Mal di Senegal
Non esiste dogana ne’ controllo passaporti,le valige vengono ammucchiate su un piazzale sulla pista d’atterraggio all’aria aperta per poi essere caricate su dei camion enormi che risulteranno essere poi il nostro mezzo di trasporto fino all’hotel.
Ci sistemiamo sul trabicolo,l’afa pesante ma allo stesso modo piacevole ci fa subito dimenticare il freddo inverno dell’Italia. Si parte in direzione Kabrusse,l’hotel dista circa un quarto d’ora di stade sterrate ,deserte e polverose,ai margini la vegetazione ricca di palme e baobab…Bellissimo.
L’HOTEL:il villaggio e’ piccolo,molto spartano,d’altronde siamo in Africa,l’ultima punta del Senegal,ma subito veniamo accolti con un caloroso benvenuto da un gruppo di donne che ci incantano con musica e danze locali. Ci dirigiamo verso la camera che ,insomma un po’ ci delude…Poco pulita,il bagno sporco con poca acqua per fare la doccia,l’odore di chiuso,ma non ci scoraggiamo.
LA SPIAGGIA: e’ immensa,di sabbia fine con tantissime conchiglie,il mare,l’oceano e’ freddo e scuro incontaminato.Ai lati della spiaggia,appollaiati su dei massi ,aspettano senza fretta dei locali,aspettano che i pochi turisti si avvicinino al bagnasciuga per invitarli nei loro” negozi”,tende di stoffa fissata a paletti di legno.Qui esiste la legge che i locali possono camminare sulla riva ma non entrare nelle spiagge private proprio per non creare spiacevoli inconveniente con i turisti.Non mancano i bambini,nudi,sporchi ma sempre sorridenti e le bellissime donne con i cesti in testa pieni di frutta esotica o con i marsupi e i loro pargoletti che vi dormono dentro.
CAP SKIRING: Dista dal villaggio circa 5 km,noi accettiamo volentieri un passaggio da un amico di Filippo,la guida dell’hotel.La macchina e’ un catorcio,vetro rotto,portiera che non si chiude,musica altissima,ma qua funziona cosi’.
Arrivati al paesiello ci accorgiamo subito della miseria che vi regna e della nullafacenza della gente.
Sporcizia ovunque,rifiuti,rottami arrugginiti,un caldo asfissiante e una puzza di fogna,tantissima gente che non fa nulla,non lavora,sta’a bighellonare in giro tutto il giorno…Nessuno ci infastidisce,nessuno insiste per elemosinare e questo mi piace.Tiro fuori la mia macchina fotografica e la videocamera e inizio a scattare foto ovunque,voglio ricordarmi di tutto questo al mio rientro,voglio mostrare ai miei amici il nostro troppo.
Filippo ci accompagna al centro artigianale,tanti cunicoli stretti e bui con minuscoli locali attaccati l’uno all’altro.All’interno stoffe,batik,collane d’osso di pietre d’argento,statue di legno intagliate al momento,tutti ti chiamano,ti stringono la mano.Facciamo i nostri acquisti,contrattando non poco.
Ci dirigiamo ora verso il paese vero e proprio,dove loro vivono.Una scena raccapricciante,casupole con tetti di paglia,di lamiere arrugginite,galline e caprette in giro libere e i miei adorati bambini vestiti di stracci.Dico a Naike ,mia figlia di prendere le caramelle,e come tanti piccioni ci accerchiano con le manine tese,mi viene voglia di stringerli tutti ,uno a uno.
Anche qui la gente non lavora,chiedo a Filippo come possono sopravvivere cosi’ e lui mi spiega che la Casamanche e’ la regione piu’ ricca e florida del Senegal e grazie all’agricoltura e all’allevamento riescono a vivere,purtroppo quello che manca qui,sono i soldi.Mi spiega anche delle religioni,qui ci sono ancora gruppi di animisti che credono nel dio conchiglia e mi dice che si praticano ancora sacrifici animali,offrendo il sanguedi quest’ultimi per esempio quando non piove per molto tempo.Mi mostra il Gri Gri,talismano potente contro il malocchio che tutti portano al polso ma non mi svela che cosa c’e’ dentro.
Il giorno seguente,decidiamo di visitare l’asilo ,la scuola e la maternita’.Ci incamminiamo attraverso la spiaggia per poi addentrarci nella forestra.Anche qui veniamo scortati dai bambini,che a piedi nudi corrono attraverso i rovi. Qui e’ tutto incontaminato,allo stato rurale proprio come nei documentari,capre,maiali e galline sparsi ovunque,villaggi di capanne senza elettricita’con barili per la raccolta dell’acqua piovana.Qui la gente e’ piu’chiusa ,fa fatica a salutarci. Usciamo dalla foresta per camminare sull’unica strada asfaltata che collega le principali citta’.Qui ogni giorno decine di uomini e donne camminano per andare al lavoro o in citta’ o per portare i figli a scuola. Dapprima visitiamo l’asilo,tanti bimbi vestiti sorridenti ci accolgono con una canzoncina in francese.Sono i figli dei ricchi,di chi lavora e si puo’ permettere tutto cio’.
Camminiamo ancora un pochino per visitare la scuola…Immersa nella vegetazione e’ formata da stanzoni all’aperto,costruiti x carita’ di missionari .Le classi sono divise a seconda degli anni dei bambini,senza banchi,tutti per terra…Quando ci vedono iniziano a scaldarsi felici,noi abbiamo portato quaderni e matite per tutti,li distribuiamo e subito si crea un sottofondo di schiamazzi che viene prontamente gestito dalla maestra.
A due passi da li’ ,sempre in mezzo alla foresta, la costruzione diroccata …La maternita’.
Oddio,io incinta di 3 mesi nel vedere questo degrado mi sento la ragazza piu’ fortunata del mondo.
Una stanzetta grande all’incirca come un nostro bagno,spoglia e umida con al centro un lettino ginecologico,e si’,proprio li fanno nascere i bambini,senza calore ne’ intimita’,senza norme di igiene e sicurezza,in Senegal c’e’ ancora un alto numero di morti per parto. A fianco uno stanzone con qualche letto…Entriamo e sorpresa,le mamme coi piccini,non esistono culle,dormono tutte assieme. Io riprendo e fotografo,sempre chiedendo prima il consenso.
Lasciamo tristi questo posto,pensando al futuro di quei bambini e torniamo in hotel per una sospirata doccia.
Il resto del soggiorno lo passiamo in hotel,tra sole ,mare ,spiaggia e tanta musica,al nostro rientro avremo tantissime cose da raccontare e tantissime foto da sfogliare per ricordarci del meraviglioso Senegal,degli straordinari tramonti all’ombra dei baobab e dei fantastici sorrisi dei miei bimbi.
Partenza 9/02/06 Sara,Angelo e Naike Spesa per una settimana di soggiorno: 2600,00€ circa