Sicilia occidentale ed altro in moto
01/07/2008 Arriviamo a Civitavecchia dopo 3 ore di curve e di pioggia per attraversare gli Appennini , ma una volta nella nostra cabina ci rilassiamo e ci prepariamo alla traversata. 02/07/2008 Sbarco a Palermo alle 10,45. Prima tappa Monreale , ma il traffico è caotico, il caldo intenso, ma soprattutto la segnaletica è inesistante, così solo dopo oltre 01 ora riusciamo ad imboccare la strada giusta . Arrivati a Monreale ci fermiamo in un bar proprio di fronte al Duomo , dopo iniziamo ad assaggiare i tipici dolci siciliani, che però si rivelano per il mio palato , assolutamente stomachevoli.Ci pensa mio marito a mangiare tutto. Dopo la visita del Duomo, la seconda meta è la mitica Corleone , una morbosa curiosità di vedere la città di grandi mafiosi , saranno tutti con la coppola , con lo schiacciapensieri in bocca, e via con tutti i luoghi comuni.Il percorso si snoda tra paesi tutti di grande fascino, tutti in salita ( e non di poco ) tutti con stradine strette con i balconi uno di fronte all’altro , con i panni stesi, con luminarie che abbelliscono le piazze.
Attraversiamo Altofonte, Piana delgi Albanesi, dove rincontriamo un ragazzo conosciuto sulla nave, originario proprio di Piana ma ora a Perugia per lavoro.Ci spiega come mai tutto è indicato in doppia lingua , italiana ed albanese; ci spiega che la popolazione è bilingue ,che bisogna visitare Piana degli Albanesi durante il periodo pasquale , durante il quale le donne procedono in processione con abiti tipici dell’Albania.Ci mostra l’oasi con il lago in cui si svolgevano campionati di canotaggio, ora però proibiti per non danneggiare l’habitat degli uccelli: Buon per loro , male per l’economia degli abitanti.
Ci saluta guidandoci fino all’imbocco per la strada per Corleone.
Anche i benzinai sorridono quando diciamo loro che siamo diretti a Corleone, e ci consigliano di toglierci i casci all’entrata della cittadina ; sentiremo un delicato sottofondo musicale, il tema del Padrino.
Il caldo aumenta notevolmente, siamo costratti a chiudere la visiera , perchè l’aria che arriva è infuocata. Il paesaggio è uniforme, solo grano, distese immense, a perdita d’occhio solo di grano, e finalmente Corleone. Foto ricordo sotto il cartello all’ingresso del paese, che si presenta con palazzoni alti , tipo case popolari ( ma che necessità c’è a costruire in altezza, quanto intorno hanno solo terra deserta, non hanno certo problemi di spazio? !) Il centro però è una bella sorpresa, carino , tranquillo, pieno di turisti americani ( hanno forse visto Il Padrino’), si sta allestendo un palco per una festa americana. Ristoro in un bar, solita granita al limone ,qualche foto e via si riparte., direzione mare.
Avevano saputo tramite internet della disponibilità di un hotel a Scopello ( in Sicilia abbiamo scoperto che molti hotel non accettano la carta di credito, nè vogliono anticipi a conferma della prenotazione); arrivati sul posto l’hotel risulta lontano dal mare , cos’ abbiamo deciso di preseguire per San Vito Lo Capo .Il paese ci è subito piaciuto, case bianche basse, senza tetto, come nei parsi del nordiAfrica; abbiamo trovato una stanza per una sola notte ( volevamo restare per 2 notti)presso l’hotel sabbia d’oro. Pulito, tutto nuovo profumato, garage e spiaggia attrezzata inclusi nel prezzo. Dopo un veloce cambio , subito in spiaggia per il primo bagno in Sicilia e la prima tintarella . Dopo avere avuto una mappa in hotel , ci rechiamo a piedi nella zona pedonale dove troviamo tanta gente e tanti ristoranti , con addetti all’acchiappo del cliente. Non essendo proprio degli sprovveduti, sappiamo che di solito questi ristorante ti propinano il classico menù turistico di scarsa qualità.
Dopo aver atteso invano che si liberasse un tavolo presso 02 ristoranti posti su una via parallela ( la fila era come alla posta il giorno della pensione) , ci siamo visti costretti ad andare sulla via principale in un ristorantino senza acchiappo cliente, ma comunque con lo stesso esito. Il famoso cous cous di San Vito Lo Capo si è rivelato un blocco per stomaco , l’antipasto di mio marito aveva il salmone di non profumata freschezza, così in meno di 30 minuti siamo andati via , senza neanche il caffè.
Decidiamo di andare a dormire, il caldo della giornata comincia a farsi sentire.
03/07/2008 Dopo una rapida colazione ci avviamo in moto fino all’entrata della Riserva dello Zingaro ( 12 km da San Vito Lo Capo). Fatto il biglietto iniziamo il percorso fino alla seconda cala dove facciamo il bagno : favolosa !!! l’acqua è assolutamente trasparente , la spiaggia è raccolta e ci sono pochissime persone . Possiamo però restare poco e alle 10,30 riprendiamo la strada di ritorno a San Vito ( importante -portare acqua a sufficenza, indossare un cappello , scarpe adeguate alla scarpinata ed avere una buona protezione perchè il sole picchia) .
Paghiamo il conto con carta di credito ( evviva ) e ci avviamo verso Erice , dove arriviamo circa alle 13,30 , cioè quando il sole èpiù forte. Sapevamo che era in altura, quindi speravamo in un pò di refrigerio, ma inutilmente, anche lì il caldo era insopportabile. Tutti i turisti camminano nella sola zona d’ombra , tutti in fila , ammirati da un a paese incantevole , che comunque ci ricorda anche molti paesi semi-abbandonati nell’interno dell’Abruzzo.Scendendo da Erice , sotto di noi si stende Trapani con davanti ben visibili le Egadi.Questa città è per noi una vera sorpresa, bella , pulita, facile da girare ( ha strade lunghe e diritte), con poco traffico , con un bel lungomare, con bei palazzi tenuti splendidamente, con balconi fioriti… Insomma una bella sorpresa. Decidiamo di proseguire, ( sbagliando , bisogna fermarsi almeno una notte), visitiamo le saline ,l’isola di Mozia , i mulini a vento, fino a Marsala ( che non ci ha entusiasmato) poi Mazara del Vallo per arrivare poi a Selinunte. Ormai stanchi decidiamo di pernottare qui per poi la mattina successiva visitare il sito archeologico più grande del Mediterraneo. Dopo preziosi consigli da parte di un arzillo barista, troviamo una camera presso l’hotel eracle aperto da appena un mese .L’hotel profuma ancora di nuovo, l’arredo minimalista, il legno chiaro ,i bei divani dell’ingresso , la confortevole camera ci rilassano e dopo un breve idromassaggio siamo pronti per una prima ispezione di Selinunte.
La gentilissima signora alla reception ci invita a recarci al 4° piano dell’hotel , non ancora terminato, da cui si possoni ammirare i templi. Ne vale veramente la pena.
Dopo altre preziose indicazioni ci rechiamo a mangiare presso il ristorante sito nel piccolo porto, dove mangiamo molto bene del buon pesce, ma invogliati dal buon odore della pizza , ne ordiniamo 1 in due. Tutto molto buono, tutti molto gentili e divertente , uno spaccato della bella gente siciliana che abbiamo incontrato in questo viaggio. Il paese è piccolo , non c’è molto da vedere, quindi a nanna.
04/07/08 Dopo un’abbondante colazione con marmellate fatte in casa, un’ottima genovese alla ricotta siamo pronti ad affrontare un’altra calda giornata sotto il sole cocente.
Ci dirigiamo a piedi verso l’entrata del sito ( sono solo 5 minuti a piedi dall’hotel , farsi dire la scorciatoia ) dove dobbiamo attendere le ore 09,00 per l’apertura. Paghiamo € 6,00 per l’ingresso ed altri € 6,00 per il trasporto con la macchina elettrica con annessa guida.Il sito è molto vasto , ma pur non essendo laureati in belle arti, mi sembra molto strano il restauro fatto , con il ferro arrugginito che si intravede nelle colonne , nei mattoncini in bella vista per ricostrauire le parti mancanti, nell’ammasso di pietre e colonne come dopo un terremoto, ma perchè non ricostruire tutto il sito, perchè lasciare che l’erba impedisca anche la visione di questi reperti buttati lì come normale rovine? Perchè non impiegare le ben 03 persone poste in un secondo controllo ticket a girarsi i pollici visto che tutti quelli che arrivavano lì erano provvisti di ticket fatti all’ingresso ?!! Non sarebbe stato meglio dare loro una bella falce per tagliare tutta l’erbaccia? Mah!! misteri italiani.
Sempre su consiglio della signora dell’hotel sappiamo che possiamo fermarci in una spiaggia posta sotto il tempio, per poi farci riprendere ad orario stabilito dalla stessa macchina elettrica. Così facciamo, il mare non è niente di particolare , ma un buon bagno è un vero toccasana.
Dopo essere tornati in hotel , doccia , carichiamo i bagagli e via , si torna a Mazara del Vallo ad incontrare la sorella di una nostra amica ( ringraziamo quindi per il bel pomeriggio anche loro) .
Si riparte fino ad arrivare ad Agrigento ; devo dire che Agrigento e tutto quello che abbiamo visto della sua provincia ( Porto Empedocle, Licata, Mollarella)sono la cosa più brutta di tutto il viaggio.
Agrigento si presente con un ammasso di squallidi palazzoni , con tanto di superstada ( o autostrada ) che passa proprio davanti , resti di roghi ovunque lungo le strade , sporcizia ; insomma salviamo la Valle del Templi (soffocata e circondata da questo scempio di nuove costruzioni ), ma tutto il resto può essere cancellato. Anche Licata non merita menzione, insomma per dormire ci siamo ritrovati ,ormai alle 20,30 di sera in uno squallido hotel vicino all’ospedale, vuoto, con camere ante guerra , per non parlare del bagno ( asciugami per una sola persona , un solo piccolo flacone di bagnoschiuma , lampadine che mancavano dalla specchio, insomma dalle stelle alle stalle.Volevamo rincuoraci con una bella cena in un buon ristorante, ma chi l’ha visto? Non c’erano ristoranti, solo tavole calde che fungevano anche da pasticcerie,gelaterie , colazioni e chi ne ha più ne metta . Conclusione cena con arancini, per fortuna molto buoni , acqua e birra il tutto a soli € 6,00 ( almeno questo). A nanna.
05/07/08 Mi sveglio con un bel mal di testa ( sarà l’odore della muffa dei mobili ?!) , ovviamente la colazione è in linea con il resto dell’hotel: solo un cappuccino.Via subito.
Cominciamo a risalire inoltrandoci verso l’interno: Canicattì ( ma chi è che ha detto che trattasi della città più povera d’Italia?!), un grande paese, il benzinaio mi ha raccomandato di stare attenta alla macchina fotografica , causa rumeni arrivati anche lì e pronti a rubarmela. Bene!!!! Caltanisetta ; bellissima , una delle più belle province viste , piena di bar , strade ordinate , piante e fiori ad abbellire i viali, insomma da vedere sicuramente. Ristoro in un bar e poi via .
Enna , una delizia , un centro storico incantevole, belle mura che circondano il castello , facile da visitare,da non dimenticare .
Abbiamo pranzato presso una trattoria con vista su Calascibetta, un paese da paesaggio di Natale; il pranzo è stato buono a soli € 21,00 .
Pergusa con il suo autodromo attorno al lago( il paesaggio è sicuramente più verdeggiante ) Piazza Armerina bellissima, non ho ancora contato le foto di questa cittadina, ogni angolo era degno di foto, per non parlare del famosi mosaici.
Ingresso € 3,00, ma il caldo veramente intenso non mi ha permesso di vedere tutto, sono dovuta uscire subito dopo aver visto le famose antesignane delle ragazze in bikini. Meraviglioso.
Nicosia . Qui siamo stati ospiti per 02 notti di un nostro amico. Avevo già visitato Nicosia circa 20 anni fà , ma ora l’impressione è stata molto più positiva, non sembrava più un’oasi persa nel deserto , ma una viva cittadina piena di ragazzi , giovanissimi, con belle piazze, bei monumenti, un panorama mozzafiato con vista dell’Etna in fumo.Unico neo : la sera fa freddo !!!! Troppo per noi che non avevamo l’abbigliamento adatto.
06/07/08 Giornata dedicata alla visita di Nicosia , di Gange , ancora piu particolare con le sue strettissime vie , la sua fontana con leone annesso, la sua piazza con tantissimi uomini intenti a parlare ( e le donne…??).Siamo andati alla ricerca della casa dove viveva la mamma del nostro amico, aiutati da un vecchietto che con camicia e giacca non aveva problema ad inerpicarsi su stradine scivolose senza fiatone e senza una goccia di sudore.
Abbiamo visitato anche un piccolissimo paesino , veramente per aspiranti suicidi , il nulla assoluto, ma con stazione dei carabinieri… Saranno in punizione ?.
07/07/08 Si riparte per Cefalù. Attraversiamo cittadine come Mistretta, Santo stefano di Camastra,Castel di Tusa, Finale e poi Cefalù. Vera perla della Sicilia, il suo centro storico è di vera bellezza, le sue stradine piene di negozi e botteghe sono una delizia per il turista. Il mare non è male , ma le calette della Riserva dello Zingaro sono un’altra cosa.Dopo pranzo siamo ripartiti verso Palermo; lungo la strada niente di particolare.
Palermo come all’arrivo , è impossibile da vedere; le macchine ti sfiorano paurosamente, il traffico è caotico e senza regole.Abbiamo così deciso di vedere solo la spiaggia di Mondello, che per un bel tratto risulta completamente inaccessibile se non a pagamento.Abbiamo mangiato il più buono dei gelati in Sicilia.
Alle 17,30 , con quasi 2 ore di anticipo ,ci siamo imbarcati, perchè eravamo stanchi ed avevamo bisogno di una bella doccia.
Le conclusioni di questo viaggio: -la Sicilia merita sicuramente di essere visitata.
-Per vedere Palermo occorre pernottare in centro e girarla a piedi.
– attenzione, la segnaletica stradale è pessima , soprattutto zona Palermo – le strade non si possono certo definire una palla da biliardo -il mare più bello è sicuramente a nord ( da Cefalù a Trapani) -le bellezze naturali e storiche si trovano ovunque -quasi non esistono i piccoli paesi,sono tutte piccole città autosufficienti -non si può definire economica -meglio visitarla in maggio-giugno o settembre – portare sempre un giubbino,sia per le eventuali cadute e sia per fastidiose ustioni alle braccia Viana Walter