Le mani nel Pacifico e poi nel Mar dei Caraibi
Nell’Andador Constituciòn, una via nei pressi del centro che conduce alla Plazuela Hidalgo, si trovano moltissimi negozi di artigianato, dove acquistare i tipici perritos colimotes, ovvero delle piccole statuette di ceramica che rappresentano i cani simboli di Colima. Non dimenticate di passare dai giardini dove si incontra la Piedra Lisa, un enorme masso da cui bisogna scendere (come se fosse uno scivolo) perché la tradizione vuole che così facendo si ritornerà a Colima… Anche l’Università di Colima, dislocata in diversi campus, merita una visita, soprattutto la facoltà di Derecho, molto moderna, che si trova vicino al centro commerciale Zentralia e a una rotonda su cui è posizionata una scultura, che si chiama La Figura Obscena… Indovinate perché. È veramente bruttissima, se cercate su Google Immagini una foto vi renderete conto che ho ragione… A mezz’ora dalla città, sulla strada per Comala, è d’obbligo una tappa al Don Comalòn, che definirlo ristorante è riduttivo… Al modico prezzo di una consumazione (irrisorio, si parla di 2 euro per una michelada, la birra tipica messicana), vengono servite le botanas, sorta di tapas che tapas non sono… sono tortillas con ogni ripieno, quesadillas, nachos con guacamole, frutta e chi più ne ha più ne metta! Non ho mai imparato i nomi dei cibi che mangiavo, provavo sempre tutto e alla fine mi piaceva anche… Io non mangio assolutamente nulla di piccante, ma nonostante questo me la sono cavata, perché è abitudine che le salse vengano servite come accompagnamento, quindi chi le gradisce le aggiunge, altrimenti… Va bene il sapore naturale! Da provare anche i dolci tipici, fatti per lo più con ananas e cocco, o tamarindo, e la Tuba, un distillato estratto dalla palma del cocco a cui vengono aggiunte noccioline… COMALA è detto il Pueblo Màgico per la presenza di una Zona Magica: è una parte della carreggiata in salita cui, per effetto di un’illusione ottica (o di una magia, chissà), la macchina, pur essendo a motore spento, sembra proseguire da sola… A Comala si può anche visitare il centro de las Nogueras, la cui casa principale è stata abitata dall’artista Alejandro Rangel. Si può visitarne casa e giardini, con numerosissime palme, un giardino di orchidee e numerosi animali, tra cui le onnipresenti iguane.
A Colima si trovano anche due siti archeologici, EL CHANAL e LA CAMPANA, visitabili gratuitamente, che possono sorprendere solo se visitati prima di qualunque altro sito maya… Altrimenti, se paragonati anche al più piccolo presente nella Riviera Maya, perdono inevitabilmente il confronto… Sono zone senza un filo d’ombra, quindi consiglio di visitarle la mattina presto o nel pomeriggio (chiudono alle 17 o alle 18), e non alle 2 del pomeriggio come ha fatto la sottoscritta! Passo 3 giorni a Colima, poi parto per la riviera Maya e ritorno a Colima per gli ultimi 4 giorni di vacanza… Giusto il tempo di gustare un ottimo pranzo a Tecoman al ristorante sulla spiaggia Las Olas, e di fare il bagno nell’Oceano Pacifico a Manzanillo (con la sua tipica sabbia vulcanica nera). Manzanillo è un normalissimo paese di mare, brutto nel suo centro, ma con belle spiagge, una scultura di un pesce azzurro enorme che domina il porto, e bellissime ville con piscina da affittare, come nel club Santiago… LA seconda parte della mia vacanza si svolgerà nella Riviera Maya, quindi eccoci ripartire alla volta di Guadalajara (200km, non mi rendo bene conto delle distanze), dove ci aspetta il nostro aereo della compagnia messicana low cost Volaris (ciononostante, ci vengono servite bibite e snack a bordo, vengono forniti auricolari per ascoltare musica o vedere un programma di intrattenimento… Beh un po’ come con la nostra Ryan Air!). Destinazione: Cancùn, altro oceano! Dopo 3 ore di volo atterriamo nello Stato di Quintana Roo, il tempo non è dei migliori, ma non ci facciamo scoraggiare, abbiamo 10 giorni per assaporare questo lato del Messico! Con un pullman della linea ADO (useremo sempre questa compagnia, comoda, puntuale, pulita, economica se paragonata ai prezzi spagnoli, e in tutte le occasioni – tranne una volta – disponibile a fare lo sconto del 50% sul biglietto per gli studenti che presentassero il tesserino universitario; i prezzi erano di solito sugli 80 pesos a/r, a seconda delle distanze), la cui fermata è subito all’uscita dall’aeroporto, ci dirigiamo a Playa del Carmen. 40 minuti circa, ed eccoci nella Quinta Avenida: un concentrato di negozi, bar, ristorantini, artigianato… Ma niente di estremamente turistico, anzi, con gli hotel i cui colori richiamano quelli tipici messicani e i ristoratori non insistono nel voler richiamare il turista a tutti i costi, cosa che invece fanno i proprietari dei negozi… Il primo hotel in cui soggiorneremo, per 5 notti, è il Vista Caribe, direttamente sulla Quinta, all’angolo con la Sexta (le vie hanno la stessa conformazione delle strade di una città americana, infatti in questa parte di Messico è fortissimo il turismo statunitense): un hotel che raccomando veramente, noi alloggiavamo in una suite ma non fatevi ingannare dal nome, alla fine il prezzo per 9 notti a Playa del Carmen, in due hotel sulla Quinta (il primo con inclusa la colazione), è stato di 140 euro circa… Nel periodo di Pasqua poi! In questo primo hotel avevamo una piccola cucina con forno a microonde e frigorifero, sala con tv, due camere da letto con letto matrimoniale king size e un’altra tv… E 3 balconi con bellissima vista sul Caribe appunto! L’hotel aveva anche una piscina e la colazione veniva servita al bar, si potevano chiedere hot cakes (io mi ci sono affezionata e ho sempre preso quelle!), tè, caffè, succo di frutta, huevos revueltos con jamòn e gli onnipresenti frijoles… Il secondo hotel in cui abbiamo soggiornato si trova sempre sulla Quinta, pochi metri dopo il Vista Caribe. Si chiama Pensiòn Hotel San Juan, in questo caso non era compresa la colazione ma al terzo piano si trova una terrazza con cucina attrezzata (in stile ostello), così uno può farsi la spesa e approfittare per prepararsi da mangiare… Nei 10 giorni che siamo stati a Playa del Carmen abbiamo cercato di vedere quanto più possibile della Riviera Maya, cominciando dai due parchi tematici più famosi della Penisola.
XCARET È vicinissimo a Playa del Carmen, ci si arriva in un quarto d’ora circa, e merita veramente la pena, nonostante il biglietto non sia proprio economico… Noi abbiamo comprato l’ingresso All Inclusive (circa 60 euro) che comprendeva, oltre alle attrazioni del parco, anche il noleggio dell’attrezzatura per fare snorkeling, un asciugamano e il pranzo a buffet in uno dei 5 (se non ricordo male) ristoranti del parco. Le attrazioni facoltative, come lo scuba diving o il nuoto coi delfini, costano tantissimo, quindi le abbiamo lasciate perdere. Anche perché un giorno non è nemmeno sufficiente a poter visitare tutto il parco, dato che è ENORME… sul sito internet viene spiegato tutto quello che si può trovare, io posso dire che fare l’immersione nel rìo subterraneo mi è piaciuto tantissimo, oltre all’esperienza di vedere un sacco di animali in giro per il parco e in semilibertà, e poi bellissimo anche lo spettacolo che inizia alle 18 e dura quasi 2 ore (nel teatro si radunano tutti quanti, dato che le “attrazioni” chiudono verso le 17.30), uno show che presenta la storia del Messico con tanto di conquista spagnola e omaggio ad alcuni degli stati più importanti (Tabasco, il DF, Jalisco, Yucatan…), il tutto accompagnato da musica banda, ranchera e mariachi… XEL – HA Anche qui il biglietto non è certo a buon mercato, sempre sui 50 euro con le stesse opportunità offerte da Xcaret, ma con la differenza che con l’All Inclusive di Xel-Ha si può andare e venire dai ristoranti quante volte si voglia… La giornata non è stata delle migliori, il sole è rimasto solo fino alle 13 e poi non ne ha più voluto sapere di spuntare dalle nuvole… Anche qui si può fare l’esperienza di snorkeling in una laguna enorme, in cui vi sono anche momenti divertenti tipo i tuffi da un’alta roccia o l’uso di ciambelle… Xel-ha è più naturale rispetto a Xcaret, ci sono numerose iguane in giro in libertà, e come nell’altro parco c’è la possibilità di farsi fotografare con in braccio un pappagallo o un tucano… Foto che vengono vendute all’uscita a 12 dollari! Peggio che a Gardaland… TULUM Finalmente… Dopo aver sognato di vedere queste rovine maya con l’oceano di fronte e una spiaggia che più bianca non si può… Eccoci arrivati! L’ingresso è 48 pesos, le rovine forse avrebbero bisogno di cartelloni che ti spieghino quale piramide si ha davanti, per non obbligare le persone a ricorrere a una guida… Dalla balconata si gode il panorama più bello che abbia mai visto: le rovine maya da un lato, e l’Oceano con il suo azzurro che cambia colore a vista d’occhio dall’altro… Si può scegliere di fermarsi nella spiaggia nei pressi del complesso, oppure camminare per circa 20 minuti (uscendo dal sito, andare a sinistra e proseguire fino a che non si incontra una strada sterrata), fin quando si arriva alla Playa Paraiso… Solo palme e km di sabbia bianca, e l’emozione di fare il bagno nei Caraibi con le rovine maya alle spalle è qualcosa di straordinario… Non siamo andati in esplorazione della zona bar e ristoranti, che si vedevano a qualche centinaio di metri di distanza dal punto in cui eravamo stazionati, all’ombra di una palma… CANCÙN A 40 minuti da Playa del Carmen, sembra di essere negli Stati Uniti… Si può prendere uno dei pulmini da 6 pesos fuori dalla stazione degli autobus, che fanno fare il giro della zona hotelera e lasciano davanti a uno dei numerosissimi centri commerciali (plazas) della città… Noi abbiamo scelto di girare a Plaza La Isla, il cui design ricorda Venezia, coi suoi canali e i piccoli ponti. Oltre a innumerevoli negozi, il centro commerciale ha un acquario (in cui è possibile, pagando un supplemento rispetto all’ingresso, nuotare coi delfini o dar da mangiare agli squali – esperienza provata da 3 dei miei amici, che si sono immersi in una gabbia con piccoli fori da cui far passare le esche per gli animali…), numerosi ristoranti e cinema… Un’altra plaza è la Kukulcan, che merita di essere visitata per la Luxury Avenue che ricorda le vie più lussuose delle città europee, e per un bellissimo soffitto a vetro che riproduce le divinità maya.
Si può costeggiare in bus tutta la zona hotelera, lunga 23km, e rimanere basiti di fronte a enormi complessi che portano i nomi di Hilton, Sheraton, Gran Melìa, Marriot… Tra Playa del Carmen e Cancùn, come prima visita in terra messicana, mi sento di consigliare la prima: turistica sì ma al punto giusto, vicina ai siti maya, non ancora contaminata dai colossi delle catene alberghiere, con un mare che non ha nulla da invidiare a quello di Cancùn, anzi, forse è pure migliore.
CHICHEN ITZÁ e VALLADOLID E il giorno di Pasqua la nostra gita ci porta a vedere una delle sette meraviglie del mondo… Chichen Itzà! Per la prima e unica volta non ci affidiamo ai bus ADO ma prenotiamo un’escursione sulla Quinta che comprende: viaggio in pulmino da 14 posti (il peggiore della mia vita, lungo strade sconnesse e piene di dossi, una caratteristica costante in Messico), ingresso con guida al sito archeologico, pranzo a buffet in un ristorante nei pressi, ingresso in un cenote (di cui purtroppo non ricordo il nome) e visita alla città di Valladolid; il tutto a 35 dollari. Veniamo prelevati dal nostro hotel alle 8 (!) perché per arrivare a Chichen Itzà occorrono quasi tre ore, considerando anche le condizioni pessime delle carreteras messicane… Però veniamo ripagati del terribile viaggio dalla visita al sito maya! Abbiamo evitato la data del 21 marzo, giorno dell’equinozio, sia pensando di trovare moltissima gente, sia perché le condizioni climatiche non erano favorevoli, ma anche nel nostro giorno il tempo non è dei migliori… e infatti proprio mentre siamo dinanzi all’osservatorio Caracol ci sorprende un acquazzone… La visita guidata (utilissima) dura circa un’ora e mezza, dopo viene lasciato il tempo per girare liberamente il complesso per un’altra ora e per l’acquisto di souvenir… che sono praticamente gli stessi a ogni angolo, alcuni anche i prezzi fissi (tipo 10 pesos per la riproduzione in pietra del Castillo), mentre su altri si può anche contrattare… Fare il bagno in un cenote è un’esperienza indimenticabile, non si pensa che l’acqua è profonda 50m e chissà quali specie di animali abitano lì sotto…Però l’acqua è trasparente, le liane creano un effetto giungla e le stalattiti riportano alla realtà, ricordando che ci si trova in una grotta… La città di Valladolid, per quello che abbiamo visto nel centro, è molto simile a Comala nei pressi di Colima: una chiesa del 1500 e un bel giardino con curiose panchine che sono una rivolta all’altra… COBÁ La visita a questo altro sito maya non era prevista nel nostro programma, ma siamo rimasti incuriositi dalle sue foto viste sulle cartoline, e dal fatto che scopriamo che la piramide presente nel complesso è la più alta che ci sia e… si può salire in cima! Dopo la delusione di non aver potuto salire in cima a Chichen Itzà, vogliamo rifarci a Cobà… Il sito (48 pesos) è abbastanza distante da Playa del Carmen, ci vogliono 2 ore e mezza per giungere in questo paesino sperduto nel nulla… Prima di arrivare al complesso c’è una laguna in cui avvistiamo dei coccodrilli, aiuto! L’intero sito maya è enorme, e molto più rilassante e “privato” di Tulum o Chichen Itzà, anche se di turisti ce ne sono, e tanti anche. Per girare all’interno del complesso si può andare a piedi (come abbiamo fatto noi, visto che cmq il sole non era forte – ma portatevi un repellente contro gli insetti, perché si è dentro la giungla e le zanzare sono killer), oppure affittare biciclette o farsi trasportare da “tassisti” su risciò. Ci dirigiamo subito alla grande piramide, ma non me la immaginavo così! 42 metri da scalare letteralmente, una corda nel mezzo per aiutare i temerari… Mi arrampico senza voltarmi nemmeno una volta, soffro di vertigini… Ma il panorama che si gode dall’alto (peccato che il sole se ne sta andando) ripaga di tutta la fatica… La giungla verdissima si stende a vista d’occhio, e si intravedono le altre strutture del complesso… Per il resto, si può camminare per km lungo i sacheob (sentieri sacri) e scoprire un campo di pelota o una piramide nascosta… PLAYA DEL CARMEN Abbiamo trascorso 2 giorni interi nella città che abbiamo usato come base di partenza delle nostre escursioni. Un giorno l’abbiamo passato nella spiaggia del club Mamitas, poco fuori dal centro, bella perché i cosiddetti bagni somigliano molto a quelli della Versilia, con veri e propri letti a baldacchino su cui abbronzarsi, e piscine all’interno del club… O altrimenti si può optare per le spiagge libere che si incontrano scendendo dalla Quinta verso il mare, fino alla zona del molo con le spiagge riservate agli hotel lussuosi della città… Tutta la Quinta è costellata di ristoranti e bar, ma le discoteche e i locali più frequentati si trovano lungo l’Avenida 12. Noi abbiamo provato la discoteca Bali (200 pesos l’ingresso senza consumazione), e i bar sulla spiaggia Coco Maya (cocktail sui 50 pesos) e Blue Parrots (50 pesos e barra libre fino a mezzanotte, ovvero consumazioni illimitate al banco per le donne). Se si ha tempo di girare un po’ la sera, si scopre che ogni locale, a sere diverse, offre opportunità di risparmiare sull’ingresso, per esempio le donne non pagano o si ha barra libre fino a una cert’ora… Per gli spuntini di mezzanotte e oltre, il Tacombi (una sorta di pulmino appostato fuori dal Bali che vende tacos di ogni tipo) o gli innumerevoli Pizza Pazza (buonissime le hawaiana e la tres quesos a 25 pesos) sparsi per la città.
Dal lato opposto alla 12esima, si trova la Plaza, una zona con vari negozi concentrati, sushi bar, l’immancabile Starbucks, la Bodeguita del Medio e quello che è diventato una costante nelle zone turistiche messicane: El Señor Frogs, che è insieme bar, negozio di souvenir e discoteca (frequentata soprattutto da americani), in cui si paga 100 pesos con la consumazione per ballare affacciati sull’oceano, una delle particolarità di quasi tutti i locali di Playa (e anche della spiaggia) è che attorno al bancone non vi sono sedie normali, bensì sorta di altalene su cui ci si può dondolare in attesa di essere serviti… e quelli del Señor Frogs sono a forma di salvagente.
Che dire… La vacanza è stata perfetta, al di là del piacere di rivedere i miei amici, penso che avere la fortuna di avere delle guide “del posto” ti faccia assaporare appieno le meraviglie del luogo che si sta visitando… Soprattutto sono stata contenta di aver visto una zona del Messico non ancora “contaminata” dal turismo occidentale o nordamericano… Quindi, concludo con una frase di una bellissima canzone mariachi che riassume bene lo spirito e l’orgoglio messicano, e resto a disposizione per qualsiasi domanda o curiosità! “Mèxico lindo y querido, si muero lejos de tì, que digan que estoy dormido, y que me traigan aquì” (“Messico bello e amato, se dovessi morire lontano da te, che dicano che sto dormendo, e che mi riportino qui”)