Mauritius: 10 giorni a spasso con la lemon car
Abbiamo ovviato a tutto ciò acquistando il solo volo e noleggiando un auto che ci permettesse comunque di sentirci sempre un pò viaggiatori.
La nostra scelta si è rivelata ottimale, e Mauritius ci ha accolto in tutto il suo splendore e la sua ricchezza , non solo legata alle pur famose spiagge.
SABATO 19/1/08 arrivo DOMENICA 20/1/08 Partiamo da Venezia con Emirates .Dopo 12 ore di volo più 3 di scalo a Dubai, atterriamo all’international Airport Sir See Wosagur Rmgoolam di Mauritius.
Abbiamo prenotato su internet una macchina senza che ci venisse chiesto alcun acconto o carta di credito a garanzia. Quindi quando il moretto ci ha accolto con il cartello con il nostro nome, fuori dall’aeroporto, ne siamo rimasti sorpresi.
Il contratto viene stipulato manualmente seduti in macchina nel parcheggio. Paghiamo l’intero importo del noleggio cash (eur 250 per 10 giorni) e prendiamo possesso della nostra macchinetta, una Hyundai Atos giallo limone , grande poco + di una scatola di tonno, con guida a sinistra e da oggi denominata Lemon Car.
La prima fermata è a poche centinaia di metri per il pieno. La benzina costa circa 1 eur al litro.
Imbocchiamo l’autostrada verso Nord. Facciamo uno stop per comprare dell’acqua perché in poche decine di minuti abbiamo già sudato l’impossibile. Il caldo è intenso e l’umidità si fa sentire.
Deviamo in una strada laterale dove vediamo l’insegna di un bar. Improvvisamente sembra di essere catapultati in un altro paese. Indiani, strade indiane, spazzatura indiana, locale indiano, bambino indiano (ma con scarpe).
Compro una bottiglia di acqua fresca da lit 1,5 (18rm meno di 50 centesimi) e pensando di aver sbagliato continente (ma non era Africa?) proseguiamo il trasferimento verso nord.
L’aria condizionata è soft (talmente soft da non sentirsi), tanto che sono + refrigeranti i finestrini aperti.
Oggi è domenica quindi non incontriamo tanto traffico. Non piove (anche se le nubi ci fanno sempre compagnia), quindi saranno tutti in spiaggia.
Arriviamo dopo un’ora e mezzo circa a CAP MALHEUREX, all’estremo nord e ci sistemiamo in uno studio a pochi metri dal mare nel complesso Kuxville gestito da una famiglia di tedeschi.
La camera è semplice ma confortevole e abbiamo una veranda con annesso piccolo cucinotto. Si è subito in spiaggia (anche se qui è mignon) e c’è un giardino con sdraio, tavolini e alberi dove poter ripararsi all’ombra.
Mi rendo conto che dovrò sopravvivere agli animali con cui conviverò per tutto il periodo (zanzare, geki, scarafaggi, uccelli, insetti vari…), ma è caldo, è la stagione umida quindi non posso chiedere alla Natura di cambiare il suo corso per me. Sarà una lotta all’ultimo sangue ma cercherò di resistere. Intanto ho già preparato i due metri di zanzariera fai da te, con cui mi coprirò durante la notte e che diventerà la mia seconda pelle.
Ci sdraiamo all’ombra in riva al mare. E’caldo ma ventilato e dormicchiamo un po’ cercando di riposarci dopo la notte “quasi insonne” in aereo.
Nel tardo pomeriggio con la lemon car usciamo per esplorare la zona circostante.
Raggiungiamo PEREYBERE, una bella piccola baia , che oggi, essendo domenica, è invasa dai mauriziani che si godono la giornata in spiaggia, o in pineta facendo picnic con tutta la famiglia. Passeggiamo, mischiandoci con i locali e bevendo qualcosa in uno dei tavolini all’aperto.
Ci spostiamo più ad est, a GRAND BAIE dove ceniamo al Caffè de la Plage che ha una splendida terrazza affacciata sul mare. Cena discreta, cameriere non troppo simpatico.
LUNEDI’ 20/1/08 Ci svegliamo tardissimo e cerchiamo di capire come funziona la colazione. Arriva la cameriera/cuoca, una ragazza di origine indiana (strano…)e ci prepara nel piccolo cucinino la colazione con caffè, thè, baguette tostata burro e marmellata. Mangiamo ammirando all’orizzonte COIN DE MIRE, l’isolotto a forma di cuneo che si trova davanti a noi a 4 km dalla costa. La mattinata scorre veloce tra internet e supermercato a Grand Baie. Decidiamo di fermarci in spiaggia a Pereybere, oggi molto + tranquilla, con solo qualche turista. Noleggiamo ombrellone e due lettini per 500 rm (circa 12 eur). Stiamo tassativamente all’ombra e ci concediamo due bagni rinfrescanti nelle acque cristalline di questa piccola spiaggia.
Tornando verso Cap Malheurex ci fermiamo ad ammirare e fotografare la carinissima chiesa dal tetto rosso, in questo piccolo villaggio di pescatori.
Torniamo al Kuxville dove la cuoca ci ha appena preparato la cena. Sono le 18.00 passate da poco, ma lei aveva l’ultimo autobus per rientrare a casa.
Siccome per pranzo abbiamo mangiato solo una piccola quiche decidiamo di fiondarci sulla cena. Pollo al curry, riso bianco, insalata mista, papaya ed ananas per dessert. Il frigo è pieno di birra e vino. Possiamo veramente sbizzarrirci. Una vera bontà…
Arriva un breve temporale accompagnato da vento forte ma la nostra veranda è riparata, quindi possiamo rimanere seduti ad aspettare il tramonto (verso le 19.00).
Siamo noi, il vento, le onde e qualche uccellino. Il “silenzio” della natura.
MARTEDI 21/1/08 Oggi è festa nazionale, una festa indù/tamil chiamata Cavadee. Assistiamo subito al passaggio di una processione sulla strada davanti al nostro studio. Mi ripeto, mi sembra di essere nel Tamil Nadu. Uomini che per penitenza si trafiggono il corpo di aghi e si forano la lingua e le guance con degli spilloni e camminano portando un arco di legno ricoperto di fiori, una sorta di altare. E’spettacolare e la partecipazione è massiccia. Questo dimostra quanto la comunità di origine indiana sia in maggioranza in questa isola (circa il 70%) e quanto le loro tradizioni si siamo mantenute e tramandate negli anni, da quel lontano 1835 quando arrivarono in massa per lavorare come braccianti nelle tante piantagioni di canna da zucchero.
Ci dirigiamo verso Trou D’eau Douce e l’ile Aux Cerfs. Impieghiamo due ore abbondanti perché lungo il percorso ci imbattiamo in un’altra processione per il Cavadee ed il traffico viene bloccato fino al suo passaggio. Inoltre sbagliamo anche strada, vagando per la campagna, alla ricerca di inesistenti indicazioni stradali.
Finalmente prendiamo la barca che in 15 minuti ci porta a l’ ILE AUX CERFS, con la vichy tours per rm 250 a testa.
Vicino all’attracco della barca ci sono centinaia di persone, praticamente non c’è un buco libero per stendere l’asciugamano. Basta però allontanarsi a piedi 10/20 minuti e ci si può stendere in quasi totale tranquillità. L’isola è molto bella e varrebbe la pena di spenderci più tempo, magari in un giorno non festivo e con un caldo meno opprimente. Rientriamo verso le 15.00 anche perché il cielo si sta coprendo velocemente. Riusciamo infatti a scampare ad un forte temporale che si abbatte su di noi non appena saliamo sulla nostra Lemon Car.
Ritorniamo verso Cap Malheurex percorrendo la strada costiera orientale e ci fermiamo ad ammirare la bella spiaggia di Belle Mare.
Decidiamo di cenare a Grand Baie in un ristorante italiano Luigi’s che ha buoni commenti sulla Lonely Planet. E’famoso anche per la pizza ma noi preferiamo concentrarci sul pesce. Non ci delude.
MERCOLEDI’ 23/1/08 Ci spostiamo a TROUX AU BICHES, all’Hotel Le Sakoa dove dormiremo le prossime due notti. Bellissimo hotel, con poche camere ma quasi sempre completamente esaurito e prenotato con notevole anticipo. La camera da letto è enorme, si trova al primo piano con una terrazza che da sul giardino e abbiamo anche una cucina attrezzata. Dopo aver sistemato i bagagli la Lemon Car ci porta agli splendidi giardini botanici di PAMPLEMOUSSES, il regno delle palme e delle ninfee giganti. L’ingresso è a pagamento (100 rm) tranne la domenica e i giorni festivi. All’uscita dalla visita ci concediamo un pranzo veloce in uno dei tanti baracchini per strada dove mangiamo i migliori Mine frit di tutta la vacanza (tagliolini cinesi saltati con verdura e carne) e dei Roti, una sorta di pane chapati o piadine conditi con delle salse ai legumi. Una delizia per il palato, costata neanche due euro (coca cola inclusa). La parte più folkloristica è stata il lavaggio del piatti su cui abbiamo mangiato, ma oramai credo che ad ogni viaggio aumentino i nostri anticorpi.
Visitiamo subito nelle vicinanze L’aventure Du Sucre, vecchia fabbrica di zucchero di 5000 metri quadrati riconvertita in un museo che mostra tutti i segreti e la storia della fabbricazione dello zucchero di canna (ingresso rm 350 a persona).
Ogni tanto incontriamo delle piogge torrenziali, ma fortunatamente sempre quando siamo in macchina. Torniamo verso Troux au biches, passando da Pointe aux Piments, attraversando immensi campi di canna da zucchero.
Rimaniamo in spiaggia fino al tramonto, sfuggendo ad una breve pioggia, riparandoci sotto l’ombrellone.
Ceniamo all’Assiette du Nord, sempre consigliato dalla Lonely Planet (eur 25 in due), locale semplice ma piacevole e con camerieri molto disponibili. Assaggio i calamari con la salsa rougaille fatta con pomodori locali, cipolla, erbe aromatiche, aglio, zenzero, peperoncino.
GIOVEDI’ 24/1/08 Dopo colazione partiamo per visitare la capitale , Port Louis. Prima di entrare in città ci fermano dei vigili dicendo che stavamo superando il limite di velocità, 65 km/h invece di 60. Andrea si è un pò impuntato perché aveva appena guardato il contachilometri e non stava superando i 60, così come tutti gli automobilisti che ci attorniavano visto che c’era piuttosto traffico. Voleva molto probabilmente mostrare la sua superiorità, anche perché non aveva nessun strumento per misurare la velocità. Dopo qualche domanda di rito e senza controllare i documenti ci ha comunque subito lasciato andare senza problemi.
Parcheggiamo al Caudan Waterfront, un centro commerciale elegante e di gusto molto occidentale, e raggiungiamo a piedi il caotico centro città dominato soprattutto dal mercato quotidiano dove però non ci siamo trattenuti molto, visto che alla fine era rivolto soprattutto ai turisti con la vendita di souvenirs vari. Abbiamo passeggiato per il quartiere cinese, ammirando la tanta operosità che distingue questo popolo e i tanti e vari negozi di ogni genere. Siamo tornati al Waterfront dove abbiamo pranzato velocemente con un Kebab. Riprendendo la macchina abbiamo notato un mercato più locale e vero, di frutta e verdura, dove però abbiamo deciso di non fermarci perché eravamo stremati dal caldo. Lungo la strada di ritorno ci siamo fermati in due Factory outlet, che richiamano sciami di turisti alla ricerca della maglietta griffata. Si, effettivamente ci sono cose carine, anche non molto costose e di buona qualità ma alla fine si tratta di imitazioni dei marchi più in voga (Gucci, Dolce e Gabbana, Diesel, ecc. Ecc.) Passiamo il pomeriggio in spiaggia all’hotel Sakoa e oggi il tempo è decisamente migliore.
Ceniamo nel romantico e suggestivo “La Cravache d’or”, accompagnati da musica jazz di sottofondo e dal rumore del mare . Mangiato molto bene, una menzione speciale il dessert: millefoglie di mele alla cannella con crema alla vaniglia.
VENERDI 25/1/08 Lasciamo Le Sakoa per dirigerci più a sud, FLIC EN FLAC dove la proprietaria di una guest house che abbiamo contattato e che era piena, ci ha trovato un appartamento per le ultime 4 notti. Ci impieghiamo un’ora e mezza circa, anche perché la strada è sempre la stessa e ripassa da Port Louis. L’appartamento è piacevole, si trova dall’altra parte della strada rispetto alla spiaggia, vicino a molti ristoranti. Pranziamo con Mine frit e dim sum, al baracchino in pineta e passiamo il resto del pomeriggio in spiaggia. Per la cena ci siamo aggregati agli ospiti della Sig.Ra Kit della guest house, che una volta a settimana mette in pratica il suo corso di cucina utilizzando prodotti locali. Ci troviamo ad una tavolata di 10 persone, tedeschi, francesi, spagnoli e noi italiani. Una piacevole serata e del buon cibo per soli 8 eur a persona (bevande escluse che ogni ospite si è portato). Concludiamo la serata al casinò di Flic en Flac, dove Andrea riesce a vincere puntando sul 14. Praticamente ci viene gratis la cena di ieri sera a La Cravache d’Or.
SABATO 26/1/08 Stanotte non abbiamo chiuso occhio, causa il caldo. La camera da letto si trova sottotetto ed è praticamente un forno. C’è l’aria condizionata ma non l’accendiamo perché si trova a 5 centimetri dalla testa ed è molto rumorosa.
Per la colazione ci arrangiamo in appartamento,avendo ieri sera provveduto a fare la spesa al locale supermercato.
La Lemon Car ci porta verso il centro sud. Visitiamo infatti le terre colorate di CHAMAREL un parco dove si trova del terreno ondulato di differenti colori, un fenomeno naturale di origine vulcanica.Ci sono anche delle belle cascate a strapiombo sulla rigogliosa vegetazione tropicale. Da Chamarel, una suggestiva strada tutte curve ci porta a sud, dove percorriamo la strada costiera, passando per BAIE DU CAP fino ad arrivare a SOUILLAC e fermarsi ad ammirare la meravigliosa e selvaggia spiaggia di GRIS GRIS con le scogliere a picco sul mare. Ci concediamo uno squisito pranzo a base di aragosta da Chez Marie (rm 1600).
Visitiamo a poca distanza LA VANILLE RESERVE dove oltre a coccodrilli, iguane, pipistrelli, serpenti immersi in una natura lussureggiante formata da banani, palme e bambù giganti, vediamo per la prima volta le tartarughe giganti terrestri. Belle imponenti, sembrano veramente degli animali preistorici arrivati a noi.
Riprendiamo la strada costiera per il rientro, passando per la bellissima penisola di LE MORNE, sovrastata dall’imponente picco alto 556 mt.. Ci fermiamo per un paio ore di riposo in questa spiaggia, insieme ai tanti mauriziani che si godono il giorno festivo. Prima di rientrare a Flic en Flac, passiamo per la baia di Tamarin caratterizzata dalle saline e famosa per il surf.
Prenotiamo per la cena da Chez Pepe, a pochi metri dal nostro appartamento. E’sabato sera e tutti i mauriziani usano uscire per cena. E’ un ristorante italiano dove mangiamo del discreto pesce.
DOMENICA 27/01/08.
Altra notte in bianco. Oltre al caldo opprimente, stanotte sulla strada principale si sono tenute le corse automobilistiche clandestine. I “ganzi“ del posto lanciano le loro auto truccate con marmitte raddoppiate ed alettoni, a folle velocità e continuano a sgommare e frenare. Urlando e ascoltando musica ad alto volume. Questo alle 4/5 di mattina. Fino a che, ad un certo punto, abbiamo sentito uno schianto e le corse sono cessate. Credo siano arrivati dei vigili, perché alla fine sono andati via tutti. Ecco, questo è il divertimento dei giovani mauriziani.
Oggi andiamo a QUATRO BORNES, una cittadina residenziale che si anima il giovedì e la domenica per il suo mercato famoso soprattutto per la varietà di tessuti. Sembra che i prezzi siano bassissimi e la qualità buona, ma io non ho trovato niente di eccezionale. Oltre tutto nessuno contratta…Forse non siamo bravi noi.
Da Quatro Bornes raggiungiamo EUREKA una casa creola del 1830, restaurata e aperta la pubblico che vanta 109 porte. Interessante anche perché si trova in un bel giardino e ha mantenuto l’arredamento originale. Vi si trova inoltre un ristorante che utilizza la cucina originale della casa, con tutti i suo utensili e che prepara piatti tradizionali creoli.
Torniamo a Flic en Flac , dove acquistiamo al baracchino dei Roti e del riso fritto che consumiamo nel nostro appartamento. Passiamo il pomeriggio in spiaggia.
Cena da Leslie restaurant, sempre consigliato da Lonely planet. Semplice ed economico, con una cameriera dallo splendido sorriso.
LUNEDI 28/1/08 Ripassando da Quatro Bornes, andiamo a CUREPIPE. Prima visitiamo TROUX AUX CERFS, un cratere di un vulcano spento , con una circonferenza di 1 km, il cui fondo è ricoperto di alberi.Si trova un po’ in alto rispetto alla città e permette di ammirare uno splendido panorama sulla parte occidentale dell’isola. Parcheggiamo in centro a Curepipe e facciamo una passeggiata per questa tranquilla cittadina residenziale ricca di negozi e ristoranti.
Torniamo a Flic en Flac per un pranzo veloce ed un pomeriggio in spiaggia.
Cena a Bois Noir. Piccolo locale con personale gentile, dove consumiamo una piacevole ultima cena.
MARTEDI’ 29/1/08 Abbiamo il volo stasera, quindi passiamo tutto il giorno in spiaggia a Flic en Flac, noleggiando ombrellone e lettini (rm 400). Verso le 19.00 la nostra fidata Lemon Car ci scorta fino all’aeroporto. La lasciamo nel parcheggio, con le chiavi nel portabagagli e le porte chiuse. Qualcuno verrà a ritirarla… Arriviamo a Venezia il giorno dopo, dove ci accoglie un cielo grigio che ci fa subito rimpiangere i colori mauriziani.
Un bel viaggio, una destinazione non banale. Un’africa insolita, molto poco africana.
Colpisce la varietà di culture che “sembra “ convivere in piena armonia.
Indiani, creoli, cinesi, franco e anglo mauriziani che popolano questa isola bellissima mescolando i loro profumi, odori e colori.
Il curry, lo zenzero, il coriandolo, la gustosa frutta tropicale, il colore del cielo nuvole comprese, il vento, il caldo, le spiagge bianche con le palme e gli alberi di casuarina, l’acqua cristallina ma con alghe, le macchine con gli alettoni, certi brutti ceffi, la musica indiana, le indicazioni stradali inesistenti,i poliziotti che sembrano modelli, l’abbigliamento taroccato,il succo di mango e tutto quanto non abbiamo fatto in tempo a vedere, ci hanno accompagnato in questa breve ma intensa avventura mauriziana. La consiglio vivamente perché soddisfa tutti i gusti e tutti i budget. Soprattutto se vissuta in libertà, girellando qua e là.
CARLA