A Stoccolma d’estate i locali portano il cappotto
Primo impatto: fuori dall’aeroporto, dalle luci, il buio PESTO! Non un lumicino, neanche in lontananza. Solo noi sul bus. Non c’era altra anima viva nell’arco di chilometri. Alberi (abeti!) che si scorgevano ai lati della strada e poi il buio più pesto e nero. Per “vivacizzare” il tragitto, ogni tanto un qualche banco di nebbia (ma di quelli tosti, proprio) si presentava sulla via. Siamo arrivati in città dopo un’ora e mezza abbondante, di fronte alla stazione dei treni (i bus si fermano a lato della stazione Cityterminalen) dove con un taxi (tariffa fissa urbana, 150Skr) abbiamo raggiunto l’hotel Oden, contrassegnato da un bell’elmo vichingo con tanto di corna, riprodotto sulle porte delle stanze. Check in all’1:30 a.M. E nanna. Fortuna che c’era il servizio di portiere notturno!!! NOTA 1. Niente cena perché troppo tardi e perché con Ryan Air, abbiamo scoperto, ciò che si vuole consumare durante il volo, si paga a parte. Ci eravamo muniti di crackers e Pavesini, ma ha “cenato” solo mio marito. A me non andava.
NOTA 2. L’aeroporto di Skavsta si trova nella “ridente” località di Nyköping, circa 150 km a sud di Stoccolma (ma c’è sempre un servizio di navette in coincidenza con l’arrivo di ogni volo) NOTA 3. L’hotel Oden si trova in Karlsbergsvägen, 27, vicino all’Odenplan (piazza Oden), a nord, rispetto al centro storico (Gamla Stan), comodamente situato proprio sopra uno degli ingressi della metro, fermata Odenplan NOTA 4. La metro qui è segnalata dalla lettera T, che sta per Tunnelbanan (bah, no comment) NOTA 5. Il nostro codice Ryan Air era LNL5DH. Partenza, volo FR1944, ore 20:35, arrivo ore 23:15; Ritorno, volo FR1943, ore 17:30, arrivo ore 20:10. Prezzo complessivo a/r, in due, 151,28€.
17 agosto La città ci aspetta. Partiamo (a piedi) perché la guida ci suggerisce di passeggiare lungo Sveavägen, piena di negozi: bel violone, passeggiata molto gradevole. Tra l’altro, uscendo dall’albergo, abbiamo notato che accanto c’è un supermarket aperto fino alle 22 (grande info importantissima!). Si chiama “Vivo”. Ovviamente ci siamo subito incamminati verso destra, convinti di andare verso il centro (di là eravamo arrivati col taxi la notte prima), poi per scrupolo un occhio alla mappa e… dietro front! Dovevamo andare dalla parte opposta. Comunque, gradevole passeggiata lungo Sveavägen (dove SuperTechMan ha ovviamente notato in una vetrina l’ultimo modello di I-Pod non ancora arrivato in Italia). Un bel viale arioso.
Prima impressione su Stoccolma: città molto luminosa, con temperature gradevoli (22 gradi di giorno e 14 la sera), con grandi spazi e tantissime –troppe- persone tutte uguali: alte, bionde, occhi azzurri e fisici da fare invidia. Già… tutte “banalmente” identiche.
Forse perché camminavamo, i 22 gradi per me significavano “caldo”, nonostante il vento gradevolissimo. Per questo non riuscivo a capire il motivo per cui molti locali, a quella temperatura, si ostinassero a indossare maglioni o mantelle di lana a collo alto e i bar con tavolini all’0aperto di sera si ostinassero ad accendere gli “scaldini/bracieri”. Bastava un golfino, o, al più, una felpa, per stare bene… sarà che in questo modo vogliono ricordare ai turisti che, comunque, siam pur sempre al nord! Nel seguire scrupolosamente le indicazioni della guida (“per visitare Stoccolma, bastano un paio d’ore”), continuiamo a piedi lungo il percorso citato e andiamo dentro e fuori dalle isole più importanti della città (che sorge su un arcipelago di oltre 14mila isole, appunto – per fortuna solo 5 sono quelle di maggiore importanza, oltre a qualcosina su terra ferma). Morale: a fine giornata non avevamo ancora visto tutto quello che suggeriva la nostra “Bibbia”… Ora, certamente sono lenta e certamente ho sfruttato tutto il tempo a disposizione per il pranzo in un KONDITORI (tipico locale self service con panetteria annessa), ma altrettanto certamente la guida aveva un tantino esagerato.
NOTA SUL PRANZO: in questo locale, situato in Stortorget, alla base della casetta azzurra che dà sulla piazza, funziona così: si entra sotto un portico, a destra c’è l’ingresso alla panetteria, di fronte quello al “ristorante”. Sul bancone o in una vetrina ci sono delle focacce (io ho scelto quella formaggio e olive) e un sacco di dolci (ho preso un tortino caldo inondato di vaniglia). Si paga alla cassa (un extra se si vogliono anche tè o caffè), dopo di che si prende posto. C’è anche un enorme bancone self-service con insalate, patatine, frutta. Ci si può servire lì e poi andare alla cassa. Di fatto, però, una volta seduti, si può fare bis, ter ecc. Al banco self-service, senza che nessuno dica nulla e senza pagare un centesimo in più. Lo stesso per l’acqua, su un bancone a parte, in diverse caraffe, con all’interno fette di limone, mela verde o cetriolo… mah! Acqua aromatizzata. Strana usanza.
Durante la giornata, inoltre, abbiamo approfittato per entrare in qualche negozio “di design” –o presunto tale- e obiettivamente la sensazione è stata quella di “déjà-vu”. Niente ci giungeva nuovo, né ci pareva caratteristico. Tutto già visto a Milano, all’Ikea o da Cargo Hi-Tech. Peccato! Dopo una giornata intera di passeggio (NOTA: Stoccolma è tutta sali-scendi… dolci quanto si vuole, ma comunque non è in pianura!), le mie gambe non rispondevano più. Abbiamo quindi deciso di andare al supermarket sotto l’hotel, fare la spesa (baguette e salume) e salire in camera a cenare. Qui tra l’altro ho comprato uno yogurt da bere al sapore di mango-passion-pitanga. Buonissimo, anche se non ho trovato “pitanga” sul vocabolario! 18 agosto La giornata di oggi in città è dedicata ai musei.
Primo fra tutti il VASA Museum, dedicato unicamente alla omonima nave vichinga inabissatasi poco fuori dal porto di Stoccolma nel XVII secolo, unico vascello superstite dell’epoca. Originali anche quasi tutti i reperti conservati nel museo, presenti proprio sull’imbarcazione.
Il Vasa è enorme e il museo val bene una visita.
Non siamo entrati al Nordiska Museet, a pochi passi dal Vasa, che conserva 500 anni di storia e cultura svedese, per dirigerci invece a Skansen, ovvero quello che viene definito “il museo all’aria aperta più antico del mondo”. Si trova sull’isola di Djurgården, dove è situato anche lo zoo. In pratica Skansen è una specie di “Italia in Miniatura” versione svedese, dove invece di miniaturizzare le città, hanno ricostruito palazzi e chiese di altre parti della Svezia, oltre che abitazioni, strade, negozi; insomma un vero e proprio villaggio in cui ogni giorno persone in costume si impegnano in mestieri, usi e costumi di un tempo, vestendo abiti tradizionali, soprattutto del 18mo e 19mo secolo. Essendo qui lo zoo, chiaramente non potevamo esimerci dall’andare in cerca della Renna e dell’Alce… non vederli è come neanche andare in Svezia! E alla vista delle prime Rune, assalita dagli incubi degli esami di Filologia Germanica, non potevo che farmi immortalare con queste antiche iscrizioni, che tanto mi hanno fatto penare all’università.
Infine, non poteva mancare il Museo del Ghiaccio. Una trovata tanto semplice quanto geniale: si entra tutti bardati in un ambiente sotto zero (-6°C, per la precisione) e si fanno due passi fino a un letto di ghiaccio, passando accanto a un tavolo con bicchieri di ghiaccio, sfiorando le pareti di ghiaccio. In pratica una cella frigorifera, ma davvero simpatica. Passeggiando per la città poi siamo finiti nel vicolo più stretto di Stoccolma, passando di fronte a diversi negozi di design e vetrine con trolls e folletti in bella mostra.
19 agosto Escursione a Uppsala.
Uppsala è sede di una delle università più prestigiose della Svezia. Da vedere qui, oltre all’immenso duomo, anche la sede dell’Università, il Castello, le tante pietre runiche distribuite per la città e, poco fuori, a Gamla Uppsala, le cosiddette “tombe degli dei”, ossia una serie di collinette in cui sembra sia stato sepolto, tra gli altri, anche lo stesso Odino.
A Uppsala si arriva comodamente in treno, attraversando la campagna svedese e in 4-5 ore, viaggi di andata-ritorno compresi, si è già visto tutto.
Pertanto il pomeriggio è stato visitato a una parte della città che non avevamo ancora visto, quella del municipio (Stadhuset), dal cui parco si gode di viste sulla città davvero mozzafiato.
20 agosto Ultima passeggiata in città prima di ripartire.
Negozietti per souvenirs, foto con elmo vichingo e visita romantica a Stortorget, la piazzetta più carina della città, con tante case colorate e a due passi dal Museo del Nobel. Chiusura della vacanza da Ahléns, un enorme centro commerciale dove abbiamo comprato due bei tappeti in bambù, destinazione bagno di casa nostra.
DA NON PERDERE A STOCCOLMA: * Passeggiata in centro, tra un’isoletta e l’altra, con passaggio in Stortorget (piazzetta deliziosa) e Gamla Stan (l’isola principale); bellissimi gli attraversamenti dei ponti… e non dimenticate di guardare in acqua: potrebbero esserci sculture galleggianti o curiosi “tubi dei desideri” in cui urlare il proprio per consegnarlo al mare * Palazzo Reale * Storkyrkan (la chiesa dei reali) * Museo del Nobel * Stadshuset (il municipio) * Vasa Museum + (se c’è tempo) Nordiska Museet * Skansen NEI DINTORNI (se si ha una mezza giornata a disposizione): * Uppsala + Gamla Uppsala