A zonzo tra Alghero e Stintino
Per entrambe basta seguire le indicazioni stradali, sono evidenti e non ci sono troppe difficoltà. Trinità di Saccargia è una chiesa risalente a… Boh, non me lo ricordo ; ))) ma almeno il Medio Evo c’è, magari più tardi ma prima no! Dai, facciamo tra il 1100 e il 1500 e non ne parliamo più… la sua caratteristica è la zebratura in quanto fatta a strisce orizzontali bianche e nere. In parte distrutta ha un superbo campanile e viene ancora utilizzata per cerimonie. Il giorno che siamo arrivati noi oltre a trovare con molto stupore diversi turisti abbiamo beccato nel mezzo dei preparativi di un matrimonio un gruppo canoro che stava interpretando diverse canzoni tra cui l’Ave Maria tutto rigorosamente “a cappella” come i “Tenoreris” di Striscia la Notizia, avete presente? Qui è un’ arte canora molto praticata e quei 4 signori in costume tipico ci hanno davvero fatto venire la pella d’oca perché erano semplicemente eccezionali. Una signora ha addirittura chiesto di poterli riprendere durante l’esibizione e loro molto cortesemente e gratuitamente (meglio specificare) hanno fatto la cortesia! Dimenticavo: la bellezza di questa chiesa è anche che è immersa nel verde, fuori dal paese.
Ardara invece è famosa in quanto la più antica della Sardegna ma stavolta mi ricordo che risale più o meno al 1000 d.C.! all’interno del paesino, a fianco alle scuole, da fuori non dice molto ma dentro…! Chiesa minuscola e nonostante questo tantissime coppie si fanno anche 300 km per andare a sposarsi qui! All’interno se ci stanno 50 persone è già troppo, ma la cosa spettacolare è che la chiesa ha subìto a mio parere il minimo di ristrutturazione. Le colonne, per quanto sbiadite e scrostate, conservano ancora bene le pitture antiche dei santi, e la chiesa rivela la sua età senza problemi! Non so a voi, ma io ogni volta che mi trovo davanti a qualcosa che ha almeno 1000 anni… non so, mi viene una strana sensazione, come i brividi, non so se mi spiego. Un piccolo gioiello “archeologico” misconosciuto ma che consiglio a tutti di andare a vedere. Peraltro la chiesa è tuttora in funzione, si celebrano messe, cerimonie etc etc.
L’ultimo giorno ci dirigiamo verso Alghero dove non pernotteremo ma andremo verso Cagliari. Prima di arrivare in città ci fermiamo al punto più famosa della scogliera di Capo Caccia: da qui ci si può sporgere sul muretto che dà su uno strapiombo che fa davvero venire le vertigini! Esiste anche una scala ricavata in tutta sicurezza nella roccia ma si accede tramite un cancello che il giorno era chiuso: da quello che ho potuto vedere si arriva molto vicino al livello dell’acqua.
Dopo avere fatto un po’ di giri in macchina verso le zone marine residenziali ci fermiamo nella “ciutat” catalana: Alghero è in effetti abbastanza differente dalle altre città dell’isola e forse una delle poche insieme a Cagliari e Nuoro che vale la pena di vedere come architettura e centro storico. Esordiamo con un giretto nel centro storico tra le piccole boutiques, i negozi che lavorano il corallo e le gioiellerie. Tutte cose cha abbiamo solo guardato of course. Quindi diamo un breve sguardo ai costi esibiti dai menù esposti all’esterno e optiamo per una via di mezzo. Ci accoglie un ristorantino niente male, per primo e secondo a base di pesce e dolce spendiamo 25 € a testa e ci troviamo bene; diversa opinione ha la signora cafona con famiglia (che secondo me cercava disperatamente un buco per nascondersi) che a voce alta criticava ampiamente tutto il cibo sostenendo che il pesce non fosse fresco, il servizio scadente e non so che altro. Non siamo chef ma il pesce fresco lo riconosciamo e quello lo era. Magari era d’allevamento e non pescato in mare ma andare a sbraitare così in pubblico e continuare a ordinare dopo la prima portata non ci è sembrato un grande comportamento, e nemmeno alla proprietaria che gliene ha cantato quattro! Per digerire ci concediamo una passeggiata sul lungomare con tanto di ronfatina mia su una panchina e spendiamo pochi euro per andare a vedere l’acquario: non è molto grande ma a me gli acquari piacciono sempre tantissimo! Per vederlo tutto bene ci vuole mezz’ora buona e la vasca che consiglio di più è quella delle murene che sono davvero spaventose! Provate ad avvicinare il viso al vetro e aprire la bocca: vi risponderanno nello stesso minaccioso modo! Tenerissime come sempre le tartarughe e tutte quelle cernie e dentici varii!!! A mio parere da vedere anche se si passa in città solo una mattina.
Al ritorno ci siamo fermati alla tombe di Anghelo Ruju, un sito archeologico che costa 2 € ma non offre davvero nulla! Le tombe sono semplici buche per terra senza uno straccio di cartello a spiegare, senza guida. Capisco che i finanziamenti ottenuti dai visitatori siano necessari per far progredire gli scavi però potrebbero davvero offrire qualcosa di più! In serata sempre seguendo la 131 torniamo a casa in attesa di un altro ponticello per vederci qualche altro scorcio di splendida Sardegna.
Silvia e Pier luigi