fuori dal centro. Con mia insistenza, decidiamo di visitarla e di salire sul minareto. Dall’alto si vede tutta Mostar, ma cavoli, potevano costruire un parapetto più alto! Non riesco ad alzarmi in piedi per vedere giù: troppe vertigini (e accidenti a me e alla mia insistenza che ha convinto anche gli altri a salire fin là)! Vediamo qualche edificio sventrato dalle granate ma mi aspettavo di peggio: sono passati 13 anni dalla fine della guerra e la città sta pian piano rimarginando le sue ferite (chissà che pian piano guariscano anche le ferite nella società).

Dopo varie soste-birra per placare l’arsura, passiamo il ponte e andiamo fin sulla spiaggetta sottostante per bagnarci i piedi sulla la Neretva (acqua gelida, sollievo!!). Vediamo un ragazzo che si sporge sul ponte per tuffarsi ma poi non lo fa… peccato. Ho visto in TV che tradizione dei giovani di Mostar buttarsi dal ponte raccogliendo poi soldi dai turisti per il loro coraggio e bravura. Per uno che soffre di vertigini come me, solo guardare giù dal ponte fa male… Dopo una doccia veloce andiamo a cenare a Blagaj. Il posto è bellissimo: si tratta di una sorta di “monastero” mussulmano, che è stato edificato su uno sperone il quale si protende verso la sorgente di un fiume (Buna). Poco più in là sorgono un paio di ristoranti, che hanno i tavoli su delle “passerelle” in mezzo alla sorgente. Mangiamo trota di fiume (penso quelle che poco prima nuotavano a due passi dal tavolo) cucinata in vario modo. Ce la caviamo con 13€ a testa… Prima di tornare in camera visitiamo Mostar che di sera è ancora più affascinante con il suo ponte e i suoi minareti illuminati, sembra sospesa sopra il fiume. Andiamo anche all’Ali Babà (10 m a dx a est del ponte, nella zona dei “bazar”) come mi aveva consigliato il ragazzo mussulmano incontrato il pomeriggio. Si tratta di una specie di disco-pub, all’interno di una grotta, con le luci soffuse…Molto suggestivo! Andiamo a nanna dopo essere tornati sulla spiaggia sotto al ponte per fare qualche foto. Magnifico! Sabato 16 agosto: Mostar- Dubrovnik-Korcula Dopo colazione passiamo per le poste perché avevo dimenticato di comprare i francobolli… e così usciamo un po’ dal centro e vediamo che in realtà in periferia ci sono ancora tanti edifici in rovina. Mi ha fatto impressione vedere un albergo completamente svuotato dalle granate e che aveva ancora lo scheletro delle “capottine” esterne.

Ci dirigiamo quindi verso Dubrovnik, percorrendo però la Bosnia “interna”, lungo la strada che da Capljina passa per Stolac e Ljubinje verso Trebinje. Per decine e decine di km non vediamo una casa, però è bellissimo il paesaggio, in cui la Natura e il Silenzio sono padroni! Passiamo nella parte serba della Bosnia (nomi in cirillico e bandiere serbe per le strade; a dir il vero anche a Meðugorje che era nella zona abitata dai croati, c’erano tante bandiere della Croazia) e attraversiamo il confine a pochi km da Dubrovnik.

La città è uno spettacolo soprattutto dall’alto; ci fermiamo per scattare foto perché merita. Poi cerchiamo di trovare un parcheggio ma si rivela un’impresa; dopo un’ora decidiamo di parcheggiare sulla statale che passa sopra la città e di scendere a piedi per i vicoli fino alla città vecchia. Dubrovnik si rivela bella, ma estremamente caotica (e cara!). Facciamo un giro, andando un po’ a caso e con sorpresa troviamo una serie di rovine, ricordo dell’assedio serbo… La sorpresa è dovuta al fatto che vedendo la massa di turisti (TANTI, soprattutto quelli delle crociere) e la quantità di bar, ristoranti ecc, si capisce che i soldi che girano sono tanti.

Si vede bene l’impronta veneziana su questa città. In certi vicoli più isolati è bello vedere i panni colorati stesi ad asciugare tra casa e casa come ne ho visti tanti tra le calli negli anni in cui ho “vissuto” a Venezia.

Ci rimettiamo in macchina in direzione di Orebic, nella penisola di Peljesac. Arriviamo che sono le 6.30 di sera e non sappiamo se pernottare qui o raggiungere Korcula con il traghetto delle 7. Propendiamo per quest’ultima ipotesi, convinti di trovare appena scesi dal traghetto tanta gente che offre camere, appartamenti, ecc. (memore dell’esperienza dell’anno scorso quando sbarcai a Vis). Invece scendiamo a Domenice, uno scalo deserto (c’era solo un cantiere navale) a 3 km da Korcula. Avvertiamo un po’ di panico perché sono già le 8 di sera… inizia a far buio… Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, finalmente troviamo un alloggio “provvisorio” per una notte da una coppia di anziani vicino all’Hotel Marco Polo: un mini-appartamento e una camera (senza bagno; dovevamo usare quello dell’appartamento) nella loro casa per 75€. Siamo stanchi e affamati e pensiamo che per una notte vada bene così, domani cercheremo qualcos’altro.

Finalmente rifocillati e puliti decidiamo di andare a vedere come è Korcula. La città vecchia sorge su una penisola e ha la pianta a spina di pesce, cosa che la protegge dal vento. La leggera brezza ci fa comunque sentire, meglio così dopo 2 giorni di caldo asfissiante! Korcula è proprio simile a una piccola Dubrovnik, come in tanti la descrivono. Anche qui le case e i vicoli la fanno assomigliare a Venezia (dicono che qui sia nato Marco Polo; c’è anche una casa che si può visitare). È molto suggestiva con questi vicoli stretti e illuminati dal giallo e dal bianco dei lampioni appesi alle case.

Sulla punta della città c’è una torre in cima alla quale c’è un cocktail bar. Per accedervi si usa una scala interna a pioli e vi può capitare di aspettare di salire, ai piedi della scala, perché in quel momento sta scendendo una ragazza in gonna… il tutto per la felicità di vostra morosa che vi sta accanto! Domenica 17 agosto – Giovedì 21 agosto: Isola di Korcula Dopo colazione decidiamo di trovare un appartamento più adatto e dopo una buona ricerca ne troviamo uno che fa al caso nostro poco dopo Znovska Banja sulla strada per Rapisce. Con 60€ a notte affittiamo un trilocale affacciato sul mare, con una cucina e un portico (riparato da una vite) enormi.

In questi giorni abbiamo visitato le due spiagge più note dell’isola (Lumbarda e Pupnatska Luka), più un’altra (secondo quanto riportato sulla piantina dell’isola si tratta di Bacva) e una minuscola spiaggetta (secondo la piantina si tratta di Tri Zala) a due passi dall’appartamento. Eccone una descrizione sintetica: Lumbarda: spiaggia di sabbia grigia, troppo affollata (forse perché è la più facile da raggiungere), mare discreto, bella invece la campagna prima di arrivare alla spiaggia in cui viene coltivata la vite dalla quale si ricava il vino bianco Grk.

Pupnatska Luka: bella spiaggia di sassi, abbastanza agevole da raggiungere (strada in parte sterrata), mare cristallino Bacva: ci sono le indicazioni per questa spiaggia piccolina poco prima di arrivare a Pupnatska Luka da Korcula. La strada per arrivarci è stretta e in certi punti a picco sul mare. Spiaggia di sassi, mare incredibilmente bello (con tonalità verde smeraldo) Tri Zala: ci sono un po’ di micro-spiagge dopo il paese di Znovska Banja. Sono a rivolte a nord verso la penisola di Peljesac ed è curioso notare il contrasto tra la penisola di fronte con le sue montagne brulle e spoglie e quelle dell’isola di Korcula verdi e lussureggianti. Il mare è cristallino, blu intenso, ma tanto salato. Non essendo un luogo riparato, c’è sempre vento: ideale per chi vuole praticare wind-surf.

In generale, l’isola di Korcula è cara e anche un po’ troppo turistica (sicuramente di più rispetto all’isola di Vis che avevo visitato l’anno scorso), però il mare è di una bellezza unica come penso in tutto il sud della Dalmazia.

Abbiamo mangiato fuori solo una sera in un agriturismo a Lumbarda (Agriturismo Zure), spendendo 40€ a testa ma mangiando tanto e bene. Ci hanno servito zuppa e grigliata di pesce e di astice, il tutto “annaffiato” da Grk prodotto in loco. Il vino in questione non era male soprattutto con il pesce, ma forse è un po’ sopravvalutato e pubblicizzato; in questo forse dimostro di essere veneto perché faccio a fatica a fidarmi di un vino, tanto più se “straniero” (per esempio una volta in Istria ho bevuto una schifezza che spacciavano per vino straordinario…).

Una mattina sono stato al mercato del pesce e ho comprato un rombo da fare al forno. Era squisito, ma non l’ho pagato poco… Venerdì 22 agosto: Korcula-Crikveinica Decidiamo di partire di venedì per spezzare il viaggio di ritorno in due tappe e per evitare di trovare il caos di sabato (di metà agosto…). La scelta è ragionevole anche perchè lungo l’autostrada croata, vicino Zara, c’è un tunnel di 5 km (Sv. Rok) “monocorsia” che crea sempre coda. Risaliamo la penisola di Peljesac, passiamo per Neum (Bosnia), sosta-pranzo a Brela (Riviera di Makarska), e via in autostrada trovando anche poca coda prima del tunnel. Purtroppo io comincio a sentirmi male durante il viaggio e alle 7 di sera ci fermiamo a pernottare a Crikvenica a 30 km da Rijeka. Troviamo un appartamento per 4 persone a 60€.

Sabato 23 agosto: Crikveinica – Conscio Dopo essermi ristabilito, passiamo la mattinata al mare. Crikveinica mi è sembrata una località abbastanza “decadente”, sicuramente più economica di Korcula, con un mare chiaro e limpido (ma ahimé, niente i colori blu-verdi della Dalmazia) con tantissimi pesci di tante specie che ti nuotano vicino: ideale lo snorkeling. Verso le 3 decidiamo di tornare a casa e per evitare il caos abbiamo deciso di fare “stradine interne”, passando la frontiera a Rupa in direzione Ljubljana – Austria (eravamo gli unici italiani alla dogana, a parte qualche macchina targata Trieste) passando in Italia da Lipica e Basovizza. Il percorso si è rivelato ottimo (avremmo saltato 2-3 ore di coda), peccato che ci siamo imbattuti in una tempesta e in una coda impressionante a Palmanova e ancora in coda a Portogruaro, ma ormai eravamo quasi a casa… Vi ringrazio per l’attenzione che mi avete prestato nella lettura di questa mia esperienza, visto che è anche il “primo” racconto che scrivo su TPC…

Marco.



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