Breve Giuda Pratica
VOLO Da Malpensa a Damasco con Alitalia, volo di 4 ore in notturna, orario orribile ma la maggior parte dei vettori europei opera questo tipologia di orari.
AEROPORTO Malgrado l’arrivo alle 3 di notte, l’aeroporto è trafficatissimo e non ci sono problemi a trovare un taxi. La corsa, il prezzo è fisso, è di 600 lire, meno di 10 euro. Si impiegano una ventina di minuti per raggiungere il centro città.
CAMBIO A fine dicembre 2007 il cambio era di 70,59 lire siriane per 1 euro. Gli hotel trattengono fra il 3 e il 5% di commissioni. In banca, numerosi gli uffici, non si pagano commissioni. Largamente accettati anche Euro e Dollari. Poco utilizzabili le carte di credito, a parte i negozio più grandi in centro e i ristoranti che sono maggiormente frequentati dai turisti. Diversi i Bancomat.
CLIMA A fine dicembre dal tramonto alle 11:00 del mattino la temperature si aggirava intorno allo 0; di giorno il bel sole splendente faceva salire le temperature fra i 12 e i 14 gradi.
SPOSTAMENTI Pochi i bus cittadini, molto numerosi i taxi, spesso sgangherati ma validi. Una corsa in città costa fra le 50 e le 100 lire, bisogna accordarsi prima, sempre. Nelle ore di punta più essere complicato trovare un taxi libero. In ogni caso bisogna tener presente che la maggior parte dei tassisti non parla né legge l’inglese, quindi può spesso essere complicato farsi intendere. E’ consigliabile farsi scrivere, in hotel, in arabo il nome del luogo in cui si vuol andare, e risolvere così inutili perdite di tempo. HOTEL Prenotato direttamente dal sito dell’albergo abbiamo scelto il Four Season, il migliore della città indubbiamente, raffinato ed elegante, a 15 minuti a piedi dal centro. Ottima la colazione, disponibilità ed efficienza del personale garantita. La camera doppia è costa 16.400 lire, pari a circa 230 euro. Anche buono, fra gli hotel di lusso, il Meridien, meno costoso e più decentrato. Assolutamente “stantio” il famoso “Cham Palace”.
Fra gli hotel più economici ho visionato l’ Al-Fares Palace, semplice e pulito, in una zona centrale molto trafficata, con camere doppie da 2200 lire, circa 33 euro.
CIBO Numerosi dappertutto i chioschi di shawarma, lo spiedone di carne tagliata sottilmente e servita impiattata o arrotolata nella focaccina sottile che è il tipico pane arabo. Si spende dalle 30 alle 60 lire.
Molti anche i ristoranti, tutti nella Old City, generalmente antiche case damascene trasformate in ristoranti piacevoli e in cui si mangiano più o meno le stesse cose: piatti di carne e numerosi “mezze”, antipasti, a base di prodotti locali, come melanzane, pomodori, olive, prezzemolo, generalmente molto buoni. Il livello delle strutture è buono, con punte d’eccellenza, , e il cibo di ottima qualità. Si spende fra le 300 e le 500 lire, nei ristoranti migliori della città, quindi mai più di 7 euro a persona!!! COSA VEDERE A DAMASCO _Old City. E’ il cuore della città, all’interno di antiche mura che si aprono all’esterno attraverso numerose Porte o Bab, molto trafficate. Il modo migliore per visitarla è percorrere la Sharia Medhat Pasha, o Straight St., l’antica Via Recta che taglia in due mezzi la città vecchia, ed entrare nelle numerose viuzze che diramano dalla strada principale. Entrare da Bab Al-Jabiye e giungere all’altra estremità, Bab ash-Sharqi, nel pieno del quartiere cristiano.
_Umayyad Mosque, old city, molto frequentata dai fedeli, grande e con bei mosaici alle pareti. Si paga un ticket d’entrata di 150 lire, che comprende anche l’ingresso al mausoleo di Saladino. Naturalmente bisogna togliersi le scarpe, è possibile (consigliato) portarsele dietro. Le donne devono indossare una tunica con tanto di cappuccio, fastidiosa ma assolutamente obbligatoria, che appunto viene consegnata in biglietteria.
_Souq. Dirama dalla moschea ed occupa praticamente quasi tutta la città vecchia. E’ diviso in “reparti”, quello delle spezie, delle stoffe, dei sarti, dei profumi, di tutto un po’.
_Palazzo Azem. Purtroppo era chiuso per restauri. L’apertura è prevista per il 10-01-2008.
_L’Azem Ecole, non molto lontano dall’omonimo palazzo, è una antica madrassa che oggi ospita un negozio di souvenir.
_il Quartiere Cristiano, nella parte sud-est all’interno delle mura, rimane abbastanza poco interessante, fatta eccezione per la Cappella di Anania, storicamente di grande importanza.
_il Museo Nazionale, da non perdere, prende un paio d’ore. Verificare l’orario di apertura e chiusura e il fermo del venerdì, perché è soggetto a cambiamenti in base al periodo.
Damasco è una città abbastanza deludente, perché finisce per essere indistinguibile dalle altre città in espansione urbanistica del Medioriente. Ci sono costruzioni monumentali del tutto recenti, moschee, palazzi del governo, fontane, e poi decadenti case completamente prive di interesse che potrebbero essere di un qualsiasi quartiere di una qualsiasi città mediorientale. Il fascino di un tempo è svanito, non c’è di Damasco uno scorcio, un luogo, un odore che si sente di poter ritrovare a Damasco e in nessun altro luogo.
ACQUISTI Nel souq si trovano soprattutto i soliti souvenir, dagli oggetti in legno e in rame, agli abiti tradizionali vagamente carnevaleschi alle Shisha, i Narghilè. Conveniente l’acquisto di spezie, mandorle e pistacchi. Vale la pena visitare i negozi più belli di antiquariato perché all’interno sono esposte vere collezioni di vetri lavorati, davvero notevoli. Ovviamente i prezzi sono importanti.
Rispetto ai centri commerciali: lo Cham City Center è di recente apertura e ospita diversi brand occidentali, con prezzi assolutamente identici ai nostri: Poi il Towen Center, più vecchiotto e con brand locali. Quindi per gli amanti dello shopping di lusso il Boulevard dietro il Four Season Hotel e VillaModa nella Old City, con le case di moda internazionale più lussuose e costose.
HAMMAM Riservato agli uomini il Nureddin, nella old city, all’interno del souq. Aperto anche alle donne il Bakri, con orari scomodissimi però: chiusura alle 12:00! VISITE INTORNO a DAMASCO SEIDNAYYA e MAALULA A 40 km a nord di Damasco si trova Seidnayya. S può arrivare con un taxi collettivo oppure prendere un taxi e proseguire poi per Maalula. La visita al convento di Nostra Signora, collocato alla fine di una lunga salita che attraversa il paesino, è certamente gradevole, soprattutto per la presenza di numerosi devoti, soprattutto mussulmani, che qui vengono in pellegrinaggio. Proseguendo qualche km, si sale nuovamente su un’altura abbastanza desolata, dove intorno a una chiesetta è stato appena ultimato un enorme complesso cristiano, credo un convento di frati.
Riscendendo e proseguendo ancora per 25 km, si giunge a Maalula, paesino arroccato intorno al Convento di santa Tekla. Il taxi per tutta la visita, ci è costato 1000 lire, (14 euro), circa 6 ore.
PALMIRA, 240 km.
Si può arrivare a Palmira con un autobus di lunga percorrenza in partenza dal “Pullmann Station Harasta”. Qui ci sono numerosi ufficetti di tante compagnie con i propri autobus a vista, buone condizioni, che raggiungono molto località, da Instanbul a Beirut, ad Homs, a Sofia, ad Aleppo, praticamente un po’ ovunque. La corsa di 3 ore no-stop costa 110 lire. L’autobus si ferma al capolinea della città nuova di Palmira, quindi da lì è necessario prendere un taxi per le Rovine, a un paio di km. Palmira è un gioiello da non perdere. Le rovine sono tutte molto vicine, mentre la Valle delle Tombe dista circa 2 km, così il Qala’at Ibn Maan, che troneggia sulle rovine, regalando una vista impagabile sul Tempio di Bel e il Colonnato, dista una paio di km. Il Museo, che si può anche saltare, è nella città nuova, piccola e sonnolenta, che si sviluppa tutto intorno alla via principale su cui si affacciano una paio di ristoranti e negozietti per i turisti. Noi abbiamo preso un taxi di città a Damasco, che per tutto il giorno ci è costato 3500 lire, circa 50 euro. In ogni caso Palmira si gira approfonditamente in 4 ore, quindi sarebbe può utile includerla come escursione da Damasco, o Homs che è a soli 50 km, oppure Aleppo, ed evitare di fermarsi a dormire, visto che al di là delle Rovine non c’è davvero niente da fare.
MOSCHEA di SAYYIDA ZEINAB Piccolo centro a 10 km a sud di Damasco, ha al suo centro una bellissima moschea Iraniana, con la tradizionale cupola d’oro e le piastrelle blu e verdi rilucenti che rivestono i minareti. La moschea richiama un gran numero di fedeli, soprattutto gli immigrati pakistani e iraniani che vivono in Siria, che attraverso canti devozionali e preghiere rendono la moschea un luogo ricco di suggestione e spiritualità. All’interno il mausoleo che raccoglie le spoglie di Zeinab, nipote di Maometto, è oggetto di un rito particolare, che vuole che le mani vengano strofinate sulle grate, perché il fedele si carichi della spiritualità del luogo. Visita assolutamente da non mancare. Il taxi da damasco è costato 200 lire, il ritorno 150.
CONCLUSIONI La Sirya è certamente un paese che merita di essere visitato. Un viaggio approfondito nelle maggiori località d’interesse necessità almeno 15 giorni. Mentre avendo solo una settimana a disposizione, si può intraprendere una visita del solo Nord, con base ad Aleppo, o del Sud, con base a Damasco. Il viaggio può facilmente essere svolto in maniera autonoma, la Lonely Planet è stata molto utile, benché poco aggiornata, e in ogni caso malgrado la difficoltà di capirsi con le persone del posto che poco masticano l’inglese, si riesce sempre a superare i piccoli inconvenienti perché si può contare sulla disponibilità del tutto eccezionale dei siriani. Più di tutto, la cosa che rende davvero straordinaria la Syria è proprio la rara cortesia e disponibilità che i siriani non perdono occasione di offrire, in maniera del tutto disinteressata. Sarà che ancora il contatto con i turisti è poco radicato e comunque ben circoscritto, sarà che la cultura dell’ospitalità è ancora viva nella società, resta il fatto che abbiamo, seppure per una settimana, potuto godere della libertà di andare in piena notte per viuzze neanche tanto illuminate e sentirci comunque protetti, e contare sempre sul sincero aiuto delle tante persone incontrate. Riguardo la sicurezza, gli echi dei ben noti problemi del Medioriente sembrano qui mai giunti, non ci sono metaldetector agli ingressi dei monumenti, né si ha la sensazione di un’allerta assai diffusa nella popolazione, come accade in altri luoghi di questa parte del mondo.