Monastir e il Grande Sud
Siamo partiti con il tour operator Settemari in quattro disperati il 31 luglio 2007, io più tre miei amici alla volta di Monastir, paesotto non eccessivamente turistico situato sulla costa est della Tunisia in cui ci aspettava il resort Serail Skanes.
L’aeroporto prescelto per la partenza è il Valerio Catullo di Verona. Dopo circa un’ora di attesa, ecco che si parte, saliamo su un bel Boeing 737 della Karthago Airlines, una compagnia charter tunisina che a quanto pare cura molto la pulizia dei sui aeromobili e per questo motivo a bordo, mangiamo con molto appetito il primo cous-cous del viaggio che ci viene servito! Arriviamo finalmente a destinazione alle 7 di sera e…Magicamente Africa, già dalll’aeroporto si sente una brezza orientale e i preamboli di un luogo misterioso tutto da scoprire.
Dopo aver passato le varie dogane ed essere entrati in possesso del visto apposito, con un pullman ci trasferiscono al resort Serail Skanes, magnifico ed imponente, tutto in tipico stile orientale, con una hallroom da giganti ed una piscina quasi più grande del mare intero! Sistemati i bagagli in camera veniamo richiamati in un piccolo anfiteatro all’aperto dove gli assistenti di viaggio ci avrebbero preannunciato le informazioni relative al soggiorno e presentato le varie escursioni che si potevano fare ed è proprio in questo momento che parte di noi comincia a “sentirsi male”: sul palco dell’anfiteatro salgono una decina di animatori teenagers che cominciano a incitare gli ospiti a fare dei degradanti balli di gruppo stile latino-americano accompagnati da colonne sonore tutt’altro che africane come brani della Pausini o Tiziano Ferro!!! Noi abituati alle vacanze freelance genuine, abbiamo trovato alquanto deplorevole la presenza di questa fetta di servizio assistenza ospiti per cui, all’unanimità decidiamo di ignorarli e utilizzare il villaggio solo per mangiare e dormire, al resto del divertimento ci siamo arrangiati da soli!! La mattinata seguente infatti, dopo una buona colazione tipica tunisina, ci rechiamo alla volta di Monastir centro in cui visitiamo il grande Mausoleo di Burguiba (primo presidente tunisino)e la fitta rete di viette del paese, arginate da case pitturate di bianco e dai tipici balconi azzurri intarsiati con motivi orientali, piene di negozietti artigianali dove è possibile acquistare di tutto. Io compro il primo Narghilé, ma lo pago caro in quanto non avevamo ancora familiarizzato con la famosa arte del “contrattare” tipica dei paesi arabi.
Il secondo giorno invece lo passiamo in spiaggia alla scoperta dei fondali tunisini dinnanzi al resort…Beh, non si può di certo dire che la Tunisia viva di turismo subacqueo in quanto, a parte piccoli pesci grigi o leggermente colorati che si districavano tra la giungla di alghe verdi non abbiamo visto granché di più e nemmeno nella spiaggia di Les Falais (poco più a sud di Monastir) dove si diceva esserci i fondali più spettacolari non ci hanno entusismato più di tanto, meglio pertanto abbandonare il mondo sommerso e dedicarci a quello terrestre che decisamente, doveva ancora schiudersi ai nostri occhi.
Il terzo giorno in spiaggia, arriva un simpatico personaggio dai tipici lineamenti etnici proponendosi di portare, chiunque fosse interessato, a fare una cammellata di due ore verso un villaggio tipico tunisino. Decidiamo di seguirlo e con la modica cifra di 12 dinari (circa 6€) ci concediamo questa avventura! Veniamo accompagnati ad una tenuta in una location semidesertica non molto distante dal resort dove ci affidano un dromedario a testa e, come nei più famosi film ambientati nel Sahara, uno dietro l’altro partiamo per questa escursione tra ulivi e fichi d’india! Al ritorno ci accoglie una signora tunisina in tipico abito che ci cucina per noi delle saporite pagnotte da mangiare con pomodori e cipolla e, dopo averci tutti sistemati sotto una tenda beduina, ci viene offerto dell’ottimo thè alla menta come digestivo! Veramente una bella esperienza! Il giorno successivo partiamo per un’altra escursione di ben due giorni chiamata “Il grande Sud” la quale promette di raggiungere obiettivi fantastici. Partenza alle ore 8 di mattina in pullman in direzione El Jem, cittadina situata nell’entroterra tunisina dove si può ammirare i resti di un colosseo romano! Lungo la strada si vede di tutto: benzinai dotati di carretto e due o tre taniche di benzina, mercati tipici dove si vendono tessuti, tappeti, frutta e spezie, case in soli mattoni semidistrutte dove al loro esterno giocano bambini scalzi, sporchi ma felici; Pecore e capre da latte libere e uomini al riparo dal sole sotto le palme da dattero di cui la Tunisia ne va fiera…E poi per migliaia di chilometri il nulla più totale da ambo i lati della carreggiata di sassi che ci porta lentamente alla prossima meta: situata in pieno deserto roccioso ecco che raggiungiamo Matmata, piccolo paese immerso in un contesto indescrivibile a parole; le montagne ed i deserti che fanno da bomboniera a questo posto sono di un rosso vivo, le case di fango arroccate sulle rocce in lontananza e l’atmosfera che si respira dà l’impressione di vivere in un presepe gigantesco.
A Matmata vi è ancora una piccola comunità troglodita la quale costruisce le proprie case scavando un buca rotonda nel terreno e ricavandone le varie stanze a raggiera tutto intorno alle pareti interne; veniamo ospitati all’interno di una di queste dove la padrona di casa ci mostra le varie stanze e tutti gli stratagemmi per poter vivere così distante dal resto della civiltà. Matmata ed il suo villaggio, grazie alla posizione isolata e selvaggia è stata la location di Guerre Stellari.
Riprendiamo quindi il viaggio e puntando verso sud, lungo la strada attraversiamo paesi dispersi in mezzo al deserto, i quali danno poco a pensare che possano essere abitati.
Arriviamo dopo ore di deserto e varie soste in piccoli bazaar per rifornirci di acqua, a Douz, chiamata anche “La Porta del Deserto”: qui infatti prende inizio il Sahara come l’abbiamo sempre figurato nei nostri ideali, un susseguirsi di dune di sabbia gialla più o meno alte per chilometri e chilometri a perdita d’occhio; troviamo subito un cammelliere che, per pochi dinari ci presta dei dromedari con cui ci inoltriamo per circa un chilometro nel grande deserto…Qui, dove ormai non si vede più nulla all’orizzonte viene spontaneo a tutti di correre all’impazzata per le dune a piedi scalzi, un’esperienza meravigliosa. Tornati indietro da questa cammellata non ci resta che andare a riposare un po’ il viaggio è stato duro e raggiungiamo quindi un resort magnifico poco fuori il centro di Douz, dove possiamo provare gli effetti benefici di una piscina di acqua termale proveniente direttamente dal sottosuolo desertico…La puzza è forte ma…È pure questa Tunisia! Completamente rifocillati e tonificati dal bagno termale andiamo a coricarci, ci addormentiamo guardando fuori dalla finestra della nostra stanza ove si scorgono nello skyline le dune del deserto e le palme che ne fanno da contorno, il tutto accompagnato da un suono di tamburi e canti in lontananza, residuo notturno di un matrimonio che si era celebrato quel pomeriggio a poca distanza da lì.
Il mattino seguente ci aspetta un bella levataccia, si parte all quattro alla volta del lago salato prosciugato Schott El Jerid; il pullman ferma sulla strada che divide in due questo lago, noi smontiamo e ci dirigiamo in completa solitudine verso il punto di orizzonte in cui avrebbe dovuto sorgere il sole, accompagnati solo dallo scroccare dei cristalli di sale sotto i nostri piedi…Ed eccolo, in un silenzio d’incanto apparire rosso come non mai, restiamo a guardarlo per ore come se non l’avessimo mai osservato prima.
Da qui, una volta ripartiti ci dirigiamo a Tozeur in cui ci aspetta una carovana di 4 fuoristrada per andar a far visita alle oasi di montagna. Montiamo su uno di questi veicoli e da subito si inizia il percorso su strada sterrata, dromedari selvatici, dune di sabbia e rocce ci vengono incontro durante il tragitto che si dimostra sempre più esclusivo per gente che non soffre il mal d’auto!! Raggiungiamo dopo circa un’ora di sterrato e dopo 45 minuti di arrampicata, l’oasi di Chebika, una sorgente d’acqua pura e cristallina situata fra le montagne tunisine in pieno deserto…Fa impressione vedere quella mole di acqua ricca di cascate e piscine naturali in un luogo tanto arido tutto intorno. Le montagne rocciose di un rosso fuoco fanno da contorno e la guida ci spiega che proprio in quei luoghi fu girato il primo episodio di Indiana Jones…L’atmosfera lo conferma! Pochi attimi dopo ed eccoci raggiungere la seconda oasi di montagna, Mides, al confine con l’Algeria, caratterizzata da un profondo canyon e da una coinvolgente sensazione di libertà. Di ritorno da questa, ci aspetta la traversata del deserto in fuoristrada per raggiungere il pullman ed è proprio durante questa che ci imbattiamo nel fenomeno del miraggio: guardando la distesa di sabbia in lontananza pare ci sia il mare, in realtà è solamente un’effetto ottico dovuto al calore intenso.
E’ arrivata pertanto l’ora di tornare a Monastir per cui, armati di un buon sonno, ci corichiamo in pullman e aspettiamo che il nostro autista ci riporti all’ovile; durante la strada, facciamo sosta a Kairouan in cui ci viene data la possibilità di acquistare qualche ricordo dell’artigianato locale. La bellezza dei luoghi visitati è confermata dalle circa 700 foto scattate e dai ricordi acquistati (ho dovuto comprare una altra valigia per farli stare) senza poi parlare dei vari geodi e minerali vari che si potevano comprare per pochi dinari dai bambini del posto e che non facevano altro che appesantire sempre di più i nostri zaini.
Ritornati al Serail Skanes non ci resta più molto tempo ormai per cui ci accingiamo a tirare le somme: spedire cartoline e organizzare i bagagli per il rientro è di dovere.
La mattina del 7 agosto, affrontando la malinconia di lasciare un posto meraviglioso, montiamo sul pullman che ci porta all’aeroporto e, dopo qualche ora di attesa eccoci di nuovo in volo, destinazione casa…Non ci resta altro che dire, A presto Tunisia, sarai sempre nei nostri cuori.