Kukulkan ed il viaggio fortunato
E' passato un anno da quando ho pubblicato gli ultimi viaggi come LINA77, e qualcosa avrei dovuto imparare dal partire completamente disinformata sui posti di destinazione: invece quando abbiamo prenotato in agenzia il viaggio per il Messico, non sapevamo che stavamo partendo nel periodo degli uragani! Naturalmente, potete immaginare quando...
E’ passato un anno da quando ho pubblicato gli ultimi viaggi come LINA77, e qualcosa avrei dovuto imparare dal partire completamente disinformata sui posti di destinazione: invece quando abbiamo prenotato in agenzia il viaggio per il Messico, non sapevamo che stavamo partendo nel periodo degli uragani! Naturalmente, potete immaginare quando scopro che la tempesta tropicale Dolly si sta avvicinando alle coste messicane… Ok, no panic, c’è sempre il mio amico google che mi aiuta! Così, dopo aver letto su questo magnifico sito i vari consigli sui documenti necessari e quelli per l’acquisto delle escursioni in loco, che commenterò in seguito, scopro che esiste un blog (megustacancun) gestito da italiani residenti in Messico, che, oltre a dare informazioni in tempo reale sulle questioni più disparate, ha un archivio fotografico interessantissimo. Le spiagge della riviera Maya erose dagli uragani, i sacconi di sabbia frangiflutti con ragazza in posa annessa, le mitiche palme cadute: lo sconforto mi blocca, ma poi leggo “non preoccupatevi, nel giro di 10 giorni le spiagge vengono di solito ripristinate”. E allora, con dita incrociate, due spray antizanzare (da portare SEMPRE con te anche durante le escursioni), un solare alta protezione, pesos (e non dollari, ci perdi col doppio cambio), giubbotto e calzini morbidi per il viaggio in aereo, arriviamo a Malpensa gioiosi e sconvolti dalla massa di persone che si imbarcherà sul nostro aereo per Cancun. La compagnia Blue Panorama dà la possibilità di prenotare le poltrone vicino alle uscite di sicurezza, posto più largo, per 50 euro in più. Naturalmente mio marito, dall’alto del suo m 1.93 di altezza, dice che preferisce sacrificarsi con le gambe allungate nel corridoio (a rischio delle hostess…) e non stare vicino ai bagni nell’unico posto dell’aereo dove è possibile cedere il passo a qualcun altro, col rischio di trovarsi sempre qualcuno che ti caschi addosso (si, ma le hostess???). Il nostro aereo atterra con mezz’ora di anticipo, mentre quello che parte da Roma ha circa 12 ore di ritardo (dovevamo partire anche noi da Roma, solo che non c’erano più posti). Io arrivo a Cancun completamente debilitata dal raffreddore (aria condizionata a palla!!!), non reagisco allo “scippo” del fattorino improvvisato che porta il bagaglio all’autobus del tour operator, con conseguenti mancia e rogna di mio marito, rompo il braccialetto di accredito ai servizi dell’hotel, e dopo che la guida dice che chiamare in Italia costa circa 6 euro al minuto, prendo il cellulare e telefono a mia sorella: tutta colpa del raffreddore!!! Mio marito prende in mano la situazione e non appena arriviamo in hotel, approfittando dell’all inclusive (ma veramente all, a tutte le ore!) torna in camera (saranno state le 23.30) con succo d’arancia, latte caldo, brioche e acqua per aspirina. La notte mi ristora ed il mattino dopo la riunione con il tour operator, con il quale abbiamo prenotato tutte le escursioni per un totale di circa 500 euro (in due, quattro escursioni, pasti e bevande comprese, guide italiane), sono rimasta sconvolta dalla bellezza della spiaggia di Playa Car. Sabbia bianca, estesa, pulita e che non scotta i piedi, mare cristallino e caldo, qualche saccone simile a balene spiaggiate, cocktail in mano: che bisogno c’è di muoversi se sono già in Paradiso??? Chitchen Itza: iniziamo ad addentrarci nella cultura Maya, gioco della pelota, cerimonie votive e sacrifici (“Apocatypto” è stato trasmesso in autobus), effetti sonori della piramide, ma per il troppo caldo e la troppa umidità mi ritrovo svenuta sotto un albero mentre un’iguana mi guarda pietosa. Coba e Tulum: grazie alla grande preparazione della guida Paolo e alla documentazione a supporto delle sue spiegazioni, resto senza fiato (non solo per le vertigini dovute alla scalata, stile Uomo Ragno, e alla discesa stile bimbo che impara a camminare, della piramide di Coba, punto più alto del promontorio dello Yucatan) davanti allo splendido connubio tra spiagge bianchissime che si tuffano nel passato (grazie a Paolo, che ci ha spiegato anche delle tradizioni della società Maya, abbiamo notato l’impronta di sangue di una mano a sette dita di un sacerdote). Cenotes con i quad: avessi avuto sedici anni sarei rimasta entusiasta dallo spirito maudit delle due giovani guide, ma purtroppo ho notato solo un disinteressamento per “quei poveri turisti prigionieri di carceri dorate”. Nuotare in un cenote ti lascia senza fiato, e le guide sono organizzate con le macchine fotografiche subaquee (25 euro per il cd con le foto). Giro a Playa del Carmen in bicicletta: le bici frenano pedalando all’indietro, bisogna mettere un cappellino in testa, portare con sè tanta acqua e portare il portafogli per i souvenir!!! Barriera corallina, Rio Lagartos e piscine naturali con Claudio (altra guida molto preparata): e se questo non è il Paradiso… Animali esotici, pesci, delfini e tartarughe marine liberi da gabbie, frutti sugli alberi, acque calde, calme e basse, spiagge talmente bianche da abbagliare.
Ultimo giorno, ennesima buona sorte: il volo per Roma è puntuale, quello per Malpensa viene spostato di circa 8 ore!!! Così, mentre ci crogioliamo al sole (io tanto, mio marito solo tra una partita di beach-volley ed una di calcetto), pensiamo alla fortuna che ci ha accompagnati in questo viaggio: zero pioggia, cibo ottimo, tutto perfetto, compagnia simpatica ed anche mezza giornata in più. Kukulkan ci avrà graziati?