Grand tour dell’arcipelago maltese

L’itinerario in 15gg: A Malta: ST.JULIAN’S – LA VALLETTA - IPOGEO HAL SAFLIENI - TEMPLI DI TARXIEN – villaggio dei pescatori di MARSAXLOKK – BLU GROTTO - TEMPLI DI HAGAR QUIM - TEMPLI DI MNAJDRA – MOSTA - MDINA – TA’QALI CRAFTS VILLAGE – RABAT – scogliere di DINGLI - QAWRA/BURGIBBA – ST.PAUL’S BAY - GOLDEN BAY...
Scritto da: BEATRICE1973
grand tour dell’arcipelago maltese
Partenza il: 24/07/2008
Ritorno il: 07/08/2008
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L’itinerario in 15gg: A Malta: ST.JULIAN’S – LA VALLETTA – IPOGEO HAL SAFLIENI – TEMPLI DI TARXIEN – villaggio dei pescatori di MARSAXLOKK – BLU GROTTO – TEMPLI DI HAGAR QUIM – TEMPLI DI MNAJDRA – MOSTA – MDINA – TA’QALI CRAFTS VILLAGE – RABAT – scogliere di DINGLI – QAWRA/BURGIBBA – ST.PAUL’S BAY – GOLDEN BAY – NAXXAR (Palazzo Parisio) A Gozo: VICTORIA – MARSALFORN – TEMPLI DI GGANTIJA – spiaggia di RAMLA BAY & GROTTA DI CALIPSO – spiaggia di SAN BLAS – XLENDI – BASILICA DI TA’ PINU – GHARB – DWEIRA: AZURE WINDOW, FUNGUS ROCK, BLUE HOLE – TA’ DBIEGI CRAFTS VILLAGE A Comino: BLU LAGOON – isolotto di COMINOTTO Il piccolo arcipelago di Malta si trova nel cuore del Mediterraneo ed è composto da tre isole principali (Malta, Gozo e la piccola Comino) più alcuni isolotti disabitati.

Un viaggio a Malta è un affascinante tuffo nel passato, sulle tracce del suo antico popolo che ha lasciato i templi preistorici, ma anche dei Fenici, i Romani, i Bizantini, gli Arabi, gli Spagnoli, i Francesi e gli Inglesi. E’ la terra dell’affascinante Corto Maltese, leggendario personaggio creato da Hugo Pratt che fece nascere il suo eroe in questo piccolo, ma strategico arcipelago, nel 1887 (http://www.Cortomaltese.Com/).

Un ricco patrimonio artistico e culturale, dunque, ma anche natura, con scogliere e spiagge lambite da un mare trasparente, una cucina gustosa e ottimi vini: ecco gli ingredienti della nostra piacevole vacanza di due settimana a Malta!

1° giorno, giov. 24 Luglio: Italia – Malta Il volo dall’Italia è brevissimo. Da Bologna impieghiamo meno di 2 ore. Il MALTA INTERNATIONAL AIRPORT DI LUQA (http://www.Maltairport.Com) si trova a circa a 8 km dalla capitale, raggiungibile con taxi a tariffa fissa (vd sito con le tariffe verso tutte le principali località) oppure con il bus 8, la cui fermata si trova all’uscita dalla zona delle partenze: il cartello della fermata dei bus è un tondo blu con la scritta “BUS STOP” in bianco.

Dal City Gate, grande stazione degli autobus della capitale a forma di grande piazza circolare con al centro una grande fontana, partono tutti i tipici autobus gialli che arrivano in tutte le principali località di Malta. Accanto ai nuovi, ancora molti sono i pittoreschi bus vecchiotti, dalle forme degli anni ‘50 e ’60, che avevo scorto nel film “Munich”, girato qui da Spielberg! Le isole maltesi non sono molto grandi, il che permette di girarle con relativa facilità. Il servizio pubblico degli autobus, specie a Malta (meno a Gozo) serve le più importanti aree turistiche, con un prezzo di 47 centesimi o 1,16 a seconda del bus. Esistono abbonamenti di 1 o più gg, decisamente più vantaggiosi. Gli autisti sono un po’ scorbutici: salite a bordo con gli spicci, perché possono farvi scendere se vi presentate con banconote (a noi è successo!).

Dal City Gate l’autobus 62 ci porta in breve a St. Julian’s, dove abbiamo deciso di pernottare per alcuni giorni. St. Julian’s un tempo era un borgo di pescatori, mentre oggi è una vivacissima meta del turismo internazionale, piena di locali dove mangiare e divertirsi. In particolare, il cuore della vita notturna di tutta l’isola si chiama Paceville ed è frequentatissima dai turisti e dai tantissimi ragazzi che vengono a Malta a studiare inglese durante l’estate. Un’allegra “poppantera” di under20 popola le notti della località, con conseguenti schiamazzi notturni. Pernottiamo all’Hotel Alexandra, prenotato dall’Italia tramite il sito expedia. L’hotel è in ottima posizione, su Schreiber Street, vicinissimo al lungomare di St. Julians e al Portomaso Marina, in una zona ad alta densità di locali e ristoranti. Hotel nel quale siamo stati bene, se non fosse per i rumori notturni, quando i giovanissimi rientrano alticci e rumoreggiano sino alle 5 della mattina. C’è da dire che le località di Sliema e St. Julian’s sono ormai unite in un unico agglomerato urbano con la capitale, città che offre meno ristoranti, negozi, caffè e hotel a buon presso e ha una vita notturna meno divertente. Delle due, invece (Sliema e St. Julian’s), col senno di poi avremmo scelto la prima, vuoi per un paio di ristoranti davvero da provare (“Barracuda” e “theKitchen”), vuoi per la maggior offerta di escursioni (tantissime le agenzie) via terra e mare (le navi partono da qui). Inoltre Sliema è più vicina alla capitale, il che significa evitare 20 dei 40/45 minuti necessari ai bus per arrivare al City Gate. E’ notte, ormai, quando arriviamo. Frutta fresca e succhi per vincere il grande caldo e poi nanna. Domani comincia il vero viaggio. 2° giorno, ven. 25 Luglio: LA VALLETTA Il caldo si fa sentire sin dal mattino, del resto siamo nel centro del Mediterraneo, circa 100 km sotto la Sicilia e quasi 300 km sopra l’Africa! Una breve colazione e poi si parte alla scoperta della capitale.

Per arrivare al punto bus di St. Julian’s attraversiamo una zona degradata, proprio accanto ai famosi locali notturni: piscio, vomito e immondizia ci svelano, da subito, le lacune dei Maltesi nei confronti del loro territorio: Malta è inquinata e, in certi tratti, molto sporca. Scopriremo che Gozo è molto diversa, ma intanto l’impatto non è dei migliori. Peccato. L’autobus ci porta a La Valletta, definita “una città costruita da gentiluomini per gentiluomini” (sir Walter Scott). La Valletta è carina, molto carina. Fu costruita dopo la vittoriosa resistenza dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni all’assedio dell’impero ottomano di Solimano il Magnifico del 1565. Fu chiamata così in onore di Jean de la Vallette, Gran Maestro dei Cavalieri: fu lui che volle una nuova città fortificata, perfetta per respingere altri attacchi, dotata di poderose fortificazioni e di una perfetta pianificazione urbanistica. La città è facilmente visitabile a piedi nel giro di poche ore: al suo interno ospita magnifici palazzi, chiese e piccoli giardini. La nostra visita comincia da REPUBLIC STREET, la via principale, animata da negozietti e ristorantini, ma anche splendidi palazzi dotati delle caratteristiche “gallarijas”, verande colorate di legno. Prima tappa il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE (National Museum of Archaeology) ospitato nell’ Auberge de Provence, uno dei primi e maggiori edifici eretti a Valletta nel Cinquecento, residenza dei Cavalieri di Malta francesi ancora tra le meglio conservate. Vogliamo subito conoscere l’affascinante preistoria maltese. Ci sono splendide statuette che fa effetto pensare essere tra le più antiche del mondo! L’itinerario si snoda tra reperti che partono dal Neolitico della fase di Ghar Dalam (5200-4500a.C.) e delle fasi di Sorba (4500-4100°.C.), e attraversano il periodo dei Templi, che comprende più fasi: la fase di Zebbug (4100-3800 a.C.) che è quella in cui per certo comincia la sepoltura nelle tombe scavate; la fase di transizione Mgarr (3800-3600a.C); la fase Ggantija (3600-3000a.C.) che è quella dei primi templi; la fase Safleni (3000-2900°.C.) e infine la fase Tarxien (3000-2500 a.C.) che è quella dell’apice della civiltà dei templi, ma anche quella del declino e della scomparsa misteriosa. Tra i reperti più celebri del museo figura l’altare in pietra di Hagar Qim, tutto bucherellato, che ha la forma di un piccolo edificio a quattro facce con nicchie. Notevoli i reperti della fase Tarxien, caratterizzati da rilievi a spirale o scene animali.

Bellissima è la sezione dedicata alle statuette femminili, le cosiddette “donne grasse”: c’è la statua della “Dea Madre” ritrovata a Tarxien (una copia è al sito), di cui resta l’imponente parte inferiore; il gruppo delle 7 “Dee della Fertilità”; c’è la celebre “Sleeping Lady” ritrovata nell’Ipogeo Hal Saflieni, raffigurante una donna che dorme su un letto dotato di una sorta di stuoia-materasso; c’è la piccola “Venere di Malta” rinvenuta ad Hagar Qim, in argilla, soli 10cm, purtroppo senza testa; c’è una statuetta con donna che dorme bocconi, completamente stesa sul letto. Nel museo sono conservati anche vasi fenici (725-218a.C.) e un candelabro bilingue fenicio. L’ingresso costa 2,33 euro; è permesso fotografare. Seconda tappa: la CO-CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI, la chiesa più bella di Malta, un tempo tempio dei Cavalieri, oggi scrigno di due capolavori di Caravaggio. Una chiesa semplicemente spettacolare! Fuori una sobria facciata rinascimentale; dentro un trionfo barocco.

Al momento di fare il biglietto viene data un’ audio-guida un po’ prolissa, ma utile per conoscere la storia e le opere di questa chiesa. La navata centrale, ad esempio, è coperta da una volta a botte, affrescata da Mattia Preti (artista sepolto nella Chiesa) con episodi della vita di San Giovanni Battista. Il pavimento ospita qualcosa come oltre 400 pietre tombali dei Cavalieri, tutte di marmi policromi, splendide! Ma non è finita: delle 12 cappelle laterali otto sono dedicate a ciascuna delle otto Langue in cui era diviso l’Ordine. Sono cappelle sontuose, ricche di tele, stucchi, ori, ma anche le tombe dei propri Gran Maestri.

Dall’interno della chiesa, si accede all’ORATORIO, dove sono custodite due magnifiche tele del Caravaggio: la “Decapitazione di San Giovanni Battista”, il più grande quadro del Merisi, nonché l’unico firmato, e il piccolo, ma intenso “San Girolamo”.

Il biglietto consente anche l’ingresso al Museo della Cattedrale, che ospita preziosi antifonari miniati e una grandissima raccolta di splendidi arazzi fiamminghi, realizzati su disegni di Rubens. L’ingresso costa 5,80€; è permesso fotografare, salvo nell’Oratorio. Chiusura: sabato pomeriggio, domenica e festivi. Si impone una pausa: un macedonia e succhi di frutta nel grazioso “Bocconcì” (www.Bocconci.Com.Mt) al 75/76 di Republic Street, prima della visita guidata a CASA ROCCA PICCOLA, al 74 di Republic Street. L’ingresso costa 7€; non è permesso fotografare. Chiusura: domenica; solo visite guidate ogni ora della durata di 45 minuti, dalle 10 alle 16. Il Palazzo cinquecentesco è la residenza privata del IX Marchese di Piro. La dimora è affascinante, anche se si avverte un certo non so che di decadente. All’interno ci sono mobili, collezioni di scacchi, quadri (abbastanza orrendi), foto di famiglia, una piccola, ma interessante collezione di strumenti chirurgici in argento, usati dagli antichi Cavalieri di Malta, un piccolissimo giardino interno e, sottoterra, un rifugio usato durante la Seconda Guerra Mondiale. Visita curiosa, ma trascurabile. Se amate i palazzi antichi, decisamente meglio è Palazzo Falzon a Mdina.

Un pranzo veloce al 282 Coffee Garden, sempre su Republic Street, e poi ci rechiamo nell’austero e imponente PALAZZO DEL GRAN MAESTRO (Grand Masters Palace). Il Palazzo venne usato come sede da tutti i Grandmasters fino alla fine del Regno dell’Ordine nel 1798. Nel 1800 divenne la sede ufficiale del governo britannico, mentre oggi ospita il Presidente e il Parlamento della Repubblica di Malta. Il biglietto che si fa al pianterreno consente di visitare sia la famosa Armeria che le Sale di Stato. Al primo piano si trovano le cinque “STATE ROOMS”: la Camera del Consiglio, con bellissimi arazzi che raffigurano scene esotiche del nuovo mondo; la sala del Consiglio Supremo, con affreschi che raffigurano episodi del Grande Assedio; la Sala degli Ambasciatori o Sala di Stato rossa, oggi, come un tempo, usata per ricevere gli ospiti di rango; la Sala delle Pagine o Sala Gialla, usata un tempo dai valletti del Gran Maestro, con affreschi che mostrano i Cavalieri a Gerusalemme insieme ai Templari. Al pianterreno si trovano le due grandi sale dell’ARMERIA, una delle più grandi collezioni d’armi al mondo, ospitata in quelle che un tempo erano le vecchie stalle. Da non perdere: la corazza indossata da La Vallette! L’ingresso ai due musei costa 9,32€; è permesso fotografare. Le “State Rooms” sono chiuse in occasioni di visite di stato e tutti i lun/mart. L’Armeria è aperta tutti i giorni, dalle 9 alle 17.

Dopo tanta cultura, pausa merenda in uno dei locali storici dell’arcipelago (è stato fondato nel 1837), il delizioso Caffè Cordina, celebre per i suoi squisiti cioccolatini artigianali e le golose torte. Il menù è illustrato e si ordinano le fette di torta (costano mediamente 2,5€ l’una) indicando il numero corrispondente. Buone, non c’è che dire.

Stanchi, ma soddisfatti, rientriamo a St. Julians. Non abbiamo voglia, però, di cucina italiana, cucina che sembrano proporre quasi tutti i ristorantini di St. Julians, perciò ci spostiamo in bus a Sliema, dove assaggiamo gli squisiti piatti di Mark Gauci, uno degli chef più celebri di Malta. Il suo ristorante è il minimal chic “The Kitchen”, su Triq it Torri, da non perdere! 3° giorno, sab. 26 Luglio: IPOGEO HAL SAFLIENI -TEMPLI NEOLITICI DI TARXIEN – villaggio dei pescatori di MARSAXLOKK Dopo l’infarinatura archeologica di ieri al Museo Archeologico Nazionale, siamo pronti per la visita dei primi siti archeologici.

Da La Valletta l’autobus 8 ci porta fino a Paola, un paesone a pochi chilometri dalla capitale, dove sorgono due interessanti siti preistorici. L’ IPOGEO HAL SAFLIENI è un monumento unico, iscritto nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Per poterne assicurare la conservazione, il microclima del sito è regolato rigorosamente e i visitatori limitati a 70 al giorno (10 a visita guidata). Per questo motivo ci siamo prenotati 2 mesi prima sul sito dell’Heritage Malta (http://www.Heritagemalta.Org/maltashop.Html). L’Ipogeo è una cavità sotterranea, scoperta casualmente nel 1902 da un muratore che stava stendendo le fondamenta di alcune case. Prima di entrate è obbligatorio lasciare gli zaini; si riceve quindi un’ audio-guida che illustra bene tutto ciò che si vede. Un filmato iniziale racconta della scoperta del sito e della sua storia: l’ipogeo risale al periodo compreso tra 3600 e 2500a.C. E ospitò qualcosa come 7000 sepolture, ospitate in stanze ricavate via via le une dalle altre. La visita è suggestiva, vuoi per i fresco, le luci, gli scavi insoliti. Cuore del sito è una camera denominata Sancta Sanctorum, ampia, elaborata, con una parete concava con nicchie e porte che si aprono su camere più piccole e il soffitto che ci svela come dovessero essere le coperture dei templi megalitici, oggi tutte scomparse. L’ingresso costa 9€; non è permesso fotografare. Solo visite guidate ogni ora della durata di 1 ora circa, da prenotarsi con largo anticipo sul sito. A pochi minuti di cammino si trovano i TEMPLI NEOLITICI DI TARXIEN, praticamente incastrati tra le case della città. I Templi di Tarxien furono scoperti per caso nel 1914 da agricoltori locali che aravano la terra.

Quelli di Tarxien sono gli ultimi templi megalitici costruiti a Malta: il sito risale ad un periodo compreso tra 3000 e 2500 a.C.., ed è il più complesso di tutti i siti dei templi maltesi. Si tratta di tre strutture megalitiche, abbellite da finissimi intagli scolpiti, a forma di animali domestici o geometriche spirali. Nel tempio a sud, dalla pianta a 4 absidi fu scoperta la “Dea Madre”, la più grande “signora grassa” dell’isola (l’originale l’abbiamo visto ieri al Museo Archeologico della Valletta). Un tempo la statua sfiorava i 3mt. Di altezza! Il secondo tempio è quello centrale, il solo tempio di Malta a 6 absidi. Da una di esse si va alla camera dove è conservato un blocco di pietra scolpito con due rilievi: uno con un toro e uno con una scrofa che allatta i suoi maialini. E’ probabile che qui si svolgessero sacrifici animali. Il terzo e quarto tempio sono piccoli e danneggiati.

L’ingresso costa 2,33€; è permesso fotografare. Aperto tutti i gg. 9/17.

Da Paola prendiamo l’autobus 27 e proseguiamo fino a MARSAXLOKK. Il famoso villaggio dei pescatori si affaccia su una graziosa baia, celebre per le colorate imbarcazioni dei pescatori all’ormeggio, i tradizionali “luzzu”, decorati con l’occhio di Osiride. Il posto è celebre per il mercato ittico della domenica e i tanti ottimi ristoranti di pesce. Le bancarelle coi souvenir ci sono comunque sempre.

Il pranzo al ristorante “Ir Rizzu” non delude le aspettative: la gente è tanta, il silenzio un po’ lento (ma del resto non abbiamo fretta, col caldo che fa fuori), il pesce ottimo. Mangiamo con calma, poi vediamo se è possibile raggiungere la baietta di St Peter’s Pool, di sui ho letto bei commenti. Risposta: no, non è possibile! Non esistono bus che vi transitano, né vediamo un solo taxi. E’ possibile andarci a piedi, ma ci dicono che si tratta di un’ora sotto il sole cocente (e la digestione in progress!), così demordiamo. Beviamo un pessimo tè freddo nel caffè-ristorante accanto alla chiesa e poi rientriamo a St.Julians. Cena da dimenticare al ristorante “L-Ghonnella”, in Spinola Palace, passeggiata lungo la baia e poi nanna, disturbata come al solito dagli schiamazzi notturni dei nottambuli (al diavolo!). 4° giorno: dom. 27 Luglio BLU GROTTO – TEMPLI MEGALITICI DI HAGAR QIM E MNAJDRA Il programma di oggi prevede cultura e natura! Da La Valletta il bus 138 ci porta al porticciolo di Wied iz Zurrieq, per scoprire uno dei luoghi più famosi di Malta, Blu Grotto, “la grotta blu”.

L’autobus ci molla sulla strada principale. Da lì, con una passeggiata di 10/15 minuti, tutta in discesa, raggiungiamo il punto di imbarco che porta alla scoperta delle grotte e del paesaggio.

Il colpo d’occhio dall’alto è magnifico: mare blu, rocce a strapiombo sul mare, una natura selvaggia e arida fatta di arbusti e agavi magnifiche. Piccole imbarcazioni della Blue Grotto Boat Service portano i turisti per una breve (circa 20 minuti), ma costosa visita (6,99€) alle 7 grotte presenti in quella zona. Il giretto è carino, anche se pensavo a qualcosa di più. Molto piacevole è poi il bagno che è possibile fare da dove partono le barche: il mare è trasparente e non nasconde la troppa immondizia sul fondo. Peccato. Resta comunque il ricordo piacevolissimo del primo bagno nella tiepida acqua dell’arcipelago. A seguire un pranzetto a base di hamburger in una bettolina accanto al parcheggio delle auto e dei tanti bus privati. Resta un mistero la lentezza del servizio, con le tante cameriere disponibili. Bho… Mentre terminiamo di masticare, l’apparizione di un taxi ci illumina la via: col cavolo che camminiamo in salita sotto il sole cocente i chilometri che ci separano dai siti archeologici! 10 euro in meno, ma anche 2 insolazioni risparmiate e siamo davanti alla biglietteria del TEMPIO DI HAGAR QIM. Questi sono templi molto ben conservati e godono di una posizione favolosa, in alto con vista sul mare e sull’isola di Filfla! Hagar Qim è un complesso modificato nei secoli, ma costruito tutto tagliando il calcare a globigerine. Qui si trova il più grosso megalite mai trovato in un tempio maltese: 7mt di lunghezza per un peso complessivo di 20 tonnellate! Dal tempio di Hagar Qim un sentiero di circa 800mt scende, sotto al sole cocente, al TEMPIO DI MNAJDRA.

Mnajdra comprende 3 templi di epoca diversa e conserva decorazioni sofisticate.

L’ingresso costa 4,66€; è permesso fotografare. Aperto tutti i gg.9/17 Al tempio di Hagar Qim è possibile comprare il biglietto anche per il tempio di Mnajdra (4,66€), risparmiando qualcosa. Rientriamo a St. Julians provati dal caldo e dall’attesa del bus di quasi un’ora sulla strada dei templi, disidratati per il caldo e la sete. Ci rifocilliamo ottimamente al ristorante “Paparazzi”, godendo del bel panorama sulla baia. La spettacolare cheesecake ai cereali e gelato al cioccolato bianco ci ridà la carica per la serata al DRAGONARA CASINO (www.Dragonara.Com) di St. Julians. Si tratta di uno dei 3 Casinò dell’arcipelago (gli altri sono il bellissimo Casino di Venezia, al The Waterfront Captain’s Palace a Vittoriosa e l’Oracle Casino, del New Dolmen Hotel di Qawra, nella St. Paul’s Bay), ospitato in quella che un tempo era l’elegante dimora estiva del Marchese Scicluna, proprietario anche di Palazzo Parisio. L’ingresso è gratuito, basta essere maggiorenni ed essere vestiti decentemente. Giochiamo poco (40 euro), non vinciamo nulla, ma ci divertiamo comunque! 5° giorno: lun. 28 Luglio MOSTA – MDINA – TA’QALI CRAFTS VILLAGE Molti turisti soggiornano per tutta la vacanza a Sliema e St. Julians, spostandosi per escursioni giornaliere in bus o per giri dell’isola/dell’arcipelago in nave (tipo “Malta&Gozo tutto in un giorno!”). Si tratta, a mio parere, di una rispettabilissima scelta, specie se si ha poco tempo, ma che, nel nostro caso, con 2 settimane a disposizione, non aveva ragione di essere. In questo modo, ad esempio, è impossibile assaporare l’incredibile magia di Mdina, quando le orde dei turisti scemano e la cittadina torna ad essere sul serio “la città del silenzio”.

Decidiamo quindi di pernottare 2 notti a Mdina. Gli hotel della zona sono solo due: uno extralusso (lo “Xara Palace”), all’interno delle mura, e una guesthouse (“Point de Vue”), subito fuori le mura. L’autobus 65 collega St. Julians a Mdina e passa da Mosta. Ci fermiamo, zaini in spalla, per visitare la sua grande attrazione: la MOSTA DOME, “Cattedrale di Mosta”, una delle cupole più grandi d’Europa, gioiello della bella chiesa della cittadina. Qui avvenne il “miracolo di Santa Maria”: il 9 giugno 1942, mentre la Seconda Guerra Mondiale infuriava anche a Malta, mentre trecento fedeli attendevano l’inizio della messa, una bomba perforò la cupola, cadde sul pavimento, ma non esplose. Una copia della bomba si trova nella sagrestia. L’ingresso è a offerta libera; la chiesa è aperta tutti i giorni tra le 9 e le 11.45 e dalle 15 alle 17.

L’autobus 65 ci porta quindi a MDINA, bellissima città medievale patrimonio dell’umanità, abbarbicata su un’altura rocciosa a circa 15 km da La Valletta. Gli autobus lasciano accanto ai piccoli giardinetti fuori la porta di ingresso di Mdina. La guesthouse (www.Pointdevuemalta.Com) è vicinissima,in Is Saqqaija, accanto al distributore di benzina. Prendiamo possesso della nostra stanzetta, ribattezzata “puzzolina”, una camera grande e dotata di una verde “gallarija”, la tipica veranda in legno colorata. Purtroppo, forse a causa dell’impianto di riscaldamento/raffreddamento a gas, che ci siamo ben guardati dall’usare, la stanza ha conservato per entrambi i giorni del nostro soggiorno, una indicibile puzza. Tempo di appoggiare i bagagli, dunque, e siamo sul ponticello in pietra che permette di entrare a Mdina. Capitale dell’isola sino alla metà del XVI secolo, sede della miglior nobiltà maltese, Mdina è un piccolo gioiello racchiuso tra le mura (in arabo “medina” significa “città murata”), fatto di stradine tortuose, palazzi normanni e barocchi costruiti in globigerina, la chiara pietra locale. La via principale è Triq Villegaignon, sulla quale si affacciano sontuosi palazzi (Casa Inguanez, appartenente alla più antica famiglia aristocratica di Malta; Casa Testaferrata; Palazzo Santa Sophia, il palazzo più antico di Mdina, Palazzo Falzon, che presto visiteremo) e si apre la piazza dominata dalla Cattedrale. Gironzoliamo fotografando splendidi scorci, alla ricerca di un posticino dove pranzare. Scegliamo il piccolo “Gattopardo”, sempre su Triq Villegaignon, dove gustiamo buone specialità greche all’ombra del cortiletto interno.

Poi lasciamo momentaneamente Mdina per andare in autobus al vicino TA’QALI CRAFTS VILLAGE, una sorta di villaggio pensato per i turisti, dato che è formato solo da negozi che vendono prodotti dell’artigianato locale: vetro (boccette, piattini, posacenere ecc…), filigrane d’argento, pizzi&ricami in cotone e seta, soprammobili in pietra (candelabri, portacandele ecc..),oggetti in terracotta dipinta (piatti, oliere/acetiere/sale&pepe, deliziose targhette dipinte col numero civico dell’abitazione o il nome della casa ecc…). In genere i negozietti sono aperti dalle 10 alle 16. Torniamo a Mdina. Subito visitiamo la Cattedrale siculo-normanna dedicata a San Paolo, una splendida chiesa dell’XI secolo, tra i pochi edifici sopravvissuti al terremoto del 1693. Della chiesa colpiscono, all’esterno, le due grandi torri campanarie dotate di orologio, e la cupola ottagonale; all’interno il pavimento è ricoperto da lastre tombali variopinte. Usciamo per entrare nel vicino Museo della Cattedrale. E’ un museo che ci è piaciuto molto (non ce l’aspettavamo!), vuoi per la splendida raccolta di monete antiche (da quelle cartaginesi alle romane, dalle bizantine alle aragonesi, fino alle monete dei Gran Maestri di Malta e della regina Vittoria d’Inghilterra), vuoi per la sorprendente raccolta d’incisioni di Durer, dono di un collezionista. L’ingresso costa 5 euro e comprende anche la visita al Museo della Cattedrale, nell’edificio accanto alla Chiesa. Non è permesso fotografare. Dopo tanta cultura, è tempo di merenda. Poco distante, in Triq is Sur c’è il famoso Fontanella Tea Garden, un caffè panoramico dove servono spuntini e fette di torte. E’ un posticino senza pretese, dall’invidiabile posizione, anche se il panorama non è sto granché, data la poco cura dell’ambiente e le costruzioni selvagge che abbiamo più volte avuto modo di vedere nell’isola. Quanto alle torte: discrete, ma non di più. L’indomani, a Rabat, avremo modo di assaporare ben altri dolci. La pausa, comunque, ci ricarica. Passeggiamo per Mdina, perdendoci tra i vicoli di case e finestre abbellite da cascate di fiori viola e curiosando nei negozietti.

Sorprendentemente bella di giorno, la notte Mdina assume un volto quasi fiabesco. Ci vive davvero qualcuno, ci chiediamo, mentre i nostri passi riecheggiano sui ciottoli dei vicoli, e i palazzi si illuminano di luci gialle e la cattedrale di azzurro? Viene spontaneo parlare sottovoce, per non rompere l’incantesimo del silenzio. Ceniamo in un ristorante veramente bello e romantico, “The Medina Restaurant” (www.Mol.Net/medina), in Holy Cross Street 7, dal cibo e servizio eccellente. 6° giorno: mart. 29 Luglio RABAT – DINGLI CLIFF Rabat (in arabo significa più o meno “sobborgo”) è la città vera e propria, che si estende fuori le mura di Mdina. Un tempo esse erano unite: furono gli Arabi a restringere le antiche fortificazioni bizantine, creando l’attuale separazione. Cuore di Rabat è la piazza centrale dove sorge la CHIESA DI SAN PAOLO, costruita sopra una grotta nella quale secondo la tradizione il santo sarebbe vissuto nei tre mesi trascorsi a Malta dopo il naufragio. L’interno della chiesa è particolare, con una successione di cappelle e stanze singolare. Dall’interno si scende alla cripta, nel luogo dove la tradizione dice che San Paolo abbia vissuto e detto la sua prima messa. Una lapide ricorda la visita di papa Giovanni Paolo II. Purtroppo constatiamo presenza di sporcizia e immondizia anche nei dintorni della chiesa. Ci spostiamo nella zona dove si trovano le catacombe. Cominciamo dalle CATACOMBE DI SAN PAOLO. Esiste un biglietto cumulativo di 9,32 euro che permette l’ingresso a queste catacombe + la Domus romana. Lo acquistiamo. Un’interessante audioguida (davvero bella) ci guida all’interno del complesso. Siamo i soli turisti e questo rende la visita ancor più suggestiva. Ampie, scure, labirintiche, le catacombe di San Paolo ci colpiscono molto! Proseguiamo per le vicine CATACOMBE DI SANT’AGATA. Qui l’ingresso costa 2,5 euro e la visita è guidata. Sant’Agata era una giovane e virtuosa fanciulla siciliana, nata a Catania nel 234. Insidiata da Quinziano, brutale governatore di Catania, Agata fuggì a Malta, dove visse felice, finché decise di tornare in Sicilia. Qui, nel 251, subì il martirio, dopo che le furono tagliati i seni. Le catacombe sono a lei dedicate, perché in questo luogo Agata amava venire a pregare. La visita inizialmente conduce alla cripta, affrescata con immagini della Santa, altri santi e la Madonna, risalenti al XIII secolo, purtroppo in parte sfigurati dai Turchi, nel 1551. Dopodiché si entra nelle vere e proprie catacombe, percorrendo stretti corridoi con tombe a baldacchino e pareti piene di loculi. L’estensione di queste catacombe è notevole, circa 4.100mq! Non mancano scheletri ben conservati. La visita si conclude nella stanza più suggestiva, con ogni probabilità usata come chiesa, dove si trova una nicchia affrescata con due colombe (simbolo dell’anima) e due vasi di fiori (simbolo della vita eterna), posti davanti a una grande conchiglia (simbolo del cielo). Ritorniamo all’aria aperta, nel caldo di Rabat. Muoviamo verso la DOMUS ROMANA.

Lungo la strada, sorpassata da Chiesa di San Paolo, scorgiamo una pasticceria dall’aspetto molto invitante. La Pasticceria Dulceria Santa Lucia, in Triq il Kbira n.39, propone eccellenti fette di torte, ma anche squisiti cioccolatini e caldi pastizzi, i famosi fagottini maltesi di pastasfoglia ripiena di formaggio o purè di piselli. Dopo la golosa sosta, ci spostiamo all’edificio neoclassico che ospita il Museo di Antichità Romane. L’edificio è stato costruito attorno ai resti di una villa romana, la Domus Romana (5,82€, aperta tutti i gg.), appunto. Al suo interno si conservano i bei mosaici pavimentali della villa. Il più grande e famoso ha, al centro la rappresentazione di due colombe che bevono a una fontanella, tema assai popolare nei pavimenti musivi romani. Nel museo sono esposte anche oggetti e statue rinvenute nella villa, tra cui una dedicata all’imperatore Claudio, e frammenti di mosaici a tessere piccole che rappresentano affascinanti e variopinte maschere teatrali. Rientriamo a Mdina per il pranzo. Troviamo riparo dal caldo all’interno di Palazzo Costanzo), su Triq Villegaignon. Un ristorantino offre squisite bruschette e ftira, il pane maltese farcito di golosi ingredienti! Ci rilassiamo un poco, poi entriamo a PALAZZO FALZON, proprio accanto. Il palazzo, in stile normanno, è uno dei palazzi più antichi dell’arcipelago, il secondo di Mdina. La visita è accompagnata da una dettagliata audio-guida, che ci conduce attraverso le belle sale e gli splendidi arredi. Il palazzo è stato magnificamente restaurato e ospita 45 collezioni di argenteria, gioielli, mobili, tappeti orientali, senza tralasciare la bella biblioteca con i 4.500 libri! Belle anche alcune tele, in particolare una tela di Poussin e un ritratto di nobildonna il cui fantasma si dice abiti il castello. Fantasia a parte, il bellissimo palazzo ha attraversato i secoli, dalla sua costruzione nel XV secolo, al suo splendore sotto il proprietario Vice Ammiraglio Falsone, che lo acquistò all’inizio del ‘500. Nuovo splendore il palazzo ebbe nel 1927, quando fu acquistato dal capitano olof Frederick Gollcher OBE, pittore, studioso e filantropo. Tra le curiosità esposte: una cintura di castità con i “fori” dentati, una grande nave d’argento, utilizzata come segnaposto a tavola, un orologio da tavolo che reca solo dieci ore, fabbricato durante la Rivoluzione Francese, quando il giorno fu diviso in 10 ore di 200 minuti.

Molto belle le sale, tra le quali la bellissima cucina e l’elegante sala da pranzo. L’ingresso costa 10€; NON è permesso fotografare. Non sono ammessi bambini al di sotto dei 5 anni. Chiusura: in estate mart/ven 10-17 e sab/dom 10-20; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Terminata la visita, dopo tanta cultura ci viene voglia di natura e ci viene la sciagurata idea di andare alle SCOGLIERE DI DINGLI, circa 5 km da Mdina. Attendiamo pazientemente il bus 81 che ci fa scendere direttamente di fronte alle Dingli Cliffs, “le scogliere più alte di Malta”. Stando alle guide, le scogliere raggiungono l’elevazione più alta dell’isola, 220 metri, tuttavia non lo fanno in modo netto (come nel caso delle scogliere di Ta Cenc a Gozo). No! Il dirupo verso il mare è interrotto da un immenso pianoro intermedio, tutto coltivato e solo in qualche punto sporadico si scorgono le chiare pareti verticali che precipitano nelle acque. Forse viste dal mare saranno anche suggestive, ma da sopra…Una delusione! Il panorama non è brutto, con l’isolotto di Filfla al largo di un mare blu intenso, ma chiamarle scogliere proprio no! Facciamo una breve passeggiata, verso una sorta di radar, ma nulla di che. Torniamo alla fermata del bus, accanto all’unico ristorantino della zona, oggi chiuso. E aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo… Nulla. Non passa anima viva. Del bus nemmeno l’ombra. Ok, sono le 18 passate, è giorno pieno, ma cominciamo a infastidirci. Finché passa un’auto con due ragazze a bordo. Si allontanano, poi tornano indietro e ci spiegano che dopo un certo orario (credo le 17) il bus non passa più dalle scogliere, ma solo dal paese vicino. Ci offrono gentilmente un passaggio fino al paesino di Dingli da dove, finalmente, il bus ci riporta a Mdina. Alla sera ci rifacciamo della penosa escursione cenando nell’ottimo ristorante “Bacchus”, uno dei ristoranti più famosi di Malta (eccellenti le tagliatelle al salmone), e passeggiamo sino a Bastion Square, la piazzetta chiusa dal bastione settentrionale, da cui si gode il paesaggio sull’isola e un bel cielo stellato. La magia di Mdina di notte, senza i turisti, si ripete. 7° giorno: merc. 30 Luglio QAWRA/BURGIBBA – ST.PAUL’S BAY Mellieha o Burgibba? questo è il problema! Giunto il momento di spostarsi al mare, si sono imposte alcune riflessioni. Stabilito che a questo punto del viaggio volevamo visitare la Golden Bay e la Blu Lagoon, quale cittadina scegliere come campo base? Mellieha, di cui avevamo letto essere graziosa, con bella spiaggia e meno costruzioni selvagge, oppure Burgibba, praticamente snobbata dagli Italiani, definita dalla LP “il più grande agglomerato di edilizia turistica di Malta”, ma meglio collegata dai bus? Il peso degli zaini, da trasportare su e giù nel caldo sempre più caldo di Malta, ha avuto il suo peso, ma col senno di poi la scelta di Burgibba si è rivelata particolarmente azzeccata! Burgibba è una delle spiagge a nord ed è una cittadina della St.Paul’s Bay, la baia dove San Paolo fece naufragio nel 60 d.C. Un tempo villaggi di pescatori, oggi Qawra, Burgibba e St. Paul’sBay Villane sono praticamente fuse in una sola cittadina: con una passeggiata di 5/10 minuti si passa da Qawra a Burgibba senza accorgersene. Troviamo una camera al Park Lane Aparthotel****(60€, colaz.Inclusa, con ventilatore e frigo; aria condizionata e tv a pagamento, risp. 7 e2,5 euro al dì), proprio vicinissimo al punto bus, in Maskli Street. Trascorriamo il pomeriggio sugli scogli di Burgibba, tra bagni e riposo, più mega gelato preso a uno dei baretti sotto la strada costiera. Siamo nella baia dove avvenne il naufragio di San Paolo: “Ma incapparono in una secca e la nave vi si incagliò; mentre la prua arenata rimaneva immobile, la poppa minacciava di sfasciarsi sotto la violenza delle onde. I soldati pensarono allora di uccidere i prigionieri, perché nessuno sfuggisse gettandosi a nuoto, ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo progetto; diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiunsero la terra; poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra. Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli indigeni ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un gran fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia ed era freddo. Nelle vicinanze di quel luogo c’era un terreno appartenente al “primo” dell’isola, chiamato Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni” (dagli Atti degli Apostoli, cap.27 e 28). Burgibba è allegra, adatta alle famiglie e a chi cerca tranquillità, ma non noia. La sua piazzetta, i tanti ristorantini, le tante piccole agenzie che propongono escursioni in barca e bus, i negozietti, le palmette illuminate e kitch, i finti pub inglesi ci divertono e quasi ci fanno sentire a casa, sulla riviera adriatica! La sera ceniamo da Ta Pawla, in Triq it Turisti, dove gustiamo il tipico piatto maltese “bragioli” annaffiato dalla buona birra locale, la Cisk.

8° giorno: giov. 31 Luglio GOLDEN BAY – escursione in barca alla “grotta puffa” E’ il giorno dedicato a una delle spiagge più famose dell’arcipelago maltese: la Golden Bay, di certo la spiaggia più bella del versante ovest. L’autobus ci porta in circa 15 minuti alla spiaggia. La sabbia è dorata e piacevole al tatto. La baia è molto ampia e bella, l’acqua stupenda. E’ una spiaggia molto gettonata, specie al pomeriggio, quando si riempie! Si noleggiano lettini e ombrellone in due punti e ci sono due punti ristoro dove mangiare e bere. E’ anche possibile pernottare, a patto di essere disposti a sborsare una bella cifretta nell’unico hotel della zona, l’immenso “Radisson SAS Golden Sands Resort&Spa. Intorno alle 10.15 un signore chiacchierone e allegro, chiamato Charlie, citato dalla L.Planet e da molti diari on line, passa tra gli ombrelloni a pubblicizzare le sue due escursioni in barca: una (con partenza alle 12 e alle 14) costeggia la costa e un paio di altre spiagge vicine e sosta in una grotta per un bagno “speciale”; l’altra (alle 16) porta alla Blu Lagoon e sosta per una foto ricordo davanti al POPEYE VILLAGE (http://www.Popeyemalta.Com/), oggi un piccolo parco dei divertimenti per bambini, ieri il set cinematografico del musical (flop) “Popeye” (1980) del regista Robert Altman, con Robin Williams nei panni di Braccio di Ferro. , con protagonista. L’idea di Charlie, andare in barca alla famosa Blu Lagoon dopo che gran parte dei turisti se ne sono andati, non è male, anzi! Solo che la sosta di 1h e ½ è a mio parere decisamente troppo breve, per un luogo spettacolare come quello! Noi ne abbiamo trascorse lì 3 e ci son sembrate poche! Con Charlie siamo comunque usciti per l’escursione delle 12. La barchetta a motore ha portato noi e altri 8 turisti alla scoperta del litorale e di qualche insenatura (carine, ma niente di che), fino alla sosta, questa sì caratteristica, nell’ampia grotta dove abbiamo fatto una mezz’oretta di bagno. Nell’acqua assumiamo una singolare colorazione blu e Charlie dalla barca cerca di fotografare (senza flash, giacché il flash annulla l’effetto “blu puffo”) e filmare i turisti.

I turisti italiani si scatenano in schiamazzi e casino irritanti. Noi solidarizziamo con gli unici turisti non italiani, guarda caso silenziosi e discreti, e nuotiamo tranquilli. L’escursione di 1h e 20min con Charlie costa la NON modica cifra di 10 euro. Pranzetto a base di bibite e mega hamburger al Munchies Bar sulla spiaggia, poi relax in spiaggia sino alle 18, quando ci viene bruscamente imposto di restituire lettini e ombrelloni. L’ultimo bus dalla Golden Bay riparte per Burgibba alle 19.

Alla sera cena ultra chic nel ristorante più raffinato di Burgibba: “Venus”, in Triq baija, dove maritozzo si esalta con un sofisticato risotto ai ricci di mare e io con un pollo&verdure eccelso. 9° giorno: ven. 1 Agosto BLU LAGOON (Comino) – COMINOTTO COMINO, dal nome della spezia che riveste e profuma i suoi 3,5 kmq, è un isolotto quasi del tutto disabitato, situato tra Malta e Gozo, famoso per la sua BLU LAGOON, un’insenatura incantevole dalle spettacolari acque turchesi. La Laguna Blu è l’escursione più celebre dell’arcipelago e merita assolutamente una visita.

Si tratta di un’insenatura dalle acque celesti e trasparentissime, situata tra l’estremità occidentale di Comino e l’isolotto disabitato di Cominotto. Il posto è così bello da essere stato usato come location di un paio di film: non “Laguna Blu” (1980) con Brooke Shields, come ho letto in giro (fu girato tra Jamaica e Fiji!), bensì “Il Conte di Montecristo” (2002) e il brutto “Travolti dal destino” (2003) con Madonna.

Ma del resto Malta è molto gettonata per girare film! Il sito http://www.Visitmalta.Com ha una pagina dedicata ai film girati nell’arcipelago: si va da “Troy” a “Il Gladiatore”, da “Munich” a “Il Codice da Vinci”. Ma torniamo allla spettacolare laguna. Essa è raggiungibile con una delle tante escursioni organizzate via mare: si va dai vascelli di legno alle enormi navi, dai più costosi water taxi o tramite il più scomodo traghetto (bisogna andare al porto di Cirkewwa), oppure a piedi, soggiornando nell’unico hotel dell’isolotto, il “Comino Hotel”. Organizzano escursioni alla laguna: Hornblower Cruises (3 ore alla Laguna Blu) – Romantika (2 ore alla Laguna Blu) – Captain Morgan Cruises (parte da Sliema) – Yellow Fun Watersports.

Ricordarsi che le rocce rendono indispensabili le scarpette da bagno. Raggiungiamo la BLU LAGOON con una grande nave della Hornblower Cruises, che ci porta anche ad ammirare l’isolotto di San Paolo e la grotta di Comino (partenza alle 10.30, ritorno alle 16, spesa di 15€).

Il bello della Hornblower è che, a differenza di quasi tutte le imbarcazioni, che attraccano nel lato più frequentato dai turisti, questa ci fa scendere su COMINOTTO, tra l’altro il posto migliore dove fare snorkelling, decisamente meno frequentato, ma altrettanto splendido.

Volendo, un servizio di barca conduce al posto più affollato di lettini e ombrelloni, ma noi preferiamo restare dove vanno i Maltesi! Anche qui, per 10 euro, 2 lettini e ombrellone sono assicurati. C’è da tener presente che non ci sono alberi e punti all’ombra, per cui possono essere utili nelle 3 ore che vi trascorriamo.

Le ore alla laguna trascorrono veloci, tra bagni, snorkelling, sole e piccole scoperte dell’ambiente, come la grotta che porta dalla laguna al mare aperto e che percorriamo nuotando, divertendoci come pazzi. Mangiamo i sandwich comprati sulla nave, che resta ormeggiata e aperta ai turisti per tutta l’escursione, poi ancora nuoto e sole. Le tre ore passano troppo veloci e alle 15 dobbiamo ripartire. Che peccato!!! Pennichella tardo-pomeridiana e poi cena da Pizza Hut, con vista sulla piazzetta di Burgibba, dove è stato allestito un ring e pugili parecchio muscolosi se le danno senza troppa cattiveria. Dopocena nel delizioso “Batubulan Terrace Lunge bar e Bistrot” ), un complesso africaneggiante dove cenare o gustare un cocktail! 10° giorno: sab. 2 Agosto VICTORIA – MARSALFORN (Gozo) L’arrivo di Agosto sembra spazzare via il clima delizioso dei primi 10gg di vacanza: al caldo secco e ventilato si sostituisce un caldo implacabile e fastidiosamente umido, che rende pesanti i trasferimenti in autobus e le escursioni. Per noi è tempo di lasciare l’affollamento e i gas di scarico di Malta e scoprire le bellezze di GOZO, la seconda isola dell’arcipelago maltese. Gozo, piccola isola di soli 14kmx7km, scarsamente popolata (appena 30.000 abitanti), dedita alla pesca e all’agricoltura, celebre per il più bel mare dell’arcipelago! Per arrivarci, lasciamo l’allegra Burgibba col bus 48 raggiungiamo Cirkewwa, punto d’imbarco per Gozo, nell’estremo nord dell’isola. Da qui il traghetto, con una breve traversata di 25 minuti, ci porta a Mgarr dove parte l’affollatissimo bus 25 che ci porta a Victoria, il capoluogo dell’isola.

Il biglietto del traghetto di A/R costa 4,65€ e vale 1 anno dall’immissione. Per info sul traghetto: http://www.Gozochannel.Com/timetable.Asp?w=0 Il problema di Gozo è…Victoria, cittadina poco significativa (fatta eccezione del grazioso Kastell), dove c’è un solo hotel (che troviamo stracolmo). Ora, dal momento che le principali località dell’isola sono raggiungibili in bus, ma passando e cambiando sempre a Victoria, decidiamo di noleggiare un’auto per muoverci più liberamente. Ci impressiona un po’ la guida a sinistra, ma il poco traffico dell’isola ci tranquillizza. Peccato che sia sabato e che i 4 autonoleggi che visitiamo, zaini sulle spalle, siano senza più auto a disposizione. Di motorini nemmeno l’ombra, proprio non si usano, in compenso ci propongono delle mountain bike (ma sono scemi? Non vedono che abbiamo oltre 20 chili di roba appresso?).

Finalmente, quando ormai disperavamo, il Gozo Garage, in sir Camilleri street, ci propone l’ultimo mezzo disponibile: una GYPSY 4X4, jeep del tutto aperta, con i sedili dietro protetti da una tendina di stoffa a righe rossa e blu. L’EAK, così viene subito battezzata la buffa auto, dalle lettere che compaiono sulla targa, si rivela essere una vecchissima jeep a 4 marce, dotata dell’antica levetta denominata “aria” che non vedevo dai tempi, preistorici, della mia scuola guida; “il motore di una Panda nascosto dentro una vecchia jeep”, sentenzia il marito. Il prezzo, 40 euro al giorno, “tutte le assicurazioni comprese”, è piuttosto alto, ma prendere o lasciare: Victoria offre solo questo, in questo 1° sabato di Agosto! Accettiamo e paghiamo, pochi secondi prima di vedere una famiglia di Francesi arrivare e restare a bocca asciutta. Lasciamo i pesanti zainoni sulla jeep, all’interno dell’autonoleggio, e ci spostiamo a piedi nel cuore di Victoria, per bere e mangiare qualcosa. Il Kastell, è una piccolissima, ma affascinante cittadella collocata su uno sperone roccioso che domina la città. E’ caldo, caldissimo e le 13 sono scoccate da poco. Troviamo riparo tra le spesse mura di “Ta Rikardu”, un ristorante- negozietto che propone pochi, ma dignitosi piatti. Il piattone di pasta ci rimette in vita e, dopo una breve pausa, visitiamo il piccolo MUSEO ARCHEOLOGICO DI GOZO, ospitato in un antico edificio restaurato, dal bel balcone in pietra. Qui si trovano anfore e ancore romane, ma soprattutto interessantissime opere dell’antica Malta, come i celebri “bastoncini dello sciamano”, 9 misteriose nove statuette, forse usate per culti sciamanici, con le teste finemente scolpite, alcune umane, alcune stilizzate o animale. Molto bella la statuetta delle “Divinità gemelle” raffiguranti la Dea Madre.

Il museo conserva anche lastre di marmo medievali e oltre: secondo una leggenda una sarebbe dedicata a un cavaliere francese al seguito della crociata condotta da Luigi IX contro Tunisi, morto in seguito a un naufragio; un’altra risale alla metà del XVI secolo, e ricorda un gozitano che preferì uccidere la moglie e i due figli piuttosto che farli cadere in mano ai Turchi. L’ingresso costa 2,33€; è permesso fotografare. Aperto tutti i gg.

Terminata la visita, passiamo alla vicina e imponente Cattedrale. L’audio-guida è inclusa, ma siamo troppo stanche per ascoltarla. Preferiamo entrare e curiosare un po’, osservandone il bel pavimento, anche questa volta coperto da lastre tombali formate da marmi policromi, e i pilastri curiosamente drappeggiati di velluto rosso. L’elemento più curioso della chiesa è la cupola “finta”: la mancanza di soldi impedì, infatti, la realizzazione di una cupola, pertanto venne eseguito al suo posto un grande affresco che desse comunque l’illusione della sua presenza. L’ingresso costa 3€ e include l’ingresso al Museo della Cattedrale (da noi tralasciato); è permesso fotografare. Il calore sempre più forte rende quasi epica la passeggiata sulle mura: il panorama regala scorci su Gozo, le terre coltivate, i muri a secco in lontananza e il mare blu.

Usciamo dalla Cittadella e andiamo a scoprire IL BORGO, una zona caratteristica di Victoria, un dedalo di viuzze caratteristiche che si trovano nei pressi della Basilica di San Giorgio. Beviamo qualcosa di fresco all’ombra di Piazza Indipendenza, la piazza principale dove ogni giorno si tiene un piccolo mercato. Poi torniamo all’auto e raggiungiamo la località molto turistica di MARSALFORN, base della nostra permanenza sull’isola. Procediamo con cautela, tenendo un po’ impacciati la sinistra. L’ottima segnaletica, il buon stato dell’asfalto e il rarissimo traffico ci aiutano e, in breve siamo al mare.

Colpo di fortuna dopo la difficile mattina: troviamo subito una camera in un piacevolissimo hotel poco distante al grande Parking gratuito dove lasciamo Eak, il “Beachview Hotel”, su Michelangelo Refalo street: camera gigante, ventilatore, aria condizionata, bagno in camera, tv satellitare e colazione abbondante per soli 53 euro a notte. Un affarone! Ringalluzziti dalla buona sorte, dopo il doveroso bucato e un po’ di fresco relax in camera, usciamo per un rinfrescante bagno al mare. Anche Marsalforn un tempo era un villaggio di pescatori, mentre oggi è il più grande centro di villeggiatura di Gozo. Niente di particolare, comunque! E’ un paesino tranquillissimo, con ristorantini e pochi negozietti sul lungomare, alcune minuscole strisce di sabbia e scogli dove prendere il sole e tuffarsi. Per noi si è rivelato un buon campo base! Cena spettacolare da “Ta Frenc” (www.Tafrencrestaurant.Com), meno di 2km da Marsalforn, direzione Victoria, uno dei ristoranti migliori dell’arcipelago. Servizio, vino e cibo superlativi. 11° giorno: dom. 3 Agosto TEMPLI DI GGANTIJA – spiaggia di RAMLA BAY – spiaggia di SAN BLAS BAY- GROTTA DI CALIPSO Torniamo all’archeologia spostandoci a Xaghra, una cittadina in collina dove si trovano i templi più belli di Gozo: i TEMPLI MEGALITICI DI GGANTIJA, patrimonio mondiale dell’umanità. Alle 9 in punto siamo ai cancelli, così da ammirare queste imponenti strutture prima dell’arrivo dei turisti.

I templi megalitici di Ggantija risalgono al 3600 a.C. E sono le strutture più antiche al mondo edificate dall’uomo. Le dimensioni gigantesche dei megaliti che lo compongono fecero originare la leggenda che fossero stati costruiti da giganti, da qui il nome. A Ggantija si trovano due templi circondati da un muro fatto da enormi massi sapientemente incastrati. Il tempio maggiore è il solo visitabile: è formato da due sale, con nicchie e absidi.

Occorre fantasia, molta fantasia per immaginarne l’aspetto antico, tuttavia riusciamo ad essere incantati da ciò che rimane dell’antica civiltà che popolava queste isole, ancor prima che le piramidi di Egitto fossero erette. Davanti ai templi una piccola torretta dotata di pulsanti permette di ascoltare gratuitamente una interessante spiegazione nelle lingue più parlate, italiano compreso. L’ingresso costa 3,49€; è permesso fotografare. Aperto tutti i gg.

Ci spostiamo poi verso il mare, lungo una strada che si arrampica e poi scende verso la costa. Gozo è bella, brulla, con oleandri e fichi d’India, ulivi, melograni e qualche vigneto. Come a Malta, i confini tra le terre sono delimitati da muretti a secco e la terra è rossiccia.

Raggiungiamo la spiaggia rossa di RAMLA BAY, la spiaggia più grande di Gozo, già zeppa di turisti e gozitani pronti per il pic nic. Noleggiamo un ombrellone e ci tuffiamo subito, per vincere l’afa.

La baia è bella, con roccette ai lati dove fare snorkelling, l’acqua trasparente e calda. Pranziamo nel ristorantino vicino alla spiaggia, prima di tornare sotto all’ombrellone.

L’idea di scarpinare in salita verso la grotta di Calipso non ci passa nemmeno per un secondo nella testa! Se c’è tempo, giusto in auto… Quando la spiaggia sembra toccare il suo punto massimo di affollamento, decidiamo di spostarci e di raggiungere una spiaggetta di cui ho letto belle cose sulla guida, SAN BLAS BAY.

Nella cittadina di Nadur sbagliamo strada un paio di volte, poi, finalmente la vediamo, dall’alto. Il paesaggio è veramente spettacolare e mediterraneo: una strettissima viuzza dalla indescrivibile pendenza scende tra fichi e fichi d’India sino a toccare una minuscola spiaggia e poi l’acqua, dove scogli scuri fanno capolino. Il colpo d’occhio è fantastico. Parcheggiamo la jeep e scendiamo piano piano, tra l’assordante canto delle cicale. Purtroppo, una volta raggiunta la sabbia, la realtà tradisce le aspettative: montagne di alghe fresche (per fortuna non puzzolenti) ricoprono scogli, fondo e parte della spiaggia. Ci sistemiamo tra i pochi turisti, poi tentiamo lo snorkelling, ma con scarsi risultati. Dopo un’oretta ce ne andiamo, risalendo la faticosissima stradina di prima. Sulla strada che ci riporta a Marsalforn, scorgiamo la deviazione per la “CALYPSO’S CAVE”.

La imbocchiamo e dopo un paio di minuti siamo in un piccolo parcheggio. Una porticina conduce a un punto panoramico bellissimo, che domina la spiaggia rossa di Ramla Bay. Qui una dozzina di scomodi scalini conducono alla cosiddetta “grotta di Calipso”, il luogo dove la bella ninfa visse con Ulisse per otto lunghi anni, prima di permettergli di continuare il suo viaggio verso Itaca. Gozo, in realtà, non è il solo luogo in Europa che rivendica di essere la mitica isola di Ogigia: anche un isolotto subito fuori lo stretto di Gibilterra e l’isola croata di Mljet si contendono questo diritto. Certo è che la “la grotta di Calipso” si rivela essere una scomoda e piccola grotta di scarso appeal ma il panorama, sì, è davvero bello! Torniamo infine a Marsalforn, per una doccia e un po’ di relax, poi riprendiamo la jeep, per tornare nella piazzetta di Xaghra, dove si trova un ottimo ristorante, “Oleander”, celebre per il suo coniglio fritto.

12° giorno: lun. 4 Agosto KLENDI BAY Klendi è un piccolo villaggio dal delizioso porticciolo.

Una piacevole passeggiata ci porta a un punto panoramico spettacolare, da dove ammiriamo una spettacolare visuale delle SCOGLIERE DI TA CENC, dirupi in pietra calcarea di 130mt, ma così a strapiombo sul mare da essere imponenti. A Klendi non c’è la spiaggia: si prende il sole sulle tante panchine di pietra che costeggiano la baia e si fa il bagno scendendo in acqua dalle apposite scalette.

Il mare, qui, è splendido e ci permette di fare snorkelling con soddisfazione, specie dopo aver oltrepassato la corda che delimita lo spazio per i nuotatori ed esserci spostati dall’altra parte, nella zona dedicata alle barchette. Ma oggi è lunedì e da qui partono poche escursioni, pertanto il pochissimo traffico di barche e pedalò ci permette di nuotare tranquillamente.

A Klendi ci sono molti ristorantini di pesce: noi pranziamo bene a “The Stone craba” (www.Thestonecrab.Com). Prima di tornare in hotel ci rilassiamo in un internet point, l’Herbees Diner, dove prenotiamo l’ultima notte a la Valletta: il rientro si avvicina. Per conoscere le escursioni in barca da Klendi (gite di 1 o ½ giornata su Gozo&Comino, ma anche uscite per pescare tonni, pescespada e barracuda, si può vedere il sito www.Xlendicruises.Com della Xlendi Pleasure Cruises. Torniamo infine a Marsalforn, per una doccia e un po’ di relax e ceniamo sul lungomare, dove si trovano ristorantini senza troppa pretesa, con i “buttadentro” che mostrano il menù.

Ceniamo a “Il Kartell”, penne alla gozitana e penne alle melanzane molto buone, peccato per il servizio, forse il meno gentile trovato nell’arcipelago.

13° giorno: mart. 5 Agosto BASILICA DI TA’ PINU – GHARB – DWEIRA: AZURE WINDOW, FUNGUS ROCK, BLUE HOLE – TA’ DBIEGI CRAFTS VILLAGE La giornata comincia con la visita dell’importante BASILICA DI TA’ PINU, santuario nazionale maltese dedicato alla Madonna, costruito sul luogo dove si dice la Vergine sia apparsa a una fanciulla, Carmela Grima, nel 1883. La Basilica risale agli anni Venti ed è veramente bella, costruita in stile romanico nella campagna. L’interno, austero e caldo al tempo stesso, merito della pietra chiara impiegata, è veramente piacevole! L’ingresso è gratuito; è permesso fotografare. Proseguiamo per la cittadina di GHARB. Sulla sua piazza principale si trova una delle chiese più belle di Gozo, la barocca Chiesa della Visitazione (primi decenni del XVIII sec), ma anche una cabina del telefono che compare su tante cartoline: è la cabina con accanto la porticina della stazione di Polizia. L’ingresso alla chiesetta è gratuito; è permesso fotografare. L’ultimo giorno a Gozo ci regala poi l’escursione al posto più fotografato dell’isola: L’AZURE WINDOW, “la finestra azzurra”, un arco di roccia incastonato sul mare, alto 20 metri.

Siamo nella zona ovest dell’isola, a Dweira. Qui è un susseguirsi di scogli e rocce chiare che scendono in acqua, un luogo dalle trasparentissime acque, molto amato dai sub.

La spiaggia è totalmente assente! Oltre alla Azure Window, c’è un grande scoglio a poche decine di metri dalla costa, chiamato FUNGUS ROCK. Qui secoli fa i Cavalieri di Malta raccoglievano una particolare pianta senza foglie, che nella forma ricordava un fungo, dalle proprietà antiemorragiche e disinfettanti. Curioso è anche lo scoglietto, chiamato Crocodile Rock che, con un po’ di fantasia, può ricordare l’omonimo animaletto.

Depositiamo teli e zainetti e, indossate le scarpette da scogli, ci diamo allo snorkelling. L’acqua è molto trasparente, però un po’ troppo agitata e, purtroppo, troviamo qualche medusa.

Proviamo a spostarci nel BLUE HOLE, un buco profondo 25mt e largo 10mt, ma anche lì troviamo le meduse, perciò dopo un po’ desistiamo. Restiamo a impigrirci al sole, poi pranziamo con qualche sandwich nel solo baretto disponibile. Lungo la strada che ci riporta a Marsalforn, ci fermiamo al TA’ DBIEGI CRAFTS VILLAGE di San Lawrence, un villaggio di artigiani, una sorta di Ta’qali Crafts Village in piccolo, dove si trovano negozietti di souvenirs. Ne scoviamo uno dove una signora ricama preziosi centrini e splendidi segnalibri di cotone e seta. Alla sera ci congediamo da Marsalforn con una buona cenetta al “Neptune’s bar&restaurant”, sul lungomare: gli spaghetti ai frutti di mare sono degni di nota.

14° giorno: merc. 6 Agosto LA VALLETTA – NAXXAR (Palazzo Parisio) Alle 8 in punto restituiamo la jeep al Gozo Garage. Ci offrono uno strappo al porto di Mgarr che accettiamo ben volentieri, così riusciamo a prendere il traghetto delle 9. In breve siamo a Malta. Scendiamo dal traghetto e seguiamo la folla che raggiunge il grande parcheggio, dal quale partono i bus per la capitale. Attendiamo un bel po’ sotto il sole, è incredibile quanto sia già caldo. Finalmente arriviamo al City Gate: il caldo umido, il puzzo dei gas di scarico dei bus, l’incredibile bolgia umana di turisti quasi ci confonde. Non pare nemmeno la città che abbiamo lasciato quasi due settimane fa, così piacevolmente attraversata dalla brezza fresca.

Raggiungiamo in fretta il “Castille Hotel”, uno dei pochi con una stanza libera. L’hotel è tanto bello fuori e al pianterreno, quanto poco piacevole all’interno: il bagno puzza di fogna, i mobili retrò di muffa, l’aria condizionata in funzione rumoreggia come una turbina. Paghiamo 96 euro per la camera, scarsissima colazione inclusa. Unico pregio: la posizione invidiabile, accanto all’AUBERGE DE CASTILLE, splendido palazzo un tempo residenza della langue spagnola e portoghese dei Cavalieri e oggi sede di lavoro del primo Ministro, e a due passi dall’ AUBERGE DE ITALIE, antica sede dei Cavalieri d’Italia.

La mattinata non è ancora trascorsa, così decidiamo di usare le ultime energie e di spostarci col bus 56 a Naxxar, nella cui piazza si trova il bel PALAZZO PARISIO. L’ingresso costa 9€; è permesso fotografare. Chiusura: sab/domenica/festivi; ultimo ingresso alle 15 Ci chiedono se vogliamo seguire la visita guidata in Inglese, oppure visitare il palazzo da soli, con il libricino delle spiegazioni. Ovviamente scegliamo la seconda opzione e visitiamo l’aristocratico palazzo da soli. Palazzo che, per la cronaca, è ancora in parte abitato da una nobile famiglia di marchesi, parenti di quel marchese Giuseppe Scicluna che ne fece “una Versailles in miniatura”, come la definiscono le guide. Il palazzo fu costruito e progettato dal gran Maetro portoghese Manuel De Villhena nel 1733, ma deve il suo nome al secondo proprietario, il nobile siciliano Parisio, che lo comprò nel 1773 come residenza di campagna. Pochi anni dopo, però, furono i maltesi marchesi Scicluna ad acquistarlo e portarlo allo splendore, nel 1906. I Scicluna erano banchieri, commercianti, agenti immobiliari: erano ricchissimi e non badarono a spese. Il palazzo conserva marmi di Carrara, lampadari di Murano e mobili italiani della miglior qualità. Spettacolare la sala da ballo, che fa molto Versailles per la ricchezza dei decori; deliziosa la sala da pranzo, con cristalli inglesi, preziosi argenti e tessuti maltesi; notevole l’austerità della camera da letto dal bellissimo pavimento a mosaici; bella la sala da biliardo; delicatissima la stanza da toilette e la sala della musica per le signore. Infine molto belli i giardini, non grandissimi, ma illuminati da favolose fioriture di hibiscus e buganvillea. Piuttosto trasandata, a giudicare dal numero di ragnatele e foglie avvizzite, la serra. Rientriamo a la Valletta per pranzo. Ci fermiamo nel primo caffè che troviamo, dato che siamo veramente cotti. Poi relax e lettura sin quando il sole si fa meno ustionante.

Usciamo solo nel tardo pomeriggio, per una passeggiata che ci porta a visitare la interessante, quanto lugubre Church of St Paul’s Shipwreck (CHIESA DEL NAUFRAGIO DI SAN PAOLO), “una chiesa che sa di morte”, mi ritrovo a pensare, vuoi per le reliquie (un pezzetto di braccio del santo e un pezzo di colonna alla quale fu legato e assassinato), vuoi per certe lugubri fotografie appese lungo la scaletta che porta alla cripta, dove si vedono scheletri di persone morte, credo di capire, per il colera. Qui è conservata anche la statua dorata di San Paolo che ogni 10 Febbraio viene portata in processione per le vie della capitale. Arriviamo in fondo, sino a quello che era il FORTE DI SANT’ELMO, oggi sede dell’Accademia di Polizia. Peccato per lo stato di abbandono che scorgiamo nei dintorni. Ci vorrebbe così poco a trasformare questa zona avvilente della capitale in un luogo storico, come meriterebbe! E’ questo il luogo dove Cavalieri e Turchi si fronteggiarono nel corso del Grande Assedio del 1565. E’ qui che le sorti dei Cavalieri sembravano essere segnate, quando il forte cedette sotto il numero esageratamente più grande degli ottomani! Invece non è visitabile! Inspiegabile, davvero… Ultima sosta, infine, agli UPPER BARRAKKA GARDENS, in origine i giardini privati dei Cavalieri di San Giovanni italiani, da cui si gode di una vista stupenda. Le luci del tramonto illuminano Vittoriosa, l’antica Birgu, il luogo dove l’esercito dei cavalieri respinse eroicamente i Turchi che, subito dopo, batterono in ritirata (per questo fu ribattezzata Vittoriosa) Scorgiamo nitidamente il profilo di Forte Sant’Angelo a Vittoriosa, ma anche la torretta decorata (“vedette”) sulla punta di Senglea. Vediamo il grande, “Grand Harbour” e la zona nuova, la “Valletta Waterfront” (www.Vallettawaterfront.Com), bel tentativo di riqualificare una zona degradata con locali, negozi, ristoranti. Ultima cena a Malta nella pizzeria sotto il nostro hotel, “La Cave”, dove ci portano una caprese che di caprese ha solo il nome e che noi, gentilmente, lasciamo lì, e una pizza fortunatamente discreta.

15° giorno: giov. 7 Agosto LA VALLETTA – ITALIA L’ultimo giorno a Malta è più bollente e umido che mai, o forse siamo noi che siamo anche un po’ stanchi. Fatto sta che non ce la sentiamo di affrontare altri bus per visitare Vittoriosa, come avevamo inizialmente in programma, e decidiamo di alzarci con comodo, tornare ai giardini Upper Barrakka e rilassarci sino al momento di andare in aeroporto.

L’autobus 8 compie un giro che diventa lunghissimo per il numero di fermate disseminate lungo i paesini. Impieghiamo ¾ d’ora per percorrere gli 8km che ci riportano al Malta International Airport di Luqa. L’aeroporto è molto pulito e grazioso, con negozietti di souvenirs, edicole, punti ristoro che, insieme alla piacevole temperatura dell’aria condizionata, rendono le 3 ore dal decollo molto veloci.

Approfittiamo dell’attesa per acquistare gli ottimi vini maltesi, che, causa le recenti disposizioni aeree dice che i liquidi o si comprano al duty free, e allora si possono portare come bagaglio a mano, o vanno messe in valigia e imbarcati nella stiva, se comprati altrove.

Acquistiamo i vini delle cantine Delicata e Marsovin, ma anche i tipici gbejniet (formaggetti rotondi di capra messi sott’olio) e le creme di carciofo, pomodoro, olive: sarà un modo per fare assaporare agli amici e parenti il sapore di questo interessante arcipelago che merita sicuramente una visita.

In appendice:  Libri & letture  da mettere in valigia  numeri utili a Malta  Sitografia utile  La cucina e i vini maltesi

LIBRI & LETTURE in valigia: – la guida Lonely Planet “Malta e Gozo”, EDT edizioni – un bel romanzo storico ambientato durante il Grande Assedio del 1565 a Malta: “Le armi e gli amori” di Patrizia Carraio – “Malta. Archeologia e storia” di Jhon Samut Tagliaferro, casa editrice Plurigraf, 2000 (libro di approfondimento archeologico acquistato a Malta)

DA METTERE IN VALIGIA: – patente e carta di identità – adattatore per le prese elettriche – scarpette da scogli – crema solare al alta protezione – pomata contro scottature solari – sali minerali (tipo Polase) contro il grande caldo

NUMERI UTILI A MALTA:  112 EMERGENZA 196 AMBULANZA  191 POLIZIA 199 VIGILI DEL FUOCO +356 21249600 AEROPORTO

LA CUCINA E I VINI MALTESI Influenze inglesi (nella colazione, dove egg&bacon la fanno da padrone), influenze francesi (nonostante i Francesi di Napoleone siano stati sull’arcipelago 2 anni appena), ma soprattutto influenza italiana: pane, pasta, bruschette e pizza, ad es., sono ottime! In generale il livello medio dei ristorantini è buono e praticamente infiniti sono i posticini che propongono sandwich (ottimi!), baguette, omelette a tutte le ore del giorno.

Se si è disposti a pagare di più, allora il livello si fa eccellente e i piatti ottimi! Ecco allora che si ha modo di assaggiare una buonissima cucina “fusion” che prende il meglio dalle influenze precedenti, ma anche di assaporare i piatti tipici.

Tra questi mi piace ricordare: – il tipico antipasto maltese, con il gbejniet (formaggetti di capra sott’olio, talvolta aromatizzati con pepe nero), pomodorini secchi, salame maltese, olive nere, capperi, a volte crema di fagioli – i pastizzi, fagottini di pasta sfoglia ripieni di ricotta o purea di piselli – ftira (la mia passione), pane a forma di disco farcito con trito di pomodori, olive, capperi, acciughe – hobz biz zeit, fette di pane con pomodoro, tonno, cipolla, capperi, olive, aglio – bragioli, involtini di manzo ripieni di pancetta, pangrattato, prezzemolo, uovo, stufati nel vino rosso – fenek, ossia l’onnipresente coniglio servito sotto forma di ragù sugli spaghetti oppure come secondo piatto, spesso fritto e poi stufato nel vino rosso – il torrone di mandorle o nocciole – i cannoli dolci, del tutto simili a quelli siciliani Da bere: oltre alla buona birra locale, la Cisk, leggera e lievemente amarognola, c’è la bevutissima Zinnie nazionale, una sorta di chinotto. Meritano certamente i vini, alcuni prodotti da uve coltivate nell’arcipelago, altri prodotti a Malta da uve importate dall’Italia. Le cantine:  Meridiana: www.Meridiana.Com.Mt  Marsovin (che buono il Verdala Rose Maltese Island)  la pluri-premiata cantina Delicata (da non perdere il Grand Cavalier rosso e il Medina chardonnay)  Camilleri Wines E per il dopocena: il limoncello di Gozo e i liquori Zeppi’s nei gusti miele/fico d’India/melograno/liquirizia/anice



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