Australia fai-da-te
Temperature più o meno sui 23 gradi Sydney, Melbourne, Adelaide, Kangaroo Island. Sui 25-26 gradi nel Queensland.
Compagnia aerea: abbiamo volato con Emirates, andata: Venezia-Dubai-Sydney con scalo di 1 notte a Dubai (hotel “offerto” da Emirates), ritorno: Melbourne-Dubai-Venezia. In tutto sono 20 ore nette sull’aereo, probabilmente la rotta più breve per andare in Australia dall’Italia. Il viaggio è lungo e interminabile, ma si sopravvive, inoltre il servizio della Emirates è molto buono sia prima della partenza che durante il viaggio (ho prenotato tutto direttamente con il loro call-center, squisiti, ti fanno pure il visto gratis). Voli interni: abbiamo prenotato tramite internet i voli con le due compagnie low-cost australiane, Jetstar e Virginblue, ci siamo trovati bene.
Prima di partire per l’Australia abbiamo letto tanto, forse troppo. Abbiamo letto un sacco di cose, tra cui molti racconti su internet e abbiamo scoperto che l’Australia è un paese che genera falsi miti come forse pochi altri. La maggioranza delle descrizioni sono esagerate e imprecise. Questo racconto è frutto della nostra esperienza, saremo schietti, nudi e crudi. L’Australia ci è piaciuta molto e ci torneremo, è diversa da come ce l’aspettavamo e da come ce l’avevano descritta. In tutta onestà gli unici due che mi hanno fatto una descrizione perfetta di questo Paese sono stati un mio amico inglese e una ragazza australiana DOC. Bibliografia utile: GUIDE: Roughguide Australia (buona), National Geographic Australia, Adventure Travellers Australia del Viaggiatore, Queensland in inglese della Lonely Planet (pessima). Inoltre due libri belli che vale la pena leggere: LETTERATURA: Barriera per conigli/Pilkington, Le vie dei canti/Bruce Chatwin, In un paese bruciato dal sole/Bryson, Walkabout/Camuffo..
Detto questo, ci siamo organizzati da soli prenotando alcune cose via internet per i primi giorni e il resto l’abbiamo deciso in loco giorno dopo giorno.
SYDNEY (5 giorni) Arrivo a Sydney alle 6 di mattina: siamo carichi come delle molle, finalmente siamo in Australia dopo aver letto e sognato tanto, appoggiamo le valigie in hotel (Rydges Capitol Square, 56 euro a notte, hotel senza pretese, noi ci siamo trovati bene) e partiamo alla scoperta della città. La prima cosa che mi colpisce sono gli edifici degli anni ’50-’60, “vecchi”, mi aspettavo una città ultramoderna, stile New York, invece è tutt’altro. Andiamo sulla Sydney Tower, una ladrata 24$ per arrivare in cima a cui abbinano l’OZtreck experience, un’esperienza terrificante, un teatrino infarcito di stereotipi sull’Australia. Pazienza, ci godiamo il panorama e poi andiamo a pranzo. Dopo io vado a riposarmi, la stanchezza si fa sentire, M. Va a Darling Harbour poi mi telefona alle 6pm dicendo che è giù al pub dell’angolo e si sta facendo una birra con gli australiani. Bravo! Lui si è australianizzato subito, in maniche corte per tutta la vacanza, la prima frase che ha dovuto imparare è “non sono di qui” quando gli australiani chiedevano informazioni varie.
Nei giorni successivi esploriamo la città: Royal Botanic Garden con le volpi volanti sugli alberi, Sydney Opera House, Harbour Bridge, The Rocks, il centro finanziario, Darling Harbour, l’acquario.
Alloggiando nei pressi di Chinatown abbiamo provato tutti i tipi di cucina asiatica possibili, la scelta è vasta e piacevole, siamo pure finiti in un buon ristorante spagnolo. Visita alle spiagge: Bondi Beach, una piacevole sorpresa, sabbia bianca e mare cristallino (i palazzoni costruiti dietro alla rinfusa lasciano invece un po’ a desiderare). Invece Manly, non ci è piaciuta, pur essendo una gita raccomandata da tutte le guide. A Manly trovi due categorie di persone: anziani e donne incinta o post-gravidanza, se non si rientra in una di queste categorie difficilmente si apprezzerà un posto del genere. Interessante il viaggio in traghetto, in generale prendere traghetti o fare crociere sulla baia è sempre una bella esperienza, perché è la baia il vero gioiello di questa città.
L’ultimo giorno abbiamo fatto un’escursione organizzata alle Blue Mountains con veicolo 4WD, eravamo in 6 in tutto. Alla mattina ci hanno portato a far colazione al Featherdale Wildlife Park che meriterebbe una gita a parte (saperlo)! Bellissimo, appena arrivati ci hanno fatto vedere un cucciolo di canguro e dopo abbiamo potuto ammirare e accarezzare canguri e koala. Inoltre sono presenti tutte le specie australiane: pinguini, echidna, diavoli della Tasmania, dingo, ecc. Un’ottima introduzione alla fauna locale. Lasciando con nostalgia questo magnifico posto ci siamo diretti alle Blue Mountains, montagne ricoperte dalle foreste di eucalipto. Al tramonto ci hanno portato in una vallata piena di canguri selvatici che stanno mangiando l’erba. I nostri primi canguri “liberi”, che emozione vederli saltare in branco tutti insieme. Indimenticabile. Due maschi iniziano a lottare come pugili. La sera rientriamo a Sydney con un catamarano lungo il fiume Paramatta, la città è scintillante con le luci della sera.
CAIRNS: partenza per Cairns alle 7am con volo Jetstar (189 $), servizio impeccabile, dopo 3 ore atterriamo in questo posto umido e nuvoloso. Mentre ci dirigiamo verso il nostro hotel (Best Western, 49 euro a notte ma è troppo distante dal centro) vediamo un’altra Australia che ci sembra il Sudamerica. Le case, la vegetazione, la gente, tutta un’altra storia. Cairns è una cittadina che vive solo di turismo, piena di agenzie che organizzano qualsiasi giro in Australia, locali dove mangiare e negozi di souvenirs. Ci tocca utilizzare gli autobus perché il Best Western è lontano dal centro, gli autobus a Cairns funzionano male (ma come? Dov’è finita l’efficienza anglosassone?), ma ci siamo divertiti molto la sera a cercare di prenderli. Sono pieni di umanità, molti aborigeni, qualche turista e diversi ragazzi italiani che sono qui per studiare inglese. Il primo giorno ci facciamo un giro in centro, mangiamo indiano e prenotiamo le escursioni per i prossimi giorni: Green Island, Outer Reef e Cape Tribulation.
Green Island: pessima impressione. Andiamo con la Big Cat, una nave piena stracolma di giapponesi insopportabili (i giapponesi sono ovunque in Australia, ma in particolare a Cairns) e due turisti per caso come noi. L’isoletta non è niente di speciale compresa l’immersione.
Grande Barriera Corallina: abbiamo fatto un’escursione con una barca che consiglio vivamente Silverswift della Quicksilver, non fatevela sfuggire, parte sia da Cairns che da Port Douglas e ti porta sul reef esterno. Sono organizzati molto bene e lo staff è in gamba, casualmente con noi ci sono una quarantina di militari australiani che fanno immersioni, la consegna dell’attrezzatura e della muta è militare: di corsa sul ponte mentre la barca va a palla e vieni sbattacchiato da tutte le parti. Quasi tutti fanno immersioni, un gruppo più piccolo fa solo snorkelling. Il mare è splendido, non è freddo, ma la mezza muta pesante ci vuole, il reef è spettacolare: coralli enormi, madrepore cervello, foreste piene di colori: fuxia, blu, azzurri, gialli, pesci Napoleone in gruppo, tartarughe e altro ancora. Proseguiamo per vedere altri punti nelle vicinanze, in tutto faremo circa 5 ore di snorkelling e per gli altri 2-3 immersioni.
Alla sera torniamo a Cairns davvero felici e soddisfatti.
Cape Tribulation e Daintree River: escursione carina ma non memorabile con veicolo 4×4, siamo circa una decina, durante la visita alla foresta pluviale abbiamo visto i casuari con i piccoli.
Iniziamo a percorre la costa del Queensland da Cairns a Brisbane con varie tappe, è un itinerario che non rifarei, ma non potevo saperlo prima (in generale non consiglio la costa est dell’Australia).
MAGNETIC ISLAND: prendiamo un auto a noleggio con Avis, l’avevamo prenotata dall’Italia tramite il sito della Jetstar, una buona offerta (120 euro per 5 giorni, categoria compact con la condizione di portare l’auto a Brisbane) e partiamo dopo aver visitato il Cairns Tropical Zoo, non ne valeva la pena. Lo zoo è triste, l’unica cosa bella è il reparto “maternità” dove ci sono due koala femmina che hanno i piccolini. Arriviamo verso sera a Townsville, la città è deserta, troviamo un motel e ceniamo, ci sono dei buoni ristoranti sul molo. La mattina dopo prendiamo il traghetto per fare una gita di mezza giornata a Magnetic Island. Sull’isola noleggiamo un “moke”, una macchinina tipo quelle da golf per girare. Il tempo non è favorevole, molto nuvoloso. Abbiamo fatto una passeggiata sotto i forti dove abbiamo avvistato un koala appollaiato sull’albero. Nell’isola ci sono molti animali, abbiamo visto i rock wallaby, vari tipi di uccelli e vegetazione di vario genere. Dopo pranzo torniamo a Townsville, la sera arriviamo in auto ad Arlie Beach, dove dormiamo due notti al Comfort Inn (95$ a notte) e ci facciamo prenotare l’escursione del giorno dopo da un’agenzia locale. Le Whitsundays ed in particolare Whithaven beach sarebbero bellissime se solo ci fosse stato il sole! Alla mattina ci portano a fare snorkeling dalle parti di Hook Island, la barriera è magnifica, davvero spettacolare, peccato che l’acqua fosse ghiacciata e in tutto abbiamo resistito una decina di minuti…Andiamo a vedere il punto panoramico davanti a Whithaven Beach, potrebbe essere Polinesia, acque cristalline multicolori, azzurro, blu, bianco in contrasto con le foreste verdi che si riversano sul mare, spiaggia bianchissima. Purtroppo non c’è il sole e quindi rende un po’ meno, ma il posto è indubbiamente bello. Al pomeriggio ci fermiamo un paio d’ore a Whithaven beach, una spiaggia lunghissima di sabbia bianca e soffice. Il giorno successivo guidiamo per tutta la giornata da Arlie Beach fino ad Hervey Bay. Le distanze australiane sono enormi da percorrere in auto, una lunga strada dritta in mezzo al nulla. Pochissime auto in giro, è facile guidare in Australia (guida a sinistra). Arrivati stanchi ad Hervey Bay cerchiamo un posto dove dormire, ci fermiamo al Comfort Inn dove ci dicono che è tutto pieno. La signora della reception, gentilissima come la maggior parte degli australiani, inizia a chiamare tutti gli hotel del paese, ma a quanto pare è tutto pieno, è la stagione delle balene. Alla fine chiama due suoi amici Rob e Norma, due signori che ci affittano per una notte l’appartamento sopra la loro casa (80$), spettacolari. Ci aspettano davanti a casa, appena arriviamo grande festa, facciamo due chiacchere tutti insieme bevendo qualcosa. Ci organizzano l’uscita in barca di mezza giornata per avvistare le balene il giorno dopo. Il tempo è grigio, per fortuna non piove, e viviamo una delle esperienze più emozionanti di tutto il viaggio. Avvistiamo moltissime balene, nuotano sopra e sotto la barca, ad una distanza minima, fanno enormi salti davanti a noi, spruzzano e giocano.
Dopo questa mezza giornata meravigliosa riprendiamo la macchina e arriviamo fino a Brisbane, qui troviamo posto in un motel della catena Gold Chain. Inizia a piovere forte, piove per tutta la notte incessantemente, la mattina dopo ci alziamo e piove ancora. Le previsioni del tempo dicono che ci saranno 7 giorni di pioggia sull’Australia orientale, il centro di tutto è Brisbane. Gli australiani sono felicissimi, avevano un serio problema di siccità e accolgono la pioggia come un grande evento, noi siamo un po’ meno contenti. A questo punto decidiamo di cambiare itinerario, basta Queensland, non ci è piaciuto più di tanto, non è il nostro genere. Le previsioni danno ottimo tempo nel Sud dell’Australia e decidiamo di acquistare un volo per Adelaide con Virgin Blue, nel giro di due ore siamo in aeroporto e prendiamo l’aereo. Arriviamo ad Adelaide e qui il sole splende, il cielo è limpido, sembra primavera. All’aeroporto ci dirigiamo all’ufficio turistico, ci prenotano l’hotel per la notte (Paringa hotel, 95$) e ci danno un bel po’ di informazioni. Finalmente ritroviamo l’efficienza anglosassone, l’Australia immaginata. Dopo aver lasciato le nostre cose in hotel andiamo in giro per Adelaide, bella cittadina, ordinata e accogliente, andiamo in un’agenzia della Sealink ferries per organizzare la gita a Kangaroo Island. E qui spettacolo puro, il signore dell’agenzia ci tratta benissimo, ci prenota l’auto da Adelaide a Melbourne (5 giorni, una Toyota Camry), traghetto e pernottamento di 2 notti a Kangaroo Island, il tutto ad un ottimo prezzo. Come alloggio ci ha prenotato il posto dove di solito va lui con la sua famiglia e che si rivelerà il posto più bello di tutto il viaggio Dopo aver prenotato tutto restiamo fino a dopo la chiusura dell’agenzia a parlare di tutto, in particolare dell’Australia, politica, storia, cultura, problemi, gli aborigeni, gli inglesi.
21 agosto: partiamo alla volta di Kangaroo Island, la strada è molto bella, il paesaggio collinare verdissimo con gli alberi in fiore, pascoli ovunque, ci fermiamo in un paesino per comprarci il pranzo da un fornaio. Arriviamo a Cape Jervis felici, mangiamo le nostre cibarie semi-francesi e aspettiamo il traghetto. La traversata dura un’oretta circa, di fronte a noi c’è la splendida Kangaroo Island. Quando sbarchiamo sull’isola non stiamo più nella pelle, è bellissima, ricoperta da prati e pascoli, regna una pace infinita, le strade sono di sabbia rossa (solo 2-3 strade principali sono asfaltate), l’oceano azzurro come cornice. Animali ovunque. Ci fermiamo a Kingscote al supermercato a fare provviste poi ci avviamo verso il Western Caravan Park dove ci aspetta la nostra “cabin”, dall’altra parte dell’isola, all’entrata del Flinders Chase National Park. È il tramonto e la strada si popola di canguri. Siamo affascinati, i fari illuminano gli occhi di tantissimi animali, ci siamo solo noi sulla strada, una sensazione che avremo per tutti i due giorni di permanenza sull’isola (l’isola conta 300 abitanti in tutto più i turisti). Verso sera arriviamo al Western Caravan Park, pieno di canguri. La nostra sistemazione è una casetta di legno bianca in mezzo al bosco di eucalipti e al prato verde. Facciamo un giretto dopo cena, peccato non avere una torcia, sotto un eucalipto cadono delle foglioline e si sente masticare: c’è un koala anche se non si vede. Guardiamo le stelle e dopo andiamo a dormire cullati dal rumore del vento e dei canguri che mangiano l’erba. La mattina ci svegliamo presto, dopo la colazione usciamo, c’è un koala che fa dei versi tremendi, a proposito quell’orsetto che sembra così tenero fa dei versi spaventosi simili a quelli del maiale, l’avreste mai detto? È il maschio che va sull’albero della femmina e sembra richiedere un incontro amoroso, lottano furiosamente, lui viene menato di brutto e alla fine si ritira sul suo albero. Una scena degna di Quark. Partiamo con l’auto verso Admirable Arch, qui vediamo le otarie neozelandesi adagiate sulle rocce sferzate dal mare, la cornice è un arco naturale. Il paesaggio somiglia alla Scozia e all’Irlanda, ma qui c’è il sole. La tappa successiva è Remarkable Rocks dove ci sono rocce con strane forme che ricordano la Sardegna. Dopo ci fermiamo al Flinders Chase National Park dove tentiamo un percorso nel bosco delle favole per cercare gli ornitorinchi nel fiume. Il ranger ci aveva avvertito che avevamo bassissime probabilità di vederli, d’inverno si nascondono, in generale sono animali timidi, ma noi ci proviamo, naturalmente senza successo. L’unico posto dove abbiamo visto gli ornitorinchi è l’acquario di Sydney, da soli valgono il biglietto.
Mangiamo qualcosa al caffè del parco, al pomeriggio andiamo a Seal Bay a vedere i leoni marini in compagnia di una guida tutta per noi. I turisti di solito vengono a KI con una gita organizzata di 1 giorno, quando invece è un posto dove starci 3-4 giorni da soli per goderselo veramente. La spiaggia è bianca come molte spiagge su KI, anche qui sembra di essere in un documentario con la colonia di leoni marini dal colore argenteo. Proseguiamo verso Kingscote dove vediamo i piccoli pinguini azzurri, un giro di un’oretta organizzato da una guida/ricercatore locale che con una torcia che emana luce rossa (dicono per non disturbare i pinguini) ci fa vedere tutti i loro nidi dove hanno anche i piccolini. Il ricercatore oltre a spiegarci tutto su questi animali, ci spiega anche il cielo australe e altre cose.
Torniamo verso il Flinders, la strada è lunga e guidare di notte a KI è un incubo per via degli animali che attraversano la strada. Impiegheremo quasi tre ore per percorrere 160 km, fermandoci continuamente per non investire…Di tutto. Abbiamo visto branchi di canguri di tutte le taglie, dal piccolo al grande, opossum, gatti selvatici neri (pensavamo fossero i diavoli della Tasmania ma i rangers ci hanno parlato di “feral cats”). Tornati alla nostra casetta ci facciamo un tè caldo guardando i canguri e la natura, questo silenzio surreale ci mancherà molto al nostro ritorno.
La mattina dopo lasciamo la nostra casetta a malincuore, dopo aver controllato il koala sul nostro albero, troviamo un gruppo di wallaby in mezzo alla boscaglia, alcune femmine di canguro hanno il piccolino che spunta dal marsupio, rimaniamo un’oretta ad osservarli nelle loro attività.
Percorriamo la koala walk, ci sono molti koala attivi sugli alberi, una di loro particolarmente bella si avvicina senza paura ed M. L’accarezza. Un koala corre sul terreno, che buffo! È un peccato dover lasciare questo posto meraviglioso in una giornata di sole e cielo limpido. Dopo aver assaporato un altro po’ di natura e aver scambiato due chiacchere con un’anziana benzinaia che ha allevato un canguro orfano, ci avviamo al traghetto. Arrivati a Cape Jervis guidiamo per molte ore, vediamo un bel tramonto a Coorong e proseguiamo, ci fermiamo a sera inoltrata in un motel sulla strada (75$). Il giorno dopo guidiamo fino a raggiungere la Great Ocean Road, le distanze sono enormi come sempre, ci fermiamo nel pomeriggio a Tower Hill, un parco lungo la strada, dove in passato c’era un vulcano. La giornata è primaverile, facciamo una passeggiata in mezzo ad alberi di mimosa in fiore, eucalipti, prati e vediamo molti emù (lo struzzo australiano), alcuni koala sugli alberi e una femmina di canguro con il piccolo nel marsupio. Il prato è anche pieno di conigli. Proseguiamo e arriviamo fino alla Shripwreck Coast, la costa del naufragio, grandi scogliere sul mare. Vediamo Loch Ard Gorge e poi andiamo ai Dodici Apostoli per goderci il tramonto.
Per dormire torniamo a Port Campbell in un posto molto carino (www.Lochardmotorinn.Com.Au) dove il signore della reception ci chiede un sacco di cose sull’Italia, la settimana dopo sarebbe venuto nel nostro Paese per starci un mese.
La mattina il sole splende e torniamo ai Dodici Apostoli, molto belli, dopo ci fermiamo a Cape Otway dove avvistiamo un po’ di koala sugli alberi e proseguiamo fino ad Apollo Bay. La costa è bella, pranziamo molto bene in un locale ad Apollo Bay e ripartiamo. Arriviamo a Melbourne di sera, il centro sembra un po’ Manhattan, non è facile guidare, qui la svolta a destra è la più particolare del mondo.
Ci fermiamo al Best Western in pieno centro, è un po’ caro (150$), ma dobbiamo stare solo per l’ultima notte, quindi parcheggiata l’auto e scaricate le cose, andiamo in giro per la città. Melbourne è viva, è piena di locali e di ristoranti, per non parlare degli innumerevoli cafè, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Rientrati in hotel siamo tristi al pensiero che ormai il viaggio è finito, ci piacerebbe poter restare di più. Il giorno dopo visitiamo Melbourne, ci piace molto, sulle strade del centro si alternano grattacieli moderni a palazzi “antichi” e decorati. È in corso una mostra del MOMA, la città è il centro culturale dell’Australia e si vede, dopo una passeggiata ai Royal Botanic Garden ci fermiamo in un cafè insieme a tanti australiani che si stanno godendo la domenica mattina. Al pomeriggio continuiamo la nostra esplorazione fino alle 5 di pomeriggio quando rientriamo in hotel, prendiamo un taxi e andiamo all’aeroporto, il nostro aereo parte alle 21.30. Il taxista è greco (Melbourne è soprattutto una città di immigrati, greci e italiani su tutti) e ci racconta molte cose, ci prende in simpatia e scherziamo tutti insieme. Se volete vedere le foto o chiedere informazioni scrivetemi a gattolibero@gmail.Com Buona Australia a tutti!