Agosto 07: Roatan, Fantasy Island
Il versante opposto, quello di nord-est, è il meno popolato ma in quanto a natura e paesaggi non ha eguali. Qui si possono trovare le lunghe spiagge bianche incontaminate, senza strutture né resort.
Paya Bay e Camp Bay www.Payabay.Com Si trovano sulla punta Sud estrema di Roatan; bellissime spiagge selvagge con palme che crescono sulla sabbia e la barriera corallina a poche decine di metri dalla riva.
Sul promontorio di Camp Bay si trova un piccolo gioiello: un hotel/ristorante con vista sulla scogliera, con una terrazza panoramica ed una graziosissima spiaggetta privata in una baia riparata.
Abbiamo approfittato del bar per consumare qualche “batidos”, frullati/succhi tropicali fatti sul momento con della frutta strepitosa: papaia, mango, ananas… e goderci un po’ di ombra sulle amache della loro terrazza.
Abbiamo anche dato una sbirciatina all’interno di una delle camere e confermo che sono dei piccoli gioiellini: pareti colori pastello, arredamento classico/romantico, dettagli curati.
Punta Gorda: è il villaggio dove risiedono gli ultimi Garifuna, discendenti degli schiavi che furono portati dalla Nigeria prima che la schiavitù fosse abolita. Il villaggio non è altro che poche baracche vicino alla spiaggia, con tanti bambini che verranno a chiedervi di fare loro una foto ma soprattutto di fargli rivedere la loro immagine sul display della vs. Macchina digitale! Oak Ridge: delizioso e coloratissimo villaggio di pescatori costeggiato da mangrovie e costruito sull’acqua (lo chiamano la piccola Venezia, beati loro!) dove gli abitanti sono quasi tutti biondi con gli occhi azzurri in quanto discendenti delle bande di pirati inglesi capitanatati dal corsaro Henry Morgan che scorrazzavano nei Carabi nella seconda metà del ‘600.
Anthony’s Key Resort www.Anthonyskey.Com Il Resort, oltre ad offrire bungalow overwater e altre sistemazioni per i turisti, è un centro di riabilitazione e studio dei delfini; in particolare si occupa di curare i delfini feriti da altri pesci predatori oppure rimasti intrappolati dalle reti dei tonni.
Purtroppo questi delfini vengono nutriti con pesce pulito e spinato, per cui difficilmente riprendono il largo, in quanto non sono più in grado di procacciarsi il pesce da soli, o meglio, sono abituati a questo tipo di cibo quindi preferiscono vivere in semi-libertà ma nutriti e coccolati! Ovviamente il Resort ha fatto della salvaguardia di questo mammifero un bel business, organizzando vari tipi di incontro con i delfini, in acqua bassa dalla spiaggia, snorkeling e nuoto in un’area marina delimitata, immersioni in mare aperto, oppure corsi specifici per l’avvicinamento e lo studio del comportamento dei delfini (dedicata soprattutto ai bambini e ragazzi).
Noi abbiamo fatto l’incontro + lo snorkeling: circa mezz’ora in una spiaggia in acqua bassa, con reti di protezione, dove l’istruttore ci ha assegnato un delfino (una bella femmina di 250 kg che da 2 settimane aveva avuto un piccolo) spiegandoci le varie parti del corpo, mostrandoci la dentatura, le pinne, spiegandoci come emettono i suoni, i richiami, i segnali di pericolo ecc. Abbiamo anche avuto la possibilità di abbracciarlo e accarezzarlo, cosa che piace molto ai delfini, scatenando però la gelosia dell’altro piccolo della nostra delfina (di 1 anno e mezzo per 100 kg di peso!) che sentendosi trascurato ha deciso di intrufolarsi tra noi nell’acqua bassa e darci delle belle pinnate sulle gambe per attirare l’attenzione! I delfini sono animali veramente fantastici! Dopo ben 2 sessioni di foto di rito tra baci, abbracci ed evoluzioni (foto fatte sia da noi con le ns. Macchinette che dal fotografo del resort con la sua digitale reflex – che poi potrete acquistare nel negozio del resort già stampate o su CD) e anche tanti baci, abbiamo finalmente preso maschere e pinne ed abbiamo fatto una nuotata di mezz’ora dove l’acqua era più alta insieme ad un istruttore, il quale faceva qualche metro in apnea per strappare qualche alga o qualche filo di Posidonia e li usava per richiamare i delfini che, da bravi curiosi quali sono, arrivavano prontamente e nuotavano sfiorandoci.
E’ stata una bellissima esperienza: i delfini hanno una forza straordinaria. E soprattutto ci siamo stancati come pochi a rincorrerli sia sul pelo d’acqua che in apnea. Sono velocissimi! Waihuka Adventure Diving Centre: immersione “faccia a faccia” con gli squali grigi dei caraibi (Carcharhinus perizi), Cara a cara point. Maurilio Mirabella, un istruttore napoletano trasferitosi a Roatan da parecchi anni, durante una battuta di pesca subacquea ha trovato questo punto di immersione, dove ha incontrato parecchi squali ed ha notato che erano attratti dall’odore del pesce appeso alla sua cintura. Quindi è tornato parecchie volte a fare immersioni ed ha per così dire “abituato” gli squali alla presenza sua e dei sub e al rito dello “shark feeding”.
Si tratta di un’immersione nel blu, lungo una cima sistemata tra due boe per la forte corrente, che parte dalla barca e scende ad un fondale di circa 20 mt.
Giunti sul fondo ci si sistema con le spalle protette dalla parete, in piedi o in ginocchio e si assiste allo spettacolo.
Gli squali arrivano pian piano, ne ho contati 14 ma l’istruttore dice che ce n’erano 18, alcuni sono lunghi anche 3 metri e mezzo, cominciano a nuotare in tondo e si ha la possibilità di fare delle bellissime fotografie, oltre che di vedere tutti gli altri pesci del circondario.
Quindi, ci si stacca dalla parete e si pinneggia sulla barriera tra madrepore e gorgonie, senza fare movimenti bruschi delle braccia e delle gambe che attirerebbero la curiosità degli squali. E’ stato bellissimo restare sospesi sul reef, pinneggiando controcorrente per rimanere fermi con gli squali che ci giravano intorno, senza dar segni di aggressività o nervosismo, sfiorandoci mentre cernie giganti ed altri pesci altrettanto curiosi li seguivano.
Dopo una quindicina di minuti l’istruttore depone sul fondale ad alcuni metri da noi il suo bidone con circa 5 kg di pesce lavato e senza sangue e gli squali cominciano a girare freneticamente intorno al bidone quasi avvertissero già quale ne sia il contenuto, quindi tirando una sagola viene tolto il coperchio e gli squali (o meglio, il più veloce) si avventano con tutto il muso nel bidone ed in un boccone mangiano il pesce.
Non appena si sono calmati, poco alla volta spariscono nel blu, quindi si fa ancora un giro sulla barriera e si risale lungo la cima fino alla barca di appoggio.
In realtà questa esperienza non è il classico “shark feeding” che viene proposto in diverse località con squali toro o squali tigre, ben più pericolosi, dove i sub sono all’interno di una gabbia ed osservano gli squali che si cibano dalle mani dell’istruttore. Al contrario qui tutto avviene in liberà, senza gabbie o protezioni; in realtà il pesce dato agli squali grigi è minimo, non serve assolutamente a sfamarli, ma si tratta solo di un “contentino” in quanto dopo anni gli squali si sono abituati a questo rito (viene fatto tutti i giorni, due volte al giorno, dal circa cinque anni a questa parte!) e l’esperienza per i sub è veramente emozionante! Immersioni: La barriera corallina di Roatan è il prolungamento naturale della ricca barriera del Belize, ed i punti di immersioni più belli sono quelli caratterizzati da lunghi canyon che solcano la barriera, spaccature formatesi in seguito ai terremoti molte centinaia di anni fa’.
Mary’s Place è uno di questi: il canyon raggiunge anche i 40 mt ma si può percorrere in tre direzioni diverse a seconda della quota che si vuole raggiungere. Alcuni anni fa’ questo sito è stato chiuso in quanto sub inesperti o incuranti avevano danneggiato l’ecosistema in molte strettoie, rompendo coralli e spugne, ma ora è nuovamente aperto e si possono ammirare splendide formazioni coralline, soprattutto gorgonie e ventaglio, spugne tubo e barile e piccoli anfratti e grotte dove si nascondono pesci, polpi ed aragoste.
Un altro sito meritevole è Hole in the wall, una profonda spaccatura verticale nel reef che si insinua nella barriera corallina per alcuni metri. Ci si immerge a testa in giù e si percorre il canyon a capofitto verso il basso, assaporando l’emozione di scendere in profondità tra strette pareti coralline che pian piano si allargano proiettando lo sguardo verso il blu profondo in cui si butta la spaccatura.
Nelle acque circostanti Roatan si possono fare anche interessanti immersioni sui relitti: El Aguila, un piccolo bastimento affondato negli anni ‘90, ora giace su un fondale di sabbia sui 35 mt; è stato adattato in modo da facilitare l’ingresso ai sub e scendendo negli scompartimenti si possono vedere molti pesci nascosti negli anfratti; mentre la Price Albert, una nave cisterna affondata nell’87 ed un DC-3 giacciono vicini su un fondale a poco meno di 20 mt.
La costa sud occidentale di Roatan offre oltre 20 siti degni di nota: Gold Chain Reef, Pirate’s Point, Valley of the King, Inside Outside Chimney, Little French Cay Wall sono solo alcuni dei bei siti dai fondali ricchi di coralli albero e gorgonie, dove potrete immergervi tra dentici, cernie, murene, barracuda, pesci angelo, pesci pappagallo e cavallucci marini.
Sistemazione: il nostro soggiorno è stato al Fantasy Island Beach Resort Dive & Marina ed è stato sicuramente l’unico lato negativo di tutta la vacanza.
Non fatevi abbindolare dal nome altisonante, questo resort forse era un paradiso 30 anni fa’ quando è stato costruito, ore è completamente lasciato al degrado del tempo e all’incuria del personale che lo gestisce, oltre che alla maleducazione di molti ospiti.
Attualmente è di proprietà della catena spagnola Bonne Beach ed è venduto in Italia dalla Press Tour Al ns. Arrivo, alla lobby notiamo un cartello che segnala che si stanno effettuando lavori di ristrutturazione e già la cosa ci preoccupa.
In realtà il cantiere era lateralmente ed esternamente alla lobby, con personale che rimuoveva tronchi d’albero e stava costruendo una sorta di nuova palazzina in legno, con continuo rumore di martellate sulle travi.
Le camere sono in pessime condizioni, sia quelle dell’ala centrale che quelli dell’ala nuova: il condizionatore a muro è vecchissimo e rumorosissimo, tanto da decidere di spegnerlo e non dormire per il caldo umido, oppure tenerlo acceso anche al minimo ma non dormire per il rumore.
Il bagno e’ fatiscente, con le mattonelle ed il soffitto ammuffiti, con conseguente cattivo odore dell’ambiente proveniente anche dagli scarichi del lavandino e della doccia.
Ai tavoli del ristorante le tovaglie vengono cambiate solo dopo diversi giorni, di conseguenza ogni giorno si mangia su tovaglie macchiate e sporche dai pasti precedenti di altre persone in quanto non ci sono tavoli assegnati ma ci siede dove c’è posto. La stessa cosa sulle sedie (imbottite in tessuto color giallino), che erano tutte vistosamente impataccate e davano quindi l’impressione di essere ben poco pulite.
Il ristorante sulla spiaggia è stato aperto solo 2 giorni su 15, grosso disservizio in quanto sarebbe stato molto comodo poter pranzare in maniera informale senza doversi cambiare ma indossando un semplice pareo on una T-shirt, mentre dovendo per forza pranzare nel ristorante principale era richiesto un abbigliamento consono (no shorts, no flip-flap) ed era quindi necessario tornare in camera e cambiarsi anche per il pranzo.
Durante i weekend, poi, molte famiglie di abitanti locali soggiornavano presso il Fantasy Island avendo accesso a tutti i servizi della struttura. Questo causava un continuo urlare, schiamazzare, scorrazzare dalla spiaggia alla piscina e viceversa non solo da parte dei bambini, ma anche da parte degli adulti, ben noti per la loro “vitalità caraibica”; gli stessi trascinavano i lettini in mare, e dopo aver fatto incetta di bevande al bar, senza alcun problema abbandonavano lettini e bottiglie/bicchieri vuoti sulla battigia che ben presto finivano in acqua a causa delle maree per cui al mattino si ritrovavano bicchieri e cannucce sul fondo nei primi metri di spiaggia. La stessa non curanza degli spazi comuni la manifestavano anche al ristorante, dove adulti e bambini si servivano dai vassoi con le mani, oppure leccavano con le dita le vaschette dei gelati; inoltre nonostante fosse esplicitamente scritto di non accedere al ristorante in costume e tanto meno bagnati, gli stessi vi si recavano scalzi, con addosso il costume molto spesso bagnato (che causava le chiazze di umido sulle sedie imbottite) ed addirittura a volte con le stesse t-shirt ed i calzoncini di lycra che poi utilizzavano per fare il bagno sia in mare che in piscina .
La piscina è sempre stata sporca ed il bar adiacente non ha mai funzionato ma veniva adibito a deposito di vuoti di bottiglie e bicchieri.
Solo dopo le nostre lamentele le casse di bottiglie vuote e bicchieri sono stati rimossi, ma le condizioni della piscina non sono migliorate; l’acqua continuava ad essere sporca.
Ma il bello riguarda la spiaggia principale: dal secondo giorno dal ns. Arrivo una chiatta con tanto di rimorchiatore e draga stazionava a 20 mt dalla riva, scavando per prelevare la sabbia dal fondale, con la conseguenza che per tutto il giorno c’era un continuo rumore di draga e motori al lavoro, oltre che l’acqua costantemente torbida.
Fortunatamente, grazie alla sommossa popolare di noi ospiti, siamo riusciti dopo 3 giorni ad ottenere che la chiatta fosse spostata dietro l’isola., quindi la situazione è parzialmente migliorata, almeno per quanto riguarda la piccola baia; la battigia però è sempre rimasta sporca in quanto gli addetti alla pulizia si limitavano a ramazzare le alghe al mattino presto, mentre ogni giorno si accumulavano bicchieri vuoti e bottigliette di birra vicino ai lettini e sui tavolini, che non venivano mai raccolti. L’incuria e maleducazione di pochi ospiti della struttura penalizzava tutti quanti poiché a questa si aggiungeva l’incuria anche del personale addetto alla pulizia della spiaggia.
Inoltre, ai due lati della baia sorgevano 2 cumuli di sabbia (la stessa prelevata dall’escavatore in mare) che veniva quasi ogni giorno riportata sulla battigia con la ruspa, con conseguente impossibilità di sfruttare la spiaggia per prendere il sole o fare il bagno a causa del rumore e del transito della ruspa (la baia è assolutamente artificiale, come anche la bella spiaggia!!) I lettini, le sdraio e le sedie in legno erano in pessime condizioni e tutte scrostate, quindi inutilizzabili perché lasciavano addosso pezzi di vernice.
La spiaggia laterale (quella per lo snorkeling, rivolta verso il Coco View) è stata inagibile per tutto il periodo del soggiorno: la battigia era costantemente piena di immondizie per cui non si poteva entrare in acqua ed essendo di sabbia riportata era piena di sassi, tronchi e rami che rendevano impossibile passeggiare scalzi; inoltre per i primi 3 gg. Del soggiorno transitavano in continuazione camion per il carico/scarico dei materiali da costruzione utilizzati per i lavori di ampliamento al villaggio. E’ un vero peccato perché a poche decine di metri dalla riva c’è un bellissimo e piccolo reef adatto proprio allo snorkeling.
Nonostante la sbrodolata di note dolenti ci sono ben 3 punti di forza: il personale di servizio sempre gentile e professionale; lo chef e la sua cucina; il diving center. Vi pare poco? Per dovere di cronaca, vi segnalo che al rientro dalla vacanza e dietro lamentele scritte di tutto il gruppo per prezzo pagato per un Resort 4 stelle, il tour operator Press Tour ci ha riconosciuto un rimborso di 2/14 del prezzo totale del pacchetto pagato, a risarcimento totale dei 2 gg (secondo loro solo 2!!!) di disservizi subiti (non a causa loro) oltre che 3 escursioni gratis in loco: il tour dell’isola in bus, il tour dello shopping e l’incontro coi delfini dell’Henry Morgan.
Concludendo, ci ha salvato la vacanza il fatto che essendo divers abbiamo fatto immersioni quasi ogni giorno e lasciato poco tempo alla vita da spiaggia.
www.Roatanisland.Net www.Roatanonline.Com www.Scuba-diving-roatan.Com www.Fantasyislandresort.Com www.Presstour.It