Barceló Bávaro, Punta Cana
Atterriamo a La Romana alle 19:30 circa ora locale, è buio, fa un caldo impressionante ed è molto umido. Appena tocchiamo terra dalla scaletta E. Ed io ci spogliamo – l’abbigliamento a strati prevedeva una canottierina per l’arrivo- ma anche i ragazzi non tardano ad emularci, nonostante abbia visto un distinto signore rimanere imperturbabile con una specie di cappotto durante tutta la coda del disbrigo pratiche! Comunque… Ci siamo!!! Tutto sommato in fretta, passiamo il controllo passaporti, consegnamo visti, recuperiamo i bagagli e siamo recuperati dall’assitente del tour operator. Dobbiamo aspettare il pullman, ma neanche questo tarda tanto, carichiamo i bagagli… Pardon, ce li caricano, lasciamo una piccola mancia e si parte! Il viaggio in autobus dura circa 1 ora e mezzo, continua ad essere buio e sto accusando la stanchezza… Nonostante sonnecchi, mi accorgo, anche se nel dubbio ci pensano gli altri a farmelo notare, che la guida non è proprio da manuale, ma basta abituarsi.
Arriviamo finalmente al Barceló Bávaro Resort, dopo l’ingresso il viale di accesso è talmente lungo (o così ci sembra forse perchè siamo abbastanza distrutti e con la mente un po’ annebbiata) che continuiamo a domandarci (specialmente P.!) dove stiamo andando a finire, ma alla fine il pullmino si ferma e scendiamo: fa ancora più caldo ed è anche più umido. Ma siamo ai Caraibi e non possiamo certo aspettarci la neve! Ci dicono che in giornata è piovuto. Beeene! Barceló Bávaro Resort P. È un po’ sbigottito, inoltre un fossato che costeggia il viale d’ingresso e che sembra veramente troppo vicino a noi, ci suggerisce orde di zanzare… La nostra reception è quasi all’aperto (nota: il BBR è composto da 5 hotel, Palace da 5 stelle e Beach, Caribe, Golf e Casino da 4; i primo tre sono proprio sul mare, gli ultimi due all’interno, sul campo da golf), ci viene offerto un drink mentre aspettiamo davanti al bancone e ci vengono date alcune info di prima necessità: cena al ristorante Los Pinos (con indicazioni per arrivarci che ovviamente dimentichiamo e dobbiamo richiedere poi a un vigilante) e briefing l’indomani mattina alle 9:10. Anche qui, ce la caviamo abbastanza rapidamente, subito in camera per cambiarci e … A cena! Andiamo a piedi, nonostante ci abbiano detto che un trenino gira per il villaggio quasi 24 h. Su 24 (è sospeso solo dalle 04:00 alle 08:00), così diamo un’occhiata in giro. Arriviamo al ristorante che è praticamente sul mare, passeggiando in una specie di grande giardino. Mangiamo qualcosa e facciamo due chiacchiere con una cameriera, ma siamo decisamente cotti e optiamo per andare a letto quanto prima, mezzanotte circa. Le camere sono molto grandi (6 posti letto ciascuna) e anche se abbiamo avuto qualche problema di ordine pratico (una lampadina fulminata, cassaforte e fon che non funzionanvano) l’intervento di manutenzione, il giorno seguente, è stato puntuale. Il fuso orario si fa sentire e alle cinque noi siamo già svegli… Ci rigiriamo nel letto fino alle 7 e poi decidiamo di alzarci. Bussiamo alla porta di P&E ma se ne sono già andati a fare un giro e perciò anche noi andiamo in esplorazione, in attesa della colazione. Fa già molto caldo e c’è il sole. Sotto la luce mattutina è tutta un’altra cosa: il posto è bellissimo, di un verde rigoglioso, il fosso che la sera prima ci preoccupava è un giardino acquatico con fiori di loto, ninfee e uccelli che ci passeggiano sopra, per arrivare in spiaggia ci mettiamo circa 5 minuti, fra le palme. Sulla spiaggia lo spettacolo è altrettanto bello, non per niente… Siamo ai Caraibi! Sabbia bianca e finissima, palme, mare purtroppo non proprio trasparente perchè oltre la barriera corallina è molto agitato (nei giorni precedenti c’era stata una tempesta tropicale), ma avrà modo di calmarsi! Lo stomaco protesta, non abbiamo incontrato gli altri due e decidiamo che è l’ora di colazione con o senza di loro, ma in realtà ci hanno preceduto. Il buffet internazionale è abbondante, ma noi optiamo per frutta, frutta e frutta in forma di succhi, frullati e macedonie estemporanee… Aspettare le 9:10 per il briefing è torturante, vogliamo andare sul mare, stiamo sprecando momenti preziosi, ma resistiamo. A. Non si tiene più, è peggio di un bambino, non sappiamo come fa a reggere le varie presentazioni, comunque appena terminano ci prenotiamo per l’inevitabile escursione all’isola di Saona e ci fiondiamo in spiaggia. A. È talmente eccitato che si spoglia strada facendo e si tuffa direttamente (ovviamente sono io che porto asciugamani, creme, borse, etc, etc…). Da questo momento in poi non lo vediamo più, cioè dall’acqua emerge solo la testa per respirare in attesa che si sviluppino le branchie! Cautamente noi tre rimasti ci cospargiamo di crema protezione 50, forse esageriamo ma nessuno si brucia (sì, a parte te, E., che ti strinacchi le guance il secondo giorno e da quel momento tidipingi la faccia a strisce bianche!). Da questo momento in poi le giornate di A. Si svolgono più o meno tutte allo stesso modo: sole, tuffo, sole, tuffo più lungo, drink al bar sulla spiaggia e… Si ricomincia da capo! Facciamo amicizia con i baristi che si alternano al bar e passiamo piacevoli momenti chiacchierando al bancone. Il mare, si sa, stanca e dobbiamo rifocillarci spesso, la vitamina R è l’ideale in qualsiasi momento! Ho scoperto anche che l’ananas è un potente diuretico, ma, forse, mi fanno notare è solo perchè ne mangiavo una intera a colazione e in più bevevo un litro di succo a volta! Come dicevo le giornate al villaggio avevano preso da sole un loro ritmo: colazione (indispensabile e abbondante, a parte la prima mattina ci siamo affezionati al buffet del Casino dove un distintissimo cameriere ormai sapeva a memoria i nostri gusti per il frullato!) poi in spiaggia fino al tramonto (in realtà fino alle 17:30 ca, perchè poi il sole spariva dietro le palme). Oltre a bagni interminabili – tuttora A. Continua ad avere le branchie-, passeggiate sulla battigia, siamo stati a fare snorkeling fra i pesci tropicali, non essendo esperti abbiamo evitato le immersioni vere e proprie, poi drink al bar (ci teniamo a ribadire che i due baristi che abbiamo conosciuto erano fantastici: cortesi, sorridenti e disponibilissimi!) seguiti da pranzo sulla spiaggia nel ristorante aperto fino alle 17:00 e di nuovo bagni, nuotate, passeggiate… Di sera cenavamo di solito in uno dei tanti ristornati a disposizione (eccetto quelli del Palace, avevamo libero accesso a tutti gli altri e non ricordo quanti erano): abbiamo provato la cena dominicana, un buffet internazionale, la steak house e il messicano e devo dire che non ci siamo mai trovati male… Anzi! In questo caso occorre una precisazione: non abbiamo mai mangiato pasta (qualcuno sulla spiaggia ci ha detto che la cucina non era un granchè perchè la pasta era scotta!) e la cucina è comunque internazionale anche nei ristoranti a tema, ma a nostro avviso è assolutamente apprezzabile. Dopo cena raramente riuscivamo a reggere oltre le 23:00 (e le discoteche non aprivano prima di mezzanotte), perciò ci accontentavamo di assitere a qualche spettacolo dell’animazione (c’è sia quella dominicana che quella italiana ed organizzavano almeno uno spettacolo ciascuno, uno al Beach e l’altro al Caribe). Una sera siamo stati a vedere Tropicalissimo, lo spettacolo che racconta la storia della Repubblica Dominicana, ma avevamo passato la giornata a Saona, eravamo stanchissimi e la musica era decisamente troppo alta… Un vero peccato! Non abbiamo retto fino alla fine.
La Laguna Limón Al briefing ci hanno dato l’elenco delle escursioni possibili e inizia subito il dibattito: oltre a Saona, che si fa? P&E sono già stati sui quad, ma lo rifarebbero, visitare la capitale a me piacerebbe tanto ma è obiettivamente troppo lontana, A. Neanche ci sente perchè gli sono già spuntate branchie e pinne da quanto sta in acqua… Democraticamente con E. Valutiamo che l’escursione alla Laguna Limón, di cui peraltro nessuno aveva mai sentito parlare prima, sembra interessante. I maschietti però sono scettici visto che è anche la più cara che viene proposta. Ma… Siete sicure? Chissà dove andiamo a finire… E che si fa? Dov’è? Com’è? Come se al briefing ci fossimo state solo noi… Comunque la spuntiamo… Nel senso che sarà esclusivamente colpa nostra del risultato (sicuramente negativo) e che dovremo rimborsarli se (ovviamente) non saranno soddisfatti! Si parte una mattina alle 7 (non è un problema, non ci siamo abituati al fuso e alle 5 continuiamo ad essere già svegli) e ci dirigiamo prima verso l’interno, poi verso la penisola di Samaná e durante il tragitto il pullman si riempie di turisti francesi (ci siamo trovati meglio con loro che con i connazionali). Il viaggio è piuttosto lungo, circa due ore, ma l’autista è decisamente più tranquillo di quello dell’arrivo. I paesaggi che cambiano e la guida che racconta un po’ di storia dominicana e descrive la cultura locale ci fanno trascorrere il tempo velocemente. Passiamo attraverso zone in pieno sviluppo, dove una moltitudine di ragazzi aspetta lungo la strada che qualcuno li carichi per andare a lavoro a giornata, aperta campagna con galline che razzolano nelle aie, mucche al pascolo sotto le palme e cani che vagano ovunque, piccoli paesini di collina con variopinte baracche e persone sempre sorridenti intorno.
A&P notano un piccolo hotel, tutto rosa, proprio sulla curva di una strada relativamente stretta, che si chiama la Curva dell’Amore… Chissà com’è!?! E. Ed io siamo sedute accanto, davanti a A&P e quando ci giriamo indietro notiamo che sghignazzano e captiamo espressioni di approvazione… Ne riparliamo stasera! Dopo il pullman, sosta in un paesino di montagna (ignoro in realtà l’altitudine) l’escursione prevede il proseguimento con mezzi speciali non meglio identificati… Quando ci fermiamo ad un chioschetto che vende un po’ di tutto, ma in particolare cannella e cacao ai turisti, ci viene offerto da bere (non possiamo rifiutare ma decisamente il succo non è un granchè!) Scattiamo alcune foto ai bambini che scorrazzano qua e là e proseguiamo con i mezzi speciali: piccoli camion aperti lateralmente, ma con copertura, tipo militare, ma a colori sgargianti, con i quali ci inerpichiamo letteralmente in cima ad una collina. Ci fidiamo degli autisti e ridacchiamo fra noi mentre veniamo sballottati da tutte le parti. Il panorama da lassù è spettacolare, verso mare una distesa di palme e le due lagune, alla nostra sinistra, la laguna Redonda, verso la penisola di Samaná – quest’ultima purtroppo non si vedeva benissimo a causa della foschia- e a destra la laguna Limón dove arriveremo nel pomeriggio, verso l’interno da ogni parte una vegetazione rigogliosissima che riveste i fianchi delle montagne(continuo ad ignoarne l’altitudine). La sosta prevede ovviamente una bevuta, rum, coca-cola e/o sprite. A. Scatta foto da ogni parte, non sta fermo un attimo… P è solo apparentemente un po’ più tranquillo. Ripartiamo e la discesa è altrattanto traballante quanto la salita.
Ci fermiamo di nuovo in paese dove sotto una capanna in legno ci vengono illustrati i prodotti locali da un vecchietto… Molto pittoresco! Caffè, cacao, banane e manioca con relativi assaggi per tutti! Mentre la guida che parla perfettamente italiano e francese spiega i prodotti e il loro uso.
L’escursione prosegue per vedere la lotta dei galli, in realtà ai turisti risparmiano lo spettacolo vero e proprio che lì é una tradizione e si svolge tutte le domeniche, vediamo meno di un minuto di riscaldamento e poi… Ancora rum a volontà! La mattinata è finita, andiamo a mangiare! Nella veranda freschissima di un hotel decisamente rustico pranziamo a buffet con cucina locale: carne grigliata, riso, melanzane, misto di verdurine lesse, aragoste (non enormi, ma veramente deliziose!) dulce de leche e frutta (ananas!!!). Dopo pranzo facciamo un giretto per il negozio di prodotti tipici (i produttori fanno parte di una cooperativa e i prezzi sono veramente stracciati) e partecipiamo alla gara per il miglior sigaro. La guida ci illustra il procedimento e … Sorvoliamo sul resto, va beh, in confidenza, E. È arrivata ultima, io penultima! La giornata è piuttosto bella, ma dalla mattina qualche nuvoletta ci seguiva a distanza… Quando ci prepariamo per la cavalcata sulla spiaggia, prevista dopo la gara, in lontananza il cielo è nero ma non ci fermiamo per così poco! E infatti, dopo dieci minuti comincia a piovere (= diluvio). I cavalli sono molto mansueti e continuano imperterriti mentre noi siamo sempre più bagnati, la destinazione è un’altra capanna sulla spiaggia per fare il bagno (noi ormai l’abbiamo fatto, qualche temerario francese invece si tuffa) e assaggiare il cocco fresco. Alcuni hanno declinato la proposta della cavalcata e al nostro arrivo ci aspettano belli asciutti sotto due piccole capanne perchè sono arrivati con i mezzi speciali. Comunque arrivano anche i nostri zaini e ci asciughiamo alla meglio, meno male che avevamo le ciabatte nello zaino perchè le scarpe erano da strizzare! E., che ha proposto la soluzione del cambio nello zaino, non si è portata niente e rimedia un bel raffreddore! Comunque un po’ di vitamina R fa sempre bene, perciò… Rum e cocco! Nel giro di poco tempo torna a splendere il sole, nel frattempo la guida ha organizzato una partita a bocce che i francesi sembrano gradire mentre noi ci facciamo un giretto nei dintorni, tanto… Bagnati per bagnati! Siamo su uno stretto lembo di terra fra il mare e la laguna e anche con la pioggia lo scorcio è molto suggestivo.
La gita prosegue poi su barche a fondo piatto con le quali attraversiamo la laguna e osserviamo una gran quantità di uccelli palustri, in particolare tantissimi aironi. Il cielo è ancora nuvoloso qua e là, ma il sole è molto caldo e fa veramente piacere crogiolarsi sulla barchetta col fondo allagato! L’escursione si conclude dall’altro lato della laguna, ma ora ci aspetta il tragitto in autobus durante il quale E. Ne approfitta per scattare originali foto del tramonto.
A&P sembrano moooolto soddisfatti della gita, ma non lo ammetteranno mai, anzi A. Comincia ad insinuare che la SUA idea non è stata niente male. Sorvoliamo anche stavolta! Al ritorno E. È infreddolita e ancora umida e ovviamente… La doccia non funziona! Lodevole anche in questo caso la puntualità del servizio: di ritorno dalla reception per segnalare il guasto P. Praticamente sbatte quasi la porta in faccia all’idraulico, (caso fortuito o efficienza? Non sappiamo dirvelo, ma speriamo nella seconda opzione) sostituzione del pezzo rotto, meno di mezz’ora e E. Si gode l’acqua calda! La serata, però, anzichè in discoteca si conclude in farmacia! Pazienza. Saona L’escursione a Saona è come la descrivono tutti: bellissime piscine naturali (peccato per le stelle marine che devono sopportare una marea di turisti chiassosi e, spesso, maleducati), mangrovie e… Zanzare!!! Eh sì, dove ci siamo fermati spruzzavano insetticida, ma, non potendo stare fermi, ci siamo incamminati lungo la spiaggia fino ad una punta poco distante e completamente selvaggia, così incontaminata che siamo stati messi in fuga da un’orda di insetti. Meno male che le punture non prudevano … Troppo! Rientro Purtroppo una settimana è decisamente troppo breve, ed eccoci tutti riuniti nella hall all’aperto dell’hotel Golf a bere l’ultima piña colada e a scambiarci impressioni della settimana trascorsa troppo velocemente. Noi, siamo entusiasti a differenza di altri che trovano comunque qualche pecca: il posto ci ha affascinato, il personale che abbiamo conosciuto è sempre stato molto cortese, il cibo era buono e anche il tempo è stato clemente (abbiamo schivato la pioggia, ad eccezione dell’acquazzone alla Laguna Limón) e non abbiamo da lamentarci di niente, anzi già due giorni prima di partire stavamo organizzando il prossimo viaggio!