Poker di Yemen

Dopo 10 gg nella verdissima regione del Kerala, in India, per accompagnare un piccolo gruppo di turisti a scoprire la bellezza della natura e la spiritualità dei templi induisti, ho deciso di farmi un viaggio nel viaggio e di tornare per la quarta volta in un anno nella città dei miei sogni: Sanàa. Ho lasciato gli hotel a 5 stelle, i massaggi...
Scritto da: sheeba
poker di yemen
Partenza il: 05/05/2008
Ritorno il: 13/05/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Dopo 10 gg nella verdissima regione del Kerala, in India, per accompagnare un piccolo gruppo di turisti a scoprire la bellezza della natura e la spiritualità dei templi induisti, ho deciso di farmi un viaggio nel viaggio e di tornare per la quarta volta in un anno nella città dei miei sogni: Sanàa.

Ho lasciato gli hotel a 5 stelle, i massaggi ayurvedici e il trolley da turista che è tornato in Italia senza di me e con uno zainetto con l’indispensabile palandrana nera con il velo e poco altro ho preso il volo per Sanàa via Dubai.

In aeroporto mi aspettava la mia solita guida, ormai compagno insostituibile del mio vagabondare nello splendido Paese dell’Arabia Felix.

L’idea in realtà era quella di tornare a Socotra ma a causa delle condizioni del tempo ormai prossime ai monsoni ho dovuto rinunciare a malincuore. A maggio inoltrato il caldo sull’isola è quasi insopportabile e il mare, spesso molto agitato, non permette di godersi la principale attrattiva: le spiagge bianche deserte ed incontaminate e il mare calmo e cristallino. Anche il trekking in questo periodo è sconsigliato perché le temperature raggiungono facilmente i 35/40 gradi. Il periodo migliore per visitare Socotra va da ottobre a fine aprile, solo i surfisti sfidano i forti venti monsonici che rendono l’isola quasi totalmente ostile ai turisti nei nostri mesi estivi. Forse questo è uno dei motivi che l’ha preservata dal turismo di massa e dalle colate di cemento che distruggerebbero la sua natura selvaggia, l’aspetto di maggior fascino di uno degli ultimi paradisi sulla terra. La vacanza a Socotra non è facile, richiede forte spirito di adattamento, tolleranza nei riguardi di un’organizzazione turistica che ha pochi anni di esperienza, rispetto della cultura e della tradizione islamica. Se state cercando una meta per sfuggire allo stress e alle frustrazioni della vostra vita quotidiana, se non siete in grado di godervi con il cuore aperto il fascino dell’isola e di accettare i disagi del dormire in tenda per poi accusare arbitrariamente, pesantemente, senza spirito di auto critica e senza possibilità di replica la guida locale come unica causa della vostra insoddisfazione, allora non andate a Socotra. O perlomeno evitate possibili discussioni mettendo bene in chiaro le vostre esigenze prima di partire, l’itinerario e quindi il prezzo del soggiorno dipendono da molti fattori. Il giro standard di una settimana prevede 6 pernottamenti in tenda e 1 in hotel, la jeep vi segue per l’intero itinerario e i pasti sono organizzati con la cucina da campo. Se preferite la comodità di un letto in hotel e un comodo tavolo del ristorante dovete accordarvi prima sul prezzo perché logicamente sarà diverso dal costo del campeggio. Inoltre se la jeep deve fare avanti e indietro ogni giorno per tornare ad Hadibu vi richiederà degli extra per la benzina. Quindi il mio consiglio, per evitare spiacevoli controversie di natura pecuniaria, creare attriti, rovinare a voi la vacanza e alle guide togliere il loro dovuto guadagno, è quello di concordare chiaramente il giro da fare e relativo prezzo. Se poi la guida vi risulterà particolarmente simpatica e utile potrete lasciare la mancia, altrimenti nisba! Funziona così in tutte le parti del mondo, rovinarvi la vacanza per una questione di soldi che già è il nostro principale problema di tutti i giorni è assolutamente da evitare! Quindi siate chiari fin dall’inizio sul tipo di itinerario. Se volete fare trekking a tutti i costi anche con 35/40 gradi scegliete il giro specifico per il trekking. Le passeggiate a piedi sono previste ma con buon senso, compatibilmente con le condizioni del tempo. E se vi capita l’occasione di poter nuotare con i delfini ed è stata proprio l’insistenza della guida ad offrirvela, merita un cenno di ringraziamento. Quando è capitato a me seppur solo con una coppia di delfini e non in mezzo a un intero branco ho riempito la maschera di lacrime… questa è la differenza fra chi si lascia trasportare dalla danza cosmica della Natura e si gode totalmente la sua bellezza e chi non riesce ad uscire dagli schemi e si trascina dietro le ansie e i pregiudizi della vita quotidiana incapace di lasciarsi andare all’emozione dell’avventura e dell’imprevisto.

Navigando qua e là ho trovato il bellissimo racconto di Arrigo, surfista che ha descritto il suo viaggio a Socotra durante il periodo dei monsoni quando ancora non c’erano le strade asfaltate. Voglio citare alcune righe che traducono perfettamente quale è stata la mia esperienza a Socotra che ho cercato di trasmettere nei miei racconti.

“…Potrei andare avanti ancora ad elencare tutti quegli aspetti contrastanti tra loro, che fanno di Socotra un porto franco, una terra di scontro ed incontro, di bello e brutto, una terra così particolare, un’isola così unica dove sei tu a rapportarti con essa e a mettere in discussione le tue interiorità dell’anima. Perdersi nella solitudine di un paesaggio o una spiaggia, col vento che non concede tregua e ti snerva, è facile cosi come ritrovarsi felici e in armonia subito dopo, davanti a un branco di delfini in prossimità della riva – questa è la magia di Socotra, la chiave di un viaggio che porta alla radice delle cose e di se stessi, all’essenzialità della vita nostra e degli altri. Sta a noi la scelta se entrarvi o rimanere sulla soglia come spettatori.” Torno al mio ultimo viaggio, scusate se ho divagato ma quando attacco a parlare di Socotra mi faccio prendere dalla passione… Rimandato quindi il terzo soggiorno a Socotra, non restava che decidere dove trascorrere 6 giorni all’insegna del risparmio. Durante il viaggio di Agosto avevo visto gran parte delle principali mete turistiche tranne il Marib e il nord del Paese ma affittare una macchina da sola sarebbe stato troppo dispendioso e ho preferito optare per qualche giorno di mare. Lo Yemen ha mille risorse! Dopo una giornata nella Old City of Sanàa a perdermi fra le affascinanti casettine merlettate e ad inebriarmi dei profumi delle spezie e del caffè yemenita, decidiamo di prendere il primo autobus in partenza per Aden per poi proseguire per la spiaggia più bella della costa yemenita: Birhali. Il viaggio è decisamente massacrante, 12 ore di bus in parte mitigate dagli effetti del qat che ho quasi imparato a masticare e che mi dato un po’ di tranquillità e pazienza per affrontare lo scomodo viaggio. Certo sarebbe stato meglio un bel volo Sanàa – Mukalla che porta a solo 100 km da Birhali e che consiglio vivamente a chi ha poco spirito di adattamento e non ha problemi di budget.

Arriviamo al posto di blocco di Birhali in piena notte e gli ufficiali della polizia ci accompagnano con la loro jeep al “resort” sulla spiaggia.

La sistemazione nel resort, che ha un nome che dimentico sempre di segnarmi ( è comunque l’unico) è molto spartana. Piccole capanne di paglia sulla spiaggia, si dorme sui materassi di gomma piuma, la corrente elettrica dei generatori quasi sempre spenta, i bagni sono essenziali ma puliti e provvisti di acqua calda per la doccia. Il gestore è molto simpatico, la cucina l’ho trovata ottima durante la mia prima visita ad agosto, non un gran che quest’ultima volta ma pare che il cuoco fosse in ferie… La spiaggia di Birhali ricorda molto le splendide spiagge di Socotra, il mare è calmo e limpido, la sabbia finissima e corallina e le sdraio in paglia con il tettuccio permettono di ronfare all’ombra senza il rischio di scottarsi e, volendo, di passare la notte in riva al mare cullati dal rumore delle onde.

Per gli amanti del movimento c’è una bellissima passeggiata panoramica sul monte che sovrasta la spiaggia. La vista che si gode da lassù è veramente spettacolare! La zona è vulcanica e il nero della roccia contrasta con il bianco abbagliante della sabbia dando l’impressione di essere di fronte a un paesaggio lunare. Se state attenti durante la salita vedrete delle iscrizioni rupestri in alfabeto antico risalente al periodo della Regina di Saba. Non so se siano davvero originali di migliaia di anni fa..Le guide del luogo sostengono di si.

Una parte del resort è stata adibita a museo, una piccola ma interessante collezione di pietre e cristalli della zona, utensili antichi, reperti archeologici, vestiti da sposa tipici e naturalmente armi da fuoco di diverse epoche. È piacevole da visitare e il ragazzo che se ne occupa merita la bakshish per l’orgoglio con cui mostra le antichità del suo paese.

Agli appassionati di snorkelling Birhali offre una serie di isole molto belle, circondate dalla barriera corallina che si possono visitare affittando una barca dai pescatori. Spesso si incontrano branchi di delfini. Portatevi il vs set da snorkelling perché non sono molto attrezzati.

Il vicino villaggio ha un piccolo e caratteristico mercato del pesce e a poca distanza con la jeep si raggiunge il cratere di un vulcano spento. Anche da lassù la vista è splendida soprattutto risalendo sopra al cratere. Il sentiero è un po’ difficoltoso a causa del terreno molto friabile quindi non andateci con le infradito. Se siete appassionati di cristalli sarete felici di trovare una gran quantità di olivina una roccia verde tipica delle zone vulcaniche e se credete nella cristalloterapia prendetene un pezzo e tenetelo con voi. Già nell’antico Egitto serviva per scacciare gli spiriti maligni, sviluppare la saggezza e promuovere l’amicizia e la disponibilità. Sarà per questo che qui sono tutti gentilissimi? Visto che il soggiorno a Birhali è stato davvero poco dispendioso abbiamo deciso di evitarci un altro massacrante percorso in pulman, goderci fino all’ultimo il sole e il mare e ritornare a Sanàa in aereo da Al Mukalla.

L’ultimo giorno l’ho dedicato a girovagare senza meta nella magica città vecchia che non finirà mai di stupirmi e di lasciarmi senza fiato per la sua bellezza così fuori dal tempo.

E così anche il mio quarto soggiorno nell’affascinante Yemen è giunto al termine, anche questa volta ho trovato il caldo abbraccio e la simpatia della popolazione yemenita, mi sono emozionata alla vista del tramonto sulla città vecchia dall’alto della terrazza dell’hotel, mi sono goduta paesaggi e bellezze naturali unici al mondo. Tutto in un’atmosfera da fiaba che credo sia la vera magia che mi ha fatto innamorare di questo antico Paese.

Se sono riuscita a trasmettervi l’entusiasmo e le emozioni che ogni volta lo Yemen mi regala contattatemi pure per i dettagli più tecnici.

Saluto tutti coloro che mi hanno scritto per avere consigli e al loro ritorno hanno condiviso con me le sensazioni e l’esperienza fuori dal tempo che Sanàa e Socotra regalano ai veri viaggiatori.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche