Turistifaidate tra Istanbul e Cappadocia

03 Settembre Areoporto Orfio al Serio, ore 5,10. Rincoglioniti come pochi arriviamo al check in, volo MyAir prenotato a fine luglio e pagato 150 A/R. Bel regalo del mio uomo Nico. Attesa tra l'ansioso e l'addormentato (la partenz aporta ritardo di 20 min), spalandranati sui sediolini di ferro del gate. Imbarco tranquillo e volo che...
Scritto da: Proudence
turistifaidate tra istanbul e cappadocia
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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03 Settembre Areoporto Orfio al Serio, ore 5,10.

Rincoglioniti come pochi arriviamo al check in, volo MyAir prenotato a fine luglio e pagato 150 A/R. Bel regalo del mio uomo Nico.

Attesa tra l’ansioso e l’addormentato (la partenz aporta ritardo di 20 min), spalandranati sui sediolini di ferro del gate.

Imbarco tranquillo e volo che recupera alla grande. Arrivo ora locale 10,50 (il fuso conta un ‘ora avanti).

Dall’areoporto “Sahiba Gokchen” il bus E10 ci porta “Keakoy” con 3 Lire turche, lì prendiamo un bus-traghetto direzione “Eminonu”, il porticciolo di Istanbul. Costo tratta 1,30 LT.

Già completamente immersa nell’atmosfera di colori e venditori non resisto neanche un minuto e corro a prendere 2 “Simit”, una specie di brioche salata a forma di ciamberlla con semini di sesamo. E’ buona, sa di pane. E costa mezza Lt.

Con la nostra prima colazione tipica tra le mani ci sistemiamo sul ponte del traghetto per ammirare il panorama.

Spettacolo mattutino compreso nel prezzo, 5 delfini che gareggiano non si sa bene se tra loro o con il nostro navebus.

Sbarchiamo entro 40 minuti al porto ed un aroma forte di pesce arrosto invade le narici non ancora nel pieno della consapevolezza .

Ci sono banchetti improvvisati ovunque. Al prezzo di poche Lt c’è chi offre Kebab, una strana macedonia di sottaceti e… Tante tante pannocchie *_* E, ovviamente, panini espressi con il pesce sopracitato ed una foglia di insalata.

Siamo in strada ora, quella che costeggia il porto di Eminonu, sotto il sole e bagagli alla mano.

Mentre appendiamo l’unica mappa in nostro possesso al muro di una rampa di scale un tizio molto carino dal forte accento inglese ci chiede se serve aiuto. Manna dal cielo, ci facciamo spiegare come arrivare a “Sultanhamet”, il quartiere dove abbiamo prenotato on line il nostro albergo. Ci spiega che basteranno tre fermate di tram. Bene, rinbraziamo e salutiamo… Tranne poi accorgerci che non sappiamo nè il numero di tram tantomeno la direzione. Furbi.

Non ci resta che camminare un po’ alla rinfusa seguendo i pendolari cercando tracce di rotaie che, dopo un po’ ci sorridono dopo un ponte pedonale.

Per arrivarci ovviamente, per farci riconscere.. Scavalchiamo sulle pietre.

Arrivano due in divisa, abbiamo già fatto danni? No, sono solo tipi che ci spiegano dove comprare i biglietti. La cosra in tram costa 1,30 Lt.

“Sultanhamet” è davvero la terza fermata, viaggio veloce e con aria condizionata. La via del nostro Rose Hotel contiene due parole importanti “aya” e “Sophya”, cosa che ci fa andare tranquilli verso i minareti che si affacciano sul bel parchetto curato che abbiamo avanti.

Ma una Nenia ci d ail benvenuto. Ecco il Muezzin, lancia l’urlo – richiamo per gli altri sparsi su tutti i minareti.

Mentre cerchiamo di adattare le orecchie un tipetto insiste per aiutarci a trovare la strada giusta. “E’ la strada dove abito” Afferma spavaldo, ma poi corre a chiedere informazioni ai ragazzi dentro un bar. >_> 6 o 7 minuti ancora di cammino e l’hotel fsi fa vedere.

Rose Hotel, listelli di legno a vista, reception-man gentile e due turkacola come omaggio di benvenuto. Ci han portato anche le valige in camera. Terzo piano no ascensore. Uhm… La stanza è piccola, il letto è un piazza e mezzo (due ragazzi della nostra stazza devono volersi mooolto bene per intenderci..), c’è un altro lettino minuscolo alla parete, un comodino e un piccolo armadio.

C’è il bagno in camera ma non si entra. Per cui oprtiamo per utilizzare quello all’esterno. Non c’è doccia, né vasca, ah no aspetta c’è il braccio della doccia attaccato sul water. Uhm..Uhm… La stanza per tre notti comunque di viene 102 euro da dividere.

Dopo una doccia rocambolesca e un paio d’ore di relax e scendiamo per una paseggiata senza meta.

04 settembre Sveglia ore 9 (siamo viaggiatori seri noi…) Colazione fuori l’hotel in terrazzino, appena in tempo: pane freschissimo, miele, strana marmellata di albicocche, una specie di salame-wurstel-mortadella a fettine, burro e formaggio. E l’immancabile thè caldo.

Prima tappa turistica. Mosrchea Aya Sophya. Nata come basilica trasformata in Moschea prima poi in museo. Dopo averla vsitata arrivamo alla conclusione che sia solo una scusa per chiederci i soldi per poterla visitare, visto che di museale non ha proprio nulla. All’esterno un banchetto ci invita ad uno spettacolo di danze locali alla modica cifra di 30 Lt. Ci penseremo. (…Ed infatti ci andiamo due giorni dopo. Bello) Andiamo a zonzo ancora per un po’ fino ad arrivare al porticciolo ove siamo sbarcati. E’ d’obbligo la pannocchia. Costo 1 Lt.

Attraversato il ponte rientriamo in un’area un tantino più “occidentale”, marche note ai negozi e macchine e vestiti alla moda. Non ci piace. Torniamo indietro.

Ore 13,30 gli occhi cominciano a cadere sempre piò spesso su bar e localini tipici.

E’ la volta di “Hagoglu Sac Tava”, baffoni simpatici, cravatte degli anni che furono e tavolini mignon che per tovaglie hanno tappeti.

Io prendo un Adana Kebap, un involtino di carne speziato che vedo cuocere infilzato ad una spada sulla brace e 2 soda (per chi beve acqua effervescente naturale o gasata tocca premunirsila soda, loro acqua frizzante, è considerata bibita per cui costicchia.

Nico opta per un Karisik Kebap, mi sto di carni di pollo e agnello e 1 Coca.

Totale 18,50 Lt, pochino come al solito, ma ci sa un po’ di turistico.

Al momento del pagamento il cameriere si avvicina con una bottiglietta, niente paura non vogliono farvi ubriacare, è soltanto acqua e limone per farvi lavare le mani.

Passeggiando per il dopo pranzo arriviamo al quartiere universitario. Ci appare totalmente diversa dalla Istanbul pittoresca che abbiamo visto fino a qualche minuto prima. Edifici imponenti, traffico sostenuto e tanti mezzi pubblici, e siamo solo a 10 min max di cammino…

Siamo entrati pure in casa di uno… così sembrava ma in realtà era un’esposizione di opere, dipinti effettuati su carta di quotidiani e poi stesi su supporto di cartoncino grezzo. Colori spettacolari.

Alle 21,30 scendiamo per cena, con nostra sorpresa arrivamo che sta chiudendo tutto.

Cena da “Izmir”, una traversetta vicino la fermata del tram alla via principale, Divan Yolu.

Io: Corba (zuppa di vegetali indefiniti), Mantar Savatasi (insalata di funghi al sugo). 1 soda. 1 focaccina pane Nico: Kebab con Riso e MixPide (una specie di pizza oblunga condita con carne e verdure. 1 soda 1 focaccina pane Totale 32,50 Lt.

I dolci non ci ispirano così torniamo sdulla via del tram e cerchiamo una pasticceria che avwevamo intravisto all’andata “Cicidem Pastanesi” si chiama. 1 coca, 1 Tartalet (pasta di mandorle fresca) e una pasta con panna e cioccolato, pandi spagna e frutti di bosco ci vengono 7 Lt. Gnam 05 settembre Oggi andiamo alle Moschee, ma quelle vere eh.

Era una tappa da premeditare perché tocca mettere gonna lunga pantaloni lunghi e shalle.

Giardini della Moschea Blu, foto d’obbligo… e becchiamo un signore vestito da Turco-ottomano che gira con una supercaraffa con del succo di ciliegia. Ci facciamo la foto e ne prendiamo due.

2 mezzi bicchieri per 8 lire. Non abbiamo ancora capito se il prezzo è lievitato per la foto, la sua disponibilità o per cos’altro. Fatto sta che ci siam guardati in faccia e ci siam detti: “d’accordo ci siamo fatti fregare”. Ma chissà se il signore sa che è finito con una foto su una guida francese delle crociere Club Med (è vero.. L’ho visto ieri sfogliando il depliant per avere idee sul nostro prossimo viaggio) Poco più lontano c’è un signore che suona pifferi e trombette, sembrano bellissimi, mi avvicino come una bimba, Nico non può fare a meno che seguirmi. Mi invita a suonare lo stesso che suona lui, non riesco a dirlgi di no. Il problema è che pare che piò si lecca e sputacchia sul beccuccio dello strumento e meglio suona.. E vabbè, mi tocca.

Gli tratto la sua proposta di 35 Lt e con 20 Lt me lo porto via. (ovviamente nel viaggio ho perso il beccuccio la lecchiare e sputazzare epr cui quel coso non ha piòl suonato.. Ma questa è un’altra storia..) Nel cunicolo che porta all’entrata della Moschea c’è un odorino di Taleggio. Già.. Tocca togliere le scarpe e riporle in un saccheto di plastica.

L’interno è completament etappezzato di moquette bordeaux a fiori gialli e ci sono turisti sbracati qua e là. Niente di meno mistico si direbbe.. Ma in una cappella laterale è possibile intravedere donne in Burqa che pregano e chiachcierano. Le finestre sono interamente ricoperte di mosaici di vetro e alle pareti piò alte sono appesi dei grossi medaglioni che portano scritte in arabo.

E zompettare a piedi nudi su quella morbida moquette è fantastico! Ok… usciamo.

Mi ptrecipito a spalmare le piante dei piedi con abbondante antibatterico tanto per non sentirmi in colpa con la mia igiene personale.. Ma poi mi rincuoro osservando delle fontanelle ai lati della Moarchea dove tutti, ma prorpio tutti vanno a lavare accuratamant ei piedi prima di entrare. Sollievo.

Seconda tappa turistica della giornata: La Cisterna Basilica”, questa si che è uno spettacolo.

Non so quante grosse colonne sono piantate nell’acqua e illuminate sapientemente poco da lumini posti alla loro base.

Si cammina su percorsi di pietra e si resta incantati dai giochi fi ombree riflessi di luce nell’acqua e salle super carpe che boccheggiano in quegli stagnetti incuranti di foto e turisti. Bellissima , le 10Lt di entrata le vale tutte.

Ma si è fatta ora di pranzo per cui i pensieri diventano ben preso poco poco culturali… Sulla via che da all’entrata della Cisterna ci sono i soiti tavolini da fast food di kebab da un lato e ristorantini pseudo chic dall’altro. Ovviamente noi si opta per i primi.

Un signore si avvicina con degli assaggi di kebab, fine psicomarketing il suo, li assaggiamo e ci sediamo all’istante.

Io: Chicken Kebap + riso + succo d’arancia + coca + salsa di melanzane (buonissima) + caffè turco Nico: Lam Kebab + riso + succo d’arancia + insalata + salsa di yoghurt + caffè turco Totale 50 Lt, altino rispetto alla media.. Ma ce lo aspettavamo.

Passeggiando in piena digestione di imbattiamo in una terza Moschea giusto di fronte al porto. Si chiama “Yemi Cami”, ovvero Moschea Nuova. Questa si che è la tipica moschea, poco turistica e molto luogo di culto. Meno caos, meno macchine fotografiche e nessuna fila all’entrata. In compenso le pareti sono bellissime e di colori tanti ed accesi, iscrizioni fattead arte e una dolcissima musica di sottofondo. Mi alzo il floulard in testa.. Non ce n’è, fa molto Turkish style. Fuori dalla moschea una serie di piccoli stand e bancarelle. Ci sono qudretti colorati e immagini bellissime riproposte da artisti. Qui niente è abusivo, ogni pittore ha il suo bel tesserino rilasciato dalla autorità, persino il groppo “professionale” di lustrascarpe che con i loro baldacchini puliti e luccicosi d’oro tutti in fila aspettavano i clienti chiachcierando sommessamente. Tra gli atristi restiamo catturati dalla bravura di un ragazzo. Ha fogli prestampati con varie cornici su cui ricopia i nomi dei turisti trasformandoli in veri e propri capolavori in stile ottomano. E’ semplicemente supefacente: ghirigori, stelline, riccioli bizantini hanno abbellito prima Proue… poi Nico… e poi via via Alessio, Davide, Camilla, Leanra e così via. 5 Lt. Ogni foglio. Ultima tappa di nuovo il porto. Nico dice che fanno un succo d’arancia con con l’arsura estiva ri9corda decisamente rinfrescante. D’accordo proviamo anche quello. 1 succo d’arancia, 1 di limone. Buoni freschi ed economici. 1 Lt tutti e due.

Quasi regalati anche gli orecchini a forma di pentacolo in argento 925. 14 Lt. Nemmeno 10 euro. Prezzo assurdo.. Ma io felice *_* Tappa veloce per doccia e cambio e siamo di nuovo in strada. E’ la volta dell’internet cafè, manco a dirlo, econommico pure lui. Un’ora di connessione ci viene 1,50 Lt. Ma l’impresa è riuscire a scrivere con la tastiera turca. Dall’Altr aparte dello shcermo qualcuno si p fatto grosse risate.

Momento clue della giornata. La cena.

“Istanbul Simit Pizza” ci offre la carne sullo spiedino di ferro assieme a quarti di melenzana. La prendo immediatamente.

Nico preferisce un Kebab steso su una specie di panzanella e uno yoghurt. (apro una parentesi. Lo yoghurt che danno da bere deve esser eprovato assolutamente come sostitutivo della bibita al pasto. E’ una delle cose che non dimentichero’ mai della Turchia) Poi prendiamo 1 coca 1 acqua e 2 thè. Totale 28 Lt., e ci stanno tutte.

Non è ancor atempo di tornare a cas aquindi perchp non rinfrescarsi nel parco tra le due moschee a sorseggiare un Cassi? Il succo di ciliegia piò fasciòn di Istanbul. Talmente fasciòn che per quanto è dolce non riusciamo in due a finire la lattina. (ma portato a casa dei miei ha fatto furore) Le moschee illuminate di sera sono una visione fiabesca.

Vabbè, nanna che c’è da fare le valigie… Domani si lascia il Rose Hotel.

06 settembre Sveglia alle 8,30. Si lascia l’hotel.

I tipi dell’agenzia che avevamo contattato per tour di pochi giorni ci permettono di lasciare le valige lì fino alla partenza per la Cappadocia.

Questo espediente ci èpermette di portare senza pesi ulteriori i panni in lavanderia. Ce n’è una in una traversetta della via che percorre il tram che per 20 Lt ci lava e asciuga 4 kg di abiti.

Oggi sentiamo la mancanza del mondo occidentale così facciamo colazione da Starbucks ritrovando cioccolata calda espressi e muffins. Scelta triste visto che se ne sono andate 17 Lt e non siamo per niente soddisfatti dalla qualità.

Ma la colazione megacalorica ci sta tutti perché oggi si va alla Torre di Galata.

In realtà mi sta parecchio antipatica perché la vedo lontana, tanto lontana… e alta. Ma Nico ci tiene tanto… Le salite dall’altra parte del ponte sono da trekking, sempre piò antipatica mi sta. Non vi dico quando ci chiedono 10Lt per entrare… Croce nera.

Ma nico ci tiene tanto… Saliamo fino al piano numero 7 con l’ascensore poi tre piani a piedi e per cosa abbiamo pagato? Per finire attorno a dun balcone strettissimo di un ristorante super lusso, due persone assieme non ci passano. In piò c’è un vento tale da tenersi con una mano al muretto in pietra e l’altra il cappello. Mah… L’unica buona notizia della mattinata… è arrivata ora di pranzo.

Vi ricordate il pesce pescato e arrostito espresso al porto? Oggi tocca a lui.

Mezza baguette fresca, pescetto che scegli sulla piastra e cipolle 3Lt. Buono ma ci vuole il bis per saziarsi.

Mangiare su un gradino con i pescatori dietro che strillano al vento del Bosforo non ha prezzo… tutto il resto… è una pubblicità.

Mentre facciamo altra tappa da Starbucks per andare in bagno (sono davvero lindi) ci arrarezza l’idea di visitare il palazzo Topkapi, ma non appena arrivati lì il sole cocente l’idea ce la fa magicamente svanire.

Deciso, svacco di 2 ore dopo aver ritirato i panni in lavanderia in modo da presentarci freschi e rilassati per il viaggio in autobus che ci attend eper arrivare in Cappadocia. Ne approfittiamo per prenotare l’Ostello per l’ultimo giorno che saremo ad Istanbul. Arsenal Hostel, proprio solp’ra la lavanderia, ci da una camera doppia a 50 Lt.

Il tempo di ingurgitare kebab e Ayran (lo yoghurt) da colui che è diventato “il nostro amico Kebabbaro” e siamo davanti all’agenzia di viaggi. Ci trasferiscono in un pullman ed in men che non si dica siamo imbottigliati nel traffico della metropoli. Dove passiamo 40 minuti a motore spento. Ma per me romana c’è qualcosa di strano nel silenzio dell’aria.. Nessuna bestemmia, jessuno che scende dalla macchina ed impreca, solo l’autobus al fianco a noi nel bel mezzo della strada apre le portiere e lascia scendere chi vuole sul marciapiede. Si fuma, si chiachciera… poi si riparte.

Arriviamo così all’Otogar, stazione di autobus, dove il nostro pullman di linea ci attende per portarci in Cappadocia.

Già.. Alla fine abbiamo trovato proprio quello che cercavamo. 3 giorni ed una notte in cappadocia, 145 euri a testa compresa la notte in un hotel scavato nella roccia (i Cave Hotel, si trovano anche senza tour), 2 tour guidati, colazione e 2 pranzi. Unico neo, 11 ore di pullman per andare, 11 ore di pullman per tornate ad Istanbul.

Ma io e Nico siamo viaggiatori provetti e porendiamo le notti in pullman come parte del caratteristico e pittoresco viaggio… Già fantastichiamo sugli strani prodotti che troveremo negli autogrill turchi.

Il pullman è nuovo ed ha pure lo steward che con un sorriso pacioccone (nieeente a che vedere con i fotomodelli che abbiamo noi come steward negli aerei) ci offre prima acqua (stranissima, in vasetti tipo yochurt monoporzione), poi the e merendina.

I posti sono lasghi e non facciamo molta fatica ad addormentarci, ma quando il mezzo si ferma per la prima tappa, la curuiosità di visitar el’autogrill turco ci fa scendere alle 4 di mattina con un freddo boia.

In bagno ci sono le turche… non ve l’’aspettavate eh? Ti chiedono di pagare ma è possibile fare i vaghi e usufruirne gratis, vendonop un sacco di schifezze, dolciumi ij primis, ma anche strane patatine e tanta tanta frutta secca. Ma lo spettacolo degno di nota è fuori. In ujna specie di gabbiotto un tipo cuoce sulla piatra delle focacce. Attaccata alla piastra c’è una fontana. Un rubinetto che mesce roca bianca e spumosa. Temo che sia il mio amato Ayran… ma lì non mi sembra proprio così tanto buonissimo, così prendiamo solo la focaccia. In fondo sono le 4 del mattino… In tutto l’autobus fa altre 2 soste, lo steward è costantement epronto ad aiutarti, e la guida è tranquilla.. Buonanotte.

07 settembre Sono le 8 e qualcosa.. Il pullman si è fermato in un Otogar. Scendiamo un po’ spaesati e ci guardiamo intorno.. Fino ad accorgerci che un tipo con in mano i nostri nomi scritti su un cartello è lì davanti. Wow, fa tanto viaggione superorganizzato. E’ una sensazione bellissima. Essere consapevoli che in un altro continente (Ragazzi, siamo in Asia!), dall’altra part edel mondo qualcuno ci sta aspettando.

Un piccolo tranfer ci porta al nostro Cave Hotel, minuscolo, molto nature, e senza neon o grandi insegne. Stagliato davanti ad un panorama mozzafiato. Di quelle rocce a picco che vedevamo nei manifesti pubblicitari ad Istanbul, solo senz ala scritta “Turkey”.

Dopo lo stordimento iniziale entriamo in camera. Muri di pietra nuda, tappeti un po’ ovunque e bagno con vasca dentro unaparete rocciosa. Ottimo. Doccia, the di benvenuto.. Ed il ptimo tour comincia. La guida è una gnappetta biondina che parla inglese come mio padre, pero’ si cimenta anche in qualcosina di giapponese. Mio padre il giapponese se lo sogna la notte. Tappa n.1 Panoramique View e tipica Cave-House.

In pratica siamo andati su una collina e abbiamo fatto foto a tutto quell oche ci cirdcondava, rocce a picco, faraglioni e gole immense. Poi abbiamo visitato una casa ricavata da una grotta e ascoltato la storia della famiglia che ci abita.

Tappa n.2 The fairy Chemines, i camini delle fate.

Pietre dalla forma caratteristica (leggi fallica) che si ergono in una vallata brulla color arancio.

Tappa n3 Villaggo Monastero scavato nella pietra.

Posto bellissimo con cellette e chiesette ricavate in un blocco di montagna, dove i primi cristiani secondo la leggenda si sono rifugiati per scappare ai mori.

Tappa n.4 Fabbrica per la lavorazione di Onice e Tuchese.

Erano blocchi di cristalli eccezionali, avrei voluto portarmi tutto a casa giusro.. Ma i prezzi erano davvero alti Tappa n.5 Grotta adibita a taverna con un buon buffet caldo e freddo.

Abbiamo potuto scegliere tra focacce con formaggio, melenzane ripiene, kebab di carne o pollo, pasta da condire e insalate varie. Peccato per l’Ayran.. Era annacquato. Ah meglio in questi casi non esagerare con le bevande perchp non sono comprese nel prezzo pagato e spesso sono oggetto di grossi rincari.

Riprendiamo il tour e ci fermiamo in un paesino dove ci dicono che per campare gli uomini devono saper fare i vasi e le donne devono saper fare i tappeti. Contenti loro… In particolare visitiamo ed assistiamo ad una dimostrazione in diretta di sir Pallottolino, ovvero ragazzetto americano che è venuto al tour con la ragazza di origine indiana. Costui prova seguendo le indicaizoni del mastro.. A modellare un vaso. Tante tante risate.

I turchi hanno poco da biasimare. Ma una cosa è davvero insopportabile. Ti stanno dietro quanso giri per bancarelle.. Ti assillano e si sbattono prodotti sotto gli occhi. E poi hanno le mani davvero dappertutto. Basti pensare che per trattare sulla borsa che ha sostituito uno zainetto decaduto dopo tre anni di glorioso servizio sono riuscita a scendere dai 25Lt a 14 Lt ed una bella toccata di sedere. E vabbè.

Finalmente torniamo all’Hotel. Una doccia veloce e io e Nico scendiamo a visitar eil paesello che ci ospita. Che si riduce ad un bivio in cui sono concentrati tutti iristoranti, i bar ed i negozietti del posto. La scelta cade su “Cappi” ristorantino con terrazza che da sulle grotte.

Tutto assolutamente buonissimo e prezzi accettabili:1 corba (zuppa di lenticchie) 1 Cheese salad 1 Polpette in terracotta 1 Carne cotta in un vaso rotto davanti a noi 1 involtini di vite 1 The e 1 Caffè. Tot 32 Lt.

08 settembre Da giorni non dormivo così bene, fuori è tranquillo e la pietra ha tenuto un frschetto costante èper tutta la notte. Alle7,30 siamo giò svegli.

Doccia, valigia e colazione. E siamo pronti per la seconda giornata di Tour.

Tappa n. 1 La città sotterranea Ben sei livelli di cunicoli e cellette con oratori scuole e cucine annesse.

Tappa n 2 Trekking in un Canyon E ci facciamo 3 km su massi e sabbia costeggiando un fiume. No macchine, no urla se non qualche strilletto di bimbi che incitano qualche asinello per il guardo di turisti pigri.

Pranzo sulel rive del fiume. Poca la scelta e pessima la qualità. Tappa n 3 Il Caravan Serraglio Sulla via della Seta ci fernmiamo a visitar eil luogo dove i commercianti potevano sostare fino ad un massimo di tre giorni a spese del sultano.

Ed anche oggi è finita… Ci accompagnano all’hotel per prendere le valigie poi all’Otogar per prender eil pullman, Istanbul e altre 11 ore di pullman ci aspettano. Ma ormai, vuoi perché siamo veterani di viaggi, vuoi perché siamo esausti. Ci accomodiamo e crolliamo nel sonno.

09 settembre.

Dopo oltre 13 ore di viaggio ci dicono di essere arrivati. Ma noi abbiamo uqalche dubbio. Non somiglia all’Otogar dfa dove siamo partiti. Ed infatti poco dopo ci fanno gentilmente sapere che un tranfer diretto per Sultanhamet non c’è. Panico. Intanto mi accorgo pure che hanno sfondato il lucchetto della valigia, poco male.. La valigia è da poco, soldi non c ene sono e io mi vesto più o meno come loro. Riusciamo in qualche modo ad arrivare a Capa e da lì a prender eun tram che ci porti a Sultanahmet. In poco pmeno di due ore siamo al’ostello. Il tempo di rinfrescarci e la fame si fa sentire… Torniamo giù come due zingari. E cerchiamo la Kumpir, mega patata al cartoccio spaccata e riempita con tutto quello che capita a tiro: olive, piaselli, insalata russa, salame.. Una botta di vita a sole 4 Lt. Ma solo per me, Nico si cimenta in una specie di pizza alla pala. E, detto tra noi, mi è andata decisamente meglio. Va bene, siamo rinfocillati e riposati a dovere. Oggi il palazzo Topkapi non ce lo toglie nessuno. Per 10 Lt. Possiamo visitare il parco ed alcune stanze con oggetti del sultano. Il biglietto pero’ non comprende la visita all’Harem, per il quale toccherebbe sborsare altre 10Lt. Ma manco per idea. E finalmente è arrivata l’ora del Gran Bazar. Avete presente il mercatone megagrosso che si vede sempre in tv e giornali pieno di colori, sapori, odori? Quelle immagini incantevoli che da sole spesso parlano per tutta la Turchia? Ecco proprio lì ci avviamo.

Nico si era premunito di farmici passar evicino il meno possibile in questi giorni, per aver ela sopresa tutt aintera diceva, ed io ho a malincuore acconsentito.

Arrivati ad una delle grosse porte in metallo e legno che danno l’accesso al mercato la troviamo inesorabilmente chiusa. Unsignore che vuole rifilarci dei giubbotti in pelle di Parma (?) sentenzia il disastro. Il Mercato è in giorno di chiusura. Doh! Ma.. Ma.. Io ho buttato via mezzo guardaroba per far espazio alle bellissime gonne turche. Mi sento venir meno. A fatica Nico mi tira via dalla porta su cui avevo serie intenzioni di dare capocciate (.. O di farle prendere a lui…) e ci accontentiamo di una super spesa di the di milioni di tipi, bicchierini intarsiati e caffè turco. Vi diro’ ci accontentiamo talmente tanto che finiamo tutt ele lire e ci tocca cenare con le pannochie al parco. Siamo degli eroi. Ma nel parco abbiamo la fortuna di assistere alla creazione del primo lecca lecca espresso della storia. Una bacinella contenente zucchero denso colorato ed insaporito alla frutta che un tipo simpaticissimo arrotola su uno stecchino come quelli dello zucchero filato. Grande.

10 settembre E’ finita. Alle 7,30 la sveglia ci ricorda che dobbiamo tornare a casa. Tragitto inverso che per l’arrivo, Tram traghetto e autobus. E tutto questo in una tristezza resa ancor più malinconica dalla quasi assenza di vita per le strade e le bancarelle chiuse ovunque. Decidiamo di salutare per bene la gastronomia del posto e abbiamo la brillante idea di fare colazione con un wusterl al sugo dentro un filoncino di pane. Il nostro fegato ha dovuto sottostare alla tradizione. Ovviament eho fatto in modo da avere l’ultimo Ayran della mia vita. Sigh. Ci imbarchiamo, poi con l’autobus E10 torniamo all’aeroporto. Tranquillo, con controllo “tarallucci e vino”.

Che dire. Ho detto sin troppo. La Turchia vista da viaggiatori senza troppi vizi riesce a dar eil meglio di sé sotto ogni punto di vista. Ma sono convinta che come tutto il mondo se raccontata non asvela che uno spiraglio di un Mondo che per essere amato a pieno deve essere per forza Vissuto. Con i propri occhi, le proprie scarpe e, perché no, con il proprio stomaco.

Proudence.



  • raffaele75 raffaele75
    Ciao, mi piacerebbe fare il tuo stesso viaggio! Mi daresti i contatti dell'agenzia che vi ha organizzato il tour in cappadocia!? Grazie Raffaele raffaele.russo1975@libero.it"
  • raffaele75 raffaele75
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  • raffaele75 raffaele75
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