Berlino: un weekend nella memoria che non abbiamo
Un breve racconto di viaggio, o il racconto di un breve viaggio. Silvia e Matteo, uno dall'Inghilterra, dove vivo nella cosmopolita Londra, e una da Bamberg, Germania, dove sto facendo l’Erasmus, ci siamo ritrovati a Berlino. Viaggio low cost aereo e treno, albergo extralusso per fortunate circostanze. Ci troviamo alla stazione di...
Un breve racconto di viaggio, o il racconto di un breve viaggio. Silvia e Matteo, uno dall’Inghilterra, dove vivo nella cosmopolita Londra, e una da Bamberg, Germania, dove sto facendo l’Erasmus, ci siamo ritrovati a Berlino. Viaggio low cost aereo e treno, albergo extralusso per fortunate circostanze. Ci troviamo alla stazione di Friedrichstrasse, e andiamo a depositare i mini bagagli all’albergo. Poi inizia l’esplorazione della città, per me completamente nuova, per Silvia almeno in parte, c’ero già stata tre volte tra il 2000 e il 2002, ma allora mi ero trovata di fronte ad una vera e proprio città-cantiere, attorno al Bundestag c’era solo un enorme buco, le future fondamenta dei palazzi ministeriali. Una città che alterna palazzi in vetro e stazioni ferroviarie supermoderne a quasi-fatiscenti palazzoni di cemento prefabbricati, zone residenziali anonime e qualunquiste e tubi dell’acquedotto azzurro e rosa unici che percorrono le strade e attraversano gli incroci. La città adagiata sulla Sprea, un fiume navigabile, oggi percorso dalle chiatte e dalle barche per turisti, ieri in parte responsabile di morte e divisione. Dopo un pranzo molto turistico al di sotto della cupola di vetro nei pressi di Potsdamer Platz, con l’accompagnamento del coro dei tifosi del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund (stasera ci sarà la finale della coppa di Germania) recuperiamo la solida guida cartacea e ci facciamo guidare (altrimenti che guida sarebbe!) verso una delle zone in cui lui è rimasto a fare breccia nella memoria. Lui, lui. Il muro. Sono venuto a Berlino per vedere lui, che mi riaffiora nei ricordi di ragazzo di quasi venti anni, quando al telegiornale vedevo le immagini della gente che gioiva e piangeva e distruggeva il muro. Ma non ne capivamo nulla e ne capiamo poco ancora oggi. 160 km attorno alla Berlino Ovest, oggi un chilometro e mezzo ricorda con l’arte, quell’odio passato, che non apparteneva spesso che ai governi, e allo stesso tempo quel senso di liberazione, che tutti dovrebbero avere provato il 9 Novembre del 1989. Questo pomeriggio è scolpito nella mia memoria con quella fila di piastre di cemento oggi colorate. Quello che segue, il rientro nella Berlino del “centro”, la passeggiata nella via commerciale passa via piacevole, ma rimane nell’anima quel muro. E nel tardo pomeriggio Berlinese, vale la pena una visita al museo della DDR, lungo il fiume nei pressi del Duomo e della Museumsinsel. Vi trovano risposta molte domande sulla vita quotidiana nella DDR, si rimaterializza davanti agli occhi una vecchia Trabant da “guidare”, una casa tipica dei blocchi della Germania Orientale, e tanti oggetti di tutti i giorni che tanti berlinesi anche nostri coetanei hanno visto o adoperato in un passato non troppo lontano (il prezzo per il museo – pure piccolo- e’ modesto, ma a mio parere sicuramente ne vale la pena). Prima di cena, trasportati dai nostri passi, siamo vicini alla porta di Brandeburgo, questa sera le transenne delimitano l’area per la presenza del grande schermo in occasione della partita, fino a 20 anni fa, porta di confine chiusa nel cuore di una città divisa. Per la cena, seguiamo il consiglio a distanza di un amico italiano che a Berlino ha passato molto tempo, e ci dirigiamo verso un ristorantino greco, fermata Eisenacherstrasse lungo la linea U7 della metro. Prezzo molto ragionevole, pietanze molto buone, ma non accettano alcun tipo di carta di credito/debito, andate muniti di contanti. Il primo pomeriggio e’ andato, i piedi e le gambe sono stanchi, si ritorna verso l’albergo. Una birretta però è d’obbligo, prima di rientrare, e il suggestivo scenario notturno del Sony Center sarà il nostro rifugio. La partita è finita, il Bayern ha vinto, ma era solo un gioco e i tifosi delle due squadre si ritrovano nelle birrerie per festeggiare insieme davanti ad un ottimo bicchiere di birra tedesca.
Domenica mattina… Tarda mattinata a dire il vero, dopo un buon riposo (Silvia sostiene che russavo, ma io non ci credo!). Invece è proprio così, non ho quasi potuto chiudere occhio! Dopo colazione ci dirigiamo nuovamente verso la porta di Brandeburgo, questa volta a piedi per goderci il sole, e da lì verso il Bundestag, con l’obiettivo ambizioso di entrare a visitarlo…Niente da fare, una lunga colonna di persone in attesa ci fa cambiare idea. Proseguiamo in parte lungo il fiume, tra i palazzi modernissimi sede delle attività ministeriali. Piano piano, passo dopo passo ci avviciniamo anche a Friedrichstrasse, e arriviamo a Checkpoint Charlie, dove una serie di pannelli illustrativi merita qualche minuto di lettura e riflessione. Famoso perchè unico punto di attraversamento per diplomatici e cittadini dell’Ovest, Checkpoint Charlie e’ oggi nel mezzo di una strada relativamente trafficata che è diventata uno dei punti nevralgici per lo shopping berlinese (qui potete trovare la sede berlinese delle Gallerie La Favette), con il cartello bianco che dopo 20 anni ricorda a tutti che stanno entrando o uscendo dalla Berlino degli alleati occidentali. Oggi Checkpoint Charlie unisce la Berlino rinnovata del vecchio est, con quella paradossalmente più “vecchia” dell’ovest, in una città che negli ultimi venti anni sembra essere stata impegnata a riportare in pari le sue due metà, trascurando quella più avanzata in favore di quella in maggior bisogno. Al di là di Checkpoint Charlie, nella Berlino Ovest, si trova il quartiere di Kreuzberg, noto per la popolosa comunità turca che vi abita.
Con la metropolitana ci spostiamo infine verso l’ultima tappa rilevante di questo viaggio nella memoria che non abbiamo: andiamo verso il quartiere della sinagoga, per visitare qualcuno dei vicoletti e dei giardini interni che sono tanto tipici di questa area della città. Una tappa rinfrescante in un locale caratteristico di Oranienburgerstrasse e poi qualche altro passo in direzione del Pergamon Museum e degli altri musei, solo per marcare sulla mappa quello che non abbiamo visitato in questa occasione, per ritornare una seconda volta.