Nord dell’Egitto fai da te
E’ anche avvenuta la prima rivolta dei cosiddetti “prigionieri di Alcatraz”, così è stato ribattezzato il villaggio visto che non ci danno l’opportunità di uscire, di visitare qualunque cosa, di fare nulla al di fuori del villaggio, se non con loro! Dopo tanti diverbi e chiarimenti, finalmente, grazie a zia Anna, forse abbiamo raggiunto un compromesso e domani dovremmo andare ad Alessandria d’Egitto per i fatti nostri! 23. 11. 2006 Alessandria d’Egitto (EGITTO) Dopo tanti casini, siamo riusciti ad ottenere dal general manager del villaggio un pulmino con tanto di autista e body-guard per visitare Alessandria d’Egitto! Questa città, in passato, porto molto importante è stata resa celebre per il famosissimo “faro”, annoverato tra le sette meraviglie del mondo, ma che ora non esiste più! Fondata da Alessandro Magno, Alessandria è la seconda più significativa e popolosa dell’intero Egitto dopo la capitale El Cairo e conta ben sei milioni di abitanti! Pur essendo stata fondamentale nell’antichità, oggi, sembra non essere valorizzata più di tanto, infatti, oltre un misero gruppetto di turisti indo-canadesi che, essendo in crociera nel Mediterraneo, avevo deciso di fare un salto qui, non abbiamo incontrato altri turisti! Nemmeno venditori ambulanti di cartoline o di souvenirs, tranne uno di orologi falsi, che addirittura voleva vendermi un rolex taroccato al prezzo di 5 euro…
Nonostante questa sia la seconda volta che visito l’Egitto, posso affermare che per la prima volta volta mi son davvero sentito “dentro” ad una città egiziana! Lontano da ogni rotta turistica e immerso completamente nella loro vita di tutti i giorni! Circondato da tantissime ragazze “addobbate” del cosiddetto “hegheb” (il velo) che ci guardavano incuriosite, alcune più temerarie abbozzavano addirittura un sorriso o un: “Hello! How are you?” e scappavano via, mentre in sottofondo, dal minareto si sentivano le lamentose preghiere dei musulmani, quasi come un lavaggio del cervello, ogni 4 ore se ho capito bene, tutta la città era invasa da quelle “litanie”… La religione! Proprio quella religione così estremista ed intollerabile che uccide i suoi adepti facendoli immolare col miraggio di “promesse” che chissà se poi manterrà veramente…
Come son strani questi arabi, alle donne le considerano meno di niente, anche il nostro autista e il body-guard per ogni cosa si rivolgevano a me o a Jerry, le tre donne che erano con noi (mia zia, Claudia e Virgy) erano completamente invisibili ai loro occhi! Non esistevano! Ma io leggevo nei profondi sguardi dagli occhi scuri che incontravo lungo il mio cammino un desiderio di fuga, di evasione, di buttare via quel dannato velo e mostrarsi, com’e nella natura vanitosa delle donne.
Tornando al nostr0 “tour”, abbiamo visitato la residenza estiva della famiglia reale, ora del Presidente Mubarak, un palazzo immerso nel verde ma nulla di che! Poi la moderna struttura che ospita la celebre Biblioteca di Alessandria ma che ora è diventato una specie di museo di arte moderna. Proprio lì siamo stati circondati da decine e decine di studentesse dai loro veli multicolori che, incuriosite da noi, s’avvicinavano e paradossalmente chiedevano di essere fotografate a loro volta! E’ stato molto strano, non me lo sarei mai aspettato, pensavo che fossero schive sotto in questo caso, invece mi sbagliavo! Chissà, forse le generazioni future saranno diverse, più emancipate. Lo spero per loro! [Nick]: Ho ripreso con la videocamera, una ragazza egiziana che mi ha colpito, davvero carina col suo hagheb rosso… Mi son fatto mandare un bacio mentre la filmavo e dopo un pò s’è presentata con alcune amiche ed una macchina fotografica in mano perchè voleva farsi fotografare con me! Me li aspettavo più chiusi…
Mi sbagliavo pure quando pensavo che nel mondo arabo non esistessero i McDonalds, e invece, eccotelo lì! Coinvolgo tutto il gruppetto e contro ogni aspettativa mangio il miglior McChicken Menu mai assaggiato! Mi colpisce positivamente sia la pulizia che la cortesia delle commesse, rigorosamente col velo! Ma cambiamo decisamente argomento, come direbbe qualche giornalista, oggi, 23 novembre, è un giorno molto importante per la mia vita militare perchè giusto un anno fa, in data odierna, feci l’esame finale per il concorso per sottotenente e trovarmi nel Sacrario Militare di El Alamein è una coincidenza troppo particolare, proprio io che, in quanto vice capo corso, ci sarei dovuto andare come tradizione, durante il secondo anno d’accademia (ma proprio quell’anno fu annullato!) Ma eccomi qui lo stesso! Il Sacrario ti avvolge completamente, nel silenzioso deserto egiziano è commovente vedere sventolare la nostra bandiera accanto a quella egiziana, e sembra che il vento “intoni il silenzio”.
Mi viene in mente quella storia di eroi che con tanta passione studiai o il film che con tanto fervore colpì il mio cuore. Ho stampata ancora davanti agli occhi la frase del Generale delle truppe tedesche: Rommel che affermò: “Il soldato tedesco ha stupito il mondo. Il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco”. Questa e tante altre frasi lette in quel posto hanno riempito il mio cuore di orgoglio e commozione e mi hanno fatto sentire ancora di più fiero di essere un soldato italiano! W l’Italia. [Nick]: Che emozione! Ne valeva la pena venire fin qui… Sono posti che fanno riflettere… Il coraggio… L’onore… Il sacrificio ma soprattutto l’amor patrio che ultimamente non sembra rientri nell’animo degli italiani o quanto meno di buona parte purtroppo… 24. 11. 2006 El Cairo (EGITTO) Sveglia alle 5 di mattina per la partenza per la capitale! La città più popolosa dell’Africa con i suoi 18 milioni di abitanti! Un agglomerato di palazzoni immenso, con uno stile tutto suo, lontano da quello proprio dei comunisti visto in tanti paesi del sud est Europa. Palazzoni grigi, abbandonati a sè stessi, come tanti alveari su alveari, brutti, maestosi, enormi, sporchi che ti incuriosivano e facevano viaggiare la tua immaginazione, chissà come vivevano lì dentro, cosa facevano, cercavo di immaginare quale sarebbe potuta essere la loro giornata tipo, cosa facevano quando la mattina si svegliavano, cosa pensavano… Mi incuriosiva tantissimo, cercavo di capirlo attraverso i loro sguardi, ma troppo misteriosi per me… E intanto il nostro bus turistico procedeva e penetrava in quelle vie dove a stento riuscivi a vedere il cielo perchè quei palazzoni ti strozzavano, ti osservavano, ti seguivano con lo sguardo e controllavano… C’erano migliaia di finestre, chissà se c’era qualcuno dietro di esse che davvero ci scrutava… Nella foschia della capitale egiziana, in lontananza si intravedevano le sagome delle tanto sospirate Piramidi! L’ultima delle sette meraviglie del mondo ancora esistenti. Me le aspettavo leggermente più grandi, più maestose… Finalmente le tombe di Cheope, Chefren e Micerino erano davanti a me, e pensavo alla loro storia, a tutto ciò che c’e’ dietro, al fatto che da centinaia e centinaia di anni erano lì tranquille, chissà quanti milioni di persone le hanno ammirate, dagli antichi egizi, ai romani, ai bizantini, agli arabi, agli inglesi, ai contemporanei e chissà quanti milioni ancora… Noi moriremo, i nostri figli, nipoti, pronipoti moriranno, ma loro saranno sempre lì a testimoniare che un tempo, molto lontano da noi, è vissuto un’ importante popolo, “non dimenticatelo!” Ecco la Sfinge, come una vecchia leonessa guerriera, che accucciata dopo tante battaglie si riposa… Mi son un pò rispecchiato nella maestosa felina, anche io, in fondo, mi sento un pò così: “un guerriero che, dopo aver rivoltato mezzo mondo, ora riposa!” Lasciate le Piramidi andiamo a pranzare su un battello super-turistico, 5 stelle, molto elegante e mangiamo navigando sul Nilo, più avvincente a raccontarlo che a provarlo veramente! Subito dopo si riparte per la visita al Museo Egizio. Il più grande del mondo! Magari per un appassionato di storia egizia sarebbe stato meraviglioso, ma non per noi, con una guida che faceva pena come la nostra, non l’ho apprezzato tanto e manco capito molto, una confusione tra 19° dinastia, 24° dinastia, Alto Egitto, Periodo Medio…L’unica cosa che ricordo è che il pugno chiuso del faraone indicava desiderio di guerra o la forza; la mano aperta invece rappresentava la pace. Ogni simbolo rappresentava qualcosa ed aveva un suo specifico e ben preciso significato! La cosa che più mi ha colpito in tutto ciò è stato il tesoro d Tutankhamon, non per il mero tesoro quanto per il fatto che è stato ritrovato quasi intatto dopo centinaia e centinaia di anni. Che impressione vedere le foto di questo importantissimo ritrovamento ad opera dell’inglese Carter.
Nemmeno le mummie e i sarcofaghi mi hanno sbalordito più di tanto,sicuramente perchè è mancata una vera guida che ci fornisse una spiegazione adeguata e non un’opportunista come Ahmad (o Joe, come si fa chiamare lui) che s’impegnava più a portarci in negozi di souvenirs dove aveva le percentuali sulle vendite che farci appassionare alla storia del suo Paese con le sue spiegazioni… Un pò come successe a Nick fuori alla Biblioteca di Alessandria, nel piazzale del Museo Egizio, come un divo del cinema, son stato circondato da tante ragazze col velo che volevano farsi fotografare con me e mi hanno pure emesso in imbarazzo quando, in posa per la foto, mi abbracciavano… Lo sento, le generazioni future saranno diverse… 25. 11. 2006 El Alamein (EGITTO) Non voglio fare da “villaggio vacanze” anche se qui è difficilissimo allontanarsi dallo stesso, visto che, con la scusa degli integralisti islamici ci tengono segregati qui dentro… Mi sembra di star perdendo tempo qui dentro! Qui fuori ci son così tante cose da scoprire, visitare, esplorare e ammirare, tante nuove avventure da vivere… 26. 11. 2006 Marsa Matrhou (EGITTO) “I did it! I did it!” gridava il mio amico fraterno lettone Krists, quando nell’ormai lontano dicembre 1999 scalammo il Monte Tifata, e ciò che echeggia nella mia testa ora, quando nonostante i divieti impostici dai responsabili del villaggio di uscire fuori, son scappato via e con me altre quattro persone! Nick è rimasto a dormire…
Come da piano di fuga, alle 8.30, armati di zaino e macchina fotografica, ma soprattutto di tanto spirito d’avventura, dopo circa tre chilometri di cammino attraverso villaggetti poverissimi e greggi di pecore coi pastorelli giungiamo alla cosiddetta “highway”! Un pò ero teso perchè da una parte non sapevo fino a che punto le paranoie e le preoccupazioni del “nostro” tour operator erano veritiere e poi perchè, in un certo senso, mi sentivo un pò responsabile per tutto il gruppo.
Avevo stilato un bel programmino perle visite dopo aver consultato persone che c’erano già state.
Appena arriviamo al bordo di questa lunghissima strada attiriamo l’attenzione un pò di tutti coloro che sfrecciano con i loro pick up o auto. E’ strano vedere cinque occidentali in un posto come quello, in genere ci sono loro che, seduti su grandi pietre, attendo l’arrivo del bus (fermate non esistono) basta farsi notare…! Dopo un pò una macchina con quattro egiziani si ferma a chiedere curiosamente cosa facessimo lì e 10 minuti dopo avevamo già trovato un auto con tanto di autista a nostra disposizione. Peccato solo che nessuno parlava inglese. Altri 10 minuti e la nostra auto improvvisamente si ferma, ci affianca un’altra auto e i due autisti, in mezzo alla strada, cominciano a discutere… Parlano con noi, in arabo, naturalmente, e un pò come i colonizzatori in America con gli Indiani, cerco di comunicare a gesti… Arduo! Idea geniale, chiamano un loro amico che parlava bene inglese e col cellulare faceva da interprete! Il problema era che un pò più avanti c’era un posto di blocco della polizia e in 6 in un auto non potevamo andare, dovevamo dividerci in due macchine… Detto fatto,comincia il nostro tour! Un’ora e mezzo dopo arriviamo nell’incantevole spiaggia di Agiba. Sono senza parole! Un fazzolettino di spiaggia finissima bianca circondata da una montagna di rocce e bagnata da un mare così bello, così azzurro e trasparente che sembrava finto! Proprio quando stiamo per ripartire, i nostri autisti s’inginocchiano e cominciano a pregare…Rivolti verso La Mecca, ma, domanda Marzulliana: “Come fanno i musulmani a sapere sempre verso quale direzione prostrarsi?” Continuiamo alla volta della spiaggia di Cleopatra, una deliziosa spiaggetta di sabbia fine ed adorna di tante rocce dalle forme più disparate che rendevano ancora più caratteristico il luogo.
Finalmente visitiamo la città di Marsa Matrhou. Ci fermiamo in un mercatino di frutta. Che teneri gli asinelli che ragliavano carichi di verza, carote o arance. Uno scorcio di Italia anni ’40 forse. Persino le donne “fantasma” ci lanciavano furtive occhiate curiose… Chissà che pensavano delle tre donne occidentali che passeggiavano in pantaloncini corti, canottiere colorate e infradito, loro che avevano solo gli occhi alla luce del sole… Pranziamo mangiando il classico pane arabo appena sfornato… Ma la cosa curiosa è che c’erano due file: una per gli uomini e una per le donne, vi rendete conto? Anche per comprare il pane…
In un negozietto s’è verificata di nuovo la scena del Museo di El Cairo con le ragazze del luogo e quando mia zia mi ha scattato una foto con loro con la macchina fotografica digitale, dopo avergliela mostrata continuavano a chiedermi timidamente: “Mi dai la foto?” 27. 11. 2006 El Alamein (EGITTO) Oggi con un gruppetto di sovversivi “anti-Alcatraz” abbiamo organizzato una spedizione, una sorta di “Fuga per la vittoria”, fino al primo villaggio di pastorelli nomadi… Alla fine solo in tre siamo rimasti ma è stato stupendo. Tutti questi zingarelli che si avvicinavano incuriositi, ci osservavano attentamente, a gesti ci hanno presentato il capo del villaggio e le sue mogli. Alcune anziane avevano la fronte e il naso tatuato, chissà che significato aveva… Erano nomadi libici; al ritorno ci hanno dato un passaggio con il loro carretto trainato da un asinello. Non poteva finire meglio quest’ennesima avventura in terra egiziana! se vuoi visita il mi osito www.Born2travel.It