La digue in lungo e in largo
Arrivati all’aeroporto di Doha, giriamo un po’ per duty-free facendo passare il tempo. Dovremo, infatti, aspettare ben sei ore prima di poter prendere nuovamente l’aereo con destinazione Mahé. Nel frattempo navighiamo su internet gratuitamente e rimaniamo colpiti da quegl’arabi, probabilmente sceicchi o perlomeno ricchi che come nei film girano con i loro tipici vestiti a mo di saio, bianchissimi e lunghi fino ai piedi, con in testa i loro bellissimi fazzoletti rossi o neri che si contrappongono alle loro mogli totalmente coperte dalla testa ai piedi con il burca dal quale sbucano solo gli occhi. Finalmente alle 24:00 ora locale ci imbarchiamo per Mahé dove arriveremo alle 06:00 della mattina del giorno 18. Sfiniti e distrutti dalle ore di volo in cui non abbiamo chiuso occhio, finalmente sbarchiamo a Mahé dove troviamo ad accoglierci un caldo allucinante ed un clima talmente umido che ci spaventa un po’. Ritirati i nostri bagagli, con un taxi ci facciamo portare al porto dove partono i traghetti per Praslin e Mahé per 20 €.
Il taxista prima di salutarci ci ha chiesto se ci occorrevano delle rupie, la loro moneta, e quindi se volevamo cambiare e noi ovviamente gli abbiamo detto di sì e il suo cambio ce l’ha fatto a 1€ = 15 rupie quando invece quello ufficiale alla banca è di 12 rupie, ma c’è anche gente che lo fa a 17.
L’unica cosa è non cambiare troppi soldi perché poi se ti restano e non hai lo scontrino della banca non te li scambiano. Per raggiungere l’isola di La Digue le opzioni sono diverse: prendere una nave cargo che in tre ore raggiunge LaDigue per circa 15€ (La bella seraphina), molto economico ma piuttosto lungo; prendere il Cat Cocos, un catamarano gigante che per 40 € conduce a Praslin e da cui bisogna prendere un’altra imbarcazione più piccola per 12 € a testa, oppure esiste un nuovo servizio chiamato Praslin Express che per 40€ a testa ti porta prima a Praslin e senza smontare dalla nave parte per La Digue. Il tutto in circa un’ora e quaranta minuti. Noi abbiamo optato per il Praslin Express, consigliatoci dal taxista, nonostante avessimo da casa confermato due posti sul Cat Cocos, ovviamente senza pagare.
Il viaggio per La Digue non è rose e fiori per me e per Francesca, in quanto il mare è parecchio mosso e il dondolio della barca si fa sentire parecchio. Ci sdraiamo sui seggiolini e a pancia in su aspettiamo di arrivare a destinazione. Riusciamo addirittura ad addormentarci e ci svegliano quando ormai siamo arrivati al porto di La Passe, l’unico paese su tutta La Digue. Appena sbarchiamo rimaniamo stupefatti della bellezza di questo posto, dal colore dell’acqua, dalla gente che ti saluta e ti accoglie come se andassi a casa loro. Al porto ci viene in contro un amico di madame Bibi, la proprietaria del Vanilla Guest House dove alloggeremo per i prossimi dieci giorni, che ci conduce alla guest house ( 70 € la camera con breakfast al giorno)Per prenotare non ha mail ma occorre telefonare al numero 00248587715 oppure 00248234289 lei parla sia inglese che francese. Facciamo circa 5 minuti a piedi dal porto e siamo già arrivati. L’accoglienza è delle migliori. Madame Bibi ci saluta e notando le nostre facce stravolte dal viaggio e dal caldo ci offre gentilmente due bicchieri di aranciata che come assetati finiamo immediatamente, il letto e il bagno sono adornati di fiori freschi rosso corallo, il classico fiore delle Seychelles che lo si trova un po’ ovunque. La camera è spaziosa con un letto matrimoniale e uno a castello, un armadio essenziale, comodini a lato letto e un bagno pulito e spazioso. Davanti alla porta della camera una veranda tutta nostra e un cucinotto completo di tutti gli accessori del caso che nei giorni futuri useremo per cucinarci noi una qualche cenetta all’italiana. Dopo esserci ripresi con una doccia fredda rigenerante incominciamo a prendere possesso dell’ambiente nuovo in cui ci siamo catapultati. Con curiosità cominciamo ad esplorare il Vanilla Guest House che si presenta veramente un posto accogliente e ospitale, molto colorato, pieno di verde e fiori tutt’attorno, con una cucina enorme e ben accessoriata che ogni cliente può usare in qualsiasi momento per cucinarsi qualcosa o farsi un caffè e soprattutto di una pulizia mai vista, si pensi solo che ogni giorno ci puliva bagno e camera e ogni tre ci cambiava lenzuola, asciugamani e perfino la tenda del bagno!!! In tutti i nostri viaggi “fai da te” non ci è mai capitato in nessuna Guest house una pulizia tale!!!. Siamo proprio contenti di alloggiare qui. Subito dopo ci incamminiamo verso il centro, che in realtà è il porto, per cercare un posto dove mangiare qualcosa. Ci fermiamo da Tarosa dove per 14€ in due pranziamo con dell’ottimo pesce. Dopo un sonnellino post pranzo di circa un’oretta, andiamo alla ricerca della nostra prima spiaggia alle Seychelles ma, essendo già le 15:30 ed essendoci già l’alta marea, della sabbia se ne trova poca.
Dopo vari tentativi troviamo un posto dove metterci e posati i parei a terra, ci tuffiamo in mare. Rimaniamo in spiaggia fino al tramonto a rilassarci delle fatiche del viaggio. La cena questa sera la faremo in guest house. Dicendo prima infatti a madame Bibi che si intende cenare in casa, si viene serviti e riveriti da una cuoca che cucina solamente per te. Questa sera ceniamo con riso, pesce e crèpe per la modica cifra di 10 € a testa. Con questa cena conosciamo la cucina creola e impariamo immediatamente che non fa per noi. Il cibo è buonissimo ma le salse che la cucina creola prevede è saporitissima, molto piccante e speziata che toglie i sapori al cibo stesso. Nei giorni a venire faremo tesoro di quest’esperienza. Subito dopo cena ci rintaniamo a letto per un giusto riposo.
19_05_2008 LA DIGUE – GRAND ANSE – PETIT ANSE Stamattina sveglia alle 08:30 e colazione fatta da Roland, il ragazzo addetto alle colazioni e a volte alla cena. Pane, burro, marmellata, succo di frutta, caffè, thè, frutta e chi più ne ha più ne metta è quello che si presenterà ai nostri occhi ogni mattina al risveglio. Per la prima volta mangiamo la papaia e il frutto della passione che assomiglia molto ad un limone ma meno brusco e più dolce.
Finito di mangiare inforchiamo le biciclette che l’amico di madame Bibi ci ha fatto trovare davanti alla camera ( contrattati il giorno prima 5€ a testa al giorno per tre giornate) e cominciamo a muoverci liberamente sull’isola alla scoperta. Non essendoci macchine si è super tranquilli nel muoversi. L’unica cosa che impariamo immediatamente è che qui ci si muove sulla sinistra, come in Inghilterra, altrimenti ti vengono addosso. Persone, bici, buoi, cani, tutti si muovono sulla destra. Girovagando qua e là, su e giù per strade più o meno ripide decidiamo di fermarci a Grande Anse. Messe giù le bici ci dirigiamo in spiaggia e rimaniamo sbalorditi. Sabbia bianca, acqua cristallina e un mare da paura. Unico inconveniente sono le onde che su questo lato dell’isola (est) impediscono la balneazione o meglio non è possibile fare snorkeling ma in compenso ci si diverte una sacco. Stesi i parei ( si asciugano prima che gli asciugamani e tengono meno spazio in valigia) ci tuffiamo in acqua a giocare con le onde che hanno veramente una forza pazzesca e a volte fatichi veramente a stare in piedi. La spiaggia è enorme e bellissima, con pochissima gente e nessuno che ti opportuna offrendoti cianfrusaglie, massaggi, piuttosto che droga o sesso. Si sta da Dio.
Passiamo quasi tutta la mattinata a Grande Anse dove volendo c’è un piccolo ristorante sulla spiaggia con cibo e bevande. Il pomeriggio andiamo nella spiaggia vicina, petit anse, dove per raggiungerla è necessario seguire un piccolo sentiero parallelo alla spiaggia. Durante il percorso è necessario fare una piccola scalata sulle rocce ma poi quando si arriva si è felici di aver sofferto un attimo, in quanto questa seconda spiaggia è ancor più bella della prima. Ancora meno gente, praticamente solo noi, e uno scenario da favola. Purtroppo verso le 16 la marea si mangia gran parte della spiaggia e a noi non resta altro che tornare indietro lungo il percorso e fermarci al bar sulla spiaggia per farci un fruit shake rigeneratore. Alle 17:00 partiamo per tornare verso casa felici e soddisfatti della giornata di mare. Per la cena stasera usciamo e andiamo da Chez Marston. Io prendo un’insalata di polipo al cocco e Francesca un piatto di frutti di mare, quello che noi in Italia chiamiamo antipasto di mare. Purtroppo capiamo subito che la calma è fondamentale anche per cenare ma la nostra fame non vuole attendere e ci fa penare un po’. Poi quando arrivano le pietanze, ogni nostro sogno si infrange contro la cucina creola. Il mio polipo è annegato in una salsa creola speziatissima e piccantissima che elimina ogni qual minimo sapore di pesce e di cocco al mio piatto. Si salva il riso che è praticamente il loro pane. Il piatto di Francesca invece, è costituito da 90% insalata e carote e il resto dai frutti di mare che sono talmente piccoli e duri da sembrare di gomma. Alla fine, delusi e ancora affamati ci buttiamo su un hamburger + patine fritte in due e torta di cocco puro, buona ma forse un pochino troppo densa per i nostri gusti. In conclusione andiamo a casa non troppo soddisfatti della cena, depennando certamente Chez Marston per le cene delle future sere. ( spesa cena : 25€ in due) Questa sera proviamo l’ebbrezza di girare senza luci per strada. All’inizio non ci si vede nulla, specialmente le persone a piedi o le altre biciclette che girano senza luci. Per fortuna ci siamo portati dall’Italia due torce tascabili, indispensabili per girare di sera.
20_05_2008 LA DIGUE – ANSE LA SOURCE A’ JEAN Sveglia alle 08:30 e colazione preparataci da Roland. Stamani decidiamo di vedere la famosa anse La Source à Jean. Prese le nostre bici, acqua e qualche snack comprato la sera prima in uno dei mille market che ci sono lungo le strade, ci avviamo verso la riserva. Per accedere alla spiaggia è infatti necessario entrare in una riserva pagando 4€ a testa (anche qua accettano solo gli euro). Dentro la riserva si gira in bicicletta ed è possibile visitare tanti angoli di questa, caratterizzati ogn’uno da qualcosa di particolare. E’ possibile, infatti, vedere il vecchio cimitero di La Digue, la coltivazione di vaniglia e ancora le famose tartarughe giganti delle Seychelles. Queste, in particolare, ci fanno un brutto effetto. Non tanto per il loro aspetto ma per la condizione in cui si trovano. Chiuse dentro un ampio recinto in muratura, vengono tenute in cattività, senza erba naturale, tutte vicine le une alle altre. Noi ci aspettavamo di vederle libere dentro al parco. Invece questa loro condizione, voluta sia per un fattore di sicurezza loro, sia per cause puramente turistiche, sia per mantenere intatti i fiori e le numerose piante che con cura vengono coltivate ed abbelliscono il parco, ci rattristisce un poco. Passato il momento tartaruga ci dirigiamo verso la spiaggia. Qui è presente un ristorante dove poter rifocillarsi e prendere da bere. Vista la presenza più insistente di gente che dalle altre isole fa escursioni verso La Digue appositamente per Anse la Source à Jean, decidiamo di non fermarci subito e di proseguire verso lo stradello che scorre parallelo alla spiaggia. Nel tentativo di trovare un posticino tranquillo sentiamo scappare una qualche goccia e quindi siamo costretti a fare una breve sosta sotto un albero per ripararci dalla pioggia improvvisa. Fortunatamente tutto si risolve in breve tempo e ritorna fuori il sole. Trovata una spiaggetta tranquilla e senza tante persone, stendiamo i teli e incominciamo a guardarci attorno meravigliati. Sembra proprio di stare dentro ad una pubblicità. Lo scenario è da mozzafiato. L’acqua azzurrissima e calmissima crea proprio delle piscinette naturali dove rilassarsi a prendere il sole. L’unico inconveniente è la spiaggia che non è pulitissima, o meglio ci sono macchie di alghe qua e la e anche dentro all’acqua ci sono parti di fondale roccioso su cui crescono le alghe e che quindi richiedono delle scarpette anti granchio per poterci camminare sopra senza farsi male. Per il resto però lo spettacolo è assicurato. Rimaniamo qui quasi tutto il giorno spostandoci da una spiaggetta all’altra, tra un bagnetto qua e la, crogiolati al sole caldo. Verso le 17:00 torniamo verso casa anche perché la marea mangia tutta la spiaggia e ne restano veramente pochissime stiscette su cui non si riesce nemmeno a stendere il telo. Nel tornare ci fermiamo al supermercato Gregoire’s, il più grande e fornito di tutta l’isola, dove prendiamo acqua, la pasta Barilla come quella italiana, del sugo al pomodoro e del tonno. Domani infatti, mangeremo in casa e Francesca cucinerà un’ottima pasta con il tonno. Il market è rifornitissimo e non troppo caro e soprattutto accettano anche le rupie. Ci vendono di tutto e si trovano un sacco di prodotti italiani, dai frigoriferi, ai fornelli, alle biciclette. Stasera invece mangiamo il pesce alla griglia cucinato per noi dalla cuoca della guest house avvertita alla mattina. Come al solito 10 € a testa per pesce alla griglia, carote, patate, riso e crèpe con la marmellata per dessert. Fatta la spesa torniamo al nostro Vanilla Guest house pregustandoci già la nostra cenetta. Dopo cena, visto che l’isola offre poco, ci divertiamo con una partita a carte fino a che la sonno non prende il sopravvento .
21_05_2008 LA DIGUE – ANSE PATATE – ANSE GROSSE ROCHE – ANSE BANANE Sveglia alle 08:30 e come al solito abbondante colazione preparataci da Roland questa volta aggiungendo oltre che alla papaia e al frutto della passione anche le mini banane buonissime. Stamattina non siamo soli per il breakfast. A noi si è aggiunta una coppia di tedeschi e approfittiamo per fare un po’ di amicizia. Dopo colazione prendiamo le nostre mountain bike e stavolta ci dirigiamo verso nord, muniti di pinne e maschera speranzosi di fare un po’ di snorkeling. Dopo circa dieci minuti decidiamo di fermarci in una spiaggetta proprio sotto al Patatran village. Per accedervi passiamo tranquillamente dentro il giardino del Patatran. La spiaggia è piccola ma stupenda, con i famosi massi granitici. Lo snorkeling non è cosi facile da fare. Infatti il mare è abbastanza mosso e non è facile entrare visto le rocce del fondale. Decidiamo che oggi prenderemo solamente il sole e faremo il bagno. Dopo circa due orette, decidiamo di spostarci verso nord. Proseguendo lungo l’unica strada metà asfaltata metà no, ci fermiamo a Anse Grosse Roche, bellissima, lunghissima e assolutamente deserta. Qui il mare ci permette di accedere anche se un po’ a fatica alla barriera corallina e finalmente iniziamo ad esplorare il mondo marino di La Digue; non entusiasmante e colorato come in Mar Rosso ma tanti bei pesci e poca barriera colorata, è pressoché quasi tutta morta, ma 20 minuti ad ammirare i pesci li abbiamo passati volentieri. Il difetto di oggi sono gli insetti che ci punzecchiano sulle gambe. In particolar modo si presentano verso sera e sono di tre specie: ci sono dei mosconi che pizzicano ma almeno li vedi se ti si appoggiano addosso; ci sono delle piccole mosche o zanzare di color verde e infine ci sono dei piccolissimi insetti neri e bianchi che a tua insaputa ti si appoggiano addosso e se ti va male ti punzecchiano. Te ne accorgi solamente quanto senti il prurito alle gambe, ma ormai è già fatta. A causa di queste simpatiche bestioline, che abbiamo trovato in particolar modo nelle spiagge nel nord dell’isola, a fine vacanza avremo le gambe e le braccia che paiono uscite dal morbillo, piene di punture che per giorni ci faranno prurito a intermittenza. L’uso dell’Autan è sembrato inefficacie. Verso le 16:00 prendiamo le bici e decidiamo di fare un giro proseguendo lungo la strada per vedere dove finisce. Ormai è tardi per fermarci in un’altra spiaggia ma dalla strada vediamo Anse Banane, bellissima come le altre e Anse Fourmis. Poi la strada si interrompe e diventa impervio il proseguire anche a piedi. Tornati a casa, ceniamo in casa con la pasta al tonno comprata ieri e sembra di essere a casa nostra. Finito di cenare ci rilassiamo un poco guardando le stelle e andiamo a letto in attesa del nuovo giorno.
22_05_2008 LA DIGUE – ANSE COCOS – GRAND ANSE Oggi Francesca vuole tornare a Grand Anse e proseguire fino a Anse Cocos. Fatta colazione ci dirigiamo verso Grand Anse fermandoci lungo la strada per comprare della frutta che sarà il nostro pranzo. Solamente a Grand Anse, infatti, c’è un ristorante e se si vuole andare a Anse Cocos, che dista circa mezz’ora di camminata da grande anse è necessario prendersi su del cibo. Messe giù le biciclette ci inoltriamo lungo il percorso che ci porterà a Anse Cocos. Andiamo dentro e fuori dalla foresta, su e giù per rocce ma alla fine riusciamo ad arrivare, stanchi ma appagati da quello che troviamo. Se Petit Anse era bella, Anse Cocos lo è ancor di più. Pochissima gente, qualche nudista nascosto tra le rocce in lontananza e un mare ed una spiaggia bianchissima e bellissima. Sembra di stare su del borotalco dal gran che è fine la sabbia. La spiaggia è molto pulita e lunga. Il mare è come nelle spiagge precedenti, mosso con onde alte ma il bagno lo si riesce a fare. Qui ci rilassiamo dolcemente fin verso le 15:00, quando decidiamo di ritornare sui nostri passi e ritornare a grande anse. Dopo un’altra mezzora di fatica arriviamo dove avevamo lasciato le biciclette e decidiamo di riposarci un’altra mezz’oretta in spiaggia. Il ritorno verso casa è più faticoso che all’andata a causa delle fatiche della giornata. Stasera barracuda e pesci vari alla piastra, patate, carote e riso a volontà. Il tutto come al solito per 10€ a testa. A fine cena parliamo un po’ con Roland e scopriamo che lui ha una ragazza in Italia, a Milano che fa la dentista. Ci spiega un pò di fatti suoi, sempre in modo amichevole e alle 21:30 ci congediamo perche siamo cotti e vogliamo dormire.
23_05_2008 LA DIGUE – ANSE SEVERE Stamattina piove. A La Digue se piove è un dramma, proprio perché c’è pochissimo da fare. Fatta colazione con molta calma, aspettiamo che smetta e ci dirigiamo in centro per prelevare soldi e fare un giretto tra i negozi di souvenir. I bancomat sono diversi sull’isola e rilasciano solamente rupie, la moneta locale. Uno dei grandi problemi che abbiamo riscontrato alle Seychelles è l’avidità di euro o dollari che hanno qui. Dappertutto preferiscono che il turista paghi in euro o dollari, al ristorante, le escursioni, la camera, praticamente tutto. Il nostro problema è stato che dall’Italia siamo partiti con circa 500 € a testa, convinti di poter pagare la camera con carta di credito e tenere quei soldi per le spese varie. Quando siamo arrivati, però, madame Bibi ha voluto essere pagata in contanti in euro. Quindi abbiamo dovuto tenere cari i nostri euro rimasti e calcolare parsimoniosamente dove potevamo spenderli e dove no. Dove era possibile pagavamo in rupie, ad esempio le biciclette, la spesa, o le cene cucinate da Roland, altrimenti usavamo la carta di credito. Consiglio quindi di portare un qualche euro in più di quello che normalmente si porterebbe in vacanza proprio per non dover trovarsi come noi a calcolare come spenderli . Roland ci ha spiegato poi che il governo delle Seychelles permette ai locali di uscire dal paese solamente con circa 350 €. Per loro questo è un problema e quindi se ne riescono ad avere dai turisti, li depositano su conti correnti tipo alla Réunion che poi possono prelevare tranquillamente quando escono dal paese. Sicuramente la situazione è ben più complessa di quanto ci è stato spiegato, ma per loro rimane un grosso problema a detta di Roland. Prelevate un poco di rupie girovaghiamo qua e la per negozietti che però vendono tutti le stese robe. Non troviamo nulla di particolare che possa interessarci e quindi riprendiamo le nostre bici e torniamo a casa. Il tempo migliora e decidiamo di spostarci in spiaggia. Ci fermiamo a Anse Severe a nord del porto. Lungo la strada ci fermiamo a vedere il nuovo cimitero, arroccato su una collina con tante croci bianche sparse qua e la. Le tombe sono piene di fiori e c’è un contrasto cromatico particolare tra i colori dei fiori , il bianco delle tombe e il verde dello sfondo. In spiaggia ci appollaiamo all’ombra di una grossa pianta e immediatamente veniamo accerchiati a tre o quattro cani che ci fanno le feste appena ci posiamo. La Digue è piena di cani e i locali sono molto premurosi verso le bestiole. Non si vedono cani mal nutriti o mal ridotti, proprio perché c’è grande rispetto per i cani. Passiamo tutto il pomeriggio in loro compagnia. Ogni tanto si spostano da un turista all’altro in cerca di qualche bocconcino che non viene mai a mancare, ogni tanto si fanno un bagno accaldati dal sole, ogni tanto si azzuffano con altri cani che vorrebbero sostare sulla spiaggia ma che non fanno parte del branco che vive su questa spiaggia.
Verso le 17:00 leviamo le tende e andiamo a casa. Stasera decidiamo di finire la pasta comprata giorni fa e di farci delle bistecche, anche perché della carne non ne abbiamo mai mangiato da quando siamo arrivati. In effetti non è facile trovarne perché tutti mangiano pesce o verdure. La carne costa forse troppo per loro e quindi ha poco mercato sull’isola. Noi la troviamo nel market Gregoire’s , il solito super rifornito. Purtroppo una volta cotte, le nostre bistecche si riveleranno due vere e proprie suole di scarpe, immangiabili e quindi decidiamo che per la carne sarà meglio pazientare ed aspettare di tornare in Italia.
24_05_2008 LA DIGUE – ANSE MARRON Oggi sarà forse la giornata più faticosa di tutta la vacanza. Infatti andremo ad Anse Marron con Roland come guida. Pattuiamo con lui 100 rupie a testa (8€) per quest’escursione giornaliera da fare a piedi partendo da Anse la source à jean, Anse pierrot, Anse bonnet, Anse marron, Grande Anse. Praticamente a piedi faremo circa un quarto di tutta l’isola. Anse marron a detta di Roland è la più bella spiaggia dell’isola ed è bella proprio perché non è accessibile ai turisti in modo facile come le altre. L’appuntamento è per le nove e trenta davanti alla guest house dove, dopo aver mangiato e preso le nostre cose ci dirigiamo verso la casa dei genitori di Roland. Qui mettiamo giù le bici e le riprenderemo alla fine essendo la casa sulla via di ritorno. Attraverso la foresta ci inoltriamo dentro un sentiero che ci porta direttamente dentro ad Anse source à jean senza pagare. Da qui proseguiamo fin dove esiste un sentiero e qui incomincia la nostra avventura. Come dei veri Indiana Jones ci inerpichiamo dentro e fuori la foresta, sopra i massi granitici attraverso valloni e strettoie che solamente grazie all’aiuto di Rolan che ci indicava dove mettere i piedi si riusciva a passare. In certi momenti la cosa si faceva parecchio difficile e soprattutto pericolosa vista l’altezza dei massi. Basta mettere un piede male o scivolare per rovinarsi o lasciarci le penne. Non so se esista un percorso più facile o meno di quello che abbiamo fatto noi, forse dentro la foresta, ma questo entrare dentro la foresta e uscire per proseguire sulle rocce ci ha fatto avere degli scorci dell’isola e delle sue spiagge indimenticabili, unici. Dopo circa un’ora di camminata e arrampicata finalmente arriviamo ad Anse marron. Bellissima, selvaggia, piccola con delle piscine naturali bellissime e tranquillissime. Un paradiso. Qui restiamo per circa tre ore nelle quali ci rinfreschiamo, mangiamo la frutta che ha portato per noi Roland, mangiando cocchi appena colti e aperti per noi. Lui si riposa all’ombra di un grosso masso dalla forma di teschio mentre noi ci riposiamo della faticaccia appena fatta. Passate le tre ore ricominciamo la nostra avventura alla volta di Grande anse. Come prima il percorso è molto faticoso e impervio. In più il caldo ci mette del suo per farci stancare sempre più. Alla fine, dopo un’altra oretta, passando per Grand el’anse e Anse songe arriviamo veramente stanchi e spossati a Grand anse. Qui ci catapultiamo direttamente al bar dove offriamo da bere a Roland e ci intratteniamo sulla spiaggia per riposarci. Alla fine siamo cotti ma veramente felici di aver vissuto questa esperienza unica nel suo genere. Abbiamo visto cose che la maggio parte della gente non vede quando va a La Digue e panorami mozzafiato unici. Verso le 16:00 partiamo a piedi verso la casa di Roland per recuperare le nostre bici e ci aspetta un’altra salita che ci toglie il fiato. A casa ci laviamo e come sacchi di patate ci buttiamo a letto morti. Per cena stasera chiediamo a Roland dove sia possibile mangiare una buona pizza. Lui ci consiglia Gregoire’s Pizzeria, pizzeria e ristorante ubicata proprio a fianco del market e alle 19:00 ci passa a prendere per accompagnarci e mangiare con noi. Inforcate le bici e prese le torce ci dirigiamo verso il ristorante. La pizza è squisita e sembra italiana (Spesa per due 10€ con birra e acqua). In Italia abbiamo mangiato di peggio. Veramente ottima scelta. Purtroppo io non sono nella migliore delle forme e ho un mal di testa che non mi fa andare giù nemmeno un boccone della pizza ordinata. Ciò nonostante la cameriera mi porta un cartone da pizza da asporto e gentilmente mi dice che posso portarmela a casa. Finito di cenare, congediamo Roland e corriamo a casa perche io sono a pezzi.
25_05_2008 LA DIGUE – ANSE SEVERE Stamattina non è una gran giornata. Nella notte ha piovuto un sacco e stamani il tempo è nuvoloso. Fatta colazione durante la quale assaporiamo un frutto a noi sconosciuto dalla pasta bianca con grossi semi neri all’interno molto dolce e fibroso, decidiamo di andare lo stesso in spiaggia. Ci dirigiamo a Anse severe vista la vicinanza in caso di pioggia. La mattinata passa quindi a riposarci sulla spiaggia, dando da mangiare ai cani le bistecche dell’altra sera e sperando che non piova. Come non detto verso le 11:00 incomincia a cambiare il tempo e invece che migliorare peggiora. Facciamo armi e bagagli e appena lasciata la spiaggia incomincia un acquazzone che schiviamo appena in tempo rifugiandoci sotto la tettoia del meccanico di La Digue. Rimaniamo ad osservare l’acqua cadere per circa 20 min e come i ragazzi del posto si muovano lo stesso incuranti di bagnarsi come noi turisti. Finito di piovere andiamo a casa per lasciare lo zaino con i teli da spiaggia e ritorniamo fuori per mangiare qualcosa . Ci fermiamo ancora per un sandwich e una birra da Tarosa e poi girovaghiamo sull’isola . Visitiamo la chiesa cristiana ( ci sono circa 15 religioni alle Seychelles e ogn’una ha una sua chiesa) dove si è appena sposata una coppia locale, le scuole che essendo oggi domenica sono chiuse e noi possiamo girare indisturbati all’esterno e vari negozietti di artisti con dei magnifici lavori. Verso le 17:00 ci portiamo verso casa ma non possiamo non fermarci ad osservare il tramonto che stasera in particolare, con l’arcobaleno e le nuvole che si tingono di rosa, è magnifico. Per cena stasera Roland ci cucina pesce alla griglia, con verdure e macedonia come dessert. Dopo cena anche lui si ritira verso il letto essendo stato tutt’oggi fuori con i turisti tedeschi che alloggiano con noi. Rimaniamo un po’ in veranda a chiacchierare un po’ e poi andiamo a letto .
26_05_2008 LA DIGUE – ISOLA COCO – ISOLA FELICITE’ Oggi è il giorno dell’escursione per fare snorkeling. Le possibilità sono tante e la sera prima ci siamo accordati con un amico di Rolan per mezza giornata,Andy, dalle 9:30 fin verso le 13:00, per le isole di Coco e Felicitè. Il costo, da pagare in euro, è di 45 € a testa compreso il bere. Qualche sera prima ci è stato proposto di fare una escursione giornaliera con barbecue per la modica cifra di 85 € a testa. Si sarebbero fatto snorkeling di fronte alle due isole coco e felicitè e si sarebbe sbarcati sull’isola di grand sister per vedere le tartarughe giganti e mangiare. Ci è stato spiegato che solamente sbarcare su quest’ultima isola costa 25 € a persona essendo privata, ed è aperta solamente dal lunedì al venerdì. Noi ci accontentiamo della mezza giornata che va più che bene. Fatta colazione ci portiamo al porto e con un’altra coppia ci imbarchiamo e partiamo. Dopo dieci minuti di mare siamo già di fronte all’isola di coco e indossate pinne e maschera ci immergiamo in un’acqua cristallina. I pesci sono tanti e bellissimi, la barriera è come quella vista a La Digue. Dopo circa dieci minuti arrivano barche piene di gente e turisti e diventa difficoltoso nuotare tranquilli senza avere a fianco qualcuno. Dopo venti minuti ci stufiamo e decidiamo di approdare sulla spiaggetta dell’isola per prendere il sole. Come noi la pensano però anche gli altri turisti che sono in acqua e ci ritroviamo come un branco di leoni marini sulla spiaggia. Poco dopo decidiamo quindi di spostarci a Felicité con la barca. Anche qui i pesci non scarseggiano e vediamo anche due tartarughe scovate per noi dal capitano della barca e dal suo mozzo. Il mare è stupendo e cristallino come al solito. Verso le 13:00 facciamo ritorno a La Digue e ci fermiamo per mangiare qualcosa da Tarosa. Nel pomeriggio decidiamo di andare sulla spiaggia di anse la Réunion e ce la spassiamo a prendere il sole e a riposarci all’ombra di una palma. Ormai è sera e incominciamo a rattristirci perché domani ci sposteremo a Mahe per poi tornare verso l’Italia. Tornati a casa ci prepariamo per uscire a cena. Stasera ritorneremo nella pizzeria Gregoire’s e cercherò di gustarmi una buona pizza visto che oggi sono in forma. Come l’altra volta non rimaniamo delusi e usciamo soddisfatti della nostra cena. Tornati a casa prepariamo i nostri zaini da viaggio e guardiamo il cielo di La Digue per l’ultima volta.
27_05_2008 LA DIGUE – PRASLIN – MAHE Stamattina sveglia alle 06:30 perché alle 07:30 ci imbarchiamo sul catamarano che ci porterà al porto di Praslin dove con il Cat Cocos raggiungeremo Mahé. I biglietti per il Cat Cocos li abbiamo acquistati giorni fa all’ufficio Creole pagando 40 € a testa, con carta di credito. Noi avremmo preferito prendere come all’andata il Praslin Express ma all’ufficio turistico ci è stato detto che la barca aveva dei guasti al motore e quindi il servizio non era possibile per non si sa quanti giorni. Fatta colazione, salutiamo con tristezza Roland, madame Bibi e il magnifico posto del Vanilla guest house e ci portiamo al porto. Puntuale, alle 07:30 arriva la nostra barca che non assomiglia affatto ad un catamarano. I biglietti per questa barca si fanno direttamente a bordo (12€ a testa). Dopo un po’ che siamo partiti avvistiamo pure dei delfini in mare che seguono la barca. In circa mezz’ora arriviamo al porto di Praslin dove alle nove ci imbarchiamo sul grosso Cat Cocos. Sembra una balena con la bocca spalancata. Il viaggio dura circa un’ora e nonostante la barca sia grossa il mare si fa sentire e siamo costretti a coricarci per non stare male. Fortunatamente oggi il tempo è bello e riusciamo a prendere anche del sole durante il tragitto. Alle 10:30 arriviamo a Mahé e con un taxi raggiungiamo il Sun Rise hotel, prenotato da casa. Purtroppo non siamo molto soddisfatti dell’hotel a causa della poca ospitalità che presenta la struttura. Gestita da una famiglia di cinesi, ci viene negata la colazione dell’indomani perché troppo presto è l’orario a cui dovremo lasciare l’albergo ( 06:15) e dicono che non c’è nessuno che ce la può preparare. Ovviamente questo non ci viene scontato dal prezzo che noi andremo a pagare (75€ la camera). Ci viene offerto di prendere della frutta per la mattina seguente, frutta che però in realtà non si è mai vista, come d’altronde i gestori quasi sempre inesistenti dentro a questo brutto hotel. In più, pagando con carta di credito ci vengono chiesti 5€ in più del prezzo pattuito, dicendo che loro avrebbero avuto delle spese aggiuntive con i pagamenti con la carta di credito e quindi dovevano mettere queste 5€ in più su prezzo. Ci viene detto immediatamente che preferivano essere pagati in cash in euro. Alla nostra risposta che non ne avevamo più e avevamo solamente delle rupie, veniamo addirittura presi in giro dalla madama cinese, che ci dice con un’aria spocchiosa che la prossima volta dovevamo prenderne su da casa di più soldi in euro. Come se noi partissimo dall’Italia con mille euro in tasca, cosi!!! Fortunatamente rimaniamo una sola notte. Sconsiglio quindi di alloggiare al Sun Rise hotel di Mahé. La nostra scelta era ricaduta su quell’hotel in quanto ci sembrava il più vicino all’aeroporto, avendo il volo alle 08:00 della mattina. Comunque messi giù i bagagli ci dirigiamo a piedi verso una fermata dell’autobus chiedendo a una ragazza quale fosse la spiaggia migliore da visitare in una giornata. Le gentilissima ci dice che secondo lei la spiaggia migliore è Beau Vallon e ci spiega come fare per raggiungerla. Dovremo prendere l’autobus in arrivo, fermarci al bus terminal e da qui prendere l’autobus con scritto su Beau Vallon. I biglietti per l’autobus si fanno direttamente su e costano 3 rupie a testa(0,25€) indipendentemente da dove si debba arrivare. Seguiamo alla lettera le sue istruzioni e in pochi minuti siamo al terminal per prendere il nuovo autobus. Dopo circa 15 minuti di strada di montagna arriviamo a Beau Vallon e come in Italia suoniamo il campanello per prenotare la fermata. Appena scesi compriamo dei viveri, acqua e frutta e ci piazziamo al sole per un ultimo bagno di sole. La spiaggia è bellissima, pulitissima, lunghissima e il mare è molto bello. Non ci sono qui alghe sul fondale che è cristallino e con acqua calma e bassa per un bel po’ di metri. Siamo molto contenti di essere arrivati su questa spiaggia, l’ultima della nostra vacanza. Mahé a differenza di La Digue è più caotica e piena di macchine, di gente , confusione e caos a cui fatichiamo ancora ad abituarci. Cerchiamo di rilassarci il più possibile godendoci quest’ultimo momento di sole e spiaggia. Verso le 16:00 torniamo verso l’hotel facendo il cambio bus come fatto prima. Per cena usciamo verso le 19:00 e ci incamminiamo verso il centro di Victoria , la capitale. In giro ormai la gente incomincia a scarseggiare ma nonostante non si percepisce paura o pericolo. Troviamo un ristorantino carino dove fanno anche la pizza e ci fermiamo per la nostra ultima cena. 28_05_2008 MAHE – QUATAR – MILANO Sveglia alle 05:50 e alle 06:15 prendiamo il taxi per l’aeroporto. Costo 20 €. In aeroporto cambiamo le rupie che ci sono rimaste allo sportello della banca. Ci viene chiesto di mostrare lo scontrino del prelievo e la carta di credito. Il cambio è quello ufficiale e non ci sono spese di cambio. Fatto il check-in, molto folcloristico in quanto gli sportelli sono praticamente all’aperto e spartani, aspettiamo di imbarcarci. Come all’andata facciamo scalo a Doha in Qatar ma stavolta solamente di un paio di ore. Volando verso Doha riusciamo anche ad avvistare la famosa palma in mezzo al mare di Dubai e il circuito motociclistico del Qatar. Il volo di rientro in Italia è tranquillo fino a quando, ormai tutti spossati per le ore di volo, non si vede un signore sulla quarantina che irritato si alza, urla in inglese maledicendo qualcuno e a momenti non fa a botte con uno steward. In aereo cala il gelo e io e Francesca ci guardiamo spaventati, come tutti d’altronde, incapaci di capire con chi ce l’avesse questo, cosa volesse. Coi tempi che girano ci siamo fatti mille film mentali . Nessuno riusciva a farlo stare fermo e lui continuava a imprecare in inglese. Alla fine abbiamo capito da alcune parole in milanese tipico che era un italiano ubriaco di vodka e che quindi non era quello che si pensava. Alla fine, quando è arrivato il momento di sbarcare si è trovato la polizia aeroportuale ad attenderlo. Come sia poi andata non si è saputo, ma la paura che abbiamo avuto è stata parecchia per colpa di un cretino italiano ubriaco. Sono dell’idea che bisognerebbe proprio vietare di dare alcolici sugli aerei. Comunque arrivati in Italia abbiamo trovato il paese che avevamo lasciato, caotico, frettoloso, un mondo praticamente opposto a quel paradiso dentro cui eravamo immersi fino a pochi giorni prima.
Consigli utili: – prendere da casa una torcia per la sera, – prendere un ombrello e K-way perché a volte ci sono stai acquazzoni improvvisi, – prendersi con se una quantità di euro maggiore di quella che normalmente si porterebbe in viaggio, – parei per la spiaggia perché si asciugano meglio e prima dei classici asciugamani di spugna.
– Se si è particolarmente sensibili ai cani (come Francesca del resto) portarsi crocchette da distribuire nei vari giorni.
– Assicurazione viaggio: Viaggi Sicuri direttamente on-line 40€ a testa.
– Preziose informazioni per organizzare il viaggio le si trovano sul sito ufficiale: www.Seychelles.Com Spesa totale per persona: 1400,00 € Nostre mail per maggiori info: ciuskyfra1981@libero.It – paroliluca@alice.It