EXPO 2008 a Saragozza
Il bus dall’aeroporto a Saragozza c’è dal lunedì al sabato ogni mezz’ora dalle 6.45 alle 23.15, la domenica e festivi ogni ora dalle 6.45 alle 22.45 e poi uno alle 23.15. Dalla Puerta del Carmen (calle de Augustin n 7) dalle 6 alle 22.30 ogni ½ h, i festivi dalle 6 alle 22 ogni ora. Durata del tragitto 40-45 min circa. Il prossimo bus è alle 11.45 e porta a Puerta del Carmen, costo del biglietto 1.50€. Il tempo di caricare e puntuale parte il bus con un caldo intenso ma molto secco e quindi sopportabile, anzi sopportabilissimo. Tutto, intorno a noi, fa pensare di essere sbarcati nella terra di nessuno: un deserto di nome e di fatto, e decine di capannoni industriali di tutte le marche, nessuno che gira, né persone né macchine, vediamo un ristorante, vuoto anche questo. In questo deserto c’è anche l’Hotel Plaza a 3 stelle.. Per fortuna non siamo venuti ad alloggiare qua, in questo spentumo. Verso Saragozza un po’ di traffico c’è e ci ritroviamo sulla sinistra della stazione Delicias da dove partono i pullman ed i treni per il circondario, anche quelli per Pamplona. Alle 12.25 arriviamo al capolinea: Puerta del Carmen. Abbiamo la stampa di Google Maps e sappiamo dove andare. Attraversiamo la strada e prendiamo a sinistra, e dopo cento metri a destra per calle Doctor Fleming che imbocchiamo. Bella via, con alberi e ombra. Poi calle del Cereo sbuca in Sand Plaza, o qualcosa di simile, e continua poi in calle de Los Aquadores che porta in calle dei Predicadores ; prendiamo a destra e dopo 10 m c’è l’ostello al n 70. Arrivati alle 12.40. La via è carina e popolare,molti negozietti ma chiusi a quest’ora. E’ un quartiere popolare che ricorda molto San Lorenzo ma gli extracomunitari sono molti di più. Abbiamo un po’ di timore ma è solo la paura del diverso e in seguito notiamo alcune macchine della polizia. Allora facciamo bene a stare accorti !!! Ci sistemiamo in una camera con letti a castello, il bagno fuori,davanti alla camera, e senza nemmeno un cestino o un armadietto: assolutamente essenziale. Internet e colazione gratis. Paghiamo 35 euro a persona a notte e rimarremo 3 notti. In genere si pagano 22 euro a persona ma con l’EXPO i prezzi sono lievitati, e non solo quelli degli ostelli. Attenzione che pagando il saldo con carta di credito, aggiungono il 7%, per cui è meglio pagare in contanti, cosa che facciamo e ci troviamo puliti. Ritireremo poi col bancomat i contanti necessari. Negozietto davanti per fare scorte, ma scarno bottino: solo detersivi e biscotti. Alle 15 usciamo dall’albergo per andare all’ EXPO. Optando per la passeggiata, proseguiamo alla nostra destra su calle dei Predicadores fino a Plaza de Europa ed attraversiamo l’ Ebro, forse il fiume più lungo della Spagna e conosciuto anche come il casus belli della II guerra Punica: i Cartaginesi assediando Sagunto, furono accusati di averlo oltrepassato (anche se effettivamente risulta essere a Nord di Sagunto (??), ma forse si riferivano ad un altro fiume chiamato Ebro, un Ebro del Sud.
Dopo il ponte, a sinistra, ci ritroviamo ad attraversare dei giardinetti assolati (perché fa tanto caldo!?!) ma che ospitano degli alberelli appena piantati che fra un paio d’anni faranno bella mostra di se.
Alle 15.40 siamo all’EXPO dove, alla biglietteria, ritiriamo i 2 biglietti con 3 viaggi A/R di teleferica (o telecabina) inclusi. Spettacolo teatrale di folk in un bar: sono le 20. Per la telecabina mettono un timbro. L’EXPO è aperto dalle 10 alle 22 (ultima entrata agli stand dei Paesi alle 21.30) e poi spettacoli fino alle 3 di mattina.
Visitiamo gli stand vicini all’ingresso tralasciando quello della Spagna per la troppa fila. Nel Padiglione della Spagna che raggruppa Aragona, Castiglia, Andalusia, etc, manca quello dell’Euskadi (Paesi Baschi) i quali hanno preteso un padiglione tutto per loro fra le nazioni estere. Noi pensiamo che l’ETA non ci sia più, ma durante la settimana che abbiamo passato nei Paesi baschi 2 settimane fa, abbiamo letto sul giornale di un attentato al Correo, il giornale di Bilbao, che parlava male di loro e riportava del rapimento di un industriale a cui si chiedeva il riscatto per finanziare l’organizzazione. Nel giornale dove abbiamo letto la notizia c’era un intervista del rapito che diceva di essere simpatizzante dell’Eta e quindi di essere disposto a pagare, quasi un… Contributo volontario. Fa un caldo bestiale ma non esistono fontanelle nel parco se non all’ingresso. Allora riempiamo le bottiglie nelle toilette dislocate strategicamente un po’ dappertutto, così da non spendere i 2 euro richiesti per ½ litro di minerale. Una particolarità è che se uno chiede una bibita o una birra al chiosco, fanno pagare 1 euro in più per un bicchiere di plastica rigida blu e da circa 400 cc chiamato “el vaso”, che, portato ad ogni eventuale futuro chiosco, ti eviterà di doverlo ricomprare (puoi decidere di restituirlo in qualsiasi momento e ti verrà “riaccreditato” l’euro). Si è voluto in tal modo limitare lo spreco di bicchieri di plastica e di cartone che ci sarebbe stato. Noi ce li siamo tenuti; un po’ per ricordo, un po’ per dimenticanza e un po’ perché non sapevamo dove stava questo ristorante che li prendeva indietro e ti rimborsava, e non ci andava di perdere tempo a chiedere ed andare.
Un’altra incredibile mancanza è l’inglese. Nulla, gli addetti alle informazioni, sparsi un po’ dappertutto e riconoscibili dal giubbetto giallo, non sanno una parola di inglese, ma nemmeno le parole più comuni, right, left, per dare indicazioni; Nulla di Nulla, ed anche le scritte, la maggior parte sono in spagnolo, ma negli stand c’è la doppia traduzione. Un’altra cosa sono i fast pass, come a Gardaland, per evitare di fare file immense. Ci si può prenotare per vedere uno stand ad una certa ora. Tra i più richiesti, i fast pass per l’acquario che finiscono subito e che è meglio fare appena arrivati.
Nel pomeriggio prendiamo la Telecabina, fatta dalla ditta italiana Leitner, per raggiungere la quale bisogna andare verso il Palazzo dell’Acqua ed uscire dall’ EXPO. All’uscita, mettono un timbro sulla mano per poter rientrare. Si fanno poi circa 100 m poi si entra in un bar si va a destra e si sale al 2° piano dove c’e’l’ ispezione ai Raggi X dei bagagli a mano, sul genere dell’aeroporto. Metto, assieme alla borsa a tracolla, anche la videocamera sul rullo che l’operatore sbadatamente aziona in senso inverso! Per mia fortuna una signora afferra al volo l’apparecchio, salvandolo da una rovinosa caduta. Guardo in cagnesco l’operatore e la rimetto sul rullo. Insomma il controllo rallenta parecchio. Salendo nella telecabina si può chiedere all’addetto se si vuole stare da soli o seguire le indicazioni ed andare in compagnia. Noi abbiamo chiesto di andare soli anche per poter filmare il panorama che si vede dall’alto. Il tragitto prevede di sorvolare l’Ebro, e dall’alto si vede la cattedrale, parte del centro e tutto il fiume. L’arrivo è vicino alla Stazione Delicias, ma si può rimanere seduti e tornare indietro perché il biglietto vale per un’andata ed un ritorno entro lo stesso giorno. Ma è inutile scendere, fare un giro e poi risalire, perché vicino alla Stazione Delicias non c’è niente. La telecabina e’ quindi abbastanza inutile come mezzo di trasporto, più che altro è decentrata. Un viaggio si può fare comunque anche se il panorama sull’ Ebro non è particolarmente esaltante.
Dopo la Telecabina, facciamo vedere il timbro e rientriamo dallo stesso ingresso. Due giorni dopo andremo direttamente dall’ostello alla Stazione Delicias e poi con la Telecabina all’EXPO,più per goliardia e per dare un senso a quei biglietti che per comodità, e ci faranno un pò di storie perché volevano vedere il timbro, perchè saremmo dovuti entrare dall’ingresso principale, quello appunto dove ci sono le casse.
Visto che è sera, cerchiamo un ristorantino etnico escludendo a priori il giapponese dal cibo freddo ed acre. Ce piace de magna bene, semo romani. Ripieghiamo su un fast-food all’interno dell’expo che con nostro grande stupore, propone vari menu: texano, italiano, spagnolo, orientale. La mia scelta cade sul menu orientale: veramente saporito, con carne morbida, patate lesse, involtini primavera con insalata e un bicchiere con bibita o birra a piacere. Fuochi d’artificio per finire che ci gustiamo seduti ai tavoli all’aperto. Uscendo alle 24, andiamo a prendere il numero 8 che dovrebbe portarci al centro e quindi vicini all’ostello e vediamo parecchie file di persone che aspettano, file ordinate, anglossassoni. Non ce ne curiamo e tiriamo avanti fino alla fermata del numero 8 dove troviamo un funzionario che regola l’afflusso agli autobus che via via arrivano. Capiamo che quell’enorme fila è quella per prendere l’autobus. Dopo un rapido consulto decidiamo di ritornare a piedi, riattraversando l’Ebro fino a Plaza de Europa e quindi a casa. Un rapido collegamento a Internet, una cioccolata calda alla macchinetta e poi a letto. Per andare via dall’ EXPO: il n 8 che porta a piazza del Pilar (il centro) oppure il 20 che porta a piazzale Europa.
I bus costano 90 c/tratta senza orario. Altrimenti con 7 euro si compra una tessera (2 euro) inclusi 5 euro di viaggi a 60 c per ogni viaggio. Esauriti gli 8 viaggi (0.60 x 8= 4.8 euro) si pagano sempre 60c a viaggio ricaricando (o esibendo la tessera) e quindi oltre 8 viaggi sono convenienti altrimenti conviene fare il biglietto singolo.
2° giorno 20 Giugno 2008 Domenica Alle 9.15 colazione con latte,choco crispies, aranciata e pane tostato. Nella cucina dell’ostello c’è un frigorifero dove si possono, volendo, conservare i cibi. La vita costa come in Italia. Compriamo nel negozietto davanti a noi e gestito da cinesi (ecco perché aperto la domenica) 7 fette formaggio + 7 prosciutto cotto e pane in cassetta (speso 4.5 euro).
Alle 10.20 torniamo all’EXPO, prendendo l’ 8 dalla Muralla, un muro romano che faceva parte della cinta muraria della città, e scendendo proprio davanti all’EXPO. Prendiamo subito il fast-pass per l’acquario e cominciamo a frequentare gli stand di tutti i paesi del mondo sull’acqua, che il giorno prima non avevamo nemmeno visto. Molta fila al padiglione Kuwait (45 min) che attira col suo film in 4D. Che credevamo poi !!. Proiettano il film in 3D ed ogni tanto danno uno scossone alla poltrona dove si sta seduti e spruzzano acqua addosso quando un cammello in 3D sputa: questa è la quarta dimensione. Vale non più di 10-15…Minuti di fila. Oggi che è domenica c’è un mare di gente. Se c’e’ tanta gente a giugno chissà luglio e agosto come sarà.. File enormi ai Caraibi e Giappone, allora ripieghiamo sulla non-fila della Malesia, Corea del Sud e Yemen e proseguendo poi, sulla scia delle non-file. Stupendo il film 3D della Corea, senza fila. E’ una favola sul genio dell’acqua, un gigante, che salva il mondo ed un animale, portando acqua nelle zone aride. Allo stand malesiano balletto con donne truccatissme con dei bastoncini di legno che battono aritmicamente. Balletti al Nepal e musica tibetana, costumi non ricchi ma caratteristici e diversi da quelli Malesiani. Marocco interessante con i contenitori, costumi e gioielli nei secoli. Costumi dei Beduini e filmati sulle varie arti artigianali del paese.
Andiamo all’acquario di acqua dolce alle 20.45. Se avete visto altri acquari europei e mondiali, potete lasciar perdere, altrimenti è fatto molto bene, l’ambiente è umido all’interno e gli alberi e le vetrine sono allestite con professionalità. C’è anche un coccodrillo, vitale questa volta e spalanca e chiude la bocca, e parecchi rettili. Al 90% ci sono pesci di acqua dolce, anche tropicali, ma anche qualcosa di marino. E’ comunque didattico per i “chicos” perché ci sono parecchi cartelli e spiegazioni puntali e chiare. Dopo l’acquario andiamo a vedere Italia-Spagna su di un maxischermo appositamente predisposto. Ci sediamo per terra fino ai rigori. Poi tutti in piedi. Il primo è degli spagnoli ma appena il pallone parte, manca la corrente e si spegne tutto. Si moltiplicano i cellulari collegati a Internet che trasmettono anche la partita (non sapevo che esistessero), e si formano capannelli dappertutto. Gioiamo all’errore di Guiza e rimaniamo muti all’errore di Di Natale. Molti festeggiamenti alla fine della partita con cori “O Bandoleros, o bandoleros”, ma tutto sommato sotto tono rispetto a quello che sarebbe capitato in Italia. Ci avviamo all’uscita e prendiamo la Telecabina e poi aspettando l’ultimo bus scendiamo non proprio vicino all’ostello e ce la facciamo a piedi.
3° giorno 20 Giugno 2008 Lunedì La giornata è bellissima e quindi di conseguenza caldissima. I musei sono chiusi oggi e non vedremo le rovine romane. Facciamo un giro al centro ed arriviamo a piazza del Pilar dove facciamo colazione seduti ad un bar e guardando la gente che passeggia sotto un sole cocente. Seguendo Calle Alfonso si arriva a Plaza de Espana che è il centro di gravità di Saragozza. Da qui prendiamo il 52 che ci porterà prima della stazione Delicias da dove prenderemo la Telecabina. Ci sembra di essere andati oltre, allora chiediamo all’autista che gentilmente si accosta per farci scendere fuori-fermata. Prendiamo la Telecabina dopo aver attraversato la strada con un soprapassaggio pedonale ed essere scesi dal secondo piano di una torre d’acciaio. Entrati all’EXPO vediamo lo Yemen con gli yemeniti che cercano di vendere la solita chincaglieria d’argento. Prendo un pacco di depliant per un eventuale viaggio nel paese. Alla torre dell’ acqua, al pianterreno, mostra scientifica con film sull’acqua (princìpi) poi un cammino a chiocciola (ca 800 metri che si fanno in poco tempo e con facilità perché la pendenza è molto bassa;tempo di percorrenza 15-20 min circa). Ci sono maxischermi che trasmettono immagini attraverso una moltitudine di minuscole lampadine che cambiano di colore e di intensità utilizzando il sistema RGB (red, green, blue)e cioè come mi dice mia figlia, le tre colorazioni luminose primarie(diverso dalla pittura dove al posto del verde troviamo il giallo). Dalla torre il panorama non e’ esaltante. I prezzi sono uguali in tutta l’area expo per quanto riguarda cibo e gadget. Vediamo il padiglione dell’acqua dove c’e’ la situazione dei paesi in via di sviluppo e le statistiche sul lavaggio a mano o con lavastoviglie dei piatti. Nel padiglione fanno una simulazione dello Tsunami (molta fila) ma tutto sommato è deludente, e non emoziona ,anzi, angoscia, perché parla di una donna che deve partorire e lo Tsunami le impedisce di raggiungere l’ospedale, ma poi tutto finisce bene. Andiamo a vedere lo spettacolo all’Iceberg, uno spettacolo futurista che da solo vale il biglietto anche se Francesca non è d’accordo. Non significa nulla, nulla di razionale, ma chissà come, lascia colpiti e appagati, da l’impressione della lotta fra l’ambiente e l’espansione antropica che cerca di soffocarlo. E questo, con una serie di sequenze molto espressive, dai pinguini che cadono dall’iceberg e finiscono in mare, dalla testa ulcerata di una donna (la Grande Madre Tellus) che partorisce fumo, inquinamento e ferraglia sottoforma di auto (un auto a grandezza naturale le esce fisicamente dalla bocca), alle immagine finali di fiori che spuntano dalla testa della donna e di fotografie di un bambino, simbolo di speranza per il futuro. C’e’ anche un ballerino che fa una danza che ricorda la lotta dell’uomo per liberarsi dalle catene del consumismo, almeno io l’ ho vista così, ma con spettacoli simili ognuno ha la sua interpretazione. Torniamo a piedi a casa. Dall’EXPO fino a Calle de Predicatores ci si mette 30 min e passando sul solito ponte; sulla sinistra si vede un locale all’aperto dove ci si siede a prendere un caffè, un aperitivo sulle golene dell’Ebro, e andiamo a dare un’occhiata. Francesca sostiene essere uno dei famosi locali trendy del Cafè del Mar ed infatti vendono anche dischi e gadget.
4° giorno 21 Giugno 2008 Martedì E’ il giorno della partenza. L’autobus per l’aeroporto arriva a Paseo Maria Augustin, proprio all’incrocio con la Porta del Carmen (c’è il rudere della Porta proprio in mezzo alla piazza). Alle 9.30 usciamo dall’ostello e alle 10 in punto parte l’autobus ,siamo solo noi 2 in tutto l’autobus. La prima fermata è alla stazione Delicias (dopo 15 min). Alle 10.35, con scarso traffico, siamo in aeroporto. Alle 12.10 puntuale parte l’aereo della Ryanair con destinazione Ciampino.
A conti fatti abbiamo speso 288 euro a testa, aereo, ostello e biglietto compresi.