Il mio primo viaggio fai da te: è subito amore
Alla sera facciamo un giretto nel centro e riusciamo anche a prenderci la messa natalizia! Che strano passare il Natale al caldo! Il giorno di Natale ci spostiamo a Playa del Carmen, praticamente la Riccione del Quintana Roo, ricca di negozi, ristoranti e pub. Appena arrivato ricevo il mio “battesimo”, piove a dirotto e scivolo su un gradino finendo lungo disteso in una pozzanghera alta 10 cm! Tra le risate di Stefania e di un passante mi rialzo con un doppio carpiato (mah?!?!?) per proseguire la ricerca dell’hostal “el Palomar”. Purtroppo prendiamo una giornata piovosa e fredda, pranziamo con ottimo pesce in un caratteristico ristorantino vicino al mare (dove scopriamo quanto è piccante il peperoncino del Mexico!), facciamo un giro in spiaggia e più tardi nei negozi ma la pioggia e il fuso orario ci spingono verso il letto. Ci addormentiamo alle 18 e con nostra sorpresa apriamo gli occhi all’alba! Il portiere di notte mi porta sulla terrazza del tetto per vedere il sole nascente, uno spettacolo! Che colori…
Alle 7 siamo già in strada per aspettare un taxi colletivo (molto comodi e molto economici) per andare a Tulum e Cobá. La scelta di partire alla mattina presto si rivela azzeccatissima, fino alle 11 le rovine sono tutte per noi e godersele da soli non è cosa da poco! La bellezza delle rovine maya è coronata da una spiaggia incantevole, sabbia bianca, palme e iguane sono troppo invitanti: impossibile non farci una capatina!!! Verso l’una decidiamo di lasciare la spiaggia per andare verso Cobá. All’uscita dal sito archeologico ci giriamo per dare un’ultima occhiata e quello che prima era un immenso prato verde che coronava gli antichi edifici: ora è una marea umana… eh si… Alzarsi presto ne è valsa proprio la pena!!! Scopriamo di aver perso l’ultimo autobus per Cobá, quindi ci affidiamo ad un taxi per lo spostamento. Il taxista ci spaventa un po dicendoci che il bus per tornare a Playa del Carmen non sempre effettua il servizio. All’arrivo ci informiamo nel piccolo paesino (2 stradine sterrate) dove ci tranquillizzano e ci dicono che l’autobus passa sempre: speriamo bene! Salutiamo il taxista e ci addentriamo nella giungla tropicale alla scoperta di questo stupendo sito immerso tra gli alberi. Il “Templo de las Iglesias”, il “Juego de pelota”, il “Grupo Maranxoc”, il “Conjunto de las pinturas” e “Nohoch mul” dove si trova la GRANDE PIRAMIDE, che con i suoi 42 metri è l’edificio Maya più alto dello Yucatan. Dall’alto della piramide ho potuto amirare la giungla che si stendeva a perdita d’occhio (uno spettacolo della natura!), ma anche gli occhi sbarrati di Stefania che si era bloccata a metà altezza! Scendo “di corsa” (o meglio di sedere…) e la vado a prendere notando, mio malgrado, che di lassù le persone alla base sono davvero piccole!!! Alle 16.30 usciamo dalle rovine e aspettiamo il bus, 2 ore al buio su una stradina desolata senza neanche una luce non passano mai, per fortuna alle 18.30 facciamo conoscenza con un gruppetto di persone che devono prendere a loro volta il pullman e la cosa ci consola un po! Il bus arriva poco dopo e ci facciamo tutto il viaggio seduti per terra al buio su un “mezzo” pieno zeppo che assomigliava più ad una stalla che ad un servizio pubblico! In serata siamo a Playa, il tempo di una buona cena e la stanchezza dell’intensa giornata ci pervade… Dopo 5-6 ore di pullman il 27 mattina arriviamo all’accogliente “Hostal del Peregrino”, il nostro delizioso ostello di Mérida. Facciamo conoscenza con la città, la Plaza Grande, la Catedral de San Ildefonso e l’architettura coloniale del centro. Già al primo approccio ci accorgiamo che i turisti vengono presi di mira per cercare di rifilare loro souvenir di ogni sorta all’insegna di una falsa associazione di beneficienza a favore di bambini orfani. La cosa fa un po di tristezza ma non ci diamo peso più di tanto.
Il 28 partiamo per un’escursione verso la “Ruta Puuc” dove un autobus ci accompagna in alcuni siti archeologici molto ricci ed elaborati ed allo stesso tempo poco battuti dal grande turismo. Per chi si aspetta che le rovine Maya siano solo ruderi e spogli muri diroccati la Ruta Puuc darà loro cambiare idea.
SAYIL e XLAPAK con “el palacio” con colonnati che ricordano la nostra architettura classica.
KABAH con “el palacio de los mascarones”, 300 maschere di Chac-Mool che ricoprono un’intera facciata di un palazzo, i “2 Atlantes”, la “Piramide de los mascarones” e il “Templo de las columnas”.
UXMAL grande e bellissimo sito con molte testimonianze del periodo Maya, come la grande piramide, “El palacio del gobernador”, “ El palomar” e la sua bellissima piazza, ricca di simmetrie e con un’acustica paragonabile a quella dei giorni nostri! Qui abbiamo potuto scoprire una curiosità molto singolare: se si battono le mani di fronte ai palazzi principali di questo sito l’eco che ne deriva riproduce fedelmente il verso dei tipici rapaci di queste zone. Un “trucco” con il quale i sacerdoti impressionavano i credenti facendo credere loro che il dio della pioggia Chac-Mool scendesse dal cielo in terra.
Il giorno dopo facciamo una “gita” a Progeso, dove un improvviso cambiamento climatico ci fa tornare sui nostri passi facendoci concludere la giornata girovagando per Mérida, visitando posti caratteristici come il Mercato Municipal o il Palacio Municipal che ospita 4 bellissimi quadri sulla cultura Maya.
Il 30 partiamo per Chichén Itzá alla volta del carinissimo Hotel Dolores Alba, un tuffo nelle buie e profonde (50 metri…) acque del Cenote Ik Kil per poi perderci nel più famoso sito archeologico del Mexico; che dire… semplicemente imperdibile! Il 31 ci avventuriamo alla volta di Isla Holbox, pacata isola di tranquilli e simpatici pescatori a Nord-Ovest di Cancún. Il viaggio non è dei più comodi, in autobus fino a “El Ideal” (che altro non è che un incrocio di strade), zigzagando tra buche profonde più di una persona in taxi fino a Chiquilá e poi in traghetto fino alla meta. Come sempre le fatiche sono sempre ripagate, tre giorni a Holbox ci hanno ricaricato le batterie dopo le tante camminate fatte nei giorni passati. Alloggiamo nel camping “Ida y vuelta” e dormiamo in amache appese dentro le palapas (che altro non sono che dei tetti intrecciati con foglie di palma chiusi con zanzariere). Lo spirito del camping ci prende subito, è come una grande famiglia dove conosciamo persone di tutto il mondo. Passiamo il capodanno cenando tutti insieme per poi andare in piazza per fare 4 chiacchiere in allegria. Una passeggiata romantica con Stefania in riva al mare con la musica delle onde a farci da colonna sonora e lo spettacolo del cielo stellato che ci riempie gli occhi: come cambia la prospettiva della vita in questi posti, basta veramente poco per essere felici! Il giorno dopo, insieme a Carmelo e Laura (una coppia italo-mexicana), conosciamo Tino, un simpatico pescatore che ci accompagna con la sua barca a vedere alcune delle bellezze di questo tratto di costa: Isla Pajaros, Isla Pasion, Yalahau (una sorgente d’acqua dolce in mezzo alle mangrovie dove una volta gli abitanti di Isla Holbox andavano a prendere l’acqua attraversando la laguna essendo l’unica fonte della zona) e poi alla ricerca dei fenicotteri rosa e dei delfini! Che peccato non essere stati qui nel periodo estivo, quando si possono ammirare gli squali balena! L’ultimo giorno camminiamo per un paio d’ore in riva al mare verso “Punta Mosquitos” (se ci andrete capirete l’origine del nome…) e ci ritroviamo in una distesa immensa di sabbia bianca interrotta da lingue di acqua dentro le quali nuotano polpi, piccole mante, razze e dove troviamo un’infinità di conchiglie e di spugne di tutti i colori e dimensioni, ogni metro troviamo un piccolo tesoro da scoprire e con occhi di bambini curiosi passiamo la giornata alla scoperta di questo paradiso.
Il bello di Isla Holbox è proprio la natura, non ci sono né strade né macchine, al massimo piste di sabbia battuta e mezzi elettrici e anche se zanzare e mosquitos sono un po’ troppo “insistenti” questa natura ci fa rimanere a bocca aperta.
Il 3 ripartiamo alla volta di Cancún insieme a Carmelo e Laura e passiamo la giornata a crogiolarsi al sole e a tuffarci nell’azzurro dei Caraibi a Playa Caracol.
Il giorno dopo ci imbarchiamo alla volta dell’incantevole Isla Mujeres, un mix ideale tra divertimenti e natura, locali a pochi passi dal mare e piccole e tranquille insenature dove fare snorkeling. Passiamo così un’altra splendida giornata tra sole, mare e feste sulla spiaggia, girando tra le viuzze dell’isola e concedendoci un’aragosta alla griglia.
Purtroppo la mattina del 5 è l’ultima del nostro viaggio, la passiamo un po’ malinconici nella spiaggia del nostro hotel godendoci gli ultimi momenti di questo stupendo paese che ci ha lasciato una ricchezza che nessuno ci porterà più via! VIVA MEXICO! Andrea&Stefania