Corsica: due persone, una tenda e una moto

Si parte da Roma venerdì alle 7 di sera, destinazione Livorno (365 km). La motina (una Suzuki V-strom 650) è equipaggiata alla grande: nel baule posteriore c’è tutta l’attrezzatura da campeggio (tenda, 2 sacchi a pelo, fornelletto, gavette, torcia e varie); nella borsa serbatoio tutte le apparecchiature fotografiche (Nikon d80 con 18-35,...
Scritto da: donastella
corsica: due persone, una tenda e una moto
Partenza il: 18/07/2008
Ritorno il: 27/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Si parte da Roma venerdì alle 7 di sera, destinazione Livorno (365 km). La motina (una Suzuki V-strom 650) è equipaggiata alla grande: nel baule posteriore c’è tutta l’attrezzatura da campeggio (tenda, 2 sacchi a pelo, fornelletto, gavette, torcia e varie); nella borsa serbatoio tutte le apparecchiature fotografiche (Nikon d80 con 18-35, 28-80 e 70-300), i documenti, l’autan e gli zampironi, oltre che decine di altre cose; le borse laterali rigide sono una per me e una per il pilota (nonché la mia dolce metà) Emanuele, riempite per metà dal tappetino autogonfiabile ed il resto da quei quattro vestiti che ci siamo portati.

A Livorno troviamo l’hotel Europa (90€ con garage) praticamente per caso, visto che non abbiamo prenotato NULLA oltre il traghetto.

Sabato, la partenza con la Corsica Ferries è abbastanza economica grazie alla prenotazione con abbondante anticipo (maggio).

Arriviamo a Bastia e cominciamo il viaggio, diretti verso Bonifacio (170 km ca).

All’arrivo troviamo a pochi minuti dal porto il camping l’Araguina (17€ a notte), un po’ rumoroso perché vicino alla strada, ma il migliore per muoversi a piedi e visitare Bonifacio. Alla reception siamo subito etichettati (con accento francese): “Due persone, una tanda e una motò, samplisce!”. E così iniziamo a scoprire che la Corsica è un posto bellissimo. Impariamo subito che chiedere “une carafe d’aux” invece che “une bouteille” fa risparmiare molto. Che in campeggio non avremmo dovuto portare roba bianca perché anche se lavata sembra sempre sporca. Che i motociclisti (non tutti, ma molti) si salutano con la mano sx se in senso contrario e con il piede dx se in sorpasso. Domenica prendiamo la barca che fa il giro delle calette (18€ a testa) e vediamo la cittadina dal mare, per poi concederci qualche ora nella spiaggetta a cui si accede dopo la salita della scalinata che portano alla cittadella e la discesa lungo il costone sud. Cena sulla cittadelle al ristorante A Piazzetta, io assiette di pesce e manu di carne, ottimo e a buon prezzo (35€). Lunedì il tempo è strano: ci sono nuvole e vento, fa quasi freddo. Prendiamo la moto ed arriviamo a Sant’Amanza (o Santa Manza, come preferite!), dove facciamo un po’ di birdwatching, prima di aprire la cartina e decidere di entrare un pochino nell’entroterra per andare a vedere quel posto con il nome così strano: la cascade de Piscia di gallu (100 km a/r ca). Assolutamente all’oscuro di cosa ci attende, partiamo alla volta di Porto Vecchio, seguiamo per l’Ospedale (il paese si chiama proprio così!) e in pochi minuti ci troviamo a salire in montagna. La sosta per ammirare il panorama è obbligatoria. Le nuvole ci inseguono ma noi decidiamo di continuare per la nostra strada, piena di curve ma comunque rilassantissima (più per me che per il pilota ^_^ ). Arrivati allo spiazzo indicato, la cascata non si vede. Chiediamo informazioni e ci dicono che dobbiamo seguire un percorso, superare un ruscello, girare intorno ad una roccia e poi scendere una rupe (ci siamo sentiti un po’ hobbit che dovevano attraversare la Terra di mezzo). Poi il tizio del bar ci dà una dritta “seguite le frecce gialle”. Ma evidentemente questa cosa a noi sfugge, così dopo aver superato il ruscello seguiamo il rumore dell’acqua e ci troviamo davanti ad un torrente, che seguiamo fino a che non scompare tra le rocce. Sentiamo il rumore della cascata, ma da lì non possiamo continuare, così facciamo una scalata a mani nude per raggiungere le persone sulle rocce SOPRA di noi…Che evidentemente avevano seguito la famosa freccia gialla! Saliti, dobbiamo riscendere dall’altra parte della roccia, superiamo il “sentiero tracciato” e scivoliamo piano piano fino a trovarci davanti alla cascata. Uno spettacolo unico. Non contenti, anzi assetati, decidiamo di scendere a bere l’acqua di un piccolo zampillo laterale. Che soddisfazione essere sotto la cascata! E poco importa se per risalire abbiamo sporcato di fango praticamente tutto! E ancora meglio: anche se abbiamo scoperto (solo dopo) che l’acqua non era buona da bere, a noi non è successo nulla.

Senza dubbio è stata la giornata più bella passata in Corsica ed uno dei luoghi più belli in cui siamo stati. Stancante senza dubbio: ci siamo proprio meritati una crepes alla nutella, dopo la cena in campeggio.

Martedì, con molta calma, si riparte: pranzo a Sartene (52 km ca – carina la piazza con il mercato) e direzione Porto Pollo (altri 30 km), dopo essere riusciti a fare 3 volte il giro di Propriano per trovare la strada giusta. A Porto Pollo andiamo al camping U Caseddu (19€ con corrente), vicinissimo alla spiaggia. Mercoledì ci concediamo un’immersione nella baia e nel tardo pomeriggio (alle 19.30) andiamo a vedere il sito archeologico preistorico di Filitosa (20 km a/r, 18€ a testa). Non capiamo nulla di arte menhir, ma il tramonto da lì è magnifico, soprattutto visto che a quell’ora c’è pochissima gente. Giovedì comincia “il ritorno”: arriviamo, dopo 3 ore di curve (prima di Vizzavona fermatevi ad ammirare quant’è bello il Monte d’Oro!), a Cortè (150 km ca) e decidiamo di andare in albergo, visto l’orario e la necessità di ripartire il giorno dopo (ragionamento che faremo da qui in poi). Mangiamo un assiette di carne, formaggio e cipolla che è la fine del mondo! Dormiamo all’Hotel de la Paix (64 € con la colazione), facciamo un giro veloce della piazzetta (peccato non andare a vedere la cittadella…) e ancora in moto (dopo una crepe alla nutella, almeno la decima per me dall’inizio del viaggio) diretti al nord, da qualche parte. E’ venerdì, si viaggia più veloci di ieri, la strada è un po’ ventosa ma più dritta ed i falchi in caccia ci accompagnano planando sopra di noi…Meraviglioso! Al bivio della N1197 decidiamo di girare a sx e dirigerci verso Ile Rousse (70 km ca). Mai decisione fu più azzeccata (dopo andare a vedere la cascata, logicamente!). Il paese già dalla strada costiera sembra affascinante, con le spiagge bianche ed il mare cristallino. Dopo una lunga ed infruttuosa ricerca riusciamo a trovare una camera in un residence (loro lo chiamano Motel) poco fuori, dopo lo stadio, chiamato Les Alizes: la camera è uno studio nuovissimo, c’è il parcheggio interno, un giardino ed un balcone splendido. Gli appartamenti sono normalmente affittati a settimana (prezzi buonissimi, 350-400€), per noi fa un’eccezione e ci da la stanza a 80€…Purtroppo non abbiamo molte alternative.

Ce ne andiamo subito in piazza e mangiamo un kebab, una crepes salata ed un panino (vedete la scritta kebab alla dx avendo davanti la facciata della chiesa). Poi mare, proprio alla spiaggetta sotto il parcheggio delle moto. Tramonto mozzafiato dagli scogli vicino alla torre. A cena, io che adoro le cozze, resto incantata dalle moule e frites con il formaggio, fatte dal ristorante U Libecciu che su rue Napoleon vi trovate sulla dx prima dei negozietti (è un po’ caro, ma che cozze!!!). Il giorno dopo (lasciando i bagagli alla “reception”), ancora mare, almeno fino alle 3 di pomeriggio. Poi si riparte per l’ultima tappa: Batia (87 km, tornando indietro per la N1197 e girando sulla N193 – guardate nelle valli a dx che ci sono dei torrenti bellissimi…E in alto, i falchi!). Anche qui dobbiamo uscire per trovare un albergo libero, quindi continuiamo sulla strada costiera verso nord fino all’hotel Thalassa (67€), poi torniamo a cena in piazza san Nicola.

Domenica si rientra: una crepes con la nutella (l’ultima, sigh!) e la fila per il traghetto (che per nostra fortuna, per le moto è facile facile). Da Livorno a Roma è un vai e vieni di pioggia, arcobaleni e autogrill: siamo (Emanuele più di me) davvero stanchi. Una settimana non è bastata, la Corsica andrebbe davvero vista con più calma. Ci torneremo sicuramente… Al prossimo viaggio!!! Donatella, Emanuele e la Motina.



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