Messico 2006: Yucatan e Chapas

Protagonisti: Silvia e Cristian Questo è il diario del nostro viaggio in Messico, abbiamo deciso di fare per la prima volta una vacanza “fai da te” prenotando solo il volo e con in mano la fantastica Lonely Planet definita da molti la bibbia del viaggiatore e noi possiamo confermarlo perché ci è sempre stata molto utile sia per visitare...
Scritto da: silviacometto
messico 2006: yucatan e chapas
Partenza il: 29/07/2006
Ritorno il: 13/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Protagonisti: Silvia e Cristian Questo è il diario del nostro viaggio in Messico, abbiamo deciso di fare per la prima volta una vacanza “fai da te” prenotando solo il volo e con in mano la fantastica Lonely Planet definita da molti la bibbia del viaggiatore e noi possiamo confermarlo perché ci è sempre stata molto utile sia per visitare posti fantastici che forse non avremmo mai pensato di vedere e sia per il pernottamento nelle varie camere che ci è stato molto di aiuto.

Siamo partiti il 29 luglio 2006, ci avevano sconsigliato il Messico perché inizia in questo periodo la stagione delle piogge ma noi abbiamo deciso di rischiare lo stesso e incrociando le dita di non imbatterci in qualche uragano siamo partiti! Ed ecco il nostro diario: 29/07/06: percorsi 50 km Siamo atterrati all’aeroporto di Cancun, appena usciti dal recupero bagagli abbiamo subito noleggiato l’auto alla Europcar, una delle tante compagnie che ci sono in aeroporto e dopo aver ricevuto 2-3 preventivi abbiamo scelto quella che ci sembrava un po’ più conveniente. Ci hanno dato la Wolksvagen Pointer un’auto che in Italia non si è nemmeno mai vista.. Completamente coperta di righe e bolli.. Ma tutto sommato ci ha portati sani e salvi nonostante qualche piccolo inconveniente, fino alla fine della nostra vacanza.

Il primo spostamento è stato verso Playa del Carmen da dove è partita la nostra avventura, siamo arrivati in città e abbiamo subito cercato un hotel economico dove passare la prima notte dato che erano già le 23:00 passate, abbiamo soggiornato nell’Hotel La Paz, molto semplice e poco accogliente ma per la prima notte ci siamo accontentati anche perché non avevamo molta voglia di girare a lungo alla ricerca di un hotel migliore.

30/07/06: percorsi 260 km.

Ci siamo alzati alle 7:00 e siamo partiti alla scoperta di Playa, ci siamo subito diretti sulla famosissima Quinta Avenida che è lunghissima e parallela al mare, completamente pedonale e ricca di ristoranti, bar e negozietti molto turistici. Dopo la colazione siamo partiti per la nostra avventura! Prima tappa del viaggio il sito di Cobà, un fantastico e un po’ sperduto sito immerso nella vegetazione più fitta, siamo stati a diretto contatto con la natura vedendo enormi farfalle colorate, lucertoloni con le zampe lunghe che sembravano piccoli velocerapti preistorici e anche qualche iguana spaparanzato al sole che però fuggiva al minimo cenno di pericolo. Il sito di Cobà è molto meno ben conservato di tutti gli altri che abbiamo visto più avanti, ma qui si trova la più alta piramide Maja dello Yucatan: ben 42 metri contro i soli 25 della famosissima e ben conservata Chichèn-Itzà e inoltre è stata una delle poche piramidi sulle quali era permesso di salire. I gradini sono abbastanza pericolanti e c’è una corda che ne favorisce la discesa; quando si è in cima alla piramide di Cobà si apre un paesaggio incredibile, quasi indescrivibile, un mare di color verde intenso e infinito con qualche punta di piramide che sbuca qua e là, una sensazione bellissima, la natura che predomina su tutto. Il caldo e l’umidità si sono fatti sentire e la salita ci è risultata per questo più faticosa, ma ne vale davvero la pena. Scesi dalla piramide abbiamo percorso uno dei tanti lunghi sentieri incontrando un sacco di rovine sempre circondate da questa fitta vegetazione, abbiamo visto due campi di “pelota”: il gioco di pallone che si usava al tempo dei Maja e consisteva nel dover far passare la palla attraverso due cerchi, la squadra sconfitta spesso subiva per penitenza l’uccisione di uno o più uomini come sacrificio.

Terminato la visita a Cobà sulla via del ritorno ci siamo fermati al Gran Cenote che è uno dei posti più belli che abbiamo visto in Messico: si tratta di una specie di grotta calcarea nella quale scorre acqua dolce sotterranea molto fresca e che a volte raggiunge grandi profondità, arrivati lì abbiamo subito fatto un tuffo in acqua per rinfrescarci dal gran caldo patito al sito di Cobà ed è veramente bello nuotare in queste acque trasparenti e fresche tra le foglie galleggianti, con stalattiti e grotte qua e là. Dopo esserci rilassati al Cenote siamo partiti per il sito di Tulum, uno dei più famosi della riviera Maja perché è forse l’unico costruito proprio sulla spiaggia del mare dei Caraibi quindi offre una bellissima immagine delle rovine in riva al mare con la sua spiaggia di sabbia bianchissima. Abbiamo fatto un bel giro del sito che a parte la bella posizione non ha rovine molto imponenti, ma merita comunque una visita per godersi il panorama e scendere la scalinata che da direttamente sulla spiaggia e fare il bagno in quell’acqua a dir poco bollente! Il mare purtroppo era un po’ agitato e il tempo ha iniziato a cambiare, sono arrivati dei nuvoloni nerissimi e subito dopo aver lasciato Tulum ci siamo presi il primo acquazzone della vacanza, primo di una lunga serie, ha piovuto quasi tutti i giorni tranne fortunatamente gli ultimi quattro che abbiamo dedicato al relax sulle spiagge di Playa del Carmen. Comunque la pioggia non ci ha assolutamente rovinato la vacanza perché non ha mai piovuto per più di due ore lasciandoci quindi anche il tempo di fare i nostri lunghi spostamenti tra i vari stati. Il secondo pernottamento lo abbiamo fatto a Felipe Carillo Puerto un paesino poco turistico ma molto tipico, abbiamo dormito e cenato all’Hotel El Faisan y el Venado molto accogliente e lì abbiamo assaggiato una tipica specialità messicana: la fajtas di pollo e maiale accompagnata da buon riso e frioles (fagioli) ottima cena a un prezzo molto basso.

31/07/06 Percorsi 660 km Dopo la colazione con brioches e succo di arancia comprati ad un negozietto abbiamo fatto il primo grande spostamento della vacanza in direzione Chapas attraversando gli stati di Quintana Roo, Campeche e Tabasco. Ha piovuto quasi tutto il viaggio, la cosa non ci ha disturbato più di tanto perché avevamo tanti chilometri da percorrere senza molte tappe, unico inconveniente è stata la nostra piccola automobile che essendo vecchiotta e un po’ malandata aveva la guarnizione del vetro un po’ scollata per cui ci pioveva letteralmente in macchina e la cosa preoccupante è che l’acqua colava sulle scarpe di Cristian passando direttamente in mezzo ai fusibili… ci sono stati attimi di panico in cui ci siamo immaginati in panne in mezzo al nulla lontanissimi da qualsiasi paese abitato ma per fortuna la Pointer non ci ha mai lasciati a piedi… meno male! Lungo il tragitto ci siamo fermati alla Laguna Bacalar, un immenso bacino di acqua dolce con il fondo di sabbia bianca, bellissimo da vedere, poi altra tappa a Chetumal dove sotto l’acqua abbiamo fatto un giretto nel paesino molto povero che ha sempre il mercatino all’aperto e ci ha fatto un po’ schifo passare di fianco al banco del pollo che emanava odori poco invitanti. Abbiamo pranzato con un hamburger veloce a Xpujil in un posto a dir poco squallido ma per fortuna ne abbiamo visti pochi di brutti così; infine dopo aver attraversato il ponte sul fiume Usumacinta siamo finalmente arrivati a Palenque, che da il nome al suo famoso ed esteso sito Maja. Abbiamo pernottato all’hotel El Tucan dopo aver fatto un bel giro del centro e della piazza con il suo mercato con le bancarelle colme di tipici prodotti messicani, magliette e souvenir ad un prezzo pazzescamente basso, è il posto adatto dove comprare tantissimi regali e souvenir perché il Chapas costa decisamente poco rispetto allo Yucatan. Alla sera ci siamo di nuovo dilettati in una tipica cenetta messicana a base di Enchilada di pollo roja, quesadillas e guacamole, il tutto innaffiato dalla buonissima birra Corona.

01/08/06 Percorsi 333 km Siamo partiti per la Frontera Corozal dove abbiamo noleggiato una lancia per un’escursione sul fiume Usumacinta fino al sito di Yakchilan; il fiume fa da confine con il Guatemala e abbiamo ammirato la folta vegetazione da ambo i lati. Dopo mezz’ora di navigazione abbiamo raggiunto il sito che è letteralmente immerso in una giungla molto fitta, con tanto di alberi giganteschi e liane penzolanti, scimmie urlatrici e un simpatico animaletto simile a un tapiro che si è lasciato avvicinare a un metro di distanza giusto per farsi fare una bella foto. L’umidità altissima e la vegetazione pazzescamente fitta ci hanno molto colpito, i pochi resti di costruzioni Maja ne sono letteralmente ricoperti e per questo è anche pieno di zanzare affamate che non si sono fatte il problema dei vari strati di Autan che abbiamo usato per salvarci dalle loro punture. A fine giro abbiamo perfino avvistato le scimmie appese agli alberi, uno spettacolo da non perdere! Il ritorno con la lancia prevedeva due tappe per l’avvistamento dei coccodrilli ma siamo stati sfortunati e non li abbiamo visti. Dopo pranzo abbiamo visitato il vicino sito di Bonampak dove una guida ci ha portati con un percorso accidentato su un pullman sgangherato in mezzo alle rovine, il sito è famoso per le sue numerose steli che raffigurano ancora in modo molto chiaro il re/dio Pakal. Sulla strada del ritorno siamo passati in mezzo a numerosi villaggi indios con tantissimi bambini che trascorrono le loro giornate ad aspettare l’arrivo delle auto per tentare di racimolare qualche soldino vendendo cibo ai turisti di passaggio. L’incubo della vacanza sono stati i Topes!!! Sono i dossi messi sulla strada, sono numerosissimi e a volte molto alti, all’inizio non te li aspetti e rischi veramente di danneggiare la macchina, pian pianino ci siamo abituati ma in tutto il tragitto ne avremo visti centinaia, un vero incubo, ed è comunque l’unico modo per obbligare la gente a rallentare soprattutto in prossimità dei villaggi indios.

Alla sera abbiamo cenato di nuovo a Palenque nel locale dove avevamo già fatto colazione, poi altro giretto per le bancarelle e infine seconda notte all’hotel El Tucan.

02/08/06 Percorsi 237 km Dopo la colazione al solito bar siamo partiti per la visita al più grande sito Maja ancora ben conservato del Messico: il sito di Palenque che ci è piaciuto moltissimo, le piramidi sono gigantesche, tutte con i gradini ancora intatti, la più imponente è la Grande Piramide dove ci sono i resti del dio Pakal, ma purtroppo non lasciano più salire… peccato! Tutto intorno al sito è pieno di bancarelle con souvenir di ogni genere: tappeti, tele da inquadrare, calendari maja e atzechi, maschere, messicani scolpiti nel legno, bamboline, stoffe colorate ecc., ci siamo sbizzarriti nell’acquisto di souvenir da riportare in Italia! Anche questo sito è circondato dalla folta vegetazione ed è bello salire sulle piramidi e ammirare lo spettacolare paesaggio verdeggiante riempito qua e la da qualche costruzione in pietra! Dopo ben tre ore di esplorazione accompagnati ogni tanto dalle urla delle scimmie ci siamo diretti a Misol-Ha, una cascata altissima che si butta in un laghetto dove nella stagione secca si può anche fare il bagno. La cosa bella di questa cascata è che dietro di essa c’è un percorso dove si può fare tutto il giro, è una bella sensazione esser dietro l’acqua che cade, si può anche risalire un ruscello ed entrare in una piccola grotta dove ci sono resti di fossili, solo che non è possibile arrivarci senza bagnarsi completamente fino al ginocchio ma ne vale comunque la pena. Dopo aver ammirato la cascata e aver pranzato con una deliziosa hamburguesa ci siamo diretti alle famose cascate di Agua Azul. Purtroppo la pioggia ci ha anticipati e quando siamo arrivati sul posto stava diluviando! Abbiamo aspettato un pochino che diminuisse ma poi siamo scesi lo stesso con l’impermeabile per non rinunciare allo spettacolo delle cascate, anche se un po’ rovinato dalla pioggia.. Agua Azul è molto bella, rende sicuramente di più in stagione secca quando l’acqua è effettivamente azzurra, noi l’abbiamo vista marrone e parecchio agitata per via della pioggia ma l’effetto è bello lo stesso, c’è un percorso che costeggia e risale il fiume che man mano che scende diventa più pericoloso con rapide molto profonde, infatti nonostante sia vietato fare il bagno in molti punti alcune persone hanno perso la vita affogando nelle acque di questo fiume impetuoso. Invece risaliti fino all’inizio del fiume l’acqua è decisamente più calma, si può fare il bagno e abbiamo visto anche una signora che si stava tranquillamente lavando i panni in quell’acqua. Lì intorno abbiamo visto delle case e molti alberi di banane ancora verdi, dopo mezz’oretta ha smesso di piovere e noi siamo riscesi fermandoci ad un chiosco ad assaggiare le “empanadas”, delle frittelle salate con vari ripieni di carne, pollo, patate e formaggio, buone ma un po’ pesanti essendo tutto fritto! Ripartiti da questo bel posto ci siamo fatti un viaggione molto lungo pieno di curve fino a notte per strade tortuose di montagna, abbiamo perfino incontrato la nebbia (da non credere!) e la temperatura è scesa tantissimo, ma quando ormai eravamo stanchi e stufi di questa lunga e interminabile strada abbiamo finalmente raggiunto la bellissima S.Cristobal de las Casas! Dopo una breve ricerca abbiamo deciso di fermarci a dormire all’hotel La Noria, bellissimo, in stile coloniale con i balconcini all’interno dei corridoi e la stanza enorme con due letti matrimoniali e ogni comfort compreso il phon che ci è stato utile il giorno dopo.. Abbiamo perfino pagato di meno per via dell’arrivo in tarda serata, da lì abbiamo capito che bisogna sempre contrattare un po’ per poter risparmiare qualcosetta.

Dopo aver posato i bagagli abbiamo cenato al vicino ristorante La Ventana con due piatti di Chili con carne decisamente buoni. Di notte S.Cristobal non è molto tranquilla, gira gente un po’ strana, allora non ci siamo allontanati molto, anche se per il resto non abbiamo mai avuto problemi e gli anni bui dei zapatisti e delle guerriglie sono ormai un ricordo.

03/08/06 Percorsi 40 km Al risveglio abbiamo fatto colazione in una tipica “panaderia” che aveva una grande varietà di ciambelle, dolci e biscotti e poi nel locale c’era anche la macchinetta delle bibite calde, quindi abbiamo mangiato e bevuto cappuccino come al bar! La giornata è stata dedicata alla visita della città: ci sono due importanti chiese in cima ai due colli che delimitano la città. Tutte le case sono in stile coloniale una più bella dell’altra, tutte di colore diverso e molte con ampi cortili interni, sembrava di esser in un film di Zorro! Siamo saliti al Cierro de Guadalupe dal quale si può ammirare una splendida vista dall’alto della città. Una delle cose che ci ha colpito di più è stato il mercato: è gigantesco, pieno di belle cose da vedere, si inizia dalle stoffe, lenzuola e tessuti vari per poi passare al mercato della frutta e verdura, favoloso, tutta la frutta è meticolosamente impilata in modo perfetto, mai visto nulla di così carino, poi fantastici i contenitori di fagioli di ogni forma e colore e il peperoncino essiccato, infine siamo passati al mercato coperto dove ci sono carni e pesci, anche quello è assolutamente da vedere, sembra un altro mondo! Ci ha colpito anche l’enorme quantità di gente che acquistava e vendeva, uno spettacolo indescrivibile! Usciti dal mercato ci ha colti uno degli acquazzoni più esagerati che abbiamo mai visto! Non essendoci tombini in penso tutto il Messico le strade si sono trasformate in breve tempo in fiumi e noi ci siamo lavati fino alle ginocchia e in alcuni punti abbiamo dovuto perfino guadare la strada come se fosse un torrente, rischiando anche di scivolare… Abbiamo trovato riparo in un ristorante dove ci siamo riscaldati mangiando un fantastico piatti di “Choriqueso” (formaggio fuso con funghi) e fatto amicizia con il simpatico cameriere raccontandogli un po’ della nostra vacanza messicana. Dopo pranzo e calmate le acque del temporale ci siamo diretti verso S.Juan Chamula, un paesino a 7 km da S.Cristobal, assolutamente da non perdere, arrivati nella piazza siamo stati letteralmente assaliti dai bambini che come al solito volevano venderci qualcosa in cambio di qualche moneta. Ci siamo poi diretti alla chiesa di S.Juan proprio di fronte alla piazza del mercato. Dentro la chiesa abbiamo assistito ad uno spettacolo mai visto prima: atmosfera inquietante, aghi di pino per terra, centinaia di candele accese e decine di persone inginocchiate a pregare e fare strani riti sacrificando galline vive sul fuoco delle candele per poi passarle sulle persone da “guarire” dal male.. Sopra l’altare la statua di Gesù in croce è minuscola in confronto a quella di S. Giovanni Battista che è il santo protettore di questo paese. Gli altri santi sono rinchiusi in urne di vetro e alcuni girati di schiena come in castigo per non aver salvato la città dalle tragedie storiche… tutto intorno a noi gente intenta a pregare ad alta voce quasi come un lamento e a bere varie bibite gassate ricordando la bevanda sacra di un tempo. Tutto molto inquietante e quasi macabro per essere in un luogo di culto.. La regola più importante è quella di non scattare alcuna foto per rispettare la sacralità del posto e le anime di questo strano popolo, regola da non infrangere se si vogliono evitare grossi guai e inseguimenti! Dopo questa strana avventura ci siamo diretti nella vicina Zinacantàn dove anche lì c’è una chiesa (ma questa volta normale) e il paese era in festa e nella piazza c’erano un sacco di uomini seduti in cerchio a suonare vari strumenti musicali.

Verso sera, tornati in città, siamo saliti al Cierro di San Cristobal e poi tornati alla piazza della cattedrale abbiamo fatto un giro nel mercatino coperto di prodotti tipici del Chapas pieno di fantastici souvenir a basso prezzo, abbiamo comprato delle tovagliette colorate da tavola.

Cenato al ristorante coloniale e seconda notte nell’hotel La Noria.

04/08/06 Percorsi 340 km Dopo la colazione alla solita panaderia abbiamo lasciato a malincuore la bella S.Cristobal, abbiamo preso l’autostrada in direzione Tuxtla Gutierez e man mano che scendevamo la temperatura è risalita velocemente e finalmente abbiamo potuto abbandonare maglie e giubbotti che a S.Cristobal erano d’obbligo dato il clima molto umido e fresco! Arrivati a Chapa de Corzo ci siamo subito diretti all’embarcadero dove partono le barchette per la gita al Canyon del Sumidero. Sulla barchetta ci hanno fatto indossare il giubbotto di salvataggio e poi via per una gita di due orette andata e ritorno, navigando in mezzo al canyon con le sue pareti altissime che in alcuni punti raggiungono perfino il chilometro! Durante la navigazione abbiamo visto un sacco di uccelli di ogni tipo tra cui gli aironi e gli avvoltoi che si aggirano nei punti dove la corrente ammucchia un sacco di immondizia e pezzi di legno che ogni tanto qualcuno seleziona e carica su una barca riportando a riva quello che serve. La navigazione è terminata nei pressi di una diga con la statua di tre uomini spagnoli, famosa la cascata a forma di albero di Natale, molto pittoresca. Sulla via del ritorno abbiamo finalmente avvistato due coccodrilli intenti a digerire spaparanzati al sole… Ritornati a riva abbiamo pranzato all’Alambre de Pechuga un vicino ristorante tipico e di nuovo ci siamo strafogati di specialità messicane tra cui guacamole e fajitas di pollo con un simpatico accompagnamento musicale dello xilofono.

Dopo pranzo abbiamo visitato Chapa de Corzo, molto carina e sempre in stile coloniale, bellissima la sua piazza centrale con il campanile e la fontana a forma di corona spagnola.

Alla sera ci siamo spostati verso Villahermosa che a noi non è piaciuta per niente: molto trafficata e caotica e con nulla di particolare da visitare, abbiamo pernottato all’Hotel Oriente niente di particolare e per la cena ci siamo accontentati di un veloce hamburger da Mc Donalds.

05/08/06 Percorsi 470 km Scappati da Villahermosa il più velocemente possibile e abbandonato anche il Chapas che ci è piaciuto veramente tantissimo, ci siamo diretti verso Campeche! Dopo il lungo spostamento e una rapida colazione a base di patatine piccanti comprate ad un distributore siamo arrivati a destinazione e abbiamo subito cercato l’hotel, dopo una breve ricerca abbiamo deciso di pernottare all’hotel America che ci è piaciuto molto perché spazioso e accogliente come l’hotel di S.Cristobal. La cittadina è veramente carina completamente chiusa tra le mura e anche qui ci sono casette di tanti colori e una grossa piazza davanti ad una imponente cattedrale. Campeche è affacciata sul Golfo del Messico e c’è un castello ancora ben conservato proprio in riva al mare con tanto di cannoni per la difesa della città. Abbiamo fatto un giro per i baluardi e per le strade meravigliati da tutta la tranquillità del posto.

Alla sera abbiamo cenato nel ristorante più bello della città: Casa Vieja, proprio di fronte alla cattedrale, per festeggiare il compleanno di Cristian e ci siamo deliziati con un cocktail di gamberetti in salsa rossa barbecue. Abbiamo poi terminato la serata con una passeggiata lungo il mare guardando uno spettacolo di fontane musicali colorate e il mercatino nella piazza.

06/08/06 Percorsi 265 km Oggi abbiamo visitato il sito di Uxmal, lo abbiamo ribattezzato il sito degli iguana perché ne abbiamo visti una quantità smisurata! Dovunque andavamo e in ogni angolino spuntava la testolina di un piccolo iguana, alla fine ci sono diventati simpatici. Il sito è carino e molto vasto e anche qui si può ammirare un sacco di natura verdeggiante camminando nella vegetazione e salendo sulle piramidi per ammirare il fantastico paesaggio dall’alto. Dopo la visita a Uxmal ci siamo diretti a Merida, altra città coloniale, famosa per le sue amache, piena di vita e festaiola con un enorme mercato nella piazza e un mercatino ecosolidale dove ci hanno trascinato per fare acquisti ma noi non abbiamo comprato niente perché era tutto molto caro rispetto al Chapas… al mercatino della piazza però ho comprato il sombrero, era quasi d’obbligo no? Abbiamo soggiornato all’hotel 3 stelle Maya Yucatan della catena dei Best Western, dopo una trattativa degna del miglior egiziano siamo riusciti a farci fare lo stesso prezzo degli altri hotel un po’ più sfigati e due stelle dove prima avevamo chiesto disponibilità e prezzi..

Alla sera abbiamo cenato a Merida e poi a nanna.

07/08/06 Percorsi 277 km Oggi ci dirigiamo verso uno dei siti più famosi e turistici del Messico: il sito di Chichén-Itzà! Con la sua imponente e ben conservata piramide a gradoni alta 25 metri e sulla quale purtroppo da un po’ di anni non fanno più salire.. Su questa piramide in due determinati giorni dell’anno si verifica una illusione ottica dove il sole fa un gioco di luci e sembra che un serpente scenda letteralmente dalla piramide.. Infatti al fondo di ogni angolo c’è scolpita la testa del serpente sacro. Il sito è molto bello, anche questo è decisamente vasto e servono almeno tre ore per visitarlo tutto. Molto belle le raffigurazioni dei teschi e delle tartarughe su alcuni resti e fantastica la sala delle mille colonne che sono quasi tutte intatte e rendono molto l’idea di come era in passato questo sito. Ci ha colpito anche il sacro cenote: un vasto lago d’acqua torbida dove si dice venissero gettati i cadaveri degli uomini sacrificati per la divinità o per le sconfitte al gioco di pelota… Un po’ macabro come racconto… Infine altrettanto bello è il Caracol, ossia l’osservatorio astronomico a forma di conchiglia anch’esso ben conservato.

Finito il tour del sito ci siamo nuovamente premiati facendo una tappa al cenote di Ik-Kil, anche questo bellissimo con una fitta vegetazione, le radici degli alberi arrivano fino in acqua dove c’è anche una cascatina e una piattaforma dalla quale ci si può tuffare, un pochino troppo alta per i miei gusti e io ho evitato di provarci.. L’acqua è piacevolmente fresca e ci sono tanti piccoli pesci gatto tutti neri che ti nuotano vicino, un vero paradiso!! Dopo la pausa rilassante ci siamo diretti a Valladolid, simpatica cittadina coloniale dove abbiamo pranzato con un hamburger in un bar vicino alla piazza, in seguito abbiamo fatto un giretto nella città, abbiamo trovato sistemazione all’hotel S.Clemente. Alla sera abbiamo cenato in un ristorante con musica dal vivo sempre vicino alla piazza di Valladolid e un bravissimo ragazzo con la chitarra ci ha anche cantato qualche canzone di Arabe de Palo mentre noi abbiamo lottato per finire un gigantesco piatto di Queso fuso con chorizo, buono ma le porzioni vanno bene per due persone!! Alla sera nonostante piovesse siamo andati a vedere lo spettacolo di luci e suoni al sito di Chichèn-Itzà e nonostante fosse tutto in spagnolo abbiamo capito abbastanza e devo ammettere che al buio con quelle luci e il racconto della storia dei Maya è un’esperienza fantastica e da non perdere!! 08/08/06 Percorsi 277 km Al mattino dopo una colazione nello stesso locale dove avevamo cenato la sera prima siamo partiti alla volta di Playa del Carmen per terminare la nostra vacanza con quattro giorni di relax al Mar dei Caraibi! Il viaggio verso Playa è stato abbastanza scorrevole e senza intoppi, il problema è sorto al nostro arrivo.. Ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un acquazzone gigantesco, alla pari di un monsone.. In breve tempo le strade sono diventate fiumi (sempre perché in Messico non esistono i tombini!!), fermi ai semafori avevamo l’acqua che toccava la macchina da sotto e perfino un fulmine ha colpito una palma appiccando un piccolo incendio.. Robe da matti! Il tutto è durato almeno un’ora di abbondante pioggia da non vedere nemmeno fuori dal finestrino, dopo esserci un po’ persi e rifugiati in un parcheggio coperto siamo ripartiti e un po’ a fatica abbiamo trovato l’hotel che avevamo prenotato su Internet: il Riviera Caribe Maya e di corsa abbiamo cercato riparo in camera anche se mancava perfino la corrente per via dei fulmini! Dopo un bel po’ il temporale si è calmato e ha smesso di piovere, la nostra mezza idea di correre già in spiaggia è svanita ma abbiamo fatto lo stesso un bel giretto nella Quinta Avenida che è veramente bella e piena di ristorantini e negozi. Infatti lì abbiamo cenato con un fantastico piatto di fajitas de pollo.

09/08/06 Dopo una colazione al bar sulla Quinta – dove abbiamo notato che c’è una vasta percentuale di italiani che hanno cambiato vita e sono venuti in Messico ad aprire un locale o gestire gli hotel (e chi sta meglio di loro?) – siamo finalmente andati alla scoperta della vasta spiaggia di Playa del Carmen! Che dire, è meravigliosa, la sabbia è bianchissima e molto soffice, ci sono alcuni punti attrezzati con lettini e sdrai con tetto di palma ma per il resto è praticamente tutta libera ed è lunghissima, ideale per la nostra passione nel fare le lunghe passeggiate sul bagnasciuga.

Abbiamo trascorso così due giorni all’insegna del completo relax e delle nuotate intervallate da pranzi e cene nella bella Quinta Avenida. 10/08/06 Secondo giorno di relax a Playa del Carmen.

11/08/06 Oggi siamo partiti per un’escursione alla famosissima Isla Mujeres, ci siamo diretti verso Cancun, abbiamo notato che è una delle poche città molto trafficate che abbiamo trovato durante la vacanza, piena di palazzoni e strade molto larghe la differenza con le stradine e i paesaggi del Chapas è abissale! Ci siamo imbarcati al Porto Juarez dove con una piccola barchetta in un’ora di navigazione siamo arrivati sull’isola. Abbiamo subito approfittato di un pescatore che era lì ad aspettare i turisti per prenotare la gita in barca insieme a un gruppetto di persone che prevedeva tre tappe nel reef per fare snorkeling in mezzo ai pesci e pranzo nel villaggio di pescatori. L’escursione è stata bellissima, ci siamo fermati vicino ad un relitto e lì abbiamo fatto un bel percorso con maschera e boccaglio alla ricerca dei pesci e abbiamo avvistato un sacco di barracuda che se ne sono sempre stati tranquilli per i fatti loro e non erano affatto aggressivi come si potrebbe pensare.. In seguito siamo passati vicino a un delfinario ammirando i fortunati che erano nella vasca a giocare con i delfini e infine siamo attraccati alla riserva delle tartarughe, un bellissimo angolino di paradiso dove vengono protette e allevate le tartarughe dal momento della posa delle uova fino all’anno di età, è stato uno spettacolo bellissimo, ogni vasca conteneva tartarughe divise per razza e età, la famosa Caretta Caretta col suo guscio a quadretti c’era ovunque, tenerissime anche le tartarughe appena nate e tutte ammucchiate nell’acqua… Ci ha fatto molto piacere sapere che questi esserini che purtroppo rischiano di estinguersi sono protetti e che al raggiungimento dell’anno di età vengono liberati in natura ma poi tornano a deporre le uova dove sono nati.

Dopo le tartarughe abbiamo fatto la conoscenza di “Monica Lewinsky”: uno squalo nutrice di tre anni che era un po’ l’attrazione del posto perché abbiamo potuto entrare nella vasca e fare la foto con lo squaletto in braccio, fortunatamente è innocuo in quanto non ha i denti ed è molto docile.. Quindi è stata una esperienza unica prendere in braccio quel pescione mezzo addormentato! Per terminare la gita abbiamo pranzato con riso, verdure e pesce alla griglia cucinato dai pescatori insieme a tutti quelli delle barchette, è stata una bellissima esperienza e abbiamo fatto una gran scorpacciata di pesce buonissimo! Ritornati all’Isla Mujeres ci siamo rilassati in spiaggia e devo dire che è stato un sogno: l’acqua a differenza di Playa non è affatto profonda, rimane al massimo alle ginocchia, e la sabbia è di un bianco spettacolare che rende l’acqua cristallina, un vero paradiso circondato dalle palme che a malincuore abbiamo dovuto lasciare per ritornare all’hotel.

12/08/06 Oggi abbiamo provato una esperienza nuova: il parasailing! Con una moto d’acqua siamo andati al largo e siamo saliti su una barchetta dove ci hanno imbragati e legati insieme al paracadute, dopodiché la barca è partita e la forza del vento ci ha fatti salire in quota e ammirare il bel paesaggio dall’alto della lunghissima spiaggia di Playa. E’ stata una bella esperienza! In seguito non è mancato il meritato relax quotidiano in spiaggia e la cena messicana al ristorante “La Vagabunda” dove ci ha serviti un cameriere del Chapas al quale abbiamo raccontato la nostra avventura messicana e la nostra nostalgia dei paesaggi del Chapas.

13/08/06 Ultimi km percorsi in 4 giorni: 244 L’ultimo giorno di vacanza ci siamo alzati prestissimo per vedere l’alba sul mare dei Caraibi, molto suggestivo! Poi purtroppo abbiamo dovuto chiudere le valigie e lasciare l’albergo e fare un ultimo pranzetto a base di hamburger nella Quinta Avenida dove abbiamo ancora conosciuto un ragazzo che era lì in vacanza da solo e aveva già fatto un bellissimo giro del Messico anche in città più lontane che non abbiamo visto come Città del Messico e Acapulco.

Tornati all’aeroporto di Cancun abbiamo restituito la mitica Pointer che nonostante tutti i suoi acciacchi è stata una fedele compagna di avventura e infine ci siamo imbarcati per il lungo ritorno verso Malpensa.

Questa nostra vacanza è la dimostrazione che in Messico come in molti altri posti non è così complicato e pericoloso fare una vacanza fai da te, basta sapersi adattare un minimo e il risparmio è assicurato! Il Messico ci ha colpito piacevolmente, un paradiso selvaggio dove merita sicuramente ritornare!



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